Scritta per Elena, la migliore amica che mi potesse capitare di trovare, che il 27/05/08 ha compiuto vent'anni.
(No, non l'ho finita di scrivere ora. Lei l'ha vista tempo addietro. Sono io che pubblico in ritardo su efp. xD)
Eccovi il terzo capitolo
della serie, nonché secondo dei sapori in programma.
Spero vi piacerà. ^^
Coffee
Una delle (secondo lui numerose) qualità di cui Sirius
Black si vantava spesso era quella di essere un grande osservatore.
Secondo
il suo modesto parere, infatti, nulla sfuggiva alla sua attenzione e anche i
particolari all'apparenza più insignificanti erano per lui una fonte continua di
informazioni. E a chi sosteneva che, più che perspicacia, la sua sembrava una
naturale predisposizione al ficcanasare impunemente nei fatti altrui come una
vecchia pettegola, lui mostrava un ghigno strafottente e si voltava in cerca di
qualcosa di nuovo da osservare.
Per questo motivo, quando entrò
nella cucina del numero dodici di Grimmauld Place in quell'anonima sera di fine
maggio, capì subito che c'era qualcosa che non andava.
Non tanto per Remus,
seduto al tavolo con una grossa tazza in mano, che sembrava a dir poco furioso
per una qualche ragione; o meglio, non solo. Fu infatti uno strano aroma diffuso
per la stanza che fece risvegliare completamente i suoi sensi indagatori:
caffè.
Ora, se Sirius, da parte sua, amava il caffè quasi in maniera
maniacale, lo stesso non si poteva dire per Remus, che solitamente aveva
letteralmente il voltastomaco al solo odore. Perciò, se non era un'allucinazione
e l'amico ne aveva veramente una tazza piena tra le mani, doveva
necessariamente essere successo qualcosa di grave. Di molto grave.
"Tutto
bene, Lunastorta?" domandò cauto, versandosi a sua volta una tazza dalla moka:
era ancora bollente, perciò il dramma esistenziale doveva essere ancora agli
inizi.
"Certo, Felpato. Perché?" rispose lui quasi con
indifferenza.
Sirius gli si sedette accanto, il sopracciglio alzato.
"Da
quando bevi caffè?" chiese, decidendo di essere diretto per una volta.
"Non
dovrei? Eppure sono anni che cerchi di convertirmi alla caffeina,
Sirius."
"Appunto, Remus caro. Però, dato che l'ultima volta che ho provato a
rifilartene un po' mi hai affatturato, puoi capire quanto questa novità mi
risulti strana."
Remus alzò le spalle, fissando la bevanda scura.
"Bisogna
saper superare i traumi infantili, in fondo" ribatté, riferendosi a quella volta
quando, ad undici anni, avevano fatto una gara di resistenza nelle cucine: chi
fosse riuscito a bere più caffè avrebbe potuto regnare sovrano nel dormitorio
fino a fine scuola. Remus aveva vinto quella sfida, ma a caro prezzo: per giorni
non era riuscito a chiudere occhio, gironzolando per scuola come uno zombie con
occhi rossi e gonfi per il sonno mancato, destando non poche preoccupazioni
negli insegnanti. Era stato talmente male che, da quella volta, il solo odore
della bevanda incriminata aveva il potere di fargli venire una nausea
colossale.
Il sopracciglio di Sirius svettò ancora più in alto, fatto che non
sfuggì a Remus, che però decise di ignorarlo.
"Remus, sii sincero: che
succede?"
"Nulla, Sirius. Te l'ho già detto, mi pare. "
"Sei furioso.
Furioso. E bevi caffè. Mi spieghi come potrebbe non esserci nulla?"
Remus lo
fissò negli occhi e Sirius, suo malgrado, vacillò: sperò di non dover essere
mai (o meglio, mai più) motivo di collera per quell'uomo;
sapeva essere spaventoso, quando ci si metteva.
"Per l'ultima volta, Sirius,
io..."
"Tu cosa, Remus caro?" fece la voce di Molly, mentre la proprietaria
entrava nella stanza con un sospiro.
"Nulla di importante, Molly. Tutto
bene?" chiese educatamente Remus, cercando di sviare il discorso. Sirius gli
lanciò un'occhiataccia: non aveva ancora finito di cogliere indizi,
no?
"Abbastanza, Remus. Un po' stanca, ma tiro avanti..."
"Molly, Remus
mente!" annunciò Sirius vendicativo, ottenendo subito uno sguardo omicida da
parte del licantropo; coraggiosamente, decise di ignorarlo.
"Come?" chiese
lei educatamente perplessa: da quando tra loro era Remus che mentiva?
"Sta
bevendo caffè!"
"E quindi?"
Sirius sospirò con rassegnazione.
"E allora
è successo qualcosa per forza" rispose lui come se fosse una cosa
scontata.
Molly lo fissò stranita.
"Sirius, sei sicuro di star
bene?"
Per tutta risposta, Sirius si schiaffò una mano sulla fronte,
incredulo. Remus, dal canto suo, sorrise appena prima di cambiare prontamente
argomento.
