Capitolo 18
Venezia
NDA Salve Whovians e Potteriani! Allora ragazzi scusatemi per il ritardo! Il capitolo doveva già essere pronto nelle vacanze di carnevale e lo era credetemi! è solo che non ho avvuto tempo di rivederlo. Perciò sono riuscita a sistemarlo solo ora che la scuola mi ha dato un po' di tregua. Voglio avvertirvi, qui il Dottore non parlerà molto il capitolo sarà più incentrato su James. Spero che questo non vi dispiaccia. Prima di lasciarivi alla citazione vorrei dirvi che non farò la rivisitazione di Amy's Choice. Perché lei ha già scelto, in un certo senso. Ma non vi preoccupate da qui inzieranno le vere avventure!e inizieranno i veri e propri cambiamenti radiclai. Vi avverto sono più sadica di Moffatt! vi Ricordo che devo rompervi le scatole anche sotto
«Poor Amy. He always leaves you, doesn't he?
Alone in the dark. Never
apologizes.»
«He doesn't have to.»
«That's good. Because he never will. And now he's left you
with me.»
«Who are you and what do you want?
The Doctor knows you, but he's not
telling me who you are. And he always does. Takes him awhile sometimes
but he
tells me. So you're something different.»
«Oh, is that who you think you are? The one he
trusts?»
«Actually, yes.»
«The only
girl in the Universe to whom
the Doctor tells everything.»
«Yes.»
«So what's his name?»
(Amy and the
Dream Lord in the Amy’s
Choice)
Il TARDIS atterrò con un rumore sordo. Il Dottore lascio andare una delle leve e corse alle porte del TARDIS, stava per spalancarle quando si accorse di me.
«Ehm James ..
senza offesa, ma ... siamo nel XV. La gente è leggermente
superstiziosa. E tu ...
beh ecco... sei morto... quindi...» cercò di dire
imbarazzato gesticolando.
Sorrisi. Com’era goffo! Io non lo ricordavo così!
Per me, il Dottore era... beh ... un genio, una persona al di sopra di tutto e tutti. Qualcuno saggio e degno di stima. Divertente ma disciplinato. Una persona che sapeva parlare. Non qualcuno di goffo e che inciampava nelle parole. Non che non lo stimassi ancora, ma quando lo avevo conosciuto a Hogwarts, era più... provato. Era molto più stanco, specialmente quando facevo il sesto anno. E poi capii, il Dottore che conoscevo io era molto più vecchio di quello che avevo di fronte.
«Non c’è problema. Non sei il primo corpo in cui mi insidio. Sei solo il primo che mantiene il controllo.»
Amy nel frattempo era sbucata da uno dei corridoi del TARDIS, si era acconciata i capelli, che ora scendevano in morbide e delicate, onde rosso scuro sulla schiena, aveva indossato, sopra la maglia blu, una giacca di pelle nera e aveva annodato una sciarpa rossa intorno al collo. Amy si trovava in un punto poco lontano dalla consolle. Siccome io e il Dottore eravamo sulle scale, potevamo vedere il corridoio principale da cui Amy stava arrivando. Amy si avvicinò a noi e chiese:
«Quindi sei stato in altri corpi prima di quello del Dottore?»
«Certo Lily! Siamo morti nel 1981.Tu ti sei reincarnata, e sei nata 8 anni dopo. Io no. Io ho seguito Harry, l’ho cercato, l’ho trovato ad Hogwarts nel 1991, l’ho visto a scuola, l’ho fatto fino al 1993, quando ho deciso di cercarti. Per stare vicino a Harry, ho dovuto “impossessarmi”per un po’ di alcuni corpi. È stato grazie a me se Hagrid l’ha trovato. E a Hogwarts.. sono stato io a “suggerire” a Hermione Granger di prendere in prestito il libro di Nicolas Flamel. Sono stato io a “suggerire”a Albus Percival Wulfrick Brian Silente, che ho soprannominato zio Al , ma voi non ditelo a nessuno, di regalare il mio mantello a Harry per natale. Sono stato io a impossessarmi del corpo di Piton , che scifo a proposito, e a “suggerire” al tuo caro amico Severus, di seguire Raptor. Sono stato io, a “suggerire”, a Hermione, attraverso un innocente ragazzina del quinto anno, che il mostro nella camera dei segreti era un Basilisco.» dissi tutto d’un fiato. Il Dottore sgranò gli occhi.
«No!
