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Autore: Marty Evans    30/03/2014    7 recensioni
Dimenticate tutto quello che sapete di Doctor Who dal episodio 5x01.
Cosa sarebbe successo se per Amy Rory fosse stato solo un ricordo della sua vecchia vita a Leadworth? Cosa sarebbe successo se il Dottore avesse scoperto che durante il processo di rigenerazione, un anima umana si era infilata dentro di lui e abitava il suo corpo? Chi è quest’anima? Perché ha scelto proprio il corpo del Dottore? Perché pare che quest’anima sia connessa e legata ad Amy, al suo destino, al suo misterioso passato e ai suoi terribili incubi? Cosa rappresenta il ciondolo che Amy ha al collo fin da bambina? Come mai Amy e il Dottore iniziano a provare una forte attrazione l'uno verso l'altra?
Una mia rivisitazione della 5 stagione. Questa storia è uno Spin-off della mia serie su Lily Evans e i Malandrini. Cosa lega questi universi completamente diversi?
Eleven/Amy
Crossover:Harry Potter/Doctor Who
Leggete e per favore recensite!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Amy Pond, Doctor - 11
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18
Venezia

NDA  Salve Whovians e Potteriani! Allora ragazzi scusatemi per il ritardo! Il capitolo doveva già essere pronto nelle vacanze di carnevale e lo era credetemi!  è solo che  non  ho avvuto tempo di rivederlo. Perciò sono riuscita a sistemarlo solo ora che la scuola mi ha dato un po' di tregua. Voglio avvertirvi, qui il Dottore non parlerà molto  il capitolo sarà più incentrato su James. Spero che questo  non vi dispiaccia. Prima di lasciarivi alla citazione  vorrei dirvi che  non farò la rivisitazione di Amy's Choice. Perché lei ha già scelto, in un certo senso. Ma non vi preoccupate da qui inzieranno le vere avventure!e inizieranno i veri e propri cambiamenti radiclai. Vi avverto sono più sadica di Moffatt! vi Ricordo che devo rompervi le scatole anche sotto

«Poor Amy. He always leaves you, doesn't he? Alone in the dark. Never apologizes.»

«He doesn't have to.»
«That's good. Because he never will. And now he's left you with me.»

«Who are you and what do you want? The Doctor knows you, but he's not telling me who you are. And he always does. Takes him awhile sometimes but he tells me. So you're something different.»
«Oh, is that who you think you are? The one he trusts?»

«Actually, yes.»
 «The only girl in the Universe to whom the Doctor tells everything.»

«Yes.»
«So what's his name?»

(Amy and the Dream  Lord in the Amy’s Choice)

 

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POV James

Il TARDIS atterrò con un rumore sordo. Il Dottore lascio andare una delle leve e corse alle porte del TARDIS, stava per spalancarle quando si accorse di me.                              

«Ehm James .. senza offesa, ma ... siamo nel XV. La gente è leggermente superstiziosa. E tu ... beh ecco... sei morto... quindi...» cercò di dire imbarazzato gesticolando. Sorrisi. Com’era goffo! Io non lo ricordavo così!                           

Per me, il Dottore era... beh ... un genio, una persona al di sopra di tutto e tutti. Qualcuno saggio e degno di stima. Divertente ma disciplinato. Una persona che sapeva parlare. Non qualcuno di goffo e che inciampava nelle parole. Non che non lo stimassi ancora, ma quando lo avevo conosciuto a Hogwarts, era più... provato. Era molto più stanco, specialmente quando facevo il sesto anno. E poi capii, il Dottore che conoscevo io era molto più vecchio di quello che avevo di fronte.                                                          

  «Non c’è problema. Non sei il primo corpo in cui mi insidio. Sei solo il primo che mantiene il controllo.»                      

Amy nel frattempo era sbucata da uno dei corridoi del TARDIS, si era acconciata i capelli, che ora scendevano in morbide e delicate, onde rosso scuro sulla schiena, aveva indossato, sopra la maglia blu, una giacca di pelle nera e aveva annodato una sciarpa rossa intorno al collo.  Amy  si trovava  in un punto  poco lontano dalla  consolle.  Siccome  io e il Dottore eravamo sulle scale, potevamo vedere il corridoio  principale da cui Amy stava arrivando. Amy si  avvicinò a noi e chiese:                                                                      

«Quindi sei stato in altri corpi prima di quello del Dottore?»          

«Certo Lily! Siamo morti nel 1981.Tu ti sei reincarnata, e sei nata 8 anni dopo. Io no. Io ho seguito Harry, l’ho cercato, l’ho trovato ad Hogwarts nel 1991, l’ho visto a scuola, l’ho fatto fino al 1993, quando ho deciso di cercarti. Per stare vicino a Harry, ho dovuto “impossessarmi”per un po’ di alcuni corpi. È stato grazie a me se Hagrid l’ha trovato. E a Hogwarts.. sono stato io a “suggerire” a Hermione Granger di prendere in prestito il libro di Nicolas Flamel. Sono stato io a “suggerire”a Albus Percival Wulfrick Brian Silente, che ho soprannominato zio Al , ma voi non ditelo a nessuno, di regalare il mio mantello a Harry per natale. Sono stato io a impossessarmi del corpo di Piton , che scifo a proposito, e a “suggerire” al tuo caro amico Severus, di seguire Raptor. Sono stato io, a “suggerire”, a Hermione, attraverso un innocente ragazzina del quinto anno, che il mostro nella camera dei segreti era un Basilisco.» dissi tutto d’un fiato.   Il Dottore sgranò gli occhi.                                                    

