Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Koori_chan    03/03/2014    2 recensioni
[L’Ottobre del 1703 era uno dei più caldi che la gente di Londra ricordasse.
Per strada i bambini correvano scalzi schiamazzando senza ritegno, e sul mercato si vendeva ancora la frutta dell’estate; il sole, che già aveva incominciato la sua discesa verso l’orizzonte, illuminava i dock di un’atmosfera tranquilla, pacifica, quasi si fosse trattato di un sogno intrappolato sulla tela di un quadro.]
Quando un'amicizia sincera e più profonda dell'oceano porta due bambine a condividere un sogno, nulla può più fermare il destino che viene a plasmarsi per loro.
Eppure riuscirà Cristal Cooper, la figlia del fabbro, a tenere fede alla promessa fatta a Elizabeth Swann senza dover rinunciare all'amore?
Fino a dove è disposta a spingersi, a cosa è disposta a rinunciare?
Fino a che punto il giovane Tenente James Norrington obbedirà a quella legge che lui stesso rappresenta?
E in tutto ciò, che ruolo hanno Hector Barbossa e Jack Sparrow?
Beh, non vi resta che leggere per scoprirlo!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Hector Barbossa, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quarto~


Marion Hawke sospirò.
In quelle ore le nuvole sembravano essersi addensate ancor di più, tanto che ormai all’esterno della villa pareva essere notte fonda.
Iniziava ad avvertire un leggero mal di testa, che imputò più al locale affollato e all’incessante chiacchiericcio che a un suo essere affaticata dai pensieri che la tormentavano in quei giorni. Dopotutto non si sarebbe mai perdonata una debolezza così umana come la stanchezza.
“Pretendi troppo da te stessa, Marion” le aveva detto infinite volte suo marito, nel tentativo di spianare quel lato così autocritico del suo carattere, tuttavia nemmeno l’impegno costante di Jim sembrava aver sortito alcun effetto in quegli anni.
Sempre all’erta, sempre con le orecchie tese a captare ogni minimo particolare. I passi falsi non erano ammessi, le debolezze non erano contemplate. Questo era stato l’insegnamento maggiore che aveva tratto dagli anni della sua adolescenza e che, fino ad ora, non si era mai rivelato sbagliato.
Peccato solo che l’eccesso di prudenza, a volte, non la portasse a godersi appieno la vita.
- Si sta facendo tardi, forse è meglio se torniamo a casa… - sussurrò all’orecchio di Jim nonappena i due riuscirono ad appartarsi un momento dalla folla di amici e conoscenti del Governatore Swann.
- Cos’è che ti turba? – domandò lui, che sapeva fin troppo bene come interpretare l’incupirsi improvviso degli occhi di sua moglie.
- Pare che non se ne siano ancora andati. Ne parlano anche gli alti Ufficiali, sembra che la faccenda inizi a destare sospetti. – fu la sua replica stringata, lo sguardo basso e le dita lunghe e affusolate a tormentare il suo ciondolo.
Jim tacque, mentre le raffiche di vento sferzavano le finestre e l’acqua colava lungo i vetri.
Non gli piaceva quella situazione, non gli piaceva per niente.
Eppure, mentre il suo cuore rallentava i battiti quasi avesse temuto di tradire la sua presenza, il suo spirito gli ricordò una prospettiva che si apriva di fronte a loro in modo più che provvidenziale.
Sarebbero andati in Jamaica, si sarebbero lasciati Londra e i loro timori alle spalle, avrebbero ricominciato la loro vita da capo, cancellando con un colpo di spugna tutti i pensieri che avevano incupito i loro sogni.
Avrebbero preso il largo, lui, Marion e Cris, e nulla sarebbe andato storto, lo sentiva.
- Sono solo quindici giorni, vedrai che andrà tutto bene. – sorrise poi, accarezzandole dolcemente una guancia.
Marion annuì, ma in cuor suo non si sentiva affatto tranquilla: per assurdo, era proprio lo scadere di quell’attesa a preoccuparla.
Lasciò che i suoi occhi grigi seguissero i passi del marito e si soffermò ad osservare lui e sua figlia da lontano.
Vide Jim dire qualcosa a bassa voce e Cristal sbuffare in modo davvero poco aggraziato prima di fare un cenno ad Elizabeth, in piedi accanto a lei, e cercare con gli occhi il Governatore.
Strinse la sua collana fra le mani e lasciò scivolare il ciondolo nella scollatura del vestito, chiedendosi se accettare l’invito in Jamaica fosse stata una scelta saggia.
Chiuse gli occhi e trasse un lungo sospiro, poi si incamminò verso la sua famiglia; in ogni caso, ormai, il danno era fatto.
 



