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Autore: JessyR89    09/03/2014    6 recensioni
Una richiesta inaspettata, nuovi legami e amicizie, decisioni difficili.
Quanto possono legarsi due anime?
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Izzy Lightwood, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Spoiler!, Tematiche delicate
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Buona Domenica a tutte!!! lo so che ho pubblicato solo 3 giorni fa, ma volevo togliervi un pò di curiosità!!!
Buona lettura!


Jace osservò la scena interdetto, il  comportamento di Clary l’aveva spiazzato. Vederla baciare Sebastian era stato un duro colpo, il suo stomaco si era contorto e sentiva le ginocchia deboli. Strinse gli occhi per scacciare quell’immagine e concentrò la tua attenzione su Sebastian, che si muoveva lentamente, girava la lama con il polso, facendole fare un otto. Quel movimento gli ricordò tanto Valentine.
Jonathan si parò davanti a Jace, gli sorrise e improvvisamente alzò la spada. Jace riuscì a parare il colpo d’istinto, frapponendo, tra la sua spalla e la lama demoniaca, la sua spada. Fece leva e la scacciò via con tutte le forze che gli erano rimaste, facendo indietreggiare Sebastian.
Jonathan rise beffardo e si rilanciò all’attacco.
Simon e Raphael si posizionarono ai lati dell’entrata della casa, uno su ciascun angolo, e simultaneamente colpivano i Cacciatori Oscuri che tornavano dal campo di battaglia con dei corpi feriti. Cosi facendo riuscirono a evitare che circa 50 Shadowhunters venissero trasformati. Ma il via vai era piuttosto intenso e non avrebbero resistito a lungo.
“Abbiamo bisogno di rinforzi” suggerì Raphael.
“Non possiamo allontanarci di qui, perderemo il piccolo vantaggio che abbiamo su di loro. Dobbiamo resistere” Simon sapeva che una sola persona lì non avrebbe potuto far molto. Era un rischio tornare tra la battaglia e cercare aiuto, avrebbero potuto essere uccisi e il lavoro fatto vanificato.
Isabelle si muoveva tra i Cacciatori, le gambe le dolevano e aveva finito le armi a sua disposizione, le restava solo la frusta e una lama nella cintura, ma era determinata. Cercò con lo sguardo Simon, non riusciva a vederlo, un moto di paura prese il sopravvento. Continuò a guardarsi intorno finchè lo sguardo non le cadde su Jace, che si fronteggiava con Sebastian. Corse in aiuto del fratello, ma un demone le bloccò la strada. Era ricoperto da una spessa scorza nera come carbone, aveva la pelle molto rossa e dalle sue fauci usciva un liquido giallino molto viscoso. Lo colpì con una frustata e questi urlò, sputando quella materia gialla addosso alla ragazza. A contatto con la sua pelle, quella sostanza le urticò le braccia. Strinse i denti ricordandosi il dolore provato qualche giorno fa. La rabbia le annebbiò la mente, cominciò a fendere frustate alla cieca, saltò, estrasse la lama angelica dalla cintura e la conficcò nelle spalle del demone, che si accasciò al suolo. Riprese fiato, ma un’altra donna stava arrivando alle sue spalle, schioccò la frusta.
Jonathan Morgenstern si avventò su Jace con la spada dritta verso di lui. Jace riuscì a schivare il colpo con un balzo di lato. Si voltò verso la casa, Clarissa osservava il duello tra lui e Jonathan, inizialmente con aria inespressiva, ma la sua espressione si fece truce quando incontrò gli occhi di Jace. Non sembrava nemmeno lei. Aveva un trucco pesante, i capelli legati alti, con i riccioli che le cadevano come i rami di un salice e continuava a guardarlo con astio. Non sentì arrivare Jonathan che gli sferrò un calcio alla schiena, facendolo cadere con le mani sul terreno, ormai umido della pioggia che aveva cominciato a cadere sul campo. Provò a rialzarsi, doveva reagire, strinse l’elsa della spada angelica e parò un fendente che stava per abbattersi sulle sue spalle. Si voltò rialzandosi di scatto.
 “credevo che fossi migliorato dall’ultima volta che ci siamo incontrati” lo provocò Jonathan, gli occhi neri erano cerchiati e spiccavano sul suo colorito pallido “ o forse la mia Regina ti distrae? È bellissima non è vero?” si leccò le labbra guardando verso Clary, che ricambiò con un sorriso.
