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Autore: Torma    28/02/2014    6 recensioni
Immaginate i personaggi di Hunger Games in un contesto del tutto differente di quello di Panem. Niente guerra , niente dittatura, niente Hunger games come tutti noi li conosciamo. Solo semplice vita universitaria, amicizie, lezioni ,feste e amori. Una Katniss più aperta e socievole alle prese con un Petaa che le farà battere il cuore. Tutto condito con leggerezza e allegria. Buona lettura- Torma
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Katniss Everdeen, Madge Undersee, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao gente e buon venerdì :) ringrazio tutti quelli che non si sono ancora stancati di leggere / recensire e vi abbraccio di cuore, mi rende felice leggere le vostre opinioni :).  Pubblico solo oggi perchè ero e sono tutt'ora indecisa sulla "decenza" di questo capitolo, non anticipo nulla per non rovinare la lettura ma siete liberi di esprimere qualsiasi opinione alla fine della pagina quindi detto questo pronti partenza e via!  A presto - Torma


19.
Sono svegliata dalla vibrazione del mio cellulare, mia madre ha mandato Alfred a prendermi ed è già fuori dall’hotel che mi aspetta, poso un bacio leggero sulla guancia di Peeta facendo attenzione a non svegliarlo e lo osservo dormire beatamente mentre mi vesto velocemente. In ascensore mi spavento nel vedere il mio riflesso allo specchio. Ho gli occhi gonfi e un aspetto orribile. Individuo la Mercedes nera e salgo di corsa –Sua madre, sua nonna e sua sorella la stanno aspettando per fare colazione- faccio un cenno di assenso e cerco di pettinarmi i capelli con le dita mentre li raccolgo in una coda sulla testa. Non sono per niente presentabile, ho ancora addosso i vestiti del viaggio e un nido di nodi in testa ma appena entro in sala da pranzo mi accorgo che l’unica ad avere un aspetto decente è Prim . Vedo dalle facce di mia madre e mia nonna che non hanno chiuso occhio ma noto con piacere che la signora anziana a capotavola ascolta Prim interessata. E’ una donna austera con i lineamenti  simili a mia madre, il volto segnato di rughe , i capelli biondi quasi bianchi corti le ricadono sulla testa disordinatamente. Appena mi vedono entrare, si alza e mi viene incontro –Ciao Katniss, benvenuta- mi dice – Salve- noto Prim che addenta felice un pasticcino , non comprerà il mio affetto con i dolci penso, le rivolgo uno sguardo truce mentre è impacciata davanti a me , ma appena vedo lo sguardo assente della mamma, decido di abbracciarla per lei –Ciao Nonna, piacere di conoscerti- le sussurro e sembra piacevolmente colpita. Mi accomodo e mentre addento una fetta di torta ascolto distratta i discorsi delle donne più adulte. Il nonno verrà operato questo pomeriggio.
