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Autore: Mary Grifondoro    31/03/2014    1 recensioni
Un nuovo trio, una nuova minaccia...forse un nuovo Prescelto. Perchè il male trova sempre nuove forme per risorgere, ma c'è sempre qualcuno pronto a lottare per ciò che vale la pena essere difeso.
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Inizialmente non ero una fan della New Generation, ma il capolavoro della Rowling è per me intoccabile e ho già letto dei bellissimi missing moments. Ho deciso allora di giocare con i personaggi accennati nell'ultimo capitolo, con cui mi sono sentita più libera di far volare la fantasia. Grazie per chi seguirà!
PS: AVVISO, per farla bene ho deciso di postare con calma ma non temete, è tutto già abbozzato, epilogo compreso! E diventerà una mega caccia al tesoro (!)...non dico altro!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Albus dopo una lunga passeggiata nei corridoi della scuola, qualche chiacchierata con alcuni dei suoi quadri preferiti e un saluto a Mirtilla – che aveva sviluppato per lui una sorta di morbosa attrazione come era stato per suo padre ma Albus, a differenza di Harry, cercava di non inimicarsela – era rientrato nel dormitorio più per schiarirsi le idee che per una vera necessità.
Sin dal primo anno, nonostante le prese in giro dei fratelli e del padre – a cui dopo anni avevano estorto le storie delle sue incursioni notturne nei sotterranei – aveva sempre trovato la sua sala comune uno dei posti migliori per riflettere.
Lui e Scorpius adoravano sdraiarsi sugli eleganti divanetti – e adesso che erano tra i più grandi potevano ben scegliere i più comodi – e osservare i fondali del Lago Nero. Era una cosa che gli dava una pace inusuale.
Ed era proprio quello di cui aveva bisogno.
Aveva bisogno di fermarsi un attimo. Per quanto volesse fare il distaccato, il vero problema era che tra tutti quegli strani avvenimenti la sua mente aveva galoppato come impazzita e si era andata a buttare in un baratro forse ben peggiore della realtà.
Aveva ragione Rose, in fondo erano tutti pensieri campati in aria ed infatti era quella la cosa che lo faceva arrabbiare di più: arrovellarsi la testa su qualcosa che non gli era stato detto e, allo stesso tempo, star perdendo così tante energie dietro a dei fantasmi che si sarebbero dissolti molto più velocemente facendo le domande chiare ai suoi genitori che, in fondo lo sapeva, non gli avrebbero mai mentito.
“Pensi troppo!” quante volte gliel’aveva detto James per prenderlo in giro?
Era vero anche se sapeva benissimo che le idee migliori erano le intuizioni che gli venivano spesso inaspettate.
Però tutto quel macinare di testa lo risucchiava e il tragico epilogo era che alla fine poi perdeva qualsiasi misura ed aveva reazioni un po’ scomposte, decisamente poco pensate, come quella giù al lago contro Scorpius o, peggio, contro Jo.
Il ragazzo iniziò lentamente a divenire di una bella sfumatura di bordeaux, borbottando contro se stesso una serie abbastanza lunga di coloriti improperi per essersi quasi sicuramente precluso ogni possibilità con la giovane Tassorosso.
“Ora te ne stai accorgendo eh?!” il tono canzonatorio del suo amico preannuncio di un attimo il suo arrivo in volo sul divano “e si, se te lo stai chiedendo, l’hai fatta nera la Miller! Ma ti dirò, secondo me finalmente è stata rimessa al suo posto, non credo sarà un gran danno” chiuse il biondo accomodandosi meglio affianco ad Albus.
Il più giovane dei fratelli Potter accennò appena a voltarsi, ancora combattuto tra la vergogna della sua sfuriata, il nervosismo delle ultime settimane, il bisogno di saper per certo che era tutto risolto con Scorpius e l’angoscia per la reazione della Miller che, dal ghigno dell’amico, doveva aver commentato l’accaduto davanti a lui.
“Scorp senti….” accennò il ragazzo lievemente “No, Albus, ascoltami tu, l’ho già spiegato a tua cugina…gli uomini non si mettono a fare chiacchere cervellotiche e strappalacrime tra di loro, non si dicono ti voglio bene, non si abbracciano in mezzo alla loro sala comune. Quindi se vuoi qualcosa di tutto questo dimmelo che scappo subito. Noi siamo amici!”