"Ignoralo, Molly. Sai che a Sirius piace sempre lavorare di
fantasia..."
Vide Molly annuire mentre Sirius gli assestava un preciso calcio
sullo stinco destro.
"Piuttosto, come mai sei stanca?" continuò, facendo
finta di nulla.
"Per via di Bill," rispose lei "sono settimane che rincasa
tardi la sera. Stanotte, poi, non è proprio tornato. È arrivato che era quasi
mezzogiorno passato. Credo si sia trovato una qualche fidanzata, ma non so chi
sia, e questo mi dà sui nervi, quindi non dormo" e fece una smorfia, come se
ancora non si potesse capacitare dell'affronto subito dal suo primogenito: sua
madre aveva pur diritto di sapere ogni cosa sulla sua ragazza e sulla
sua vita privata, no?
Sirius, totalmente disinteressato della vita amorosa
del figlio di Molly (quando si fissava su un segreto ben preciso, tutto il resto
non lo interessava finché non ne veniva a capo), drizzò nuovamente le antenne
quando notò la schiena di Remus irrigidirsi appena alla parola
‘fidanzata'.
Sorrise sornione e si sistemò meglio sulla sedia: quindi, Remus
si era preso una cotta. Una cotta per una ragazza. E, data la
reazione che aveva avuto, questa ragazza era quella di Bill. Di Bill
Weasley. Merlino, ci sarebbe davvero stato da divertirsi!
"Non hai
davvero indizi, Molly?" chiese quindi alla donna, osservando con la coda
dell'occhio le reazioni dell'amico che, con suo grande scorno, si mantenne
completamente indifferente, iniziando a sorseggiare il caffè con smorfie di
disgusto.
"Nulla di nulla, Sirius. Non si lascia sfuggire il benché minimo
segnale" rispose lei piccata.
"Mmmh... Tu hai qualche idea su chi potrebbe
essere, Remus?"
Remus sobbalzò, leggermente sorpreso di essere stato chiamato
in causa, ma riuscì comunque a borbottare che veramente non aveva la minima idea
di chi potesse mai essere la donna in questione, e ripiombò quindi nel mutismo
più totale.
Sirius sorrise furbo: la domanda era stata tutt'altro che
casuale, ovviamente, e la reazione di Remus perfettamente prevista era servita
al suo scopo, ovvero confermare i sospetti iniziali.
Ora, l'unica cosa che
rimaneva da fare, era capire chi fosse la fortunata.
Per comodità
sua, restrinse il campo alle conoscenze reciproche di Remus e Bill, eliminando
velocemente quasi tutte le candidate, finché non ne rimasero solo due abbastanza
giovani da essere fidanzate col giovane Weasley. Contando che, delle due, solo
una non aveva passato gli ultimi cinque mesi a fare piani e congetture per
riuscire ad attirare su di sé l'attenzione del licantropo, Sirius si ritrovò ad
eliminare anche l'ultima concorrente.
E spalancò gli occhi scioccato, quando
si rese conto di chi era.
Allibito, prese a fissare Remus con a
bocca aperta. Non poteva crederci. Era semplicemente impossibile. Cioè,
seriamente, lei era bella e tutto, ma che avevano in comune?
Certo, qualcosa
dovevano averla per forza, dato che si rifiutava categoricamente di credere che
Lunastorta - il suo vecchio amico Lunastorta - si fosse innamorato di Fleur
Delacour (ebbene sì, la suddetta ragazza era precisamente lei) per il mero
aspetto fisico.
Stava già per chiedere all'interessato qualche delucidazione
a tal proposito, quando la porta della cucina si aprì nuovamente, lasciando
entrare Tonks, che quel giorno aveva i capelli color mandarino.
"Bella gente.
Come va?"
Molly la salutò con cortesia, mentre suo cugino la ignorò
completamente, troppo preso dalla strana reazione che aveva avuto Remus dopo
aver sentito la voce di Tonks.
Il licantropo aveva infatti alzato gli occhi
verso la porta d'ingresso, per poi distoglierli non appena capito chi
fosse entrato. Inoltre, la schiena si era irrigidita ancora di più e una
smorfia, decisamente non dovuta al caffè posato sul tavolo, aveva fatto la
comparsa sul suo viso.
"Remus, tutto bene?" chiese; per tutta risposta,
quello emise uno strano grugnito, che decise di interpretare come un
sì.
Inutile dire che non gli credette nemmeno per un secondo.
Decise
quindi di prestare attenzione alla nuova arrivata, e la trovò a guardare Remus
con tristezza. Si scoprì dispiaciuto per lei, anche perché non capiva il motivo
per cui il diretto interessato si dovesse comportare come se fosse stato vittima
di una grande offesa: non avrebbe dovuto, no? Non con lei, almeno.
Incontrò
con gli occhi quelli di Molly: sembrava stupefatta non meno di lui per
l'improvviso gelo polare che era calato nella stanza.
Rispondendo quindi ad
un cenno di Sirius, la signora Weasley tentò di spostare l'attenzione dei
presenti su altro, e iniziò quindi una filippica sulla misteriosa fidanzata del
suo figlio maggiore.
