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Autore: LittleSun    06/04/2014    5 recensioni
Molto spesso nella vita siamo costretti a vivere come qualcuno vorrebbe che noi vivessimo, annuiamo e lasciamo che tutto prenda una piega che non dipende da noi. Questo succede anche a Dafne che per scappare dalla sua vita soffocante si crea un alterego da usare online, Aloe. Sarà dopo numerosi problemi che Dafne riuscirà a liberarsi dall'influenza della madre e della zia e ad allontanarsi da casa, la sua vita però cambierà ancora. Cosa succede quando una persona abituata alla perfezione e un artista disordinato iniziano una convivenza? Cosa determinerà la presenza spigliata e focosa del coinquilino nella timida e un pò frigida Dafne? Lui riuscirà a fare uscire Dafne fuori dalla strada imposta dalla madre e della zia? Scopriamolo insieme ;)
Dal capitolo 4 (se ho fatto i conti giusti :P):
Regole per una sana convivenza con Aloe
1- Una volta a settimana si pulisce tutta la casa insieme, dividendo le spese dei prodotti.
2- Le spese del cibo si dividono anche così come i turni quotidiani di cucinare e lavare i piatti.
3- Negli spazi comuni è vietato accoppiarsi come conigli in primavera.
4- Negli spazi privati non di propria proprietà è vietato accoppiarsi o entrare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 10
Chi la fa l'aspetti

 

Stavo sognando che il professore e il mio peluche pallina (una pecorella rosa) mi rimproveravano per il mio poco impegno e alla fine venivo bocciata all'esame quando poco prima che venisse segnato il voto nel mio libretto un bussare continuo e violento mi riscuote dal mio torpore, non capisco se è parte del sogno oppure viene da fuori, alla centesima bussata però apro gli occhi di scatto.
“Chi cazzo è?” mugolo con una voce roca da anziana in fin di vita.
“Ally è successa una cosa bruttissima devo entrare” Jason non aspetta neanche il mio consenso e spalanca la porta, io mi metto a sedere immediatamente pronta a fargli conoscere l’ira funesta di chi è svegliato in maniera assolutamente sbagliata, apro la bocca per fare uscire il mio fiume di improperi ma una luce improvvisa mi lacera la cornea e per un po’ non riesco ad aprire gli occhi che lacrimano senza posa né a dire nulla dato che tutta la situazione, considerando poi le mie scarse capacità intellettive mattutine, mi sta confondendo nel profondo del mio essere.
La risata sguaiata della stessa persona che mi ha svegliato (e sta rovinando l’esistenza, aggiungerei) mi raggiunge e mi riscuote dal mio stato confusionale, alla bella e meglio apro gli occhi e lo fisso con uno sguardo serpentino che farebbe piangere Voldemort.
“Cosa. Cazzo. E’.  Successo?” sibilo pronta per scattare in piedi e azzannarlo alla gola.
“Che paura mamma mia, sei spaventosa Ally, mai conosciuta una donna così inquietante dovresti vedere la tua faccia in questa foto… Che orrore” detto questo per nulla intimorito mi ride in faccia fino a lacrimare.
Avete presente la vena a croce pulsante che compare nei cartoni animati quando un personaggio è particolarmente incazzato? Beh io ne ho al momento esattamente una uguale. Non solo mi ha svegliata con la delicatezza di un vecchietto che soffre di aerofagia ma mi sta pure prendendo per il culo, cosa devo fare? Lo ammazzo subito e mi sbarazzo del corpo o uso a mo’ di supposta le mie scarpe con il tacco di 15 cm?
E cos’è che ha detto? Foto? Improvvisamente mi sveglio e lo fisso con uno sguardo che avrebbe ridotto alle dimensioni di una formica un titano ma che ovviamente a lui non turba per nulla.
“Hai detto che mi hai fatto una foto?” domando sempre con un sibilo minaccioso e il mio sguardo si sposta sulla macchina fotografica che tiene nella mano destra.
“Si, è per ricattarti” dice con nonchalance lasciandomi priva di parole.
“Ricattarmi?”
“Si ho bisogno che vieni con me a fare una cosa periodicamente  e sono certo che senza ricatto non accetteresti” sempre con tranquillità mi spiega e poi si siede ai piedi del mio letto e mi mostra la macchina fotografica.
Osservo lo schermo e poi arrossisco e spalanco la bocca in preda all’orrore, mai avevo fatto una foto così brutta, mai nella mia vita.
Nell’anteprima ci sono io, o almeno quel mostro in teoria sono io, con i capelli sciolti e spettinati come una criniera di un leone maltrattato, la bocca aperta in un evidente accenno di protesta e gli occhi con solo la parte bianca della pupilla visibile. Insomma se al posto mio ci fosse stata una carcassa putrescente forse la foto sarebbe stata più carina, che mostruosità manca solo un rivolo di bava per completare l’opera.
Disgustata ma più agguerrita che mai torno a fissare Jason con la speranza che il potere del mio sguardo basti a stroncare la sua vita immediatamente.
“Cosa vuoi di preciso?”
“Devi venire con me a un corso di danza” dice guardando, finalmente, altrove.
“Prego? Non ho capito” se possibile i miei occhi stanno sporgendo ancora di più, se dopo oggi sarò deformata saprò con chi prendermela.
“Mi serve che vieni con me a un corso di danza, balli da sala, di coppia” mi torna a guardare ma spazientito, LUI si spazientisce, mi trattengo dal strangolarlo.
“Non me ne può fregare di meno della danza, vacci tu e non rompermi le balle, cancella quello schifo” rifiuto nel modo più chiaro e sgarbato che conosco.
“No, le altre mi romperebbero le balle con pretese tu invece non vuoi niente da me e quindi sei perfetta”
“Non me ne frega niente, vai solo”
“Non voglio solo, mi servi tu. Se non vieni stampo questa foto e la lancio nella tua sede dell’università” mi minaccia con un ghigno.
“Non lo faresti…”
“Ti assicuro che mi serve, lo faccio”
“Brutto stronzo di merda…. Io non so ballare! Che te ne fai di me?” urlo quasi esasperata.
“Non m’importa, mi servi lo stesso. Allora? Che si fa?” mi sorride scompigliandosi ancora i capelli.
“Io accetto ma te ne farò pentire e dopo voglio essere testimone mentre cancelli quella schifo di foto” lo minaccio.
“Va bene, grazie Ally” si alza, mi scombina i capelli (per quanto possibile) ed esce dalla stanza lasciando il mio relitto a letto.
Ma di preciso che cosa ho fatto nella mia precedente vita per non meritarmi la pace e la felicità? Forse ero un aguzzino o un dittatore…
Crollo sul letto e sospiro profondamente, l’occhio mi cade sulla sveglia sul comodino e quasi mi strozzo, le 6:30 quel decelebrato si è alzato all’alba solo per prendermi nel momento di massimo tramortimento… me la pagherà, non so come né quando ma me la pagherà, lo giuro su tutte le divinità esistenti e non.
Alle 7:00 decido di alzarmi e approfittare della mattinata per passare al corso, anche se non abbiamo lezioni obbligatorie, giusto per capire come sono combinati i miei colleghi, mando un sms a Nathalie nella speranza di incontrarla in sede.
 