«No! Tu non puoi dirmi questo. Mi hai appena distrutto un mito! Hermione Ganger non può aver scoperto tutto grazie a te! È il mio personaggio preferito» disse il Dottore con aria sconvolta. Sapevo che aveva letto i libri della Rowling su mio figlio e ne era un fan. Gli avevo detto che quei libri non erano attendibili, non molto almeno. Visto che, Rita Skeeter (si proprio lei) aveva venduto la storia a J K Rowling. Cosa, che andava contro lo statuto di Segretezza.* (i maghi devono rispettare questa legge lo statuto di segretezza e non rvelare ai babbani il loro mondo.) Ma, a parte questo, Rita Skeetter gonfiava le storie e si inventava cose non vere. Perciò non era attendibile. Mi ricordo che quando ero a scuola, lei aveva fondato il giornalino di Hogwarts . (Avete mai sentito un nome più stupido per un giornale?!) Comunque, dicevo, quel giornale che veniva letto dalle ragazzine dal primo al quarto anno e dalle oche, (sospetto anche da Lily ma voi non diteglielo o mi ucciderebbe, di nuovo), mi aveva portato grossi guai. Una volta Rita mi aveva costretto (letteralmente), a fare un intervista, perché ero il capitano della squadra di Quiddich di Grifondoro. Rita aveva scritto con la sua penna verde che: “Il beneamato capitano James Charlus Potter ha un appassionata storia d’amore con Lauren Lestrange” . Allora; punto primo: la Lestrange mi odiava e disprezzava e io odiavo e disprezzavo lei. Punto secondo lei era una Serpeverde spocchiosa e mezza Mangiamorte. Punto terzo: ero fidanzato con Lily da tre mesi. Tre motivi sufficienti per far capire che quella era un’emerita cavolata. Eppure ricordo ancora la mia Lily venire verso di me, schiaffeggiarmi infuriata e urlandomi parole che non starò qui a ripetere. Quando, dopo una settimana, (una settimana, una fottutissima settimana gente!) accettò che le chiarissi che io non avevo nessun altra a parte lei e che non volevo nessun’altra oltre a lei. Mi aveva detto che delle amiche (non credo che nessuna delle amiche di Lily l’avrebbe mai letto. Bianca si sentiva tropo superiore per farlo. Clara era troppo presa dai libri e dal suo ragazzo per prestare attenzione ad altro. Gilian era troppo solitaria e dolce per interessarsi agli affari degli altri. Alice passava tutto il suo tempo con Frank. E Emmeline e Marlene erano troppo intelligenti per leggere quelle sciocchezze) le avevano detto del articolo. Non era stato facile convincere Lily ma ce l ‘avevo fatta. Da quel momento avevo odiato Rita Skeeter. E avevo odiato che avesse venduto la storia di mio figlio, a una babbana per giunta! Perciò fu per quello che risposi secco:« Certo che sono stato io idiota! Come pensi che una dodicenne possa sapere queste cose? È solo Rita che ha gonfiato la storia. Non discuto che Hermione Granger sia la miglior strega che Hogwarts abbia mai avuto dopo Lily, Gilian e Clara. Ma persino loro a dodici anni non avrebbero saputo queste cose!»                                            

 «No, aspettate un attimo.. stiamo parlando dei libri di Harry Potter.. di quei libri..?» chiese Amy incredula. Era arrivata vicino al punto dove stavamo noi. Mi voltai verso di lei esterrefatto. «Tu hai letto quei libri?!»                                    

 «Certo che gli ho letti. Ho anche visto alcuni dei film! Sono cresciuta con quei libri!» esclamò lei.                                     

«Oh mio dio! Cosa mi tocca sentire! Sembra quasi comico! Tu sei la reincarnazione di uno di quei personaggi e nemmeno te ne rendevi conto. Bene, Lils, voglio darti una notizia: quei libri non sono attendibili» dissi secco.              

«Aspetta ma quindi.. tutti i miei sogni, tutte le avventure che ho sognato.. i luoghi,.. è tutto vero..!» esclamò Amy.         

«Cosa ti ricordi?» chiese curioso il Dottore.                          

«Non lo so. È tutto così vago! Ho iniziato a sognare la notte del nostro primo incontro. I sogni sono diventati sogni ricorrenti. Sognavo Hogwarts, sognavo James, sognavo anche te Dottore. Tu eri a Hogwarts in alcuni di questi sogni. Mi ricordo che .. Merlino c’ero io! Eravamo Tu, io James e una donna dai capelli rossi ed eri..» la interruppi. Stava parlando del futuro. Ed era meglio non anticipare niente.«Erano ricordi di coseche devono ancora accadere Amelia»          

«Quindi tutti i miei sogni, esclusi naturalmente quelli in cui il Dottore tornava a prendermi,erano veri..» disse ancora incredula.                                                                               

«Tutto quello che hai sentito o che hai sognato o quasi tutto Amelia. Tutto è vero. tutte le storie che hai sentito, le leggende, su qualunque cosa sono tutte storie vere.»        

  «Questa frase chi te l’ha detta James?» mi chiese il Dottore. Sorrisi sapevo dove l’aveva sentita.                                          

«Non sei l’unico a conoscere i Cacciatori mio caro Dottore» Lui aprii la bocca stupito. e mi guardò sorpreso.                  