 
 
Dal Quindici Ottobre Cristal ed Elizabeth non si erano più viste, entrambe fagocitate dai preparativi per il viaggio.
Gli ultimi giorni del mese avevano infine potuto godere dei tenui raggi del sole che, discretamente e senza fretta, si era fatto vedere e aveva preso a scaldare i tetti delle case, donando un po’ di pace ai gatti e ai gabbiani.
Nonostante il lavoro in casa Cooper certo non mancasse, Marion aveva prestato particolare attenzione affinchè Cristal non saltasse nemmeno una delle lezioni di Grammatica, Calcolo, Francese e Geografia alle quali la sottoponeva settimanalmente.
La ragazzina detestava quelle interminabili ore tolte al gioco o alla lettura, ma sua madre era irremovibile e dopotutto se davvero voleva diventare il migliore dei pirati in circolazione avrebbe dovuto istruirsi come si deve.
Fra una delle severe lezioni di sua madre e qualche passeggiata fino al mercato di Covent Garden, alla fine, anche il giorno della tanto attesa partenza per i Caraibi era arrivato, avviluppato in una coltre di sottile pioggerellina.
- Era troppo bello per essere vero… - sospirò la ragazzina spiando attraverso le pesanti imposte di legno.
- C’era da aspettarselo. Speriamo di avere bel tempo sul Canale… - commentò Marion spazzolandosi energicamente i capelli alla luce di un paio di candele.
Erano da poco passate le cinque del mattino e la carrozza che i Swann avevano messo a loro disposizione per raggiungere i docks era appena arrivata, e Jim si stava adoperando per caricare tutte le casse senza bagnarsi troppo.
- Il Canale non è uno dei tratti di mare più pericolosi al mondo? – domandò Cristal, gli occhi spalancati dall’emozione.
Sua madre scosse la testa, divertita.
- Appunto. Ma scommetto che a te non spaventa nemmeno un po’ la prospettiva di incappare in una tempesta, vero Capitan Cooper? – scherzò, scompigliandole affettuosamente i capelli.
Quella scosse la testa con vigore e andò a sedersi sullo sgabello incrociando le gambe.
- Proprio per niente! Anzi, penso che sarebbe elettrizzante! Poi mi piacciono i fulmini! – esclamò dondolandosi avanti e indietro.
Marion scoppiò a ridere e si portò una mano alle labbra.
- Certo, elettrizzante! Fidati, non vi è nulla di elettrizzante a ritrovarsi con l’albero di maestra squarciato da un fulmine e Belle Ile in rotta di collisione a babordo… E stai seduta bene! – la rimbeccò senza particolare intenzione.
- Sei stata davvero in rotta di collisione con Belle Ile senz’albero di maestra?! – fu il gridolino della bambina che, avendo udito in ritardo l’ammonimento di sua madre, si sbilanciò sullo sgabello e cadde a terra, mettendo le mani avanti appena in tempo.
- Ma che sciocchezza, Cristal. E quando mai ne avrei avuto l’occasione? Sai benissimo che non sono mai stata in Bretagna! – continuò a ridere dopo che si fu accertata che non si fosse fatta male.
- Questi sono solo vecchi racconti, cose che ho sentito quando studiavo Rouen dai miei zii… - aggiunse poi, una luce malinconica negli occhi.
Fu in quel momento che la testa di Jim fece capolino dalla porta.
- Siete pronte? I Swann ci staranno già aspettando da un pezzo! –
Durante il tragitto da casa ai docks Cristal non prestò alcuna attenzione a quello che dicevano i suoi genitori: da lì a poco sarebbe salpata assieme a Elizabeth alla volta dei Caraibi e le loro avventure sarebbero finalmente incominciate!
Chiuse gli occhi e si concentrò sul rumore della pioggia che picchiettava sul tetto della carrozza, lasciando che quel suono si mutasse, nelle sue fantasie, nello sciabordio delle onde contro la chiglia della nave.
Il vento fresco dell’estate le scompigliava i capelli mentre, in cima alla murata, stringeva in mano la sua sciabola e osservava orgogliosa il Jolly Roger sventolare dall’alto del pennone.
Con un po’ di impegno poteva immaginare l’odore del sale sulla pelle e sentire le grida dei gabbiani che volteggiavano in circolo sulla sua testa.
Fu con un pizzico di stupore che riaprì gli occhi di scatto quando si accorse che i gabbiani che udiva erano reali e non frutto della sua immaginazione.
- Su, Cristal, siamo arrivati… - la voce di sua madre la richiamò del tutto alla realtà, mentre le sue mani delicate la sospingevano piano verso l’esterno.
Appena si ritrovò all’aria aperta inspirò profondamente, lasciando che le gocce di pioggia le imperlassero il viso; voleva godere appieno ogni singolo momento di quello che sentiva sarebbe stato un giorno più che memorabile!
