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Autore: _Wonderful_    19/03/2014    3 recensioni
[Interattiva] [TRIBUTI AL COMPLETO]
Gli Hunger Games. Una parola che incute terrore anche nel più coraggioso dei cuori.
74 anni. 74 anni esatti dalla prima volta in cui ventiquattro ragazzi e ragazze giocarono, uccidendosi fino a quando non ne fosse rimasto solo uno, il vincitore. Ora è un altro anno e, come ogni anno, c'è la Mietitura. Ma, a differenza di come starete pensando, non ci saranno i soliti personaggi. Ma i vostri.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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THE HUNGER GAMES:
L'INIZIO DI UNA SFIDA
 
III:
Il Distretto 2

Anche nel secondo Distretto la gente è sorridente e allegra. Dopotutto, è arrivato il loro giorno preferito, quello che aspettano da un anno. Stavolta le sedie poste sul palco sono cinque, e sono occupate da Gracie Lesdrons, il solito sindaco, e i tre mentori, Brutus, Enobaria e Lyme. Lo stesso schermo televisivo li sovrasta, con il solito messaggio da parte di Snow, trasmesso in tutta Panem. Una volta finito, la capitolina si alza e subito corre alla stanga di ferro contenente l'amplificatore vocale.
"Benvenuti a tutti, cari abitanti del Distretto 2, e buoni Hunger Games!" strilla. Tutti esplodono in un applauso. Fischi e urla varie si espandono fra tutti i cittadini, come un'onda.
"Passiamo subito all'estrazione dei Tributi!" dice, incespicando per un attimo nei suoi tacchi blu. La gonnella gonfia e piena di piume le arriva alle ginocchia, e una camicetta color cielo con due ali piumate attaccate alla schiena la ricoprono. La pelle è grigiastra, con disegni di uccelli e nuvole sparsi sul viso. I capelli le stanno ritti in testa, tinti di un blu innaturale. Ma, dopotutto, sono delle capitoline, tutto è innaturale in loro. Si dirige verso la boccia alla sua sinistra e ci ficca dentro la mano, mescolando i vari pezzetti di carta sparsi dentro al contenitore di vetro. Poco dopo la tira fuori con in mano uno di quelli. Lo apre e legge subito il nome, senza tanta suspence. Cosa che la rende antipatica agli occhi degli abitanti del Distretto 2.
"Katy Ladribs!" chiama, la voce più alta che può. Ma si rende conto di non essere davanti al microfono, considerando gli sguardi confusi che sta ricevendo. Così, in imbarazzo, corre più velocemente che può a quest'ultimo, ripetendo poi il nome. La ragazza fa per farsi avanti, ma... .
"Mi offro volontaria!" esclama una voce. Tutti si girano verso la ragazza che ha appena parlato. E' una delle tipiche ragazze del Distretto: alta quanto basta, fisico rafforzato dopo anni di allenamento, pelle chiara e quasi pallida, capelli nerissimi come la pece e occhi di un color liquirizia, che ora stanno guardando dritto davanti a se, seri come non mai. Vari sbuffi e lamentele si levano attorno a lei. A quanto pare, è riuscita a offrirsi prima delle altre.
"Oh! Bene! Prego, cara, vieni avanti!" la incita Gracie, contenta di essere stata assegnata ad un Distretto tanto attivo. La ragazza esce dal vasto gruppo di coetanee e si dirige a passi svelti e decisi verso il palco.
"Come ti chiami, cara?" chiede la capitolina, ripetendo sempre la solita, irritante, parola. Le mette il microfono alla bocca.
"Abigail Hall" risponde quest'ultima, la voce fredda e dura. Fa vagare lo sguardo attorno a lei, verso tutte quelle persone che la stanno osservando, naso all'insù e bocca spalancata. All'inizio non l'avevano riconosciuta, ma ora che hanno sentito il nome, sono sicuri che è lei. Abigail Hall. La più grande combattente con le asce del Distretto. Aveva iniziato a otto anni, e da allora non ha più smesso. In più, la sorella, Annalisa Hall, è stata un'ex partecipante degli Hunger Games. Purtroppo per lei, quello fu uno dei rari anni in cui il Distretto 2 non vinse. Così, Abigail si è ripromessa di vendicarla partecipando agli Hunger Games e vincendoli.
