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Autore: Swish_    17/03/2014    1 recensioni
Il protagonista in questa storia non è un assassino. Non è un mostro. Non è un quaderno né un Dio sovrannaturale annoiato. Il protagonista in questa storia è una lei, una ragazza normale e semplice che si ritroverà ad un faccia a faccia con la mente più geniale, cinica e calcolatrice dell'intero mondo.
Un caso investigativo avrà proprio lei come punto focale e a farle capire quanto quella situazione sia pericolosa per lei quanto per il resto del mondo, non sarà un'amica, un parente, o un ragazzo bello ricco e famoso. A farle fare la pazzia più grande della sua vita, a farla cambiare, a farla addirittura innamorare sarà un piccolo genio cresciuto nella solitudine di un ruolo ambito e irraggiungibile. Un ragazzo nelle cui mani sono passati i casi più difficili e irrisolvibili dell'intero globo, tra cui anche l'impossibile caso del Death Note, il quaderno della morte.
Ebbene sì, quel ragazzo sarà proprio L.
Lo stesso L che è riuscito a sopravvivere a Light. Lo stesso che è restato a guardare cosa poi gli sarebbe accaduto.
Come avrà fatto a sopravvivere?
E soprattutto come si comporterà di fronte ai nuovi problemi del caso, tra cui l'amore?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Mello, Near
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Al mio tre ci buttiamo... - gli sentii dire, tornando a guardare quell'abisso che ci accoglieva più sotto.
Le strade erano decisamente troppo isolate e lontane, e i palazzi antistanti erano diventati semplici sagome geometriche che tagliavano lo sfondo poco più chiaro del cielo alle loro spalle.
- Ecco, lo sapevo... - imprecai sottovoce.
- Guarda che ti sento anche se bisbigli. -
Alzai gli occhi al cielo ricacciando dentro tutte le parolacce che sentivo scorrere sulla mia lingua. D'improvviso mi sentii di nuovo tremendamente osservata: mi girai e colsi Mello a fissarmi con serietà. Deglutii di forza. Mello serio non mi piaceva per niente.
- Sei pronta? -
- Se non lo fossi cambierebbe qualcosa? -
- Beh... Non molto. -
- Appunto. - sospirai.
- Al mio tre... - ribadì, deciso.
Annuii in silenzio, stringendo i pugni.
- ...Uno... -
Ecco, ora erano guai seri. Stavo per precipitarmi di mia spontanea volontà da un grattacielo di cinquanta piani... Già, stavo per farlo.
Io, che ho sempre sofferto l'altezza. Io, che non sopportavo inciampare sui miei stessi piedi, mi stavo volontariamente buttando a capofitto da un grattacielo. Beh, non l'avrei mai immaginato, poco ma sicuro; forse al limite solo in caso di suicidio... ma non credevo che sarebbe mai potuto succedere neanche in quel caso. Avrei preferito morire in qualsiasi altro modo, pur di evitare le altezze... E invece ora stavo per farlo davvero, e ci sarei riuscita, sarei sopravvissuta.
- Due... -
Respira Sofia. Respira....
- Tr... -
- AAAAHHHH!! Aspetta! Aspetta!! - riuscii a bloccare Mello proprio per un nanosecondo, prima che si lanciasse nel vuoto. Inciampò solo sui suoi stessi piedi appena qualche centimetro prima del limite.
- Che c'è!? - sbraitò poi, irritato.
- Ehm, i... io, ecco... Ho ancora l'auricolare in mano... - rialzai la mano destra verso di lui e la riaprii, mostrandoglielo.
- … devo indossarlo. - conclusi, con tono terrorizzato.
Vidi Mello fulminarmi con gli occhi per qualche secondo, poi però alzò lo sguardo al cielo scuro e lo riportò su di me con un sonoro sospiro e sembrò passargli.
- E va bene... - senza dirmi niente, afferrò l'auricolare dal mio palmo ancora aperto e si avvicinò al mio orecchio sinistro. Sentii le sue mani scostarmi i capelli con fare stranamente delicato, indugiare appena sulla pelle del mio collo mentre lo faceva, per poi di nuovo sospirare lievemente e infilare quell'arnese nel mio orecchio.
- Ecco fatto. - disse poi atono.
- Sei pronta adesso? -
Annuii ancora una volta forzatamente, sforzandomi solo un po' di più della prima volta per mostrarmi maggiormente convinta. Servì a ben poco.
