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Autore: telesette    25/03/2014    3 recensioni
Mamoru si passò mentalmente una mano sul capo.
Possibile che la piccola innocente Usagi stesse già sviluppando l'interesse verso il sesso?
Eppure lui aveva sempre evitato di toccare con lei certi argomenti, ben sapendo che non era ancora pronta per impegnarsi in una relazione completa, ma evidentemente qualcosa ( o qualcuno! ) doveva averle inculcato in testa il modo peggiore di mettersi a fare l'adulta...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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Mentre correva a casa, Mamoru continuava a rimproverarsi mentalmente come se avesse sbagliato qualcosa.
Sapeva che Usagi era una ragazza meravigliosa, dolce e piena di vitalità, ma era ancora troppo presto per portare il loro rapporto su un altro livello. Usagi non aveva ancora finito le superiori, oltretutto viveva ancora nella purezza e nell'ingenuità del suo mondo fatto di giochi e spensieratezza, aveva ancora tutto il tempo di crescere e maturare prima di potersi dire donna.
Mamoru non voleva assolutamente precorrere i tempi, perché teneva a lei più che a qualsiasi altra cosa, ma adesso era preoccupato che Usagi stesse avvertendo come la mancanza di qualcosa nella loro storia...

- Usagi - mormorò. - Abbiamo tutta una vita davanti, tutto il tempo a disposizione, sia io che te possiamo benissimo aspettare e vivere questi pochi anni ancora come qualcosa di unico che non tornerà più!

Così dicendo, Mamoru ripensò a tutti i vari momenti vissuti in compagnia di Usagi.
La sua dolce testolina buffa tenera e romantica perennemente appoggiata contro il braccio, il suo sorriso, la sua esuberanza, il suo modo giocoso e fanciullesco di vivere la giornata...
Tutto questo non dura per sempre, specie quando alla giovinezza subentrano i problemi e le difficoltà degli adulti, e Mamoru sentiva che Usagi aveva tutto il diritto di vivere l'ultima fase della sua adolescenza senza dover cambiare nulla ancora del suo modo di essere.
Il sesso è una tappa importante, nella vita di due persone che si amano, ma non quella principale.
Certo, Usagi stava indubbiamente crescendo: presto, molto presto, non ci sarebbe stato più nulla di strano nel vivere una normale passione di coppia; l'attrazione fisica, il bisogno di assecondare le pulsioni del proprio corpo, e soprattutto la consapevolezza di essere davvero in grado di dirsi donna anziché "dimostrare" qualcosa per timore di essere inadeguata...

- Tu vai benissimo così come sei - pensò Mamoru convinto. - Se solo potessi parlarti... convincerti, dannazione!

Purtroppo la strada sembrava così maledettamente lunga quel giorno.

***

Una volta giunto a casa, Mamoru era indeciso se chiamare la mamma di Usagi o se invece chiedere a Makoto e alle altre se avevano sue notizie. Tuttavia si accorse che la porta dell'appartamento era aperta e, a giudicare dal rumore proveniente dal bagno, qualcuno era già entrato prima di lui.

- Usagi - chiamò.

Effettivamente era già da qualche settimana che aveva fatto una copia delle chiavi per lei, cosicché potesse venire a trovarlo ogni volta che ne aveva bisogno, ma in preda all'agitazione del momento se ne era completamente dimenticato.
Di nuovo chiamò la ragazza per nome e, come l'acqua smise di scorrere dalla stanza accanto, Mamoru vide Usagi comparire sulla soglia del bagno con i lunghi capelli sciolti e con indosso solo l'asciugamano.

- Ciao Mamo-chan - esclamò lei sorridente. - Sei tornato presto, contavo di prepararti il pranzo!

Mamoru si irrigidì al solo pensiero.
L'ultima volta che Usagi si era messa ai fornelli, gli era sembrato di mangiare carbone. In ogni caso, non era certo quello il problema più grave al momento.

- Non... Non dovevi disturbarti - rispose. - Piuttosto, ho incontrato Makoto poco fa e...
- Ah, a proposito, vuoi vedere le cose che ho comperato?

Il cuore di Mamoru mancò un battito.
Sempre tenendosi l'asciugamano avvolto sul petto, incurante del comprensibile imbarazzo dell'altro, Usagi attraversò la stanza e fece per agguantare un paio di borse di carta che giacevano sui cuscini del divano.
Mamoru la vide armeggiare e, temendo già quale potesse essere il contenuto, chiamò a raccolta tutto il suo sangue freddo e si disse pronto a mettere in chiaro le cose senza girarci troppo intorno.

- Io e te dobbiamo parlare, Usagi - disse. - Credo sia il caso di fare un discorsetto, anche perché non...
- Guarda questo, ti piace?

Prima che l'altro potesse finire la frase, Usagi trasse dalle borse un eccitante indumento scuro di pelle.
Mamoru deglutì.
Prima d'ora, aveva visto quel genere di indumento solo nei locali dove erano soliti ritrovarsi i suoi amici durante le feste di laurea... cosa pressoché normale, visto che quel reggipetto era sullo stesso modello di quello usato dalle ballerine che facevano lo strip-tease.

- Ho anche le mutandine da abbinare, le calze, e poi ho anche...

L'urlo strozzato di Mamoru, sconvolto al pensiero che Usagi potesse avere sul serio l'intenzione di mettersi quella roba addosso, fu accompagnato da una smorfia che pareva promettergli un infarto assicurato.

- Ti senti bene, Mamo-chan? - chiese Usagi con sorprendente candore e ingenuità nella voce. - Sei così pallido...
- MI... MI... MI-FA-SOL-LA-SI-DO-RE...