"B-bene, Abigail!" esclama Gracie, intimorita anche lei dalla ragazza che aveva di fianco. "Vuoi dire qualcosa a tutte queste belle personcine?" le chiede poi, riproponendole il microfono.
"Sì, certo che voglio dire qualcosa" risponde. Afferra l'oggetto, strappandolo dalle mani della donna, che intanto è rimasta a bocca spalancata. Poi si gira verso una delle grandi telecamere che la stanno riprendendo. "Questo è per voi, cari Tributini degli altri Distretti. Mia sorella ha perso questi giochi, ma io non farò lo stesso errore. Sappiatelo" dice. Le parole rimangono sospese nell'aria per qualche secondo. Poi Gracie si decide a recuperare il microfono dalle mani della sedicenne e a riportarselo alla bocca.
"E-ehm... ok! Ora passiamo al Tributo maschile!" dice, dirigendosi all'altra boccia. Ripete la stessa operazione di prima e tira fuori un biglietto.
"Leonidas Feast!" esclama. Tutti si voltano verso il gruppo dei sedicenni e da lì ne esce un ragazzo, abbastanza alto e con il fisico che oramai hanno tutti in quel Distretto, dove i giovani Tributi si allenano fin dalla tenera età. Per esempio, Leonidas aveva iniziato a soli sei anni. Il ragazzo ha lo sguardo confuso tipico di quei pochi che non si sarebbero voluti offrire volontari. Ma, a quanto pare, al contrario di quello che si dice, la fortuna non è mai a suo favore.
"Mi offro volontar-!" esclama qualcuno dal gruppo dei diciottenni. Ma Leonidas, dopo essere rimasto un attimo interdetto, riprende il controllo, assume la posa più coraggiosa e imponente che riesce a fare, ed esclama: "No, rifiuto. Voglio andare io". Nessuno risponde. Beh, naturale. Se qualcuno rifiuta l'offerta, non c'è niente da fare. E quindi, poco dopo, il ragazzo si ritrova a camminare verso il palco, deciso a vincere, l'atteggiamento pronto a qualsiasi sfida ma lo sguardo tremendamente preoccupato. Una volta raggiunta la struttura in legno, si sistema di fianco alla capitolina, alla destra di Abigail. I due si lanciano per un attimo uno sguardo, per poi tornare a guardare dritti davanti a loro.
"Benissimo, abbiamo un rifiuto! Eccellente!" esclama Gracie, con un sorriso ebete stampato sul volto esageratamente pallido. "Vuoi anche tu dire qualcosa, tesoro?" gli chiede poi, proponendo anche a lui il microfono. Dopo un attimo di silenzio, il ragazzo scuote la testa.
"N-no, non ho niente da dire". Ha lo sguardo rivolto verso un punto impreciso in mezzo alla folla, e Gracie scruta quest'ultimo, senza però ricavarne niente.
"Che stai guardando?" gli chiede infatti. Leonidas sussulta, colto alla sprovvista dalla domanda della capitolina.
"Eh?" chiede.
"Cosa stai guardando?" ripete lei. Lui la fissa per un po', nuovamente in silenzio. Poi assume un sogghigno alquanto inquietante.
"Un po' di cazzi tuoi?" dice. Qualche risatina inizia a farsi sentire dal pubblico, e ciò non fa altro che aumentare la soddisfazione del ragazzo. Gracie spalanca la bocca, sconvolta. Nessuno l'aveva mai trattata in quel modo!
"D-dicevamo..." balbetta, portandosi il microfono alla bocca con fare all'apparenza indifferente. "Potete stringervi la mano, allora" e fa un paio di passi all'indietro per permettere ai due ragazzi di compiere quel gesto di apparente amicizia, complicità. Abigail e Leonidas si avvicinano, gli sguardi soddisfatti di chi sa di poter vincere. Le loro mani si uniscono, in un gesto di sfida che sta a indicare solo una cosa: vittoria.