- Goditi la visione, Ryuzaki... - sibilò poi nel mio orecchio.
Sentii le sue labbra sfiorare la mia pelle e il suo fiato solleticarmela con delicatezza, mentre parlava, e quella sensazione mi fece venire un brivido lungo tutta la spina dorsale. Mi pietrificai.
Mello si allontanò da me e tornò al suo posto di partenza.
- Puoi contarci. - sentii improvvisamente sibilare direttamente nel mio timpano, tramite l'auricolare. Era la sua voce, quella di Ryuzaki, fredda e ostile come non mai. Quasi mi sembrarono una dichiarazione di guerra, quelle due semplici parole.
- … E adesso basta giocare. - sentii poi dire di nuovo da Mello al mio fianco, con tono teso ma cauto.
Mi guardò ancora dritto negli occhi per qualche istante, poi mi sorrise a stento.
- Uno... Due... -
Oh cazzo, no.
- Tre! - senza rendermene conto mi afferrò per il busto e mi trascinò con sé nel vuoto... Sapeva bene che anche quella volta non mi sarei buttata, così approfittando del mio disorientamento mi forzò senza tante cerimonie.
- AAAAAAAAAAAHHHH!! - le mie urla erano così alte e forti che mi parvero lontane, come se l'artefice non ne fossi io. Chiusi gli occhi senza neanche pensarci, mentre il vento forte mi scompigliava i capelli verso l'alto, frustando in pieno la mia faccia, e mentre il braccio di Mello mi stringeva forte a lui lungo i fianchi, intanto che con l'altra mano mi teneva forte la mia.
Quei secondi durante il quale cadevo nel vuoto per la prima volta mi sembrarono eterni, almeno fino a quando Mello non urlò:
- Stendi le gambe! Stiamo per atterrare! -
Non siamo in un aereo!!” avrei voluto urlargli contro, ma la paura me lo impediva.
Senza neanche riuscire a realizzare il tutto mi ritrovai già a terra, accovacciata sul cemento ruvido... completamente aggrappata a Mello, che a sua volta si reggeva con una sola mano poggiata a sua volta a palmo aperto sul pavimento (visto che con l'altra mi cingeva ancora la vita), ed entrambe le gambe ripiegate, proprio come quelle di una piccola rana.
D'altro canto, io non seppi realizzare ancora molto bene la mia di posizione, e tutto sommato non ebbi nemmeno modo di farlo... semplicemente perché non ci riuscivo. Ero troppo impegnata a pensare al nulla e al tutto contemporaneamente, ormai definitivamente traumatizzata.
Solo dopo qualche minuto mi resi conto di stare ancora aggrappata alle spalle di Mello, tremando flebilmente e fissando il vuoto.
- Kanade? - sentii chiamarmi contemporaneamente sia da Mello affianco a me che da Ryuzaki tramite l'auricolare, risuonandomi nei timpani.
Entrambi mi avevano chiamato, sì, ma con dei toni così diversi da darmi i brividi. Mello si era mantenuto serio, ma anche chiaramente sereno; Ryuzaki invece in quelle tre semplici sillabe vi fece trapelare un universo di agonia inesprimibile. La sua improvvisa preoccupazione per me fece sì che mi preoccupassi ancor di più io per lui.
- S... Sto... Sto bene. - rassicurai entrambi.
Mello sospirò appena e mi tirò su... Visto che ancora non volevo saperne di reggermi da sola sulle mie gambe.
- Dai, Kanade... Sicura? - chiese piano poi Mello, con strana cautela.
Mi voltai verso di lui e lo fissai dritto negli occhi, con sguardo stralunato, a solo qualche millimetro di distanza. Lo vidi mantenere lo sguardo con un calore così spassionato e dannato da infiammare il mondo intero... ed io mi sentii bruciare.
- Concentratevi sull'operazione. - sibilò gelidamente Ryuzaki.
La sua voce mi catapultò di nuovo sul pianeta Terra... Ma cosa diavolo mi stava succedendo?
Di colpo balzai lontano da Mello e mi raddrizzai sulle mie spalle, distogliendo lo sguardo.
- Di questo passo mi farai impazzire... - sibilai d'istinto a Ryuzaki, ignorando volutamente per qualche istante Mello al mio fianco.
