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Autore: namirami    30/03/2014    6 recensioni
Quattro coppie.
Quattro modi diversi di vivere l'amore.
Quattro stagioni per esprimere le proprie emozioni, le proprie paure, il desiderio di vivere pienamente un sentimento così intenso, travolgente.
"Il clima fresco, gli alberi in fiore, i teneri profumi che si spandono nell'aria dopo il freddo inverno ... è decisamente la mia stagione preferita. Probabilmente anche perché era il periodo in cui riuscivi a venire più spesso a trovarmi.
Non posso nasconderti che mi mancano i nostri momenti, ma nei giorni in cui la malinconia si fa sentire di più vado a fare una passeggiata sulla spiaggia, guardo l'oceano sconfinato e penso a quanto siamo fortunati... Guardo l'oceano e penso che anche se così lontani, in fondo è su queste stesse acque che stai navigando. "
Ciao a tutti! Questa è una piccola raccolta dedicata a quattro coppie che adoro. La prima storia è incentrata su Usop e Kaya, di loro si “narra” poco e Usop è spesso poco considerato come personaggio nelle fan fictions, ma... tranquillo cecchino amiamo anche te! E questo è un piccolo tributo a lui e alla sua dolce metà.
Per scoprire le altre coppie... rimanete sintonizzati!
Un abbraccio nakama.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: ZoroRobin | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 ESTATE.

“Sotto dura stagion dal sole accesa
Langue l’huom, langue ‘l gregge, ed arde ‘l pino,
Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa
Canta la tortorella e ‘l gardellino.
Zeffiro dolce spira, ma contesa
Muove Borea improvviso al suo vicino;
E piange il Pastorel, perché sospesa
Teme fiera borasca, e ‘l suo destino;
Toglie alle membra lasse il suo riposo
Il timore de’ lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mosconi il stuol furioso:
Ah che pur troppo i suoi timor sono veri
Tuona e fulmina il cielo grandinoso
Tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri”.



