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Autore: Farawayx    07/04/2014    8 recensioni
E' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità?
Ma la domanda che continua a porsi Samantha Reyes è solo una: chi è realmente?
Le sue risposte sembra averle tutte una persona: Jonathan Christopher Morgenstern.
« Io non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un po' pronunciato, mi sento come l'angelo affascinato dal buio.»
Nel buio ho trovato il mio angelo.
Un angelo pieno di paura e di odio, pieno di rancore e di voglia di vivere.
Nel buio l'ho amato, l'ho cullato, abbiamo cantato e sognato.
Abbiamo riso e ci siamo amati intensamente.
Ma alla luce mi ha annientato.
E se qualcuno insegnasse ad amare ad un angelo oscuro?
Genere: Avventura, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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» Capitolo 15
                                 
«Tutto il sangue che ho versato per te, affoga l'amore che credevo di conoscere.» 





P
er quanto tentasse di aprire gli occhi, non ci riusciva. Anche quel gesto così intuitivo gli appariva come uno sforzo enorme. In bocca aveva il sapore metallico del sangue e una fitta di dolore gli attraversava la schiena. Cos’era successo?
A fatica Sebastian si sollevò aggrappandosi con forza al bordo del tavolo di legno, il suo sguardo vagò all’interno della stanza, sembrava un campo di battaglia, c’era del sangue ovunque. Anche sui suoi vestiti.
Ma chi avrebbe avuto quella forza per poter disarmare perfino lui? La testa gli faceva male e quando il suo sguardo individuò il corpo immobile di Shauna, mosse alcuni passi verso la ragazza portando due dita nell’incavo del collo. Il battito era debole ma regolare, era solo svenuta.
Un leggero senso di sollievo alleggerì il suo stomaco, ma poco dopo fu come se un mattone gli si piombasse di nuovo.
Sam.
Scattò con tutta la forza che aveva nel corpo e raggiunse velocemente lo studio, l’ultimo punto dove aveva lasciato la ragazza, e aprì la porta sperando con ogni cellula del suo corpo di trovarla lì.
Ma la stanza era vuota, non c’era nessuna traccia di lei, ogni oggetto era come lo aveva lasciato. Imprecò sotto voce, uscendo così da quella stanza e cercando così in un'altra, e poi un’altra ancora, e ancora, ancora. Lei non c’era, sperava di intravedere da qualche parte la sua chioma scura, però quella casa sembrava più deserta di quanto non lo fosse mai stato.
-E’ stato lui, l’ha portata con se.-
Sebastian si voltò, portando lo sguardo sul viso contuso di Shauna. La ragazza si reggeva a fatica contro lo stipite della porta, mentre con una mano premeva con forza contro il proprio fianco.
-Come fai a saperlo?- sibilò a denti stretti Sebastian.
-L’ho sentito. – Rispose lei.
-Eri cosciente e non hai fatto nulla?- scattò Sebastian.
-Cosa avrei potuto fare? Mi avrebbe uccisa!- esclamò la ragazza sulla difensiva.
-Sei una codarda. - rispose gelido lui.
-Meglio codarda ma viva, che coraggiosa e morta. - Ribatté Shauna.- E poi, per lei non lo avrei mai fatto. -
Sebastian restò in silenzio per alcuni instanti, per poi sollevare lo sguardo, puntando i suoi occhi in quelli di Shauna. –Niente di personale, ma in questo momento ti consiglierei di pesare bene le parole. -
-Ma cosa sei diventato. – Quasi urlò lei. –Nemmeno ti riconosco. -
Lui rise. – Non pensavo che potessi degenerare dall’essere un mostro. -
-E’ questo il punto, con lei non lo sei. -
Lui tenne lo sguardo su di lei per alcuni istanti, stringendo con forza le dita contro il pugnale d’osso appeso lungo la cintura.
La ragazza seguì i suoi movimenti e deglutì appena. –Vuoi uccidermi per aver ferito il tuo orgoglio da cattivone?-.
Sebastian scrollò le spalle. –In realtà se fossimo in altre circostanze, questo sarebbe il momento in cui io ti taglio la lingua. - fece una pausa sciogliendo la presa dal pugnale. –Ma visto che mi servi, rimandiamo questa piacevole prassi a più tardi.-





