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Autore: uffauffauffa    01/03/2014    4 recensioni
Warren accarezzava con molta dolcezza il viso di Hermione, ancora sotto l'effetto delle due pozioni somministrate. Non vedeva l'ora che aprisse gli occhi per guardare le sue bellissime iridi castano dorate, come i capelli. Ma soprattutto sperava che la vista del redivivo Scott la scuotesse dal suo torpore. Era molto preoccupato per lei, la morte del Professor Xavier, di Scott, ora tornato in vita grazie al potere mutante di Rachel, e di Jane l'avevano scossa molto, tanto da chiudersi nel suo dolore.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ultimo capitolo spero vi piaccia.

P.S.: Leggete anche la nota sotto, grazie.
 


 

HARRY POTTER vs X-MEN (seconda parte)

Capitolo 13: Maghi vs Mutanti
 


 

Scappava... Victor Budarin. Fuggiva dalla Divisione, dal suo capo. Il telecinetico era in fuga da una settimana intera. Non poteva continuare così. Aveva bisogno di trovare un posto sicuro, un luogo dove non potevano arrivare nemmeno i segugi o i telepati. C'era solo un posto dove andare, ma prima bisognava trovarlo. Henry Carver aveva provato a cercarlo, ma niente. Nemmeno Candy era riuscita nel compito. Proprio per questo, era l'unico luogo dove rifugiarsi: il mondo magico.


 

*****


 

“Oh buongiorno Draco, vedo che il tuo occhio si è sgonfiato e il livido quasi non si vede”.

“Buongiorno professore”. Draco salutò di malavoglia Silente. Nell'ultima settimana aveva messo su un muso lungo una Quaresima. Era arrabbiato con lei per il pugno che gli aveva dato nell'occhio destro. -Poteva darmi uno schiaffo, anziché un pugno-, pensò.

“Draco?”, disse Albus. “Si professore”, rispose il ragazzo. “Perché non provi a corteggiarla?”. Il giovane mago strabuzzo gli occhi e guardò inorridito e schifato Silente, come se il vecchio mago lo avesse insultato in qualche modo. “Che devo fare? I Malfoy non corteggiano nessuno. Si prendono le ragazze che vogliono e soprattutto sono loro a doversi sentire lusingate dal fatto che purosangue di alto lignaggio decidono di farle diventare le loro ragazze”. L'ex-preside rise sotto i baffi. “Davvero? Che strano, se non ricordo male tuo padre ha corteggiato tua madre, e tuo nonno ha fatto altrettanto con tua nonna”.

Malfoy non sembrava del tutto sicuro della 'idee' che Albus sparava. “Funzionerà?” “Chi può dirlo, tu provaci”. Silente guardava con dolcezza il ragazzo: “Draco, ti ricordi la prima parola che Hermione ha pronunciato?” “Cosa?” “La prima parola che Hermione ha pronunciato”. “Beh, ha salutato quell'uomo... quel Xavier”. “Sei sicuro, che sia quella?” Silente se ne andò non prima di aver fatto l'occhiolino al ragazzo.

Il giovane guardò il vecchio mago allontanarsi. -Corteggiarla, dovrebbe essere felice che un purosangue come me si interessi a una mezz..., una nata babbana-mutante-.

Si incamminò verso il parco della scuola, quando a metà strada incrociò suo fratello ed Hermione. La ragazza appena lo vide si irrigidì e con una scusa cambio strada lasciando da solo Warren. Draco si morse le labbra dalla rabbia -Eh no, non ho mica la pestis niger-. Decise di seguirla. Salutò suo fratello e le corse dietro. Sentì in lontananza la voce di Angel: “Spero che tu non stia dietro a mia sorella”.

La ragazza corse su al terzo piano e si rifugiò nell'aula di Babbanologia, sicura che lui non sarebbe mai entrato la. Non sapeva che il ragazzo era andato più volte nella classe per stare da solo. Quando anche lui raggiunse il terzo piano si guardò in torno, cercando di capire dove si potesse essere nascosta, poi ebbe un'intuizione. Stava per aprire la porta quando sentì delle voci provenire dall'interno.