Sirius trattenne a stento l'istinto di schiaffarsi la
mano sulla faccia: di tutti i discorsi che poteva trovare, proprio
questo?
Con la coda dell'occhio vide Remus storcere il naso e
fissare Tonks con sguardo inquisitore.
Un attimo: aveva detto
inquisitore?
Ma a lui piaceva Fleur. Quello sguardo avrebbe
dovuto farlo a lei. Non a Tonks. A meno che...
Spalancò gli
occhi quando un pensiero lo colse, poi si voltò completamente verso Remus. Lui,
impegnato com'era a fissare Tonks con malcelata irritazione, nemmeno se ne
accorse. Passò quindi lo sguardo sulla ragazza, che ascoltava Molly fingendo un
interesse che, in realtà, era palese non provasse; il fatto che si fosse
depressa, poi, era più che evidente dai suoi capelli ora nero pece.
Sirius
sorrise sornione mentre l'idea risolutiva lo coglieva. Fu quindi con un lampo
malandrino negli occhi che, come se niente fosse, interruppe la conferenza di
Molly.
"Molly, ti spiace salire di sopra con me per qualche minuto?"
La
signora Weasley, decisamente sorpresa dalla proposta dato lo sguardo ancora
glaciale di Remus, lo guardò interrogativa. Sirius sospirò interiormente,
ripromettendosi di concordare con lei dei segnali segreti per comunicare meglio,
in futuro.
"Ricordi? Mi avevi detto che morivi dalla voglia di
studiare meglio il... l'albero genealogico della mia famiglia. Dicevi
che forse avevi trovato un incantesimo adatto per staccarlo, ricordi?"
sottolineò per bene l'ultima parola, sperando che cogliesse l'allusione nemmeno
troppo velata ‘zitta e schiodiamo da qui'.
Fortuna volle che Molly cogliesse
il messaggio e, borbottando scuse che nessuno degli altri due capì veramente,
uscì dalla stanza al seguito di Sirius.
Una volta richiusa dietro di loro la
porta, Molly si voltò verso l'altro, le mani sui fianchi e un'espressione
battagliera sul volto.
"Insomma, Sirius. Che ti è preso?"
Lui le fece
cenno di restare in silenzio poi, senza nemmeno notare le guance gonfie di
stizza di Molly, puntò la bacchetta verso la porta e vi fece delle mosse
complicate. A questo punto sorrise, avvicinandosi e premendo l'orecchio contro
la superficie di legno.
"Ma che stai facendo?" chiese Molly
confusa.
Sirius si posò l'indice sulle labbra e sorrise.
"Cara Molly, come
pensi che facessimo ad ascoltare le riunioni dei professori, ad Hogwarts? O le
storielle estremamente imbarazzanti dei Serpeverde? O, di nuovo, i discorsi di
Lily su James quando ancora lei lo odiava e lui si disperava?" il sorriso si
allargò mentre la donna spalancava la bocca dalla sorpresa "Ci abbiamo messo
mesi a perfezionare questo incantesimo che ci permette di origliare a piacimento
e che annulla i nostri rumori, ma credimi ne vale la pena. Per certi versi è
molto meglio delle Orecchie Oblunghe di Fred e George, con tutto il rispetto per
il loro ingegno che, obiettivamente, renderebbe fiero ogni buon
Malandrino."
Per un istante Molly sembrò indecisa se catalogare
quell'affermazione come un complimento o come un presagio di catastrofe
imminente per i suoi figli più problematici, ma non ebbe il tempo di prendere un
decisione definitiva perché Sirius le stava facendo cenno di avvicinarsi per
ascoltare.
"Mmmh, non sono certa che sia giusto origliare così, Sirius"
protestò debolmente.
"Molly cara," sospirò lui "per prima cosa, tutto ciò può
essere definibile come karma, dato che Remus ha utilizzato questo incantesimo
innumerevoli volte negli anni, oltre ad aver contribuito non poco alla sua
creazione; secondo, lo facciamo a fin di bene, dato che è più che chiaro che
mi nasconde qualcosa, e io credo anche di sapere cosa, ma una
conferma in più non fa mai male; terzo," sorrise sornione "non vuoi sapere
chi sarà la tua futura nuora?"
Come aveva previsto, alla parola
‘nuora' Molly drizzò le orecchie e parve convincersi lentamente. Quindi si
avvicinò e, dopo che ebbe poggiato il suo orecchio alla porta, spalancò
nuovamente gli occhi, sorpresa per la chiarezza con cui si sentivano i discorsi
provenienti dall'interno.
Il sorriso sul volto di Sirius si allargò
ulteriormente: le cose si stavano facendo decisamente
interessanti.
Non appena i due erano usciti, all'interno della stanza era
calato un silenzio pesante e, a detta di Tonks, del tutto
ingiustificato.
Quando Remus l'aveva accolta con uno sguardo che avrebbe
fatto venire i geloni anche ad un pinguino, la ragazza aveva istintivamente
pensato a cosa avrebbe potuto scatenare questa reazione nel pacato, controllato
e razionale Malandrino. Inutile dire che non aveva trovato nemmeno una
motivazione che le potesse sembrare almeno vagamente
plausibile.
