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Autore: peluche    09/04/2014    3 recensioni
Il ghiaccio ha bisogno del fuoco per abbandonare il suo stato di paralisi,
il fuoco ha bisogno dell'acqua per placare le sue fiamme imponenti.
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«Hannah! - disse a un tratto Aria – Quello non è..» prima che potesse finire la frase,un tizio ci passò accanto,scioccato quanto noi.
«Harry Styles ci degna nuovamente della sua presenza,quale onore.» I brividi. Lo fissai nel suo giubbotto di pelle,nei suoi riccioli scomposti e sulla sua moto nera petrolio. Il tizio che qualche minuto prima ci era passato accanto era Zayn Malik. Zayn Malik,il ragazzo più inaffidabile su questo pianeta,dopo Harry Styles,ovviamente.
«Non era finito in riformatorio?» Mi sussurrò Aria.
«Si, - risposi io in una specie di trance – infatti.» Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso. Zayn gli si avvcinò e si diedero un affettuoso abbraccio. Il duo-idioti era tornato. Non poteva rimanere lì dov'era? Perchè dopo cinque anni in riformatorio aveva deciso di rimettere piede qui? Perchè era tornato nella sua vecchia scuola?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ice on fire

capitolo 9

 

 

«..e ricordi quella volta che hai costretto me e Louis a vestirci da donna?» continuò Liam.
«Era per una buona causa! - mi giustificai – Mi servivano altre due superchicche!»
Liam mi aveva portata a mangiare una pizza da Pizza's Planet e per tutta la sera avevamo ripescato episodi del passato che raccontavano le avventure che avevamo avuto da piccoli. Dovevo ammettere che stavo passando davvero una bella serata ed era da tanto che non mi succedeva. Mi ero sempre trovata bene con Liam ma l'avevo visto sempre e solo come un amico, quasi come un fratello, e adesso trovarmelo a un appuntamento.. mi sembrava molto strano.
«E' il sogno di tutti i ragazzi mettere un gonnellino e farsi colorare i capelli di verde.» pensò, addentando l'ultimo pezzo di pizza.
«Eravate un'amore!» dissi io.
Il mio piatto era già vuoto da un po'. Liam sapeva quanto amavo la pizza in quel posto e ogni volta che avevo l'occasione di andarci, era come se tornassi la piccola Hannah cicciottella e mangiona di un tempo.
Parlammo di tutto.
Ordinammo anche una seconda pizza.
Il tempo passò velocemente.
«Che ti è successo per ora?» Mi chiese a un tratto.
«In che senso?»
«E' come se fossi sparita, non ti si vede più in giro.»
Aveva ragione.
Il fatto è che trascorrevo la maggior parte del tempo ad aiutare Adele. Mi piaceva trascorrere il tempo con lei, visto che a casa mia era quasi sempre vuota. Avevo messo da parte anche l'organizzazione del ballo, permettendo a Melissa di organizzare, chiedendo sempre la mia approvazione, i preparativi. Dedicavo poco tempo anche ad Aria.
Non sapeva niente delle mie visite a casa Styles. Nessuno ne era a conoscenza.
«Sono stata molto impegnata.» Risposi, mentre mi stringevo nelle spalle.
Avevamo intrapreso la strada del ritorno e il freddo iniziava a farsi sentire.
«Piccola donna di mondo, - scherzò – sono sicuro che riuscirai in tante cose nella vita.»
«A meno che Melissa non cerchi di superarmi anche lì.» risi.
«Tutta la scuola sa che sei la migliore nell'organizzazione del ballo e a proposito, - prese un respiro – pensavo che potessimo andarci insieme, da amici insomma.»
Il suo imbarazzo mi fece sorridere. Liam era stato sempre impacciato con le ragazze, a differenza di Harry. Ma apprezzavo questo suo lato.
«Non hai qualche bellissima cheerleader da invitare?»
«Oh no, - arrivammo alla porta di casa – ho smesso.»
Aveva avuto una fidanzata qualche anno fa. Bertha Mason.
Era caposquadra delle cheerleader, rossiccia, piccole lentiggini sul naso.. Apparentemente poteva sembrare una ragazza davvero adorabile. Ho detto apparentemente.
Fu mandata in collegio per aver bruciato i capelli a una studentessa, tra le tante cose.
«Ne sono felice, - pensai a una risposta da dare – quindi vorresti venirci con me da.. amici?»
«Certo!» Urlò quasi. Vidi le sue guance andare a fuoco e come era di solito fare quando era imbarazzato, portò un braccio dietro la testa.
«Allora va bene, andremo al ballo insieme.. da amici.» Ripetei.
«Perfetto! - lo vidi indietreggiare e inciampare nell'ultimo scalino, per poi riprendere a camminare – Buonanotte Hannah.»
«Buonanotte Liam.» Risi ancora per la scena e lo guardai andare verso la macchina.