“C..., ciao Hermione”, disse Ron. “Ciao”, rispose dolcemente la giovane. Si fissarono per qualche secondo poi Ron si scusò per il suo comportamento, per come l'aveva ignorata e stava anche per dirle del suo tradimento a favore dei mutanti malvagi, quando lei lo interruppe. “È colpa mia Ron. Dovevo essere sincera con te fino in fondo. Io sono stata la prima a tradire la tua fiducia. Mi dispiace tanto”. Hermione aveva gli occhi lucidi, non voleva perdere uno dei suoi più cari amici. La ragazza abbasso un poco la testa. Alla fine del conflitto, prima che sparisse a causa di Magneto e della Confraternita dei Mutanti Malvagi, si erano messi insieme. Voleva molto bene a quel ragazzo, ma si era resa conto di non amarlo, non come una ragazza dovrebbe fare con il proprio ragazzo. Si vergognava per questo. Ron era diventato il suo ragazzo. Granger si morse le labbra fino a farle diventare rosse. Era nervosa, non sapeva bene come comportarsi con lui, anche per quello che era successo la settimana scorsa. Il bacio di Draco, l'aveva in qualche modo scossa. Ma le aveva anche messo paura.

“Ecco...”, disse timidamente Weasley, “Io... volevo chiederti se ti andava di rimetterti con me... però se non vuoi lo capisco... voglio dire sono stato orrendo con te nell'ultimo mese e ora hai dei corteggiatori... si insomma”. “Non sono la sua ragazza”, disse ansiosamente Hermione riferendosi a Draco, che da dietro la porta stava origliando la conversazione. Quest'ultimo serrava i pugni per la rabbia, non voleva che ridiventasse la sua ragazza. Non doveva rimettersi con lui. “Beh!, magari possiamo riprovarci”, disse Hermione. In cuor suo sapeva che non era la cosa giusta da fare, soprattutto nei confronti del suo amico, ma magari poteva anche funzionare. O almeno sperava che funzionasse. “Davvero?” Ron sembrava incredulo ed Hermione vedendo la sua espressione annuì sorridendo. Ron la baciò, ma lei non sentì le farfalle nello stomaco. La prima e unica volta che le aveva sentite era per il bacio di Malfoy. In realtà la ragazza fu contenta di non provare quella sensazione, perché credeva fosse solo una reazione all'ansia, alla paura che aveva provato in quel momento per il gesto del Serpeverde.

Il ragazzo uscì di corsa per dare la buona notizia a sua sorella e a Potter. Nella foga lasciò la porta aperta e Draco ne approfitto per entrare. La chiuse con un incantesimo non verbale e insonorizzò l'aula. Coprì i quadri con un velo e gli ammutolì con un'altra magia. Hermione non si era accorta di niente, dava le spalle a Malfoy, che le si avvicinò di soppiatto. La mutante fece un passo indietro e urtò il ragazzo. Si girò ancora sorridente pensando che fosse Ronald. Ma durò poco. Gli occhi si dilatarono. Riuscì a malapena a pronunciare il suo nome. Era la seconda volta che lo chiamava così, la seconda.... Poì Draco ricordò. Ricordò la prima volta che la ragazza lo aveva chiamato per nome e coincideva con la sua prima parola dopo la guerra contro Magneto.

L'aveva seguita per rinfacciarle la rabbia che provava ogni volta che scappava per evitarlo, quando la vedeva con qualcuno, il pugno che gli aveva dato dopo il loro primo bacio. Ma non lo fece. Si limitò a fissarla, a guardare il viso spaventato della Granger, i suoi occhi dilatati, le sue bellissime iridi... le prese di nuovo il viso tra le mani e la baciò con molta dolcezza, sfiorando appena le labbra. Voleva tranquillizzarla, voleva che capisse che non la stava prendendo in giro, che quello che provava per lei era reale e cosa più importante, non voleva farle alcun male. Hermione sentì le farfalle nello stomaco, il cuore a mille e le gambe più molli della gelatina.