  «Tu... come? Dove?» chiese spaesato strabuzzando gli occhi.                                                                                             

   «Si li ho conosciuti a mio malgrado. Visto che lei» e indicai Amy «..era amica di Herondale». Amy scoppiò a ridere guardandomi maliziosa e capii che lei ricordava quello a cui mi stavo riferendo..                                                          

M’indignai, si ricordava di quel damerino americano, biondo naturale, insopportabile e arrogante e non si ricordava quasi per nulla di me! Mi voltai verso il Dottore che passava lo sguardo da me a Amelia confuso.                                              

«Ha un nome » ghignò perfida Amy. Voleva girare il coltello nella piaga. Non sopportavo il fatto che di lui si ricordasse e di me no fino a questa notte.                                

 «Jonathan Christopher Herondale* e com’è che ti ricordavi di lui e non di me?» sputai quel nome fuori e sentii il resto della frase suonare un po’ burbero.                                         

Amy sorrideva raggiante come se fosse la cosa più divertente del mondo.                                                       

«Non dimentico un bel ragazzo quando lo vedo Potter!» esclamò ridendo. La guardai in cagnesco.                              

  «Sta insinuando che non sono bello Evans? Guarda che davanti a te hai il fighissimo, bellissimo, intelligentissimo. Grandissimo, James Charlus Potter soprannominato anche il Magnifico!» dissi con finta modestia. Sentii un suono a metà tra un colpo di tosse e una risata. Mi votai, il Dottore era piegato sulle ginocchia e cercava di non cadere e di non ridere. Alla fine mi scoppiò a ridere in faccia                        

«Non sarai un pochino geloso James?». Disse Amy anche lei ridendo. Scrollai le spalle. Odiavo che quei due si prendessero gioco di me!                                                           

«Io? geloso del biondino?Ti piacerebbe! Ma come mai te lo ricordi?» chiesi piccato.

POV Amy                                                                          

  Ritornai seria e dissi spostandomi una ciocca di capelli rossi dal viso preoccupata.                                                                 

«Non lo so. Insomma quando mi sono ricordata chi ero sapevo esattamente chi era Jace. E mi ricordo tutto di Harry. Ma tu e gli altri, i miei anni e i miei amici a Hogwarts quella è la zona grigia e nebulosa non ricordo altro. Ma anche di Jace e Harry non ho ricordi nitidi ho solo degli spezzoni di momenti»                                                                                        

   « si ma non è solo questo Amy. È molto di più. Sembra che tu ti sia persa degli episodi importanti successi negli ultimi anni a Londra.» disse il Dottore in tono grave . Mi voltai verso di lui. Cosa voleva dire? Che cosa mi ero persa?

Il Dottore si mise di fronte a me e mi prese le mani nelle sue.     «No! Dottore! Non mi sono persa niente! e poi sono cresciuta a Leadworth. Come faccio a sapere cosa succede a Londra?» chiesi nel panico aggrappandomi con una mano alla sua giacca di tweed per non cadere e non cedere al panico. Mi stava spaventando.                                          

«Va bene, allora, Pond, Dicembre 2005, avevi 16 anni no? Ricordi cosa successe ai manichini nel centro di Londra?»                                 «Non facevo le spese di natale a Londra quell’anno Dottore! Comunque cosa successe?» chiesi sulla difensiva.                    

«I manichini iniziarono ad attaccare le persone. Ne parlavano tutti i telegiornali Amy. Va bene vuoi un altra prova? Marzo 2006 che cosa successe?»                                   

  Lo guardai confusa.                                                               

  «Gli Sleethen cercarono di invadere la Terra Amy. Il natale 2006 una nave Sycorax ha cercato di invadere la Terra» Ero sconvolta. Avrei dovuto ricordarmi di queste cose. Perché non ci riuscivo?                                                                            

«Dammi un altra data ti prego Dottore! Mi stai spaventando!» lo implorai.                                                        

 «2006 quando arrivò da un universo parallelo un esercito di Cyberman.la battaglia di Canary Warf robot in ogni casa, Dicembre 2007 vigilia di natale un’astronave gigante che si vede da ogni angolo della Terra tentò di invaderci. Prosciugai il Tamigi per fermarli

«Dicembre 2008 un’astronave di nome TITANIC stava per schiantarsi sulla Terra.»                    

«Beh magari non si è schiantata sopra Londra»tentai di difendermi..                                                                               

 «Si è quasi schiantata su Backingam Palace Amy! E non ti ricordi che i londinesi se ne erano andati?»                       

     Scossi la testa facendogli cenno di continuare.                  .

«L’ospedale sparito nel 2008 e poi riapparso. E ci sono i Dalek . Tu non ti ricordavi dei Dalek! Non gli avevi mai visti prima!»                               

«è così. Perché? avrei dovuto?»

Il Dottore esasperato si mise le mani nei capelli e mi guardò come se fossi il più grande mistero che avesse mai visto.                                          «Avresti dovuto ricordarti dei Dalek invece Amy. Hanno invaso il tuo mondo. C’erano dei pianeti nel cielo. Non è per spaventarti Amy» disse l’ultima frase prendendo il mio volto tra le mani. Mi specchiai nei suoi occhi che in quel momento erano blu e mi guardavano preoccupati                            

«Dottore? Perché non mi ricordo queste cose? Cosa c’è che non va in me?» chiesi spaventata. La paura iniziava a mischiarsi al panico.                                                            

 Perché non ricordavo queste cose? Avrei dovuto eppure.. perché la mia memoria non funzionava? Il Dottore stava cercando di calmarmi. Mi resi conto di essere in mezzo al TARDIS immobile e che delle lacrime stavano scendendo.

