Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Chie_Haruka    28/02/2014    4 recensioni
Se gli anime/manga che conosciamo esistessero veramente in altri mondi? Se un giorno ne veniamo a contatto? Cosa succederebbe? ma soprattutto cosa accadrà alla protagonista di questa storia oltre ogni finzione che porterà realtà nella sua vita?Tra realtà e fantascienza? O. . realtà e gravi problemi celebrali? Questa è la storia di una ragazza apparentemente allegra ma spenta dai vari problemi che la circondavano. Forse direte uguale alla massa. . .No, se c’era una cosa diverso in lei, era sicuramente quel suo atteggiamento da menefreghista sempre ottimista in tutto, cercando di distinguersi dalla cara e beata massa di pecorelle che giacevano nel mondo. Per lei tutto andava oltre.. era questo forse il suo problema? Di andare e vedere oltre? O forse era la pigrizia? Credeva in qualcosa che andava veramente oltre! Infatti non poté che seguire quella strada e vedere cosa ci fosse dopo.
Si richiede al lettore molta fantasia e immaginazione e un pizzico di amore verso l’impossibile xD
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Andavo sempre da mia nonna, ma non solo perché aveva il potere! Adesso ci andavo anche perché un gatto tenerissimo, pelusciosamente grigio e con gli occhi gialli, mi aspettava tutti i giorni per farsi dare da mangiare e giocare con me.
Neko era il suo nome. Che fantasia, vero? A me piaceva ed ero contenta di avere finalmente un gatto.
A mia madre purtroppo non  piacciono i gatti, se no ne avrei uno.
Di solito non metto nome agli animali, sono pienamente convinta che loro abbiano un loro nome nella loro lingua. Questa è una mia convinzione di vita e nessuno la cambierà. Tanto per rimanere in tema a casa mia regna un piccolo “zoo”, tre volatili, un pesciolino rosso, tre tropicali e due tartarughe.
Le giornate passavano con la stessa routine: mi svegliavo, mi lavavo, mangiavo, pulivo casa, mangiavo, giocavo,andavo da mia nonna, tornavo a casa, mangiavo e quando si faceva sera studiavo. “Sembra più la vita di un criceto!” Ovviamente con tutto il dovuto rispetto ai criceti. Perché studiavo di sera? In primis non avevo mai sonno, secondo era l’unico momento della giornata in cui c’era silenzio, pace e tranquillità. Quindi potevo concentrarmi al meglio.
 Passarono giorni, settimane, mesi.
Era quasi la fine di luglio, quel giorno avevo iniziato quella routine di tutti i giorni che mi stava uccidendo.”Mi volevo uccidere”.
 Quando arrivai a casa da mia nonna, squillò il telefono. Mentre tremava il telefono pensavo:” sarà mia madre che vuole sgridarmi per essermi dimenticata qualcosa”. Invece no. Era Giuliana. I miracoli esistono!
 Rispondendo alla telefonata sentì una Giuliana tutta schizzata e strafelice che cercava di dirmi qualcosa, ma talmente parlava veloce e confusionaria che non riuscì a capire nulla.
 << Ho convinto tua madre a dormire da me >> mi disse con un tono tranquillo e con una sottile vibrazione nella voce, perché voleva scoppiare a ridere.
 E’ stata la prima persona a convincere in tempo record mia madre.
In quel momento ho creduto veramente che Giuliana sia una specie di divinità.
Però aspettate un attimo, cosa? Davvero ? mi alzai di scatto e il pc andò a farsi benedire dal pavimento. Mentre ripetevo al telefono ”davvero?”.
 << E ora cosa devo fare? Cioè che ti ha detto mia madre?>> risposi con velocità e con una felicità alle stelle.
Un po’ sconvolta e preoccupata per il mio povero pc che ormai giaceva a terra a causa mia per averlo scaraventato.
Giuliana mi diede tutte le spiegazioni possibili o meglio le indicazioni per evitare di incontrare mia madre e mandare tutto all’aria.
Avevo a disposizione 20 minuti per andare a casa prendere il necessario e andare nel punto d’incontro, dove suo padre mi avrebbe accompagnata a casa loro.
Prima che chiuse la telefonata sottolineò di portarmi il costume per il mare. Il costume da mare? Che mai ci devo fare? Non amavo andare a mare, ma se ero con Giuliana potevo chiudere un occhio. Stavo capendo il piano malefico di quella divinità in terra. . . e la cosa mi preoccupava.
Ma ero presa nel sbrigarmi quindi non ci pensai più.
Avevo preso di tutto e di più, facendo entrare il tutto in un unico zaino. Alla fine uscì le cose perché il mio zaino non era mica la borsa di Mary Poppins e allora presi l’essenziale.
Guardai l’orologio e già erano passati 25 minuti.
“Diamine se continuo di questo passo non finirò mai”.
