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Autore: LetShizueGo    11/03/2014    0 recensioni
Long fic sul 30 days of challenge sugli Avenged Sevenfold, trama libera. [Het; Slash; Synacky]
1-Home, sweet home [Favourite Member-Synyster Gates]
2-Memories smell like youth [First song you ever heard-A Little Piece of Heaven]
3-When feelings are cold as ice and hurt as a knife [Favourite from Waking the Fallen-I won't see you tonight 1]
4-Regrets [Favourite from City of Evil-Seize the day]
5-Shine like silver [Favourite from selftitled-Almost easy]
6-Sorry love, i have to do this [Favourite from Diamonds in the Rough-Crossroads]
7-The Price of Evil [Favourite from Nightmare-Nightmare]
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 7: Favourite song from "Nightmare"
Nightmare
 

 
 
L'aria era fredda, ghiacciava sui loro volti scoperti, la notte li stava divorando nell'oscurità e loro ignari di tutto continuavano a bere vicino al fuoco. Ma quel gruppo di amici era pieno di demoni, era divorato dall'interno dalle conseguenze delle loro stesse azioni.
Tutti avevano agito e tutti ora stavano pagando il fio per ciò che avevano fatto.
 
The price of Evil
 
"Ma perchè Gates non arriva?" chiese ad un tratto Matt osservando l'orologio come stava facendo ormai da un po'. Era passato dall'anticipo al "forse a sto gira arriva in orario" a finire che aveva una buona mezz'ora di ritardo e non si era ancora fatto vivo, facendo incazzare non poco il cantante. Zacky osservava la scena nell'assoluto mutismo, spalmato sul divano rosso scuro messo di fronte agli strumenti, mentre strimpellava la sua chitarra cercando di non pensare. Ma lui era sicuro che Brian non si sarebbe presentato, lo conosceva bene, non voleva vederlo e non voleva farsi vedere, non voleva dare spiegazioni e non voleva prendere a schiaffi Matt. Lui lo sapeva ma stava zitto, osservava Matt che si torturava le articolazioni delle dita impaziente di iniziare quelle prove che il moro con gli snakebites sapeva non sarebbero mai iniziate. Matt e Johnny ancora non sapevano quello che era successo fra i due ragazzi, ormai ex, e probabilmente non lo immaginavano, soprattutto Matt che se no si sarebbe sentito in colpa fino al midollo osseo; da un lato Zacky avrebbe voluto tenere la storia per sè, non doverla dire ad alta voce, ma sapeva bene che era suo compito informare gli altri di quello che era solo l'inizio delle conseguenze di ciò che aveva distrutto: il cuore di Brian. Ma i pensieri del secondo chitarrista furono interrotti da un rumore di tacchi che rimbombava nel corridoio e Zacky alzando la testa vide che tutti avevano spostato la loro attenzione in un punto poco lontano, intenti ad osservare oltre il vetro che lo sovrastava, ma poi Johnny e il cantante avevano distolto lo sguardo arrossiti, come se si fossero intromessi nella vita privata di chissà chi. Solo James teneva gli occhi di ghiaccio fissi in quelli della bionda, altrettanto gelidi, e si fissavano come se avessero molto da dire ma nessuno dei due voleva parlarne, come se si stessero accusando in silenzio. Ciò nonostante James sapeva di essere solo lui quello accusato, guardava gli occhi spenti della sua amica che lo colpevolizzavano silenziosi ma nel frattempo cercavano quel barlume di speranza che avrebbe sistemato le cose, e in quegli occhi ci leggeva una cosa che gli faceva male.
Ci leggeva l'amore. L'amore che quella donna gli aveva donato incondizionatamente e che lui aveva gettato via d'impulso, senza pensare che lui l'aveva cercato per così tanto tempo..
Lex si abbassò per prendere quello che cercava fuori la sala prove e voltò le spalle al batterista, senza neanche curarsi di salutarlo. Era delusa, delusa da lui e dal suo comportamento, delusa da come era stata trattata e dalle cose che le erano state dette. Non era sicura che l'avrebbe perdonato.
Dal canto suo lei aveva appuntamento con Brian in un locale poco piú avanti per un aperitivo, doveva ancora raccontargli quello che era successo fra lei e Jimmy, e anche Haner aveva qualcosa da dirle, almeno così le aveva detto per telefono. Sperava solo di non doversi sorbire un Gates che rompeva le scatole cercando di difendere il suo migliore amico, perchè se no avrebbe sbottato anche con lui.
Arrivata a destinazione la giovane Evans si sedette ad un divanetto posto sulla piattaforma esterna del locale, quella che dava sul mare, e posò l'attrezzatura del lavoro al suo fianco. La giornata era splendida, il sole era caldo ed invitante. Sebbene fossero le sei del pomeriggio, c'era poca gente ancora in spiaggia, molti iniziavano a salire nelle proprie case per prepararsi a vivere il sabato sera in qualche locale piú o meno alla moda.
"Senti scusa, sei single? Hai delle belle tette!"
"Fanculo Brian!"
Il chitarrista rise divertito per qualche secondo prima di prendere posto di fianco alla bionda e iniziare subito a visionare la scelta di quel posto. Non c'era mai stato, nonostante fosse vicino la sala prove e quindi abbastanza comodo quando lavoravano, ma non gli aveva mai detto niente quel locale per fighetti, ma era con una bella ragazza, elegante nei suoi shorts bianchi a vita alta e la camicia nera con le maniche a sbuffo, quindi non gli sembrava il caso di portarla in qualche pub di terz'ordine che era solito frequentare.
Ci volle poco affinché il cameriere li raggiungesse, altrettanto poco tempo per portare il Martini bianco con ghiaccio alla bionda e la scotch Ale al chitarrista pensieroso.
"Al, si può sapere che ti è preso? Sembri incazzata nera," gli fece notare Brian non appena lei prese a sorseggiare il suo drink, guardando storto una macchina che conosceva bene.
"Bri, sei pronto a sentire la mia storia?"
 
