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Autore: ambra_chiara    06/04/2014    2 recensioni
Buonsalve a tutti! Mi chiamo Ambra, sono una mezzosangue figlia di Era e di Zeus, sembrerebbe epico detto così, ma non lo è molto... prima di tutto non li ho mai visti e non mi hanno certo ereditato i loro poteri, sono una comune mezzosangue.
L'unico mio contatto con i miei genitori è quella collana che porto al collo, un piccolo cordoncino nero con appeso un pezzo di ossidiana lavorato con estrema cura, lunga e sottile.
Quello non è solo un semplice gioiello, è allo stesso tempo un cappio al collo...
Grazie all'aiuto dei miei amici riuscirò a sconfiggere un nemico invisibile?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le tre pietre '
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Quel pomeriggio mi stavo allenando con i figli di Apollo, avevo un arco tutto mio nero, me l’aveva regalato il Jim, lui era un asso con l’arco e mi batteva sempre.
Avevo tirato la freccia che era andata sulla linea tra il dieci e il nove
“Jim! Guarda!” si voltò e osservò la mia freccia
“Brava!” poi venne il suo turno, tirò la corda, scoccò… dieci preciso nel puntino microscopico che compone il centro.
“Ok… mi batti sempre” dissi sorridente e sistemandomi l’arco sulla schiena
“Non è colpa mia se mio padre mi ha trasmesso il talento” mi rispose
“Il solito montato. Ora devo andare, o vuoi venire ad allenarti insieme a me con Clarisse?”
“No grazie. Ci vediamo dopo Am” ci salutammo e mi diressi all’arena dove io e la figlia di Ares ci eravamo date appuntamento… insomma giornata normalissima e non voglio sprecare il vostro tempo raccontandovi tutto, vi basti sapere che mi sono allenata tutto il tempo e la sera ero distrutta e volevo solo dormire.
E invece Michelle mi aveva obbligato ad andare con lei e gli altri mezzosangue alla caccia alla bandiera, diceva che dovevo farmi degli amici e robe varie e non potevo sempre inventarmi un infortunio (anche se sarebbe stata la prima volta che lo facevo), ma io non ero come lei: a primo impatto piacevo a tutti, poi la gente mi conosceva meglio e perdevamo i legami, invece Michelle era la classica figlia di Afrodite, era adorata da tutti, bionda con gli occhi azzurri, alta e slanciata, sempre vestita in modo impeccabile e tutti i ragazzi le andavano dietro, a volte era un po’ arrogante e vanitosa, ma quando voleva era una buona amica.
Ecco, quella sera non lo è stata perché mi ha spinto letteralmente contro il mio destino, senza che neanche me ne accorgessi.
Ero in squadra con la sua casa, quella di Apollo e di Ares, gli altri nella squadra rossa.
“Bene… La casa di Apollo sarà in difesa un po’ sugli alberi, un po’ giù a terra, ma assolutamente nascosta…” spiegò Clarisse facendo un disegnino con la spada sul terreno
“Invece noi della casa di Ares andremo all’attacco mentre quella di Afrodite staranno in mezzo, a fare una specie  di muraglia, stancate gli avversari, non importa se vi superano, loro crederanno che la difesa della bandiera sia solo destinata a voi, e invece si troveranno i figli di Apollo” lo faceva soprattutto perché non tutti erano disposti a fare la caccia alla bandiera, solitamente infatti la casa della dea della bellezza non partecipava, ma Michelle era talmente persuasiva che ha convinto le sue sorelle e fratelli a partecipare.
“E io?” chiesi
“Tu farai la parte migliore, Am” la cosa mi preoccupò “Devi passare fra gli alberi, così avrai una visuale dall’alto e informerai noi della posizione, oppure avventurarti da sola per prenderla”
“Vi chiamo…” dissi subito “Ma perché devo arrampicarmi proprio io?”
“Sei la più piccola e agile… non ti individueranno facilmente e poi sei brava ad arrampicarti”
“Quanto uno struzzo…” mormorai io a Jim
“Cosa?” chiese Clarisse
“Niente… una volta tanto che mi fai un complimento voglio segnarla sul calendario” la figlia di Ares fece un mezzo ghigno per poi mettersi l’elmo
“Bene… che la caccia alla bandiera notturna abbia inizio..:” disse lei.
 
Stavo su un ramo, vedevo l’intero paesaggio sopra agli alberi, ma non mi soffermavo tanto su quello, più che altro sul fatto di non cadere e di guardare se c’era la bandiera in giro.
Sull’albero davanti al mio stava un figlio di Ermes, nascosta tra le foglie incoccai la freccia soporifera e lo colpì alla spalla, lui si accorse di me soltanto quando cadde in un sonno profondo, prima che potesse cadere saltai sul suo albero e lo presi al volo, legandolo con la sua stessa cintura all’albero così che non potesse cadere per poi togliergli la freccia dalla spalla.
L’effetto sarebbe durato poco, si e no un quarto d’ora, ma anche se si fosse svegliato prima non si sarebbe ricordato di me.
Andai avanti, ma non trovai la bandiera, così stavo per tornare indietro, magari facendo un altro percorso, ma qualcosa attirò la mia attenzione.
Era alla base di un grande albero, in una zona poco popolata del bosco, c’erano pochi satiri e ninfe, e meno mezzosangue venivano per fare una passeggiata o qualcosa d’altro… per questo pensavo avessero messo la bandiera lì, perché è un luogo nascosto, e poi il mezzosangue di vedetta era un grande campanello di allarme che diceva: ‘Strada giusta!’ eppure non lo era.
Comunque alla base di questo albero, brillava qualcosa di grande, e sentivo la mia collana farsi sempre più pesante man mano scendevo e mi avvicinavo a quello strano oggetto luminoso.
In pochi istanti anche la mia collana di ossidiana si mise a brillare, toccata terra vidi che nella fessura del tronco c’era lo strano oggetto.
Toccai istintivamente il mio gioiello e lo misi sotto la maglietta per poi prendere la spada e aprire ancora di più lo stretto varco che divideva me dalla cosa luminosa.
Staccai la corteccia finché  lo spazio non fu sufficiente per vedere… c’era una grande pietra nera, grossa quanto la mia mano.
Forse era di ossidiana, perché il colore era lo stesso del mio gioiello, stavo per chiamare qualcuno, ma quella pietra mi stava chiamando… la sua luminosità, come quella della pietra della mia collana, aumentava sempre di più.
Toccai l’oggetto così liscio, dalla forma un po’ irregolare, che però richiamava un ovale.
Era caldissima e in pochi istanti esplose, circondando me e lo spazio circostante di fuoco e fiamme.  

Autrice: Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se abbastanza corto. Mi scuso per eventuali errori di battitura, distrazione, grammatica, lessico, di ortografia, di punteggiatura e chi più ne ha più ne metta :D
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, un grande saluto e un enorme grazie! :D
alla prossima! CIAO! :DDDD
ambra_chiara

 
  
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