Un rumore secco, li fece sussultare. Dobby era andato a cercarli per ordine di Silente. Hermione arrossì violentemente e abbassò la testa. Stava per dire qualcosa, quando Malfoy la interruppe: “Hai bisogno di qualcosa Dobby?”, chiese. L'elfo non rispose subito. Non riusciva a credere a quello che aveva appena visto. “Dobby!!”, lo incalzò il ragazzo. “Silente”, disse solo il nome e sparì. Era sotto shock. Malfoy alzò un sopracciglio. Tolse l'incantesimo ai dipinti e chiese loro dove si trovava l'ex-preside. “Nella Sala Grande”, risposero in coro. Poi uno di loro prese la parola: “Ragassino non farlo mai più”. La voce proveniva da un quadro che raffigurava un mago molto anziano e sdentato.

Il Serpeverde non badò molto alle parole del vecchio. Si avvicinò a Hermione, l'abbracciò, le baciò la fronte e si smaterializzò con lei. Negli ultimi giorni Silente aveva tolto il veto sulla smaterializzazione all'interno della scuola. Si ritrovarono nella Sala Grande. All'interno c'era il corpo insegnanti, i membri dell'Ordine della Fenice e quelli dell'Esercito di Silente. Oltre a loro erano presenti anche le famiglie di alcuni studenti, il primo ministro, Rufus e Caramell e i mutanti. Granger si guardava attorno. Sperava che nessuno la notasse. Temeva la reazione di Ron ed Harry e degli altri suoi amici. E temeva la reazione di suo fratello. Draco la teneva ancora tra le braccia, anche se aveva spostato la testa di lato per osservare Silente. “Lasciami per favore”, disse timorosa la giovane. “Perché?”, rispose distrattamente il ragazzo. Un sorrisetto fece capolino sul suo viso. Hermione nel vedere la sua espressione arrossì leggermente.

Silente cominciò a parlare: “Molto bene, come sapete siamo di nuovo in guerra, questa volta dobbiamo combattere oltre ai maghi, anche i mutanti. Un nuovo nemico Henry Carver vuole sottomettere tutti i mondi che conosciamo: magico, babbano e mutante. Quell'uomo ha rapito è manipolato alcuni dei nostri e dei loro. Non sarà facile, probabilmente dovremmo batterci oltre che con i nemici, anche con gli amici”. Un silenzio di tomba era calato sulla Sala Grande. Molti sapevano già dell'esistenza della Divisione e di quello che avevano fatto. Sapevano del rapimento della squadra del professor Xavier e di quello dei maghi americani. “Come li affronteremo?”, chiese uno dei presenti. “Ho deciso di allearmi con un militare babbano, una persona che ha affrontato insieme a Charles e agli X-Men, come amano farsi chiamare, diverse minacce. Quest'uomo è ha capo dello S.H.I.E.L.D. Oggi stesso mi recherò da lui per discutere del problema...”

L'ex-preside non finì il discorso, perché Cassie aveva appena avuto una premonizione. Aveva visto l'organizzazione di Fury attaccata dalla Divisione. Quando non lo poteva dire con certezza. Il suo potere era ancora in via di sviluppo. Questo allarmò tutti anche Silente che prese una drastica decisione.


 

*****


 

“FERMI, ALZATE LE MANI E TENETELE DOVE NOI POSSIAMO VEDERLE”. Un gruppo armato dello S.H.I.E.L.D. aveva circondato Albus e tutte le persone che lo accompagnavano. Il vecchio mago aveva dato istruzioni precise ai suoi prima di materializzarsi all'interno dell'organizzazione di Nick Fury. Una di queste era la totale arresa. Moody e Sirius non erano del tutto d'accordo con quest'ordine, ma fecero lo stesso come voleva Albus. L'ex-preside si scusò della loro venuta senza un minimo di preavviso, ma la questione era urgente e doveva subito parlare con il responsabile dell'organizzazione.

“Jasper Sitwell”. Una voce famigliare chiamò uno degli agenti che teneva sotto tiro i maghi. “Warren? Sei tu vecchio barbagianni”. Il mutante sorrise e continuò, “Ti presento il signor Albus Silente. È amico del professor Xavier. Abbiamo una cosa importante da riferire a Fury. riguarda Carver”. Sitwell sapeva bene che il suo capo non amava quell'uomo e sospettava fosse un traditore. “Va bene ti condurrò da lui”. “No io non vengo, verranno invece il signor Silente e il professore”. L'agente inarcò le sopracciglia quando apparve l'uomo, era su una sedia a rotelle, aveva un respiratore e una sacca per la flebo in grembo: -E' un piacere rivederla agente Sitwell- disse telepaticamente Charles. Il militare sgranò gli occhi, non poteva essere lui: “Xavier? Non può essere lei è morto e questo corpo... -È una lunga storia, ma ora la prego, ci porti da Fury-. L'uomo annuì con la testa, ancora incredulo.

