Cinque aprile: amante.
Mi dicono
che scrivere è per sciocchi,
per disperati, per disillusi;
mi dicono
che scrivere è fuggire dalla realtà,
annichilirsi, annegare
in un oceano di parole ed emozioni fasulle.
Il sentimentalismo
non dovrebbe far parte
del mondo;
le parole dovrebbero essere
cupe, fredde, plumbee.
Mi dicono
che scrivere è una perdita di tempo;
è sognare e sognare, e mai risvegliarsi.
E sapete che vi dico?
Preferisco, certo,
crogiolarmi in queste coltri tiepide,
senza riflettere, senza pensare:
mi nutro di parole d’inchiostro.
Ogni mattina
apro gli occhi velati e svegli sull’universo, certo,
ma le mie labbra s’intingono di emozioni
ogni notte e le mie carni si portano seco
le tracce di amplessi totali e violenti;
sono un’amante passionale e possessiva:
non abbandonerei mai le parole.
*