 
 
Qualche giorno prima
"Ehi Jim, come mai questa faccia?" chiese Lex non appena vide il giovane davanti il portone di un anonimo palazzo di un anonimo quartiere. Era sconvolto, lo si poteva vedere bene, aveva gli occhi cristallini spenti e persi nel vuoto, la testa china, a rivivere i momenti che erano appena diventati passato, che lo avevano scosso fino al midollo. Non doveva finire così, lui l'avrebbe lasciata, ci sarebbe stata male e poi avrebbe iniziato una nuova vita, non doveva tradirlo, non poteva farlo.
"Eh?" disse lui poi, non appena il suo braccio fu avvolto dalla presa delicata di una persona che non vide finchè non lo scosse dal torpore e dal lait motiv in cui i suoi pensieri si erano persi. Non doveva presentarsi in quel momento, no, lei non doveva vederlo così e poi che cazzo, aveva appena scoperto di esser stato tradito dalla propria ragazza, non poteva pensare a portarsi a letto Lex, la sua Lex. Ogni volta che la guardava sentiva crescere un desiderio che macchiava i suoi sentimenti da liceale, sentiva crescere quelle pulsioni che lui tentava d reprimere ad ogni costo, perchè la bionda non doveva essere una delle tante e, non sapeva ancora come avrebbe fatto, ma l'avrebbe resa unica per lui. Se l'era ripromesso. Ma se continuava a gironzolare vestita in quel modo, con un corpetto troppo aderente e un jeans che le si appiccicava addosso come fosse una seconda pelle, non avrebbe resistito abbastanza per non cercare la sua consolazione e allora non sarebbe valso a nulla lo sforzo e le parole che le aveva rivolto la sera prima nella sua camera, dove aveva messo da parte il suo desiderio per darle una scelta che l'alcool le avrebbe potuto negare.
"James," nella visuale del ragazzo comparvero gli occhi grandi e ingenui della fotografa, "sei sicuro di stare bene?" 
"Io... Sto bene Lexie," andava bene così. Lei gli stava vicino, sarebbe andato tutto bene, anche il tradimento forse ancora in atto gli sembrava nulla a confronto di quegli occhi grandi e vispi. Quella ragazza che tanto aveva sofferto per amore al liceo, ora era una donna che ti regalava allegria e felicità con uno sguardo, un sorriso pieno che evidenziava un'unica fossetta accennata al lato sinistro della bocca, con una parola detta a caso, con la sua immensa voglia di vivere. Lei era la donna che era capace di portar via qualsiasi dolore, qualsiasi colpa, qualsiasi demone.
"L'hai fatto di nuovo," gli fece notare la fotografa abbassando lo sguardo sulla macchina fotografica che teneva al collo, per poi andarsi a poggiare all'auto della polizia poco lontano da loro che Jimmy aveva già notato prima di salire su da Juliet. Si era subito allontanata da lui, spegnendosi di colpo, portando via quell'allegria che James tanto desiderava avere in quel momento; ora era lei che tornava con la mente alla sera prima, a quel bacio mal corrisposto, al rifiuto del giovane, alle sue parole dai mille significati.
"Cosa?" 
Voleva riavvicinarsi ma si trattenne in un primo momento. Era sbagliato, era sbagliato amarla mentre ancora era fidanzato con una ragazza che a lui non teneva, che non si faceva scrupoli a tirare cocaina e scopare con i clienti, ammesso che fosse un cliente quello che stava in casa sua mentre lui era entrato per parlarle, premuroso di non farla soffrire conoscendo la sua fragilità. Ma chi se ne frega, pensò poi e si avvicinò sll'auto, perchè fregarsene di Juls se lei non si era preoccupata di lui? Non avrebbe messo da parte Lex e i loro momenti solo per dei capelli rossi ed un naso rovinato e corroso.
"Mi hai chiamato Lexie, come se fossi la tua sorellina. Sai, mi basta già un fratello, non me ne servono due."
Aveva davvero dato quell'impressione alla ragazza? Ci era rimasto male, come se lei non avesse capito nulla di quello che gli passava per la testa, ma d'altro canto lei era troppo ingenua per capire la sua mente contorta, lui voleva essere semplice, ma non lo era, lo sapeva bene, e Lex non era una cima in questioni emotivo-relazionali diciamoci la verità.
