Primo marzo: istantanee effimere/eterne.
"It has been found again.
What? – Eternity.
It is the sea mingled with the sun."
Arthur Rimbaud, “L’Eternité”
What? – Eternity.
It is the sea mingled with the sun."
Arthur Rimbaud, “L’Eternité”
Non ho mai creduto nell’eternità, nel fattore per sempre
sussurrato a labbra schiuse prima di un lungo bacio
dolce-amaro; le pareti della memoria scricchiolano
e rimbombano di promesse infrante e addii infiniti.
Non esiste nemmeno l’infinito;
stupida concezione umana delle emozioni,
borbotti.
stupida concezione umana delle emozioni,
borbotti.
Tuttavia mi scopro forse curiosa, impertinente e fuori luogo
a desiderare che queste piccole istantanee sgualcite
si prolunghino – lascino vagare i loro filamenti argentei –
nelle ore, nei giorni, nel mesi – negli anni?
Ogni cosa è un brivido unico e freddo; intermittente
come le stelle nella notte – tutto è superficiale ed effimero,
replichi.
come le stelle nella notte – tutto è superficiale ed effimero,
replichi.
Eppure queste fila malinconiche e gioviali
mi strangolano i polsi e le caviglie, arrestandomi,
facendomi rallentare il mio incedere; e io trattengo
un sorriso davanti ad una tazza di cioccolata calda; ad un film;
alle risate dei bambini; alle storie lontane raccontate dalla pioggia;
alla semplicità dell’amicizia; ad un bacio ruvido sulla guancia;
ad un abbraccio senza pretese; alla sensazione di appartenenza;
alla vita e alle giornate gocciolanti di ricordi intrisi in pagine incartapecorite.
*