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Autore: Moonlight_Pleasure    05/03/2014    3 recensioni
Sirius Black, quella del 31 ottobre del 1981, perse tutto. Il suo migliore amico, la sua famiglia, la fiducia e la libertà. Ma una cosa non avrebbe mai perso: la fiamma della verità.
Una raccolta di one-shots che raccontano i pensieri di un prigioniero innocente macchiato di falso tradimento.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 4: Misery Business

 
Second chances they don't ever matter,
people never change.
 


Alla luce del giorno, chissà quanti giorni dopo quella sera, Sirius riuscì a perfezionare l’immagine dell’uomo che alloggiava di fronte a lui. Igor, disse di chiamarsi, e di provenire dalla Bulgaria. Era alto, aveva fitti ricci neri, resi più scuri e, allo stesso tempo, più lucidi dalla trascuratezza che quel posto portava. Gli occhi neri erano scavati da profonde occhiaie e la pelle, già di suo pallida, creava ancora più contrasto, dandogli un’aria da morto. Sulla mano rilucevano dei piccoli tagli rosati, segno che doveva esserseli fatti molto tempo prima. Tuttavia la cosa che colpì Sirius era che sopra quei tagli, ce n’erano altri e altri ancora, come se si fosse ripetutamente tagliato l’epidermide con una punta di coltello. Quella non era una prigione, era un manicomio.

