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Autore: Alaska__    03/03/2014    15 recensioni
{ Romione ♥ 933 parole ♥ Hermione!centric ♥ Partecipante alla - Un anno colmo di prompt - challenge }
«Dal medico?», ripeté Ron voltandosi verso la moglie con faccia stupita. «Vuoi dire che sei andata da un guaritore babbano?»
«Ronald, per l'amor del cielo, si chiama medico non guaritore!», esclamò Hermione alzando gli occhi al cielo. Se c'era una cosa che suo marito non voleva mettersi in testa, era usare delle parole babbane, come le chiamava lui.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Tra libri, magie e battibecchi ~ Romione!'
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Cosa vai a fare da un guaritore babbano? 

 

Hermione Granger camminava con passo spedito verso la casa che condivideva con il marito, Ron Weasley. La sua grossa borsa nera le dava piuttosto fastidio, perché doveva reggerla con una mano, per evitare di farla cadere. Devo comprare una tracolla, pensò. Sarebbe stata indubbiamente più comoda della borsa che le aveva regalato sua cognata Ginny qualche mese prima, in occasione del suo compleanno.
Una goccia di pioggia le bagnò la punta del naso. Hermione alzò la testa: il cielo era coperto da una spessa coltre di nubi. Inarcò un sopracciglio: tipico dell'Inghilterra, quel tempo. Era raro vedere un raggio di sole in quei giorni. Aveva iniziato a piovere una settimana prima e, da allora, non aveva più smesso, se non per qualche breve pausa. Hermione accelerò il passo, camminando ancora più veloce del solito. Ron la prendeva sempre in giro per quello. Le ripeteva sempre che sembrava un militare. Di certo, a casa Weasley era la signora a portare i pantaloni in casa. Fin dai primi tempi del loro fidanzamento, Hermione aveva dimostrato di essere una perfetta donna di casa che congiungeva carriera e famiglia in modo incredibile, nonostante spesso si ritrovasse ad essere piuttosto isterica. Inoltre, la mancanza di figli aiutava molto Hermione in questo. Un largo sorriso si fece strada sul suo volto e si ritrovò a picchiettare con la mano destra la sua borsa, contenente una grande sorpresa per suo marito. Alzò ancora gli occhi verso il cielo. Anche se piovosa, quella giornata non le pareva più tanto brutta.