Ciao Nathy! Stai andando al corso? Io penso di passare dato che mi sono svegliata molto presto a causa di quel demente.
Fammi sapere : *
 
Poso il cellulare e mi vado lavare facendo una bella doccia calda per distendere i muscoli. Fuori dalla stanza incontro Jason che sta per uscire, mi si avvicina , mi porge un bigliettino e  sorride sornione.
“Vieni a quest’indirizzo alle 16:00, ci vediamo direttamente lì”
“Stronzo, ok. Come devo vestirmi?”
“Come vuoi ma meglio comoda anche se penso tu possa indossare anche i tacchi visto che non credo si faccia streching. Ah, oggi ho invitato qualche amico qui se vuoi invita qualche amica” alza le spalle, mi fa un cenno di saluto con la mano e se ne va.
Scuoto la testa e lascio che l’acqua bollente e il mio bagnoschiuma profumato sciacquino via tutto il fastidio. Finita la doccia mi asciugo lentamente e disegno fiorellini sullo specchio coperto da un velo di vapore, i miei capelli dato che devono restare sciolti ancora per due giorni a causa della scommessa persa  li curo maggiormente e li asciugo con accuratezza e una volta finito faccio dei boccoli alla fine dei capelli, una volta completati vado in stanza e decido come vestirmi, non avendo idea di come si ci veste per una lezione di balli di coppia decido di ispirarmi a Grease o una roba simile, prendo dall’armadio una gonna azzurra che arriva a metà coscia, una camicetta senza maniche azzurra anche lei che si lega con un nodo in vita, ai capelli dietro applico un fiocco azzurro e il mio problema alla fine si rivelano le scarpe. Si usano i tacchi? Mentre rifletto mi metto i collant color carne e guardo il telefono, con mio sollievo trovo la risposta di Nathalie.
 
Ciao Ally! Se tu vai io vado, poi ci prendiamo un caffè però ;)
 
Sorrido e le rispondo subito.
 
Affare fatto, a tra poco :)
 
