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Autore: valeriaspanu    12/03/2014    10 recensioni
"Si, questa è la mia vita… Non è perfetta e in parte è sempre incompleta ma, contando tutto ciò che ci è accaduto, devo ringraziare il cielo per avere Peeta e le sue braccia che mi stringono per farmi sentire il suo amore. Può essere questa la felicità dopo tutto ciò che abbiamo passato?"
La FIC si svolge 5 anni dopo la rivolta. Peeta e Katniss stanno insieme e cercano di lottare contro i propri incubi, ma una nuova minaccia creata da Capitol City incombe su di loro: riusciranno a superare le nuove prove?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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-Io ci vado invece.-

-Tu non ci vai, Katniss. Pensa se cadessi. E con quella pancia non è una possibilità esattamente remota.-

-Mi stai dicendo che sono grassa?-

-Ti sto dicendo che sei moooolto incinta. Oggi ci hai messo dieci minuti solo per allacciarti le scarpe.-

-Ma ci sono riuscita.- replico io, sorridendo orgogliosa.

Mio marito mi osserva con uno sguardo divertito ma so che non mollerà: non mi lascerà mai andare a caccia e io non so che fare. Sono annoiata. Terribilmente annoiata. Ormai sono passati quattro mesi dal matrimonio e ciò significa che sono all’ottavo mese di gravidanza e sono davvero enorme. Cioè il mio corpo è rimasto più o meno quello di sempre ma i  miei poveri piedi, il mio sedere e la mia pancia sono diventati mastodontici: l’ostetrica che io e Peeta abbiamo scelto, Miss Optkins, ha detto che è normale, che i miei fianchi si allargano per prepararsi al parto. Peeta non può far altro che essere entusiasta per le dimensioni che il mio seno ha raggiunto. Pervertito.

-Kat, per favore, promettimi che non andrai a caccia, ok? Sennò rimango qui a controllarti. Sai che so marcare benissimo.-

Sospiro, alzando gli occhi al cielo: Peeta è diventato una chioccia da quando, per la prima volta, abbiamo sentito il bambino, o la bambina come pensiamo noi, calciare.  A parte non aver tolto quel sorriso da ebete dalla faccia per gli ultimi due mesi, ha iniziato a girarmi intorno per controllare ogni mio minimo movimento: era ovvio che desse di matto per il fatto della caccia.

-Ok, va bene. Non andrò.- mormoro, indispettita.

-Bravissima, tesoro. Vengo a prenderti più tardi per l’ecografia, ok?-

Sorrido e gli do un bacio mentre lui mi accarezza dolcemente la pancia prominente e poi corre via in panetteria. Mi abbandono goffamente sul divano.

Noia.

Noia.

Noia.

Ho voglia di patatine. Prendo un pacco dal ripiano della cucina e inizio a strafogarmi come se non ci fosse un domani: ti prego, piccola, nasci presto perché davvero diventerò obesa. Improvvisamente la porta si apre ed entra Haymitch che mi guarda divertito.

-Cofa c’è?- borbotto io, con la bocca piena.

-Dio, dolcezza, dovresti controllarti un minimo. Sei una donna sposata ora.-

Non rispondo ad Haymitch, sapendo benissimo che dovrei mantenere una parvenza di femminilità, ma quando Peeta non c’è tanto vale abbandonare le buone maniere.

-Comunque ho visto che la Chioccia ha lasciato il nido.- Haymitch adora prendere in giro Peeta per il suo comportamento alquanto protettivo. – Quindi, che ne diresti di andare a fare una passeggiata? Potresti anche portarti l’arco.-

-Tu sei un bravissimo uomo, lo sai?- esclamo balzando giù dalla sedia e subito “il capo” lì dentro si fa sentire, dandomi un calcio. Hai ragione, piccolo, scusami.

-Beh non penso che ci sia nulla di male se esci ogni tanto e fai scappare i conigli con il tuo passo che, credimi dolcezza, di silenzioso non ha più nulla.-

-Sai che se Peeta lo scopre ti uccide?-

-Resisterò: che poi vi ho fatti uscire vivi da due arene, non si dovrebbe preoccupare così tanto! Che poi ti manca ancora più di un mese, giusto?-

-Giusto. E devo muovermi e fare qualcosa perché sennò, davvero, temo di impazzire.-

Ondeggio verso la porta e cerco di prendere l’arco: peccato che non riesca a piegarmi a sufficienza. Per mettermi le scarpe avevo messo il piede sul letto e per questo ero riuscita, dopo vari tentativi, ad infilarmi quei maledetti stivaletti in pelle.

-Aiutino?- chiedo io, piuttosto imbarazzata.

-Mi hai appena fatto cambiare idea, sai?- mi dice il mio mentore, trattenendosi dalle risate.