Fortunatamente, arrivò a casa proprio quando iniziò a piovere forte. I suoi capelli, già normalmente difficili da tenere a bada, erano umidicci. Sbuffò, pensando alla fatica che avrebbe fatto nel dar loro una forma decente. Aprì la porta sulla quale era attaccata una targhetta di legno, recante il nome Weasley. Appena entrata nella hall, udì il suono della televisione. Ron doveva essere già a casa. Si affacciò in salotto. Suo marito era seduto sul divano, intento a guardare l'ennesima partita di calcio. Hermione represse una risatina. Da quando avevano terminato gli studi a Hogwarts, Ron aveva iniziato a seguire con molta attenzione gli sport cosiddetti “babbani”. Il suo migliore amico, Harry Potter, gli aveva dato una mano in questo poiché aveva vissuto per anni insieme ad una famiglia di non magici.
Ron si voltò, sentendo entrare Hermione.
«Ciao, Hermione», la salutò. «Mi stavo giusto chiedendo dove fossi». Quella frase pareva molto strana detta da uno che era probabilmente spaparanzato da tempo sul divano e Hermione glielo fece notare.
«Ronald, tesoro, se davvero fossi stato preoccupato per me, mi avresti telefonato», lo rimbeccò, sedendosi accanto a lui. Ron sorrise, dandole un bacio sulla guancia.
«Scusa, ma giocava il Manchester United. Non potevo perdere questa partita!»
«Oh, certo», sospirò Hermione, ancora visibilmente seccata. Adorava suo marito, ma a volte perdeva la concezione del tempo, preso com'era dai suoi futili impegni calcistici. Come se non bastasse, la costringeva ad andare a vedere numerose partite di quidditch, lo sport dei maghi. Hermione aveva provato ad interessarsi ad esso, grazie anche all'aiuto di Ginny, che giocava da professionista in una squadra femminile, ma continuava comunque a ritenerlo uno sport ottuso.
«Allora, dove sei stata?», chiese improvvisamente Ron fissando il televisore. Uno dei giocatori del Manchester stava per fare goal, ma sbagliò il tiro e la palla andò oltre la traversa. Ron mormorò un'imprecazione. «Che razza di piedi».
«Sono andata dal medico», rispose Hermione dopo qualche secondo, vista la distrazione del marito. Era arrivato il momento di dirgli tutto. L'ansia iniziò a salirle e si chiese come avrebbe reagito Ron. Sarebbe stato felice come lei? Oppure no? Magari lui non voleva le stesse cose che voleva lei. D'altronde ne avevano parlato pochissimo e sempre durante le solite partite di calcio.
«Dal medico?», ripeté Ron voltandosi verso la moglie con faccia stupita. «Vuoi dire che sei andata da un guaritore babbano?»
«Ronald, per l'amor del cielo, si chiama medico non guaritore!», esclamò Hermione alzando gli occhi al cielo. Se c'era una cosa che suo marito non voleva mettersi in testa, era usare delle parole babbane, come le chiamava lui.
«Fa lo stesso, no? Perché non sei andata al San Mungo?»
«Perché dovevo andare da un medico!», rispose Hermione. Ron aggrottò la fronte.
«Questa non è una risposta», borbottò voltandosi verso la televisione. La squadra avversaria aveva appena sbagliato un rigore. «Sì!», esultò. Poi si rivolse di nuovo alla moglie: «allora, vuoi dirmi che sei andata a fare da un guaritore babbano? Non è che stai morendo, vero?», domandò improvvisamente allarmato, vedendo la faccia intimorita di Hermione. La donna prese un bel respiro, preparandosi psicologicamente a come avrebbe reagito Ron. Che stupida, pensò. So rispondere a qualunque domanda, dire qualsiasi cosa, ma mi blocco per dire una cosa del genere a mio marito.
«Ron...», mormorò, guardandolo negli occhi. «Aspettiamo un bambino».
L'uomo rimase per un attimo interdetto. Hermione aprì la borsa, per prendere le ecografie fatte quel pomeriggio e le porse al marito. Lui le fece passare, guardandole prima con uno strano cipiglio, poi in modo più rilassato. Quando ebbe finito di guardarle, si voltò verso la moglie. Hermione ebbe improvvisamente paura: cosa avrebbe detto? Lo voleva o no quel bambino?
Con suo sommo stupore, vide che Ron aveva gli occhi lucidi. «Un bambino...», mormorò. Gettò le ecografie sul tavolo dinnanzi al divano e si buttò addosso alla moglie, abbracciandola e ridendo, felice. Hermione ricambiò l'abbraccio e rise anche lei. Si voltò verso la televisione: Ron era talmente felice da non essersi accorto che il Manchester United aveva appena segnato! 


Partecipante alla - Un anno colmo di prompt - challenge.


 


Paola's corner

Uccidetemi pure. E' la prima fanfiction che pubblico nel fandom di Harry Potter e ho paura T.T Fino ad ora ho sempre scritto in quello di Hunger Games e ho pubblicato una sola flashfic in quello di Naruto. Quindi, spero vogliate perdonarmi se questa storia fa schifo. 
Perché l'ho scritta? Ho visto un'immagine su facebook che mi ha ispirata.e la Romione è la mia coppia preferita. *insulta J.K. Trolling per aver detto di essersi pentita*  No, perdono, mia regina, perdono! :c
Ordunque, spero vi sia piaciuta, che voi siate lettori silenziosi o recensori. 
Ci si rilegge, spero.
Paola. 
   
 
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