D'accordo, gli era capitombolata addosso il giorno prima,
scendendo le scale. E sì, dopo essergli ruzzolata contro lo aveva anche
trascinato per terra con sé, facendogli probabilmente riportare un livido sul
sedere grande come l'Irlanda come ferita di guerra. E, ovviamente, il ritratto
della cara e vecchia mamma Black si era puntualmente risvegliato, rompendole le
uova nel paniere mentre se ne stava ben bene tra le braccia forti (o meglio,
sullo stomaco dolorante) del suo licantropo preferito, che era quindi dovuto
correre a chiudere le odiate tende. Ma, diavolo, questo piccolo e insignificante
incidente non poteva aver condizionato così i loro rapporti, no?
‘O forse
sì,' le sussurrò una vocina nella sua testa "forse lui è stufo dei tuoi disastri e ti odia.'
"Non è
vero!" ribatté lei.
'Sicura?'
No, si rispose, non lo era.
Affatto.
Ninfadora si morse il labbro inferiore, odiando con tutta se stessa
quella vocina petulante e noiosa che ogni tanto spuntava fuori per tormentarla e
che, stavolta, poteva anche aver ragione.
Meccanicamente, giusto per tenere
le mani occupate, si diresse verso i fornelli e storse il naso davanti alla moka
da cui l'aroma continuava a uscire: lei odiava il caffè.
Lanciò di
sfuggita un'occhiata a Remus, che aveva preso a leggere la Gazzetta del Profeta
sorseggiando la sua bevanda: dalle smorfie disgustate che faceva, nemmeno lui
doveva gradirlo molto. Ma allora, per tutti i druidi e affini, perché diamine lo
beveva?
Tonks sospirò leggermente mentre si spostava verso la credenza dove
stava il barattolo delle foglie di tè; fu sorpresa di trovarlo quasi pieno. Con
la coda dell'occhio vide l'ennesima smorfia di Remus che annusava diffidente il
contenuto della tazza, e si chiese una volta di più che gli stava succedendo
quel giorno.
Storse nuovamente il naso, confusa, poi, senza una parola, si
diresse verso i fornelli e riempì d'acqua una teiera. Mentre aspettava che
bollisse, si chiese se non avrebbe dovuto provare ad intavolare una
conversazione, così, tanto per vedere se lui le avrebbe almeno rivolto la
parola.
L'onore di una decisione le fu tuttavia risparmiato da Remus stesso
che, posando momentaneamente giornale e tazza, le disse in modo piuttosto
freddo.
"Fossi in te starei attenta: ti manca tanto così per essere
scoperta."
Panico.
Era questo che Ninfadora, Auror brillante e
preparata, si ritrovò a provare dopo le parole di Remus.
Ignorando l'acqua in
via di ebollizione, si voltò verso l'uomo, trovandolo a fissare insistentemente
una macchia d'umidità sul soffitto. Sembrava profondamente irritato, anche più
di prima.
Tonks deglutì, mentre il terrore la invadeva: che l'avesse
scoperta? Che avesse capito, nonostante tutti i suoi tentativi di nasconderlo,
che gli piaceva? Merlino e Morgana, era così! Per questo motivo faceva tanto il
sostenuto e la ignorava: evidentemente non era interessato e non sapeva come
comportarsi con lei.
Ma come aveva fatto a capirlo? Come? D'accordo, quando
c'era lui la sua goffaggine aumentava e si, i suoi capelli che variavano
immancabilmente sul rosso acceso e sul rosa cicca quando lui era presente
potevano costituire un indizio, ma che lui l'avesse capito da questo... Flamel,
che era, un genio?
"Di... dici?" balbettò, sperando di suonare almeno
vagamente indifferente. Poteva sentire la vocina infame ghignarsela
impunemente dentro di lei.
"Già," continuò lui, sempre senza guardarla "ti
conviene fare attenzione se non vuoi essere
scoperta."
"Oh."
"Eh."
"Grazie per il pensiero."
"Di niente" la sua
voce suonava tranquilla, ma il tono era glaciale; improvvisamente, Ninfadora si
sentì come gli eschimesi nei loro igloo.
"Ma sarebbe poi così grave?" chiese
senza pensarci.
Per la prima volta dall'inizio della loro strana
conversazione, Remus la guardò, un sopracciglio alzato.
"Come?"
"Dicevo,
sarebbe poi così sbagliato se... se si capisse?"
Il sopracciglio si corrugò,
e lui spostò lo sguardo altrove. Sembrava vagamente offeso e Ninfadora desiderò
sprofondare nella terra per non uscirne mai più.
"Non so, Tonks. Non è a me
che dovresti chiederlo, no?"
Mentre di solito avrebbe esultato per non essere
stata chiamata col suo orribilmente orrido nome di battesimo, Tonks si
demoralizzò ancora di più: lui era l'unico che la chiamasse per nome. L'unico.
Se era passato con nonchalance al cognome, significava una sola cosa: la
odiava.
