Ho scritto questa storia su Regulus Black in quanto è un personaggio che mi ha sempre affascinato, forse anche perchè la Rowling ne ha parlato poco. In realtà dovrebbe essere un solo capitolo ma siccome è piuttosto lunga ho preferito diverderla a metà. Spero che vi piaccia come è piaciuto a me scriverla.
Ogni commento è bene accetto! Ora a voi la lettura.

COSÌ DIVERSI COSÌ UGUALI

15 Novembre 1979

“Te ne pentirai…”
Quelle parole dette circa un anno e mezzo prima mi rimbombavano in testa continuamente.
Lui aveva avuto ragione anche quella volta.
Lui è quello forte, io quello debole.
Lui ha fatto la scelta giusta, io quella sbagliata.
Lui Grifondoro, io Serpeverde.
Mi sono accorto troppo tardi che aveva ragione su tutta la linea. È da più di un anno e mezzo che non lo vedo, chissà se è cambiato fisicamente o se ci assomigliamo ancora molto…di certo non ha cambiato idea su di me e la famiglia.
Gliel’ho letto negli occhi l’ultima volta che l’ho visto…disprezzo e disgusto per quello che sono diventato…un Mangiamorte.
L’atmosfera in salotto non mi è mai parsa così soffocante e pesante…
Devo andare da lei, devo salutarla prima di sparire per sempre…
Senza dire una parola prendo il mio mantello ed esco. Mi guardo intorno e finalmente riesco a respirare normalmente. Ora ti capisco quando dicevi che ti sentivi in prigione…ora mi sento anch’io così, solo e isolato da tutti.
Giro su me stesso materializzandomi con un crac in un piccolo boschetto. Con lo sguardo basso cammino fino a raggiungere la strada. Guardo quel paese pieno di babbani e di normalità. Mi viene quasi da sorridere al pensiero che sono veramente qui, se mia madre lo sapesse mi prenderebbe per pazzo…
Mi fermo davanti a una casa con i muri arancioni e sorrido. Sono tre giorni che la sto cercando e finalmente l’ho trovata. Quanti anni sono che non la vedo più? Nove se non ricordo male…
Raggiungo la porta e mi fermo a fissare il campanello. La targhetta dice: Ted & Andromeda Tonks.
Faccio una smorfia di disgusto per fare di cognome Black. Anche se ci fosse stato scritto Andromeda Black dubito che qualche mio parente sarebbe venuto a trovarla con l’eccezione di Sirius…
Suono il campanello e aspetto. Sento dei passi e poi la porta si apre mostrandomi un uomo dai capelli biondi e gli occhi chiari. Questo deve essere Ted Tonks. Mi guarda confuso, penso che abbia notato la somiglianza con mio fratello.
“Sì?” domanda titubante.
“Devo parlare con Andromeda, è in casa?” domando educatamente.
Mi guarda stupito, come minimo pensava che ero venuto ad insultarlo visto che sono sicuro che ha capito che sono uno di loro.
“Sì è in casa, ma tu chi sei?” mi domanda Ted Tonks.
“Mi scusi, non mi sono ancora presentato, piacere sono Regulus Black” allungo la mano verso di lui.
Quello guarda stupito prima la mia mano tesa e poi il mio viso. Poi convinto stringe la mia mano.
La sua è calda, la mia è fredda.
“Io sono Ted Tonks. Vieni, mia moglie è in cucina” Ted mi lascia entrare senza tanti problemi e sorridendomi.
Ora capisco perché mia cugina l’ha sposato, è stato gentile con me pur sapendo che sono un Black Purosangue ed ex Serpeverde.
“Grazie” dico leggermente imbarazzato e grato a quell’uomo per non avermi giudicato per il cognome che porto.
Quello mi sorride “Quanti anni hai?”
“18 signore” rispondo sorridendo.
Quell’uomo mi sta proprio simpatico. Ted mi da’ una pacca sulla spalla, manco fossi suo figlio…mio padre non si è mai comportato così con me, è sempre freddo e distaccato con tutti, anche con mia madre.
“Ehi Andy, guarda chi c’è…” dice Ted aprendo la porta della cucina.
Vedo Andromeda girarsi e guardarmi, mi riconosce subito e appare alquanto sorpresa di vedermi qui nella sua cucina.
“Ciao Meda” la saluto sorridendo.