Magnus stava fissando la sua tazza, per quanto ci avesse provato non riusciva a localizzare quella maledetta ragazza. Era turbato. C’era qualcosa nell’aria, qualcosa di sbagliato.. qualcosa che non sapeva definire.
-Ehi.- La voce di Alec lo distolse dai suoi pensieri, costringendo a sollevare lo sguardo verso il viso del cacciatore.
- Ehi.- rispose a sua volta accennando un sorriso.
-Cosa ti preoccupa?- Gli chiese Alec, portando una mano sulle sue.
-Non riesco ad individuare Sam… è come se fosse.. –Le parole gli morirono in gola.
-Morta?- La voce di Jocelyn fece girare entrambi.
Magnus annuì lentamente.
-Non è possibile.- La donna si portò entrambe le mani sul viso. –Vuol dire che lui…-
-Non so come abbia fatto a trovarla…-Sussurrò Magnus.- ..Ma non avverto più la sua presenza vitale.-
-Sai cosa significa se lei è morta?- Scattò nervosamente Jocelyn, stringendo con forza i pugni intorno al tavolo.
-No, dimmelo tu, cosa significa?-
Tutti i presenti si voltarono in direzione della voce.
Quando gli occhi di Jocelyn incrociarono quelli scuri del ragazzo comparso nel mezzo della stanza, il suo cuore quasi perse un battito.  Sebastian.
-Tu cosa ci fai qui?!- Esclamò Alec stringendo con forza le dita contro un delle spade angeliche.
Lo sguardo Jace si era incupito. –A quanto pare ripetere tante volte la cosa che più si desidera, funziona. Stavo proprio dicendo a me stesso “ fare a pezzi il bastardo”. –
-Jonathan.-  Sussurrò Jocelyn.
-Non osare chiamarmi così.- Scattò Sebastian, per poi ricomporsi, scrutando con lo sguardo i presenti. – Vedo che ci siete tutti.. oh, manca Clary, strano Jace è qui quindi non sono dietro un albero ad appartarsi.-
-Non osare nemmeno nominarla.- Scattò il cacciatore.
- Non sono qui per combattervi.- Disse pigramente l’altro. –Prendetela come una piccola tregua.- aggiunse poi Sebastian, girandosi con il busto verso Magnus. –Qualcuno ha preso Sam, devi trovarla.-
-Non posso, l’ho già detto è come se fosse evaporata nel nulla. –rispose lo stregone.
-Ma come, il super demone ha bisogno del nostro aiuto per ritrovare Cenerentola.- commentò Jace.
-Guarda, di te farei volentieri a meno, preferirei che te ne stessi da qualche parte a fissarti nello specchio e a ripetere a te stesso quanto siano dannose le doppie punte.- Commentò Sebastian riportando lo sguardo su Magnus. –Credi sia..- indugiò alcuni istanti. -..morta?-
-Perché dovrebbe aiutarti? Noi ti vogliamo morto!- Intervenne Jace per l’ennesima volta.
-Ascoltami, fratello, oggi è stata una giornata pesante, se non vuoi che perda la calma e ti strappi il cuore con le mie stesse mani, per poi impacchettarlo e recapitarlo a Clary per il prossimo San Valentino, vattene nel tuo angolino e fammi il piacere di startene zitto.-
Jace fulminò con lo sguardo Sebastian e scattò in avanti tentando di colpire l’altro, ma qualcosa gli impedì di muoversi. Una mano era stretta lungo il suo braccio e lo tratteneva. Clary.
-Ma cosa stai facendo…- Disse lui sorpreso cercando gli occhi verdi lei.
- Ascoltiamolo. – Disse la ragazza con voce ferma, facendo poi un cenno verso il fratello.
-Ti ringrazio sorellina.- Commentò Sebastian, per poi tornare ad ignorare tutti, portando la sua attenzione sullo stregone. –Cosa sai che io non so?- chiese senza perdere la sfumatura minacciosa del suo tono di voce.
- Penso di sapere chi l’ha presa.- Rispose Magnus.
-Come fai a saperlo?-
- Lo sa perché è da lui che la proteggiamo da sempre. –Intervenne Jocelyn.
-Cosa ne sai tu?- Disse quasi con disgusto.
La donna si scambiò uno sguardo con Magnus e dopo che lui ebbe annuito parlò. – C’è un essere, un essere del quale non ci sono precedenti che le da la caccia da prima che nascesse.-
-Un uomo è riuscito a scovare la mia casa e l’ha portata via, è riuscito a sconfiggermi senza un minimo sforzo.- disse a denti stretti Sebastian.
- E’ lui Magnus? - Disse allarmata Jocelyn.
- Non ne ho idea, ma quello che so è che nessuno è più forte di tuo figlio. –Rispose lo stregone.
-Appunto.- Aggiunse il ragazzo.
- Sai descrivermelo?- disse poi Magnus.
Sebastian scosse la testa. –Non proprio.-
-Si chiama Matthew, era entrato da un po’ nel mio branco, come infiltrato suppongo, ma per anni aveva vissuto con Samantha restando sotto sembianze di un cane.-  Intervenne una voce femminile.
-E lei chi è?- Commentò velocemente Simon.
-Sono Shauna.- Rispose la ragazza.
-Non pensavo che Sebastian avesse delle amiche.- Ribatté il vampiro.
-Infatti non ne ha.- concluse Shauna avvicinandosi al tavolo.
- Matt?- Chiese allarmato Magnus.- Sono stato io ad aiutarlo con un incantesimo per poter sembrare un cane agli occhi umani e tenere sotto controllo la ragazza. Mi ha ingannato.-
-Ha ingannato tutti.- Disse velocemente Shauna.
-Che cos’è esattamente, un licantropo?- Chiese Sebastian. –Non ne ho mai incontrati di così forti.
-Non esattamente.- sussurrò Jocelyn. –E’ un ibrido.-
Tutti gli sguardi si puntarono sul volto della donna. – In realtà non so nemmeno se ibrido sia la definizione giusta. Lui non è solo un licantropo ma nel suo DNA ha i geni di ben cinque razze differenti. –
-E’ come un mostro di Frankenstein dei giorni nostri?- Commentò Simon.
-Più o meno.- Sospirò la donna. –E’ un lupo ma anche un vampiro. Ma non finisce qui, il suo sangue è sia angelico che demoniaco e può utilizzare la magia.-
-Non capisco.- Sussurrò Alec. –I cacciatori che sono infetti dalla licantropia perdono il loro lato angelico, guarda Luke…-
-Non per lui, è protetto da un sortilegio, ma le streghe per ridurne la forza ne hanno vincolato la grandezza ad una prassi. Più uccide e più diventa forte. – Concluse la donna, mordendosi l’interno della guancia.
-Come fai a sapere tutte queste cose?- Chiese Sebastian a voce bassa stringendo gli occhi.
- Fratello Zachariah, sono stata io a consigliargli di rivolgersi a Magnus Bane per la protezione della bambina, anni fa. –
-Perché ha preso Sam, cosa vuole da lei?-
-Ucciderla.- sussurrò Jocelyn. –Se la uccidesse potrebbe incorporare tutto il potere della ragazza, e a quel punto, per noi tutti sarebbe la fine.-
- Cos’è esattamente lei?- Sibilò Sebastian.
-Ho giurato di portarmi questo segreto nella tomba. –
-Parla se non vuoi finirci al più presto in una tomba.-
-Basta!- Esclamò Clary frapponendosi tra il fratello e la madre. –Hai detto che vuoi una tregua, bene venendo qui a minacciare tutti non otterrai un granché. Nessuno vuole che questo essere diventi più forte, quindi abbiamo un obbiettivo comune.-
- Va bene, io voglio solo la ragazza, dell’ibrido potete farne quel che volete. – Disse Sebastian gelido.
-Perché ti interessa tanto?- Chiese sinceramente curioso Simon.
Sebastian girò la testa, in modo da portare gli occhi sul viso del vampiro, che non appena incrociò lo sguardo del cacciatore si pentì di aver aperto bocca.
-Non mi interessa niente di voi, quando questa cosa sarà finita vi distruggerò in un battito di ciglia. –
- Tu si che sai creare un rapporto basato sulla fiducia. – Borbottò Simon.
-Solo un'altra cosa.- Magnus si sollevò dalla sedia, portandosi di fronte al ragazzo. – Devi evocare Lilith.-
-Per quale assurdo motivo dovrei evocare mia madre, per tua richiesta?- Rispose Sebastian, calcando con la voce la parola madre mentre con lo sguardo puntava sul viso di Jocelyn.
- Perché tu sei l’unico che può farlo senza conseguenze e lei può dirci che arma possiamo usare per sconfiggere l’ibrido.-
Sebastian restò fermo per alcuni istanti, per poi sollevare una mano e scostando con essa una ciocca di capelli dagli occhi. –Va bene, stregone.-