"E a chi dovrei chiederlo, allora?" chiese, più per non soffermarsi
su quel ‘Tonks' che per altro.
"Beh, a lui, mi pare ovvio."
"
‘Lui'... ?" ripeté Ninfadora confusa " ‘Lui' chi, scusa?"
Remus la fissò, il
sopracciglio sempre più in alto.
"Come ‘lui chi'?"
"Lui chi?" ribadì lei
"Sono una Matamorphomagus, Remus, non una Legilimens. Sii più chiaro."
Il
famoso sopracciglio sparì sotto i capelli.
"Chi vuoi che sia?" chiese
"Bill."
D'accordo, pensò Remus, forse non era stato esattamente
un gentiluomo.
Eppure se l'era ripromesso, la mattina. Si era detto che
sarebbe stato pacato, controllato e razionale. Che si sarebbe alzato, le si
sarebbe avvicinato e le avrebbe stretto la mano, facendole le sue più vive e
sincere congratulazioni per il suo nuovo fidanzato. Il tutto ignorando quello
strano nervosismo che l'aveva colto dal momento in cui aveva scoperto la novità,
il pomeriggio precedente. Nervosismo che ancora non si spiegava, ma che lo
assillava con la costanza di una pulce su Sirius (forma canina) e che l'aveva
portato ad infrangere il giuramento fatto a se stesso quando aveva undici anni:
mai - mai più bere caffè.
Portò la tazza alle labbra: per il
cardigan della Umbridge, come faceva schifo!
Una volta in più si chiese per
quale masochistica ragione non si fosse preparato un bel sano e vecchio tè per
calmarsi. Forse perché sapeva che, sicuramente, un tè non sarebbe bastato; ci
voleva qualcosa dal sapore talmente nauseante che sarebbe tranquillamente
riuscito a non pensare a quella strana sensazione che lo tormentava impunemente
e che non sapeva (o voleva) spiegarsi.
Peccato che non fosse servito
a nulla. E, per di più, aveva anche trattato male Ninfadora, che di per sé non
aveva fatto nulla.
La sbirciò con la coda dell'occhio, aspettandosi di
trovarla rassegnata a dover condividere il suo segreto almeno con lui, ma la sua
reazione lo spiazzò: Tonks, che aveva la bocca spalancata e gli occhi sbarrati,
pareva sinceramente confusa.
"Bill?" disse "Perché, esattamente, dovrei
parlarne con Bill?"
Remus storse il naso, infastidito.
"Con chi ne
dovresti parlare, scusa? Con Grattastinchi?"
Tonks storse il naso a sua
volta, indispettita.
"Pensavo più ad un canide cencioso e lunatico, ma vabbé"
ribatté con tono indispettito.
Remus parve confuso: parlarne con Sirius? Ma
era pazza?
"Non credo sia una buona idea. Potrebbe risultare... snervante,
alla lunga."
Tonks lo guardò sempre più confusa.
"Snervante... ?"
"Già.
Parliamo si Sirius, in fondo, e lui sa essere dannatamente insistente e noioso
quando ci si mette."
"Sirius... ?" chiese titubante, come se non capisse che
c'entrasse il cugino.
"Sì. Ah, sta attenta soprattutto a Molly, tra
parentesi: è decisa a scoprire tutto."
"Oh."
Remus la guardò aggrottare la
fronte, come se le sfuggisse qualcosa.
"Ma, scusa, perché dovrei stare
attenta?" domandò infine.
"Perché, vorresti davvero che vi
scoprisse?"
"Ci... ?"
Remus la guardò storto: Merlino, doveva
proprio dirlo?
"Tu e Bill..." concluse senza guardarla.
"Io e...
?"
"Già," iniziò, riprendendo in mano il giornale "è decisa a scoprire chi
sia la sua fidanzata."
"Oh" Tonks parve riflettere attentamente sulle sue
parole "E quindi?"
"Come, ‘quindi'?!"
"Perché mi dovrebbe interessare?"
ribadì lei.
"Ma scusa," ribatté lui poggiando di nuovo il quotidiano "se non
ti importa, perché non gliel'avete ancora detto?"
Tonks lo fissò
incredula.
"Remus, seriamente: che ti fa pensare che io sia la fidanzata di
Bill?"
Il licantropo si zittì poi, con l'espressione di uno che avrebbe
preferito scavarsi la fossa da solo piuttosto che confessare, borbottò un "vi ho
visti" senza guardarla in faccia, l'espressione truce.
"Come?"
"Vi ho
visti" ripeté "ieri, a Diagon Alley. Da Florian" specificò.
Bene, ormai era
fatta: ora gli avrebbe dato dell'impiccione, del guardone e, probabilmente,
anche del rompiscatole. Tutti i complimenti che era solito rivolgere lui stesso
a Sirius, per intenderci; e, detto sinceramente, il fatto che nella testa di
Tonks avesse raggiunto gli stessi livelli di ficcanasaggine del caro Felpato,
non era decisamente una cosa positiva.
No, decisamente no.
"Tu ci hai
visti da Florian?"
"Già. Ieri pomeriggio. Vi abbracciavate. Con slancio,
direi" specificò di malavoglia.