Jasper condusse i due uomini al cospetto di Nick. Parlarono per quasi un'ora. Durante la discussione Albus fu costretto a mostrare al capo dello S.H.I.E.L.D. che non era un pazzo e fece qualche incantesimo. Fury rimase a bocca aperta. Era difficile sorprendere quell'uomo, ma il mago ci riuscì. Jasper ingenuamente si chiese se esistevano anche altre creature e l'ex-professore disse che quasi tutte quelle presenti nei libri erano reali, tranne Babbo Natale e la Befana.

“Peccato”, rispose l'uomo, che prontamente aggiunse: “Non fraintendetemi ho dei figli”.

Silente fece conoscere a Nick Fury i membri della sua 'squadra'. L'agente li osservò attentamente: “Avete fatto un qualche tipo di allenamento? Siete addestrati a combattere?” “Solo i maghi oscuri”, rispose tranquillo Albus. “Andiamo bene. Ehi... mi prendete in giro? Nelle vostre file ci sono dei bambini!!” Alcuni maghi si girarono e videro Cassie Holmes, Paul, Max e Jack, Cody, Edward, Andrew, Klaus, Violet e Sunny. “Come siete arrivati fin qua?”, chiese preoccupata Molly Weasley. “Ci avete portato voi”, disse innocentemente Paul. Il piccolo mutante li aveva manipolati. “Stupidi ragazzini”, disse Sirius che si avvicinò con fare minaccioso, solo per spaventarli, però. Per tutta risposta Edward lanciò uno dei suoi urli sonici. Il mago si ritrovò sbattuto contro una parete della stanza. Rimase saldamente attaccato al muro a pochi centimetri dal soffitto finché il piccolo non chiuse di nuovo la bocca. Edward non poteva emettere alcun tipo di suono, nemmeno una parola, altrimenti scattava il suo potere. Sirius dal canto suo era incredulo. Un bambinetto lo aveva messo Ko.

“Non male”, disse Fury, “Quando attaccherà Carver?” “Non lo sappiamo di preciso, ma non aspetterà molto. Vuole vendicarsi”, rispose Silente “Perché?”, chiese Nick. “È colpa mia signor Fury”, disse Hermione. “Hermione Xavier! Se è per colpa tua, allora Carver sa che sei una pirocinetica e questo vuol dire che quell'uomo è un imbecille. Mettersi contro di te. Oltretutto è troppo pericoloso cercare di manipolare un pirocientico”. Il capo dell'agenzia digrignò i denti. Prima del suo incontro con Albus Silente non aveva la minima idea che Carver fosse un mutante. Fury però non capiva come mai quell'uomo non avesse mai cercato di manipolarlo. “Forse non lo sa”, continuò Hermione, “Quell'uomo è talmente bramoso di potere che non vede al di la del suo naso”. Fece un respiro profondo: “Signor Fury, alcuni dei nostri sono nelle mani della Divisione, la società segreta di Carver...” “L'ho saputo ragazzina, il signor Silente mi ha avvertito. E mi ha anche detto che hai un ottimo controllo sul tuo potere, sono sicuro che andrà tutto bene”. “Hanno anche Rachel agente Fury. Lei è anche più potente di me”. “Questo è un bel problema”, rispose secco Nick. Piton si voltò un attimo e fissava la Grifondoro. Il pensiero di dover combattere contro Rachel lo addolorava. Non voleva farle alcun male. Gli occhi divennero lucidi. James se ne accorse e strinse la mano dell'ex-professore di pozioni.