Non appena Magnus ebbe terminato di tracciare il pentagramma, si allontanò, facendo spazio a Sebastian. Il ragazzo mosse alcuni passi verso di esso, chinandosi appena poggiando un dito sul pavimento, per iniziare a recitare. –Abyssum invoco. Lilith mater mea, invoco.
Sotto lo sguardo di tutti i presenti a poco a poco le fiamme si scurirono.
-Lilith.- cantilenò Sebastian. –Come tu mi evocato, ora io evoco te. Come tu mi avevi dato la vita, ora io la do a te.-
Un vento gelido attraversò la stanza, e, ora davanti a tutti i presenti c’era Lilith, alta la metà di un normale essere umano, completamente nuda ma coi capelli neri che le ricadevano a cascata fino alle caviglie. Aveva il corpo grigio come cenere, percorso da linee nere simili a lava vulcanica. Rivolse gli occhi a Sebastian, ed erano serpenti color carbone che si contorcevano.
-Figlio mio.- Sussurrò.
A dispetto delle aspettative Sebastian si irrigidì. –Madre, ti ho evocata perché ho bisogno del tuo aiuto. –
Lilith osservò i presenti nella stanza e non appena i suoi occhi si posarono su Simon, il suo sguardo si incupì. –Lo noto, figliolo. Dimmi pure.-
-C’è una creatura, una creatura potente che minaccia la mia leadership. Devo sbarazzarmene madre, ma non so come. Nessuna arma da noi conosciuta può ucciderla.- Disse.
- Stai chiedendo a tua madre un’arma per uccidere l’ibrido?- chiese lei.
Sebastian annuì, mentre il resto dei presenti iniziavano a scambiarsi dei sguardi carichi d’ansia.
-Basterà immergere una spada nel sangue di Fáfnir, questo la renderà invulnerabile e potrai  sconfiggere l’ibrido, figliolo.-
Sebastian sollevò l’angolo delle labbra.- Ti ringrazio madre, sai dove possiamo trovare questo essere?-
Lilith, lo guardò per alcuni istanti, stirando le labbra in un sorriso sghembo. –In questo potrà aiutarti il tuo stregone. – Sibilò Lilith. – Solo una cosa figliolo.- la donna fece una pausa. -Se vuoi sapere dov'è il tuo cuore, osserva la tua mente quando vaga ... Non lasciare che il rumore delle opinioni altrui offuschi la tua voce.-
Sebastian la guardò confuso, scostandosi nervosamente alcune ciocche di capelli chiari dal viso. –Non capisco madre.-
- Io invece credo di sì. A presto, figlio mio.- Il fuoco le lambì il corpo e lei si proiettò in aria, esplodendo in particelle di luce che si smorzarono come i tizzoni di un focolare quasi spento.
Quando furono quasi spenti, Sebastian diede un calcio al pentagramma, spezzandone il contorno, e sollevò la testa. –Bene, ora vedi di fare il tuo dovere, stregone. –