Non aggiunse che vi era capitato casualmente,
mentre andava ad acquistare alcuni ingredienti per una pozione. E non aggiunse
nemmeno che, sempre casualmente, li aveva scorti ai tavolini della gelateria e
che, mentre alzava un braccio per richiamare la loro attenzione, aveva visto lei
saltare letteralmente al collo di Bill, urlante di gioia, rovesciando a terra le
enormi coppe di gelato e il tavolo: in fondo, come avrebbe potuto (o
voluto) credere alla casualità?
Fu invece per motivi totalmente
diversi che evitò di specificare che la situazione l'aveva lasciato, come dire,
a bocca spalancata, incapace di formulare pensieri coerenti per diversi minuti e
che poi, ovviamente, l'unica cosa a cui era riuscito a pensare era quella di
tornarsene a casa. Ugualmente non specificò che, dopo i primi minuti di shock,
era subentrato un qual certo... nervosismo, inspiegabile ma concreto, che
l'aveva portato alla drastica soluzione della caffeina. Non teina,
caffeina. Morgana, come aveva toccato il fondo!
Sospirò pesantemente
mentre aspettava l'imminente (e, immaginava, lunga) sfuriata della
ragazza.
Aspettò.
Aspettò.
Non accadde nulla.
Si arrischiò quindi ad
aprire un occhio per sbirciare le reazioni di Tonks, ma lì spalancò entrambi
subito dopo: lo guardava infatti divertita, come se non si fosse mai trovata
davanti niente di più buffo, e si teneva una mano sulla bocca nel tentativo, non
troppo riuscito, di non scoppiargli a ridere in faccia.
"Io... pff... con...
con Bill... pff... AHAHAH!" Ninfadora si piegò letteralmente in due, quasi
sdraiandosi sul tavolo, e prese a battere forte un pugno sulla tavola di legno
nel tentativo (fallito) di calmare le risate.
Remus storse il naso e serrò le
labbra, piccato: che diamine le prendeva, ora?
"Per favore,
contieniti."
Ma lei non lo ascoltava, troppo presa a ridere sguaiatamente,
come se non avesse mai sentito nulla di più spassoso in vita
sua.
"Tonks!"
Il suo nome (o, meglio, il suo cognome) parve avere,
miracolosamente, il potere di calmarla un po'. Alzò la testa, prima poggiata sul
braccio non impegnato a distruggere il tavolo, sbatté le palpebre un paio di
volte e inspirò profondamente per calmarsi.
"D'accordo, sono calma, più o
meno" disse, asciugandosi una lacrima sfuggita dai suoi occhi.
"Scusa,"
aggiunse poi, guardandolo di sottecchi "ma quando mi hai associata
sentimentalmente a Bill... Beh, diciamo solo che non sentivo un'idea più
pazzesca da... dal mio battesimo, credo" rise "Ma non pensare di aver battuto
mia madre: il ‘nome proibito' è ancora saldamente ancorato al primo posto, nella
mia classifica personale."
Remus continuò a fissarla confuso.
"Ma... e
l'abbraccio?"
"Cosa, quello?" rise lei "Io e Bill non saremo fidanzati,
Remus, ma siamo sempre stati ottimi amici."
"E tu i tuoi amici li abbracci
tutti così?" chiese dubbioso; scelse di ignorare quella vocina dentro di lui
che, offesa, gli faceva notare come lui non fosse mai stato
abbracciato a quel modo, nonostante fossero amici.
"Non tutti,"
concesse "O, almeno, non se non hanno belle notizie da darmi e Bill, ieri, me ne
stava dando una ottima. Per lui, almeno: non so quanto Molly sarà
felice, quando lo saprà."
"Notizia... ?" domandò: la rabbia stava svanendo
lentamente, e la curiosità che lo distingueva da sempre stava facendo
rapidamente capolino.
"Uhuh," rispose lei con fare saputo.
"Quale
notizia?" specificò allora lui dopo qualche secondo, non ottenendo una risposta
degna di questo nome.
Ninfadora, per tutta risposta, sorrise
sorniona.
"Oh, quindi ora abbiamo sotterrato l'ascia di guerra,
professore?"
"Colpito e affondato" pensò lui.
"D'accordo, forse -
ripeto, forse - sono stato un tantinello scortese, oggi."
"Oh, un
‘tantinello' dice? Sa che non l'avevo notato?"
"Touché" ammise "come posso
farmi perdonare, signorina Ninfadora?"
Il viso di Tonks si aprì in
un sorriso inaspettato che s'affrettò subito a trasformare in un ghigno. Sadico,
per intenderci.
"Riprende anche a chiamarmi per nome, ora, professore? Vuole
per caso essere affatturato?"
Remus sorrise furbo.
"Lungi da me l'essere
sfiorato da cotal pensiero, giovane Ninfadora."
Le sfuggì una
risatina, e Remus sorrise d'istinto.
"Non pensare di essere perdonato,
professore" precisò lei "devo solo avere il tempo per trovare una tortura che
sia abbastanza crudele per te."
"Pensavo ti bastasse la Cruciatus, per
quello."