- … Di solito un ragazzo normale se lo sognerebbe la notte di sentirsi dire una frase del genere da una ragazza, ma... chissà perché, ora come ora, non mi sembra più così intrigante. - mi sentii rispondere dall'auricolare, con un certo tono ironico.
Sbuffai con fare esasperato:
- Quando ti rivedo ti taglio la lingua. - sibilai ancora, irritata.
- Se magari Ryuzaki la smettesse di distrarti, noi potremmo restare concentrati sull'operazione così come lui ha detto! - abbaiò d'improvviso Mello, tornato a sua volta freddo e cinico.

Quella situazione mi avrebbe davvero fatto perdere la testa, ci avrei potuto scommettere.
Come avrei fatto a dividermi tra Mello e Ryuzaki?
Più che per il pericolo dell'ignoto che mi aspettava, cominciavo a spaventarmi di più per quella situazione.
- Okay, okay! - dissi io, facendo un lungo sospiro ad occhi chiusi per calmarmi.
Non ebbe proprio l'effetto desiderato, ma aiutò.
- Cosa dobbiamo fare adesso? - continuai, mostrandomi di nuovo decisa.
- Dobbiamo svoltare l'angolo verso la 2nd avenue e poi... -
- … Non sono di qui, Mello, quindi lascia perdere, okay? Ti seguirò e basta. -
Mello si voltò di nuovo a guardarmi, stavolta con tanto di sopracciglio inarcato:
- Bene. - disse poi, dopo qualche istante.
- Allora concentrati, e... comincia a correre! - non ebbi il tempo di rispondere che lo vidi improvvisamente sparire nel nulla per poi riapparire un centinaio di metri più lontano; dopo appena qualche secondo poi, si accovacciò a terra e si diede lo slancio per raggiungermi di nuovo con un solo lungo salto. Roba da film della Marvel per davvero...
Nel giro di tre secondi lo sentii di nuovo vicino a me, alle mie spalle. La sua velocità provocò un leggero alito di vento che si distolse subito nell'aria, e la cosa cominciò a sconcertarmi.
- Dai, non è difficile... - mi disse poi, poggiandomi una mano sulla spalla.
- … Concentrati sulla strada che hai davanti a te... -
Per quanto possibile, cercai di farlo.
- Ci sei? -
- Sì. - risposi quasi subito.
- Bene. Ora prepara le gambe... mettine una di due passi più dietro dell'altra, per darti lo slancio... -
Lo feci.
- E ora, al mio tre... Parti. E stavolta non ammetto false partenze! - sottolineò, con appena un accenno di calore nella voce.
Continuava ad alternarsi tra la freddezza cinica e spietata e il calore di un... di chi? Un fratello?
No, quello era diverso... Seppur somigliandogli appena.
Attese giusto per qualche secondo, durante i quali si posizionò di nuovo al mio fianco.
- Uno, due... - mi afferrò la mano.
- … Tre! - urlai io, con l'adrenalina a mille, e senza nemmeno aspettare mi buttai a capofitto in avanti e cominciai a correre.

In un primo momento persi completamente la percezione tempo-spazio, e non capii se Mello mi tenesse ancora la mano oppure per la sorpresa fosse rimasto indietro; per quel primo breve istante non pensai a nulla, se non alla magnificenza di quella vita che avevo appena iniziato, di quell'esperienza così bella e singolare che forse in tutto il mondo nessuno l'avrebbe mai conosciuta, se non quelle poche persone coinvolte nel caso.
Tutto ciò che mi circondava si mescolò come una goccia di sangue in un piccolo bicchierino d'acqua; i colori scuri e freddi della notte si fusero tra loro e quasi mi sembrò volare, invece di correre. Il vento mi sfiorava con prepotente forza il viso e i capelli, che sentivo ondeggiare sulla mia schiena. Che meraviglia, che bella sensazione... poter correre senza fatica alcuna, o addirittura volare a pochi centimetri dal suolo.
Ad un certo punto sentii trapelare nell'aria un alto urlo di gioia, proferito poco distante da me: era Mello, che teneva il mio passo e ancora stringeva la mia mano.
- Fermati! - urlò ancora.
Entrambi ci fermammo nello stesso istante, perfettamente al centro di un vicolo che divideva due altissimi grattacieli. L'aria era pesante e in quei paraggi i rumori chiassosi della città si mantenevano ancora tenui e distanti, appena percettibili.