Dato che passerò dal corso decido di mettere delle scarpe blu con il tacco, indosso poi una giacca di jeans chiaro, preparo una borsa azzurra capiente dato che devo portarmi anche il libro d’appresso e una volta messi gli orecchini ed essermi truccata esco.
A volte penso di esagerare con la mia ossessione per i vestiti, mia zia mi ha sempre accusato di essere vanitosa ma non ho mai smesso di mettere così tanta cura nel vestire, per me è importante essere impeccabile e non solo intellettualmente parlando ma anche esteticamente. A prescindere da cosa si dice in giro la gente giudica le persone dalla “copertina” e io non voglio essere da meno neanche in questo tipo di aspettativa.
Una volta arrivata davanti alla mia sede aspetto Nathalie all’ingresso e noto che alcune persone, tre uomini per essere precisa, mi stanno fissando, li guardo per un nano secondo e poi distolgo lo sguardo a disagio.
“Di sicuro sai come non passare inosservata” mi prende in giro  una voce familiare alle mie spalle, mi volto sorridendo verso Nathy che mi abbraccia affettuosamente.
“Non ho niente di insolito” borbotto imbarazzata.
“A parte due belle cosce offerte gratis agli apprezzatori, che devi fare che ti sei messa così in tiro?” mi fa l’occhiolino e io assumo il colorito del petto del pettirosso, che poetessa sono.
“Ma nulla davvero, mi andava così” cerco di simulare indifferenza.
“Raccontala a chi ci crede sta cazzata, quindi?” incrocia le braccia al petto e mi guarda chiaramente in attesa. Al contrario di me Nathy indossa delle vans con la fantasia ad anguria,jeans scuri e una felpa rossa oversize, al solito i capelli corti sono spettinati in maniera sbarazzina, la differenza tra me e lei  è palpabile e quindi mi rendo conto che mentire non avrebbe senso, sono palesemente una persona che non deve fare la spesa dopo la lezione.
“Sono stata incastrata da Jason e oggi pomeriggio devo andare con lui in un posto” borbotto affranta mentre andiamo in aula.
“Incastrata come?” insiste lei non contenta della mia spiegazione poco approfondita.
“Corso di ballo” sbuffo.
“Come?” si ferma per guardarmi negli occhi e io cerco di farle capire con uno sguardo che è la verità, il messaggio probabilmente arriva perché scoppia a ridere, è la seconda persona che ride di me oggi forse non sono portata né per la scrittura né per fare l’avvocato, dovrei ponderare  l’opzione di fare il clown regalerei molti sorrisi.
“Come ha fatto a convincerti? senza offesa ma non mi sembri proprio una tipa da ballo” si ricompone ma alla fine della frase le scappa un altro risolino.
“Ha una foto compromettente” sibilo con rancore e lei mi guarda stupita.
“Non me l’aspettavo… voi due, cioè… avete?” boccheggia e mi guarda sconvolta, ci metto qualche secondo a capire il suo discorso e sgrano gli occhi.
“Oddio no! Hai capito male! Ha una foto mia che ha scattato sta mattina in cui sono venuta molto male perché presa di sorpresa, noi non…” lascio cadere la frase mentre per l’imbarazzo ho la sensazione che la testa mi stia fumando.
“Ah ecco… mi sembrava strano” ridacchia lei riprendendo a camminare.
“Grazie eh” dico offesa.
“No Ally dai non fraintendermi, non mi sembravi tipo da foto hot” mi da una spintarella amichevole.
“Ok, ti sei salvata in calcio d’angolo, ti perdono” ricambio la spintarella e rispondo con un tono fintamente altezzoso.
“Se impari bene il merengue poi insegnamelo” mi sfotte lei, le faccio una linguaccia mentre prendiamo posto nei nostri soliti banchi.
“Ah ah divertente, niente ti perdono lo stesso ma ti sei giocata un invito sta sera a casa mia, peggio per te” incrocio le braccia al petto e la guardo a mo’ di sfida.
“No, dai invitami!!” insiste lei.
“Ci penserò”
“Che stronza”
“Sarò magnanima te lo concedo ma solo per questa volta” cedo infine.
“Grazie sua maestà” ridacchia Nathy prima di concentrarsi sulla ripetizione di una mia compagna di corso a un altro mio compagno.
 
