Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: La sposa di Ade    26/02/2014    3 recensioni
Con un'esplosione dei muscoli cercò l'aria. Un unico, enorme movimento, dopo pochi improvvisi e interminabili istanti di silenzio e sgomento vivo.
E la sua innata voglia di vivere sembrò essere l'unica vincitrice.
Un urlo smorzato, interrotto, soffocato. Tossì violentemente cercando di riadattare i suoi occhi alla luce.
Pulsava.
Tutto pulsava.
Ogni singolo muscolo bruciava, come sciolto nell'acido. Piegata a metà, cercava solo di capire.
Dove.
Perchè.
Quando.
Cosa.
E i polmoni erano due baratri incendiati ad ogni affannatissimo respiro. Tremava.
Era come essere rinati. Come aver ripreso la prima boccata d'aria della propria vita.
E faceva MALE. Male da morire.
Sul corpo sentì un peso innaturale: calò lo sguardo, osservando le sue mani.
Lerce di sangue, anch'esse brucianti come il resto del corpo. Pallide e gelide.
E poi un battito.
Sussultò.
Un altro.
Aritmico. Accelerato.
E poi normale: il battito di un cuore. Che pompava sangue. Che scorreva nel suo corpo. Che sembrava ridare colore alle sue braccia, alle sue dita.
Genere: Angst, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Selina, 
che crede in questa storia più di me
.

Image and video hosting by TinyPic

LA MALEDIZIONE DEL BURATTINAIO

PRIMA PARTE - APOKALYPSIS

SI PUò FARE LUCE IN UN CIELO TUTTO MELMOSO E NERO?
SI POSSONO LACERARE TENEBRE PIù DENSE DELLA PECE
 
SENZA MATTINO Né SERA, SENZA STELLE, SENZA LAMPI FUNEREI?

 

Prologo. Sangue cattivo

Porte socchiuse. Il mio monastero dichiara silenzio. Sono il mio mantra buio, il lato nevralgico affidato alla vita -vicino a te- che sfioro i tuoi momenti di digiuno. Mangio parole, preghiere di pelli indicizzano il muro che si riempie di crepe. Maschero il pianto, ungo le costole. Sono ombre dietro al velo che lasciano intatto il percorso che mi porta alla tua anima.

Una violenta pioggia si era abbattuta su quella piccola città, e già da due ore non dava segno di voler smettere, sembrava piuttosto voler cancellare l’alone oscuro che la impregnava e lavare via le macchie di sangue che negli anni mai avevano abbandonato quel posto triste.
Una figura minuta si sporse dall’ingresso del grande tempio per guardare fuori, mentre dietro di lei un canto troppo simile a una nenia si sollevava lenta.

Niente di strano, va tutto bene. Si disse. Ed era vero, non c’era niente di strano in una giornata di pioggia.
Si voltò osservando l’interno di quel tempio; soffitto alto e la lunga navata, vetrate colorate proiettavano all’interno la poca luce della giornata, rendendo il tutto più cupo di quanto sarebbe dovuto essere, file di panche di legno scuro erano disposte con un ordine impressionante e le teste chine facevano assomigliare il tutto a una scena di un funerale piuttosto che a una messa, tornò a osservare la pioggia vedendola per la prima volta più felice e rassicurante di qualsiasi altra cosa la circondasse.

Hanno quasi finito. Si disse, semplicemente, per convincersi del fatto che non mancava molto che un’ orda di persone silenziose uscisse da lì e la circondasse, consentendole di tornare a casa tranquillamente. Sospirò continuando a osservare la pioggia e il fango che andava a crearsi poco lontano dai suoi piedi. Quella era una città che le faceva paura, che le aveva fatto paura da sempre, fin da piccola, fin da quando osservava dalla finestra della sua piccola casa la pioggia sorprendere i bambini che invece giocavano tranquilli in strada. Aveva sempre visto quella pioggia di un colore differente dagli altri, adulti e bambini, e quel colore la spaventava, quel rosso era ciò che di più odiava a quel mondo insieme ai suoi stessi ricordi.
Rabbrividì involontariamente quando qualche goccia di pioggia raggiunse il suo viso, fece un passo indietro, per evitare di bagnarsi ancora di più, per poi asciugarsi il volto. Strinse i pugni avvertendo quella giornata troppo simile a quella di anni prima, perché non smetteva di piovere?
 