Tu non puoi dirmi questo. Mi hai appena distrutto un mito! Hermione
Ganger non può aver scoperto tutto grazie a te! È
il mio personaggio preferito»
disse il Dottore con aria sconvolta. Sapevo che aveva letto i libri
della
Rowling su mio figlio e ne era un fan. Gli avevo detto che quei libri
non erano
attendibili, non molto almeno. Visto che, Rita Skeeter (si proprio lei)
aveva
venduto la storia a J K Rowling. Cosa, che andava contro lo statuto di
Segretezza.* (i maghi devono rispettare questa legge lo
statuto di segretezza e non rvelare ai babbani il loro mondo.) Ma, a parte
questo, Rita Skeetter gonfiava le storie e si
inventava cose non vere. Perciò non era attendibile. Mi
ricordo che quando ero
a scuola, lei aveva fondato il giornalino di Hogwarts . (Avete mai
sentito un
nome più stupido per un giornale?!) Comunque, dicevo, quel
giornale che veniva
letto dalle ragazzine dal primo al quarto anno e dalle oche, (sospetto
anche da
Lily ma voi non diteglielo o mi ucciderebbe, di nuovo), mi aveva
portato grossi
guai. Una volta Rita mi aveva costretto (letteralmente), a fare un
intervista,
perché ero il capitano della squadra di Quiddich di
Grifondoro. Rita aveva
scritto con la sua penna verde che: “Il beneamato capitano
James Charlus Potter
ha un appassionata storia d’amore con Lauren
Lestrange” . Allora; punto primo:
«No, aspettate un attimo.. stiamo parlando dei libri di Harry Potter.. di quei libri..?» chiese Amy incredula. Era arrivata vicino al punto dove stavamo noi. Mi voltai verso di lei esterrefatto. «Tu hai letto quei libri?!»
«Certo che gli ho letti. Ho anche visto alcuni dei film! Sono cresciuta con quei libri!» esclamò lei.
«Oh mio dio! Cosa mi tocca sentire! Sembra quasi comico! Tu sei la reincarnazione di uno di quei personaggi e nemmeno te ne rendevi conto. Bene, Lils, voglio darti una notizia: quei libri non sono attendibili» dissi secco.
«Aspetta ma quindi.. tutti i miei sogni, tutte le avventure che ho sognato.. i luoghi,.. è tutto vero..!» esclamò Amy.
«Cosa ti ricordi?» chiese curioso il Dottore.
«Non lo so. È tutto così vago! Ho iniziato a sognare la notte del nostro primo incontro. I sogni sono diventati sogni ricorrenti. Sognavo Hogwarts, sognavo James, sognavo anche te Dottore. Tu eri a Hogwarts in alcuni di questi sogni. Mi ricordo che .. Merlino c’ero io! Eravamo Tu, io James e una donna dai capelli rossi ed eri..» la interruppi. Stava parlando del futuro. Ed era meglio non anticipare niente.«Erano ricordi di coseche devono ancora accadere Amelia»
«Quindi tutti i miei sogni, esclusi naturalmente quelli in cui il Dottore tornava a prendermi,erano veri..» disse ancora incredula.
«Tutto quello che hai sentito o che hai sognato o quasi tutto Amelia. Tutto è vero. tutte le storie che hai sentito, le leggende, su qualunque cosa sono tutte storie vere.»
«Questa frase chi te l’ha detta James?» mi chiese il Dottore. Sorrisi sapevo dove l’aveva sentita.
«Non sei l’unico a conoscere i Cacciatori mio caro Dottore» Lui aprii la bocca stupito. e mi guardò sorpreso.
«Tu... come? Dove?» chiese spaesato strabuzzando gli occhi.
«Si li ho conosciuti a mio malgrado. Visto che lei» e indicai Amy «..era amica di Herondale». Amy scoppiò a ridere guardandomi maliziosa e capii che lei ricordava quello a cui mi stavo riferendo..
M’indignai, si ricordava di quel damerino americano, biondo naturale, insopportabile e arrogante e non si ricordava quasi per nulla di me! Mi voltai verso il Dottore che passava lo sguardo da me a Amelia confuso.
«Ha
un nome » ghignò perfida Amy. Voleva girare il
coltello nella piaga. Non
sopportavo il fatto che di lui si ricordasse e di me no fino a questa
notte.
«Jonathan Christopher Herondale* e com’è che ti ricordavi di lui e non di me?» sputai quel nome fuori e sentii il resto della frase suonare un po’ burbero.
Amy
sorrideva raggiante come se fosse la cosa più divertente del
mondo.
«Non dimentico un bel ragazzo quando lo vedo Potter!» esclamò ridendo. La guardai in cagnesco.
«Sta insinuando che non sono bello Evans? Guarda che davanti a te hai il fighissimo, bellissimo, intelligentissimo. Grandissimo, James Charlus Potter soprannominato anche il Magnifico!» dissi con finta modestia. Sentii un suono a metà tra un colpo di tosse e una risata. Mi votai, il Dottore era piegato sulle ginocchia e cercava di non cadere e di non ridere. Alla fine mi scoppiò a ridere in faccia
«Non sarai un pochino geloso James?». Disse Amy anche lei ridendo. Scrollai le spalle. Odiavo che quei due si prendessero gioco di me!
«Io?
geloso del biondino?Ti piacerebbe! Ma come mai te lo
ricordi?»
chiesi piccato.
POV Amy
Ritornai seria e dissi spostandomi una ciocca di capelli rossi dal viso preoccupata.