"Scherzi?" rispose lei teatralmente "ho in mente qualcosa di molto,
molto peggiore dell'ormai banale Cruciatus. Sarà qualcosa di così doloroso che
non riuscirai nemmeno a reggerti in piedi, dopo..."
Remus si finse
terrorizzato e Ninfadora rise di nuovo, apertamente stavolta.
"A proposito,
professore, come mai tanto interesse per Bill?" chiese quasi con
noncuranza.
Remus congelò sul posto, fissandola con espressione
semi-terrorizzata: già, perché gli interessava?
Ancora insicuro sulla
risposta che le avrebbe dato, aprì la bocca per parlare, ma fu salvato
all'ultimo momento dal fischio della teiera, segno che l'acqua per il tè era
pronta. Subito, Ninfadora corse a spegnere il fuoco, rischiando di rompersi la
testa inciampando nella sedia, ma Remus, perso com'era tra i suoi pensieri,
quasi non se ne accorse.
Sinceramente, non avrebbe saputo spiegare il suo
comportamento. Non in modo razionale, almeno.
Tentò inizialmente di imputare
la sua lunaticità alla luna piena, ma mancavano ancora quasi due settimane al
plenilunio, quindi quell'ipotesi era da buttare.
Provò allora a convincersi
di essere stato semplicemente preoccupato per la sua buona amica, ma anche
questa spiegazione non tornava: Bill era un bravo ragazzo, lo conosceva bene, e
Ninfadora era tutt'altro che una bambina, ormai.
Si passò le mani sulla
faccia, pensieroso, quando sentì il rumore di qualcosa che veniva posato davanti
a lui; aprì appena le dita per vedere e notò che c'era una tazza accanto a
quella di caffè ormai freddo.
Tè.
Lo prese lentamente in mano, spostando
lo sguardo sulla ragazza che ne sorseggiava a sua volta, stravaccata sulla sedia
accanto a lui.
"Che... ?"
Ninfadora alzò le spalle; non arrossì, ma i suoi
capelli variarono immediatamente sul rosso fuoco.
"È tutta la sera che fai
smorfie bevendo quel caffè, così, dato che ne preparavo per me, ho pensato di
offrirtene un po'. Ma non s'illuda, professore: la vendetta è solo rimandata"
aggiunse in fretta, vedendolo sorridere.
"Grazie, Ninfadora" le disse
semplicemente.
Lei alzò le spalle, e i suoi capelli variarono sul solito rosa
cicca che aveva imparato ad associarle.
"Ancora non hai risposto alla mia
domanda, comunque" gli fece notare qualche secondo di silenzio dopo.
Remus
posò il the, guardandola fisso, senza sapere cosa le avrebbe risposto.
"Tu
sei buffa" disse semplicemente.
"Questo concetto è già stato chiarito molto
tempo fa, direi" ribatté lei ironica.
"Tu sei buffa," ripeté "Forse, temevo
non lo saresti più stata, con un fidanzato accanto" e, nonostante tutto, Remus
sentì che, più o meno, la ragione era davvero quella.
Ninfadora, dal
canto suo, lo fissò come se fosse indecisa tra il piangere e lo scoppiare a
ridere. Alla fine, optò per la seconda soluzione.
"Per la miseria, Remus"
riuscì a dire tra le risate "sei proprio strano, sai?"
"Mai detto il
contrario, Ninfadora cara" rispose, prima di unirsi alle risate.
Poi alzò il
suo the verso di lei, e Tonks lo imitò.
"Alla stranezza,
quindi?"
"Brindisi quanto mai adatto, professore" e ricominciò a
sghignazzare.
Qualche minuto dopo, Remus parve ricordarsi un piccolo
dettaglio che, fino ad allora, gli era sfuggito.
"A proposito Ninfadora,
qual'era la notizia di Bill?"
Ninfadora sorrise maliziosa, sporgendosi con
fare cospiratorio verso di lui.
"Lo vuole davvero sapere, professore
impiccione?"
Remus annuì.
"Scordatelo" e scoppiò di nuovo a
ridere.
Remus sorrise: in fondo, Bill non era poi così importante, no?
Ninfadora che rideva con i capelli rosa tutti spettinati era decisamente
meglio.
Quasi, gli sembrava che rendesse migliore anche l'odore del
caffè.
Dall'altra
parte della porta della cucina, Sirius sghignazzò: e brava Tonks, allora
qualcosa dalla sua famiglia lo aveva ereditato!
Si scostò dalla tavola di legno vecchio e
sospirò; poi, facendo segno a Molly di non fare il minimo rumore, sciolse
l'incantesimo che vi aveva lanciato.
Lentamente
e silenziosamente si spostarono in salotto, dove Sirius si lasciò cadere sul
divano tarlato: fare i ficcanaso era stancante, dopotutto.
"Ah,
quel Remus," sospirò "deve sempre complicare la vita a se stesso e, soprattutto,
a me."
"A te?" chiese Molly.
"Ovviamente, Molly" rispose lui "di chi credi
sarà il compito di fargli capire una buona volta che, forse, Tonks non è solo
una sua amica? Mio, ovviamente."
