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Autore: xsecondchoice    26/03/2014    1 recensioni
Alex, 20 anni, sta cercando se stessa nella bellissima e grandissima Londra, dove però è sola e lontana da casa, l'Italia. Una sera, dopo una giornata difficile, decide di affogare tutta la sua tristezza nell'alcol, così si dirige in un pub vicino casa sua.
Questa sua folle decisione le cambierà completamente la vita!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo nove -
 
Il rintocco delle campane di una chiesa mi sveglia all'improvviso. Ci metto qualche minuto per capire bene dove mi trovo, poi, alzando lo sguardo, vedo il suo volto meraviglioso e tutto trova un senso.
Ieri sera ci siamo addormentanti sul divano abbracciati e come avevo immaginato, si è comportato da gentiluomo.
So che sembra stupido da parte mia non aver colto l’occasione al volo, probabilmente qualsiasi altra ragazza se lo sarebbe portato a letto, ma giuro che, anche se non siamo andati oltre ai baci, non mi sono mai sentita così intima con qualcuno. E per intima intendo che lui è riuscito a leggermi dentro, a capirmi e penso di averlo fatto anche io.
Lo fisso per qualche minuto, non solo perché è fottutamente bello pure mentre dorme, ma anche perché non riesco ancora a capacitarmi di trovarmi davvero tra quelle braccia meravigliose.
É perfetto. Ogni singolo particolare del suo volto é bellissimo e io non riesco a capire come abbia fatto Dio a creare un essere così perfetto. Non solo fuori ma anche dentro. In pochi giorni è riuscito a farmi capire cos’ha nel suo cuore e cosa manca nel mio.
Avvicino le mie labbra alle sue e dolcemente le bacio. Poi, scendo sul mento e bacio anche quello. Annuso il suo profumo e poi lo bacio di nuovo. Lui apre un occhio e sorride.
«Ehi, bellissima», mi dice aprendo anche l’altro occhio
«Buongiorno», rispondo dandogli un altro bacio
«Vorrei svegliarmi tutti i giorni così»
«Sul divano?», ridacchio
«No, stupidina. Con un tuo bacio»
«Anche io», rispondo mentre un sorriso da ebete mi si stampa sulla faccia.
Robert mi osserva per qualche secondo poi, all'improvviso, il suo sguardo cambia, diventa triste.
«Domani devo partire»
Una fitta allo stomaco mi colpisce e resto immobile. Non so cosa dire, e mi sento un’idiota perché non riesco a capire come sia possibile che questa cosa mi faccia stare male.
Prendo un respiro profondo e trovo il coraggio di parlare. «Davvero?»
«Sì», lui mi guarda cercando di capire dalla mia espressione cosa mi stia passando per la testa «Ti giuro che non vorrei, ma devo per forza…»
«No, Robert. Stai tranquillo», sorrido cercando di non far trapelare l’incredibile delusione che ho dentro «Lo capisco. È il tuo lavoro»
«Già. Il problema è che non so nemmeno se riuscirò a lasciarti uscire da quella porta fra poco, immaginiamoci a lasciarti per due settimane!»
Due settimane? Un’altra fitta allo stomaco mi colpisce.
«Starò bene, Robert. Mi mancherai moltissimo, ma me la caverò», dico fingendo nuovamente un sorriso
«Ti credo, ma non so se io starò bene senza di te. Mi mancheranno troppo questi occhi, queste labbra, la tua risata…».
Dio, devo aver preso una qualche botta in testa e tutto questo deve essere un sogno perché non può esistere qualcuno di così dolce.
Lo afferro per la camicia e lo attiro verso di me per poi baciarlo con foga. La sua lingua a contatto con la mia, mi provoca brividi lungo la schiena. Le sue dita si incrociano con le mie, poi si spostano sui mie fianchi, e senza capire bene come, mi ritrovo a cavalcioni su di lui.
È la prima volta che ci tocchiamo così. Fino ad ora erano stati solo baci innocenti, mentre adesso ci stiamo scoprendo lentamente.
Lascio scorrere le dita fra i suoi capelli biondo cenere mentre lui mi accarezza la schiena, poi faccio scendere le mie mani sulle sue spalle, sui pettorali fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni. Lentamente la slaccio e lui mi lascia fare, dopodiché inizio a sbottonargli la camicia lasciando una scia di piccoli baci su tutto il suo petto.
Robert inizia a slacciarmi la lampo del vestito lungo la schiena, poi si allontana di poco per guardarmi negli occhi.
«Cosa stiamo facendo?», mi chiede leggermente affannato
«Non lo so», sorrido imbarazzata «Io ti voglio»
«Sei sicura? Non voglio costringerti a fare qualcosa di cui poi potresti pentirti»
Sono confusa. Da una parte voglio farlo, ma dall’altra sento che non è il momento giusto, che è troppo presto. E il fatto che domani lui debba partire, complica tutto perché non potrò vederlo per due fottute settimane, e mi fa male, mi fa male tutto, ma non sto parlando di un dolore emotivo ma un vero e proprio dolore fisico che mi porta ad accasciarmi su di lui e iniziare a piangere.
