Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Fiore Blu    09/03/2014    9 recensioni
«Ultima chiamata per il signor Bell!» sbottò esasperato il preside. Intanto, tra gli studenti si alzò un vociare fastidioso.
Le ragazze bionde ossigenate si guardavano intorno, incuriosite.
I ragazzi, invece, se la ridevano, e scambiavano commenti con i loro vicini di posto, ragazze comprese.
«Secondo me se l’è squagliata perché aveva troppa paura di parlare davanti a tutti!».
«Ma sei scemo! Bell … spaventato? Guarda che è lui quello che fa spavento!».
«Già forse hai ragione». Dicevano due.
«Spero che si presenti quel bellimbusto, vorrei tanto mandarlo a quel paese in pubblico!» diceva una lady bionda e molto arrabbiata ad un’altra.
«Ancora con quella storia? Non prendertela Jane, alcune voci dicono che sia gay!» rispondeva l’amica.
«Sei impazzita? Non è proprio possibile! L’hai guardato bene? Quello stronzo non è affatto gay!»rispondeva civettuola la prima.
O ancora : «Spero tanto che non si presenti, lo odio quel bastardo!».
«Già, è troppo pieno di sé, non lo sopporto».
Opinioni diverse e contrastanti.
Vigliacco, mostruoso, stronzo, figo, gay, bastardo, pieno di sé … beh aveva una bella reputazione!
Nell'attesa della seconda parte di ali d'argento, eccovi la combattuta storia di un ragazzo e una ragazza ... non del tutto normali. Grazie e buona lettura. ^^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Capitolo 24
 
Istinto materno
 
 
 
 
 
