Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Farawayx    10/04/2014    8 recensioni
E' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità?
Ma la domanda che continua a porsi Samantha Reyes è solo una: chi è realmente?
Le sue risposte sembra averle tutte una persona: Jonathan Christopher Morgenstern.
« Io non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un po' pronunciato, mi sento come l'angelo affascinato dal buio.»
Nel buio ho trovato il mio angelo.
Un angelo pieno di paura e di odio, pieno di rancore e di voglia di vivere.
Nel buio l'ho amato, l'ho cullato, abbiamo cantato e sognato.
Abbiamo riso e ci siamo amati intensamente.
Ma alla luce mi ha annientato.
E se qualcuno insegnasse ad amare ad un angelo oscuro?
Genere: Avventura, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






» Capitolo 16
                                 
«Che cos'è che di un misero fa un re? Il coraggio! Quale portento fa una bandiera sventolare al vento? Il coraggio! Chi rende ardita l'umile mosca nella foschia fosca nella notte losca... e fa sì che un moscerino la paura mai conosca? Il coraggio! Perché l'esploratore non teme l'avventura? Perché ha coraggio!»  (-Il mago di Oz.)





Tutto quello che riusciva a percepire era il forte odore di muffa che riempiva quella cella, Sam non poteva definire chiaramente in che luogo di trovasse ma di una cosa era certa, ogni parte del suo corpo le faceva male.
Si sollevò a fatica dalla brandina, alzando lentamente il tessuto della maglia, scoprendo così la pelle chiara della sua pancia. Svariate macchie violacee la ricoprivano in più punti ed era sicura di avere anche il viso ricoperto da lividi. Non riusciva a muovere le labbra e ogni movimento le veniva difficile.
Mosse alcuni passi in direzione della grande porta di legno, tentando di scorgere qualcosa dalla piccola finestrella posta nella parte più alta, ma il corridoio era totalmente immerso nel buio.
Colpì con forza la porta di legno, ma sembrava fatta di cemento armato. Sentiva le lacrime pungerle gli occhi, ma non doveva cedere, o meglio, non poteva.


§


-Avanti, sveglia,  il sole è sorto da un po’!-
-Ma che ora sono?- Brontolò Magnus aprendo svogliatamente gli occhi e portandoli così sul viso di Sebastian che lo fissava dal corridoio.
-E’ l’ora di fare quello che ti è stato ordinato. Penso che passi fin troppo tempo a poltrire e poco a essere operativo , non so, dovrei ricordarti cosa accadrebbe se Sam morisse per mano di quell’Ibrido?- Disse con il suo solito tono di voce il ragazzo, incrociando le braccia al petto.
- Va bene, va bene.- Rispose Magnus rassegnato mentre si sollevava dal letto, mettendosi in piedi. -Seguimi.- borbottò poi, passando oltre il cacciatore e facendosi strada nel corridoio, fino a giungere nella cucina, dove schioccò due dite facendo apparire delle tazze di caffè fumanti.
–Allora, questo Fáfnir di cui parla tua madre è una creatura mitologica, si racconta che era il figlio del re nano Hreidmar. Fáfnir era un nano dotato di uno spirito coraggioso, ed era il più forte e aggressivo dei tre figli del re; faceva la guardia alla dimora di suo padre, che era stata costruita completamente in oro puro e adornata di gemme preziose. Si racconta che quando suo fratello morì, suo padre, Hreidmar, ricevette un anello dal dio Loki per rimediare alla perdita del figlio. Fáfnir, saputo dell'anello magico uccise il padre per impossessarsene, senza dividere le ricchezze del padre col fratello Reginn che aveva partecipato all'omicidio. Si Trasformò così in una serpe o drago nascondendo il proprio tesoro in una caverna nella foresta; Fu poi ucciso da Sigfrido, che sarebbe un eroe epico della letteratura nordica, munito della pregiata spada Gramr. Dopo aver ucciso il drago Sigfrido si lava dunque nel sangue di Fáfnir, che lo rende invulnerabile.-
-Quindi a noi serve la spada Gramr?- Chiese Sebastian dopo alcuni istanti di silenzio.
-Beh, Sigmundr, padre di Signfrido la ricevette nel palazzo di Volsung dopo averla tirata fuori da un ceppo nel quale Odino l'aveva conficcata, nessun altro avrebbe potuto estrarla. La spada fu distrutta e riforgiata almeno una volta. Dopo essere stata riforgiata poteva spaccare un'incudine a metà. Solo che…-
-Solo che ?-
-Che io sappia è solo una leggenda. – Rispose pensieroso lo stregone.
- Se ci pensate bene Lilith non ha parlato di nessuna Gramr, bensì del sangue del drago.- Disse una terza voce, intervenendo nella conversazione. Jocelyn.
- Di male in peggio. – Disse Magnus sospirando appena.
- Mia madre ha detto che tu potevi localizzarlo.- scattò Sebastian. –Quindi fa uno sforzo. –
-Forse l’unica fonte è il posto in cui queste vicende hanno avuto inizio!- Esclamò Magnus sollevandosi di scatto e dirigendosi verso la libreria, dalla quale estrasse un pesante volume.- Guardate qua. – Aprì una pagina, indicando sulla cartina un piccolo arcipelago di isole sui quale c’era scritto “Fær Øer”.
- L’arcipelago di Fær Øer in faroese Føroyar! Si trovano nel nord dell'oceano Atlantico tra la Scozia, la Norvegia e l'Islanda.-
- Sai individuare quale isola sia quella giusta?- Chiese ansioso Sebastian.
- Penso di sì! Jocelyn vai a svegliare gli altri, ci servono volontari per una gita sulla neve.-