Le isole estive erano  le mie preferite, perché piene di ragazze che camminavano in canottiera, minigonna e costume, con vestitini leggeri che poco spazio lasciavano all'immaginazione. Non potevo desiderare di più, e l'isola sulla quale eravamo appena sbarcati non faceva eccezione.
Prima di giungere qui avevamo affrontato una forte tempesta che ci aveva messo a dura prova ma ancora una volta eravamo usciti sani e salvi da quell'ennesima difficoltà. E ora questo sole così caldo sembrava quasi un miraggio.
Mentre il marimo era rimasto a guardia della Sunny – se non altro sarebbe stato utile a qualcosa – noi altri eravamo scesi: Franky doveva comprare alcuni attrezzi e pezzi di ricambio per la nostra nave, e Usop e Brook lo avevano accompagnato, il primo probabillmente per cercare qualcosa per migliorare le sue tecniche di combattimento, il secondo verosimilmente sperando che qualche commessa gli facesse vedere le mutandine. Rufy ovviamente voleva assaggiare la cucina del posto e Chopper lo aveva seguito, sperando così di diventare forte come lui. Nami-san avrebbe fatto un giro di perlustrazione dell'isola e raccolto dati per disegnarne la cartina, mentre Robin-chan avrebbe cercato la biblioteca più grande per conoscerne la storia.
Io ero andato a comprare delle provviste e non vedevo l'ora di mettere il tutto a posto in cucina per poter tornare per le vie della città. Già avevo adocchiato molte ragazze davvero carine, e magari avrei anche potuto incrociare Robin-chan o Nami-san e stare con loro da solo... mentre sorridevo a questi dolci pensieri, accelerai il passo e raggiunsi in breve tempo la Sunny. Arrivato sul ponte mi aspettavo di vedere testa d'alga appoggiato all'albero maggiore che ronfava, e invece mi apparve davanti agli occhi una visione celestiale: la mia bellissima Nami-san era distesa su una sdraio a prendere il sole. Stava dormendo, ma la sorpresa che ebbi nel vederla mi fece cadere dalle mani alcune delle buste che avevo e la svegliai. Si mise a sedere e si girò verso di me:
“Tutto a posto Sanji-kun? Ti do una mano a mettere a posto” mi disse venendo verso di me.
“Oh no, Nami-san, non ti preoccupare! È solo che non mi aspettavo di vederti qui... ecco... io...” iniziai ad iperventilare come tutte le volte che la vedevo in bikini e non so come riuscii a far uscire solo poche gocce di sangue dal mio naso che ripulii rapidamente con l'orlo della mia giacca. Nel frattempo lei si era alzata ed aveva già rimesso molti dei cibi che mi erano caduti dentro la borsa:
“Quando abbiamo deciso che sarebbe rimasto Zoro a guardia della nave, ho sentito che si lamentava perché voleva esplorare l'isola, credo voglia cercare un negozio di spade, gli servono alcune cose per la manutenzione delle sue. E io non avevo molta voglia di girare in lungo e in largo, così ci siamo scambiati. Ho chiesto a Robin di raccogliere alcuni dati per me ed è un'isola piccola, non credo sarà difficile disegnarne la cartina”. Finì di sistemare una borsa e stava per prenderla quando le dissi:
“Grazie mille per l'aiuto Nami-san, ma ora ci penso io. Tu resta qui a goderti questo bel sole, ti porterò qualcosa per rinfrescarti!”.
“Ok, Sanji-kun”.  Andai in cucina e misi velocemente a posto le provviste, non potevo di certo far aspettare la mia dea! Avevo un'occasione unica, finalmente potevo passare un po' di tempo solo con Nami-san. Ero eccitato a dir poco, ma cercai di calmare i bollenti spiriti e concentrarmi sulla bevanda che stavo preparando.
Tornai sul ponte, ma mi accorsi che si era addormentata di nuovo. Mi sedetti accanto a lei, guardai il suo viso, che era stanco, spossato, come se non avesse riposato da molti giorni... e allora capii tutto in un momento, come se fossi stato colpito da un fulmine. In effetti, lei non riposava da vario tempo: l'ultima tempesta era durata vari giorni, noi ci alternavamo tra i compiti da svolgere ma nessuno poteva sostituire lei. Quando giungevo sul ponte lei c'era sempre e quando me ne tornavo sotto coperta lei rimaneva ancora fuori... come avevo fatto a non accorgermene? Come avevo potuto sottovalutare tutti gli sforzi che aveva fatto per guidarci incolumi fuori da quell'ennesima burrasca?  Mi diedi dello stupido, avrei dovuto supportarla di più, farle sentire il mio sostegno. Decisi quindi che le avrei dedicato molte più attenzioni, aveva bisogno di riposo ed io avrei fatto in modo che non dovesse preoccuparsi di nulla.
Rimasi non so quanto tempo in sua adorazione, era davvero perfetta: lo pensavo già dal nostro primo incontro, avevo continuato a pensarlo ogni giorno, e avrei continuato a pensarlo per sempre. Era impossibile per me rassegnarmi e smettere di corteggiarla. Ci avevo pensato varie volte, ma poi mi bastava guardarla e di nuovo mi innamoravo di lei e non resistevo al desiderio di provarci, ancora una volta. Era una tortura senza fine, ma non avevo ancora trovato rimedio.
Si svegliò di colpo, si voltò verso di me chiedendomi:
“Sanji-kun, da quanto tempo sei lì?” non ebbi il tempo di rispondere perché aggiunse guardando il cielo: “E' meglio se andiamo sotto coperta, tra poco inizierà a piovere. Niente di cui preoccuparsi, sarà un classico temporale estivo che durerà poco, ma credo che abbiamo preso abbastanza pioggia negli ultimi giorni”. Andammo nella stanza dell'acquario e poco dopo sentii iniziare a piovere.
“Nami-san” incominciai schiarendomi la voce “ solo oggi mi rendo conto di quanto hai lavorato ultimamente. Mi spiace non essermene accorto prima ma voglio rimediare: qualsiasi cosa ti serve, basta che tu me la dica e io far-”.
“Ho trovato questo sul tavolo della cucina. Non ho resistito e l'ho letto” mi disse mostrandomi un piccolo quaderno dalla copertina nera.
Deglutii a stento: era mio, era proprio il quaderno in cui scrivevo tutti i tentativi fatti per conquistarla. Accanto ad ognuno c'era la parola “fallito” e sapevo che la lista si sarebbe allungata.  Da alcuni giorni non lo trovavo più e non sapevo proprio come ci fosse finito in cucina, forse qualcuno degli altri trovandolo lo aveva messo lì.
“Posso riaverlo?” le chiesi sperando che non mi deridesse. Non sapevo neanche io come mai lo tenevo, forse speravo che leggendo e rileggendo tutti i miei fallimenti, mi sarei deciso a smetterla. Stranamente, me lo diede senza fare nessun particolare commento per poi dirigersi verso la porta.
“Eccoci” pensai “l'ho fatta allontanare di nuovo, ora si sarà convinta che sono ancora più patetico di quanto pensasse”. Aprii il mio quaderno per annotare l'ennesimo fallimento, ma quando arrivai all'ultima pagina che avevo scritto, notai che c'era qualcosa di strano. Qualcuno aveva scritto al mio posto: era la scrittura di Nami-san, la riconobbi subito.
E quando lessi, rimase per un momento basito, per poi esternare la mia gioia con un grido che non riuscivo a contenere.