«Quindi... ricapitoliamo Ania: tu vorresti pedinare il tuo ragazzo, andare nel luogo dell’incontro senza farti notare e filmare tutto? Ho capito bene?» domandò Dean incredulo all’altro capo del telefono.
«Sì. Hai capito perfettamente. È l’unico modo che ho di aiutare Lucius» spiegai.
«Certo! Ma lui lo sa? Immagino, da quel poco che so di lui, che ti abbia almeno minacciato di legarti mani e piedi all’armadio se solo proverai a seguirlo. E tu vuoi addirittura pedinarlo e filmare il tutto? Sei forse impazzita?» mi sgridò.
«Dean, ascoltami. Lo so che è pericoloso, ma devo farlo. Inoltre Lucius non chiamerà mai la polizia in caso di estrema necessità perché sa bene che farebbero subito fuori Yuri. Secondo lui lo stanno pedinando e controllando per conto di Charles. Perciò...» cominciai.
«Ania» mi interruppe Dean «so che vuoi salvare il tuo ragazzo a tutti costi. Questo ti fa onore, ma non puoi mettere a repentaglio la tua vita» parlò serio «punire quei bastardi non è compito tuo nonostante tu lo voglia ardentemente» spiegò.
«Lo so. Ma io devo farlo lo stesso. Ti prometto che se le cose si metteranno male fuggirò...».
«No, Ania» mi bloccò ancora «se le cose si mettono male devi chiamarmi. Arriverò con i rinforzi e allora se non sarai riuscita a raccogliere le prove che volevi, saremo io e i miei colleghi a documentare la cosa» promise.
Sorrisi raggiante.
«Grazie infinite, Dean! Starò attenta, promesso» squittii.
Chiusi la chiamata e uscii dal bagno delle ragazze diretta in classe.
Quando ritornai era già suonata la campanella dell’ora successiva.
«Tutto bene?» domandò apprensivo Lucius. Temetti si fosse accorto di qualcosa, ma poi mi tranquillizzai. Ero stata superattenta.
«Certo» sorrisi.
«Ciao Ania» riconobbi quella voce e mi voltai.
«Mayu» la salutai.
«Posso parlarti?» chiese seria.
«Va bene» asserii.
Lucius fissò la ragazza giapponese intensamente, i suoi occhi erano tetri e minacciosi.
«Non posso aiutarti al processo» mormorò quando ci appartammo in un angolo.
«Cosa? Ma avevi promesso...» cominciai.
«Mi rimangio la promessa. Mi spiace» affermò fredda.
Trasalii.
«Mayu, ti hanno forse minacciata? Dimmelo ti prego, Lucius può aiutarti, confidati... io...».
«Ania» mi fermò «non ho ricevuto alcuna minaccia. Voglio solo essere lasciata in pace. Tutto questo è troppo grande e pericoloso per me» spiegò senza il minimo rammarico.
«Ah sì? Tutto era così gravoso anche quando Lucius è corso a salvarti quando ti sei trasferita qui? Per te era così pericoloso quando ti ha rassicurata e protetta? La tua testimonianza serviva come cuscinetto per smentire le cattive voci che sarebbero probabilmente girate su di Lucius. La tua posizione e la tua deposizione non avrebbero danneggiato nessuno e tu saresti stata comunque al sicuro. Dimmi perché vuoi abbandonarlo proprio ora? Perché? Per te Lucius non era una bella e brava persona?» sbottai furiosa.
«Mi dispiace. Questi sono i fatti» rispose fredda.
Dov’era la mia amica Mayu? Dov’era andata finire?
«Mayu...» la voce di Lucius risuonò nelle mie orecchie.
Era posata e calma ma nascondeva una tagliente freddezza mista a indifferenza.
«Lucius – san...» lo salutò lei. Sembrava totalmente cambiata, come se la vecchia Mayu fosse solo una farsa per ingannare gli occhi di tutti.
«Ti sei scelta le tue amicizie da un pezzo, ed è ovvio che tu sia di parte. Non preoccuparti. Capisco le tue ragioni» mormorò Lucius in tono diplomatico, distaccato e terrificante.
Mayu annuì seria e un po’ insicura stavolta.
«Andiamo» sussurrò Lucius prendendomi per mano.
Quando raggiungemmo il cortile mi bloccai.
«Che cosa sai che io non so?» chiesi preoccupata.
«Potrei farti la stessa domanda. In questo periodo sparisci di continuo e quando torni non mi dici mai cosa sei andata a fare. Ovviamente io so che chiami quel poliziotto, ma non so bene cosa stiate tramando» rispose risoluto.
«Lucius, che voleva dire?» chiesi, riferendomi alla conversazione avuta con Mayu.
«Non avvicinarti più a lei, e non fidarti. Mai» mi avvisò serio.
«Perche?» chiesi esasperata.
«Perché lei è la futura sposa di Ephram» rivelò amaro.
Trasalii.
Ricordai la conversazione avuta con Mayu qualche mese addietro. Il suo sguardo triste nel rivelarmi che era promessa sposa di uno sconosciuto per far sì che la madre potesse avere un posto di rilievo nella società in cui lavorava il suo defunto padre.
Ricordai i suoi sorrisi e le sue lusinghe e solo in quel momento realizzai la falsità di quella ragazza.
Lei sapeva chi fosse Lucius, e quest’ultimo di sicuro era all’oscuro di tutto fino ad allora.
«Come puoi esserne sicuro?» chiesi incredula.
«Sono un ottimo osservatore, e tra le altre cose ho sentito pettegolezzi che la ritraevano in personali conversazioni con un ragazzo più grande che non era della scuola. L’unico che mette piedi in questo buco... è il mio amato fratello» spiegò «inoltre, il fatto che abbia detto chiaramente che non ci appoggerà nel processo conferma perfettamente la mia ipotesi» concluse.
Abbassai il capo.
Mayu era stata la cosa più simile ad una amica che avessi mai avuto.
«Ania» mi chiamò Yuki – sama.
Lo guardai triste.
«Mi dispiace tanto» mormorò mesto. Posò la sua fronte sulla mia.
«Non è colpa tua» dissi soprappensiero.
«Sì invece! È proprio questo il punto. È tutta colpa mia!» ammise tremante.
Sembrava disperato, spiritato.
«Lucius, le persone ti deludono, ma non è colpa di nessuno, credimi!» gli feci notare.
Lui annuì mesto.
Ricordai la notte del mio crollo nervoso, e poi ricordai il suo incubo.
Mi chiesi quando sarebbe crollato lui, e quando sarebbe arrivato il mio turno di asciugare le sue lacrime.
 