Non ci furono sospiri né lunghi fiatoni di ripresa, solo sorrisi ed occhi sfavillanti. Io e Mello mantenemmo un anomalo respiro regolare e per la sorpresa quasi non saltellai dalla gioia come una bimba in festa.
- Ahah! E' fantastico! - esclamai entusiasta.
Mello mi sorrise con aria soddisfatta:
- Te l'avevo detto, oggi... -
Annuii vivacemente.
- Adesso non possiamo più perdere tempo però... Andiamo, è ora. -
Annuii ancora, stavolta più seria.
- Vuoi ancora che ti tenga la mano? - Mi chiese con sguardo profondo e tendendomene una.
Un lungo sospiro di evidente irritazione invase il mio udito: Ryuzaki.
- Ora no, grazie. - risposi istintivamente in modo freddo.
Non volevo sopportare ancora l'irritazione di Ryuzaki... non quella notte, almeno. Tanto valeva concentrarsi davvero sul piano.
Un esatto istante dopo vidi negli occhi di Mello qualcosa che si rompeva, che si spezzava. Una certa luce nei suoi occhi che svanì nel nulla, e senza dire niente ritirò la mano. Non era la prima volta che succedeva sotto il mio sguardo.
- Seguimi. - disse poi in tono neutro, dopo avermi voltato le spalle.
E così senza neanche aspettare un secondo di più, partì di nuovo a raffica ed io lo seguii subito.
Durante il tragitto il rumore del vento e dell'aria che noi tagliavamo come lame affilate occupò il nostro udito abbastanza da poter rassicurarmi che Mello, a qualche metro di distanza da me, che me ne ero rimasta dietro, potesse non sentirmi. Bastava mantenere un tono basso... Bene. Fui ben attenta a tenermi a quella distanza o poco più, e parlai:
- Ryuzaki? -
- Sì? - la risposta fu immediata.
- Chi altri può sentirmi a parte te? -
- Nessuno. -
Esitai qualche secondo:
- Sei solo? -
Anche lui esitò per qualche istante prima di rispondermi:
- Sì. -
Vidi la sagoma di Mello svoltare diverse strade, tutte stranamente desolate, ma non me ne preoccupai troppo e continuai a seguirlo senza tanti problemi.
- Bene. Allora posso chiederti di mantenerti calmo? Sei o non sei un detective? Sai com'è, sentire i tuoi sospiri esasperati e le tue frasi acide potrebbero non aiutarmi al momento. -
Lo sentii esibire uno strano verso, come una sorta di risata isterica appena accennata:
- Beh... Sì, sono un detective... e no, non sono agitato. Le mie sono solo osservazioni che ogni detective al mio posto sarebbe tenuto a fare. -
- Non mi imbrogli, Ryuzaki. - risposi a mia volta, risoluta.
- Io ti piaccio, ti si legge in faccia... - continuai in tono compiaciuto.
- Che espressioni infantili, Kanade... Una persona normale ti crederebbe più matura... -
- … Ma tu sei un detective e la mia immaturità l'hai scoperta sin da subito, non è così? -
- Dal primo istante. - certificò lui, con voce profonda.
- Allora userò un'espressione un po' più profonda... -
- Non credo sia il cas... -
- Tu mi ami. - gli sputai tutto d'un fiato.
Dirlo ad alta voce mi faceva salire un brivido lungo tutta la schiena, nonostante ogni circostanza. Attesi qualche istante, mentre la corsa al seguito di Mello continuava attraverso vicoli sempre più bui e stretti man mano che avanzavamo... ma da Ryuzaki non arrivò risposta.
Non sapevo se il mio era stato un colpo basso oppure un azzardo inappropriato, stava di fatto che smise di parlare.
- Ryuz... -
- ATTENTA! - sentii improvvisamente urlare da Mello e Ryuzaki in simbiosi; nonostante le urla non ebbi il tempo di capire a cosa si stessero riferendo, perché una sagoma scura si fiondò su di me come un proiettile un attimo dopo e mi fece precipitare al suolo dopo un lungo volo, forse di una decina di metri.
L'impatto con l'asfalto fu più forte e ruvido del previsto. Mi scappò un urlo acuto che in un'altra circostanza non avrei creduto fosse il mio, mentre un essere informe si contorceva sul mio corpo disteso e cercava di attaccarmi in modo scomposto e insensato. Tirai calci e pugni alla rinfusa:
- M... Mel...! -
C'era troppa poca luce per vedere il volto dell'essere che cercava di attaccarmi, ma dopo istanti e istanti di attesa dopo il mio richiamo Mello ancora non mi raggiungeva, e quell'essere informe continuava a ringhiare e sferrare gli artigli sul mio volto.