 

«Dove stai andando?» Mi chiese improvvisamente Louis, precipitandosi nella mia stanza.
«Da Aria, - dissi velocemente – come sempre.»
«Vorrei venire anche io..»
Mi bloccai, guardandolo confusa.
«Da Aria?»
«No Hannah, - rispose – vorrei accompagnarti a casa di Harry.»
Rabbrividii.
Non era una novità che mio fratello fosse intelligente. Ero riuscita a mentire a mia madre e a mio padre per settimane, e nessuno dei due sospettavo di nulla.
«Cosa ti fa pensare che vada da Harry?»
«Credi che sia idiota come mamma e papà?»
Beccata.
Fui costretta a dirgli tutto. Sulle mie visite a casa Styles, sulla malattia di Adele. Louis ascoltò tutto con attenzione, annuendo. Facendo qualche smorfia a volte, ma non cambiò la sua decisione. Uscimmo insieme da casa e arrivammo in poco nella casa di fronte.
«Sei ancora sicuro vero?» Gli chiesi, poco prima di bussare.
«Per la quarta volta, - sbuffò – si Hannah.»
Quando ne fui convinta, bussai e dopo qualche secondo Harry aprì la porta.
«Ehi..» disse.
Rimase a fissare imbambolato Louis.
«Ciao Harry, - disse mio fratello – possiamo parlare un attimo?»
«Io raggiungo Adele, - dissi entrando – a dopo.»
Li lasciai da soli e Harry chiuse la porta alle sue spalle. Rimasi per un po' a guardarli dalla finestra, fin quando Adele attirò la mia attenzione.
«Tesoro, - disse debolmente – non ti ho sentita.»
Era peggiorata negli ultimi giorni. Era sempre più stanca, dormiva per giornate intere e a volte Harry era terrorizzato al pensiero che non si svegliasse più. I blackout erano aumentati e ormai passava la maggior parte del tempo seduta in poltrona o a letto.
«Credo che Louis e Harry stiano facendo la pace.» mi avvicinai, sorridendo.
«Ero sicura che la facessero, - mi sorrise con fatica e mi sfiorò una guancia – ho una cosa per te.»
«Cosa?»
«Lì.. c'è una cassetta.» Mi indicò una videocassetta con le ultime forze che aveva.
Mi allungai per prenderla e sull'etichetta lessi “Matrimonio Hannah e Harry”.
«Adele, - dissi – che significa 'matrimonio'?» Ma quando mi voltai Adele si era già addormentata.
Sorrisi a vederla ma poi tornai a fissare perplessa la videocassetta. Senza pensarci più di tanto inserii la videocassetta nel videoregistratore e attesi. All'inizio lo schermo era nero, tanto che pensai che dopo tanti anni si fosse rotta, ma poi..
Siete pronti? La figura di mio padre apparse sullo schermo. Era in un giardino, forse il nostro, e teneva in mano un grosso libro.
Eccomi papà! L'immagine era fin troppo movimentata, forse Louis ne era il responsabile. Puntò la videocamera su una bambina bionda, con un vestitino bianco. Ero io.
Come sta lo sposo? La voce di mio fratello risuonò nella stanza e l'immagine cambiò, puntando su un ragazzino riccio, in smoking.
Ora ricordavo.
Io avevo 6 anni e lui 9.
Ci eravamo sposati in un sabato pomeriggio, con il sole che illuminava il quartiere, con mio padre prete, Max vicino a Harry come testimone.. Mia mamma aveva preparato un delizioso banchetto e Adele era indaffarata nel sistemarsi la coroncina di fiori che mi aveva gentilmente aiutato a fare. Come era bello. Come era tutto tranquillo e.. sereno.
«Hannah..» sentii Adele sussurrare.
«Si?»
«Lui.. è un bravo ragazzo..» mi disse.
«Lo so Adele.»
«Lui.. non è colpa sua.» continuò.
«Che vuol dire non è colpa sua?» Chiesi.
Adele cercò di parlare, di dirmi qualcosa, ma poi riconobbi quell'espressione e capii che ormai aveva già dimenticato cosa mi aveva detto.
«Cosa cara?» mi chiese, poco dopo.
«Niente..» risposi, delusa.
La aiutai a salire sopra e sistemarsi a letto, e quando tornai di sotto Harry entrò dalla porta.
«Come è andata?» Chiesi.
«Siamo sulla buona strada.» mi rispose lui, sorridendo.
«Tua mamma sta riposando, ho pensato che potremmo..»
«In realtà ho un appuntamento, - mi bloccò – e tu mi accompagnerai.»
«Che appuntamento?»
«Vedrai, - mi disse sorridendo – ti piacerà.»