 
*******
 
 
«Iniziate» sorrise la professoressa Walter dopo aver consegnato i test di latino.
La prova era composta da dieci domande, cinque aperte e cinque multiple.
Nelle volte precedenti avevo sempre preso il secondo voto più alto della classe, ma in passato i voti erano la mia priorità. Ora le mie necessità primarie erano rappresentate da un ragazzo biondo, bullo, bellissimo e complicato che si portava sulle spalle il peso della violenza e della sofferenza. Era proprio lui che aveva sempre superato i miei voti, e la cosa che in passato mi faceva ribollire di rabbia era che non gli importasse di essere il migliore. Era annoiato e disinteressato e svolgeva i compiti perfetti con nonchalance.
«Buona fortuna Lucius» sussurrai prima di concentrarmi.
Solo perché gli avevo detto di non volerlo più sfidare non voleva dire che dovevo fare un brutto compito.
Mi sentivo più leggera.
«Anche a te, miss the second» mi fece l’occhiolino.
Io trasalii. Ma che gli era preso? Adesso era lui a sfidarmi?
«Mm... vedremo» gli scoccai un occhiata furba.
Sorrise.
Mi si bloccò il cuore.
Distolsi lo sguardo.
«Adesso che non siamo più rivali non mi diverto più mocciosa. Promettimi che non smetterai mai di provare a battere i miei standard!» chiese lamentoso e saccente.
Un brivido di eccitazione mi corse lungo la schiena.
Io adoravo le sfide!
«Promesso. Lo prometto sui tuoi possenti muscoli» sussurrai.
Lui rise di nuovo.
 
Dopo dieci minuti Lucius consegnò il compito. Non mi meravigliai e continuai a concentrarmi sul mio lavoro, finendolo mezz’ora dopo.
«Brava Ania. Ci hai messo proprio poco!» mi prese in giro. Gli feci la linguaccia.
«Sta’ zitto scimmione!» lo ammonii.
Seguimmo le lezioni successive in silenzio e poi prendemmo i nostri zaini e ci dirigemmo all’uscita.
La strada a quell’ora era molto trafficata perciò camminammo sul marciapiede.
Sembrava tutto tranquillo quando sentimmo le ruote di un auto stridere sull’asfalto.
Il motore rombante e impazzito veniva proprio verso di noi, ma prima che me ne potessi accorgere, Lucius mi prese per le spalle e mi fece rotolare tra le sue braccia tra due edifici, all’interno di un vicolo strettissimo.
L’auto deviò il muro per pochissimo e noi per meno di un metro, poi sfrecciò via.
Il silenzio piombò tra di noi, fatta eccezione per il respiro accelerato e affannoso di entrambi.
In strada le auto erano tante, ma nessuno sembrava essersi accorto di nulla perché il tutto si era svolto in maniera velocissima e anche perché non c’erano altri pedoni in giro e il luogo del quasi incidente era più nascosto rispetto al resto della strada.
«Stai bene?» chiese Lucius provato. Probabilmente rotolarsi per terra con me stretta al petto non doveva avergli fatto troppo bene.
«Sì, e tu?» chiesi spaventata.
Lui annuì.
Si alzò e mi aiutò a fare lo stesso.
«Lucius...» provai.
«Chiama il tuo amico Dean. Ho bisogno di parlargli» disse soltanto.
Non era spaventato, né insicuro.
Era solo molto preoccupato e pensieroso.
 