«Non lo so. Insomma quando mi sono ricordata chi ero sapevo esattamente chi era Jace. E mi ricordo tutto di Harry. Ma tu e gli altri, i miei anni e i miei amici a Hogwarts quella è la zona grigia e nebulosa non ricordo altro. Ma anche di Jace e Harry non ho ricordi nitidi ho solo degli spezzoni di momenti»
«
si ma non è
solo questo Amy. È molto di più. Sembra che tu ti
sia persa degli episodi
importanti successi negli ultimi anni a Londra.» disse il
Dottore in tono grave
. Mi voltai verso di lui. Cosa voleva dire? Che cosa mi ero persa?
Il
Dottore si mise di fronte a me e mi prese le mani nelle sue. «No!
Dottore! Non mi sono persa niente! e
poi sono cresciuta a Leadworth. Come faccio a sapere cosa succede a
Londra?»
chiesi nel panico aggrappandomi con una mano alla sua giacca di tweed
per non
cadere e non cedere al panico. Mi stava spaventando.
«Va bene, allora, Pond, Dicembre 2005, avevi 16 anni no? Ricordi cosa successe ai manichini nel centro di Londra?» «Non facevo le spese di natale a Londra quell’anno Dottore! Comunque cosa successe?» chiesi sulla difensiva.
«I manichini iniziarono ad attaccare le persone. Ne parlavano tutti i telegiornali Amy. Va bene vuoi un altra prova? Marzo 2006 che cosa successe?»
Lo guardai
confusa.
«Gli Sleethen
cercarono di invadere
«Dammi un altra data ti prego Dottore! Mi stai spaventando!» lo implorai.
«2006
quando arrivò da un universo parallelo un esercito di
Cyberman.la battaglia di
Canary Warf robot in ogni casa, Dicembre 2007 vigilia di natale
un’astronave
gigante che si vede da ogni angolo della Terra tentò di
invaderci. Prosciugai
il Tamigi per fermarli
«Dicembre
2008 un’astronave di nome TITANIC stava per schiantarsi sulla
Terra.»
«Beh
magari non si è schiantata sopra Londra»tentai di
difendermi..
«Si è quasi schiantata su Backingam Palace Amy! E non ti ricordi che i londinesi se ne erano andati?»
Scossi la testa facendogli cenno di continuare. .
«L’ospedale sparito nel 2008 e poi riapparso. E ci
sono i Dalek . Tu
non ti ricordavi dei Dalek! Non gli avevi mai visti prima!»
«è
così.
Perché? avrei dovuto?»
Il Dottore esasperato si mise le mani nei capelli e mi guardò come se fossi il più grande mistero che avesse mai visto. «Avresti dovuto ricordarti dei Dalek invece Amy. Hanno invaso il tuo mondo. C’erano dei pianeti nel cielo. Non è per spaventarti Amy» disse l’ultima frase prendendo il mio volto tra le mani. Mi specchiai nei suoi occhi che in quel momento erano blu e mi guardavano preoccupati
«Dottore? Perché non mi ricordo queste cose? Cosa c’è che non va in me?» chiesi spaventata. La paura iniziava a mischiarsi al panico.
Perché
non ricordavo queste cose? Avrei dovuto eppure.. perché la
mia memoria non
funzionava? Il Dottore stava cercando di calmarmi. Mi resi conto di
essere in
mezzo al TARDIS immobile e che delle lacrime stavano scendendo.
Le
scacciai con rabbia. Odiavo piangere. Il Dottore mi si
avvicinò lentamente.
Abbassai lo sguardo sotto di me c’era il pavimento di vetro
del TARDIS. Era
molto vicino.
Mi resi conto di essere inginocchio. Wow non me n’ero nemmeno accorta. Fantastico! Benissimo! La giornata non poteva iniziare in modo migliore! Pensai sarcasticamente.
Il Dottore s’inginocchio chinandosi sui talloni di fronte a me. mi Sorrise. Mi prese di nuovo una mano tra le sue. Poi tra le braccia. Senti le sue braccia avvolgermi e le sue mani scivolare delicate sulla mia vita. Poi sentii il suo fiato caldo nell’orecchio e mi sussurrò
«Amy calmati. Sono qui. non ti preoccupare. Io e James ti aiuteremo. Vedrai che capiremo cosa ti è successo.» disse poi. James annuì
Appoggiai la testa sul suo petto e sentii il doppio battito dei suoi cuori. Era la prima volta che ascoltavo attentamente quel suono. E capii che quel suono era li per ricordarmi che il Dottore non era umano. Per ricordarmi che era un Signore del Tempo immortale in confronto a me. Io sarei stata solo un nanosecondo del suo tempo. Ma il suo doppio battito cardiaco era anche rassicurante.
Volevo
restare li tra le sue braccia, al sicuro per
l’eternità. Lui però sciolse
subito l’abbraccio e si rimise inginocchio vicino a me.
Il Dottore si scostò poi con mia grande sorpresa. mi scostò i boccoli spostandoli dietro le orecchie. Sentivo la punta delle sue dita delicate tra i capelli mentre me li riavviava dietro le orecchie. Chiusi gli occhi concentrandomi solo sul tocco delle sue dita nei miei capelli pensai che magari mi avrebbe baciata di nuovo li. In quel momento
Poi
così come quel gesto era iniziato finii . le sue mani
lasciarono i miei capelli
e io riaprii gli occhi di scatto. .