Doveva essere un uomo... O almeno quello che ne rimaneva.
Un altro Spector?” ebbi appena il tempo di pensare, che l'istinto mi chiarì subito che non potevo più aspettare... dovevo reagire, e subito.
- Kanade! - sentii urlare improvvisamente da Mello a squarciagola, a metri di distanza.
Nel frattempo gli artigli del mio avversario riuscirono a colpirmi in pieno volto, e il dolore fu stranamente lancinante. Sputai un altro urlo e finalmente mi decisi. Sentii come un'altra forza nascere e crescere dentro di me, una forza inspiegabile e feroce... e una sola frase mi balenò in testa, ripetendosi come un mantra... “NON TOCCARMI”.
Strinsi i denti e ripiegai con forza una gamba, per poi posizionarne il piede all'altezza del busto dell'avversario e lanciarlo il più lontano possibile; subito dopo sentii un tonfo sordo.
Finalmente me ne ero liberata, ma sapevo che non era ancora finita.
Mi rialzai svelta e ispezionai nel giro di un secondo il luogo, appollaiata sull'asfalto come un gatto. Mello era occupato con altri due Spector, che gli stavano addosso contemporaneamente... Ecco perché non era venuto a soccorrermi! Avrei dovuto capirlo da sola. Che stupida.
Dopo poco individuai il mio avversario, accasciato a terra a tre metri di distanza, che si stava appena rialzando per tornare ad attaccarmi.
Più che decidere cosa fare, lasciai che fosse l'istinto a guidarmi... E feci bene. Tirai fuori tutte le angosce, le paure e la tensione che mi avevano divorato in tutti quei giorni così assurdi, e li lasciai fare.
Ammortizzai lo slancio sulla gambe e mi lanciai su di lui, proprio mentre un altro di loro cercò di attaccarmi a sua volta... Mello lo fermò giusto in tempo con spiccata agilità, e mi coprì le spalle.
Con tutta la mia forza scaraventai pugni e calci sull'uomo ormai ben inquadrato. Era sulla trentina, e sebbene il calore estivo, indossava un cappotto scuro.
Dopo parecchi pugni e calci senza controllo, quando ormai lo vidi cominciare a sanguinare spaventosamente, cercai anche di darmi una calmata, ma dovevo sapere che era troppo tardi per tirarsi indietro e riprendere il controllo.
Lo afferrai per il collo e lo scaraventai contro un muro di mattoni appena dietro di lui, tenendolo fermo alla mia altezza e stringendo sempre più forte sulla gola. Sentivo il battito del suo cuore come se fosse il mio, sentivo il sangue che scorreva nelle sue vene allo stesso ritmo del mio, la vena del suo collo che si ingrossava per lo sforzo sotto il palmo della mia mano.
- Dov'è... - gli ringhiai ad un palmo dal naso, fulminandolo dritto negli occhi.
Dalla sua bocca sanguinante non uscirono che rivoli scuri e sussurri insensati.
In preda ad una furia bestiale lo tirai lontano dal muro di mattoni alle sue spalle per qualche secondo per poi farlo sbattere di nuovo, contro quegli stessi mattoni, con ancor più violenza.
- Do-v'è!? Bustri, dov'è!? -
- S... S... Sof... -
- Oh no! Non provarci! Non provare a nominare il mio nome! - esplosi io.
- Kanade! - era di nuovo la voce di Mello, tesissima. Mi voltai di scatto alle mie spalle: li aveva uccisi tutti, ed erano diventati tre. I corpi giacevano a terra immobili e in posizioni malsane. Fissai Mello poco distante per qualche secondo, allarmata: stava bene?
Ma certo che stava bene. A parte la chioma divenuta improvvisamente scomposta, nel resto era rimasto lo stesso di prima; neanche un graffio, anzi nei suoi occhi quasi sembrava nascere un nuovo bagliore: eccitazione mista a felicità.
- Stai bene... - dissi d'istinto, sovrappensiero.
- Sì... Non preoccuparti. - rispose lui con un accenno di sorriso.
- La mia non era una domanda. - dissi io, atona.
