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Autore: Deadinside    14/03/2014    1 recensioni
Inizio della fine, almeno della mia...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1- Prima che tutto accadesse...
Finalmente l'inverno...
Amata e fredda stagione, vecchia madre della terra che si ricopre di un manto spaventosamente bianco. Peccato che in questa dannata città fa talmente caldo, che di neve non c’è neanche l'ombra. Nervi!
Ma almeno posso godermi questo periodo al calduccio, davanti al camino, in salotto. Fortunatamente casa mia si trova alle periferie della città, almeno non vedo le brutte facce dei miei concittadini.
Adoro questa casa...
E' molto grande e cupa, con tante camere e quadri abbastanza inquietanti. La maggior parte delle persone che vi entra si sente strana, come se fosse osservata da qualcosa o da qualcuno, hanno brividi e sono nervosi. Non li capisco proprio, questa casa da un senso di pace eterna e silenzio tombale. C'è anche una torre nell'ala est, la mia stanza, arredata secondo i miei gusti ovviamente... Passo chiusa li dentro la maggior parte del tempo, impegnata fra lo studio, i libri e l’ascolto dei vecchie melodie nel mio amato grammofono.
Da poco i miei genitori mi hanno regalato un quadro, comprato all'asta, di un pittore dell'epoca gotica. Almeno si presume che sia di quell'epoca, in quanto quel quadro è stato ritrovato in un mausoleo, abbandonato nella regione boema, in ristrutturazione. Cosi ha detto il tizio dell’asta… Raffigura una ragazza dai lunghi capelli corvini, che guarda lo spettatore con aria malinconica e triste. Mi assomiglia in po’…
Guardando il fuoco ardere nel camino un senso tranquillità e serenità mi pervade. Quelle calde fiamme che giocano, che fanno scoppiettare gli ultimi resti dei ceppi… Sento che sta per succedere qualcosa…
< Ofelia! Ricordati che domani inizia la scuola! > mia mamma, che fa da uccello del malaugurio…
Ma non poteva starsi zitta! Solo lei può rovinarmi un momento di pace in quell’odiata maniera… Non posso pensare che domani ricomincerà l’incubo della scuola, dovrò rivedere i miei odiati compagni di classe, i miei maledetti professori e quelle due cornacchie: Marika e Giusy, le ragazze più oche e celebrolese di questo fottuto mondo.
Marika è la tipica ochetta, che si sente tutta lei, anoressica e poco raffinata. Suo padre è il sindaco della città, o dovrei dire sindaco corrotto. Due anni fa è stato accusato di aver permesso ad un gruppo di uomini poco raccomandabili, di scaricare rifiuti pericolosi nel lago poco distante da qui. Purtroppo non fu mai processato, quindi è ancora qua a romperci le scatole e a raccomandare sua figlia, purché venga promossa, data la media abbastanza bassa. Sua madre ,invece, è una stilista che viaggia per il mondo. Riesce ha creare solo abiti mediocri, che vende ad un prezzo altissimo. La cosa bella è che ha pure dei clienti, che pur di farsi notare comprano i suoi abiti (questo dimostra il livello di intelligenza delle persone).
Giusy è il cagnolino dell’ochetta, che pur di essere popolare si fa comandare a bacchetta . I suoi genitori sono il classico stereotipo dei contadini ignoranti, e lei è più ignorante di loro due messi insieme. Possiedono una fattoria enorme e campano grazie al loro bestiame e alle loro terre. In fondo non fanno niente di male… Ma spendono i loro guadagni per la figlia, che vuole necessariamente gli abiti firmati dalla mamma dell’oca!
Ho iniziato ad odiarle già al primo giorno di scuola, quando facevano commenti sul mio modo di vestire all’antica. Beh, meglio vestirsi da morta che da meretrice… Dopo i primi mesi hanno incominciato a farmi brutti scherzi e a spargere la voce che ero la puttana di Satana. E dato che la mia città è piena di esseri dotati di un solo neurone malandato, ci hanno creduto e… benvenuta emarginazione!
Si, mi piace disegnare pentacoli, croci al contrario e teste di capra ovunque, ma non vuol dire che io sia satanica. Mi piacciono cose strane, ecco… Ma la gente è disposta a tutto pur di isolare chi è diverso dal gregge.