Il Dottore
stava sorridendo. Mi rivolse un sorriso dolce. Si alzò in
piedi con scioltezza
e mi tese la mano,. Io osservai la mano lunga e affusolata che mi
offriva e poi
la presi. Mi aiutò ad alzarmi. . mi guardò ancora
per un attimo poi si voltò.
«Ora
Amy
pensiamo solo al nostro ‘appuntamento’. Vedrai ti
piacerà. Dico sul serio!»
esclamò dirigendosi finalmente alle porte del TARDIS. Io mi
avvicinai alle
porte del TARDIS. James era già rientrato nel corpo del
Dottore e eravamo solo
io e lui.
«Pronta?» mi chiese lui.
Annuii con convinzione.
Lui mi prese
la mano destra l’avvicinò alle labbra e la
baciò poi
sorridendomi e non lasciando la mia mano aprii le porte del TARDIS .
Apri le
braccia e fece alcuni passi al esterno esclamano:«Venezia
Lo seguii. Ci trovavamo in una specie di piazza dove passavano dozzine di persone. C’era gente con le capre. Contadine con il grano, ragazze con i fiori. C’era di tutto e sotto si vedeva la laguna. L’aria di lago era profumata e inspirai a pieni polmoni mentre il vento Mi scompigliava i capelli.. Lui era raggiante. Si buttò subito nelle spiegazioni storiche come al solito.
«Venezia è una città bellissima. È stata fondata intorno alla fine del Impero Romano d’Occidente alla fine del V Secolo. A seguito delle invasioni barbariche in particolare quella degli Unni. Era solo un insediamento di profughi, ma , produsse molta arte e letteratura. Divenne una delle città più importanti al mondo. Ricca di commercio e dia arte. O è piaciuta a molte persone davvero» iniziò a spiegare. Sbuffai non sarebbe mai cambiato.
Guardò l’orologio d’oro che portava al polso.
«Hm .. 1580. Amy siamo nel 1580» annunciò.
Poi prendendomi per mano mi condisse verso le porte della città. Un uomo ci sbarrò la strada. Era vestito come uno di quei tizi che avevo visto nei quadri del cinquecento. «Documenti prego» chiese l’uomo. Guardai il Dottore nel panico. Lui tirò fuori la sua carta con la copertina blu. La mostrò al l’uomo e chiese. «Scusi perché i Documenti?».
«Ispezione medica per l’epidemia di peste.
«Ma siamo nel 1580 Messere la peste è scoppiata nel 1846 e non posso esserci ancora grandi epidemie qui a Venezia!»ribatté il Dottore.
Sbuffai e guardai il Dottore in cagnesco.
«OH ma che
bel appuntamento Io , te e
«No Signore
solo all’ interno della città siamo guariti.
Grazie alla nobildonna che ci
protegge :la signora Rosanna Calvierri. Lei ha detto che fuori dalle
mura ci
sono montagne di cadaveri e..» il Dottore gli fece un cenno
sbrigativo e mi
fece varcare la soglia.
Il
Dottore aveva ancora quel cipiglio preoccupato. Io ero corsa avanti.
Stupita
dalla vista di quei vicoli e di quella gente di un’altra
epoca. D’accordo ero
già stata nel 1944 .
ma ero stata piena Seconda Guerra Mondiale. Insomma questa era la prima volta che potevo godermi un viaggio con il Dottore in santa pace. Non c’erano alieni, angeli, non c’era un mondo da salvare. Eravamo semplicemente io e lui a Venezia! Era fantastico. Mi resi conto che lui non era dietro di me. Era a qualche metro da me e stava rimuginando su qualcosa. Appena mi vide cercò di sorridere mentre tornavo verso di lui. Gli presi le mani tra le mie e lo guardai negli occhi «Ti prego Dottore non fare così! Voglio che sia il nostro appuntamento. Diavolo so che c’è qualcosa che ti preoccupa, ma guardati intorno , siamo in Italia nel XV secolo! Ti prego, me lo hai promesso!» implorai
Lui cercò di sorridere, mi
prese
la mano sinistra., intrecciò le dita e mi sorrise.
«D’accordo. Vieni con me voglio mostrarti una cosa.». Poi iniziò a correre tenendomi la mano. Io cercavo di stargli dietro e di non inciampare sui tacchi degli stivali col tacco alto. Perché mi ero messa quelli stramaledetti stivali poi’? Lui intanto mi trascinò con sé.
Arrivammo in una piccola piazza su cui c’era una balconata da cui si vedeva il Canal Grande.
Io mi appoggiai alla ringhiera del
balcone e guardai il Dottore. Aveva i
capelli scompigliati per la corsa e il ciuffo ribelle gli cadeva sulla
fronte .
Poi lui iniziò a parlare «Quello
là è il ..» ma non lo ascoltavo
più.
lo ascoltavo perché mi piaceva la sua voce . Mi concentrai
solo sul suono della
sua voce e sulle sue labbra. Labbra che stavano parlando di.. dio solo
sa cosa.