-Puoi stare qui nel mentre. – Magnus aprì una porta che dava su una normale camera da letto, la stanza era luminosa e aveva un bagno adiacente alla porta.
Sebastian osservò silenzio la stanza. –Per quanto possa servirmi.-
-Smettila di fare così, lo sai, hai bisogno di me per trovarla, quindi comportati bene.- Disse lo stregone. –Non pensare che a me piaccia aver per casa un ricercato che muore dalla voglia di far fuori la razza del mio ragazzo.-
-Beh, questo potrebbe essere non del tutto corretto.-
-Non mi importa.- Tagliò corto Magnus, dando le spalle al ragazzo.
-Aspetta.- lo richiamò Sebastian.
-La stanza che aveva lei è quella in fondo al corridoio sulla destra.- disse lo stregone con tranquillità.
-Scusa?-
Lui si voltò lanciando a Sebastian uno sguardo complice, per poi uscire e lasciare il ragazzo da solo.
Il cacciatore apprezzò di essere per la prima volta solo con se stesso, ne aveva bisogno. Si avvicinò ad uno dei cassetti dai quali estrasse una camicia nera e la depose sul letto, aveva ancora addosso gli abiti incrostati del suo stesso sangue, e voleva liberarsene.
Sfilò velocemente la maglia, voltandosi appena verso lo specchio dove incrociò la propria immagine. Fissò i propri occhi per alcuni istanti, erano neri, come la notte e freddi come il ghiaccio. Sollevò una mano e colpì il proprio riflesso con tutta la forza che aveva in essa, creando tante piccole crepe, fino a frantumare del tutto il vetro deformando l’immagine riflessa.
-Cosa stai facendo?-
Sebastian voltò il viso incontrando lo sguardo di sua sorella. Ritirò la mano chiazzata da macchie di sangue, ricoprendo con l’altra.
-Siete sempre così appiccicosi?-
Clary respirò profondamente muovendo alcuni passi. –Voglio che tu sia sincero, ho imparato a non fidarmi di te.- Fece una pausa. –Perché ti dai tanto da fare per cercare una ragazza?-
Sebastian la osservò per alcuni istanti, per poi fare una smorfia. -Non credo siano affari tuoi, sorellina.-
A quelle parole Clary trasalì e Sebastian distese le labbra in un mezzo sorrisetto, come compiaciuto da quella reazione. – Mi ha salvato una volta e non mi piace essere in debito con le persone.-
-Oh, certamente. – Rispose lei.
-Puoi portare il tuo sedere e il tuo scetticismo fuori di qui?- Concluse lui, avvicinandosi alla camicia e infilandosela.
Senza aggiungere altro Clary uscì dalla stanza.