Dean non tardò ad arrivare all’appartamento e ci trovò seduti sul divano, uno di fianco all’altra. Lucius mi circondava le spalle e io tenevo una mano sul suo ginocchio.
«Grazie per essere venuto tanto tempestivamente, signor Still» lo salutò cordialmente Lucius «sono Lucius Yuki Bell, e...».
«Lo so chi sei figliolo. E non preoccuparti, non c’è bisogno di essere tanto formali. So tutto sul tuo caso. Ania non è entrata nei particolari ma le condizioni in cui versavi qualche settimana fa in ospedale la dicono lunga sulla tua situazione» disse Dean affabile.
Si sedette sulla poltrona a fianco al divano.
«Bene. Allora non sarà necessario raccontare tutta la vicenda. Meglio così» mormorò Lucius.
«Avete visto la macchina? La targa? Ricordate qualcosa di utile?» Dean arrivò immediatamente al punto.
«La macchina era una quattro per quattro, nero metallizzato. La stessa che ci ha fermati tre giorni fa per darci la notizia del rapimento di mia madre» raccontò Lucius.
«Capisco» annuì Dean «qualche idea sul movente? Te lo chiedo perché sembra strano che abbiano mirato ad uccidere l’unica persona in grado di scagionare Ephram Magnus. A questo si aggiunge il fatto che tra tre giorni ci sarà l’incontro tra te e Charles. Perciò...» indagò Dean.
«Era un avvertimento. Lui vuole incontrarmi a tutti i costi. Questo era per farmi decidere ad andare. Non miravano a me... ma ad Ania. Sanno che la proteggerei ad ogni costo» spiegò serissimo Lucius.
«Concordo» annuì Dean.
«In ogni caso, l’ho fatta venire qui perché voglio chiederle un favore personale» cominciò Lucius. Scoccò un’occhiata fiera e speranzosa verso l’agente «la prego, protegga Ania in mia assenza» chiese chinando il capo a mo’ di inchino «pagherò qualunque somma, ma la prego faccia questo per me. Non ho nessuno di cui possa fidarmi» la voce di Lucius era disperata, provata e triste.
«Non c’era bisogno di chiederlo, figliolo. E puoi stare tranquillo. Di me puoi fidarti ciecamente» promise, guardandomi male.
Capii che Dean si stava riferendo al mio piano di pedinamento e al fatto che non fosse affatto d’accordo con me.
Lo ignorai.
«E chi proteggerà te?» chiesi con premura e rabbia insieme.
«Lui non mi farà del male. Se lo facesse il caro dolce Ephram non avrebbe scampo» spiegò pratico.
«Certo, è chiaro!» ammisi «Ma sarai solo di fronte all’uomo che ha distrutto la tua vita con tua madre presa in ostaggio. Non credo avrai tanto sangue freddo da rimanere buono buono a farti fare o dire cose crudeli. Potrebbe ricattarti, potrebbe minacciarti di chissà cosa...» asserii.
«Ania» mi bloccò «andrà tutto bene. Il massimo che possa chiedermi è ritirare le accuse» disse.
«E allora che farai? Cosa dirai quando ti metterà di fronte la vita di tua madre e la liberazione del tuo aguzzino?» chiesi esasperata.
«Non lo so» ammise mesto.
«Ragazzo mio, da agente della polizia ti consiglierei di non andare da solo, ma da civile che ha visto la moglie morire sotto i suoi occhi per una cosa del genere, ti consiglio di non sottovalutare il tuo nemico, e di andarci con i piedi di piombo. Questi folli sono pericolosi» mormorò Dean. La tristezza e la rabbia nei suoi occhi erano quasi tangibili.
Lucius Annuì.
 
*******
 
 
 