 
Finita la lezione io e Nathy ci prendiamo il nostro caffè e scherziamo sul professore e insultiamo alcuni nostri compagni di corso che sembrano avere sempre un continente di cacca sotto il naso, verso ora di pranzo lei se ne va per i conti suoi e io vado in un localino ,vicino la zona indicata dal bigliettino di Jason , per mangiare qualcosa di leggero; durante il pranzo continuo a studiare e poi alle 16 vado davanti l’ingresso della palestra  e trovo un felicissimo Jason ad accogliermi.
“Vedo che nel tuo vocabolario la parola comodità è stata cancellata” ride guardando i miei vestiti.
“Che ho di male?” dato che è la seconda persona che ci scherza su mi sembra giusto chiedere.
“Nulla, stai bene solo che magari questa gonna striminzita ti impedirà di fare tutti i movimenti bene”spiega paziente.
“Ne dubito, in Grease ballano con la gonna e nessuna sembra avere problemi” spiego saputella.
“Ti senti così capace da paragonarti a ballerine professioniste? Allora hai pantaloncini sotto almeno?” inarca un sopracciglio scettico.
Queste sue domande mi creano un forte senso di disagio, ha ragione nient’altro da aggiungere.
“Meglio lasciare stare” borbotto ed entro in palestra, ci dividiamo negli spogliatoi, lascio la borsa dentro un armadietto ed entro in sala.
Dentro ci sono per lo più coppie, qualche ragazza sola e l’istruttrice, ha lunghi capelli neri, la carnagione abbronzata, gli occhi scuri, un viso sensuale, alta, slanciata e un sedere messo in mostra da dei pantaloncini gialli attillati che gliene lasciano una buona porzione fuori. Indossano tutte i tacchi e la cosa mi rasserena, saluto timidamente. Dov’è quel deficiente quando serve?
“Una nuova iscritta? Benvenuta, io sono Shana, hai mai fatto ballo o danza?” dice lei sculettando sensualmente verso di me facendomi sentire sexy come un cactus.
“Emh no, veramente non credo di avere mai ballato neanche in camera mia sola” biascico a disagio.
“Vabbè le cosce sode ci sono, al resto penserà la musica! Hai un accompagnatore o sei sola?”
Sto per rispondere anche per farle notare che le mie cosce sode non sono sicuramente una cosa che mi renderà un’abile ballerina ma capisco che non ce n’è più bisogno quando lo sguardo dell’insegnante si fa indagatore e alcune donne si danno gomitate, non ho bisogno di girarmi e mi limito a indicare dietro di me svogliatamente per rispondere alla domanda sul mio accompagnatore.
Mi sento tipo il brutto anatroccolo in mezzo a questi due, anche con i tacchi sembro un pigmeo o un puffo calpestato, lui Adone sceso in terra per punirmi della mia vita passata (ormai ne sono sicura) e lei Afrodite venuta tra noi umani per fare vedere che non solo Jannifer Lopez ha l’esclusiva di avere un culo divino.
“Sono l’accompagnatore di questa ragazza, piacere di conoscervi mi chiamo Jason” si mette le mani in tasca facendo abbassare, casualmente (?), i suoi pantaloni mostrando così la sua splendida V pubica che tanto piace al genere femminile, io alzo gli occhi al cielo ormai abituata all’egocentrismo di questo essere umano a me vicino.
L’insegnante lo guarda come un gatto che ha appena visto il topo più succulento di tutti, scuote i capelli e sorride affabile e allunga una mano affusolata.
“Shana e queste sono le mie ragazze” indica le donne dietro che si sono avvicinate per presentarsi, incrocio lo sguardo dei loro accompagnatori contrariati e loro incrociano il mio, alzo gli occhi al cielo e loro sorridono. Che scene tristi.
Finiti le imbarazzanti presentazioni Shana ci fa sistemare noi donne davanti e gli uomini a un metro da noi dietro, prima tocca a noi, Shana mette una musica latino americana per scioglierci i muscoli, iniziamo a sciogliere il bacino.
Shana è sciolta come se non avesse ossa, muove il bacino in una maniera quasi ipnotica, subito noi donne proviamo a imitarla e avverto tutto l’abisso che mi divide da culo d’oro, non sono solo rigida come un pezzo di marmo ma il mio bacino è di legno, le altre noto sono pure in difficoltà, odio non sapere fare le cose.
Dopo vari tentativi, movimenti agili di gambe, ancheggiamenti di dubbia utilità e figuracce non sono più un solo un ciocco di legno ma la futura sposa di Pinocchio, ho scoperto di non avere una paresi e che i fianchi li posso muovere anche senza smuovere tutto il busto.  Shana si è avvicinata più volte a me per aiutarmi a sciogliermi, le altre ragazze mi guardano solidali dato che loro sono riuscite prima di me, alla fine però riesco (per modo dire) e tocca ai ragazzi.
Guardare da dietro Jason che muove in modo virile il bacino mi provoca una strana calura diffusa, i ragazzi si dimostrano paradossalmente più abili ad imparare e presto hanno assimilato la semplice coreografia d’inizio.
Ora ci dobbiamo unire al nostro partner, Jason mi prende per i fianchi e mi fa aderire completamente a lui, gli sistemo come un automa le braccia dietro il collo e quando siamo tutti pronti Shana fa partire la musica e iniziamo a provare a coordinarci,il ballo è così sensuale e fa strisciare così tanto le nostre intimità che a un certo punto inizia a incepparsi il  mio sistema nervoso e il mio self control, tra la musica e il bacino di Jason penso che sto per perdere ufficialmente il senno.
“Ally ma ti vuoi sciogliere? Sembra che sto ballando con una paralitica” mi sibila nell’orecchio il ballerino dell’anno.
“Scusami John Travolta se sto rovinando il tuo sogno di gloria nel campo della danza ma sai com’è mi stai strisciando addosso e non sono abituata a tutto questo strusciare” ribatto impulsivamente vittima di una crisi isterica incombente.
“Ti eccito?” dice ammiccante al mio orecchio e con questo manda a puttane tutto il mio auto controllo, tutti i passi che nella mia mente mi stavo ripetendo compulsivamente vengono rimossi,  avviene il reset e mi fermo completamente. Bloccata. Una statua.
“Aloe?” mi dice Jason, Shana si avvicina a noi.
“Qualche problema?” ci fissa perplessa.
“La mia amica è stanca” dice subito lui e questo suo atteggiamento mi riscuote dal torpore e lo fisso accigliata, manca poco e mi spinge con un calcio su una sedia nell’angolo della palestra.
“Sei stanca? Ti do il cambio?” si offre Shana fissandomi.
“Io no…” sto per dire ma Jason m’interrompe immediatamente.
“Si, grazie Shana, Aloe si stanca subito poverina,è cagionevole” mi fa un sorriso fasullo e mi da una spintarella (che quasi mi tramortisce) verso la sedia sopra nominata. Lo guardo indignata e gli do le spalle e me ne vado immediatamente, mi siedo con un broncio che quasi mi striscia per terra, io cagionevole? Ma vaffanculo.