Mi offro di andare io in ospedale visto che nonostante abbia pianto tutta la notte almeno ho dormito mentre mamma e nonna vanno a riposare. Alfred mi accompagna al memorial hospital e cerco la stanza 457. Quando la trovo sono un po’ esitante. Temporeggio ma alla fine mi faccio coraggio e entro. La stanza è bianca e asettica non c’è nulla sulle pareti, il letto è posizionato vicino alla finestra in modo da poter osservare fuori. L’uomo che mi si presenta davanti è anziano ma sembra in salute , è molto alto e robusto con i capelli grigi, sul naso adunco sono poggiati degli occhiali da lettura. –Permesso- dico –Avanti Katniss, tua madre mi ha detto che saresti venuta- mi fa segno di accomodarmi sulla poltrona accanto al letto, mi sembra gentile. Trascorro la mattinata piacevolmente parlando con quell’uomo di cui so così poco ma che già mi piace , lo ascolto scusarsi almeno mille volte e spiegarmi che in realtà la colpa non è di mia madre – Sai ci siamo pentiti quasi subito dopo la litigata furiosa con tua madre- mi dice  - E perché non avete chiarito subito?- chiedo mentre osservo quegli occhi nocciola dietro le lenti – Orgoglio, l’orgoglio ci rende deboli e stolti- dice – non c’è stato un giorno in questi anni in cui Ann e io non ci siamo pentiti, se oggi morirò lo farò con 20 anni di rimpianti- mi si spezza il cuore a sentire queste cose, afferro la sua mano e lo tranquillizzo – e’ un operazione di rutine tranquillo- sono terrorizzata dall’idea di stare in questo ospedale ,ma lo sono ancora di più di poter perdere quest uomo prima di poterlo conoscere,  cerco di sfoderare il miglior sorriso mentre lui mi ricambia con un sorriso sgembo. Verso pranzo Prim e mamma vengono a darmi il cambio e passo alcune ore con la nonna. Concludo che non sono cattive persone, sono solo di mentalità ristretta sotto alcuni punti di vista. Sono  più tranquilla, la nonna mi fa vedere alcuni album fotografici e con sorpresa vedo che alcune pagine sono dedicate a me e Prim , nonna notando il mio stupore mi spiega –Nonostante avessimo ostacolato il suo amore tuo padre era un uomo buono, ci spediva spesso vostre fotografie- - Già era un uomo meraviglioso- sospiro - Mi manca ogni giorno-.
   Quando decido di salire in camera mi accorgo che il mio iphone continua a illuminarsi. Peeta. Peeta. Peeta. Cosa ho combinato? Rispondo velocemente –Scus…- non faccio in tempo a finire neanche la prima parola che dall’altra parte del telefono inizia a gridare –Ma sei impazzita?? Che diavolo ti prende?? Mi sono alzato e il letto era vuoto. Nessun biglietto. Nessun messaggio. Niente di niente. Non sapevo dove fossi . Non rispondevi al cellurare. Non sapevo dove cercarti. Dove cavolo eri?! Mi hai fatto passare una mattinata infernale! Pensavo ti fosse successo qualcosa- sento apprensione e preoccupazione – Scusami, ero in ospedale da mio nonno- - Non devi scusarti! - il suo tono sembra tranquillizzarsi- ma non farlo mai più, ho passato le ultime ore della mia vita a pensare al peggio, ieri eri così sconvolta..- mi sento terribilmente in colpa per essermi dimenticata di avvertirlo e da una parte sono quasi felice che Peeta si preoccupi per me –Dove sei che ti raggiungo subito- gli dico- Sono vicino al” Baltimore Museum of Art”- - aspettami lì, non ti muovere arrivo subito.-
Cerco Peeta con gli occhi mentre Alfred accosta vicino al marciapiede per farmi scendere subito dopo un incrocio e lo vedo mentre fa su e giù per la strada davanti all'ingresso dell'edifico imponente che domina una piazza bianca, indossa il suo piumino sportivo sotto al quale vedo sbucare il cappuccio di una felpa verde, i jeans calati sui fianchi e i capelli arruffati sulla testa, sembra quasi che non si sia pettinato questa mattina, un senso di colpa si fa vivo dentro me ripensando al fatto che l'ho fatto preoccupare e la causa di quel aspetto in parte è mia, ma è terribilmente carino e attraente anche così- Peeta - lo chiamo facendo un saluto con la mano, appena mi vede corre verso di me e mi sorprende gettandomi le braccia intorno al collo, per un momento mi irrigidisco ma poco dopo ricambio l'abbraccio. La stretta di Peeta è forte mentre mi stringe mi sossura tra i capelli - Mi hai spaventato , non farlo mai più, mi è crollato il modo addosso quando questa mattina non ti ho trovata acconto a me- sento una morsa allo stomaco , non volevo farlo preoccupare ho agito inconsciamente - te lo prometto scusa- dopo qualche minuto mentre sono ancora tra le sue braccia domando - Pensi che rimarremo così tutto il pomeriggio?- sorrido - Potrei rimanere abbracciato a te per sempre-  allontaniamo i nostri corpi mentre lo dice e i nostri sguardi si incontrano , quegli occhi brillano come stelle quando è felice  - ma visto che non sembra una cosa di tuo gusto potremmo fare una visita al museo- lo guardo un po' accigliata, mi piace l'arte ma preferirei di fra lunga tornare in albergo e accoccolarmi a lui, fare un giretto tra i negozi o mangiare qualcosa ma decido di accontentarlo, glielo devo - Mmh d'accordo, ma sai che non sono un'esperta- .