 
Il sesto giorno.
Dire che avevo aspettato questo giorno come una condannata a morte sarebbe stato un eufemismo bello e buono.
Mi alzai prestissimo e preparai la colazione con cura.
Dopo un’ora circa sentii il fruscio delle lenzuola che venivano spostate e capii che Lucius era sveglio.
Vidi la sua figura smilza trascinarsi fuori dalla camera e dirigersi verso il bagno.
«Buongiorno mocciosa. L’odore del tuo caffè è quasi buono quanto quello del mio. Ehi... ho detto quasi» mormorò. Sorriso impeccabile, sguardo sereno e malizioso, movenze sensuali e tranquille.
Una maschera perfetta.
Sospirai.
Non ero una bambina da proteggere, ma lui sembrava non importarsene.
Gli andai incontro e mi lascai cadere tra le sue braccia.
«Ania» mormorò.
«Stringimi e sta’ zitto, idiota!» pigolai.
Obbedì.
«Andrà tutto bene» mormorò tra i miei capelli. Tutto bene. Certo.
«Non puoi saperlo» gli feci notare.
«Lo so perché io gli servo, te l’ho spiegato» disse sicuro.
«E io mi ricordo ogni cosa. Ricordo anche quando ti ho quasi perso per sempre a causa di quelle persone» asserii.
Mi strinse più forte.
«Non mi accadrà nulla di male» soffiò di nuovo.
Io mi aggrappai disperatamente a lui.
Ero scalza e dovetti salire sulle punte dei piedi per arrivare al suo mento.
Lui dovette abbassarsi per baciarmi.
«Sei davvero uno scricciolo minuscolo» sorrise angelicamente.
«E tu sei proprio alto» sospirai.
Mi piaceva però. Mi sentivo protetta e al sicuro.
«Dean ha promesso di proteggerti, ma tu devi promettermi che non farai pazzie» disse d’un tratto.
«Io...» cosa potevo dire? Qualsiasi cosa avessi detto sarebbe servita solo per turbarlo ancora di più.
Optai per una bugia.
«… lo prometto» mormorai.
Sorrise beato e felice della mia risposta e io mi sentii una traditrice.
«Senti principessa, che ne dici di divertirci un po’ stamattina? È domenica, perciò possiamo... non so, guardare un film, giocare alla playstation, o... potresti fare un romantico e dolce bagno insieme a me» le ultime parole, mormorate con sapiente sensualità, suonarono idilliache e allo stesso tempo peccaminose.
Divenni rossa come un pomodoro, e mi allontanai di qualche passo distogliendo lo sguardo.
«Sei proprio un dannato pervertito» mormorai balbettando.
Scoppiò a ridere fragorosamente, tenendosi la pancia.
«Scherzavo! Non prenderla così seriamente! Sei proprio una bambina!» continuò a ridere cercando di riprendere fiato tra una parola e l’altra.
«Smettila di burlarti di me, sembra proprio che tu lo trovi così divertente da farti saltare via tutte le costole!» mi arrabbiai.
Lucius zittì, rendendosi conto di avermi fatta rabbuiare.
«Ania» mi chiamò serio.
«Lo so che sono indietro. Non c’è bisogno di ricordarmelo. Credimi, vorrei essere più intraprendente, vorrei fare l’amore con te prima che tu te ne vada, prima che possa accadere l’irreparabile, ma... io...» mormorai.
Io lo desideravo, lo volevo davvero. Però sembrava così difficile.
Ricordavo ancora con orrore i miei compagni di scuola ed Ephram, e non sapevo bene come muovermi.
Inoltre ero sempre stata timida da quel punto di vista e non riuscivo a non sentirmi in soggezione per certi argomenti.
Ero fatta così, ma avrei tanto voluto amare Lucius, amare la persona del mio destino, fino in fondo.
«Baka» mi diede un buffetto sulla testa. Sorrise mesto «non sei affatto indietro, sei la persona più avanti che conosca. Le altre mi pregavano, Ania. Volevano solo quello, volevano il mio corpo, la mia faccia, le mie labbra... tu invece riesci a starmi accanto e a starmi lontana contemporaneamente. Ti confesso che ciò mi fa impazzire. Ma è proprio per questo che ti amo così tanto. Per te non sono il solito ragazzo vuoto e sexy che piace alle donne superficiali. Tu sei andata oltre già dal primo istante» spiegò.
Mi baciò dolcemente.
Mi accarezzò la nuca, poi la schiena, poi risalì alle spalle, poi ridiscese sulla schiena.
Si fermò lì.
L’altra mano teneva gentilmente la mia guancia e si spostava di tanto in tanto sui capelli, per poi ritornare alla base.
Sentivo una strana energia crescermi dentro, e non sapevo come contenerla.
Sarebbe bastato lasciarmi andare per riuscire a sentirmi finalmente in paradiso, ma poche ore mi separavano dall’avvenimento più preoccupante della mia vita.
Mi allontanai.
«Se ritornerai sano e salvo... io...» mormorai arrossendo.
«Non ho bisogno che tu mi prometta niente. Non mi serve Ania. Io ti amerò per sempre, posso darti tutto il tempo del mondo» disse con un sorriso sublime.
Il mio cuore perse un colpo.
Gli saltai addosso, allacciandomi al suo collo.
«Ah, piano, piano! Sono ancora mezzo rotto!» rise, addolcii la presa.
«Hai preso le medicine ieri?» chiesi premurosa.
«Sì, infermiera Green» ammiccò.
Lo abbracciai di nuovo.
«Ho paura» mormorai triste.
«Non devi averne. Andrà tutto bene, piccola».
 