È più bella dall’ultima volta che l’ho vista, si vede che è felice dai suoi occhi, brillano come i miei non hanno mai brillato.
“Reg, che ci fai qui?” mi domanda alquanto stupita.
“Ti devo parlare, è importante” dico con una certa sollecitudine nella voce.
“Beh, io vado da Dora” Ted esce lasciandoci soli.
Lei si siede e mi indica la sedia davanti a lei. Mi tolgo il mantello e mi siedo sospirando.
“Allora? È successo qualcosa a casa?” mi chiede.
“No, non è cambiato niente” rispondo fissandomi le mani.
“Sirius mi ha detto che sei diventato un Mangiamorte…” mi dice diretta, senza tanti giri di parole.
“È vero” dico con disgusto verso me stesso.
In testa ancora le parole di Sirius… “Te ne pentirai…”
Lei non dice niente, sembra che abbia recepito il disprezzo che provo per me stesso.
“Sono venuto a salutarti, sto per andarmene” dico alzando lo sguardo per fissarlo nei suoi occhi uguali ai miei.
“Sto per andare in un luogo dal quale non potrò più tornare indietro” aggiungo.
Vedo un lampo passare nei suoi occhi “Che vuoi dire?”
“Sto per tradire Voldemort” rispondo.
Mi sembra di sentire la mia voce lontana e remota rimbombare nella stanza.
Lei capisce, sa cosa questo comporta, non c’è bisogno che aggiunga altro. Vedo i suoi occhi farsi lucidi e inspiegabilmente mi dispiace che il suo sorriso sia scomparso per causa mia. Sento la sua mano piccola e calda appoggiarsi sopra le mie come nel tentativo di riscaldarle.
“L’hai già detto a Sirius?” mi domanda con voce leggermente roca perché i Black non devono mai mostrarsi deboli.
“No, sei la prima a cui l’ho detto” rispondo.
“Devi dirglielo” ribatte decisa.
Faccio una smorfia amareggiato “Per lui non esisto già da molto tempo, non credo che per lui faccia differenza”.
“Non è vero, lo sai che lui è preoccupato per te” mi contraddice Andromeda stringendo le mie mani con le sue.
“Che senso ha? Ormai nulla ha più senso…l’ho perso un anno e mezzo fa” dico con voce roca e un groppo in gola.
“Vai da lui, sai che devi dirglielo, anche solo per vederlo” mi consiglia lei.
Ha ragione, devo vederlo un’ultima volta prima di fare quello che devo fare. Stavolta non mi tirerò indietro.
Annuisco “Grazie Meda”.
Entrambi ci alziamo e ci fermiamo davanti alla porta della cucina. Lei mi guarda, noto che ha gli occhi lucidi. Istintivamente l’abbraccio, non voglio che pianga per me, non ne vale la pena. Poi lei si stacca e mi da’ un bacio sulla fronte come quando ero bambino e la chiamavo sempre “Mamma Meda”.
Le sorrido e poi siamo in corridoio. Dalla porta del salotto escono Ted e una bambina dai capelli azzurri. Questa deve essere Ninfadora, la figlia di Andromeda.
“Grazie signor Tonks” lo ringrazio con un sorriso.
“Di niente ragazzo” mi risponde gioviale.
Poi mi chino e guardo la bimba “Tu devi essere Dora, non è vero?”
“Sì, tu sei zio Reg?” mi domanda curiosa.
“Sì, sono io. Mi raccomando comportati bene” le dico accarezzandole i capelli.
“Oh guarda, mi è appena comparsa in mano una caramella al limone, la vuoi?” le chiedo divertito.
“Siiii!!” esclama euforica prendendo la caramella e scartandola.
Mi rialzo sorridendo “Sai, credo staresti molto meglio coi capelli rosa cicca”.
La piccola mi guarda, poi strizza gli occhi e i capelli diventano rosa.
Le sorrido e poi guardo Andromeda e Ted che mi osservano con gli occhi lucidi. Capisco subito che Andromeda gli ha sussurrato di me…
“Beh, allora addio” dico cercando di imprimermi nella mente i loro volti e quello della piccola Dora.
“Ciao zio Reg!” mi saluta Dora agitando la mano e gustando la sua caramella.
“Addio Reg” mi dice Andromeda.
Ted mi fa un cenno che io ricambio prima di girare su me stesso e sparire con un crac.


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 Nikki Potter