Lo studiai più attentamente . le labbra sottili, il mento
pronunciato, Certo
non era l’uomo più bello che avessi mai visto ma
era speciale. Era unico. Posai
lo sguardo più in basso, sulle sue mani dalle lunghe dita
affusolate che
gesticolavano nell’aria. Per poi tornare ad ammirare le sue
labbra. Non riuscivo
a distogliere lo sguardo. Quelle morbide labbra che avevo baciato
già due
volte. Beh nella foresta era stato lui a baciarmi e non sapevo nemmeno
se
dovevo considerarlo un bacio.
Si era comportato in modo così strano quella volta. Era stato come se.. Uno sciocco di dita interruppe i miei pensieri. Lui era piuttosto scocciato e mi stava schioccando le dita davanti al viso.
«Amelia.. mi stai ascoltando?» chiese seccato.
«Ehm.. si.
Dicevi?» chiesi
cercando di apparire il più attenta possibile.
Lui sospirò sconsolato.
«Non mi mentire. So quando menti Amelia» disse con il tono che usa un adulto con un bambino.
«Non
chiamarmi Amelia. Non sono più una bambina!»
sbottai
irritata.
Lui alzò le mani in segno di pace.
«Okay, okay calma» disse chinando il capo.
Mi avvicinai a lui e
lui a me. Inclinai il viso verso di lui. Lui si chinò verso
di me ci
specchiammo ognuno negli occhi verdi del altro. Lui mi aveva preso il
viso tra
le mani. Sentivo l’acqua del canal Grande in basso
sciabordare, il sole era
caldo, non c’erano nuvole, non c’erano mostri e
alieni, ero a Venezia nel 1580
con il Dottore. Era tutto perfetto. Assolutamente perfetto. Chiusi gli
occhi
aspettando il bacio che non arrivò mai. Perché
qualcuno alle nostre spalle
esclamò felice: «Finalmente vi ho
trovato!» James. Ma perché? Perché non
poteva
succedere come nei film romantici in cui nessuno interrompeva il tanto
atteso
bacio!? Ma perché James deve arrivare sempre nelle
situazioni meno opportune? !
Perché?! Era tutto così perfetto! Maledizione a
James e alle improvvise e inappropriate
apparizioni. D’accordo, si , lo avevo amato, si
c’era ancora quella parte di me
che lo amava.. non è che volessi ferirlo di proposito solo
che ricominciare .
Anche se il mio passato mi affascinava.. era come una calamita. Volevo
approfondirlo studiarlo. ma al tempo stesso allontanarmene. Per tornare
a
Venezia. Beh io e il Dottore c’eravamo smistati e guardavamo
James.Stavo
guardando James con aria ssasina.
Lui mi
guardò non capendo..
POV James
Okay forse voi non avete
capito come sono
arrivato da Amy e dal Dottore. Bene ve lo spiego e vi
spiegherò anche qualcos’altro
su come faccio ad “infilarmi”
nel corpo del Dottore. Quando eravamo
nel TARDIS mi ero infilato nel corpo del Dottore. Farlo, è
strano, è come
infilarsi una maglia o come infilarsi in un tubo particolarmente
stretto. Ma ci sono
alcune differenze quando sono nel
corpo del Dottore posso
sentire le cose.
Gli odori, i suoni, il tatto, quando sono in forma incorporea li posso
sentire
ma solo attraverso un velo, mentre quando ero nel suo corpo, era come ritornare vivo e sentire
tutte quelle cose che
normalmente sentivo ovattate
Così ero
rimasto nel suo corpo finché non eravamo entrati in
città, poi
incuriosito ero
andato a
esplorare Venezia.
Quando mi ero accorto che
erano spariti, beh
avevo girato per un
bel po’ per poi
trovarli sul punto di baciarsi.
Li interruppi proprio mentre lui si
chinava su di lei e lei
chiudeva gli occhi. Non avrei dovuto interromperl ima, quando li vedevo
insieme,
a volte, una
bruciante gelosia mi assaliva.
Non ragionavo più. La gelosia di vedere lui al posto mio, e
lei che lo lasciava
fare.. era
insopportabile. Non avrei
dovuto. Io non
potevo dare più niente a
Lily. Il Dottore poteva. Io ero solo un ombra che
abitava il suo corpo. E questo mi
distruggeva. Questo mi distruggeva davvero.
Una parte
di me, la miglior parte di me era
felice
per loro. L’altra non lo era. L’altra aveva solo
rabbia, delusione, vendetta e
gelosia da offrire, non solo a loro ma, a tutto l’universo .
Amy mi guardò
male. Aprì
la bocca scommetto per
urlarmi contro qualche sproloquio, quando
sentimmo delle grida. C’era
un gondoliere dall’altra parte del canale,
l’uomo continuava ad urlare un nome di
donna. E poi all’improvviso fu spinto nella laguna. L’uomo
iniziò a nuotare. Ad un certo
però si bloccò e cominciò ad annaspare
e ad andare sempre più giù, finché tra
le urla l’acqua non lo
inghiottì.