Jace esplose, non vedeva più niente davanti a sé, una nebbia bianca e fitta gli ostacolava la vista, impedendogli di ragionare. Urlò e si lanciò contro Jonathan, il quale parò il colpo all’altezza del petto. Lo spinse via e riattaccò, fecero cozzare  le loro spade come in una danza. Jace estrasse un coltello e lo lanciò verso Sebastian ferendolo a un braccio.
 “ tutto qui?” ghignò Jonathan, prima di spegnere il suo sorriso e deformare la bocca in una smorfia di crudeltà. Si avventò su Jace piantandogli un pugno alla mascella, la sua mano si colorò di rosso vivo, sangue. Lo guardò soddisfatto.
Jonathan si mosse all'attacco di nuovo, incalzò i fendenti, che divennero sempre più intensi e regolari, e fece indietreggiare di parecchi passi Jace. Alzò la spada e mirò al petto del ragazzo, ma venne fermato dalla sua lama angelica. Spinse la spada con tutte le sue forze, ma incontrava parecchia resistenza; nonostante questa però, riuscì ad avvicinare la lama all’altezza delle gola di Jace, che ormai si trovava in seria difficoltà, con gli stivali che scivolavano sul terreno e la stanchezza nelle braccia. Jace alzò ancora una volta lo sguardo verso Clarissa. Era concentratissima sul fratello e non lo degnava nemmeno di uno sguardo. Questa piccola distrazione gli fu fatale. Jonathan allontanò repentino la spada e la piantò nel suo fianco, affondando la lama nella sua carne fino all’elsa. Jace spalancò gli occhi e le gambe gli cedettero. Jonathan rise ed estrasse con violenza la spada dal suo corpo, facendolo tremare.
“JACE!” La voce di Alec gli arrivò alle orecchie attutita dai fischi che avvertiva per il dolore.
Jonathan si voltò e trovò dietro di sé Isabelle. Lo sguardo di fuoco, la frusta stretta nella mano destra, che fece schioccare per terra con fare minaccioso. Non appena la frusta toccò terra si illuminò ed emise un sonoro schiocco.
“Credi davvero di farmi paura? Sei solo una ragazzina guastafeste, proprio come era tuo fratello!” La derise.
Isabelle fu presa da un moto di rabbia incontrollabile. Le sue mani cominciarono a tremare e fece partire la frusta, che colpì in pieno petto Jonathan, ancora in preda alle risate ripensando alla cattiveria più grande che avesse mai fatto nella sua nera esistenza. Il colpo fu secco e lo fece zittire immediatamente. Isabelle era indomabile, a quel colpo ne aggiunse di altri, finchè Jonathan non le afferrò la frusta, facendogliela scivolare di mano e gettandola per terra. La colpì con un calcio allo stomaco, approfittando del suo attimo di smarrimento. Izzy cadde per terra, era sfinita, la ferita nel suo cuore per la morte di Max non era ancora del tutto chiusa, anzi pulsava sempre più ogni volta che guardava il suo assassino in faccia. Non si sarebbe fatta abbattere da lui, voleva vendicare Max, Clarissa, che se ne stava in disparte senza battere ciglia, e Jace che era stato ferito. Aveva distrutto la sua famiglia, l’aveva fatta soffrire, era come un circolo vizioso dalla quale non riusciva mai a uscire. Si alzò furiosa, le lacrime minacciavano di sgorgare, odiava essere emotiva e mostrare soprattutto le sue emozioni, corse incontro a Jonathan senza armi, era una follia lo sapeva, ma le sue gambe erano come se si muovessero da sole. Con un ghigno stampato sul viso, Jonathan le andò incontro, la afferrò per il collo, fermando la sua avanzata e, sollevandola, la lanciò di peso facendola atterrare sul cadavere di un Cacciatore oscuro, con gli occhi sgranati e una spada conficcata all’altezza del cuore. Isabelle inorridì, il cuore le batteva forte, si sentiva disorientata. Estrasse la spada dal corpo che giaceva inerme al suo fianco e si lanciò verso Jonathan; sferrò il suo colpo ma venne parato, tentò di colpirlo all’altezza della gambe, ma ancora una volta il suo tentativo si rivelò vano. Una serie di colpi di spada si susseguirono, tutti parati da entrambi. Jonathan fermò con una sola mano un fendente in alto, tenendo in tensione le braccia di Izzy, essendo lei più bassa. Con la mano libera estrasse da sotto la giacca, dietro la schiena, un pugnale, fece leva, le fece volare la spada di mano e alzò il pugnale, facendolo cadere perpendicolare dritto verso il petto di Isabelle.