- Kanade! - esclamò ancora lui, indicando subito le mie spalle.
Appena il tempo di girarmi e vidi arrivarmi un pugno in piena faccia. Lo evitai per un solo, giusto, millimetro. In un secondo Mello mi fu accanto e prese lui il controllo della situazione. L'essere di fronte a noi ormai a stento si manteneva all'in piedi, ma era temerario e ancora stranamente combattivo.
Dopo un suo gesto lasciai la presa su di lui e Mello prese il mio posto. A differenza mia lui dosava bene ogni gesto, si vedeva lontano un miglio che aveva molta più esperienza di me.
- E' quasi morto... - osservò quasi tra sé, dopo averlo immobilizzato di nuovo contro il muro e avergli dato un'occhiata veloce.
Non sapevo più cosa rispondergli e così restai in silenzio, catturata dalla curiosità che sentivo suscitare in me attraverso i suoi gesti, tutti così calcolati e misurati al punto giusto. Come faceva a porsi delle soglie e a non superarle anche in quella situazione? Era uno Spector come me, dopotutto... Proprio non riuscivo a spiegarmelo.
- Perché il tuo burattinaio ci ha fatti venire qui? Qual è il suo scopo? - lo vidi ringhiare all'altro, con voce improvvisamente seria e spietata.
L'essere dinanzi a noi cominciò a ridere di gusto... come vidi già fare prima di lui da quell'altro Spector, all'entrata del nostro edificio, non molto tempo prima.
- Parla, se non vuoi morire subito. - insisté Mello minacciosamente.
- Th... Th... The Center... Of Centr... - cominciò poi a blaterare, come un ubriaco.
Attraverso la luce flebile della strada, ben lontana dal vicolo dove ci trovavamo, riuscii a scorgere una strana sfumatura negli occhi di quell'uomo... Qualcosa che stava cambiando. Da un verde chiaro le sue iridi cominciarono a mostrarsi sempre più scure... fino a diventare nel giro di pochi istanti completamente scarlatte, proprio come avevo già visto quella volta.
- Center... Central Park? - sussurrò Mello tra sé, con fare pensieroso.
- ...Perché dobbiamo and... - Mello non ebbe il tempo di finire la sua domanda che l'uomo dopo pochi altri sussurri esalò l'ultimo respiro e morì, accasciandosi tra le sue braccia e fissando oramai il vuoto con occhi inespressivi.

- Oh, perfetto! - esclamò Mello, scaraventandolo a terra senza tante cerimonie.
- La prossima volta mi occupo io di chi dobbiamo tenere in vita. Tu non sei capace. - disse poi con tono irritato, mentre mi dava le spalle.
- Mello si sbaglia. - sentii dire da Ryuzaki, attraverso l'auricolare.
- Sarà meglio and... -
- Aspetta, Mello! Ryuzaki mi sta parlando! - lo interruppi, improvvisamente agitata.
Lo vidi fermarsi all'istante, prima di voltarsi di nuovo verso di me con tanto di sopracciglio inarcato.
Sapevo che era tremendamente sexy quell'espressione, ma repressi con tutta me stessa quell'osservazione.
- Cosa intendi dire, Ryuzaki? - chiesi poi, voltando lo sguardo passivamente sul corpo inanime del nostro ultimo nemico, accasciato scompostamente a terra.
- Non è del tutto certo, ma... tecnicamente, quell'essere è morto... -
- ...Di arresto cardiaco. - concluse Mello, all'unisono con Ryuzaki.
Aveva spalancato gli occhi, fissi nel vuoto, mentre lo diceva. Forse per la prima volta sembrò cominciare a preoccuparsi davvero, e la cosa non mi piaceva. La sua espressione sembrava troppo scioccata per i suoi canoni.
Sentii cominciare a crescere una strana sensazione dentro di me, insidiandosi come radici lungo tutto il mio corpo: era una sensazione fredda, intimidatoria, pericolosa, che sussurrava come un alito di vento alla mia coscienza: “Non siete soli...”.
- Ci stanno osservando. - continuò Mello, con un'espressione terribilmente allarmata.
- Sì... E' molto probabile, se è vera l'ipotesi di un Death Note nelle mani di Bustri, che ci sia qualcuno con quel quaderno tra le mani che giostra la morte delle sue pedine a suo piacimento. E se questa ipotesi fosse vera... - le parole di Ryuzaki si dispersero in un silenzio agghiacciante.