Le scacciai con rabbia. Odiavo piangere. Il Dottore mi si avvicinò lentamente. Abbassai lo sguardo sotto di me c’era il pavimento di vetro del TARDIS. Era molto vicino.

Mi resi conto di essere inginocchio. Wow non me n’ero nemmeno accorta. Fantastico! Benissimo! La giornata non poteva iniziare in modo migliore! Pensai sarcasticamente.                    

  Il Dottore s’inginocchio chinandosi sui talloni di fronte a me. mi Sorrise. Mi prese di nuovo una mano tra le sue. Poi tra le braccia. Senti le sue braccia avvolgermi e le sue mani scivolare delicate sulla mia vita. Poi sentii il suo fiato caldo nell’orecchio e mi sussurrò                                                    

«Amy calmati. Sono qui. non ti preoccupare. Io e James ti aiuteremo. Vedrai che capiremo cosa ti è successo.» disse poi. James annuì                                                               

Appoggiai la testa sul suo petto e sentii il doppio battito dei suoi cuori. Era la prima volta che ascoltavo attentamente quel suono. E capii che quel suono era li per ricordarmi che il Dottore non era umano. Per ricordarmi che era un Signore del Tempo immortale in confronto a me. Io sarei stata solo un nanosecondo del suo tempo. Ma il suo doppio battito cardiaco era anche rassicurante.                                            

Volevo restare li tra le sue braccia, al sicuro per l’eternità. Lui però sciolse subito l’abbraccio e si rimise inginocchio vicino a me.

Il Dottore si scostò poi con mia grande sorpresa. mi scostò i boccoli spostandoli dietro le orecchie. Sentivo la punta delle sue dita delicate tra i capelli mentre me li riavviava dietro le orecchie. Chiusi gli occhi concentrandomi solo sul tocco delle sue dita nei miei capelli pensai che magari mi avrebbe baciata di nuovo li. In quel momento                                        

  Poi così come quel gesto era iniziato finii . le sue mani lasciarono i miei capelli e io riaprii gli occhi di scatto. .

Il Dottore stava sorridendo. Mi rivolse un sorriso dolce. Si alzò in piedi con scioltezza e mi tese la mano,. Io osservai la mano lunga e affusolata che mi offriva e poi la presi. Mi aiutò ad alzarmi. . mi guardò ancora per un attimo poi si voltò.                                                                                         

«Ora Amy pensiamo solo al nostro ‘appuntamento’. Vedrai ti piacerà. Dico sul serio!» esclamò dirigendosi finalmente alle porte del TARDIS. Io mi avvicinai alle porte del TARDIS. James era già rientrato nel corpo del Dottore e eravamo solo io e lui.                                                       

 «Pronta?» mi chiese lui.  

                                                         

Annuii con convinzione.                                                                      

Lui mi prese la mano destra l’avvicinò alle labbra e la baciò poi sorridendomi e non lasciando la mia mano aprii le porte del TARDIS . Apri le braccia e fece alcuni passi al esterno esclamano:«Venezia la Serenissima!».                                              

Lo seguii. Ci trovavamo in una specie di piazza dove passavano dozzine di persone. C’era gente con le capre. Contadine con il grano, ragazze con i fiori. C’era di tutto e sotto si vedeva la laguna. L’aria di lago era profumata e inspirai a pieni polmoni mentre il vento Mi scompigliava i capelli.. Lui era raggiante. Si buttò subito nelle spiegazioni storiche come al solito.                                                         

«Venezia è una città bellissima. È stata fondata intorno alla fine del Impero Romano d’Occidente alla fine del V Secolo. A seguito delle invasioni barbariche in particolare quella degli Unni. Era solo un insediamento di profughi, ma , produsse molta arte e letteratura. Divenne una delle città più importanti al mondo. Ricca di commercio e dia arte. O è piaciuta a molte persone davvero» iniziò a spiegare. Sbuffai non sarebbe mai cambiato.                                                  

Guardò l’orologio d’oro che portava al polso.                            

«Hm .. 1580. Amy siamo nel 1580» annunciò.                        

Poi prendendomi per mano mi condisse verso le porte della città. Un uomo ci sbarrò la strada. Era vestito come uno di quei tizi che avevo visto nei quadri del cinquecento. «Documenti prego» chiese l’uomo. Guardai il Dottore nel panico. Lui tirò fuori la sua carta con la copertina blu. La mostrò al l’uomo e chiese. «Scusi perché i Documenti?».          

«Ispezione medica per l’epidemia di peste.                               

«Ma siamo nel 1580 Messere la peste è scoppiata nel 1846 e non posso esserci ancora grandi epidemie qui a Venezia!»ribatté il Dottore.                                                         

Sbuffai e guardai il Dottore in cagnesco.                                

  «OH ma che bel appuntamento Io , te e la Peste! Davvero romantico!» decisamente la giornata stava peggiorando.            