Mosse qualche passo lungo il molo attenta a non mettere i piedi nelle grandi pozzanghere, mentre con gli occhi cercava i volti familiari di Lizzie e di Weatherby Swann, ma il paio d’occhi stupiti che incontrò al loro posto le fece spalancare la bocca di sorpresa.
Sul molo, sotto la pioggerella fine e appena rischiarato dai primi bagliori del giorno, stretto nella sua giacca blu, in viso un’espressione stupita quanto la sua, se ne stava il Tenente James Norrington.
- Buongiorno… - balbettò, imbarazzata da quello sguardo che sembrava volerle scrutare l’anima.
Norrington fece un cenno con il capo, riacquistando la compostezza che si doveva ad un uomo del suo calibro.
- Buongiorno Miss Cooper. – replicò educatamente, ma senza scomporsi troppo.
Fu a quel punto che i Swann fecero la loro comparsa.
- Che ci fa lui qui?! – sibilò Cristal all’orecchio di Elizabeth lanciando una lunga occhiata al giovane Tenente.
La ragazzina fece spallucce e soffocò con difficoltà uno sbadiglio.
- Torna a casa, è mio padre che ha insistito affinchè venisse in Jamaica con lui. – replicò, approfittando dei saluti che Weatherby, James e i Cooper si stavano scambiando per sbadigliare ancora senza esere notata.
- A casa? Vuoi dire che lui non è nato in Inghilterra? – incalzò la figlia del fabbro, assetata di informazioni su quell’individuo così singolare.
Ma Elizabeth la liquidò con un gesto della mano.
- Ti prego, Cris, sto morendo di sonno… Te lo racconto più tardi, va bene? –
E fu così che, una volta saliti a bordo, il grande Capitan Cooper si vide costretto a salpare le ancore senza il supporto del suo braccio destro Capitan Swann.
La H.M.S. Dauntless, il grande veliero che li avrebbe traghettati attraverso l’Oceano Atlantico fino alla città di Port Royal, era una nave moderna che vantava ottime prestazioni e un equipaggio selezionato.
Cristal, che avrebbe voluto più di ogni altra cosa assistere alla partenza, fu costretta a seguire i suoi genitori sottocoperta nella cabina a loro destinata e si sentì sui carboni ardenti finchè non si furono addormentati.
Quando, un paio d’ore dopo, riuscì finalmente a sgattaiolare sul ponte di coperta, ormai erano già salpati, e Londra scivolava placida lungo i fianchi della nave.
Camminò avanti e indietro per il ponte, osservando con curiosità il lavorio incessante dei marinai e figurandosi mille e mille avventure, poi si affacciò al parapetto di tribordo e prese a canticchiare una vecchia canzone che le aveva insegnato sua madre. A poppa, James Norrington osservava la città svanire nella bruma del mattino, i tetti illuminati dai pallidi raggi del sole che faceva timidamente capolino fra le nuvole.
Nei giorni a seguire le speranze di Marion vennero assecondate, e il viaggio della Dauntless fu benedetto da sole pieno e venti favorevoli.
Cristal, che quando Elizabeth era costretta a rimanere sottocoperta adorava interrogare i marinai sulle loro mansioni, aveva già fatto amicizia con un gruppetto di membri dell’equipaggio, divertiti dal suo zelo e dalla sua fantasia.
In particolar modo le bambine amavano passare i pomeriggi assieme a Joshamee Gibbs, il nostromo.
Costui, infatti, un uomo dagli spessi basettoni grigi e dalla smodata passione per il rum, era a conoscenza delle più belle storie su pirati e affini, e non aveva avuto bisogno di particolare impegno per guadagnarsi la simpatia delle ragazzine.
Si lamentava spesso del fatto che ospitare ben tre donne a bordo fosse una sciagura per la nave, ma alla fine aveva messo da parte la superstizione, spiazzato dalla stranezza dei giochi che Cristal ed Elizabeth organizzavano tutti i giorni e che nella maggior parte dei casi lo coinvolgevano nel ruolo del nemico.
Cristal aveva notato che Elizabeth evitava sempre accuratamente di giocare ai pirati in presenza di Norrington, ma non aveva mai approfondito la faccenda; dopotutto a lui spettavano per la maggior parte i turni in cui Elizabeth rimaneva sottocoperta con suo padre…
Quando né Lizzie né Gibbs erano disponibili, la ragazzina obbligava sua madre a salire sul ponte di coperta per tenerle compagnia.
Chiacchieravano a lungo, cantavano assieme, Cristal la osservava ricamare e pendeva dalle sue labbra quando leggeva per lei, ma si era accorta che, da quando erano saplati, Marion era cambiata.
Forse andare per mare la annoiava un poco e una volta giunti a destinazione quell’espressione malinconica sarebbe svanita dai suoi occhi; dopotutto navigavano ormai da un mese…
Fu un pomeriggio dopo pranzo che la quiete a bordo della Dauntless venne infranta all’improvviso.