- …Ci seguono a distanza. - conclusi io con un sussurro, cominciando finalmente a capire davvero di cosa stessero parlando.
Appena realizzata la situazione, sgranai a mia volta gli occhi dallo shock, tornando a guardare Mello.
- C... Cosa facciamo? -
Lo vidi distogliere lo sguardo allarmato dal vuoto per poi dirigerlo verso di me, quasi contemporaneamente al mio, trasformando la sua espressione per qualche momento sbalordita in una più seria e terribilmente severa.
- Non possiamo più tornare indietro. Scoprirebbero il nostro quartiere generale. Non ci resta che continuare ad avanzare, e vedere che cosa succede. Da questo punto in poi... Si fa sul serio. - concluse, tetro.
- Dobbiamo subito raggiungere il centro del parco. - dissi a mia volta, senza pensarci su due volte.
Bustri voleva giocare a nascondino? Bene, che il gioco iniziasse! L'avrei cacciato via dalla sua fetida tana a calci in culo, ci avrei potuto giurare.
- Dove si trova? - chiesi poi a Mello, improvvisamente determinata.
- Seguimi. - rispose subito lui, voltandomi le spalle e cominciando a correre.
- Kanade... -
Attesi giusto qualche secondo, poi seguii Mello senza sforzo mantenendo la stessa distanza di poco prima.
- Sì, Ryuzaki? -
Lo sentii esitare per molti secondi, prima di rispondermi:
- Sta' attenta. - mi disse poi, trascinando la sua voce come in un lamento.
Il suo tono così tormentato m'impaurì, lasciandomi perplessa. Non riuscii a rispondergli nulla. Cosa avrei potuto mai dirgli? Così restai in silenzio per qualche istante, prima che Ryuzaki con mia grande sorpresa continuasse:
- Ti prego... - il suo tono era divenuto inaspettatamente supplichevole.
Intanto insieme a Mello scavalcai una specie di recinto in metallo, e fu lì che cominciai a vedere qualche panchina, con tanti alberi alle loro spalle.
Ad un certo punto vidi Mello fermarsi, al centro di uno spiazzo, e così rallentai.
- … Torna. - gli sentii ancora dire.
Mi mancava ancora qualche metro per raggiungere Mello. Mi fermai a quella distanza, prima di rispondergli.
Adesso sapevo cosa dirgli.
- Tornerò... - gli dissi seria, nonostante cominciasse a tremarmi la voce.
- … Ma solo per costringerti ad ammettere che senza di me non è più la stessa cosa. E sai cosa intendo... è uno spettacolo a cui non ho nessunissima intenzione di rinunciare. -
Non rispose, ma io sapevo nel mio profondo che nonostante tutto stesse sorridendo.

Mi decisi a raggiungere Mello... in attesa del nemico. In attesa di combattere per la mia vita e per quella di chissà quanti altri.
Improvvisamente non vedevo l'ora di finire quell'operazione solo per poter tornare da lui, da Ryuzaki, anche solo per sentirlo di nuovo materialmente al mio fianco.
- Mòno ghia sèna... - sussurrai, poco prima di raggiungere Mello e fermarmi spalla contro spalla con lui, ispezionando le ombre scure che ci circondavano e saziandomi di quella forza che sentivo trasmettermi da quella persona così distante, ormai per chilometri... eppure ancora così vicina al mio petto. Sì, lì, proprio al centro... leggermente inclinato a sinistra.

Solo per te”.




ANGOLO AUTRICE
Okaaaaay, va bene, lo so, sono pessima. E' passato troppo tempo dall'ultimo capitolo, lo so, vi dò la libertà di cercarmi e uccidermi. xD
Mi dispiace, avrei voluto/dovuto pubblicare molto prima ma sono successe tante cose che non me l'hanno permesso. Ho trascurato quelle poche persone che apprezzano o almeno dimostrano di apprezzare quello che scrivo, e mi dispiace davvero. >.<
In compenso prometto di pubblicare almeno un altro capitolo in questi giorni, e come sempre aspetto vostre notizie. Spero che con questo capitolo la storia continui a piacervi. x)
Grazie ancora infinitamente a voi lettori/lettrici, la vostra attenzione è sempre la miglior ricompensa. :)
Aspetto vostre notizie. <3

 

   
 
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