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Autore: S t r a n g e G i r l    12/03/2014    2 recensioni
Tutti i bambini hanno paura di qualcosa, che solitamente poi si nasconde sotto il letto.
L'uomo nero, mostri, rapinatori...
Quel che spaventava me, ad esempio, era verde e aveva i tentacoli.
Ma quello da cui Isaac era terrorizzato, da cui si nascondeva e fuggiva non era nulla di simile; il suo, di mostro, aveva le fattezze di suo padre.
Quando me lo aveva raccontato, io avevo riso come se fosse stata una barzelletta e lui non mi aveva rivolto parola per mesi, fino a quando non ero andata a casa sua con un dolce fatto da mia madre per farmi perdonare e, dalla finestra, l'avevo intravisto anche io, il suo incubo.
E da allora in me era nato l'istinto di proteggerlo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isaac Lahey, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pioggia Di Vetro

11. Il sole dopo la pioggia.

- Did I do something wrong? -
- I dont' have anyone -


Fa caldo.
Il sole splende raggiante fra i rami degli alberi del parco, che non riescono a bloccare completamente la sua luce per offrire ombra e frescura a sufficienza per tutti.
Nonostante abbia legato i capelli ormai lunghi in una coda, ho la fronte e la nuca umide di sudore, ma un sorriso enorme che mi spacca le labbra.
« Sì, te lo saluto, Mery. Ci vediamo fra poco al solito posto. » rispondo frettolosa alla mia amica e poi rimetto il cellulare in tasca, proseguendo sul sentiero di terra battuta che taglia il parco a metà.
Il cuore accelera prima ancora che i miei occhi si posino sulla sua figura e di conseguenza affretto il passo, l'ansia addosso come un vestito ingombrante: non vedo l'ora di stringermi a lui e perdere i confini del mio corpo, chè quando Isaac mi abbraccia non capisco mai dove finisco io e dove inizia lui.
E' seduto su una panchina e mi rivolge le spalle; con il corpo in parte al sole ed in parte in ombra, sta osservando qualcosa con un'espressione assorta ma serena.
Le sue iridi sono il riflesso del cielo.
Se ne sta curvato in avanti, i gomiti sulle ginocchia e i ricci dorati sugli occhi perchè non ne vuole sapere di tagliarsi i capelli dato che a me piace giocarci. Indossa pantaloni neri e maglia a maniche corte bianca. E' bellissimo. E' bellissimo e mi chiedo come sia possibile che nessun'altra ragazza lo fissi inebetita come faccio io di solito.
So che ha sentito il mio respiro non appena ho varcato il cancello -con i suoi sensi lo riconoscerebbe anche fra una folla di maratoneti affaticati-, ma continua a comportarsi come se fosse del tutto ignaro della mia presenza, permettendomi così di arrivargli alle spalle e di circondargli il collo con le braccia, un bacio sui capelli ed un altro sulla guancia destra.
Ride, Isaac, in quel modo spontaneo e dolce che fa ridere anche me di riflesso.
Sembriamo due bambini; forse lo siamo davvero, ancora, e non smetteremo mai di esserlo.
« Ciao pulcino! » sussurra frettoloso sulla mia bocca, prima di baciarmi.
E non si accontenta solo di girare il viso per incontrare il mio: pone le sue mani dalle dita affusolate e completamente lisce -nessuna pioggia ora gli lascia più segni addosso- sui miei fianchi e mi trascina sopra lo schienale della panchina, fino sulle sue gambe.
« A quanto pare ti sono mancata... » mormoro, staccandomi da lui col fiatone.
« Per niente. Accolgo con questi baci infuocati ogni ragazza che entra nel parco...oh, a proposito, è appena arrivata Margaret, ora vado a salut...Ahia! » si lamenta, massaggiandosi il naso che io gli ho pizzicato giocosamente.
Si vendica allo stesso modo e per un po' lottiamo con la faccia imbronciata, dita fra dita che non si staccano, che sembrano far parte di una stessa mano.
« Riproviamo: a quanto pare ti sono mancata... » dico con finto tono minaccioso, la fronte contro la sua; i suoi ricci mi danno prurito.
Mi sorride e prova a baciarmi, ma mi scosto in attesa di sentire una risposta soddisfacente.
« Quando sei lontana, impazzisco. » asserisce, di colpo serissimo, ed allora sono io a sporgermi, a trovare le sue labbra piene e a bere il suo sapore.
« Ci tengo alla tua sanità mentale, perciò sono felice di comunicarti che ho esaurito gli scatoloni: sono ufficialmente di nuovo una cittadina di Beacon Hills. » mi appoggio all'indietro al suo petto e cerco d'individuare cos'è che aveva catturato la sua totale attenzione prima, mentre mi aspettava.
« Ma non mi dire! Bisogna festeggiare! » esclama con troppa enfasi, tradendo il suo scherzo.
Lo guardo incuriosita, alzando in obliquo il viso, e lo vedo frugarsi le tasche dei pantaloni, frenetico.
Inarco un sopracciglio, in attesa, e lo prendo in giro scoccandogli un bacio sul collo.
« Sei riuscito a far entrare una bottiglia di champagne in una tasca? » chiedo e rido; lui ride con me ed il sole sembra ancor più caldo, più abbagliante.
Con Isaac tutto è amplificato: più vivo, più colorato.
Il mio mondo si muove e anima solo quando lui è nei paraggi.
E' come un raggio di sole durante una tempesta; è come una spiaggia nascosta col mare calmo d'estate; come un prato fiorito in cui stendersi per sognare forme strane nelle nuvole; come un libro appena comprato che profuma di nuovo, un thè caldo fra le mani in pieno inverno.
Ogni cosa bella a cui riesco a pensare porta il suo nome.
« No, qualcosa di meglio. »
Sul palmo della sua mano brilla una chiave argentata legata ad un fiocco rosso un po' stropicciato.
Gli trema la punta delle dita mentre aspetta una mia reazione ed io non so bene che dire, che fare.
Siamo giovani, è presto, ma abbiamo vissuto lontani per così tanto tempo che anche solo quantificarlo mi fa paura.
Eppure siamo sopravvisuti, siamo ancora insieme e nonostante questo posto richiami eventi ed esseri sovrannaturali come il miele gli orsi, per me ed Isaac è speciale.
E' dove ci siamo conosciuti, dove ci siamo innamorati, dove ci siamo amati, lasciati, ritrovati. E' casa.
Lui, che a casa non voleva mai stare perchè era la tana di un mostro.
Io, che una casa non l'ho mai avuta perchè i traslochi erano sempre troppo frequenti, troppo veloci, troppi in generale.
« Violet... » mi sollecita lui, lo sguardo un po' incerto, le iridi subito scurite dall'angoscia di aver fatto una mossa azzardata.
Prendo la chiave in mano e la soppeso, lasciando passare volontariamente qualche secondo giusto per farlo penare un po'.
Casa, è dove sei tu.

