Innanzitutto mi scuso con i miei lettori per aver lasciato passare tanto tempo dall’ultimo aggiornamento. Invece di fare come i cavalli che accelerano quando “sentono la stalla” io nell’avvicinarmi alla meta mi trascino sempre più stentatamente. Ringrazio la mia adorata Lisachan per la sua pazienza, degna di Giobbe, nel seguirmi; il compagno di “verseggiamenti” Rik, sempre puntuale e preciso nei suoi commenti; la sintetica ma adulatrice Eugeal. Ringrazio Winola, che è passata di qui e spero ritornerà; Vale che si è fermata ai distici ma potrebbe continuare e Thiliol che, poverina, si sarà certamente stancata di aspettare. Un particolare ringraziamento questa volta va a Shari Aruna che ha commentato dettagliatamente alcune delle poesie (apprezzando in particolare il trucco contenuto nei miei settenari, cosa che mi ha fatto molto, ma molto piacere): grazie a te, il mio bottino di recensioni diventa a tre cifre. Non riesco a crederci...
Nella canzone, regina della nostra poesia, si alternano endecasillabi e settenari secondo uno schema che vede la fronte, composta da due piedi identici, seguita dalla sirma e da due o tre versi di congedo. Fronte e sirma sono concatenate dalla chiave, ovvero da una rima, che qui è "punizione/pensione". Lo schema che ho seguito in questa poesia – a b C a b C c d e f f E g G - è identico a quello di un celebre capolavoro della letteratura italiana: a voi indovinare quale, anche se l'impresa si rivela difficile almeno quanto riconoscere una romanza dall'Aida in base ai ragli di un asino.
Anya, il mio demone della vendetta preferito, merita un componimento nobile come la canzone. A maggior ragione se si pensa che nella serie non ha avuto nemmeno due parole di commiato.
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VENDETTA
Del mutare insincere
scuse in genuina strida
di terrore, feci la mia missione
a lungo – epoche intere -
la mia furia omicida
a ogni inganno trovò la punizione.
Ex-demone in pensione,
dell’umana natura,
malgrado il paradosso
del suo bilancio in rosso,
mi sento paga. Tuttavia sicura
non mi direi – son schietta-
che sia il perdono la miglior vendetta.
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