"E chi dice che voglio essere tuo fratello."
L'aveva fatto. Alla fine non aveva resistito. Al diavolo Juliet e il puttaniere che si stava scopando, al diavolo il meritare di più, al diavolo tutto quanto, lui voleva solo rispondere alla domanda che si faceva da quando aveva sedici anni! 
La risposta era sì, le sue labbra avevano il sapore del lampone, era sicuramente colpa del rossetto che lo stava macchiando in quel momento, mentre stringeva la sua chioma in una mano, mentre con l'altra disegnava gli zigomi della ragazza, lei intenta a ricambiare il bacio tenendo entrambe le mani sulla nuca del giovane, facendo pressione per non lasciarlo andare, come se Jimmy si potesse staccare da un momento all'altro. Ma si staccarono alla fine per riprendere fiato, il batterista guardava la ragazza  con la coda dell'occhio per non metterla in imbarazzo mentre i suoi specchi diventavano umidi ed un ampio sorriso le incorniciava il viso.
"Forse però non è l'ideale pomiciare sul cofano anteriore dell'auto della polizia!"
"Tanto è di Josh," lo rassicurò facendogli notare un plettro che lei gli aveva regalato quando si era diplomato. Lui sorrise malizioso e abbracciò Lex con delicatezza, come se potesse romperla da un momento all'altro, il gigante e la bambina insomma. Mentre loro si abbracciavano e continuavano a scoprire quella nuova sensazione di appagamento e completezza, Josh usciva dall'appartamento. Aveva quasi finito il suo turno e sapeva che avrebbe trovato la sorella giù ad aspettarlo per tornare a casa ma si sorprese quando la beccò a cavalcioni sulla sua auto, intenta a dare pubblicamente spettacolo con qualcuno.
"Guarda che posso arrestarti per atti osceni in pubblico cretina!" urlò il biondo andando incontro alla sorella e sorprendendosi di vedere James, con i suoi occhiali e i capelli neri, osservarlo insieme alla sorella appena giratasi, con un sorrido sornione che le illuminava gli occhi. Doveva sentirsi un po' meno in colpa ora che aveva trovato il ragazzo di Juliet a strusciarsi addosso alla piccola Alexz? No, non avrebbe dovuto, lui aveva fatto uno sbaglio e ne doveva affrontare le conseguenze, doveva affrontare i suoi demoni, ma quale fosse lo sbaglio doveva ancora capirlo, quello di quel giorno o quello di cinque anni fa?
"Che ci fai sotto a mia sorella James?" chiese Josh con un sorrisetto sghembo mentre si avvicinava ai due amici, come ostinavano a definirsi da sempre. Chissà chi dei due aveva tirato fuori gli attributi. 
"Sono stato assalito," alzò le mani lui di risposta per poi scoppiare a ridere. Quando finì di ridere la sua attenzione ritornò sul poliziotto, che era uscito dallo stesso palazzo da cui anche li era uscito una manciata di minuti prima. Che ci faceva nel palazzo dove abitava Juls? Voleva saperlo.
"Che ci fai qui piuttosto?" chiese alla fine Sullivan puntando gli occhi di ghiaccio in quelli un po' piú scuri di Josh Evans. 
"Potrei farti la stessa domanda!" esclamò Lex intromettendosi nel discorso e rivolgendosi al batterista.
"È venuto dalla ragazza immagino," rispose Josh al suo posto come se nulla fosse, facendo notare piuttosto alla sorella che non c'era nulla da sorridere se Sullivan le teneva la mano fin quando lei era la riserva, quando era solo l'amante di turno.
"Ah.. Abita qui quindi?"
Gli occhi di Jimmy non poterono non notare la felicità svanire dal volto della sorella di Josh, che ora aveva abbassato lo sguardo sulle loro mani intrecciate e aveva provato a sfilare la sua, ma Jimmy la trattenne.
"Ero venuta a lasciarla ma già era impegnata se proprio lo vuoi sapere Josh. Tua sorella non si merita di essere la seconda scelta, lei si merita di più. Ma tu che ne sai dove abita la mia ex?