Al contrario di ogni previsione la giornata al museo è stata bellissima, Peeta si è reso disponibile a farmi da guida privata e a metà del tour un gruppo di turisti giapponesi si è accodato a noi per ascoltarlo, tutti lo guardavano rapiti mentre dava una sua l'interpretazione dei quadri e quelle rappresentazioni anche di banali oggetti attraverso i suoi occhi  diventano favolose, alla fine del giro due ragazzine hanno voluto fare persino una foto con lui davanti a una statua per ricordo . Peeta è buono, un ragazzo d'oro è disponibile e affabile con tutti ed è per questo che mi piace così tanto, è il mio opposto, solare e allegro in qualsiasi situazione , estroverso e spigliato . Penso abbia un dono, le parole dette da lui diventano più belle . Mi perdo a osservarlo mentre aspettiamo la metropolitana e gentilmente si è offerto di dare indicazioni a due vecchietti. Quando si accorge del mio sguardo mi fa un sorriso e  sento le guance avvampare  in sua presenza provo moltissime sensazioni mi sento fragile e protetta , debole e al sicuro , tranquilla e spaventata al tempo stesso. Il pensiero di perdere Peeta è insopportabile. Quando la metro si ferma alla stazione si siede accanto a me posandomi un bacio sulla testa e affermandomi la mano dolcemente, lascio scivolare la testa sulla sua spalla - Ho bisogno di una doccia- dico sovrappensiero -Potremmo farla insieme - sussurra facendomi arrossire - Certo- rispondo ironica.  Peeta inizia a punzecchiarmi maliziosamente e fuori dall'hotel mi prende in spalla come un sacco di patate nonostante io cerchi di liberarmi mi porta in camera senza farmi posare i piedi per terra neppure in ascensore, il corridoio si riempie delle nostre risate e voci mentre con la tessera magnetica apre la porta . Il mio ragazzo però non ha intenzione di smetterla di giocare, mi porta in bagno contro la mia volontà togliendomi le scarpe- Lasciami giù Peeta - dico battendo i pugni chiusi sulla sua schiena - non posso hai detto te che hai bisogno della doccia- e senza che io me ne renda conto mi ritrovo seduta nella doccia sotto il getto del doccione completamente bagnata e vestita -E' gelata!!! Fermo!!- grido cercando si superare il rumore delle sue risate -Il freddo fortifica - dice quello splendido ragazzo mentre punta contro di me il doccino . In qualche modo riesco ad alzarmi e a capovolgere la situazione con il doccino in mano trascino Peeta nella doccia come me. Quello che succede dopo è veloce ma ricco di emozioni . Peeta afferma il mio viso tra le mani e mi bacia è un bacio ardente di desiderio, suppongo nato dalla paura di questa mattina di potermi perdere, sento una fame nascere dentro di me e mi lascio scivolare dalle mani il doccino per poter aggrapparmi al suo corpo , i nostri vestiti sono appiccicati al corpo, ma presto finiscono sul pavimento del bagno, senza allontanare le labbra dalle mie Peeta mi toglie la maglietta e il maglione mentre io faccio lo stesso con la sua felpa, accarezzo con le dita la sua pelle calda mentre con le sue braccia mi strige forte a sè , lasciando una scia di baci sul mio collo per poi scendere sul mio seno ancora coperto dal reggiseno per scendere al ventre, sento avvampare un fuoco dentro me quando posa un ultimo bacio poco più su del bottone dei jeans che slaccia con un veloce gesto della mano e fa scivolare ai miei piedi mi ritrovo davanti a lui nel mio completo di pizzo rosa cipria mentre il suo sguardo desideroso esamina ogni centimetro della mia pelle. Sono in imbarazzo ma le sensazioni che il mio corpo riesce a provare in questo preciso momento soffocano ogni inibizione. Torna a baciarmi e mi sento sollevare da terra , con le gambe avvinghiate attorno al suo corpo e le mani nei suoi capelli Peeta chiude l'acqua che ha continuato a scorrere sui nostri piedi e mi porta in camera da letto, mi posa dolcemente tra le coperte sfatte dalla sera precedente mentre si sfila i pantaloni rimanendo in boxer . Sento il suo corpo caldo premere contro il mio mentre ci arrotoliamo tra le lenzuola, non ho mai provato nulla del genere , puro desiderio di appartenere a qualcuno. Le mani di Peeta esitano prima di togliermi il reggiseno -Katniss posso?