Shana sculetta fino a Jason se lo spalma sopra e fa partire una nuova canzone, i due iniziano subito a fare la loro danza che però mi ricorda tanto la danza di corteggiamento di qualche uccello tropicale, Jason evidentemente sta usufruendo di tutte le sue conoscenze ballerine e sta cercando di essere il più provocante possibile, Shana dal canto suo invece si sta comportando come se fosse alla finale di X-factor, il risultato finale  è una specie di tornado di ormoni che sta per stroncarmi.
Stanno facendo così tanto spettacolo che le altre coppie, principianti, si fermano per evitare che gli arrivi qualche super pugno o calcio e si avvicinano a dove sono io alcune ragazze.
“Ma non sei gelosa di come sta ballando con il tuo ragazzo?” mi chiede una biondina.
“Non è il mio ragazzo” mi limito a dire incazzata per l’umiliazione che sto subendo per colpa di quel deficiente.
“Allora perché sei seccata?”
Non è una bella giornata se qualcuno non mi fa il terzo grado.
“Perché odio non sapere fare le cose e mi annoia essere umiliata da Shakira” dico chiaramente riferendomi alla mia istruttrice che sta calpestando tutta la poca autostima che avevo racimolato durante la lezione.
“Fa sempre così, è una brava insegnante ma è egocentrica e si comporta, spesso e volentieri, come una ragazza facile” aggiunge guardando contrariata la scena.
“Noto entrambe le cose che mi hai detto non so perché ma saltano all’occhio” dico ironica facendola ridere.
“Difficile effettivamente non notarlo” aggiunge.
“Hanno una manifesto luminoso sopra la testa che dice GUARDAMI GUARDAMI” rincaro la dose e dopo di che mi unisco anche io alla sua risata.
“Comunque fatti valere, anche se non è il tuo ragazzo magari poi cambi idea e Shana ti metterà i bastoni tra le ruote, fai attenzione” mi dice criptica prima di allontanarsi per andare a svegliare malamente il suo fidanzato che si è incantato sugli scattanti glutei della donna di fuoco che sgambetta in pista.
Alla fine di questo porno-musical amatoriale Jason si avvicina a me con un sorriso che va da un orecchio all’altro e mi da una pacca sulla spalla.
“Ottimo lavoro” dice compiaciuto, lo fisso per assicurarmi che la testa non è stata sostituita dal suo membro, e dopo aver costatato che è tutto nella norma gli rispondo.
“Mi prendi forse per il culo?”
“Siamo una bella squadra, non fare quella faccia Ally” dice dopo aver visto il mio sopracciglio sinistro scattare verso l’alto non appena ho sentito cosa ha da dire.
“A me sembra invece che sono stata umiliata pubblicamente e che l’unico che ha fatto un ottimo lavoro sei tu con Miss CuloSodo2014 lì infondo –indico con il mento l’insegnante intenta ad aiutare una ragazza con un passo di danza- io sono stata cacciata da te come un rifiuto tossico” rispondo acida.
“Ma no dai, vedrai che la prossima volta andrà meglio, non fare così” indifferente al mio malumore mi da un’altra pacca sulla spalla e mi sorride incoraggiante, sento le mani prudere, ho il serio bisogno di spaccargli la faccia.
“Prossima volta? Non credo ci sarà, vedo che ti sei messo subito a tuo agio e avrai comunque una compagna di ballo, cancella quella foto e lasciami in pace” cerco di essere il più chiara possibile e mi alzo per uscire dalla sala tanto mancano pochi minuti alla fine della lezione ma lui mi ferma.
“Gli accordi non erano questi, devi venire a più di una lezione te l’ho detto sta mattina” finalmente gli è scomparso il sorrisetto da quel bel visino appuro soddisfatta.
“Mi spieghi perché? Voglio un motivo sono certa non te ne freghi proprio niente della danza” non capisco il motivo di tanta insistenza, sono sicura ci sia qualcosa sotto ma non ho idea di che cosa sia, lo vedo farsi pensieroso.
“Non posso dirtelo per ora ma comunque è un’occasione per stare noi due insieme” si riscuote dai suoi pensieri e mi sfiora la guancia con il dorso della mano. La sua frase più il suo sorriso stanno per farmi cedere e credergli ma qualcosa mi dice che è una cavolata che usa per farmi stare buona, gli scosto immediatamente la mano.
“Non pensare di prendermi per fessa con queste smancerie, non provare neanche per un secondo ad abbindolarmi per farmi fare la brava. Non vuoi dirmi il motivo? Mi sta bene ma non provare a mentirmi e a prendermi in giro. Non sono come quelle cretinette che ti porti a letto, sarò pudica è vero, fredda come una lastra di ghiaccio e probabilmente ho le stesse esperienze amorose di un lemure neonato ma non mi faccio prendere in giro da nessuno” dico arrabbiata, se c’è una cosa che odio è essere presa in giro dalle persone, sono troppo intelligente per accettare di essere trattata per stupida.
“Scusami Aloe, mi dispiace… non voglio né usarti, né prenderti in giro né farti seccare. Il vero motivo di tutto questo non te lo posso dire, posso solo dirti che mi serve la tua presenza qui” vedo dal suo sguardo che non sta mentendo sta volta e annuisco.
“Bene allora va tutto bene, spero questa cosa si risolva presto perché odio fare questi schifo di balli” borbotto e gli faccio una sorta di sorriso pacifico per fargli capire che il peggio è passato, lui subito mi prende una mano lasciandomi stupita.
“Non l’ho chiesto a te solo perché eri l’unica che poteva andare bene perché conosco anche ragazze normali, l’ho chiesto a te perché comunque è vero che con te mi trovo bene e mi diverto sempre, due piccioni con una fava” sembra restio a dire questo genere di cose infatti noto che si sta mordicchiando l’interno della guancia, sorrido imbarazzata, gli stringo lievemente la mano e poi la sottraggo dalla sua presa.
“Basta effusioni o diventerò diabetica” scherzo e finalmente, nonostante Shana non ci abbia congedato, esco dalla sala.
Da sola negli spogliatoi mi poggio con le spalle alla parete e prendo dei grossi respiri per calmare il rossore alle guance, un sorrisino molesto si forma spontaneamente.
“Contenta eh?” ghignano i miei ormoni riscuotendomi dalla mia mielosa trance.
“Lasciatemi in pace, è solo perché non sono abituata” dico per difendermi.
“Si si, tutti così dicono, attenta che se continua così ti prendi una bella cotta… se non ce l’hai già” rispondono denigrando la mia risposta.
“Io cotta per quell’idiota? Ma fatemi il favore! Non succederà mai” esclamo.
“Come vuoi, non ti abbiamo avvisato” e mi lasciano sola con la mia pazzia, già vedo un nuovo titolo per una storia La donna che sussurrava agli ormoni tratto da una storia vera di ordinaria follia, racconto biografico.