Osservava la pioggia dalla finestra della sua piccola stanza, ascoltando il suo suono continuo e il rumore di sua sorella di sotto che trafficava con gli utensili da cucina e canticchiava; vivevano da sole, solo loro due e il loro legame. Non era facile andare avanti così ma insieme si facevano forza a vicenda, portavano avanti la loro piccola famiglia a forza di risparmio e sorrisi.
Colpi forti alla porta e subito sua sorella smise di cantare, non aspettavano visite, non quel giorno. Magari qualcuno che aveva bisogno di cure, si disse la minore, non capitava spesso ma visto che la maggiore lavorava al tempio, che veniva usato come rifugio per i feriti di guerra, non ci sarebbe stato nulla di così strano nel trovarsi qualcuno che aveva bisogno di cure alla porta di casa. Sentì appena i suoi passi, ma distinse chiaramente il cigolio della porta di pesante legno.
“Veiler, sei guarito? Riesci già ad alzarti...” Poi la sua voce si era interrotta bruscamente, quelle erano state le ultime parole che aveva sentito sulle sue labbra, il resto era stato solo urla di dolore e un pianto sommesso, il suo, di paura e impotenza nel sentire quelle urla strazianti precedute da quel nome su cui avevano fatto tanto affidamento, quel nome di cui sua sorella Zaphiria si era segretamente innamorata, tremava e le sue gambe erano legate da fili invisibili che il suo stesso istinto le imponeva.
Poi il silenzio aveva avvolto la casa, e lei, che divorata dalla paura non era riuscita a muoversi ordinò alle sue stesse e ormai tremanti gambe di scendere al piano di sotto; ampie finestre lasciavano intravedere la pioggia, i vetri macchiati di rosso le donavano quel colore orribile, che per sempre le si impresse nella mente, mentre il corpo di sua sorella giaceva a terra straziato in una pozza rossa, con gli occhi aperti fissi sulla porta che lasciava entrare il freddo di quella giornata. Poi qualcuno urlò, mentre dentro la casa il sangue colava dai vetri e colorava di rosso la pioggia incessante.
 

Non si accorse dei passi che si avvicinavano sempre di più e quando alzò lo sguardo una figura alta e snella la sovrastava, aveva il volto di un ragazzo, ma una grossa cicatrice copriva interamente la parte sinistra del suo volto senza però intaccare il colore così luminoso dell’ iride, di una strana tinta ambrata che non aveva mai visto, i suoi capelli del colore della sabbia erano coperti da un cappuccio largo su cui era attaccata una spilla dal lugubre sorriso. Era fradicio, eppure non sembrava importargli più di tanto, la ragazza si fece da parte pensando che volesse entrare in quella chiesa, invece non si mosse rimanendo fermo dov’ era senza distogliere i suoi occhi dalla giovane che aveva abbassato lo sguardo, solo in quel momento vide la grossa arma fasciata che portava a tracolla e che teneva dietro la schiena all’ altezza delle mani, una delle quali stringeva una sigaretta ancora miracolosamente accesa. Le sue mani iniziarono a tremare nello stesso istante in cui lo sconosciuto, con grande sollievo della ragazza, passò oltre entrando nella chiesa ora silenziosa, se non per il frusciare degli abiti dei presenti che si stavano preparando per tornare a casa. Arricciò il naso quando il cacciatore le passò affianco lasciando una scia di fumo di sigaretta, si voltò giusto in tempo per vedere le sue ampie spalle sparire tra la gente che si dirigeva verso l’uscita. Strano, si disse, prima di sospirare di sollievo, appena prima di intravedere una macchia nera volare piuttosto alta e infilarsi nel tempio, ma presto sarebbe potuta tornare a casa e lasciare quel luogo che non più come un tempo le dava quel senso di sicurezza di cui aveva sempre avuto bisogno.
Le faceva paura la pioggia, portava a galla orribili ricordi e tanta, troppa, paura; da quando sua sorella era stata uccisa brutalmente dalla persona che amava la sua rabbia si era mescolata alla paura, sparendo.
Le persone le sfilarono accanto, sfiorandola appena a avvolgendola con l’odore degli abiti ora impregnati d’incenso, le sue gambe erano bloccate; vedeva quell’ acqua come una pioggia d’aghi e le faceva paura stare lì, eppure la prospettiva di entrare e restare sola, seppur al riparo era la peggiore. Quindi rimase appoggiata allo stipite del grande portone quando anche le ultime persone l’ebbero superata, solo per sollevare lo sguardo e accorgersi che la protezione su cui aveva fatto conto poco prima si stava allontanando. Fece il primo passo, non riuscendo a udire il suono della sua scarpa bucare l’acqua di una pozzanghera perché uno sparo coprì per un breve istante ogni suono, rimbombando in quell’ ampio spazio dietro di lei.
 