 
*******
 
 
 
Le tre e mezza erano giunte troppo in fretta quella domenica.
Lucius mi aveva baciata con disperazione, poi aveva sorriso e mi aveva detto che non ci avrebbe messo molto.
Avevo chiuso l’appartamento e mi ero precipitata fuori a seguirlo senza farmi notare.
Dean aveva provveduto a tutto. Una video camera minuscola con la quale avrei potuto riprendere tutto, un registratore ultra silenzioso – “non si sa mai”, aveva detto, e una ricetrasmittente che mi avrebbe permesso di contattarlo subito.
Dean sarebbe rimasto nei paraggi con tre dei suoi colleghi più fidati, e sarebbe intervenuto al mio segnale se qualcosa fosse andato storto.
Il posto era una vecchia fabbrica abbandonata, e Lucius, prima di entrare, si fermò davanti al gigantesco cancello arrugginito e prese un lungo respiro.
Mi guardai intorno in cerca di guardie, sentinelle o roba simile, ma non notai nessuno.
Probabilmente Magnus aveva concentrato i suoi adepti nel vero e proprio luogo dell’incontro: all’interno.
I passi sicuri di Lucius risuonavano sul pavimenti umido e scuro, mentre luci fioche illuminavano quel corridoio angusto e freddo.
«Da questa parte» sentii una voce profonda e maschile provenire dal fondo e notai un uomo incappucciato guidare Lucius verso la fine del corridoio.
Girando a sinistra si arrivava ad una stanza piuttosto grande che probabilmente era un disimpegno che collegava il corridoio alla sala macchine.
Lì la luce era più intensa perciò mi nascosi dietro una pila di scatoloni ammassati e inumiditi dal tempo.
L’odore di muffa impregnava l’aria, ma ciò che mi fece sentir male fu la scena alla quale assistetti.
Le mie armi silenziose erano già in azione, e per fortuna nessuno si era accorto della mia presenza.
Per una volta ringraziai la mia bassa statura. Potevo rimanere comodamente in piedi senza rischiare di farmi notare e attraverso le fessure tra gli scatoloni potevo riprendere la scena e registrarne le battute.
Lucius ne dominava il centro.
Di fronte a lui c’erano sette uomini e Yuri, seduta su una sedia di legno. Sembrava stare bene eppure aveva un’aria stanca e spenta, come una foglia morta.
Uno dei sette uomini era attorniato dagli altri sei come se fosse un vip, e aveva l’aria di essere davvero ricco.
La vista di Lucius sembrava averlo sorpreso, e sul viso abbronzato e dai lineamenti felini si allargava poco a poco un sorriso sornione che ben presto divenne un ghigno.
La barbetta grigio scuro diventava più folta sul mento e gli zigomi alti facevano risaltare gli occhi azzurrissimi.
Le sopracciglia folte ma eleganti erano lucide come i capelli biondissimi pettinati all’indietro.
Il completo elegante di alta classe fasciava il corpo statuario, e il grigio chiaro del tessuto risaltava il colore degli occhi pieni di compiacimento.
In lui rividi la crudeltà di Ephram e la bellezza nordica di Lucius.
I suoi scagnozzi rimanevano immobili e incappucciati, ma i loro occhi sembravano quelli di assassini incalliti.
Un brivido mi pervase. Lucius era solo dinnanzi a tutto questo.