Il tono del batterista si era fatto sottile, non guardava piú la bionda, non guardava più nessuno se non il poliziotto che gli stava di fronte. Sapeva che c'era qualcosa che non quadrava e non era sicuro di voler sapere cosa. Era bravo a capire le persone e sapeva che Josh aveva quel tasselo del puzzle che gli mancava, sapeva che c'era qualcosa che gli era sfuggito che al poliziotto invece era ben chiaro e fu facile inzinuare il sospetto nella sua mente, il sospetto che il fratello di Lex avesse a che fare con quei gemiti non trattenuti che aveva sentito poco prima.
"Perchè ho avuto ordine di perquisirle la casa Sullivan," rispose quello sorreggendo lo sguardo di ghiaccio del giovane amico della sorella.
"La casa o anche il letto Evans?!" 
"Non hai sentito prima eh?" 
Ora Alexz non esisteva più, non esisteva più l'amore che lei gli aveva donato, esisteva solo la rabbia e il pugno che si era andato a schiantare contro lo zigomo sinistro del biondo poliziotto, che rispose con un sonoro calcio sul fianco, costringendo il gigante a piegarsi, piegandosi caddero anche gli occhiali che si ruppero sul marciapiede.
"Basta Jim!" 
Aveva urlato la ragazza che subito si era messa in mezzo, cercando di fermare la rissa da quartiere che avevano scatenato. Svettava davanti al batterista, cercando i suoi occhi che erano pieni di rabbia nei confronti del fratello dell'amica. Aveva sbagliato di brutto e avrebbe pagato. E la giovane in quegli occhi cristallini che amava vedeva solo la rabbia, non vedeva la loro profonda amicizia, non vedeva quell'emozione che poco prima le aveva fatto perdere un battito, vedeva solo l'odio verso il maggiore degli Evans, come se lei non fosse mai esistita.
"Lo difendi Lex?"
"No James, ma è in servizio, può denunciarti per aggressione a pubblico ufficiale, conosco mio fratello, è stronzo fino al midollo."
"Proprio per questo devo fargli abbassare la cresta!" urlò il batterista scansando la ragazza con poca grazia che gli si avvinghiò addosso nella speranza di bloccarlo. Non voleva che si facessero del male a vicenda, lei non voleva che James si abbassasse a tale livello, doveva ricordarsi che Josh era pur sempre suo fratello e se aveva sbagliato ne avrebbe pagato le conseguenze, ma non così, non con pugni e calci come se fossero dei liceali!
"Oh sorellina, è commuovente come mi difendi dai pugni del tuo amichetto, ma ce la faccio da solo."
A quelle parole Jimmy non ci vide più, sapeva che stava sbottando e al pensiero di Lex che lo teneva vedeva solo la voglia della ragazza di difendere il fratello, non riusciva a trovare il posto per la comprensione. Lei doveva capirlo invece, lei che era stata tradita tante e tante volte dal suo storico fidanzato al liceo, lei vedeva solo le botte, vedeva solo il sangue del fratello. Non vedeva i suoi sentimenti, nè provava a capirli.
Il batterista si svincolò dalla ragazza e non saltò addosso al poliziotto, voltò semplicemente le spalle ad entrambi e si allontanò, ignorando la bionda che lo chiamava o il fratello che metteva in moto l'auto.
Josh tratteneva la sorella per un braccio mentre lei si divincolava.
"Jim!" urlò Lex una volta, che poi divvenero due e tre e quattro, mentre cercava disperatamente di liberarsi di Josh, voleva andare incontro a Sullivan, cercare di capirlo, cercare di guarirlo come faceva lui con lei ogni volta che stava male. Le lacrime le annebbiarono la vista mentre la figura slanciata di Jimmy si allontanava sempre più.
"James aspetta!"
Ma a nulla era valso quell'ultimo grido disperato. Niente. Nessuna reazione. Ed il bacio che si erano dati, quell'amore silenzioso che si erano donati era solo un ricordo lontano.
SI chinò a prendere gli occhiali con le lenti spezzate e salì in macchina col fratello, allontanandosi ancora di più dall'amico.
"Sei un bastardo Josh, un fottuto bastardo, Jimmy non si meritava tutto questo!"
 