«Ma che
cos’è successo?» chiese Amy al
Dottore. Lui però era sparito.. così nel
nulla! Senza
neanche smaterializzarsi.
Era incredibile, quanto quel Signore del Tempo potesse essere
silenzioso. Amy
alzò gli occhi esasperata
e sbottò:
«Oh
lo
odio quando fa così!».
Feci un respiro
profondo e sbottai «Anch’io odio quando fa
così quel maledetto! Diavolo! Perché
deve sempre sparire nei momenti meno opportuni?!»
***
Visto che
non sapevamo dove potesse essere il
Dottore decidemmo di fare una passeggiata. Era la prima volta che rimanevo solo con lei, da
quando eravamo
usciti dalla Bisanzio. Camminavamo per quei vicoli di secoli prima e
cercavamo
di orientarci. Il vento scompigliava
la
sciarpa e i capelli di Amy facendoli
muovere delicatamente.
Quanto
avrei dato perché anche i miei capelli potessero
scompigliarsi così.
«Mi
dispiace James» fu lei a
parlare per
prima. Parlava con un forte accento scozzese.
Aveva la stessa voce che aveva avuto in passato, solo con accento differente. Se
Amelia Pond
parlava con quel forte accento scozzese, che la faceva sentire tanto orgogliosa di
appartenere alla
Scozia, Lilian Evans aveva
un accento più delicato, un
accento londinese.
«Per
cosa
Amy?» chiesi. lei si fermò di botto e mi costrinse
a fermarmi. Si voltò verso
di me.
«Ti
prego
non lo fare. Non chiamarmi Amy o Amelia. Perché è
vero, ora mi chiamo così. Ma
il mio mondo è crollato esattamente ieri sera, dal mio punto
di vista, quando
ti ho riconosciuto. Tutte le mie certezze stanno crollando. Ho paura
che
la mia vita e i
miei ricordi siano solo
menzogne e illusioni. Quindi, per favore, per favore James, chiamami
Lily. Ti
prego. Ormai non so più nemmeno se la vita di Amelia Pond è reale. Sono
così confusa! E mi dispiace di
starti ferendo soffrire. Mi dispiace
di
voler stare con il Dottore. Ma io, non lo so, sono .. provo.. lui
è la mia
ancora, capisci? So
che soffri quando ci
vedi insieme e mi dispiace. Tu non lo meriti Jaimie» la
guardai negli occhi, in
quei pozzi verdi color dello smeraldo, erano
velati di lacrime represse. Amelia era nel panico e aveva paura. La
presi per
le spalle e la guardai in quegl’occhi verdi a cui non avrei
mai potuto negare
nulla.
«Lils
ascoltami bene. A me non importa se tu ti chiami Amelia, Lilian,
Josephine, o
con qualunque altro
nome. A me importa solo
di te perché ti amo, ti amerò sempre. A me
non importa se i tuoi ricordi non sono perfetti, se mi
stai dimenticando
e ami un pazzo, millenario, con una cabina e due cuori.
Perché tu, Lily, qualsiasi
nome tu abbia, in qualsiasi epoca
tu viva, sarai sempre speciale. Sarai
sempre tu. Sarai sempre fantastica e non devi sentirti
confusa. Devi
ricordare questo: Tu hai me e hai
il
Dottore. Noi non ti lasceremo Lily, mai. Te lo prometto.»
stavo per baciarla
sulla fronte quando un urlo ci interruppe. Io e Amy
iniziammo a correre verso la fonte del
rumore. C’era una
ragazza sulla strada, che
stava cercando di liberarsi di
un uomo.
L’uomo era alto il doppio di lei e aveva il viso affondato nel suo collo.
La ragazza era piccola,
alta poco meno di
un metro e
cinquantanove, portava un ricco abito di seta color arancio, aveva la
pelle
pallida, gli occhi
grandi e castani che
imploravano il nostro aiuto terrorizzati, labbra piccole e
aperte in un
grido. I capelli erano color
castano
molto scuro, quasi nero, legati in un acconciatura alta. Non sapevo
com’era
possibile. Ma aveva un aspetto famigliare. Mi gettai sul giovane uomo. Appena mi vide
l’uomo scoprii
i canini. Vampiro
pensai sono anni che non vedo un vampiro. Prima
che potessi fare
qualunque cosa il
vampiro scappò e Amy lo rincorse,
ovviamente.
«Amy
aspetta!»
dissi mentre Amy scompariva dietro l’angolo. Stavo per
seguirla quando sentii
una voce femminile vicina a
me dire:
«Clara! Clara! Oh mio dio Clara! Stai bene?» ecco
come mai mi
sembrava famigliare. Era Clara. Ma..
ma.. questo era impossibile! Come
faceva
ad essere li? Mi girai. sul collo di Clara c’era del sangue e
la ragazza che le
stava accanto, era l’altra ragazza, quella che
avevo già visto con lei nel 1980. Portava anche lei un lungo
vestito azzurro
cielo che faceva risaltare le lunghe onde rosse che le arrivavano alla
vita.. Era
più alta di come la ricordavo. Ma era lei Gilian Times.. Non
potevo sbagliare,
erano loro due. Ma che cosa ci
facevano
li?
