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Autore: Delirious Rose    03/03/2014    2 recensioni
Ginny ha undici anni e presto andrà a Hogwarts.
Ginny ha un amico speciale che è sempre al suo fianco: la aiuta con i compiti, la tira su di morale, la sprona a inseguire i suoi sogni e a fare tutto il possibile per realizzarli.
Ginny ha un amico speciale che forse è diventato qualcosa di più.
Ginny, però, non sa che le rose fioriscono per morire.
{Questa storia partecipa al contest "E così, con un bacio, io muoio" di ielma.}
[15/12/2021: Capitolo 5 riscritto ed esteso, dato che ho ripreso in mano la storia per continuarla fino alla fine di CoS]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Le rose fioriscono per morire

 

b Di desideri e pozioni oscure a

 

Vorrei incontrarti Tom.
Di persona, non in un tuo ricordo.

Ecco, lo aveva scritto infine il desiderio che da qualche settimana monopolizzava la sua mente, perfino più del primo bacio con Harry Potter. Lo aveva voluto incontrare fin dalla prima volta che Tom l’aveva fatta entrare nel diario e le aveva mostrato i suoi ricordi – gli aveva chiesto una spiegazione di Trasfigurazione e lui aveva evocato quella medesima lezione, solo insegnata da un Professor Dumbledore più giovane, e le aveva permesso di rivedere quell’episodio del suo primo anno fino a quando Ginny non avesse perfettamente capito la spiegazione.

Ginevra, hai un’idea di quello che stai chiedendo?

Quelle parole le fecero paura, e si domandò se non avesse chiesto troppo al suo amico speciale: che cosa sarebbe accaduto se anche Tom avesse iniziato a prenderla per una bambinetta come Percy e Fred e George e Ron? Sentendosi il cuore in gola e le prime lacrime bagnarle le ciglia, scrisse cercando di non tremare:

È… impossibile?

No, non è impossibile ma difficile… pericoloso.
Per raggiungermi dove mi trovo, abbisogni di una pozione oscura.

Sospirò sollevata, perché sapeva che non lo aveva perso, il suo amico speciale. Si sentì pungolare da un orgoglio inaspettato, da una piccola vanità che poteva concedersi senza remore, poiché sostenuta da un dato di fatto.

Non ho paura delle pozioni oscure: ho sempre aiutato mamma a preparare quella per le lumache carnivore e l’ultima volta l’ho fatta tutta da sola!
Non ho dei buoni voti solo perché il Pipistrello Untuoso è oscenamente parziale!

La difficoltà non è il procedimento (anzi, lo definirei banale: non bisogna neanche aspettare chissà quale congiunzione astrale per farla), bensì gli ingredienti.
Tu sei al primo anno e alcune delle piante necessarie si trovano nella serra sette, quella in cui solo gli studenti del corso di Erbologia Avanzata hanno il permesso di accedervi.
Inoltre è necessario avere un’autorizzazione del Ministero della Magia per utilizzare gli ingredienti che troveresti in uno dei ripostigli dell’aula di Pozioni.

Beh, tu mi puoi spiegare lo stesso come farla, no?
E poi non sottovalutarmi, Tom: sono o non sono la sorella dei gemelli Weasley?

b { a

 

Ho finito il vestito!
E, se la pozione per venire a trovarti dev’essere blu opalescente, allora ho finito anche quella!

Ginny si sentì fiera di se stessa, mentre scriveva quelle parole, come non lo era mai stata in vita sua, neanche quando era stata smistata in Casa Griffyndor.

Sì, il colore è quello.
Ma non mi avevi detto che eri riuscita a trovare tutti gli ingredienti!

Eh eh… volevo farti una sorpresa!
Però ho dovuto tralasciare il vestito per una settimana.

Ginevra Molly Weasley, sono… senza parole: non era una pozione anodina, quella! Come ti senti? Ti gira la testa? Intontita? Hai vomitato o ti è uscito del sangue dal naso? Te ne prego, dimmi di no o mi sentirei davvero in colpa perché ti ho permesso di fare qualcosa di molto, molto pericoloso!

Lei ridacchiò appena, sentendosi avvampare dall’orgoglio e dalla preoccupazione che sentiva trasparire dalle parole di Tom: la faceva sentire felice, importante e fiera di se stessa. Una parte di lei avrebbe voluto che quelle parole gliele dicessero i suoi genitori oppure i suoi fratelli, anche se era certa che, se avessero saputo della sua impresa, le avrebbero fatto una ramanzina e messa in punizione per un mese.

“Sono piccola, mica scema!” si disse, ripensando a com’era riuscita a intrufolarsi nella serra sette o a forzare il ripostiglio dell’aula di Pozioni senza farsi scoprire. Solo Hermione l’aveva guardata un po’ sospettosa, quando le aveva chiesto di insegnarle l’incantesimo Testabolla: Tom aveva riempito più di mezza pagina, dicendole che non doveva assolutamente respirare i vapori della pozione fino a quando non fosse stata pronta, e lei aveva riempito l’altra metà, giurando e promettendo che sarebbe stata attenta e che avrebbe buttato tutto se il colore o la consistenza non fossero state quelle giuste.

Sto bene, non preoccuparti
E poi avevo chiesto a Hermione di insegnarmi l’incantesimo Testabolla per non respirare i vapori.