Yuri teneva gli occhi bassi, mentre l’ex compagno, l’uomo bellissimo e sulla quarantina al suo fianco, ghignò ancora.
Lucius reggeva il peso del suo sguardo con coraggio, sicurezza e fermezza.
Solo io sapevo che nel suo sguardo c’era anche tutto il dolore causato da quegli occhi color del cielo e quei capelli di grano.
«Benvenuto, Lucius Yuki... davvero non so a cosa stesse pensando tua madre quando ti ha dato questo nome» la voce dall’accento inglese proruppe nel silenzio assordante.
Era ironica e maliziosa. Vomitevole.
Lucius non si mosse né emise un fiato.
«La tua bellezza è davvero notevole! Degno di me, vero Yuri?» chiese spavaldo.
La donna abbassò ulteriormente il capo, senza rispondere.
«Allora Lucius... so che non te la sei passata bene ultimamente. Spero che tu possa riprenderti presto» biascicò Charles.
«Arriviamo al punto. Non ho tempo da perdere. Dimmi che diavolo vuoi da me!» sbottò Lucius, stringendo i pugni lungo i fianchi.
«Notevole! Davvero notevole!» rise l’uomo biondo, applaudendo come se stesse assistendo ad uno show «Sei sicuro di te, bello, tremendamente intelligente e coraggioso. Sei proprio un ragazzo notevole!» continuò.
Un brivido mi percorse la schiena.
«Vorrei sapere se ho nutrito abbastanza il tuo ego!» lo fulminò Lucius «In quel caso vorrei conoscere il tuo obiettivo» asserì.
«Bene, Lucius» concesse Charles «allora te lo dirò».
Tre degli uomini che lo circondavano andarono ad attorniare Lucius.
Yuki non batté ciglio.
«Se rivuoi indietro questa sgualdrina, dovrai fare due piccole cose per me» cominciò l’uomo ghignando «innanzitutto durante il processo dovrai ritirare ogni accusa contro mio figlio Ephram, dichiarando che hai iniziato tu la rissa» disse con naturalezza ed estrema tranquillità Charles. Lucius irrigidì la mascella e chiuse gli occhi. «inoltre... dovrai allontanare da te la dolce Anastasia. Quella ragazzina ha smosso troppa terra per amor tuo. Se le dirai che non la ami più e che ti sei stancato di lei... non troverà più alcun motivo per continuare a mettermi i bastoni tra le ruote. Se avrò altri problemi sarò costretto a risolverli alla radice, capisci?» ghignò Charles «Allora, Lucius, lo farai?» chiese Magnus.
Lucius tremava visibilmente. Il dolore sul suo volto era ormai palese e la rabbia stava scemando per lasciare il posto alla disperazione.
«Io...» mormorò Lucius, ma Yuri lo interruppe.
«Tesoro» lo chiamò, alzando il volto rigato di lacrime «guardami» pigolò la donna.
Lucius lo fece, sembrava anche lui sul punto di piangere ma il tremore del suo corpo sembrava essere il suo unico problema.
«Quando mi penserai... ti prego, ricordati dei ciliegi rosa in fiore. Ricordati i ciliegi, amore mio» singhiozzò. Poi si gettò su Charles, e tra le mani aveva una scheggia di vetro grande quanto un pugnale.
«Noo!» urlò Yuki – sama. Era un ringhio di dolore, un urlo di paura e risuonò in quel luogo freddo ancora più forte del rumore dello sparo che ne seguì.
Yuri cadde al suolo.
 