«Scusate
messere, ci conosciamo
per caso?» mi
chiese la rossa. Lei si
stava rivolgendo a me, a un fantasma,
senza urlare terrorizzata. Puntò i suoi bellissimi ochci
verde scuro su di me. Io
non sapevo cosa rispondere perciò restai li a fissarle a bocca aperta, come un
pesce lesso.
«Io..no..
non credo» replicai.
La rossa
che pareva non conoscermi, disse
«La
ringrazio comunque per aver salvato mia cugina, da qualunque cosa
l’abbia aggredita.
Nel caso volesse unirsi a noi per
una conversazione, sarebbe il benvenuto. Siamo in fondo alla
via»
«State
parlando con un
fantasma signora,
lo sapete?»
«Spesso
i
morti sono più comprensivi dei vivi.» mi
rispose lei enigmatica. E per la seconda volt a non potei non cogliere la sottile
somiglianza tra lei e
il Dottore.
La rossa mise un braccio
intorno alla vita di
Clara e l’aiutò
a staccarsi dal muro e a
camminare. Clara doveva essere ancora in stato di shock,
anch’io lo ero. Come
potevo averle incontrate di nuovo?
E come facevano loro a non sapere chi ero?
Non capivo più nulla.. le due donne misteriose si
allontanarono. Stavo ancora
pensando a loro, quando, la voce di Amy mi riportò alla
realtà.
«James!»
«James
ho
seguito il vampiro e lui si è tuffato in acqua.»
disse Amy animante per la
corsa con i riccioli sparati da tutte le parti.
«L’acqua
era ferma o in movimento?»
«Perché
me lo chiedi?» mi chiese lei. Possibile che
non si ricordasse di Bianca? Era la sua migliore amica.
«Perché
un vampiro non può attraversare l’acqua in
movimento» spiegai. Lei aprii la
bocca stupita.
«Era
in
movimento. È l’acqua del Canal Grande.
È sempre in movimento»
«Questo
non è impossibile»
(Contemporaneamente
in un palazzo di Venezia)
POV
Dottore
Questa
storia della protettrice
di Venezia e
della peste che nel
1580 non c’era già
più in Italia mi puzzava. E poi
avevamo
visto un uomo, presumibilmente veneziano affogare. Una
misteriosa signora, morti sospette, epidemie
di peste inesistenti.. decisamente quello era il genere di cose che
amavo. Come
potevo resistere
quando i guai mi
chiamavano? Io ero
il Dottore dopotutto.
Io adoravo correre
incontro al pericolo era il mio mestiere. Così, senza
perdere tempo, corsi
verso il primo
ponte che trovai e mi
precipitai dall’altra parte della città.
Arrivai al palazzo che era esattamente davanti a dove io,
Amy e
James eravamo
arrivati. Guardai verso
la balconata
sperando di vedere
affacciata una stupenda chioma rosso
sangue e due scintillanti occhi verde smeraldo,
vicino a dei capelli color
ebano spettinati,
degli occhi color
caramello incorniciati da occhiali tondi, ma ne Amelia ne James erano
li.
Passai dal
cancello secondario. Era chiuso a chiave naturalmente, così tirai fuori il mio fido
cacciavite sonico, sonicizzai
la serratura ed entrai. Dopo un corridoio deserto con
alcune statua in
marmo, arrivai a una porta di legno. Sonicizzai di nuovo la serratura e
scesi
le scale saltellando come un bambino. Saltai gli ultimi due gradini e
mi
ritrovai in un ampia sala in penombra. Era piena di candelabri, era di
forma
circolare,spoglia, tranne per unno specchio rotondo
con la cornice d’oro. Mi avvicinai
allo specchio. L’unico rumore
udibile erano i tacchi dei miei
stivali sul pavimento di pietra. Mi specchiai e quello che vidi fu il
mio
nuovo volto.
Pallido, giovane, un viso
allungato, mento pronunciato , lungo naso aquilino, occhi stretti,
verde scuro,
doppie sopracciglia,
il ciuffo di
capelli bruni che mi
ricadeva sulla
fronte. Mi sistemai il cravattino blu. Quel corpo mi piaceva, Oh si ,
decisamente,
quel corpo era fantastico. Fu
quello che
pensai guardandomi compiaciuto.
«Ciao
Bellezza» dissi al mio riflesso che mi rispose con
un sorriso smagliante.
Un coro di
voci mi fece sussultare «Chi siete Signore?»
mi girai. Cinque ragazze, pallidissime, quasi cadaveriche, erano in
semicerchio
intorno a me. Indossavano tutte una camicia da notte e tutte mi
guardavano con
un ghigno che non prometteva niente di buono. Mi girai di nuovo verso
lo
specchio, il loro riflesso non c’era.