  «No Signore solo all’ interno della città siamo guariti. Grazie alla nobildonna che ci protegge :la signora Rosanna Calvierri. Lei ha detto che fuori dalle mura ci sono montagne di cadaveri e..» il Dottore gli fece un cenno sbrigativo e mi fece varcare la soglia.                                           Il Dottore aveva ancora quel cipiglio preoccupato. Io ero corsa avanti. Stupita dalla vista di quei vicoli e di quella gente di un’altra epoca. D’accordo ero già stata nel 1944 .

ma ero stata piena Seconda Guerra Mondiale. Insomma questa era la prima volta che potevo godermi un viaggio con il Dottore in santa pace. Non c’erano alieni, angeli, non c’era un mondo da salvare. Eravamo semplicemente io e lui a Venezia! Era fantastico. Mi resi conto che lui non era dietro di me. Era a qualche metro da me e stava rimuginando su qualcosa. Appena mi vide cercò di sorridere mentre tornavo verso di lui. Gli presi le mani tra le mie e lo guardai negli occhi «Ti prego Dottore non fare così! Voglio che sia il nostro appuntamento. Diavolo so che c’è qualcosa che ti preoccupa, ma guardati intorno , siamo in Italia nel XV secolo! Ti prego, me lo hai promesso!» implorai   Image and video hosting by TinyPic                         

Lui cercò di sorridere, mi prese la mano sinistra., intrecciò le dita e mi sorrise.                  

«D’accordo. Vieni con me voglio mostrarti una cosa.». Poi iniziò a correre tenendomi la mano. Io cercavo di stargli dietro e di non inciampare sui tacchi degli stivali col tacco alto. Perché mi ero messa quelli stramaledetti stivali poi’? Lui intanto mi trascinò con sé.                                          

Arrivammo in una piccola piazza su cui c’era una balconata da cui si vedeva il Canal Grande.                                                           

Io mi appoggiai alla ringhiera del balcone e guardai il Dottore. Aveva i capelli scompigliati per la corsa e il ciuffo ribelle gli cadeva sulla fronte . Poi lui iniziò a parlare             «Quello là è il ..» ma non lo ascoltavo più. lo ascoltavo perché mi piaceva la sua voce . Mi concentrai solo sul suono della sua voce e sulle sue labbra. Labbra che stavano parlando di.. dio solo sa cosa. Lo studiai più attentamente . le labbra sottili, il mento pronunciato, Certo non era l’uomo più bello che avessi mai visto ma era speciale. Era unico. Posai lo sguardo più in basso, sulle sue mani dalle lunghe dita affusolate che gesticolavano nell’aria. Per poi tornare ad ammirare le sue labbra. Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Quelle morbide labbra che avevo baciato già due volte. Beh nella foresta era stato lui a baciarmi e non sapevo nemmeno se dovevo considerarlo un bacio.

Si era comportato in modo così strano quella volta. Era stato come se.. Uno sciocco di dita interruppe i miei pensieri. Lui era piuttosto scocciato e mi stava schioccando le dita davanti al viso.                                                                               

  «Amelia.. mi stai ascoltando?» chiese seccato.                     

 «Ehm.. si. Dicevi?» chiesi cercando di apparire il più attenta possibile.                                                                                   

 Lui sospirò sconsolato.                                                           

«Non mi mentire. So quando menti Amelia» disse con il tono che usa un adulto con un bambino.                                 

«Non chiamarmi Amelia. Non sono più una bambina!» sbottai

irritata. Lui alzò le mani in segno di pace.               

 «Okay, okay calma» disse chinando il capo.                         

Mi avvicinai a lui e lui a me. Inclinai il viso verso di lui. Lui si chinò verso di me ci specchiammo ognuno negli occhi verdi del altro. Lui mi aveva preso il viso tra le mani. Sentivo l’acqua del canal Grande in basso sciabordare, il sole era caldo, non c’erano nuvole, non c’erano mostri e alieni, ero a Venezia nel 1580 con il Dottore. Era tutto perfetto. Assolutamente perfetto. Chiusi gli occhi aspettando il bacio che non arrivò mai. Perché qualcuno alle nostre spalle esclamò felice: «Finalmente vi ho trovato!» James. Ma perché? Perché non poteva succedere come nei film romantici in cui nessuno interrompeva il tanto atteso bacio!? Ma perché James deve arrivare sempre nelle situazioni meno opportune? ! Perché?! Era tutto così perfetto! Maledizione a James e alle improvvise e inappropriate apparizioni. D’accordo, si , lo avevo amato, si c’era ancora quella parte di me che lo amava.. non è che volessi ferirlo di proposito solo che ricominciare . Anche se il mio passato mi affascinava.. era come una calamita. Volevo approfondirlo studiarlo. ma al tempo stesso allontanarmene. Per tornare a Venezia. Beh io e il Dottore c’eravamo smistati e guardavamo James.Stavo guardando James con aria ssasina.

Lui mi guardò non capendo..

POV James

 Okay forse voi non avete capito come sono arrivato da Amy e dal Dottore. Bene ve lo spiego e vi spiegherò anche  qualcos’altro su come faccio ad “infilarmi” nel corpo del Dottore. Quando  eravamo nel TARDIS mi ero infilato nel corpo del Dottore. Farlo, è strano, è come infilarsi una maglia o come infilarsi in un tubo particolarmente stretto.  Ma ci sono alcune differenze quando sono nel corpo del Dottore  posso sentire le cose. Gli odori, i suoni, il tatto, quando sono in forma incorporea li posso sentire ma solo attraverso un velo, mentre quando ero nel suo corpo, era come  ritornare vivo e sentire tutte quelle cose che normalmente sentivo  ovattate Così ero rimasto nel suo corpo finché non eravamo entrati in città,  poi incuriosito  ero andato a  esplorare Venezia.