Quando si accertò che il rumore all’esterno fosse cessato, Sebastian si sollevò dal letto e aprì lentamente la porta della propria stanza, odiava tutta questa situazione. Dover dipendere da quello stregone, aveva resistito a fatica ai suoi impulsi di spezzare il collo al Jace solo per tenerseli buoni. Doveva trovarla, non poteva lasciare che quell’essere prendesse il controllo su Sam.
Percorse lentamente il corridoio arrivando così all’ultima stanza e aprì la porta, infilandosi silenziosamente al suo interno.
Tutto era esattamente come lo ricordava, era lì che l’aveva vista la prima volta. Fu tentato di chiudere gli occhi, ma non poteva, non poteva cedere a delle emozioni di cui non sapeva nemmeno di poter provare.
Voltò appena il viso, intravedendo dei vestiti gettati in un lato, erano ricoperti di sangue. Dovevano essere di Sam, forse del giorno in cui Magnus l’aveva portata lì.
Strappò un pezzo di stoffa e se lo strinse intono al polso come un bracciale.
L’avrebbe ritrovata.
L’avrebbe salvata.
Era una promessa.











NOTE D’AUTRICE 
Lo so, dopo il mio ultimo avviso non vi aspettavate di certo un nuovo capitolo e invece... Ho avuto un pochetto di tempo libero, aggiunto ad una voglia matta di poter continuare questa storia ed eccomi di nuovo qua!  
Spero che questo capitolo vi piaccia e che la mia fantiasia non sia andata troppo oltre!
Ricordatevi sempre che il mio cuore è di Sebastian, ahaha!
Nada, grazie per essere ancora qui e spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Un bacio enorme, <3.

p.s.
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Credits
: Per la barra prima delle note a : yingsu
   
 
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