Lo osservò, eccitato all’idea di poter smuovere, anche di poco, la routine a cui era stato costretto, riuscendo ad essere attirato anche da un altro essere insignificante in quel posto di matti. La monotonia lo uccideva, per cui,  stanco di non fare niente, decise di spingerlo a due chiacchiere . Doveva essere arrivato proprio al limite, se si concedeva a parlare con un Mangiamorte. I suoi occhi neri, sicuramente più sinistri di quelli del Bulgaro, per la vendetta che gli divorava le budella e che lo stava trascinando verso l’orlo della pazzia, si inchiodarono, da dietro le sue sbarre, sul novellino. Quello se ne stava seduto appena vicino le sbarre, le gambe incrociate e mantenute da mani tremanti, e ogni tanto lanciava un occhiata a Sirius.
“Tu, guardami!” disse Sirius, spazientito dal tentativo di lui di cercare di non guardarlo. “Perché ti hanno sbattuto dentro?”
Igor si alzò e poggiò le mani sulle sbarre fredde come il ghiaccio, si ritrasse per due secondi, ma poi, piano piano, si abituò a quella temperatura. Mise a fuoco il suo interlocutore e quando capì chi fosse, sgranò gli occhi e assunse un espressione disgustata.
“Non merito di stare qui. A differenza tua, io non ho ucciso nessuno!”
“Bell'approccio per fare conoscenza con qualcuno” rispose Sirius in tono sarcastico, sbuffando; “Ecco l’ennesimo che mi crede colpevole, andiamo bene..” pensò.
“Non ho intenzione di conoscere un assassino!”
“Beh, dato che non ho niente di meglio da fare e nessuno da uccidere” sottolineò con cura e sorrise nel vedere un tremore scorrere in Igor “ posso rendere questo tempo utile ascoltando i tuoi inutili racconti. Allora?”
Igor  parve soppesare quelle parole, fece un giro verso lo spiraglio di luce che entrava da quella misera finestra e rimase qualche secondo in silenzio, pensando se rispondere o meno. Effettivamente, anche lui non aveva niente di meglio da fare.
“Mi trovavo nel posto sbagliato, al  momento sbagliato.” Sussurrò, infine.
“Ma davvero?” rispose scettico
“Si, non sono colpevole! Mi hanno incastrato!” urlò, tirandosi su le maniche, agitandosi.
“E dimmi.. quando ti hanno incastrato, ti hanno applicato il Marchio per puro divertimento o eri consenziente?” rispose Sirius, una smorfia di disgusto vedendo sul braccio, non più coperto dalla stoffa, quel Marchio che ormai aveva visto troppe e troppe volte.
Igor lo guardò sbalordito, convinto che il famigerato pluriomicida lo stesse prendendo in giro. Come seguace di Voldemort, doveva conoscere alla perfezione le regole e il modo con cui si attuava la cerimonia di iniziazione alla cerchia dei Mangiamorte.
“Tu dovresti saperlo! Il marchio ti viene fatto solo ed esclusivamente se lo desideri. Il signore Oscuro è un abile legilimens, o lo vuoi o ti fa fuori. Non ammette deboli nella sua cerchia!”
“Allora deve aver fatto un errore accettando te.” Rispose Sirius “E comunque no, io non posso saperlo!” disse sollevandosi entrambe le maniche e mostrando la pelle liscia e intatta da qualsiasi tipo di marchio, con un ghigno soddisfatto.
Gli occhi di Igor scorrevano sulle sue braccia, non notando nessun segno nero da lontano.
“Ma come è possibile?” sibilò, evidentemente sconvolto, e poi cercò di trovare mentalmente una spiegazione a tutto ciò “Allora sei solo un fanatico del Signore Oscuro!”
“Spero che il Signore Oscuro non ti abbia scelto per la tua perspicacia.” Sbottò Sirius, sarcasticamente.
“Perché hai ucciso tutti quei babbani, allora?” sussurrò, improvvisamente curioso per la piega che la conversazione stava prendendo.
“Non mi do la pena di risponderti, mio caro. Sappi solo che non sono colpevole.”
“Pff certo! Una strada piena di gente ti ha visto, hai anche ucciso un mago, a chi vuoi darla a bere?”
“Magari l’avessi fatto…” sussurrò tra sé e sé, gli occhi si rabbuiarono in un istante e per Igor questo fu una conferma sufficiente alle sue deduzioni.
“E tu come mai sei dentro?” continuò, a voce più alta, Sirius, cambiando discorso velocemente.
“Ovviamente, dopo la scomparsa del Signore Oscuro, alcuni di noi si sono dati alla macchia, me compreso. Alcuni come Lucius Malfoy..” sottolineò il nome con profondo disgusto “… ammisero di lavorare per lui ma di aver compreso la gravità dell’errore, e dire che lui era uno dei suoi più fidati alleati! Io non ho mai ucciso nessuno, non sono colpevole!”
Poi sfregando le mani con le sbarre e osservandò per terra, Karkaroff aggiunse “ Era potente e decisi di schierarmi dalla sua parte per poter godere di quel potere riflesso. Ma non ho mai commesso nessun omicidio, lo giuro!..”
Sirius ascoltava la storia, scettico. Non credeva a una sola parola del compagno di torture, nessun mangiamorte sceglie di esserlo solo per questi futili motivi.

“… Ma ora mi vendicherò! Oh, si. Mi vendicherò, eccome. Gliela farò vedere! Ho già informato i funzionari del ministero di avere dei nomi, i nomi di veri Mangiamorte, veri assassini in cambio della scarcerazione. Informazioni così succulente che Rita Skeeter in persona si venderebbe la bacchetta, pur di averle! Mi convocheranno da un momento all’altro e questo inferno finirà!” sputò per terra e si asciugò le labbra con la manica della tunica da prigioniero, osservando Sirius con una nuova luce negli occhi, una luce maniacale.

 
*


Qualche settimana dopo, la cella di Igor Karkaroff venne svuotata. Non mi diedi tanto la pena di parlarci di nuovo, dopo la prima volta. Non era stata una bella idea. Ci scambiavamo qualche semplice  frase di rito, durante il giorno e, non appena cercai di scoprire chi volesse accusare, si insospettiva e urlava che non me l’avrebbe detto neanche sotto tortura, per non rischiare che io usassi il suo stesso piano di fuga.
Rimase vuota per non so quanto tempo e non ricordavo neanche il nome e la faccia di colui che prese il suo posto. Questo perché l’uomo, da quando mise piede lì dentro, non fece altro che rivolgergli le spalle o accucciarsi nell’angolo più lontano della cella, celato agli occhi dalle ombre. L’unica volta che lo vidi avvicinarsi alle sbarre, la sua immagine venne coperta da due visitatori che attraversarono il corridoio.

