Era passata esattamente una settimana da
quando
Hermione aveva avuto l'onore di posare le sue labbra su quelle di
Ron. E per Ron, era passata una settimana da quando aveva varcato
finalmente il confine che si era creato negli anni tra loro due. Una
settimana, per Hermione, da quando aveva seguito per filo e per segno
una spiegazione delle lezioni e una settimana per Ron, da quando si
era preoccupato di qualcos'altro che non riguardasse quanto Hermione
fosse stupenda, Infine una settimana che nessuno dei due poteva
passare per i corridoi senza che le persone li aditassero, dicendo
"Quella lì, la bruna, sta con il
portiere del
Grifondoro, quello con i muscoli e i capelli rosso fuoco!"
"Quello è Ron Weasley, quello del
Grifondoro!
Dicono che stia insieme alla Granger!"
La parte divertente era che loro non stavano
insieme,
si erano solo baciati. Era stato un bacio magico, come se fosse stata
sotto l'effetto dell'amortensia. Poteva sentire gli stessi odori
della pozione, e forse, significava qualcosa. Ma evidentemente non
significava lo stesso per lui. Tutto questo perchè lui non
aveva
lasciato Lavanda o meglio, non aveva parlato con Hermione. Parlare e
discutere di quel bacio era tanto fondamentale quanto difficile. Non
potevano andare avavnti a sguardi imbarazzati come due quattordicenni
rincretiniti. Era arrivato il momento di dare un nome a ciò
che
erano diventati, perchè ormai, amici non più era
la definizione
adeguata.
Quella sera, precisamente verso le 10, il
corridoio del
quarto piano era deserto, ed incuteva una certa paura. Almeno, solo
per una povera ragazza già terribilmente in ansia, quel
corridoio
risultava pauroso. Hermione percorreva quel corridoio che l'avrebbe
portata alla fine o l'inizio del suoi sogni. Sembrava quasi che il
gelo che sentiva dentro il suo cuore si fosse trasferito anche
nell'aria, cosìchè la sua giacchetta non bastava
più a risardarla.
Era sicura che avrebbe trovato il ragazzo
lì in quel
corridoio, visto che si era beccato una punizione per via della sua
adorabile ragazza con un voglia irrefrenabile di rimanergli
appiccicata come la colla.
Li avevano beccati mentre si
sbaciucchiavano allegramente all'una di notte nella Sala
Professori.
Oltre a farle un male incredibile, Hermione non riusciva a capire
perchè mai fossero stati così idioti da scegliere
un luogo simile
per dar libero sfogo alle loro... attività.
Ma lei non sapeva che l'unico motivo per qui
avevano
scelto quel posto così affollato era perchè
finalmente Ron avrebbe
avuto un banalissimo, insulso pretesto per lasciare LavLav e
prendersi finalmente la sua Hermione.
Non gli importava se lei lo
avrebbe definito un cretino, o irresponsabile o chissà cosa.
Quegli
insulti lo facevano sorridere solo se era Hermione a pronunciarli.
E
purtroppo per lui, lo aveva capito troppo tardi.
Arrivata alla fine del corridoio, in
lontanaza riuscì
a scorgere una chioma rosso fuoco che si avvicinava, avidentemente
avendo finito il suo lavoro.
Il cuore di Hermione accellerò
di
botto, e ci volle tutto il suo autocontrollo per non saltargli
addosso.
Di certo, la camicia sbottonata e il viso imperlato di
sudore per il duro lavoro, non la aiutavano certo al frenarsi dal
saltargli addosso. Sembrava uno di quei babbani che stanno sulle
riviste. Ma per sua fortuna, lui aveva preso ad agganciarsi i bottoni
della camicia, facendole tornare istantaneamente la voglia di
scappare dal suo futuro.
Finalmente lui si accorse di lei, e
diventò
rosso come al solito, passandosi una mano tra i capelli. Si fermarono
l'uno di fronte all'altro, in completo imbarazzo. Erano settimane che
non stavano così lontani. Solo dopo pochi attimi, che a
parer di
Hermione durarono un eternità, Ron si decise a parlare, ma
il tono
di voce con cui pronunciò quelle parole, rese la sua frase
solo un
sussurro sommesso.
"Strano che tu, Prefetto, decida di uscire
dalla
Sala Comune fuori orario. E' contro le regole!"
Il fatto che lui, anche goffamente, cercasse
di far
finta che non fosse successo niente tra loro, le fece mancare il
coraggio. Avrebbe rovinato anche quel poco che era rimasto, e non era
certamente pronta a togliere la cosa più bella della sua
vita dalla
sua vita stessa.
"Si, credo che sia alquanto surreale. In
realtà.... era solo venuta a controllare, in
qualità di Prefetto,
che tu avessi davvero finito di lavorare e che non fossi impegnato
in.. qualcos'altro."