"Quindi credi non l'abbia ancora capito?"
domandò, sedendosi accanto a lui "Credevo che la sua fosse solo una mossa
evasiva. Insomma, tutta quella storia del ‘sei buffa' non è molto...
convincente, ecco."
Sirius rise appena, stiracchiandosi per bene.
"Credimi
Molly, è convinto veramente di quello che ha detto; lo conosco bene,
io."
Molly storse il naso.
"E dire che lo credevo un persona
intelligente."
"Oh, lo è Molly, credimi. Non sottovalutare mai la sua
intelligenza, te ne pentiresti e lo dico per esperienza personale: la prima (e
unica) volta che ho fatto una simile insinuazione di fronte a lui, non ho potuto
sedermi per un mese senza provare un dolore atroce. È un genio del male
travestito da angioletto, quello."
"Insinuazione... ?" chiese
dubbiosa.
"Beh, forse non era solo un'insinuazione. Forse - ripeto, forse - l'ho anche
chiamato ‘secchione buono solo a studiare' in un momento di rabbia post-litigio,
ma non soffermiamoci su questi dettagli irrilevanti: in fondo, ero solo un
dodicenne inesperto, incauto e innocente."
Molly sbuffò, senza credere per un
solo istante che Sirius Black potesse essere stato definito ‘innocente' in un
momento qualunque della sua vita. L'uomo, da parte sua, decise di
ignorarla.
"Comunque sia, Molly," riprese quindi "Remus potrà essere
intelligente quanto vuoi, ma su alcune questioni è lento, dannatamente lento.
Così lento che, lasciandolo fare, probabilmente impiegherebbe anni per
connettere i giusti neuroni e fare i dovuti collegamenti. Per questo motivo
dovrò essere io a mostrargli il giusto cammino da
seguire."
"Tu?"
"Ovviamente, Molly cara. Avevi forse qualche
dubbio?"
La donna non rispose, ma lo fissò eloquentemente: Sirius l'ignorò di
nuovo.
"E come credi di fare?"
"Oh, lo vedrai, Molly. Devo solo aspettare
l'occasione propizia" rispose con un sorriso maligno sulle labbra.
Molly
trasalì leggermente, sentendosi profondamente dispiaciuta per quel povero
disgraziato di Remus.
"Non ti facevo così manipolatore, Sirius."
"Beh, in
qualche modo dovrò pur passare il tempo, non trovi?" rispose lui leggero "E
manipolare gli altri è sempre divertente. Chiamami pure ‘Re nell'ombra', d'ora
in poi."
" ‘Re nell'ombra'... ?"
"Già, colui che giostra le azioni altrui
come un marionettista con i suoi pupazzi."
"Sei sadico, Sirius. Lo sai,
vero?"
"Troppo buona" ripose lui "Davvero, tutti questi complimenti mi
faranno arrossire, prima o poi."
Molly sospirò.
"Peccato, però: non sono
nemmeno riuscita a saper qualcosa della fidanzata di Bill."
"Oh, io non mi
preoccuperei se fossi in te, Molly cara: sono certo che molto, molto presto,
saprai più di quanto vorresti."
Molly alzò un sopracciglio; Sirius rise, poi
guardò l'orologio.
"Che dici Molly, caffè?"
Molly mugugnò un assenso e
precedette il mago fuori dal salotto. Sirius sorrise appena, poi si alzò,
stiracchiandosi per bene. Cercò di non pensare a quanto tempo ed energie avrebbe
dovuto investire nella sua missione pro Remus e Tonks: Santa Morgana, quando
quell'uomo non voleva capire qualcosa,
era un'impresa convincerlo!
Ma ci sarebbe riuscito: aveva un sacco di tempo
libero e, soprattutto, era Sirius Black. E Sirius Black non falliva. Mai. Presto
anche Remus, che negava questo principio assoluto da tempo immemorabile, avrebbe
dovuto ammetterlo.
Inutile dire che, poi, lui avrebbe gongolato
impunemente. In fondo, era Sirius Black, no?
Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che io sono
come Sirius: amo la caffeina in maniera viscerale, letteralmente. U_U Però non
riesco proprio a vedercelo Remus con una tazza di caffé in mano, invece che di
tè, perciò ho deciso che lui lo odia. Che la caffeina mi perdoni se commetto
eresie del genere. XD
Secondo, l'espressione "Re nell'Ombra" non è mia, come sia Ale che Lady avrenno già notato. xD L'ho infatti ripresa dal un qualcerto anime che io venero, tale "Host Club". Nel caso lo conosciate, mi inchino, ma se non lo conosceste... beh, che aspettate? Per vedere gli episodi basta che andiate sul mio prfilo e trovate il link per vederli... è esilarante e vi conquisterà, fidatevi. Se volete ridere (o, meglio, sbellicarvi dalle risate fino a star male) è quello che fa per voi. xD
Ok, non ho nient'altro da aggiungere se non di
scusarmi se questa shot è sottotono, ma è un capitolo di transizione necessario
per passare al prossimo. Scusate! >.<
Vabbé... Grazie davvero per aver letto.
Besos^^