 
 
 
"Tu ora come ti senti?" chiese Brian dopo aver ascoltato tutto il discorso di Lex che aveva gli occhi lucidi e minacciava di crollare a breve. Non l'aveva mai vista così distrutta, aveva perso troppo per poter reggere, stava accusando i colpi uno dietro l'altro ed erano troppo forti per il suo esile fisico e la sua fragile personalità.
"Bri, ha distrutto tutto, ha portato via tutto ciò che era importante per me! Il mio migliore amico, mio fratello, la mia speranza, il mio amore."
La bionda sussurrava quelle parole dolorose mentre le lacrime iniziavano a scendere, contaminando il suo Martini che reggeva in aria senza bere. Si sentiva svuotata e lo si poteva ben vedere, aveva l'aspetto di un contenitore piuttosto che di una persona. E capiva la sua rabbia e la sua delusione, per lei la figura di Jimmy era sempre stata pura, quella persona senza macchia e senza peccato, una persona nobile e sentirsi ferita da lui doveva essere stato insopportabile.
Proprio come era successo a lui.
"E tu?" chiese lei dopo un po', dando spazio anche la chitarrista che aveva sofferto quanto lei. Chi meglio di lui poteva capirla ora?
"Reagisco a mio modo," rispose semplicemente Brian, distratto da qualche gridolino di qualche ragazza. Voltandosi vide i quattro del gruppo e subito alzandosi prese Lex per un polso, cingendole le spalle con il braccio non appena lei si alzò.
"Andiamocene da qui."
Quando passarono davanti ai quattro nessuno dei due ricambiò i saluti, solo Jimmy seguì con lo sguardo la ragazza, vedendo per la prima volta il risultato delle sue azioni e sentendosi morire dentro.
Zacky non guardò il chitarrista invece, troppo codardo per poter ancora ammirare la bellezza spigolosa di quella persona.
Ma sia James che Zachary pensarono la stessa cosa quando li videro sparire attraverso la porta.
Cosa ho combinato?
 