Il giovane Malfoy disse la frase tutta d’un fiato, chiudendo con un’inattesa e positiva certezza della sua idea che fece sorgere uno sgomento ma spontaneo sorriso sul volto del suo interlocutore.
“E siamo due testoni molto simili!” continuò riprendendo il suo caro tono canzonatorio “E anche se ci facciamo i fighi siamo un po’ spaventati per queste cose che ci sono successe – cacchio mi sembra normale, non mi sembra di ricordare dai racconti che tuo padre fosse l’anima dell’allegria a scuola  – ma non volevamo dirlo a nessuno! Però” e a questo punto si mise a sedere improvvisamente dritto puntando il dito come se fosse arrivato alla vera soluzione di tutta questa situazione “siamo uomini! Affrontiamo le cose e poi andiamo avanti! Sarebbe stato più facile se Rose non ci avesse visto, magari ci saremmo schiantati o fatti un occhio nero e poi, ridendo, saremmo tornati qui e avremmo continuato a parlare di come affrontare le nostre famiglie a Natale”.
L’ilarità di Scorpius era palese ma oramai aveva contagiato anche Albus che capiva benissimo cosa gli volesse dire l’amico: loro ci sarebbero sempre stati l’uno per l’altro e le incomprensioni o i litigi sarebbero stati all’ordine del giorno, ma non per questo si sarebbero divisi.
E capiva benissimo, ovviamente meglio di Rose, che non avevano bisogno di psicoanalizzare il loro rapporto davanti a una tazza di thè…quelle erano cose da femmine!
“Quindi” riprese il biondo “per il bene della nostra imperitura amicizia levati quella faccia da cane bastonato che hai messo su, allunga quel puff verso di me così mi sdraio più comodo e, mentre con le tue doti da sciupafemmine convincerai quella brunetta del secondo anno a darci un paio delle sue cioccorane, ti racconto volentieri cosa è successo giù dopo la tua scema madre!”.
Albus non potè fare a meno di ridere e scuotere la testa, l’amico – come ricordava sempre il padre – aveva un modo davvero poco Malfoy di risolvere le cose: schietto e diretto, si proponeva sempre in maniera costruttiva.
Certo, quando però qualcuno si comportava davvero male con lui le sordide trame della sue vendetta rendevano ben onore al blasone di famiglia.
Continuando a ridere Albus si alzò e, mentre con un piede lanciava il puff verso l’amico, andò a fare due chiacchiere con Lisa, Elis, non se lo ricordava e non ne ebbe il tempo visto che dopo 2 minuti era già di ritorno con l’amato spuntino.
“Vedi Potter, fai tanto il santarello ma poi hai questo modo di fare criminale che, vedi, ti farà restare sulla coscienza non so quante povere donzelle!”.
“Ha parlato quello invisibile alla popolazione femminile di Hogwarts” rispose prontamente Albus all’amico “ora non pensare solo a mangiare e racconta”.
E così passarono il resto della mattinata a confabulare come due vecchie comari (altro che uomini) sul fatto che la Miller invece di dare in escandescenza come sarebbe stato ovvio si era quasi messa a piangere alla sfuriata di Albus e non aveva ceduto solo perché Rose era subito andata da lei, con una confidenza che i ragazzi non sospettavano, a dirle che non doveva preoccuparsi, che era un periodo strano e che, comunque, doveva aspettarsi che i fiori non sarebbero bastati.
“Ma di che fiori parlavano?” chiese Albus.
“E che ne so io? Le capisci tu le ragazze?” rispose il biondo “Poi mentre se ne andavano Rose si è girata – sembrava quasi si fosse scordata della mia presenza…”
“Beh” lo interruppe il moro desideroso di vendetta “mentre ti si avvinghiava con la scusa di rialzarsi non mi sembrava proprio dimentica della tua presenza!” e scoppiò a ridire.
“Potter!” sibilò Scorpius “siamo sempre in tempo per quell’occhio nero!” ma la risata di Albus era incontenibile, anche dopo che Scorpius gli era saltato addosso cercando di soffocarlo.
“Vedi” disse il biondo urlando ma oramai con l’animo decisamente rilassato, proprio come l’amico “gli uomini non hanno proprio bisogno di parlare a cuore aperto tra di loro dei loro problemi come dice Rose!”.
  
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