Avevamo preso la moto.
Come sempre c'era freddo, ma cercai di non farci caso.
Ci mettemmo un po' e solo all'ultimo mi resi conto di essere sul ponte di Bristol.
Vidi Zayn e tutti gli altri fermi ai bordi della ringhiera che ci aspettavano.
«Ce l'avete fatta.» esordì Zayn.
«Chi è stato il primo?» Chiese Harry.
Scesi dalla moto slacciandomi il casco e scrutai la situazione. A terra c'erano delle corde, dei grossi ganci e una sorta di imbracatura.
«Nessuno ancora ha avuto il coraggio, - continuò Zayn – aspettavano tutti te.»
Osservai gli sguardi incerti dei ragazzi e mi ci volle un attimo per capire.
«Un momento, - dissi – avete intenzione di buttarvi con quello?» indicai il grosso elastico che penzolava giù dal ponte.
«Ci butteremo.» mi corresse Harry.
«Io non ho nessuna intenzione di buttarmi giù!» protestai.
«Cosa c'è la biondina ha paura?» mi prese in giro Niall.
Rabbrividii a quel 'biondina', ricordando la notte della festa.
«Niall, - intervenne Zayn – sta' zitto.»
Da quando Zayn mi aveva salvata da quell'uomo era diventato più gentile con me, o comunque non passavo più il suo tempo a prendermi in giro.
«Hannah non è pericoloso ed è divertentissimo.» mi incoraggiò Harry.
«Partendo dal presupposto che soffro di vertigini, - dissi sicura – non farò mai una pazzia del genere.»
«Hannah, - Harry mi si piazzò davanti – ti fidi di me? Ci butteremo insieme.»
Non so cosa successe.
Saranno stati i suoi occhi, il suo tono confortante, le sue parole.. mi ritrovai oltre la ringhiera, legate con centinai di moschettoni ad Harry. Stavamo uno di fronte l'altro e aspettavamo il momento per lanciarci.
«Dimmi quando sei pronta.» mi disse.
«Non so se lo sarò mai.» guardai giù.
Mi venne subito un capogiro e Harry mi strinse.
«Hannah devi stringerti a me, capito?»
Harry mi strinse con entrambe le braccia e i nostri nasi quasi si sfiorarono. Il cuore andava a mille, non so se per via della fifa o per lui.
«Ok, - dissi chiudendo gli occhi e tenendolo dalla maglia – vai!»
Harry contò fino a tre e in un attimo sentii il vuoto. Il cuore mi salì in gola e urlai a più non posso. Non erano solo urla di paura, c'era spazio anche per le risate, urla di gioia.
Ce l'avevamo fatta.
Appena arrivati già in fondo al lago, Harry sfiorò la superficie dell'acqua e l'elastico ci riportò su. Penzolavamo a testa in giù e non riuscivo a smettere di ridere.
«Tutto bene?» mi chiese lui.
«Benissimo.»
Lo guardai negli occhi. Anche a testa in giù era bellissimo. Mi venne la pelle d'oca a guardarlo e appoggiai la testa sulla sua fronte. Sfiorai il suo naso con il mio e sentii le sue mani stringermi al suo petto. Eravamo vicini, fin troppo. Le nostre labbra quasi si sfiorarono ma improvvisamente lui creò la distanza, portando la testa indietro.