-Oh dai Haymitch! Sino a cinque secondi fa eri pronto a portarmi nel bosco, felice di disubbidire a Peeta e adesso..-

-Adesso ho cambiato idea perché ho visto che non riesci neanche a chinarti per prendere il tuo arco.-

Sto per replicare quando un dolore alquanto fastidioso mi fa digrignare i denti: devo essere le famose false contrazioni di cui aveva parlato l’ostetrica qualche tempo prima. Porto una mano sulla pancia e la trovo incredibilmente dura: ma è normale, Katniss. Il bimbo sta iniziando a stare stretto lì dentro.

-Tutto ok, dolcezza?-

-Sì, Haymitch, non farti venire un collasso, sono solo piccole contrazioni. E’ normale, ormai ci siamo quasi.-

-Vuoi che rimanga qui?-

-Mmm no, vai via prima che ti prenda a pugni per avermi illuso terribilmente.-

Sento la sua risata rauca e lo sento mentre mi da un bacio sulla guancia, salutandomi con un “sei radiosa, oggi”. Radiosa un cacchio, Abernathy. Forse sarà meglio andare a farsi una doccia nel frattempo ma uno strano presentimento si insinua dentro di me: non provare a nascere oggi piccoletto. Avevo promesso a mia madre che l’avrei chiamata poco prima del parto e mancavano ancora tre settimane alla data prevista. Riesco lentamente a spogliarmi e mi infilo sotto il getto di acqua fresca ma la situazione non migliora per niente:  anzi. I dolori si fanno sempre più lunghi e frequenti. Appena uscita dalla doccia sento la porta d’ingresso aprirsi. Peeta.

-Kat? Amore, dove sei?-

-Sono su!- gli grido in risposta e dopo pochi secondi vedo mio marito sulla soglia del bagno.

-Come stai? Non sei ancora pronta? Tra mezz’ora abbiamo la visita.- mi dice lui, baciandomi il collo.

-Mmm, sono quasi pronta. Dobbiamo proprio uscire?-

-Disse la ragazza che sino a due ore fa smaniava per andare a caccia.-

Non rispondo, rivolgendogli un’occhiata piuttosto eloquente e togliendomi l’asciugamano di dosso. E poi, senza quasi accorgermene, vedo una cascata rossastra, simile a pipì, scendere dalle mie gambe. Arrossisco immediatamente. Mi sono fatta la pipì addosso davanti a mio marito. Mio marito. La persona con cui ho rapporti sessuali. Sto per sotterrarmi.

-Oddio. Peeta vai via! Non guardare, pulisco tutto io.-

-Kat… non penso che quella sia pipì.- mi dice lui, emozionato.

So che cosa intende dire ma io scuoto la testa, risoluta. Mancano ancora tre settimane. E’ troppo presto, è piccolo ancora.

-Certo che lo è. Andiamo a questa maledetta visit…. Aua!- esclamo tenendomi la mano sulla pancia. Ok, forse non era pipì.

-Ok, ok. Calma. Calma, calma, calma. Devo chiamare l’ostetrica, miss… miss…-

-Optkins , Peeta! Optkins! E giuro che ti uccido se ora perdi la testa… giuro che ti farò rimpiangere di avermi messo questo bambino in pancia per tutta a vita: chiaro?! Concentrati!-

Peeta fa dei respiri profondi e mi aiuta ad infilarmi una semplice camicia da notte mentre mi stende sul letto. Lo sento correre giù per le scale per chiamare l’ostetrica, Haymitch e mia madre. Nel mentre, io cerco di respirare lentamente, come mi aveva mostrato la Optkins qualche settimana fa. Ma sono così dannatamente scomoda. E fa male, fa davvero male. Per questo quando rivedo Peeta gli tengo le braccia per farlo avvicinare a me. Sentire il suo odore di pane e cannella mi tranquillizza.

-Ho paura- mormoro al suo orecchio.

-Andrà bene, ci sono io con te. Ci credi? Ancora poche ore e vedremo il nostro bambino.-

-E’ presto…- sussurro io, le lacrime agli occhi per il dolore e la preoccupazione. –Non ho mangiato bene, non ho dormito abbastanza. Come può star bene?-

-Hai fatto tutto quello che dovevi, Kat. E’ solo curioso di vedere la sua bellissima mamma, andrà benissimo.-

La Optkins se la prende con calma perché, effettivamente le mie contrazioni sono appena cominciate. Mia madre è salita sul primo treno disponibile ma dubito che riuscirà ad assistere al parto: forse è meglio così perché quando Haymitch prova ad entrare in camera, gli urlo tutti gli improperi peggiori del Giacimento. Voglio solo Peeta. E la dannata ostetrica.

Quando finalmente quell’idiota si decide ad arrivare, mi controlla, infilando il dito nella mia intimità e strappandomi un urlo di dolore. Penso che la mano di Peeta sarà rotta, alla fine di questo dannatissimo parto.