I suoi passi erano silenziosi in quella dimora dell’eco ormai deserta. Il fumo della sua sigaretta si confondeva con l’incenso ancora presente nell’aria, disperdendosi in grigie volute. Si sistemò meglio la grossa arma che teneva a tracolla, senza avere però l’intenzione di usarla.
Giunse nella cella in cui una figura lievemente ingobbita stava riponendo i suoi gioielli alla base di una statua dai lineamenti nascosti, l’unica cosa che spuntava dalla lunga veste di pietra erano un paio di mani, dai lunghi artigli, ben aperte e con i palmi rivolti verso il basso.
Il giovane estrasse dalla fondina nascosta una pistola che con un lieve rumore si posizionò all’altezza del capo del sacerdote. Questo si irrigidì un istante per poi voltarsi lentamente con un’espressione timorosa sul volto.
“La messa è finita figliolo.” Disse con voce roca, ignorando la pistola puntata contro la sua fronte. “Perché non torni domani?” Il suo volto rugoso si allungò in un lieve sorriso mentre i suoi occhi si socchiudevano.
La pistola era sempre più pesante e il polso più debole, la voglia di continuare a uccidere stava svanendo, si chiese perché continuasse a cacciare competendo in continuazione con i demoni, fingendo di non scappare. La mente gli si riempì di desideri e idee non sue.
Strinse gli occhi, sentendo fili di sottile acciaio stringersi sul suo polso. La sigaretta scivolò dalle sue labbra, spargendo cenere sul pavimento liscio quando venne in contatto con esso, piccole scintille si alzarono coraggiose per poi morire subito dopo, mentre una sensazione di freschezza invadeva il suo occhio sinistro.
Rialzò il braccio e sparò. Fu un suono che rimbombò in tutta la chiesa, raggiungendo ogni angolo. Pezzi di scura pietra caddero a terra dietro al sacerdote ancora in piedi; al posto di una delle mani ossute della statua ora c’ era un foro fumante. 
“Ma tu sei umano.” La sua voce era spiacevole, come unghie che grattano sul vetro. Il vecchio lo osservò con stupore, non capendo come avesse trovato la forza di compiere una qualsiasi azione. “Come puoi resistere ai suoi fili?”
“Con me non funziona.” La sua voce era piatta, incolore e fredda, indicò appena l’occhio ambrato con la mano libera e vide un lampo di comprensione attraversare il volto dell’altro.
“Non può essere.” Il suo volto gli ricordò per un istante il marmo chiaro, cosparso di segni scuri come fossero vene. La canna della pistola tornò a puntasi contro la sua fronte. “Che cosa…”
Il ragazzo agitò la pistola intimandolo a tacere. “Sto cercando l’Annullatore, è così che lo chiamate ormai voialtri, no?” Sul volto del vecchio apparve un sorriso che rischiò di trasformarsi un una risata.
“Sono in tanti a cercarlo, e in tanti sono venuti qui a chiedere di Lui.” Fece una pausa osservando il volto sfregiato del giovane che attendeva e la pistola ancora fermamente puntata tra i suoi occhi. “E a tutti ho dato la stessa risposta; nonostante sia qui che la sua anima da umano è cambiata, non ho idea di dove si trovi ora, né…” Un altro colpo di pistola e questa volta cadde a terra il corpo ora mollo del sacerdote mentre sulla veste scura della statua dietro di lui era apparsa una rosa rossa di sangue e cervella.
“Inutile.” Mise a posto l’ arma, voltandosi e incamminandosi verso l’ uscita; un altro buco nell’ acqua.

 

Alcuni punti su questa storia e sul capitolo

-La poesia appena sotto al titolo è di Baudelaire e a proposito di questo, avrete notato che le lettere accentate sono in minuscolo al contrario delle altre… Su word diventavano quadratini bianchi, quindi le ho lasciate piccole. Sorry me
-Apokalypsis: La parola apocalisse deriva dal greco (apokalypsis), composto di apó ("separazione", usato come prefissoide) e kalýptein ("nascosto”), dunque significa un gettar via ciò che copre, un togliere il velo, letteralmente scoperta o rivelazione (grazie Zia Wiki <3). Questo semplicemente perché questa prima parte della storia è un insieme di scoperte, un modo per descrivere la storia, un enorme prologo.
-Per il tempio mi sono immaginata un miscuglio tra la Sainte Chapelle (interno) e la Cattedrale di Beauvais (esterno).
-Le successive supposizioni dei personaggi non sono altro che, appunto, supposizioni. Nessuno dei personaggi è al corrente di tutti i fatti, quindi alcuni potrebbero avere una loro idea riguardo un fatto che potrebbe non essere corretta.
-Il narratore sarà onnisciente, si scopriranno i nomi senza che ci sia bisogno che i personaggi si debbano presentare anche nella storia. Ma non per questo ve li svelerò tutti subito, alcuni saranno parecchio importanti
-Mi viene ancora da schiacciare lo spazio dopo l’apostrofo, so che è sbagliato ma sto cercando di correggere, quindi scusate se troverete qualche spazio di troppo
-Boh, questa prima parte non piace più di tanto nemmeno a me, ma da qualche parte la storia doveva pur cominciare no?

 Spero davvero che la formattazione non mi mandi tutto a puttane :c

Avrei voluto pubblicare nel giorno del mio compleanno con moolta calma, tipo revisionare decentemente qualche giorno prima e pubblicare nel pomeriggio, alla fine la scelta della giornata non è stata delle migliori, ma vabbè, non sono in ritardo, solo molto di fretta e non del tutto soddisfatta. Ma va bene, perché è da tantissimo che volevo iniziare a pubblicare questa storia. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e spero, per chi intende seguire, che vi piaccia anche il seguito :)
A presto.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: La sposa di Ade