« Il lato sinistro del letto è mio. » dichiaro solenne e lui rilascia un sospiro enorme, che io interrompo con un bacio.
Mi stringe tra le braccia, Isaac, con una tenerezza che ha sempre riservato solo a me. Come fossi fragile, come fossi preziosa. Come se fossi ancora la ragazzina spaventata nella stazione che cercava una spiegazione razionale all'essere mostruoso che aveva aggredito Mery, non la donna testarda e forte -oltre che cintura nera di karate- che più di una volta ha salvato il fondoschiena suo e dei suoi compari lupi pur restando un'umana qualunque.
No, non una qualunque; la mia. replica sempre lui, quando gli ricordo un qualche salvataggio degno di Superman. Ad Isaac proprio non piace fare la parte di Lois Lane, dato che fra i due è lui ad avere quel che di più simile c'è a dei super poteri.
« E se qualcuno dei tuoi amici -o nemici- distrugge il salotto, tu pulisci e ripaghi. » aggiungo ghignando.
« E tu poi pagherai me in un altro modo. » ridacchia lui fra i miei capelli, abbracciandomi da dietro.
Restiamo in silenzio qualche minuto, a goderci quel sole che sembra tutto per noi, poi i miei occhi vengono catturati da un qualcosa che mi blocca il respiro in gola e mi fa accelerare nuovamente il cuore, fino a sentirlo vibrare nei polsi.
Dietro le altalene, sotto l'enorme albero in fiore che è stato teatro di mille incontri segreti fra me ed Isaac, ci sono un bambino ed una bambina inginocchiati l'uno accanto all'altra, le mani unite ed il viso rivolto all'insù verso il sole che gioca a nascondino fra i rami.
Lei è minuta, ha occhi grandi e vispi, scuri come i capelli; lui ha una chioma color miele tutta scompigliata e uno sguardo illuminato dal verde delle foglie dell'albero.
« Ti ricordano niente? » bisbiglia Isaac al mio orecchio ed io allora capisco che era proprio quella scena che stava contemplando quando sono arrivata.
Stava sbirciando con nostalgia, ma anche dolcezza quei bambini, che sicuramente i suoi occhi trasfiguravano in noi.
« No. » mento, ingoiando lacrime di gioia.
« C'è una cosa che non ti ho mai rivelato, sai pulcino? » dice lui, d'improvviso.
« Sarebbe? » gli chiedo distratta, senza riuscire a distogliere lo sguardo dai piccoli che ora si sono alzati e stanno correndo verso lo scivolo a forma di elefante.
« Da quando sei arrivata a Beacon Hills, da quando sei arrivata nella mia vita, non credo più che la pioggia sia bella solo perchè lava via il sangue: la pioggia mi ha portato te. »
Mi volto, le mani sul suo viso, fra i suoi capelli, altre lacrime fra le mie ciglia e sulle guance e, infine, fra le nostre labbra unite.
Chè baciare lui, per me, è sempre come baciare la pioggia.



La terza stagione sta volgendo al termine e mi fa presagire sempre peggio per il personaggio protagonista di questa piccola storia, perciò almeno qui, fra queste poche righe, ho voluto dedicargli un lieto fine.
Perdonate il miele che questo epilogo trasuda, ma ho fatto soffrire Violet ed Isaac anche troppo a lungo; non gli ho mai regalato un attimo quieto, una risata spensierata e dovevo assolutamente rimediare.
Volutamente non ho specificato quanto tempo è passato nè cosa è successo nel mentre: lascio che quegli spazi li colmiate voi con la vostra fantasia.
Immaginateli adulti o poco più grandi di quanto è lui nella serie; immaginate Mery e tutti gli altri e gli eventi che io non vi ho raccontato.
E' il regalo migliore che possiate farmi: continuare a sognare su una storia che era nata proprio con quello scopo.
Se vi ho emozionato anche solo un pizzico allora posso ritenermi soddisfatta.
Un grazie infinito a chi ha creduto in Violet ed Isaac prima ancora di me, più di me.
Un grazie infinito anche a chi ha preferito, seguito e ricordato, ma soprattutto a chi durante il viaggio mi ha lasciato una recensione sebbene poi mi abbia abbandonato:

E v e r y w h e r e I g o
lilyhachi
Melmon
postergirl84
Rose____
Sar_
spring__
Lelahel
eighteen
Killybian
LoveLostFaithDream
katherineDS8


Spero di ritrovarvi alla prossima storia.
Un abbraccio.
Strange.
   
 
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