-Oh beh, ha fretta il piccoletto, giusto? Non penso che ci saranno problemi, dall’ecografie precedenti era comunque molto grande. Nel caso, ho già avvertito l’ambulanza e sono di sotto in caso ci siano problemi. –Brava Optkins, così mi piaci. – comunque sei già dilatata di 8 centimetri. Ancora qualche ora e dovrebbe nascere, ok?-

-Ok..- mormoro io mentre sento Peeta baciarmi la spalla nuda da dietro di me.

Ma velocemente mio marito cambia posizione e, ogni volta che ho una contrazione, mi piego su di lui che ora è davanti a me. Non si lamenta neanche una volta, anche se continuo a chiedergli scusa perché mi rendo conto che gli sto stritolando le mani.

-Scusa, scusa, scusa.- mormoro.

-Kat… penso che questo sia il minimo dopo quello che stai passando, che dici?-

-Primo e ultimo, ok?- urlo io, quando un’altra contrazione arriva, mentre lo sento ridacchiare e annuire. C’è ben poco da ridere, Mellark.

Quando la Optkins entra e mi dice che sono pronta finalmente posso spingere. Pensavo che mi avrebbe dato sollievo invece fa ancora più male e io sono davvero, davvero esausta.

-Su, Katniss, ancora un’altra spinta, ce la puoi fare.-

-No, no, no.- mormoro io, esausta mentre Peeta mi asciuga la fronte con un fazzoletto bagnato.

-Dai, Katniss, dieci minuti massimo e sarà tutto finito.-

Guardo Peeta e lui mi annuisce fiducioso e guardando quei maledetti e bellissimi occhi azzurri capisco che ce la posso fare: cosa sarà mai un bambino, in confronto alle arene e alla guerra? In confronto alle morti e alle rinascite che abbiamo passato, incontrato nel nostro cammino?

Inizio ad urlare come una forsennata mentre spingo con tutte le forze che ho nel corpo: Peeta inizia a urlare che si vede la testa. Che ha i miei capelli. Ne ha tanti. Mi concentro solo sul suo viso perché è quello che mi da forza, è per quel viso che sono riuscita a superare il terrore di quando ho sentito il bambino muoversi, è per quel viso che sono qui adesso.

E poi, con l’ultima spinta, sento delle urla che non sono le mie. Sento la risata di Peeta e le sue lacrime mi cadono sulle braccia o almeno così mi sembra perché è tutto totalmente offuscato, ovattato. Non capisco quasi cosa sia successo.

-E’ femmina.- dice Miss Optkins , sorridendo e avvolgendo MIA FIGLIA, alla fine avevamo entrambi ragione, in una copertina bianca e porgendomela in braccio.

Non pensavo che avrei potuto amare qualcuno, un qualcosa di così piccolo, così tanto. E appena vedo il suo faccino grinzoso nella mente mi passa subito questo pensiero: “Ma certo che sei tu”. Osservo incantata i pochi riccioli scuri sulla sua testolina bianca e osservo incantata le sue labbra, uguali a quelle di Peeta. Il suo ditino mi stringe forte il mignolo e io sorrido incantata: lei è forte.

Mia figlia è forte come quel dente di leone che ho visto all’uscita di scuola, millenni fa. E’ forte come la speranza che quel piccolo fiore ha rappresentato per me in tutti questi anni, lei è nata dal mio amore con Peeta, il mio simbolo della rinascita. Lei è la mia Dandelion.

-Ciao Dandy…- mormoro io, baciandole la piccola manina.

Guardo Peeta che ci osserva incantato e capisco, guardando il suo viso felice, che ho recuperato tutti i miei debiti con il ragazzo del pane, dando vita a nostra figlia.

-Che ne dici di Dandelion, come nome?-

-Lo trovo magnifico.- mormora lui, baciandomi i capelli.

Mai avrei creduto di amare qualcuno così tanto.

Perché io amo. 

E mia figlia me l'ha fatto finalmente capire.

Ooooook:) Questo capitolo non era nato per essere quello decisivo, quello del parto. E state tranquille perchè sono sarà comunque l'ultimo: ci saranno altri due capitoli almeno e comunque avevo intenzione di fare una raccolta di One Shot sulla vita di Peeta e Katniss dopo "Living again". Non vi libererete di me così facilmente:D

Vi devo delle spiegazioni, sopratutto riguardanti il nome della bimba: non potevo chiamarla Prim. Ad un certo un punto ho pensato di farlo ma poi mi sono detta: "Davvero, dopo tutto quello che hanno passato, chiamerebbero la bambina con il nome di un fantasma?" Non penso proprio. Ed ecco perché Dandelion, dente di leone, mi è sembrato il nome perfetto per la pargola. Non mi uccidete pleaseeeee|!

Grazie a chi commenta, chi mi segue e mi supporta, siete fantastici. Tutti!

  
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