La lama si ficcò vicino al seno della ragazza, che spalancò gli occhi e lasciò cadere le lacrime sul viso. Il ghigno di Jonathan si spense quando notò che quelli erano gli occhi verdi di Clarissa. Aveva fatto da scudo con il suo corpo alla sua parabatai. Il respiro le si mozzò, si voltò lentamente verso Isabelle dietro di lei che, bianca come un cadavere, non riusciva a muoversi, e dopo averle sorriso debolmente si accasciò verso il  suolo, prima di essere afferrata da Isabelle: “Clary che hai fatto? Nooo! No…”
 “Dove andrai tu andrò anch’io – prese un profondo respiro emettendo un suono cupo come un rantolo - dove morirai tu morirò anch’io, e vi sarò sepolto: l’Angelo faccia a me questo e anche di peggio se altra cosa che la morte mi separerà da te” ripetè le parole del giuramento a singhiozzo, le lacrime scesero incontrollate, un rivolo di sangue le scolò da un angolo della bocca.
“Per-donami Isab…”si rilassò tra le sue braccia, il suo viso si poggiò sul cuore di Isabelle.
“NOOOO!” Izzy urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, strinse il corpo di Clary sfogando tutte le lacrime che potevano essere versate. Il suo petto era come se fosse stato squarciato in due e il suo cuore fosse piombato in quel baratro. Jace e Alec arrivarono fulminei accanto a lei, con Jace ancora debole, nonostante l’iratze fatta al fianco.
“Jace ti prego fa qualcosa,…. Lei …non può andar….” non riusciva a prendere aria, il petto le doleva anche semplicemente alzandosi per respirare.
“Falle un’iratze, quelle fatte dai parabatai sono più potenti” Alec le passò lo stilo, cercando di mantenere il sangue freddo, notando che Jace era completamente impietrito.
L’iratze fatta sul petto di Clarissa da Isabelle rimarginò la ferita all’istante, ma Clary non accennava a riprendersi.
“Perché non funziona?” Chiese nel panico prima di sollevare lo sguardo e incontrare la faccia di Jonathan che guardava sconvolto il corpo di Clary, le mani stringevano ancora il pugnale insanguinato e tremavano cosi tanto da farlo cadere per terra tintinnando contro delle piccole pietre.
“Maledetto!” Ringhiò Isabelle, adagiò delicatamente il corpo di Clary tra le braccia di Jace, che aveva lo sguardo cosi vitreo da sembrare come se non vedesse nulla. Le accarezzò i capelli rossi, si alzò, fissò lo sguardo su quello di Jonathan, corse verso di lui, ma anziché attaccare si abbassò e afferrò la frusta.
Con un lampo chiaro e uno schiocco sordo, la frusta di Izzy pareva ruggire nelle sue mani. Colpì Jonathan alla spalla, facendolo ringhiare per soffocare un gemito. Lo vide reagire parandole la spada in posizione di attacco, ma Izzy non si fece intimidire, sentiva l’avambraccio bruciare all’altezza della runa, sentiva un peso sul petto che pian piano si estendeva su tutto il corpo. Le parole di Clarissa le rimbombarono nella mente: dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepolto!
Fece scattare la frusta che si attorcigliò intorno al collo di Jonathan “Stavolta non mi limiterò alla mano!” La strattonò. Jonathan portò le mani al collo, facendo cadere la spada, come se soffocasse. Un altro strattone, una scossa elettrica e un rumore secco di ossa rotte si diffuse nel campo.
La testa di Jonathan Morgenstern rotolò sull’erba fradicia di pioggia e fango.
 

Note: ok corro a nascondermi prima di essere linciata!! Perdonatemi se potete!!!
Inizialmente quando ho scritto il capitolo, avevo fatto scontrare Jace con Clary, ma poi mi sono resa conto di aver un po’ tralasciato il legame parabatai tra Izzy e Clary, cosi ho cambiato!!
 

 
  
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