Cristal era salita sul ponte di coperta per giocare con Elizabeth, ma prima che potesse individuarla era incappata in James Norrington.
- Buongiorno, Tenente! – fece con un sorriso radioso e un inchino.
- Buongiorno a voi, Miss Cooper! – replicò quello sorridendo a sua volta.
La ragazzina alzò gli occhi al cielo e sospirò.
- Si è alzata la nebbia… Fino a poco fa era bel tempo! – osservò, con una nota di disappunto nella voce.
Norrington si strinse nelle spalle.
- Capita a queste latitudini. – mentì, in volto un’espressione leggermente tesa.
- Vedo che il cattivo tempo non vi demoralizza affatto! – constatò poi, notando che il sorriso non accennava a svanire dalle labbra pallide e sottili della bionda.
Cristal rise e si strinse nelle spalle, seguendo il Tenente nella sua passeggiata verso la prua della nave.
- Mi piace navigare! Finchè abbiamo il vento a favore e le carte sottomano la nebbia non deve preoccuparci, no? –
- All’incirca… - sorrise di fronte al suo ingenuo ottimismo.
Fu a quel punto che una voce li distrasse dai loro discorsi.
Si trattava di Gibbs, intento a rimproverare Elizabeth per chissà cosa.
- Mister Gibbs, basta così. – lo redarguì Norrington.
L’uomo si voltò di scatto, imitato da Elizabeth.
- Stava cantando una canzone di pirati, Signore! Porta male cantare di pirati impegolati come siamo in questa nebbia innaturale, parola mia… -
James lo congedò senza particolare riguardo, e il Nostromo si allontanò borbottando qualcosa contro le donne, tracannando senza ritegno dalla sua fiaschetta di rum.
Cristal gli rivolse un sorrisetto divertito e andò ad affiancare Elizabeth, accorgendosi in quel momento della presenza del Governatore Swann.
- Io credo che conoscere un pirata sarebbe emozionante! – azzardò Lizzie, intenzionata a difendere la sua canzone.
L’amica annuì, pronta a darle manforte, ma il Tenente Norrington intervenne prima che potesse formulare un qualsiasi pensiero.
- Ricredetevi, Miss Swann. – sentenziò, educato e tuttavia tagliente nel suo sorriso sarcastico.
Intrecciò le mani dietro la schiena e superò Weatherby Swann, raggiungendo le ragazzine a prua.
- Vili e dissolute creature, tutti loro. – pronunciò con astio, scandendo bene le parole affinchè sia Elizabeth che Cristal potessero apprenderne appieno il significato.
La figlia del fabbro inarcò un sopracciglio, infastidita da quella definizione, ma Norrington parve non accorgersene.
- Verrà il giorno in cui ogni uomo che naviga sotto bandiera pirata o è stato marchiato come tale avrà ciò che merita… – si concesse una piccola pausa al fine di assicurarsi l’attenzione delle due, poi riprese il suo discorso, accompagnando le sue parole aspre e violente con un sorrisetto compiaciuto.
- Poca corda e caduta sorda! –
Elizabeth, confusa, si voltò verso Gibbs in cerca di spiegazioni, ma Cristal non notò la sua teatrale interpretazione di un’impiccagione: lei aveva capito immediatamente a cosa si riferisse Norrington, e il disgusto nei confronti di quel verdetto così disumano le impediva di distogliere gli occhi spalancati dalla figura del Tenente.
Swann, che aveva notato lo sguardo d’orrore sul volto della ragazzina, temette che le parole di James Norrington potessero avere un effetto negativo su sua figlia, e si affrettò ad esporre il suo disappunto nei confronti della sua esposizione colorita.
- Le mie scuse, Governatore Swann… - borbottò a capo chino, per poi allontanarsi a passo sostenuto.
Cristal, scioccata e disgustata da quello scambio di opinioni, lanciò una lunga occhiata alla schiena del Tenente e prese a camminare spedita verso le scale che conducevano sottocoperta, senza preoccuparsi che Elizabeth la seguisse o meno.
Aveva bisogno di sbollire il nervoso, e non voleva certo farsi vedere da Swann, o peggio, da Norrington.
Proprio mentre stava per imboccare le scale, però, dal buio del ponte inferiore apparvero a braccetto Marion e Jim.
- Cristal! Hai trovato Elizabeth? – le domandò suo padre, accorgendosi troppo tardi dell’espressione cupa sul volto della figlia.
- Stupidi Bigodini. – sibilò lei in tutta risposta.
Marion alzò lo sguardo sul ponte fino ad incontrare la figura del Tenente Norrington in piedi a poppa, intento a fissare la scia della Dauntless.
Scosse la testa, pronta a rimproverare la figlia per il suo eccesso di zelo nella difesa della pirateria, ma uno strano odore che con l’acqua salmastra e il legno bagnato non aveva nulla a che fare le pizzicò le narici.
- Sentite anche voi questa puzza di bruciato? –
Ma le risposte dei suoi familiari vennero soffocate da un grido acuto e agitato, la voce di Elizabeth Swann.