***
“Chiederle in ginocchio di sposarmi offrendole tutto me stesso – Fallito
Salvarle la vita da un mostro marino durante una tempesta – Fallito.
Farle trovare il mio stupido quaderno in cui annoto tutti i miei tentativi di conquistarla – Riuscito”.


Chiusi la porta della stanza per poi dirigermi verso Sanji-kun. Immaginavo che la sua reazione a ciò che avevo scritto sul suo quaderno sarebbe stata quella. Era già da un po' che, pur non volendo, pensavo sempre più spesso a lui. E leggere quel quaderno mi aveva fatto uno strano effetto: rivivere tutti i momenti in cui aveva provato a conquistarmi mi aveva provocato piacere. Erano stati davvero tanti, dai più banali ai più impegnativi. E rileggerli così, tutti insieme, tutti in una volta, aveva come sciolto il groviglio di dubbi e preoccupazioni che sentivo dentro. Avevo capito che  se mai un giorno Sanji-kun avesse trovato un'altra, tutte quelle attenzioni mi sarebbero mancate. E io non potevo farmi sfuggire un tesoro così prezioso e a portata di mano, che ladra sarei aliirmenti?
Ed ora, mentre mi baciava, mi accarezzava, mi spogliava, sentivo tutta la sua passione mista a tenerezza, tutto il suo amore riversarsi su di me e penetrare fino nelle ossa.
Il suo odore di fumo e salsedine diventava sempre più forte, penetrante e afrodisiaco. E lasciai andare tutte le mie inibizioni e i miei dubbi.
Sanji-kun mi amava ed era un amore così grande e profondo che solo i veri uomini sanno provare. Ed ogni suo tocco, delicato e caldo, sulla mia pelle me lo confermava.
E io finalmente non avevo più paura ad ammettere e dimostrare che lo amavo, ed era un amore forte e tumultuoso come questo temporale estivo. E da navigatrice esperta, sapevo che l'unico modo per affrontare questa tempesta era lasciarmi andare tra le sue braccia.



"Quando parliamo insieme, talvolta io sento che la sua voce è l'eco della mia anima".
G. D'Annunzio. 
۩  ®

Ciao nakama! L'estate non potevo che dedicarla a questi due patati: avrei voluto scrivere di meno, ma come spesso succede con loro mi sono fatta prendere la mano. Spero comunque che vi sia piaciuta! Fatemelo sapere carissimi!
Detto questo, ringrazio davvero tanto chi ha seguito e recensito questa storia: Micky, Jolly_Anne, Ary_aliasNicoRobin99, BeSanji93.
E grazie a D'Annunzio, per la bellissima frase che appena ho letto mi ha lasciato senza fiato e volevo condividerla con voi.
Come scrivo sempre alla fine di una storia o raccolta, chiunque la leggesse anche tra molto tempo, spero voglia lasciarmi un pensierino, magari solo all'ultimo capitolo, per dirmi cosa ne pensa della raccolta e come potrei migliorare. I vostri pareri sono fondamentali per me.
Detto questo, ci “sentiamo” presto, con l'altra raccolta (Mille splendidi soli) e forse con qualche altro piccolo scritto, magari su altri nakama.
Vi abbraccio fortissimo.
Hasta pronto!
Namirami. 
  
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