«Qualcosa non va?» chiesi.
Mi accarezzò una guancia con la mano e fece dei piccoli cerchi sullo zigomo con il polpastrello. Sentivo le altre dita dietro il collo e non capivo perchè non si avvicinava.
«Ehi piccioncini, - gridò Zayn da sopra – dovreste sganciarvi.»
«Cosa?» Chiesi allarmata.
Ma prima che Harry potesse rispondermi, sganciò il moschettone ai nostri piedi e ci lasciò cadere con un tonfo in acqua. Ci recuperarono con un motoscafo, ci riscaldammo con una coperta abbastanza pesante e quando fummo abbastanza asciutti tornammo a casa. Harry mi si fermò davanti al suo garage, i riccioli ancora bagnati appiccicati sulla fronte.
«Dovremo rifarlo.» dissi.
«Vorresti davvero rifarlo?» mi chiese.
«Se ci sarai sempre tu a tenermi, si.» arrossii.
Harry sorrise e poi diventò serio. Guardò velocemente l'orologio.
«Ho.. una cosa da fare.» disse velocemente.
«Cosa?»
«Una cosa, - tagliò il discorso – ci vediamo domani?»
«Domani non posso, - mi tolsi il casco – vado al ballo della scuola con Liam.»
Rimase per un po' a guardarsi le scarpe.
«Con Liam?»
«Si sai, - dissi – so che queste cose non fanno per te ed era inutile chiedertelo.»
«Hai ragione, - alzò lo sguardo – se me l'avessi chiesto non sarei venuto. - Montò nuovamente sulla moto – Ci vediamo.»
Lo guardai andare via e cercai di pensare ai possibili posti in cui potesse andare. Stava andando a comprare stupefacenti? Erba?
Non è colpa sua..”
Le parole di Adele mi risuonarono nella mente. Cosa voleva dire? Cosa era successo? Divertente. L'unica persona che poteva rispondere a queste domande, dimenticava le cose. Avrei potuto provare a chiederglielo, non so con quali risultati.
Mi incamminai verso casa, rabbrividendo. Avevo ancora i capelli umidi e la testa congelata. Quando arrivai alla porta sentii un rumore alle mie spalle e mi voltai di scatto. Guardai i cespugli, gli alberi. Non c'era nessuno.
«Hannah? - Louis aprì la porta – Tutto bene?»
«Si, - risposi – mi era solo sembrato di aver sentito qualcosa.»

 

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Buonasera a tutti :)
Era da un po' che non scrivevo un mio personale commento. Che dire, sono felice che ancora oggi molta gente continua a farmi i complimenti per 'Amici di letto'. Non pensavo che la mia storia potesse avere così tanto successo. Grazie di cuore.
Spero che questa storia venga apprezzata allo stesso modo, visto che come quella precedente, ci sono molto affezionata :)
Spero di non deludervi e di potervi regalare tante emozioni.
Un bacione!

 
  
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