Il fuoco scoppietta nel camino, espandendo il suo calore per tutta la stanza. Abigail resta a fissarlo per un po'. E' sempre stata affascinata dal movimento ondulato di quell'entità, elegante seppur fatale. Resta lì, seduta, immobile, aspettando che i Pacificatori vengano a prenderla e la trascinino nell'auto che la porterà al treno. Tanto non ha amici, nessuno la verrà a trovare. E poi, preferisce restare sola a pensare, nei suoi probabili ultimi giorni di vita. Ed infatti non si aspetta di vedere la porta della stanzetta in cui si trova aprirsi. Subito la varcano una donna dai capelli e dagli occhi neri, con lo sguardo freddo e maligno di chi non aveva la minima voglia di andare lì, e un uomo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, con lo sguardo invece più dolce e commosso.
"M-mamma? Papà?" esclama la ragazza, alzandosi in piedi di scatto per la sorpresa.
"Ciao tesoro" sorride l'ultimo nominato, avvicinandosi per abbracciarla.
"E così ti sei offerta" dice invece la donna, con la stessa voce fredda e dura dello sguardo.
"Oh, vedo che sei molto dispiaciuta per me. Grazie mille per l'interesse" sbuffa Abigail, sedendosi nuovamente dopo aver abbracciato l'uomo. 
"Oh, suvvia, sono i vostri ultimi attimi assieme, cercate di essere gentili" dice il padre, provando a riappacificare le due. Queste ultime rispondono con un sonoro sbuffo.
"D'accordo, ma solo per stavolta" dicono poi, quasi all'unisono, stringendosi in un freddo abbraccio.