Li conoscevo, o sì. Per meglio dire, conoscevo uno dei due e, di conseguenza, feci un’ipotesi su chi potesse essere la seconda persona, certo di non sbagliarmi. Era Bartemius Crouch, colui che mi ha mandato in quel tugurio. Colui che, come gli altri, non si era preso la briga di vedere se fossi innocente, tanto da non avermi concesso un giusto processo. Colui che aveva firmato il mio biglietto di solo andata per Azkaban, senza neanche controllare. Sorreggeva una donna, apparentemente debole e malata, che, da come l’abbracciava e le accarezzava il fianco doveva essere, la moglie. Aveva i capelli corti, color paglia e il viso era scavato da lacrime e sofferenza. In mano aveva un fazzoletto color panna di lino, ricamato, con il quale si tamponava le gote e sul braccio sorreggeva una borsa grande. Probabilmente Barty aveva sentito su di sè il mio sguardo, al che mi guardò e, realizzando chi fossi, mi trafisse con occhi di puro disgusto e odio. Guardò la cella che aveva vicino, quella precedentemente occupata da Karkaroff e, sorridendo malignamente, si avvicinò alla mia, lanciandomi una copia de “La Gazzetta del Profeta” con sufficienza. Allungai le mani oltre le sbarre per poter afferrare il blocchetto di fogli di pergamena, mentre Crouch, schiarendosi la voce e allontanandosi di un passo dalla cella, disse:


“Sarai curioso di sapere come ha fatto ad evadere, Black! Tieni. Potrai prendere ispirazione dal tuo compare. Ma ti avverto, per me resterete sempre dei Mangiamorte, non importa quanti nomi riuscirete ad infangare. Darvi delle seconde opportunità sarebbe inutile, le persone non cambiano.”

E, guardando in un modo strano il corridoio sulla sinistra, quasi con rabbia,  ritornò ad abbracciare la moglie, attraversando insieme quel corridoio e sparando alla vista. L’uomo nella cella di fronte era ritornato nel suo angolino, voltandogli le spalle, ma a quel punto la mia attenzione si concentrò sul foglio usurato che avevo in mano. Era un numero vecchio, molto vecchio, infatti risaliva a qualche giorno prima, il giorno in cui Karkaroff fu liberato. Era stato stropicciato e accattorciato non si sa per quante volte. Probabilmente Crouch se lo portava dietro come monito per il suo pessimo lavoro, chissà. Cercai di lisciarlo come meglio potevo contro il muro, e cominciai a leggere:



 
Io, me stessa e me.
Rubrica di Rita Skeeter
 
Mangiamorte si redime: Caccia ai nominati
Di Rita Skeeter
 
Nella giornata di mercoledì 3 Maggio, Igor Karkaroff, noto Mangiamorte, è stato richiamato dalla corte al cospetto del capo del dipartimento di “Applicazione della Legge Magica” Bartemius Crouch. Il mangiamorte, ricordato per la sua convinzione e la sua determinazione di seguire le regole del Signore Oscuro e la sua depravata missione di epurare il mondo magico da chiunque non fosse purosangue, aveva fatto richiesta al dipartimento di un appello supplementare, affermando avere informazioni “interessanti” da presentare in cambio della sua scarcerazione. Durante il processo, nel giorno suddetto, Igor Karkaroff, trascurato e pallido, ha fornito al capo Crouch, diversi nomi tra cui… [ continua a pagina 3]
 
 
Sfogliai fino a pagina 3 e ritrovai l’articolo, ora intero, circondato da foto in movimento dei sospettati e della loro conseguente cattura; ripresi a leggere dal punto dove fui interrotto.
 