«Alex», dice il mio nome con così tanta preoccupazione che mi porta a piangere ancora di più «Ehi, che succede?», mi chiede, poi, prendendomi il volto tra le mani e asciugando con i pollici le mie lacrime.
Cosa posso rispondere? Che sono un disastro? Che non so nemmeno io perché piango?
«Io non lo so», rispondo singhiozzando dopo qualche secondo «Ho così paura e…», non riesco a finire la frase. Ho troppa paura di sembrare una bambina.
«Piccola, ti prego parlami. Non ti giudicherò mai. Te lo prometto.
Di cosa hai paura?»
Prendo un bel respiro e cerco di dar sfogo ai miei pensieri «Credo sia paura di perderti. Di perdere questo», dico indicando me stessa e poi Robert «Ho paura che se te ne vai non tornerai più. Mi è già successo una volta e non voglio mai più provare quell’orribile sensazione di vuoto. Mai più»
«Alex, io tornerò. Lo giuro. Devo soltanto andare un paio di settimane a Los Angeles per sistemare alcune cose di lavoro»
«Che stupida che sono», dico mentre tiro su col naso e mi asciugo il volto «Ho rovinato un momento così bello per colpa delle mie insicurezze del cavolo»
«Non hai rovinato niente. Non mi interessa venire a letto con te, Alex. Io voglio fare l’amore con te»
È incredibile. Quando penso che non possa dire qualcosa di più dolce, immediatamente dice qualcosa di ancora più tenero.
Vuole fare l’amore con me. Mi hanno detto che fare l’amore è diverso dal fare sesso, ma io sono confusa a riguardo. Con Andrea avevo fatto l’amore o avevamo fatto del sesso? Forse era un po’ tutte e due, ma alla fin fine fare l’amore per davvero non so proprio cosa significhi.
Una cosa però la so ed è che per fare l’amore bisogna essere innamorati, e questo vuol dire che Robert  vuole innamorarsi di me. Vuol dire che vuole stare con me per davvero.
«Anche io», mi viene da rispondere sorridendo. Lui si avvicina e mi da un piccolo, ma immensamente dolce, bacio.
«Vieni con me», dice all’improvviso con lo sguardo pieno di entusiasmo.
«Cosa?»
«Vieni a Los Angeles con me»
«Ma io non posso venire a Los Angeles con te, Robert», scoppio a ridere.
«Prima di tutto, chiamami Rob, solo mia madre mi chiama Robert, e non mi piace che lo faccia anche la mia ragazza. E poi, come tuo ragazzo, ti obbligo a venire a Los Angeles con me»
«La tua cosa?», chiedo dimenticandomi come si respira. Mi ha appena definita la sua ragazza, e lui si è definito il mio ragazzo.
«Bhé, mi sembra abbastanza ovvia come cosa. Dopo tutto quello che è successo ieri sera e poco fa, dopo quello che ci siamo detti, mi sembra l’unica cosa che possa dare un senso a tutto»
«Quindi tu mi stai dicendo che noi due siamo una coppia? Una vera coppia?»
«Esattamente. Perché tu non vuoi stare con me?», chiede confuso dalle mie continue domande
«No! Cioè sì! Sì, voglio che tua sia il mio ragazzo e io voglio essere la tua ragazza», sorrido piena di gioia.
Non posso crederci che tutto questo stia succedendo. Fino ad una settimana fa il mio mondo era a pezzi, ero persa in una città troppo grande per una persona piccola come me, mentre adesso sono qui, tra le sue braccia, e lui è bellissimo, e io non mi sono mai sentita così felice.
Ci baciamo di nuovo e poi ci guardiamo perdendoci ognuno negli occhi dell’altro.
«Vieni a Los Angeles con me», mi chiede sottovoce
«Vorrei farlo davvero tanto, ma come faccio? Non posso lasciare tutto così, da un giorno all’altro»
«Lasciare cosa? Non hai niente da perdere Alex. Vieni via con me, ti prego»
In effetti ha ragione. Nessuna casa discografica mi ha ancora contattata, e dubito che lo faranno, e non conosco nessuno a parte Robert e Nadia, la commessa pazza del negozio in fondo alla strada.
E poi ho sempre sognato di visitare Los Angeles. Insieme a Londra, è la città che amo di più al mondo. Ricordo che avevo un sacco di fotografie della città appese sui muri della mia cameretta.
«D’accordo. Mi hai convinta! Verrò con te a Los Angeles»
«Davvero? Ah! Non puoi capire quanto mi renda felice questa tua decisione!», mi dice abbracciandomi e baciandomi.
«Ehi, Rob», gli dico «Portami a casa, altrimenti chi le prepara le valigie? E poi devo chiamare i miei genitori ed avvisarli»
«Giusto! Certo, ti ci accompagno subito. Dici che per loro andrà bene se vieni con me?», chiede quasi preoccupato.
«Non so. Probabilmente faranno qualche storia all’inizio ma poi mi lasceranno fare. Ormai non sono più una bambina, posso fare quello che voglio. E io desidero andare a Los Angeles con il mio ragazzo»
«Ti piace dirlo, non è vero?»
«Non immagini nemmeno quanto!», dico chiudendo la porta alle mie spalle mentre io e Robert usciamo dal suo appartamento.
 