Uff, mi hai fatto perdere 10 anni di vita, sai?
In ogni caso, dove hai nascosto la pozione? Perché se qualcuno la trova, saresti in guai seri.

L’ho fatta in un bagno del secondo piano, quello di Moaning Myrtle: nessuno ci va perché è infestato.

Myrtle? Myrtle Lafontaine?
Non dirmi che il suo fantasma è ancora a Hogwarts!

La… conosci?

Chi non la conosceva quella povera ragazza?
Una storia tanto triste quanto brutta: i suoi genitori pensavano che sarebbe stata al sicuro dalla guerra Muggle, e invece…
Ma perché ti racconto certe cose? Non ho alcuna voglia di farti venire gli incubi stanotte.

Ehi, guarda che le storie di fantasmi non mi fanno paura!

Ginevra, questa non è una storiella gotica da raccontarsi durante un campeggio estivo, ma un fatto di cronaca che ha rischiato di far chiudere la scuola se il colpevole fosse stato trovato e punito.

Non sono una bambina! Ho già undici anni, io!

Sì che lo sei.
Hai solo undici anni, hai ancora il profumo di un’infanzia felice addosso: lo so dal modo in cui mi racconti le tue giornate, dalle parole che usi.
Perfino quest’inchiostro rosa dall’odore artificiale di fragola mi parla d’infanzia e innocenza: non credi che sia lecito, da parte mia, fare il possibile per proteggere tutto questo dalla bruttura del mondo?
Non credi che sia lecito il mio desiderio di salvaguardare qualcosa che non ho potuto conoscere?
Non credi che sia lecito il voler vederti crescere in modo armonioso, senza metterti fretta e sostenendoti nelle prove che ti aspettano?
Io non ho mai conosciuto i miei veri genitori, i responsabili e gli altri bambini dell’orfanotrofio erano orrendi con me perché ero “diverso”, sono stato costretto a crescere troppo in fretta, in tempi di guerra per giunta, per cui vorrei evitare di sbatterti in faccia la bruttura della vita.
Come se fosti la sorellina che non ho mai avuto.
Perché adesso è questo che sei per me: un membro di quella famiglia che non ho mai avuto.

Ginny trattenne un singulto: erano parole che facevano un po’ male, quelle, ma allo stesso tempo le dimostravano quanto Tom tenesse a lei, molto più di Percy e Fred e George e Ron. Perché quella era la prima volta che Tom le raccontava qualcosa di quando era piccolo senza che lo pregasse, e il tono delle sue parole era così acceso che le era parso di percepire una sorta di disperazione nella testa mentre le leggeva. Sentì qualcosa pungerle in petto, mentre quelle parole sbiadivano lentamente.

Ti sei offesa?

La calligrafia di Tom, solitamente precisa ed elegante, sembrava esser stata scritta con esitazione.

No, non mi sono offesa.
Anzi, sono io che ti devo chiedere scusa.

«Scusa tanto, non volevo farti arrabbiare,» mormorò piano, mentre premeva le labbra contro le pagine ingiallite del diario con tutte le sue forze.

 

b { a

 

Note dell’autore

Due parole sulla famigerata serra sette.
Questa è la serra in cui, dalla prima metà dell'Ottocento, sono coltivate tutte le piante non solo necessarie per delle pozioni oscure, ma che soprattutto sono utilizzate a scopi divinatori e che, quindi, necessitano di particolari autorizzazioni da parte del Ministero: durante gli anni '60 e '70, causa alcuni scandali, gli incantesimi di protezione su questa serra sono stati rinforzati - ma non è da escludere che alcuni alcuni allievi dell'ultimo anno compiacenti continuino tali pratiche. Idem con patate per quanto riguarda il ripostiglio in questione.
Per questa parte mi sono semplicemente ricollegata all'uso che, storicamente, avevano le sostanze psicotropiche nello sciamanesimo e nella divinazione e, di contrappeso, a quello delle foglie di coca da parte delle popolazioni dell'America del Sud: in quest'ultimo caso, l'uso è concesso a queri rarissimi Veggenti i pui poteri sono talmente forti da rendere loro impossibile una vita normale e l'autorizzazione viene concessa dopo previa ispezione congiunta del Dipartimento dei Misteri e di alcuni specialisti del San Mungo, che rilasciano le prescrizioni con le dosi concesse - aggiornabili ogni due o tre mesi nei "casi" più gravi. L'uso a scopo divinatorio di whisky di Sybil Trelawney non è, ovviamente, contemplato XXDDD
Tralasciando la viscidità di Tom nel non-proporre un tale intruglio a una bambina di undici anni, voglio precisare che questa non è necessaria per il suo fine ultimo: è, semplicemente, un catalizzatore della sua possessione di Ginny. Inoltre, nonostante tutto il suo bla bla sul fatto che vuole proteggerla è una sceneggiata magistralmente interpretata, tengo a precisare che la sua "fierezza" è sincera: come ha precisato, non era affatto semplice procurarsi quegli ingredienti. Basterà questo a cambiare la sua opinione su Ginny? No, ovvio che no.
Bene, e con il prossimo capitolo raggiungeremo il climax della storia e, soprattutto, la consegna prima del contest per il quale ho scritto questa storia.

Grazie a chi leggerà queste righe e a chi lascerà un commento.

 

Cordialmente,

 

D. Rose

   
 
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