 
… tra cui: Evan Rosier, uno dei più fedeli seguaci di Colui-che-non-deve-essere-nominato, che torturò numerosi babbani, soprattutto nell’area nord ovest di Londra e morì per mano di Malocchio “Lunatico” Moody  combattendo contro gli auror, resistendo strenuamente pur di non finire ad Azkaban; Antonin Dolohov, condannato da questo stesso tribunale per l'omicidio di Gideon e Fabian Prewett; Travers, complice dell’assassinio dei McKinnon, sottoposto a processo esattamente un anno fa; Mulciber, catturato in precedenza mentre sottometteva un mago ad una maledizione Imperius;  Severus Piton, già affermato ex Mangiamorte, protetto dal Albus P.W.B. Silente, preside di Hogwarts, che supportò il suo scagionamento  prima della caduta del Signore Oscuro. Annaspante e ormai sempre più a corto di nomi, Karkaroff ne nominò un ultimo, causando un mormorio generale nella sala. Quella notizia fece scalpore, poiché il Mangiamorte che citò fu niente poco di meno che Augustus Rookwood, 45 anni e celibe, un “Indicibile” all’ufficio Misteri, affermando, con assoluta certezza, passava da un anno informazioni preziose direttamente al lato Oscuro. La notizia fu accolta con un boato da parte della comunità magica, la quale non sospettava che il suddetto, uomo dai capelli unti e dal viso butterato ( vedere la foto sulla sinistra), fosse un servitore di Colui-che-non-deve-essere-nominato. ( Approfondimenti al paragrafo 2 Rockwood: Sotto Imperius o Colpevole? Intervista a familiari e amici)
Queste informazioni preziose, donate al mondo magico, hanno permesso la liberazione di Karkaroff e la sua fuga immediata verso la Bulgaria. Cari lettori di “Io, me stessa e me”, la sottoscritta è pronta a giurare che  Igor teme la vendetta di coloro che potrebbero trovarsi ancora in libertà e potrebbero cercare di ucciderlo per aver infangato nomi importanti.
 
  1. Paragrafo: Silente, troppo fiducioso o insospettato calcolatore?
Albus Silente, preside di Hogwarts e presidente del tribunale supremo dei maghi Wizengamot, non ha voluto rilasciare interviste alla sottoscritta riguardo il suo punto di vista su Severus Piton, notoriamente sotto la sua ala protettiva dall’Aprile del 1989. Tuttavia nel pomeriggio, la sottoscritta è riuscita a scoprire che …
 
 
 
Accartocciai il giornale e lo gettai in un angolo. Per quanto ne sapevo, Rita Skeeter raccontava un mucchio di cavolate e, sicuramente non per quell'articolo intriso di menzogne e calunnie, avrebbe avuto più fiducia in lei anziché in Silente.
 
 




 
NdA
Here I am!
Finita la sessione di febbraio, ho avuto la possibilità di finire il capitolo. Riguardo al capitolo vorrei aggiungere qualche nota personale. Allora, come avrete capito dagli altri tre, questa storia non va in ordine cronologico, ma salta dal passato al presente, perché credo che in prigione a un certo punto cominci a perdere la consistenza del tempo. Ho voluto inserire una conversazione con Karkaroff, in modo che si capisse come faceva Sirius a sapere queste informazioni, dette ad Harry nel “calice di fuoco”.
Karkaroff è cieco anche di fronte all’evidenza, così come Crouch, ecco perché ho voluto inserire la scena del Marchio e di Crouch. Per dimostrare la superficialità della gente. Poi che altro dire, ho cercato di emulare lo stile della Skeeter, impresa disperata. Ci ho provato.
Beh spero piaccia :)
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