Sirius intanto barcollando ritornò nelle sue file. Diede un occhiata ai bambini e chiese loro che cosa sapessero fare. “Be! ormai avrà capito che io sono una veggente, e che Edward ha il potere di emanare onde soniche attraverso il suono. Jack e Max sono telecinetici, spostano le cose con il pensiero e Paul è un manipolatore come Carver. Cody può assorbire qualsiasi tipo di energia. Andrew invece è un telepate, vuol dire che può leggere il pensiero delle persone”. La bambina guardò il suo amichetto che prontamente rispose, “Scusa Cassie, ma è talmente stupito da non riuscire a formulare nemmeno un pensiero, insomma ha la testa completamente vuota”. “Attento ragazzino”, rispose il mago. “E gli altri tre che fanno?”. La bambina si voltò e guardò i ragazzini che Hermione aveva trovato nelle fogne. “Sono...” “ Se permetti Cassie, ci presentiamo noi. Io sono Klaus, e il mio potere mutante consiste nell'avere una memoria fuori dal comune. Ricordo tutto a cominciare dal giorno della mia nascita...”

“Bello avere una memoria del genere”, lo interruppe il mago, “Ma a cosa può servire in combattimento?”, chiese seccato Black. “Amo leggere, almeno cento libri al mese. Conosco a memoria tutte le biografie dei più grandi conquistatori, militari, imperatori... so tutto di strategie di guerra.... e me la cavo anche con il corpo a corpo. Ho imparato a difendermi leggendo diversi manuali. Mi puoi considerare un maestro di kung-fu e di qualsiasi altra cosa”, rispose prontamente Klaus. “Oh, accidenti. Che diavolo è il kung-fu?”. Il tono di Black era ironico e Klaus leggermente risentito non rispose subito. Guardava il mago come se fosse un alieno. “È un arte marziale”, disse. “Come il karatè?”, chiese il mago. “Migliore, e si dice karate. Naturalmente so praticare anche quell'arte di combattimento”.

Sirius socchiuse gli occhi, non amava i saputelli: “Le altre due che fanno?” “Violet è geniale. È capace di costruire una bomba con forcine e gomma da masticare e Sunny!... i suoi denti sono un'arma. Può rompere il cemento armato con un morso o staccare di netto un arto a qualcuno”, disse Klaus che aggiunse: “Come può vedere possiamo essere utili anche noi”. L'ultima frase aveva un tono provocatorio, o almeno così sembrava al mago.

Silente batte le mani per richiamarli tutti: “Dobbiamo tenerci pronti, la Divisione può attaccarci da un momento all'altro, ma per fortuna ora abbiamo l'aiuto dello S.H.I.E.L.D. che combatterà insieme a noi. Piton, tu dovrai cercare di destare Rachel e in questo ti farai aiutare da James, mentre tu Sirius starai vicino al professor Xavier. Insieme a te ci saranno Minerva e Regulus”. Sirius dilatò gli occhi quando il mago appena nominato da Silente si fece avanti. La bocca aperta non riusciva a credere ai suoi occhi. Suo fratello. “Ascolta bene Sirius, Regulus è, era morto nel tentativo di distruggere uno degli Horcrux di Voldemort. E come Piton è un eroe”. Sirius non diceva niente, ma la sua espressione era decisamente buffa a metà tra la sorpresa e l'incredulità. “Ogni mago”, continuò Albus, “Avrà al proprio fianco un mutante, mentre il colonnello Fury starà tra le prime file con il suo esercito”.


 

*****


 

“Bene, direi che siamo pronti. Nonostante le perdite abbiamo ancora diversi maghi e mutanti al nostro servizio. Notizie di Budarin?”

“Stavano quasi per prenderlo, ma è sfuggito ancora”, disse Candy. “Anche se ragiona con la parte bassa del corpo, quel ragazzo è furbo”. A Carver dispiaceva un po' per lui. Henry aveva trovato Victor, All'epoca era un ragazzino. Lui lo aveva allevato, o quasi e gli aveva insegnato tutto quello che sapeva. Ma non era tutto quello che sapeva lui. “Dovrò trovare un telecinetico altrettanto potente. Ne conosco solo uno, ma è sempre riuscito a sfuggirmi”. “Parla di Nik?”, chiese Candy. “Si proprio lui. Quel piccolo bastardo è sempre riuscito a sfuggirmi e si è anche portato via Kira”.