Metto in un cantuccio della mia mente tutto l’allucinante discorso ed esco dallo spogliatoio per aspettare Jason fuori dalla palestra e poco dopo mi raggiunge.
“Oi, andiamo a casa?” sorride chiudendosi la cerniera della giacca dato che sta iniziando a piovere.
“Si, ci conviene accelerare se non vogliamo inzupparci” dico mentre cerco nella borsa l’ombrello.
“Si infatti, menomale che tu hai l’ombrello” dice mentre osserva il cielo da sotto la tettoia della palestra, sul pavimento iniziano a comparire le prime tracce di pioggia, nella mia borsa però non sembra esserci l’ombra del mio ombrello e poi mi viene in mente un ricordo che mi raggela.
“L’ho lasciato nell’altra borsa” sussurro contrita mentre un tuono in quel preciso istante rimbomba nel cielo, molto film dell’orrore o commedia di scarso livello.
“Stai scherzando? Dimmi che è così” mi guarda sconvolto, effettivamente da una persona come me ci si aspetta di trovare sempre l’ombrello nella borsetta ed infatti era stato sempre così fino ad ora.
“Non so come sia potuto succedere” dico con apatia fissando le gocce che aumentano a vista d’occhio.
“C’è poco da fare… corriamo” e come un flashback mi prende per un polso e mi trascina via, con i tacchi però la mia già inesistente agilità viene meno e quindi praticamente sto rallentando tutto, Jason si volta a guardarmi contrariato.
“Togliti le scarpe”
“Che schifo, assolutamente no!”
“Toglile o ci becchiamo l’uragano” questo sembra convincermi e a malincuore mi tolgo le scarpe e me le tengo nella mano che Jason non sta stringendo. Non mi era mai successa una cosa simile, la mia vita sta prendendo una piega assurda da quando mi sono trasferita e sembra che gli eventi avvengano senza che io possa scegliere se parteciparvi o meno. La cosa mi emoziona e mi scappa un grande sorriso nonostante sia fradicia ormai, Jason si volta a guardarmi e sorride anche lui.
“Sei proprio bassa… si può sapere che stai ridendo?”
“E’ la prima volta che mi succede una cosa simile” gli faccio una linguaccia per la battuta sulla mia altezza ma poi torno a sorridere.
Corriamo sotto una pioggia scrosciante per almeno 7 minuti, la fermata della metro tutto sommato è piuttosto vicina, ma sono sufficienti per inzupparci interamente, ho i piedi congelati e i capelli bagnati come dopo una doccia, Jason non è da meno, anche lui ha i capelli totalmente fradici e i vestiti inzuppati, l’unica differenza è che non è scalzo.
Appena vediamo la fermata avvicinarsi con un ultima accelerazione entriamo al coperto nella metro, per un secondo ci osserviamo e riprendiamo fiato,soprattutto io ne ho bisogno.
“Hai i collant bucati” dice lui osservandomi i piedi sporchi che escono dal collant mutilato, che visione spregevole, io la regina della perfezione ho i piedi di una monaca in pellegrinaggio.
“Corrici tu scalzo sotto la pioggia” ribatto per camuffare l’imbarazzo.
“Se me lo chiedevi ti prendevo in braccio” scherza lui.
“Ma anche no!” arrossisco io.
“Ti sarebbe piaciuto” ribatte lui.
“Non ne dubito ma riposati principe azzurro” dico ironica e lui alza un sopracciglio.
“Principe azzurro? Io?” ridacchia.
“Era per dire, non te la tirare ora” gli do una spintarella mentre mi strizzo i capelli assorta nei miei pensieri.
“Sai sei carina quando non fai la persona con un libro nel culo” dice prendendo tra le dita una ciocca di capelli sfuggita alla strizzata e giochicchiando pensoso.
“Sei un maestro dei complimenti vedo, potresti vincere un nobel” borbotto offesa, sarebbe stato un complimento da 40° corporei se non lo uccideva con quel continuo.
“E dai Ally leggi tra le righe ti sto dicendo che quando sei spontanea sei molto più carina” si concentra ancora di più sulla ciocca dei miei capelli e usa un tono più nervoso perché non ho capito subito cosa voleva dire.
“Grazie allora” tento di mascherare l’imbarazzo ma senza troppo successo, lui alza lo sguardo e per un po’ restiamo a fissarci, lui con in mano i miei capelli e delle piccole goccioline che gli scendono dai capelli e io fradicia nel midollo.
Istintivamente allungo una mano per asciugargli una gocciolina d’acqua che gli stava scendendo nella mascella e rabbrividisco per il contatto, il brivido mi fa scostare velocemente la mano.
“E’ tardi direi che è meglio tornare a casa, non voglio pigliarmi l’influenza a una settimana dall’esame” esclamo con un finto tono rilassato e lo supero in modo da impedirgli di vedere la mia espressione ebete.
“Si è meglio” biascica lui mentre mi raggiunge con due falcate.
 