 Quando mi ero accorto che erano spariti, beh avevo girato  per un bel po’ per poi trovarli sul punto di baciarsi.

Li interruppi  proprio mentre lui si chinava su di lei e lei chiudeva gli occhi. Non avrei dovuto interromperl ima, quando li vedevo insieme, a volte,  una bruciante gelosia mi assaliva. Non ragionavo più. La gelosia di vedere lui al posto mio, e lei che lo lasciava fare..  era insopportabile. Non avrei dovuto.  Io non potevo dare più niente a Lily. Il Dottore poteva. Io ero solo un ombra che  abitava il suo corpo. E questo mi distruggeva. Questo mi distruggeva davvero.

Una parte di me, la miglior parte di me  era felice per loro. L’altra non lo era. L’altra aveva solo rabbia, delusione, vendetta e gelosia da offrire, non solo a loro ma, a tutto l’universo . Amy mi guardò male.  Aprì la bocca scommetto per urlarmi contro  qualche  sproloquio, quando sentimmo delle grida. C’era un gondoliere dall’altra parte del canale,  l’uomo continuava ad urlare un nome di  donna. E poi all’improvviso fu spinto nella  laguna. L’uomo iniziò a nuotare. Ad un certo però si bloccò e cominciò ad annaspare e ad andare sempre più giù, finché tra le urla   l’acqua  non lo inghiottì.

 «Ma che cos’è successo?» chiese Amy al Dottore. Lui però era sparito.. così  nel nulla!  Senza neanche smaterializzarsi. Era incredibile, quanto quel Signore del Tempo potesse essere silenzioso.  Amy alzò gli occhi  esasperata e sbottò:

«Oh lo odio quando fa così!».  Feci un respiro profondo e sbottai «Anch’io odio quando fa così quel maledetto! Diavolo! Perché deve sempre sparire nei momenti meno opportuni?!» 

***

Visto che non sapevamo dove potesse essere  il Dottore decidemmo di fare una passeggiata. Era la prima volta che  rimanevo solo con lei, da quando eravamo usciti dalla Bisanzio. Camminavamo per quei vicoli di secoli prima e cercavamo di orientarci. Il vento scompigliava  la sciarpa e i capelli di Amy facendoli  muovere  delicatamente.

Quanto avrei dato perché anche i miei capelli potessero scompigliarsi così.

«Mi dispiace James» fu lei  a parlare per prima. Parlava con un forte accento scozzese.  Aveva la stessa voce che aveva avuto in passato, solo  con accento differente. Se Amelia Pond parlava con quel forte accento scozzese, che la faceva sentire  tanto orgogliosa di appartenere  alla Scozia, Lilian Evans  aveva un accento più delicato, un  accento londinese.

«Per cosa Amy?» chiesi. lei si fermò di botto e mi costrinse a fermarmi. Si voltò verso di me.

«Ti prego non lo fare. Non chiamarmi Amy o Amelia. Perché è vero, ora mi chiamo così. Ma il mio mondo è crollato esattamente ieri sera, dal mio punto di vista, quando ti ho riconosciuto. Tutte le mie certezze stanno crollando. Ho paura che la  mia vita e i miei ricordi siano solo menzogne e illusioni. Quindi, per favore, per favore James, chiamami Lily. Ti prego. Ormai non so più nemmeno se la vita di Amelia Pond  è reale. Sono così confusa! E mi dispiace di starti ferendo soffrire. Mi dispiace  di voler stare con il Dottore. Ma io, non lo so, sono .. provo.. lui è la mia ancora,  capisci? So che soffri quando ci vedi insieme e mi dispiace. Tu non lo meriti Jaimie» la guardai negli occhi, in quei pozzi verdi color dello smeraldo,  erano velati di lacrime represse. Amelia era nel panico e aveva paura. La presi per le spalle e la guardai in quegl’occhi verdi a cui non avrei mai potuto  negare nulla.

«Lils ascoltami bene. A me non importa se tu ti chiami Amelia, Lilian, Josephine, o con qualunque  altro nome. A me importa solo di te perché ti amo, ti amerò sempre. A me  non importa se i tuoi ricordi non sono perfetti, se mi stai dimenticando e ami un pazzo, millenario, con una cabina e due cuori. Perché tu, Lily,  qualsiasi nome tu abbia, in qualsiasi epoca tu viva, sarai sempre speciale. Sarai  sempre tu. Sarai sempre fantastica e non devi sentirti confusa. Devi ricordare questo: Tu hai me e  hai il Dottore. Noi non ti lasceremo Lily, mai. Te lo prometto.» stavo per baciarla sulla fronte quando un urlo ci interruppe. Io e Amy  iniziammo a correre verso la fonte del rumore. C’era  una ragazza sulla strada, che stava cercando di liberarsi  di un uomo. L’uomo era alto il doppio di lei e aveva il viso  affondato nel suo collo. La ragazza era piccola, alta poco meno  di un metro e cinquantanove, portava un ricco abito di seta color arancio, aveva la pelle pallida,  gli occhi grandi e  castani che  imploravano il nostro aiuto terrorizzati, labbra piccole e aperte in un grido. I capelli erano  color castano molto scuro, quasi nero, legati in un acconciatura alta. Non sapevo com’era possibile. Ma aveva un aspetto famigliare. Mi gettai sul  giovane uomo. Appena mi  vide  l’uomo scoprii  i canini. Vampiro pensai sono  anni che  non vedo un vampiro. Prima che potessi  fare qualunque  cosa il vampiro scappò e Amy lo rincorse, ovviamente.