- mi sussurra dolcemente nell'orecchio mentre il suo respiro sul mio collo fa rabbrividire ogni pezzetto della mia pelle, sono senza fiato e mi mancano le parole , l'unica cosa che riesco a fare è annuire lievemente con il capo. L'indumento viene sfilato e accarezza il mio seno per poi posare lievi baci , quando afferra tra le labbra il mio capezzolo, l'ultimo briciolo di controllo nel mio corpo si libera con un gemito di piacere -Kat devi darmi un limite,non voglio fare qualcosa che non desideri- dice mentre torna a baciarmi, ma non rispondono afferrò il suo viso e lo bacio ardemente, come se fosse l'ultimo bacio della mia vita , esplorò il suo corpo con le dita mentre le sue si posano sull'elastico delle mie mutandine - Kat qualsiasi cosa credi sia troppo fermami- é estremamente dolce e premuroso e con un tocco delicato sfiora la mia intimità con le dita facendomi sussultare. È la prima volta che qualcuno mi sfiora in quel modo e il fatto che lo stia facendo Peeta non mi fa aver paura. Le sue dita si fanno strada dentro di me mentre dolcemente le nostre lingue continuano a incontrarsi. È una sensazione nuova piacevole e allo stesso momento esasperante. Ogni suo movimento mi fa desiderare di più . i miei slip raggiungono i mie piedi,  riesco ad avere la consapevolezza di quello che sta succedendo solo per un secondo prima di perdere del tutto la lucidità quando le sue labbra si vanno ad appoggiare in mezzo alle mie gambe. La sua lingua è calda e umida mentre in ogni scoccata vengo pervasa da sublime piacere . Ma quando sono sul punto di raggiungere l'apice mi rendo conto di non essere ancora pronta. Voglio essere sicura di amare Peeta Mellark prima di concedermi completamente - Peeta ..- sussurro quasi supplicando, sollevava gli occhi su di me, sono di un azzurro splendido - Peeta per favore fermati - il ragazzo si scosta preoccupato sollevando si verso di me- Katniss ho fatto qualcosa che non va?- nei suoi occhi vedo dei sensi di colpa , mi accorgo di essere nuda e affermo il lenzuolo per coprirmi – Si, NO, tu sei perfetto- cerco di riordinare i mie pensieri – ma.. ma io non sono ancora pronta - accenna un piccolo sorriso mentre accarezza la mia guancia ormai paonazza -Amore non farei mai qualcosa per cui non sei pronta - Amore? Mi ha chiamato Amore . Sento un calore irradiarsi nel petto e accenno un sorriso - Grazie- e gli poso un bacio casto sulle labbra, vorrei dirgli che lo amo , ma voglio essere sicura. -Vado a farmi una doccia fredda per chiarirmi le idee- dice sorridendomi maliziosamente mentre il mio sguardo cade sul rigonfiamento dei suoi boxer che nasconde l'erezione , arrossisco e imbarazza rispondo –Ok, io mi vesto e faccio il letto- mi bacia sulla fronte e lo guardo scomparire dietro la porta blu del bagno. Mi tocco le guance calde mentre ascolto il rumore martellante del cuore nel mio petto. L'unica cosa che riesco a pensare è che l'ultima cosa che avrei pensato nella mia vita sta accadendo . Mi sto innamorando di un ragazzo. Sono quasi innamorata di Peeta Mellark .


 
  
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