Finalmente arriviamo a casa e siamo infreddoliti come due ghiaccioli, usciti dalla metro la pioggia era finita ma era stata rimpiazzata da un vento che ci aveva fatto congelare.
“Brrrrr che freddo, troppo freddo chi si fa prima la doccia?” dice Jason rabbrividendo mentre appende la giacca all’appendiabiti.
“Posso io per favore? Sarò velocissima solo che se mi ammalo la settimana prima dell’esame la mia vita è finita per sempre”
“Va bene, fai tu. Veloce però che ho freddo” e se ne va nella sua stanza tremando, io in vista della cena vado in camera a prendere una tuta rosa carina pur di non mettere il pigiama dato che dovrebbero venire persone a cena, di rimettermi in tiro però non se ne parla.
Non appena il getto dell’acqua calda mi colpisce mi scongelo e mi sento meglio, faccio veloce però, non voglio fare ammalare Jason.
Una volta in tuta dico a Jason che il bagno è libero e mi metto ad asciugarmi i capelli in salone, una volta finito mi guardo allo specchio e i miei capelli sono mossi e ribelli ma mi sento troppo stanca anche per piastrarli e opto per legarli in una coda alta, l’unica cosa che faccio per darmi un po’ di tono è truccarmi lievemente.
Poco dopo Jason esce dalla doccia in tuta anche lui e si avvicina al divano dove mi sono seduta per studiare un po’ nonostante la stanchezza.
“Ehi cosa sono quei capelli legati? Ancora i giorni non sono finiti, vedi di toglierti l’elastico subito” dice assottigliando gli occhi dopo essersi seduto accanto a me.
“Sono stata tutto il giorno con i capelli sciolti ora non ce li ho sistemati, ti prego lasciameli stare così” piagnucolo io, lui si allunga e mi toglie l’elastico, prima ancora che io possa fermarlo lo ha già lanciato in un angolo della stanza, sento i miei capelli gonfiare e mi poggio le mani sopra.
“Stronzo, sono orribile, ti prego lasciameli legare” dico imbarazzata, non voglio mi veda così.
Allunga entrambe le mani verso le mie che stanno cercando di contenere i capelli e me le sposta per farle posare sulle mie gambe, poggia le sue mani sui miei capelli e mi accarezza per poi riportarmi due ciocche ribelli dietro le orecchie, lo guardo sconvolta per questi gesti così delicati e lui incatena con un mezzo sorriso il suo sguardo al mio.
Rimaniamo per un po’ così a guardarci immersi nel silenzio della casa interrotto solo dai nostri respiri, i suoi occhi lentamente diventano padroni dei miei ed è come se non potessi guardare altro che non sia lui.
Lui si avvicina lentamente a me e dentro di me si scatena un allarme rosso, che faccio? Mi sposto? Mi sta baciando? Devo allontanarmi? Devo restare? Crisi nera e totale.
Nel frattempo le sue labbra sono sempre più vicine e sento le palpebre farsi pesanti è come se il mio corpo stia decidendo per me senza curarsi di cosa voglio o forse è proprio questo che voglio? Voglio risentire le sue labbra calde sulle mie?
Non riesco neanche a pensare lucidamente, lui è sempre più vicino e tutto del mio corpo dice di colmare quei pochi centimetri e di fottermene di tutti questi ragionamenti inutili.
Che faccio? Mi allontano o resto?
Resto.
Nel momento stesso in cui decido i miei occhi si chiudono e il mio corpo brama quel morbido contatto ma poi le sue labbra si poggiano sulla mia guancia molto vicino alla mia bocca e spalanco gli occhi. Davanti a me Jason si allontana lentamente con un sorrisino malizioso e divertito,  io invece rimango paralizzata.
Mi sento abbastanza umiliata, incavolata con me stessa per avere solo valutato di ri baciare questo stupido idiota. Mi riscuoto dalla mia morte celebrale e mi alzo di scatto prima di fare sfociare il mio disagio in una crisi isterica.
“Vado in camera a studiare, quando arrivano gli altri chiamami” mi alzo e faccio per andarmene.
“Ally? Ti sei seccata?” mi volto a guardarlo sperando che dal mio sguardo non trapeli nulla e vedo che mi sta squadrando con uno sguardo confuso.
“Seccata? Perché dovrei? Un bacetto sulla guancia non mi ha mai turbato non preoccuparti” ironizzo.
“Sicura?” fa per alzarsi ma lo blocco con una mano.
“Devo studiare Jason non ho tempo da perdere. Ti facevo più coraggioso, non mi aspettavo che un bacio in guancia turbasse te” ammicco e ci scherzo su, lui assottiglia lo sguardo per analizzarmi e io cerco di controllarmi il più possibile, non posso dargli la consapevolezza del mio cedimento di prima, non reggerei l’umiliazione.
“Come vuoi, allora quando arrivano ti chiamo, a dopo” alza le spalle e si accende la televisione per poi sistemarsi comodamente nel divano.
In stanza mi siedo con il fiatone sul letto e guardo davanti a me, cosa mi passa per la testa? Non succederà più che mi umilio così con lui, non posso farmi abbindolare come una stupida. Controllo, Aloe, controllo.
“Però ti sarebbe piaciuto baciarlo” dicono sibillini i miei ormoni.
“No…”
“Ancora bugie Aloe? Non sei stanca di mentire?” dicono con tono accusatorio.
“Ok, lo ammetto, mi sarebbe piaciuto baciarlo di nuovo” posso fare questo minimo sforzo di ammetterlo con me stessa.
“Bene, finalmente lo hai ammesso, è una fatica essere i tuoi ormoni. Sai qual è il prossimo passo dopo l’ammissione?” aggiungono con un tono malevolo.
“No… quale?” dico titubante.
“La vendetta. Noi adoriamo Jason ma questi giochetti non ci piacciono” dicono facendomi aprire un sorriso maligno sul volto.
“Come dovrei vendicarmi?”
“A questo dovresti pensare tu, noi siamo solo ormoni”
“Oh certo, quando vi conviene” borbotto.
“Noi ti diremmo di ripagarlo con la stessa moneta ma comunque la scelta è tua”
“Dite? Dargli la speranza di un bacio e poi cambiare rotta una volta che ci è cascato? Non male” non sono una grande seduttrice ma per vendetta posso anche studiare attentamente pur di riuscire e se c’è una cosa di cui sono certa è che non c’è niente che io non sappia fare una volta averci studiato su.
“Noi tifiamo per te Aloe” ridacchiano i miei ormoni e mi lascio andare a una risatina frivola, tanto ormai da quando ho superato la barriera della mia prigione mi sono avvicinata pericolosamente alla pazzia, probabilmente la libertà mi ha dato alla testa.
Attento a te Jason, chi la fa la aspetti.
Aloe non dimentica.