Usagi batté ripetutamente le palpebre.

- Credevo di farti un piacere - mormorò triste. - La commessa mi ha assicurato che gli uomini adorano questo tipo di indumenti...
- Usagi, ma come t'è venuto in mente di acquistare questo genere di cose?
- Non ti piacciono?
- No... Cioé sì... cioé, VOGLIO DIRE...
- Lo sapevo, dovevo prendere il bikini tigrato o il perizoma di pizzo e lustrini, se solo non fosse così costoso!

Quello, per Mamoru, fu decisamente il colpo definitivo.
Ci vollero alcuni minuti, perché il giovane recuperasse parte della propria lucidità mentale, dal momento che doveva ancora realizzare di non aver avuto un'allucinazione.
Lasciandosi cadere sulla sedia accanto al divano, il poverino si passò una mano sulla fronte e sugli occhi, prima di raccogliere un respiro profondo e domandare ancora una volta ad Usagi il motivo di un vestiàrio così provocante.
La risposta della ragazza fu tanto semplice quanto diretta.

- Pensavo che, per la nostra prima volta, lo avresti apprezzato!

Era incredibile, con quanta calma Usagi stesse menzionando le proprie intenzioni. Mamoru quasi non riusciva a credere alle proprie orecchie: "la loro prima volta"...
Usagi, la dolce innocente Usagi, stava realmente pensando a quello?
Evidentemente qualcuno doveva averle messo in testa un sacco di idee balzane, non c'era altra possibile spiegazione, tuttavia Mamoru non riusciva a capacitarsi di così tanta tranquillità da parte sua... specie su un argomento del genere.

- Usagi, dimmi la verità - esclamò risentito. - Hai letto per caso delle fanfiction, oppure qualche autore imbecille di mia conoscenza ti ha detto qualcosa che ignoro?
- No Mamo-chan, davvero - rispose Usagi. - Volevo solo dirti che... Ecco sì, insomma... penso di essere pronta per questo passo, e vorrei vivere questa esperienza solo e soltanto con te!
- Usagi...
- Lo so cosa pensi - scattò dunque la ragazza, infiammandosi e alzando la voce per istinto. - Pensi che non sia pronta, o che sono troppo "immatura" per amarti completamente... Ma non è così, te lo assicuro!
- Usagi, per favore...
- So quello che sto dicendo - proseguì lei impertérrita. - Io... ho riflettuto molto, e ho capito che non c'è nulla di male se... se noi due ci amiamo, allora, possiamo farlo!
- Non credo sia una buona idea - osservò Mamoru. - Non così, comunque, è una cosa che richiede il suo tempo!
- Ma perché - scatto lei in lacrime. - Non ti piaccio, forse ?!?

Mamoru si fece estremamente serio in volto.
Da quel momento in poi, qualunque cosa le avesse detto, non poteva assolutamente permettersi errori o fraintendimenti.
Doveva stare molto attento.
Usagi era convinta che le fosse richiesto un passo importante e immediato, per dimostrare tutto il suo amore verso Mamoru, mentre questi era perfettamente consapevole che il sesso non era una cosa da prendere così alla leggera.
Non era ancora il momento.
Per quanto, doveva ammetterlo, l'idea era senza dubbio eccitante. Ma non poteva incoraggiare Usagi in tal senso, dimenticando i motivi che gli imponevano di essere due volte maturo e responsabile soprattutto per lei.

- Usagi - cominciò. - Sto solo dicendo che non è questo il momento, né per te né per me, ma quando arriverà quello giusto... lo capiremo entrambi, e sarà una cosa "desiderata" non "programmata", ma dobbiamo aspettarla senza avere fretta!

Usagi scosse la testa.
Evidentemente le riusciva ancora piuttosto difficile capire la differenza, tra il cosiddetto "amore" dei film e l'amore quello vero.

- Oh, Mamo-chan - singhiozzò. - Ti amo, voglio farlo perché ti amo... Non voglio che tu pensi che non ti amo abbastanza!
- Non penso assolutamente questo, te lo assicuro - sorrise l'altro. - Anch'io ti amo con tutto il cuore, e ho a cuore gli anni che ancora costituiscono la tua bellissima adolescenza: ma il sesso fa parte di un momento della vita dove ci si lascia alle spalle qualcosa, dove l'infanzia cede il posto alla maturità, e tu hai ancora del tempo per pensare ai giochi e agli svaghi della tua fanciullezza... Che amore sarebbe il mio, se ti dicessi di rinunciare subito a tutto questo?

Ora Usagi pareva finalmente comprendere.
Ancora una volta, non poteva fare a meno di sentirsi sciocca e stupida, per aver dubitato dei sentimenti dell'altro.
Mamoru si avvicinò a lei, per cingerle amorevolmente le spalle nude e carezzarle il volto con affetto.

- Mamo-chan, io...
- Tu devi essere felice, Usagi - tagliò corto Mamoru soave. - Non devi dimostrarmi nulla: devi solo essere te stessa, dolce e romantica come sempre, è questo l'amore di cui ho bisogno da te!

Ciò detto, per sugellàre l'importanza dell'attesa, Mamoru prese ad accarezzarle i lunghi capelli color del sole e si chinò a baciarla come sempre.
Un bacio pudico ma sincero, il bacio che era loro concesso al momento, e in quel bacio Usagi capì che non c'era assolutamente nulla di più e niente di meno a ciò che entrambi sentivano chiaramente di provare l'uno per l'altra.
Saper aspettare, per donare gioia e felicità alla persona amata, è la prova d'amore più grande che esista al mondo.

 

FINE

   
 
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