Ma non mi importa di loro, rischierei di abbassarmi al loro livello se dovessi stare dietro a certe voci, infangherei la mia reputazione.
< Mamma, salgo in camera a preparare le cose per domani, non voglio niente per cena! >.
 Detto questo, mi avvio verso i lunghi e bui corridoi. Quando li percorro, immagino di essere una gran signora con il suo abito lunghissimo, mentre improvviso in testa delle melodie suonate al clavicembalo.
 Arrivata in camera mi butto sul letto e svogliatamente, come al solito, preparo lo zaino e mi preparo mentalmente per domani. Mentre controllo i libri nella vecchia libreria, l’occhio mi cade nel quadro Mi sembra strano. E’ più cupo del solito, la ragazza ha uno sguardo più triste, sembra quasi che stia per iniziare a piangere…
Sento un brivido lungo la schiena e il cuore mi batte all’impazzata. Un infarto? No. Riprendo il controllo di me stessa, forse sono solo un po’ agitata per domani…
Sento dei passi che si avvicinano alla mia stanza, mi sento ancora strana. Bussano. Apro la porta e fuori c’è la nonna. La mia amata nonna…
Una donnetta bassa, con lunghi capelli grigi legati dietro la nuca con una pinza color avorio. I suoi occhi sembrano due perle, in quanto cieca. Durante la sua vita ne ha passate di tutti i colori, adesso si gode la sua vecchiaia qui da noi. E’ l’unica persona a cui voglio veramente bene, e che mi mancherà quando passerà a miglior vita.
< Farfallina, sei sicura che non vuoi niente da mangiare? >
Da quando sono piccola ha preso il vizio di chiamarmi farfallina, ma non mi piace molto…
< No grazie, nonna, stasera salto. Magari più tardi vengo a prendermi un pezzo di dolce, se papà non l’ha mangiato tutto. Comunque ti ho detto un sacco di volte di non chiamarmi così, lo sai che odio quel soprannome… >
Rimase zitta per una manciata di secondi, la fissai negli occhi bianchi. Anche se è ceca, quei suoi occhi sono così espressivi. Hanno l’aria di chi ha visto tante brutte cose e, stanchi di questo, si sono spenti.
< Ma farfallina, tu sei bella come una farfalla! Anche se ti ho potuto vedere una sola volta, so che sei bella, anzi bellissima >
< Si, lo so che sono belle, ma vivono per poco tempo… >
< Proprio come te, mia farfallina adorata >
Quest’ultima affermazione mi lasciò a bocca aperta…
< Ti accompagno in camera, nonna? >
< No, vado da sola, conosco questa casa a menadito. Forse è meglio che metti un po’ di musica, la ragazza la dietro e triste. Buonanotte farfallina >
Chiudo la porta e mi volto. Dietro di me non c’è nessuno, a parte la ragazza nel quadro.
Penso che mia nonna sia speciale, vede le cose anche senza occhi, oppure è una strega…
Mi butto nel letto e penso alla strana affermazione di mia nonna, la cosa che più mi inquieta è il fatto che abbia sempre ragione. Mi alzo e metto in funzione il grammofono. Il suono del clavicembalo si diffonde armoniosamente in tutta la camera e la ragazza nel quadro sembra meno triste. Sto iniziando ad avere un po’ di paura ma, basta che la tizia non salti fuori dal quadro per strangolarmi e allora tutto può andare…
Mi posiziono davanti al grande specchio, mi guardo. In fondo la nonna ha ragione, come al solito, sono bella. Non per essere narcisista. Non sono molto alta, ho la carnagione pallida, il nasino all’insù e le labbra rosse come il sangue. I miei occhi sono grandi e verdi, con venature che vanno sul giallo. Una specie di bambola di porcellana, insomma! Ma basta con la vanità, cerco la mia vestaglia da notte nei cassetti li vicino e la indosso. Chiudo la grande finestra vicino al mio letto e lascio che uno spiraglio di luce lunare, entri delle pesanti tende di colore rosse. Spengo la candela e mi infilo tra le coperte.
Spero di trovare un po’ di tranquillità nei miei tormentati sogni, dopo tutto quello che è successo oggi.. 

 

 

  
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