Alla fine uscì di casa in fretta e furia e mentre mi dirigevo nel posto dove mi aspettava suo padre chiamai mia madre per dirgli che stavo arrivando a casa di Giuliana. Se gli avessi detto che ancora ero lì appena fuori dalla porta, sarebbe sbucata come i funghi. Per rassicurarla gli dissi che l’avrei chiamata io.
Salendo in macchina feci conoscenza con il padre di Giuly, parlando del più e del meno. Poi improvvisamente non sapevo più che dire, non sono un tipo che riesce a fare amicizia molto velocemente con gente sconosciuta al 100% specialmente se era con un adulto. Ovviamente dipende con la persona con cui sto dialogando, se è una persona socievole che riesce a interagire con me riesco a parlare. Diciamo che sono un tipo che ascolta e parla sono quando è interperlata.
Dopo alcuni secondi calò un silenzio, ma un silenzio di quiete, perché entrambi non sapevamo che dire e fra poco scoppiavamo in risate o almeno io.
Girai la testa verso il finestrino ammirando il panorama del viaggio; alberi, boschetti, spazzatura, gente e poi di nuovo spazzatura.
“La gente non ha rispetto per l’ambiente!”. Perché rovinare l’ambiente dove anche tu, essere umano, vivi? Ignoranza? Si, allo stato puro. Tutto questo perché non gli andava di fare la raccolta differenziata. Assurdo! Disgustata da quella visione spostai la mia traiettoria davanti a me. Eravamo arrivati. Scesi dalla macchina ammirando la bella casa che aveva. Era davvero bella, immersa nel verde e nel silenzio di pace.
Salutai i suoi genitori e mi diressi in quel genio che fra poco mi ci inchinavo per il suo operato.
Mi feci raccontare per filo e per segno di come aveva fatto.
Era incredibile, in tanti anni della mia vita non ci ero mai riuscita. Insomma stiamo parlando di Giuliana, quindi lei poteva.
Dopo mi fece girare la casa in lungo e in largo. Magnifica anche all’interno, un arredamento davvero incantevole che si abbinava con l’ambiente circostante.
Saliti in camera sistemai le mie cose. Lì venne il bello! Giuliana mi spiegò il suo piano malefico. Domani saremmo partiti per andare in spiaggia.
Il piano prevedeva che noi dopo il mare, tornassimo a casa sua, cosi avevamo la possibilità di cambiarci e lavarci e ritornare nel mio paesino, come se nulla fosse.
Mi fidavo del piano e di Giuliana ma avevo i miei dubbi. Sapevo che qualcosa sarebbe andata comunque a farsi benedire da qualche mia sacra parola.
Non sono un tipo che dice parolacce ma se arrivo a dirle non mi batte neanche il camionista di turno.
Dopo aver cenato, salimmo in camera e lì iniziò una lunga guerra. Quando si fecero le 3:30 circa, ci guardammo in faccia con un espressione di qualcuno che era stato abbandonato in un isola e non mangiava da tre giorni. Cosi scendemmo in cucina, cercando di fare meno rumore possibile, prendendo le prime cose che ci capitavano a tiro.
Quando risalimmo avevamo un pacco di brioche,nutella e succhi di frutta. Dopo aver mangiato un kilo di  nutella e aver parlato senza fine per non dire che tutto il tempo abbiamo riso come delle scimmie, mi girai verso Giuliana dicendogli che erano le quattro passate.
Non abbiamo avuto neanche il tempo di girarci e poggiare la testa nel cuscino che crollammo in un sonno profondo. . . anche se io di notte qualche volta mi sveglio per aprire gli occhi e vedere se è tutto apposto. Inquietante? Decisamente! Infatti una volta mia sorella si è spaventa di brutto, perché pensava che dormissi.
Quando aprì gli occhi erano le 6:10 mancavo cinque minuti per il suono della mia cara sveglia. Cosi spensi la sveglia e andai in bagno.
Quando tornai nella camera vidi una cucciola arrotolata nelle lenzuola che rideva nel sonno. Sbuffai a ridere ma dovetti trattenermi, altrimenti l’avrei svegliata.
Gli feci una foto giusto per fargli notare che non ero solo io che facevo cose strane la notte. Quando si fecero le sei inoltrate  iniziai a chiamarla. Lei non dava cenno ad alzarsi, ma quando gli ricordai cosa dovevamo fare, attaccò la musica senza pietà e iniziò ad alzarsi.
Ovviamente io avevo già previsto che con lei avremmo fatto tardi. Infatti le cose le sistemammo in fretta e furia. Perché sua mamma ci stava lasciando lì.
Sua madre ci accompagnò nella stazione, vicino la fermata dell’autobus. Ma quel giorno non passò di lì. . .




Angolo autore:
Qualcuno forse. . . che un giorno leggerà questa fanfiction (se qualcuno veramente la leggerà T.T) si chiederà ma. . . cosa centra il mondo di One piece? eh u.u andando avanti si vedranno i segni (?) xD Comunque non mi stancherò di dire che se ci sono orrori vi chiedo umilmente perdono ç_ç e spero che a qualcuno piaccia >.> 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Chie_Haruka