 
http://i57.tinypic.com/2m3mott.jpg  <--- Ed ecco il completo, a modo mio, ispirato a "Grease" escluse le scarpe, ovviamente u___u

Angolo dell'autrice:
Ciao a tutte (se ci sono ragazzi ciao anche a voi)!
Ed eccomi con il decimo capitolo, che fatica!
In questi giorni mi sembra che il tempo non basti mai per fare tutto quello che mi piace, scrivo a rate ma ho le idee abbastanza chiare grazie al cielo ahah xD
Alloraaaaa secondo voi per quale motivo Jason vuole a tutti i costi fare queste lezioni di ballo? Perchè ha bisogno di Aloe? è vero che lei gli sta simpatica ma addirittura ricattarla ? C'è qualcosa sotto sicuro,  si accettano scommesse (potreste essermi d'ispirazione tra l'altro)!

Poi il quasi bacio è stato una vera cattiveria Aloe tra il ballo e questo ha accumulato troppo, ce la farà a vendicarsi?
Lo scopriremo solo nella prossima puntata (coff, capitolo) u_u
Nel prossimo capitolo ci sarà anche la cena, care mie *_*9
Comunque grazie di cuore a chi ha aggiunto la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite, grazie anche a chi recensisce (anche un parere mi farebbe davvero piacere) e un grazie grande anche a tutte voi che leggete in silenzio. GRAZIE <3
Alla prossima settimana,
LittleSun

 
  
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