Alla festa sulla spiaggia c'erano tutti, tranne il fratello della fotografa, lui non poteva essere presente per cause di forza maggiore che tutti sapevano. Il primo chitarrista era accompagnato da un ragazzo che nessuno conosceva, ma che Lex trovò simpatico e divertente dopo soli dieci minuti di conversazione. La tensione era evidente dati i due gruppi che si erano creati, da un lato Brian, Lex e Chris, dall'altro Mat, Johnny, Jimmi e Zack. Per forza di cose avevano dovuto sputare il rospo sui recenti avvenimenti sia Zachary che James, risultando non solo i cattivi della situazione, ma anche la causa di quella divisione. Matt, sentendosi in colpa per quello che era successo fra i due chitarristi, aveva organizzato quel falò per cercare di ricucire gli strappi che erano avvenuti in quegli ultimi giorni.
E Jimmy era andato a quella festa con quelle intenzioni, per liberarsi degli incubi con cui stava convivendo da giorni, di risalire dall'inferno in cui era sprofondato dopo che la rabbia aveva lasciato posto alla ragione. Ma come si sarebbe avvicinato a quella ragazza che aveva distrutto con le sue stesse mani? Cosa poteva fare per rimediare al male che le aveva fatto?
La vide in disparte, rossa per l'alcool e l'erba che aveva fumato, stringeva fra le mani qualcosa e piangeva lacrime dolorose, in silenzio e composta, lontana dal fuoco che la ustionava. Lui l'aveva ridotta così, lei che doveva essere speciale, l'aveva trattata come era sempre stata trattata dai ragazzi se non peggio. Lui non l'aveva tradita, le aveva strappato via tutto. Poteva rimediare alle sue colpe? Non ne era sicuro.
"Lexie," si avvicinò sussurrando appena quell'unica parola, ferendosi non appena vide che ciò che aveva fra le mani la bionda fotografa erano i suoi occhiali spezzati, spezzati come il suo cuore e la sua anima.
"Va' via Sullivan," rispose lei senza neanche guardarlo, buttando gli occhiali ai piedi del batterista che li raccolse e si sedette di fianco alla ragazza ubriaca.
"Mi dispiace Alexz, sono stato uno stronzo. Non te lo meritavi."
Un schiaffo lo fece risvegliare e guardare quella ragazza che non riusciva più a riscaldarlo con il suo sorriso allegro e gli occhi vispi, ora pieni di lacrime e di dolore, delusione, risentimento, odio.
"Fanculo Jim, ci dovevi pensare prima di far sbattere Josh in galera!" gli urlò contro alzandosi, barcollando appena per via di quello che aveva in corpo.
"Ero incazzato nero, si era scopato la mia ragazza piuttosto che eseguire gli ordini, non volevo succedesse tutto questo casino Lex! Io non volevo farti del male!"
"Ed invece lo hai fatto! Mi hai portato via mio fratello, mi hai portato via il mio migliore amico e la persona a cui volevo bene! Tutto dopo che mi hai fatto credere di provare qualcosa per me! Sei solo un bastardo Sullivan!"
Una pugnalata in pieno petto.
"Questo è il prezzo del male che facciamo James. Addio."
E questa volta fu lei a sparire, lasciando il batterista sanguinante nell'animo, con nient'altro che un paio di occhiali rotti inumiditi da lacrime amare.
 