«Amy aspetta!» dissi mentre Amy scompariva dietro l’angolo. Stavo per seguirla quando sentii una voce femminile vicina  a me dire: «Clara! Clara! Oh mio dio Clara! Stai bene?» ecco come  mai mi sembrava famigliare. Era Clara. Ma.. ma.. questo era impossibile!  Come faceva ad essere li? Mi girai. sul collo di Clara c’era del sangue e la ragazza che le stava accanto, era l’altra ragazza, quella che  avevo già visto con lei nel 1980.  Portava anche lei un lungo vestito azzurro cielo che faceva risaltare le lunghe onde rosse che le arrivavano alla vita.. Era più alta di come la ricordavo. Ma era lei Gilian Times.. Non potevo sbagliare, erano loro due. Ma che cosa  ci facevano li?

«Scusate messere, ci  conosciamo per caso?»  mi chiese la rossa. Lei  si stava rivolgendo a me, a un fantasma, senza urlare terrorizzata. Puntò i suoi bellissimi ochci verde scuro su di me. Io non sapevo cosa rispondere perciò restai li a fissarle  a bocca aperta, come un pesce lesso.

«Io..no.. non credo» replicai.

La rossa che pareva non conoscermi, disse

«La ringrazio comunque per aver salvato mia cugina, da qualunque cosa l’abbia  aggredita. Nel caso volesse unirsi a noi per una conversazione, sarebbe il benvenuto. Siamo in fondo alla via»

«State parlando  con un fantasma  signora, lo sapete?»

«Spesso i morti sono più comprensivi dei vivi.»  mi rispose lei enigmatica. E per la seconda volt a non potei  non cogliere la sottile somiglianza tra lei e il Dottore.

 La rossa mise un braccio intorno alla vita di Clara e  l’aiutò a staccarsi dal muro e a camminare. Clara doveva essere ancora in stato di shock, anch’io lo ero.  Come potevo averle incontrate di nuovo?  E come facevano loro a non sapere chi ero? Non capivo più nulla.. le due donne misteriose si allontanarono. Stavo ancora pensando a loro, quando, la voce di Amy mi riportò alla realtà.

«James!»

«James ho seguito il vampiro e lui si è tuffato in acqua.» disse Amy animante per la corsa con  i riccioli  sparati da tutte le parti.

 «L’acqua era ferma o in movimento?»

«Perché me lo chiedi?» mi chiese lei. Possibile che  non si ricordasse di Bianca? Era la sua migliore amica.

«Perché un vampiro non può attraversare l’acqua in movimento» spiegai. Lei aprii la bocca stupita.

«Era in movimento. È l’acqua del Canal Grande. È sempre in movimento»

«Questo non è impossibile»

(Contemporaneamente in un palazzo di Venezia)

POV Dottore

Questa storia della  protettrice di Venezia e della peste che  nel 1580 non c’era già più in Italia mi puzzava. E poi   avevamo visto un uomo, presumibilmente veneziano affogare. Una  misteriosa signora, morti sospette, epidemie di peste inesistenti.. decisamente quello era il genere di cose che amavo. Come potevo  resistere quando i guai mi chiamavano?  Io ero il Dottore  dopotutto.

 Io adoravo correre incontro al pericolo era il mio mestiere. Così, senza perdere tempo, corsi verso il  primo ponte che trovai e mi precipitai dall’altra parte della città.  Arrivai al palazzo che era esattamente davanti a dove io, Amy e James  eravamo arrivati. Guardai verso la  balconata sperando di vedere affacciata una stupenda chioma  rosso sangue e due scintillanti occhi verde  smeraldo, vicino a dei capelli color ebano  spettinati, degli occhi color caramello incorniciati da occhiali tondi, ma ne Amelia ne James erano li.

 Passai dal cancello secondario. Era chiuso a chiave naturalmente, così  tirai fuori il mio fido cacciavite sonico,  sonicizzai  la serratura ed entrai. Dopo un corridoio deserto con alcune statua in marmo, arrivai a una porta di legno. Sonicizzai di nuovo la serratura e scesi le scale saltellando come un bambino. Saltai gli ultimi due gradini e mi ritrovai in un ampia sala in penombra. Era piena di candelabri, era di forma circolare,spoglia, tranne per unno specchio rotondo  con la cornice d’oro. Mi  avvicinai allo specchio. L’unico  rumore udibile erano i tacchi dei miei stivali sul pavimento di pietra. Mi specchiai e quello che vidi fu il mio nuovo  volto. Pallido, giovane, un viso allungato, mento pronunciato , lungo naso aquilino, occhi stretti, verde scuro,  doppie sopracciglia, il ciuffo di capelli bruni che  mi ricadeva sulla fronte. Mi sistemai il cravattino blu. Quel corpo mi piaceva, Oh si , decisamente, quel corpo era fantastico.  Fu quello che pensai guardandomi compiaciuto.

«Ciao Bellezza» dissi al mio riflesso che mi rispose con un sorriso smagliante.