«Alex! Che fine hai fatto? Sono giorni che non ci sentiamo», mi dice Margareth dallo schermo del computer
«Lo so, ragazze! Ma non ho avuto proprio tempo… sono stata abbastanza impegnata», sorrido.
Non ho resistito, e appena sono arrivata a casa ho chiamato le mie amiche su Skype. Voglio presentargli Rob e dirgli che andremo a Los Angeles per due settimane.
«Ti hanno chiamata per qualche lavoro?», mi chiede Anna
«No, purtroppo per ora ancora nulla», rispondo «Ragazze, devo dirvi una cosa importante!»
«Oddio! Non dirmi che sei incinta!», mi interrompe Margareth
«No! No! Ma che cavolo… no!», rispondo quasi disgustata all’idea di poter avere un bambino alla mia età
«Ah okay, perché di solito nei film quando una dice “vi devo dire una cosa importante” finisce sempre con aborti o adozioni o bambini che piangono»
«Margareth ti sei per caso guardata Teen Mom su MTV?», interviene Anna
«Ragazze, vi prego ascoltatemi», le interrompo cercando di riprendere in mano la situazione «Voglio farvi conoscere una persona. Per l’esattezza, il mio ragazzo», dico facendo segno a Rob di avvicinarsi.
Non appena il suo volto entra nell’inquadratura dello schermo non si capisce più nulla. È il caos più totale.



Angolo scrittrice:
Ciao a tutti! :D
Ecco a voi il capitolo nove! Finalmente ce l'ho fatta a pubblicarlo!
In questo capitolo succedono molte cose e vengono prese decisioni molto importanti che cambieranno sicuramente la vita di entrambi.
Spero vi sia piciuto e che mi lascierete qualche recensione per farmi sapere che ne pensate! 
Grazie mille a tutti, alla prossima.
Byeee :3


 
   
 
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