Poi
mi girai di nuovo verso le cinque
ragazze inquietanti e poi di nuovo verso lo specchio
stupito. Lo feci di
nuovo. Niente, le cinque ragazze sembravano evanescenti.
L’eccitazione
iniziò a prendermi.
«Ma..ma..
Come riuscite a farlo?» chiesi curioso ed
eccitato, indicando lo
specchio.
«Io..
mi piace! Siete come Hudini. Solo che, beh, voi
siete cinque ragazze inquietanti e lui era.. O.. O meglio
sarà più basso ahah!»
esclamai. Unii le mani vicino a l’addome eccitato.
«Ve
lo chiediamo di nuovo signore, chi siete voi?» chiese
il coro di voci.
«Perché
non date un’occhiata a questo?» chiesi tagliente
facendo vedere la mia
carta psichica.
Loro
continuarono a fissarmi imperterrite. Voltai la
carta e vidi che sopra c’era la tessera della biblioteca.
Alzai gli
occhi al cielo «Oh, la tessera della
biblioteca! Perché sbaglio sempre tasca?
Ci sono troppe tasche!»
Iniziai a ragionare.
Le guardai di nuovo.
«Pallide,
ragazze pallide, inquietanti,
che non possono farsi vedere..
non sopportano la luce del sole. Penso a quello che credo di pensare? Ah! Ma.. la
città.. Perché avete
chiuso la città?» chiesi poi guardando di nuovo
nello specchio.. Vampiri a Venezia! Era meglio di
qualsiasi appuntamento
romantico! Il coro di voci delle vampire riprese a parlare:
«Andatevene
signore, o saremo costrette a chiamare l’assistente.
è meglio per voi.» dissero con il loro tono piatto
e inespressivo. Scoprirono i
canini, io corsi verso l’uscita. Prima di uscire schioccai le
dita e ordinai:
«Ditemi
qual è il vostro piano». Loro non risposero.
«Un
giorno o l’altro funzionerà!» dissi a me
stesso.
Camminai
all’indietro
per le scale mentre loro mi inseguivano.
«Sentite,
mi piacerebbe restare. Questa
situazione.. mi eccita davvero.. ma
devo scappare.» dissi correndo verso i raggi solari. Una
volta al sicuro, chiusi
la porta e mi appoggiai ad essa per
riprendere fiato. Poi feci la strada a ritroso, chiudendo attentamente
il cancello
dietro di me.
Tornai alla
balconata di corsa, impaziente di
dirlo a Amy e James. Praticamente io e Amy
finimmo l’uno tra le braccia dell’altra e ci
ritrovammo a parlare all’unisono.
«Dottore!
Abbiamo appena
visto un vampiro!»
«Amy,
James ho appena incontrato dei vampiri!» dicemmo in
contemporanea io e Amy, eccitati come due bambini davanti ai regali, la mattina di
natale.
«Ma
chi é? Dove l’avete visto? Io sono appena stato
dove
in teoria dovrebbero vivere!» chiesi e dissi tutto
d’un fiato.
«Per
strada. Ha aggredito una ragazza e.. » disse Amy in
contemporanea
«E
ragazze inquietanti e tutto il resto! Vampiri..» dissi
eccitato
«..A
Venezia!» fini lei per me.
Iniziamo a saltellare in quella specie di
abbraccio gongolando.
«Ma
dove diavolo eri finito Dottore?
Un vampiro ha aggredito una ragazza!»
sbottò James.
«Lo
so Amy me l’ha
appena detto. Sono stato dove vivono, la misteriosa scuola Calvierri.»
dissi mentre l’eccitazione
scemava.
«Dobbiamo
trovare il modo di rientrare li dentro.» dissi
«Si,
ma come?» chiese Amy
«Io
un modo ce l’avrei. Una ragazza
mi ha invitato a bere un the» disse James
tranquillamente.
To be continued
size="+3">Angolo AutriceCome sapete a me piace incasinare le cose e ho già iniziato a farlo. nel prossimo cappitolo Eleven incontrerà Clara e Gilian per la prima volta e beh.. ne succederanno delle belle! spero di avervi incuriosito davvero.
se vi state chiedendo se il Jonathan Herondale di cui parla Amyè Jace di Shadowhunters la risposta è si proprio lui ma sulla facenda Dottore/shadowhunters /Lily e James ci tornerò!
Ringrazio Run_ per la recensione, shalycohen grazie perché apprezzi la storia e su Donna mantengo gli spoiler.. però una cosa vela voglio dirvela. lo stesso mancano 4 capitoli alla comparsa di Rose nella storia . comunque tornando ai ringraziementi grazie a wendy_candy per le tue recensioni entusiaste. grazie a HelenaLestrange per i tuoi pareri e a experiencing per le sue osservazioni brillanti e per il suo tempo. dedico il capito alla mia migliore amica Dub01 (capito? l'ho dedicato a te cara! )e vi lascio con il fiato sospeso fino al prossimo capitolo!
volevo solo chiedervi se vi piace lo spazio dato a James visto che ho pensato di star trascurando James Potter mi è smebrato giusto mettere gli eventi dal suo punto di vista.
Baci
Marty Evans