 

*****


 

La sede ufficiale dello S.H.I.E.L.D si trovava in un isolotto artificiale, molto vicino all'isola di Manhattan. L'unico modo per raggiungere il posto era via mare o via aerea, ma con un elicottero. Non c'erano piste d'atterraggio per altri tipi di velivoli. Le due squadre di mutanti e maghi erano pronte a scontrarsi con quelle della Divisione. Avevano i nervi a fior di pelle. Entrambe le fazioni avevano già affrontato altre battaglie, ma ogni guerra era ha se, anche quella che sarebbe scoppiata da li a poco. L'unico che sembrava tranquillo era Silente. Qualcosa gli diceva che sarebbe andato tutto bene e che quelli da temere di più erano i Mangiamorte evasi e i mutanti non manipolati. L'ex-preside stava ritto sopra il tetto dell'edificio. Insieme a lui il professor Xavier e le sue guardia del corpo. Una parte degli agenti e dei maghi con i mutanti erano fuori dall'edificio, mentre gli altri si trovavano all'interno. Grazie ai maghi Fury era riuscito a trasferire i prigionieri in un altra sede. Almeno così Carver non poteva utilizzarli contro di loro.

Sull'isola i suoni della città erano ovattati, quasi soporiferi, quando all'improvviso un rumore metallico terribilmente forte fece sussultare tutti. Si misero ancora di più all'erta, ma non si spostarono di un millimetro dalla loro postazione. Uno dei presenti notò un oggetto bianco sospeso in aria. Più si avvicinava, più l'oggetto si ingrandiva fino a far capire a uno degli agenti di cosa si trattava. Era il ponte George Washington.

Fury guardò nervoso quella cosa avvicinarsi. Al suo fianco gli agenti: Natasha Romanoff alias Vedova Nera una spia altamente addestrata, Clint Barton alias Occhio di Falco. Il suo soprannome era dovuto alla mira quasi infallibile. C'era solo un'altra persona, capace di batterlo, un mutante: Cameron Hicks, un ex-cecchino dell'esercito ora al servizio dello S.H.I.E.L.D. Oltre a loro erano presenti anche Phil Coulson, Maria Hill e Jasper Sitwells. Il colonnello avrebbe voluto l'intera squadra degli Avengers, ma loro erano impegnati in un altro fronte.

Come aveva detto Albus, ogni mago aveva un mutante vicino: Harry era accompagnato dal cugino, Warren era insieme al padre e Pyro vicino a Narcissa. Hermione doveva per forza stare assieme a Draco. Molly e Arthur Weasley e Augusta Paciock invece, avevano raggiunto Silente sul tetto. Insieme a loro i piccoli mutanti. Quando i maghi videro l'enorme ponte sopra le loro teste si spaventarono. “Magneto”, disse Warren, “Questa è opera sua”. “Mi secca ammetterlo, ma quel vecchietto è davvero forte”, gli fece eco John. Il ragazzo gli aveva seguiti di malavoglia, non aveva molta scelta per ora. Al di sopra della struttura si poteva sentire la voce di Henry che intimava una resa incondizionata. Xavier cominciò a comunicare telepaticamente con i mutanti manipolati, mentre il giovanissimo Jimmy, un mutante capace di annullare i poteri degli altri, si concentrava, anche grazie all'aiuto di Andrew, per scovare i telepati avversari e i veggenti. All'interno dello S.H.I.E.L.D. era stato addestrato in maniera tale che potesse togliere le facoltà a determinati obbiettivi, senza scalfirne altri. In sette mesi il ragazzino aveva fatto enormi progressi. Grazie a questo stratagemma potevano occultare la presenza di Xavier.

Nel frattempo Carver non ottenendo alcuna risposta, attaccò per primo, mandando una prima squadra di mutanti. Da come erano conciati, dovevano venire dai ghetti di New York. Proprio come aveva fatto Magneto nell'ultimo scontro con gli X-Men, anche il capo della Divisione mandò, all'inizio, i più deboli. Fury e il resto dei militari si difesero senza troppi problemi. Le loro armi erano state modificate, perché sparavano -proiettili- soporiferi imbevuti, però, anche del siero anti-mutazione, ricavato dal sangue di Jimmy. Ora il colonnello sapeva che la cura non era così efficace, ma almeno avrebbe tenuto calme quelle persone.