L'atmosfera nella stanza di Leonidas, invece, è tutt'altro che triste. Selena e James, i suoi genitori, entrano nella stanza a grandi falcate e corrono ad abbracciare il figlio.
"Complimenti, tesoro" gli sorride la madre, lasciandogli un bacio sulla fronte, che il ragazzo riesce abilmente a schivare.
"Porterai onore alla nostra famiglia. Puoi vincere, e lo sai" gli dice invece il padre, sorridendo. Le labbra di Leonidas si incurvano, mostrando una fila di denti sorprendentemente bianchi. Finalmente un pensiero soddisfacente. E' sempre stato molto attento all'onore del suo Distretto, e farebbe di tutto pur di mantenerlo tale, per questo il commento dell'uomo l'ha reso più sollevato.
"Grazie, grazie, lo so già" risponde, con un ghigno soddisfatto stampato sul volto. Ma questo ghigno sparisce quando, dopo la partenza dei due, la porta viene varcata da un ragazzo dai capelli chiari e gli occhi di un color nocciola intenso, ed un ragazzino dai capelli simili a lui e dagli occhi blu scuro.
"Fratellone!" grida il minore, correndo tra le braccia di Leonidas. Quest'ultimo sorride, anche se i suoi occhi si stanno velando di lacrime. Sa benissimo che quel bimbo tanto dolce e gentile, che meriterebbe di vivere più di chiunque altro, non arriverà al prossimo anno.
"Ehi, Talos" risponde, cercando di mascherare il pianto che sta tentando inutilmente di trattenere. Infatti, poco dopo una lacrima gli scende lungo la guancia, e lui l'asciuga subito con la manica della giacca. Ma non serve a niente, perché, subito dopo, Talos alza lo sguardo verso di lui.
"Perché piangi, fratellone?" chiede.
"N-niente, mi era solo entrata un po' di polvere nell'occhio" mente spudoratamente il fratello. Ma l'altro capisce.
"Su, Talos, andiamo, lasciamolo solo a riflettere" propone poi Kleidemos, il fratello maggiore, che fino a quel momento li osservava dalla soglia della porta, porgendo la mano al fratellino. Leonidas gli rivolge uno sguardo stizzito.
-Eh sì, si è proprio rammollito- pensa poi, con uno sbuffo che Kleidemos nota. Ricambia lo sguardo, poi esce dalla stanza assieme a Talos. Non appena la porta si chiude alle loro spalle, le lacrime iniziano a sgorgare dagli occhi di Leonidas. No, ormai era chiaro. Non avrebbe mai ucciso qualcuno davanti ai suoi occhi. Non vuole che suo fratello lo reputi un assassino. E che l'ultima immagine che avrà di lui siano le sue mani sporche di sangue. No, sarebbe riuscito a sopravvivere. Ma avrebbe cercato di non uccidere nessuno, violando le sue regole da Favorito.
"Stai bene?" chiede una voce. Leonidas alza la testa di scatto. Fa appena in tempo a scorgere i suoi amici che una manica va a investirgli il viso, cercando invano di rimuovere le gocce di acqua salata che tempestavano il suo volto.
"S-sì, sto benissimo, che credete?" risponde, alzandosi in posizione fiera tornando ai suoi modi ironici e bruschi. Il che provoca uno sbuffo da parte di Cecìle, una ragazza dai lunghi riccioli neri e da due splendidi occhi blu, e un sorrisetto da Ismael, il ragazzo mulatto dagli occhi dorati e dai capelli ricci simili a quelli della ragazza. Lasciando per un attimo la mano di Nightshade, sua ragazza nonché donna molto bella, con cui Leonidas si divertiva a far innervosire l'amico, si va a sedere accanto a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.
"Sfogati pure, non lo diremo a nessuno, promesso" gli dice, sfoggiando un sorrisetto ironico cercando di tirar su di morale l'amico, che alza gli occhi al cielo e scuote la spalla, facendo cadere la mano di Ismael.
"Volete capire che sono calmissimo, cazzo?!" esclama poi, rivolgendo gli occhi arrossati ai tre individui attorno a lui. Cecìle storce la bocca.
"D'accordo, se ne sei convinto" e poi tutti e quattro si stringono in un caldo abbraccio, probabilmente l'ultimo.


PA-TUM TSSSS!

Eccomi qui. Scusate l'estremo ritardo, ma sono stata colma di impegni con la scuola e con altre varie cose ultimamente, perdonatemi çwç. Finalmente il Distretto 2: qui facciamo la conoscenza di due nuovi ragazzi abbastanza tosti di carattere: Abigail e Leonidas. Che ne dite? Ve gustano (?)? Se trovate qualche errore non fatevi problemi a segnalarmelo, accetto qualunque critica u.u. Ho riletto il testo ma, conoscendomi, qualche errore mi deve essere sfuggito di sicuro. Poi, ho una piccola avvertenza da dire: il ragazzo del 3 è diventato libero, se qualcuno di voi è interessato non si faccia problemi a dirmelo, logicamente avrà tempo fino a metà Aprile per consegnare la scheda :). In caso contrario, dovrò creare io il Tributo, e a me non piace molto la cosa perché, come mi è già stato detto, nel caso (remoto) dovesse vincere lui, riceverei parecchie proteste che dicono di averlo fatto vincere apposta, e cose così, quindi non voglio rischiare. Poi, altra cosa, per chi ha Facebook, in fondo troverete il link del mio profilo, vi basterà aggiungermi agli amici, o mandarmi un semplice messaggio dicendomi chi avete nella storia, ed io vi aggiungerò al gruppo :P. Bene, ultima cosa: spero di aver caratterizzato bene i personaggi, chiedo nuovamente scusa per il ritardo, ed evaporo. Ciao!

_Wonderful_


 
  
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