"Cos'è, mi sbatti in faccia il tuo nuovo scopamico per farmi del male Bri?" chiese Zacky furioso dopo aver forzato il chitarrista a seguirlo in disparte, proprio mentre sentiva la voce di Lex urlare contro il loro batterista!
"No Zachary, vado semplicemente avanti senza di te," rispose con molta calma Haner, calma in contrasto con la rabbia e la gelosia di Zacky, che ancora sapeva di amare il suo compagno quel tanto che bastava per sentirsi girare la testa se stava con un altro. Ma lui non aveva diritto di parlare, era lui che l'aveva lasciato per la libertà e, come previsto, se ne stava pentendo. Se ne pentiva ogni secondo in cui vedeva Brian sorridere ad un altro, baciare un altro, sussurrare belle parole ad un altro.
"Non puoi farmi questo Bri," sussurrò il chitarrista dagli occhi verdi abbassando la testa, lasciando la presa sul polso del chitarrista, abbassando ogni difesa.
"Sei tu che mi hai lasciato Zacky, se tu che hai deciso di farla finita."
"E me ne sto pentendo ogni secondo di più."
Brian lo guardò con gli occhi nocciola, scrutando ogni millimetro del volto del giovane senza provare pietà o compassione o comprensione per quegli occhi smeraldini che lo avevano pugnalato senza pensarci due volte.
"Ed ora ne subisci le conseguenze Zack, io lascio il gruppo."
E con queste parole si allontanò dal suo ex per correre verso la sua amica che era crollata a terra pochi metri più avanti. Vide Jimmy ringhiare e mettersi le mani fra i capelli.
Ad ogni azione corrisponde una reazione, uguale e contraria.
Ed ora tutti stavano vivendo i loro incubi peggiori, che non sono nient'altro che le reazioni alle loro stesse azioni.
 
 
 
 
 
 
 
 
Shizue's corner

Lo so, la legge di azione e reazione me la potevo evitare ma ci stava troppo! :D
Chiedo scusa se di questo capitolo non sono molto soddisfatta. Scrivere su una canzone che parlasse di Jim era fuori discussione, infatti la mia canzone preferita di Nightmare è Victim, ma no. E' come infangare il tributo dei Sevenfold al loro migliore amico e non me la sento proprio, sono strana lo so XD
E di qui Nightmare, che forse è una delle meno personali, ma che mi ha creato non pochi problemi, come avete potuto notare. Così piuttosto che concentrarmi sull'intera canzone, o sul suo filo portante come ho fatto da "I won't see you tonight" a "Crossroads" ho preferito concentrarmi su un'unica frase e svilupparne il concetto nella storia. Ovviamente come da titolo la frase è "The price of evil".
Spero solo che la storia vi prenda un minimo, a me ispira parecchio scriverla perchè la sto scrivendo in un modo nuovo per me. Non lo so, sinceramente mi piacerebbe sapere le vostre opinioni piuttosto che la lettura silenziosa, negative che siano non importa! Proprio perchè è qualcosa di "sperimentale" per me, farebbe piacere sapere se sono sulla stada giusta o meno.
Be' comunque detto questo ringrazio come sempre chi segue e chi preferisce o semplicemente legge, perchè comunque se ci sono persone che leggono bene o male vuol dire che c'è qualcosa di buono, almeno un po' xD
Un bacione,
 
Shizue
 
P.S. Jim q^q 
   
 
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