Il silenzio si protrasse per pochi secondi, ma parvero ore.
La mia mente si era fermata.
Lucius ancora al suo posto, un dei tre uomini che lo circondavano mirava ancora.
Charles sorpreso e impaurito.
Yuri a terra in una pozza di sangue.
Lanciai il segnale a Dean, e mentre le sirene della polizia riecheggiavano nel silenzio di tomba, Magnus si riebbe.
«Alle macchine!» urlò agli uomini «E tu!» indicò Lucius con uno sguardo furioso «Fa’ ciò che ti ho ordinato, oppure anche la tua preziosa Anastasia morirà sotto i tuoi occhi» minacciò crudele, senza degnare di uno sguardo il corpo esanime di Yuri.
I nemici si dileguarono come fumo dalla parte opposta attraverso una porta secondaria, e nella stanza calò il silenzio.
Lucius cadde in ginocchio, e poi gattonò per qualche metro fino al corpo esanime di Yuri.
La prese delicatamente, se la portò al petto, stringendole la testa tra la mano e la spalla.
«Che donna stupida» mormorò con lo sguardo allucinato «che stupida» ripeté.
Le accarezzò il viso con la mano libera e poi le posò un bacio sulla guancia.
«Sei sempre stata una stupida».
Una lacrima.
Poi un ringhio.
Poi...
Lucius si alzò barcollando, prese la sedia sulla quale era seduta Yuri e la fracassò al suolo con un gemito, poi afferrò dei ferri vecchi buttati nell’angolo e li lanciò lontano ringhiando a denti stretti. Sfondò la porta che divideva quella stanza e la successiva e rovesciò i tavoli luridi sui quali c’erano degli scatoloni pesanti.
Ancora col fiatone si lanciò contro il muro, dandogli una spallata così potente da farlo risuonare...
Le lacrime mi solcarono il viso.
«Fermi! Polizia!» urlarono gli agenti, entrando di botto nella stanza. Non li avevo neanche sentiti arrivare.
Recuperai registratore e videocamera, e decisi di andare a raggiungere Lucius.
«No! Ania, non farlo» mi bloccò Dean.
Lo guardai, ma non lo vedevo. Non riuscivo a realizzare.
«Che... che stai dicendo? Io devo... andare da lui!» mormorai stordita.
«Pensa a Lucius» mi fece notare «pensa a come si sentirebbe se sapesse che non eri al sicuro ma che eri a due passi dall’assassino di sua madre!» disse guardando il corpo di Yuri. Anche Dean aveva  sentito tutto grazie alla ricetrasmittente e aveva capito. «Sarebbe troppo per lui a questo punto. Sei l’unica persona che gli sia rimasta e devi fare di tutto per proteggerti, o ne rimarrà distrutto più di quanto non lo sia già» spiegò.
Io capivo le sue parole, e gliene davo atto, ma...
Il mio ragazzo aveva visto morire la madre davanti ai suoi occhi per mano del padre... io potevo far finta di nulla? No, ovvio.
«Ma io... non posso lasciarlo» pigolai.
Nel frattempo due agenti avevano bloccato Lucius, impedendogli di fracassarsi una spalla con l’obiettivo di sfondare il muro.
«Lasciatemi! Io l’ammazzo!» urlava disperato, fuori di sé, indemoniato come non mai.
Mi si strinse il cuore quando vidi il sangue sulla sua camicia.
Era il sangue di Yuri o di qualche ferita riaperta?
«Ania, ora sistemiamo le cose qui, chiamiamo rinforzi e cerchiamo di calmare Lucius. Prima o poi dovrai dirglielo, ma per ora non farti vedere. Se siamo fortunati, arriverai a casa prima di lui e finché non starà meglio tu non dovrai dirglielo» disse Dean. Annuii mestamente.
Lucius si era zittito e lacrime silenziose avevano cominciato a bagnargli le guance.
«Lucius» gli andò incontro Dean «ragazzo, coraggio. Fatti coraggio» mormorò abbracciandolo.
Yuki – sama tremava e respirava affannosamente.
«Tra poco ti porto a casa» promise Dean.
«Non ce la faccio più» sussurrò Lucius mettendosi una mano tra i capelli.
«Lo so, lo so figliolo. Ma vedrai che andrà tutto bene da adesso in poi» cercò di tranquillizzarlo Dean.
Intanto un altro agente dichiarava l’ora del decesso della madre di Lucius, mentre le copriva il volto con un telo bianco.
 
 ----------------------------------------- ANGOLO DELL'AUTRICE -----------------------------------------------------------------------------

 ciao ragazze e buona domenica a tutte. eccovi qui questo nuovo e straziante capitolo. vi confesso che porre fine all'esistenza di Yuri mi è costanto molto, anche perchè era un personaggio complesso e da capire.
bene detto questo, spero che abbiate montagne di cose da dirmi e spero che non mi odierete se ho fatto soffrire ancora di più il nostro amato Lucius.
bene, ci sentiemo presto, tanti bacini a tutte voi e grazie perchè leggete, seguite e commentatte sempre.
Fiore
<3
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Fiore Blu