Un coro di voci mi fece sussultare «Chi siete Signore?» mi girai. Cinque ragazze, pallidissime, quasi cadaveriche, erano in semicerchio intorno a me. Indossavano tutte una camicia da notte e tutte mi guardavano con un ghigno che non prometteva niente di buono. Mi girai di nuovo verso lo specchio, il loro riflesso non c’era.  Poi mi girai di nuovo verso le cinque  ragazze inquietanti e poi di nuovo verso lo specchio stupito. Lo feci di nuovo. Niente, le cinque ragazze sembravano evanescenti.

L’eccitazione iniziò a prendermi.

«Ma..ma.. Come riuscite a farlo?» chiesi curioso ed eccitato, indicando  lo specchio.

«Io.. mi piace! Siete come Hudini. Solo che, beh, voi siete cinque ragazze inquietanti e lui era.. O.. O meglio sarà più basso ahah!» esclamai. Unii le mani vicino a l’addome eccitato.

«Ve lo chiediamo di nuovo signore, chi siete voi?» chiese il coro di voci.

«Perché non date un’occhiata a questo?» chiesi tagliente facendo vedere la  mia carta psichica.

Loro continuarono a fissarmi imperterrite. Voltai la carta e vidi che sopra c’era la tessera della biblioteca.

Alzai gli occhi al cielo «Oh, la tessera della biblioteca! Perché sbaglio sempre tasca?  Ci sono troppe tasche!»

 Iniziai a ragionare. Le guardai di nuovo.

«Pallide, ragazze pallide,  inquietanti, che non possono farsi vedere.. non sopportano la luce del sole. Penso a quello che credo  di pensare? Ah! Ma.. la città.. Perché avete chiuso la città?» chiesi poi guardando di nuovo  nello specchio.. Vampiri a Venezia! Era meglio di qualsiasi appuntamento romantico! Il coro di voci delle vampire riprese a parlare:

«Andatevene signore, o saremo costrette a chiamare l’assistente. è meglio per voi.» dissero con il loro tono piatto e inespressivo. Scoprirono i canini, io corsi verso l’uscita. Prima di uscire schioccai le dita e ordinai:

«Ditemi qual è il vostro piano». Loro non risposero.

«Un giorno o l’altro funzionerà!» dissi a me stesso.

 Camminai all’indietro per le scale mentre loro mi inseguivano.

«Sentite, mi piacerebbe restare.  Questa situazione.. mi eccita davvero.. ma devo scappare.» dissi correndo verso i raggi solari. Una volta al sicuro,  chiusi la porta e mi appoggiai ad essa per riprendere fiato. Poi feci la strada a ritroso, chiudendo attentamente il cancello dietro di me.

Tornai alla balconata di corsa, impaziente di  dirlo a Amy e James. Praticamente io e Amy finimmo l’uno tra le braccia dell’altra e ci ritrovammo a parlare all’unisono.

«Dottore! Abbiamo appena  visto un vampiro!»

«Amy, James ho appena incontrato dei vampiri!» dicemmo in contemporanea io e Amy, eccitati come due bambini davanti  ai regali, la mattina di natale.

«Ma chi é? Dove l’avete visto? Io sono appena stato dove in teoria dovrebbero vivere!» chiesi e dissi tutto d’un fiato.

«Per strada. Ha aggredito una ragazza e.. » disse Amy in contemporanea

«E ragazze inquietanti e tutto il resto! Vampiri..» dissi eccitato

«..A Venezia!» fini lei per me.  Iniziamo a saltellare in quella specie di abbraccio gongolando.

«Ma dove diavolo eri finito  Dottore? Un vampiro ha aggredito una ragazza!» sbottò James.

«Lo so Amy me l’ha  appena detto. Sono stato dove vivono, la misteriosa scuola  Calvierri.» dissi mentre l’eccitazione scemava.

«Dobbiamo trovare il modo di rientrare li dentro.» dissi

«Si, ma come?» chiese Amy

«Io un modo ce l’avrei. Una ragazza  mi ha invitato a bere un the» disse James tranquillamente.

To be continued

Image and video hosting by TinyPic size="+3">Angolo Autrice
 Come sapete a me piace incasinare le cose e  ho già iniziato a farlo.  nel prossimo cappitolo Eleven incontrerà Clara e Gilian  per la prima volta e beh.. ne succederanno delle belle! spero di avervi incuriosito  davvero.
se vi state chiedendo se il Jonathan Herondale di cui parla  Amyè Jace di Shadowhunters la risposta è si  proprio lui ma sulla facenda Dottore/shadowhunters /Lily e James ci tornerò!
Ringrazio  
Run_ per  la recensione, shalycohen grazie perché apprezzi la storia e  su  Donna mantengo gli spoiler.. però una cosa vela voglio dirvela. lo stesso mancano  4 capitoli alla comparsa di Rose nella storia . comunque tornando ai ringraziementi grazie  a  wendy_candy per le tue recensioni  entusiaste. grazie a HelenaLestrange   per  i tuoi pareri e a experiencing per le sue osservazioni brillanti e per  il suo tempo. dedico  il capito alla mia migliore amica Dub01 (capito? l'ho dedicato a te cara! )e vi lascio con il fiato sospeso  fino al prossimo capitolo!
 volevo solo chiedervi se vi piace lo spazio dato a James visto che ho pensato di star trascurando James Potter  mi è smebrato giusto mettere gli eventi dal suo punto di  vista.
Baci

Marty Evans
  
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