Carver vedendo che il suo nemico non era stato colpito, mandò un secondo gruppo composto dai maghi degli Stati Uniti e dai Mangiamorte. Silente gli osservò attentamente e con suo grande disappunto notò che loro non avevano subito nessuna manipolazione. “Sonorus”, disse, “Alecto, Amycus, Rabastan, Dolores... poveri stolti cosa pensate di fare?” La voce di Albus tuonò leggermente. “Credete davvero che Henry Carver sia cosi ingenuo? Pensate di poterlo circuire? Non siete voi a usare lui, ma lui voi e non ve ne accorgete nemmeno”. I Mangiamorte si guardarono intorno, pieni di rabbia cercavano il vecchio mago per poterlo uccidere. Solo la Umbridge tremava come una foglia.

Mentre i maghi della scuola affrontavano gli altri, Hermione si avvicinò pericolosamente ai Mangiamorte. “Hermione no!!” “Sta tranquillo Draco, so cosa fare”. Uno dei maghi oscuri la riconobbe. L'aveva vista durante la battaglia di Hogwarts. Era una Grifondoro, amica di Potter. L'uomo tirò fuori la bacchetta... che prese fuoco all'istante. Lo stregone non fece in tempo a lanciare nemmeno un incantesimo. Gli altri vedendo la scena tirarono fuori le loro, ma anche quelle vennero bruciate. Albus intanto ricominciò a parlare: “Vi presento Hermione Xavier, figlia di Tom Riddle. Ma voi avete conosciuto quell'uomo con il nome di Voldemort. La ragazza è per metà una strega e per l'altra metà una mutante. Le vostre bacchette non sono state distrutte dalla magia, ma ben si dall'altro potere e se non volete essere fatti arrosto vi consiglio di ritornare in Inghilterra. Dimenticavo è stata lei ha distruggere la prigione dove eravate rinchiusi, ma questa è un'altra storia...”

I maghi erano pietrificati dallo stupore e dalla paura. La prima a fuggire fu Dolores in preda a una crisi isterica. Gli altri Mangiamorte la seguirono a ruota. Scappavano perché non sapevano bene cos'altro fare dopo le rivelazioni di Albus sul conto della ragazza... e anche perché erano dei codardi. “Però Harry, corrono in fretta, soprattutto quel donnone”. Ha Harry scappò una sonora risata alla battuta del cugino. Anche il vecchio mago sorrise, perché le prime due squadre che Carver aveva mandato contro di loro, erano state sconfitte. I maghi di New York non avendo pieno possesso dei loro poteri, non lanciavano incantesimi così potenti. Fu facile sopraffarli persino per i militari babbani.

Ora però dovevano affrontare gli X-Men, su tutti Rachel. La squadra del professor Xavier saltò giù dal ponte, ancora sostenuto a mezz'aria da Magneto. Erano addestrati e questo implicava un enorme sforzo da parte dell'altra squadra. La prima ad attaccare fu Tempesta che scagliava saette contro i -nemici-. Alcuni furono feriti, altri storditi, ma per fortuna non mori nessuno. Wolverine e Blade tirarono fuori i loro artigli e incominciarono un feroce corpo a corpo con Jumper Sentinel e Angel. Ciclope mise facilmente Ko diversi maghi con i suoi raggi ottici. Colpì anche Draco e i suoi genitori. I gemelli Weasley affrontavano Shadowcats, ma con scarsi risultati. Bestia e Colosso si scontrarono con Piton e James, mentre Ice Man combatteva contro Pyro e Firestarter.

Il vantaggio iniziale che la squadra di Silente e Fury aveva, stava diminuendo. Ora che Carver non doveva più controllare i maghi sconfitti, aveva più potere sui mutanti. Questo complicò le cose al professore.

“Maledizione”, disse Sirius, anche Minerva era preoccupata. Solo Silente era apparentemente calmo. Klaus vedendo come stava andando l'azione suggerì una strategia all'ex-preside.

L'uomo sorrise e si girò verso Jimmy e Andrew. “Ragazzini, non occultate più la presenza di Xavier, mirate direttamente a Carver. Se perde il suo potere, non avrà più nessun controllo e Charles riuscirà meglio a liberare i suoi ragazzi”. I due bambini cominciarono a concentrarsi per trovare il loro obbiettivo, ma dovevano fare in fretta. Giù la situazione era peggiorata. Gli Sterminatori avevano causato molte ferite interne nei corpi dei loro nemici.