 







 
Note

Finalmente, Signore e Signori, siamo riusciti a partire alla volta dei Caraibi!
Cristal, fantasiosa com'è, riesce a vedere avventure anche in quel dei brumosi docks di Londra, e nonostante in certe occasioni si ritenga una gran signorinella matura e vissuta è evidente quanto in moltissimi aspetti sia ancora ingenua ed infantile.
Nel frattempo, mentre Marion continua a preoccuparsi per chissacché e quel santo di Jim tenta in tutti i modi di tranquillizzarla, abbiamo fatto la conoscenza di un nuovo personaggio, quel simpatico tasso brontolone di Mr Gibbs! Personalmente lo adoro, e immaginarlo dar corda ad Elizabeth e Cristal nei loro giochi mi fa sorriere come una scema.
Boh, ho sempre pensato che Gibbs, superstizione a parte, ci sapesse davvero fare con i bambini.
Chi invece non ci sa fare proprio in generale è il caro Tenente Norrington, simpatico come una zitella inacidita.
Il fatto è che il poveretto sarebbe anche un bravo ragazzo, ma se solo si nominano i pirati anche lontanamente... beh, insomma, l'avete visto come reagisce. <3
Ma per quale motivo Elizabeth avrà mai dovuto gridare? Cos'avrà visto fra i flutti e la burma?
Beh, dai, questa scena la conosciamo tutti talmente bene che non avete nemmeno bisogno di anticipazioni! xD
Dal prossimo capitolo, come avrete infatti capito, apparirà sulla scena anche il giovane Will Turner, con i suoi misteri avvolti nella nebbia.
Cosa accadrà? quanto ci metterà la Dauntless a raggiungere Port Royal?
E soprattutto, Cristal e James si scanneranno a morsi o riusciranno ad andare d'accordo almeno fino allo sbarco?
Meglio non parlare di pirati, o qui seriamente ci scappa il morto~

Ps: un piccolo appunto personale e completamente inutile. Amo la relazione fra Marion e Cris. Quelle due sono la coppia madre-figlia più adorabile che sia mai esistita(?).

Grazie per la pazienza, le recensioni, la voglia di leggere e tutto il resto! <3

Big Kisses,
Koori-chan
  
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