Dannazione! Aveva trovato la scusa
più credibile del
mondo e aveva fatto un riferimento alla relazione di Ron con
quell'ochetta.
Idiota Hermione, idtiota!
Ron parve veramente in imbarazzo, ma si
avvicinò a lei
lentamente. Riusciva a vedere le sue iridi chiare anche nella
penombra del corridoio, ormai illuminato solamente dalle lanterne. Un
sorriso imbarazzato si fece largo nel suo viso, il che lo rese
incredibilmente sexy.
"Credo che quel qualcos'altro non sia
più
possibile."
Ok. Ora cosa doveva pensare? Quale domanda
doveva
scegliere, delle tante che aveva in testa? Quell'affermazione
significava che aveva capito a cosa si riferiva lei? E non era
più
possibile perchè tra loro era finito tutto?
Non era per niente facile pensare a cosa
dire, con lui
a pochi passi di distanza e un cuore che scoppia. Ma fu ancora lui a
parlare.
"Sai, ora che siamo qui, potremmo anche
rimanerci"
Cos'era? Un indovinello? Perchè
doveva essere così
complicato? E per di più, sembrava che lui prendesse
sicurezza dalla
vulnerabilità o l'imbarazzo di Hermione. Senza che se ne
accorgesse
lui si era avvicinato ancora di più.
"Non mi sembra una buona idea. Sai, se nel
caso
arrivasse un professore o Lavan... volevo dire..."
Merda! L'imbarazzo lo doveva proprio
evitare. Ma
controllarsi e non dire babbanate, non ci riusciva proprio?!
"Lavanda non è un problema, Herm"
Una strana rabbia si impossessò
di lei. Come faceva a
fare il doppiogiochista senza sentirsi minimamente in colpa? Era
diventato tanto macio da potersi permettere milioni di ragazze?
Questo era assolutamente troppo!
"Per me Lavanda è un problema. O
forse lo sei tu,
Ronald."
Per un momento Ron rimase scioccato.
Sembrava che gli
avessero appena dato un pugno in faccia. Ma Hermione non si
fermò.
"Ora hai avuto una ragazza, no? Sei stato in
punizione e sei nella squadra di Quidditch. Forte! Sei diventato un
cattivo ragazzo? Bene."
"Hermione, forse non hai capito.."
"Oh si che ho capito, Ronald. Tu sei solo un
egocentrico.."
"Hermione?"
"..egoista.."
"Vuoi lasciarmi parlar..."
"...stupido insulso insetto.."
"HERMIONE!"
Ron era arrivato a prendere Hermione per le
braccia,
cercando di fermare la sua furia manifestata dal movimento esagerato
di quest'ultime. La guardava dritto negli occhi, a qualche centimetro
dal suo viso. Il respiro caldo e rassicurante di lui le faceva venire
i brividi. Ma ormai che era riuscito a calmarla per almeno qualche
secondo, doveva procedere a spiegarle.
"Hermione, io e Lavanda non stiamo
più
insieme..."
Hermione rilassò le spalle,
cercando nella sua mente
un commento abbastanza pungente perchè era sicura che fosse
per
dedicarsi a nuovi obiettivi.
"L'ho lasciata... per te."
Il colorito di Hermione si accese
velocemente, e le
vennero a mancare le parole.
"Lo hai fatto per pietà?"
sussurrò.
"Assolutamente no." disse lui con dolcezza
"Perchè io non la sopporto?"
"Neanche per questo, l'ho fatto
perchè è con te
che voglio stare." Ci volle tutto il suo coraggio per dire
quelle parole, ma l'effetto che ebbero su Hermione lo ripagò
di ogni
sacrificio. Ma decise di finire di parlare.
"Credo di essermi innamorato. Tanti anni fa.
Forse
lo ero da sempre, ma l'ho capito solo 3 anni fa. Ho capito che volevo
stare con quella ragazzina saccente che amava tanto i suoi libri e
che passava metà del suo tempo a studiare e l'altra
metà ad essere
la migliore ragazza e strega del mondo magico. Ma ero troppo stupido
per accorgermene a tempo debito."
Il gelo nel cuore di Hermione ormai non
esisteva più.
Neanche intorno a loro. Lei non riusciva a smettere di sorride e
ridere come una bambina.
Per un po' Ron rimase in imbarazzo di fronte
a lei, che
non reagiva alle sue più faticate parole. Poi, tutto ad un
tratto,
gli aveva gettato le braccia al collo e aveva unito le loro labbra
appassionatamente. Il bacio era stato anche migliore dell'altro.
Presi dalla passione, lui l'aveva sollevata da terra, e la stringeva
a se. E, durante questo bacio speciale, si resero conto di una
semplice cosa. Finalmente erano qualcosa di nuovo, che avevano creato
da soli durante questi anni. Erano finalmente Ron e Hermione. Erano
solo loro due.