Passarono una decina di minuti quando i primi risultati cominciarono a vedersi. Gli X-Men si portarono le mani in testa come in preda a una feroce emicrania. Lentamente ripresero il controllo della situazione. Si guardavano intorno intontiti. La povera Kitty si prese un doppio schiantesimo lanciato contemporaneamente dai gemelli. Warren e Dudley aiutarono Naville e Logan. Tempesta discese delicatamente a terra e Ciclope soccorse i maghi che aveva colpito. Gli agenti dello S.H.I.E.L.D. riuscirono a mettere Ko, con l'aiuto dei maghi, i membri della -Famiglia-, il clan di mutanti cinesi di Chinatown.

Stava andando tutto bene quando il ponte cominciò a inclinarsi pericolosamente. Magneto non era più sotto il controllo mentale di Carver. Il vecchio mutante aveva perso i sensi a causa dello sforzo. Il capo della Divisione lo aveva spinto troppo. Il vecchio mutante non aveva ancora ripristinato bene i suoi poteri.

Più di una tonnellata di ferraglia stava per crollare addosso ai presenti, quando un onda di energia lo circondò e lo raddrizzò nuovamente. Henry vedendo la reazione dei due mutanti capì che non erano più sotto il suo controllo. “Si arrenda signor Carver”, intimò Albus, “Non sia così stupido, la sua è una guerra a perdere ora”. Carver si arrabbio parecchio, poi sorrise. Prese la sua pistola e mirò a Rachel. La ragazza si accasciò a terra e il ponte precipitò sulle persone che stavano al di sotto. Henry riuscì a fuggire grazie all'intervento dei mutanti che lavoravano per la Divisione, mentre Colosso corse per cercare di frenare la caduta dell'oggetto. Ci riuscì, ma non poteva trattenerlo a lungo, era troppo pesante anche per lui.

I maghi cominciarono a smaterializzarsi per raggiungere le sponde della città portando con loro sia i babbani, che i mutanti. Silente si smaterializzò con Xavier e Magneto. Mentre Piton raggiunse Rachel. La ragazza era ferita. Quando tutti furono al sicuro, Dudley si teletrasporto sull'isola per portare via Colosso.


 

*****


 

Una settimana dopo Silente ebbe notizie da Fury. Ora la S.H.I.E.L.D. collaborava con il Ministero della magia degli Stati Uniti. Era stata creata una nuova squadra composta da maghi, mutanti e agenti e militari babbani. La prima missione: trovare e arrestare Carver e i suoi uomini. Nick informò il vecchio mago anche dei lavori per ricostruire la scuola del professor Xavier.

-Bene, molto bene. Però un solo istituto per mutanti è troppo poco...-, disse tra se.

Si alzò e si recò nella Sala Grande. Era ora di cena. Si sedette e osservò con dolcezza la scena che aveva di fronte: Warren era al tavolo dei Serpeverde, seduto vicino alla sua famiglia, mentre Dudley era accanto ai Potter. Sirius parlava amichevolmente con Ciclope e Regulus, Bestia conversava con Luna e i Corvonero. Vide Logan e Malocchio discutere animatamente... Colosso e John erano un po' sulle loro. Dato che avevano aiutato in qualche modo Fury li aveva lasciati andare insieme a Erick. Quest'ultimo era accanto a Xavier. Faticava ancora a credere che esistesse la magia e alcune creature soprannaturali come i vampiri.

Lo sguardo Albus si spostò alla sua sinistra. Sorrise quando intravide Severus e Rachel. Tra meno di un mese si sarebbero sposati.

Hermione incrociò lo sguardo di Draco che le fece l'occhiolino. Arrossì e abbasso la testa. Il ragazzo sorrise compiaciuto. Gli piaceva l'effetto che aveva su di lei. In quel momento entrò un gufo con una piccola busta per la Granger. Veniva dagli Stati Uniti. Dentro c'era un pezzo di stoffa blu, molto simile a quella dell'abito che aveva indossato alla festa, e un biglietto...


 

A presto tesoro.

 

Finale aperto con il messaggino di Victor Budarin... questo vuol dire che la storia potrebbe continuare. Naturalmente se esiste un posto come Notturn Alley a Londra, deve esserci qualcosa anche a New York, visto

 

  
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