Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Obsydian    03/03/2014    0 recensioni
Quella sera sarebbe accaduto qualcosa, qualcosa che avrebbe sconvolto la sua vita, Miranda lo sentiva nel profondo del suo essere. Chiusa nella sua camera, le luci spente, rifletteva pacatamente sul senso della sua vita, sulla sua fragilità, mentre fuori imperversava un violento temporale. Con gli occhi lucidi Miranda guardava le luci della strada che filtravano debolmente, intermittenti, tra le stecche delle persiane.
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giunta alla riva, accanto ad un vecchio ponte di legno ormai poco sicuro, con le travi parzialmente distrutte dall’inclemente azione del tempo, si sedette sull’erba fredda e umida, guardando le acque che scorrevano lente e limpide verso il mare. Il suo sguardo si avventurò fino al ponte e, improvvisamente, un altro flash le squarciò la mente.

Simon giaceva in quello stesso punto, esanime. Lei piangeva, sentiva un’angoscia indescrivibile, stava per esploderle qualcosa nell’anima, mentre accanto a lei suo fratello rideva, rideva come solo un uomo che ha completamente perso il senno può fare. E i suoi occhi… Dio i suoi occhi, era suo fratello quello? Miranda in quell’istante aveva provato un odio che non pensava fosse possibile provare e aveva giurato vendetta, urlandogli contro e piangendo con la disperazione di un’allucinazione.

Si svegliò, di soprassalto, col sapore delle lacrime sulle labbra. Ancora una volta uno di quegli incubi terribili, così estremamente dettagliato..

Giaceva sull’erba, ma ora la nebbia era così fitta che le risultava impossibile vedere ad un metro di distanza. Era buio, non c’era modo di attraversare il parco senza perdersi. La casa di Simon era invece molto vicina a quella zona della città, nessuno l’aveva mai comprata perché il quartiere era degradato, a ragione considerato pericoloso per la presenza di spacciatori e altri personaggi poco raccomandabili. Miranda aveva ancora le chiavi di quell’appartamento, non se  n’era mai voluta separare, una sorta di feticismo forse, di attaccamento morboso verso un passato così terribilmente amaro.. Aveva dietro il suo diario anche, su cui era solita annotare le proprie impressioni, le esperienze, i sogni e tutto quello che faceva parte della sua vita, un modo pratico per tentare di restare aggrappata alla realtà per quella parte di lei che ancora lo voleva. Sarebbe entrata in quella casa e avrebbe scritto.

Avanzò decisa per quella strada che tante volte aveva percorso insieme all’unico ragazzo che avesse mai amato, raggiunse il portone, che si aprì con un cigolio sinistro sotto la sua spinta, salì le scale ed entrò nell’appartamento. Simon era solo al mondo, quando scomparve il suo appartamento fu dimenticato lì, esattamente com’era stato lasciato dal giorno in cui non vi aveva più fatto ritorno. Miranda fu scossa da un brivido, si sedette sul pavimento polveroso e, tra le lacrime, iniziò a scrivere. Doveva farlo.
 
 
23 ottobre 1997
 
Ora so. Ora ricordo tutto, ricordo esattamente l’incubo di quelle due settimane e la tragica fine che le seguì. Non so dove troverò la forza per scrivere quanto successe, ma lo devo fare, tutto questo orrore deve essere tirato fuori.

Era il 12 ottobre di dieci anni fa, io avevo deciso di far conoscere Simon alla mia famiglia, ormai erano otto mesi che ci frequentavamo ed eravamo così innamorati.. David in quel periodo aveva iniziato a dare segni di squilibrio psichico, era sempre più spesso chiuso in se stesso, sempre più spesso ubriaco, fumava in continuazione e iniziavo a sospettare che ad aiutare questo scompenso che sempre più evidentemente si palesava nel suo comportamento avessero una componente non indifferente anche delle droghe. Mio fratello era sempre stato un ragazzo così sensibile, così vulnerabile, una preda così facile per quelle tentazioni distruttive..

Quando entrammo in casa David ci venne incontro con passo insicuro, la vista quasi annebbiata nei suoi profondi occhi verdi. Sembrava emozionato all’idea di conoscere il mio ragazzo di cui tanto aveva sentito parlare nelle mie confessioni fraterne, ma quando vide Simon improvvisamente impallidì, il fiato gli si mozzò in gola e si bloccò sul posto come paralizzato. Negli occhi di Simon vidi riflessa la stessa angoscia, lo stesso sbigottimento fulmineo, ma non capii cosa potesse essere successo, immaginai fosse per una sorta di imbarazzo nei miei confronti e non diedi peso alla cosa. Che ingenua! Mai avrei pensato fossi stata sì io la causa di tanto sbalordimento, ma non per il motivo che supponevo.

Decisi di lasciarli un po’ da soli, dopo che avessi presentato Simon anche ai miei genitori, da quel che potevo immaginare conoscendoli entrambi avrebbero potuto legare facilmente ed era esattamente ciò di cui mio fratello in quel momento aveva bisogno. Un amico sincero, leale, che lo potesse distrarre dal vuoto che si stava creando da solo intorno e in se stesso.

I miei genitori accolsero Simon con entusiasmo, un ragazzo come lui era un caso raro, bello, dolce, intelligente, anche se gli mancava un’aura di cattivo ragazzo che bastava a renderlo più veritiero. Sembrava che anche David, ultimamente sempre più solitario e scontroso, provasse simpatia nei suoi confronti. Sembrava.

Io uscii a comprare delle medicine per mio fratello, mi pareva una buona occasione per lasciare Simon a socializzare con la mia famiglia, e al mio rientro, scoprii tutto. Portai le medicine nella cucina, i miei genitori erano usciti a loro volta e avevano lasciato un messaggio attaccato al frigorifero come d’abitudine, sarebbero rientrati per cena per lasciarci un po’ da soli tra ragazzi. Entrai silenziosamente nella mia camera, che allora condividevo con David. Non avrei mai dovuto farlo senza bussare, è vero. Ma sinceramente cosa avrei potuto trovare? Mio fratello che si faceva uno spinello col mio ragazzo? Non mi avrebbe stupita davvero, un classico modo di aiutare la socializzazione per entrambi. Quindi, essendo anche la mia camera, entrai tranquillamente e in silenzio.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Obsydian