§



-Ehi, c'è qualcuno?- Richiamò Sam sentendo la propria voce rimbombare all'interno del corridoio, sembrava essere l'unica persona nell'intero...edificio? Non aveva idea di dove si trovasse, le sembrava un sotterraneo o una cantina, ma in quel momento non avrebbe saputo dirlo.
Indietreggiò appena lasciandosi ricadere stancamente sulla brandina, ogni movimento sembrava tirarle via il doppio delle forze, ma quando ormai aveva perso le speranze, sentì un eco di passi avvicinarsi alla sua cella, i passi erano tranquilli, si avvicinavano senza fretta accompagnati dal fischiettare di qualcuno.
Quando avvertì la  serratura scattare, ebbe la certezza che erano lì per lei.
Nella semioscurità intravide quello che più un uomo, le sembrava un'ombra quando le si avvicinò lentamente, chinandosi di poco sollevando una mano e non appena portò le dita sulla sua pelle, Sam si ritrasse al suo tocco.
-Non mi toccare.- Sussurrò con voce strozzata.
Tutto quello che ricevette in risposta fu una leggera risata, dalla quale capì che era stato un uomo. - Prendetela.-
Sentì ordinare dall'essere nella penombra che non riusciva proprio a mettere a fuoco, mentre un'altra ombra le si avvicinò prendendola per le spalle e sollevandola.
-Matt.- Farfugliò tirando su il naso. -Sei tu?-
Due dita le si avvolsero contro il mento, sollevandole la testa. - Nessuno ti ha detto che puoi parlare.-
-Ti giuro che se osi solo toccarmi ancora io... -
-Tu cosa?- Rispose lui ironicamente. -Non saresti capace di far del male a nessuno.-
L'angolo delle labbra di Sam si sollevò appena, formando un leggero sorriso. –Sai, spesso è proprio la persona più innocua a dimostrarsi pericolosa.-
L'uomo ritrasse il tocco delle dita. -Ti ho detto di stare zitta.-
-E... -Proseguì lei ignorandolo. – Hai presente i Koala?-
-Ma cosa sta farfugliando?- Disse la figura davanti a se, irritato ricevendo in risposta un’alzata di spalle dall’essere che sosteneva Sam per le spalle.
- Beh, nonostante la calma apparente della loro vita e il loro comportamento serafico, i koala sono davvero molto aggressivi...-Proseguì la ragazza sollevando la testa portandola difronte a quella dell'uomo, mettendo a fuoco il suo viso, un viso del tutto anonimo.
- I colpi alla testa ti fanno delirare, vero bambina?- Rispose lui ridendo.
Sam sollevò l’angolo delle labbra in un sorriso. –...Quindi, mai sottovalutare nessuno. - Disse a denti stretti e con un movimento veloce tirò avanti il capo con tutta la sua forza tirando una testata contro quella dell'uomo, facendolo ricadere all'indietro, complice anche l'effetto sorpresa.
Non era mai stata molto atletica o particolarmente forte ma quando si voltò di scatto verso colui che le stringeva le spalle, usò tutta la sua forza e sollevò il ginocchio colpendolo nelle parti basse.
Anche se non era una guerriera o chissà che altro, di una cosa era certa, per mettere K.O. un uomo, bastava puntare in quella zona.
Una scarica di adrenalina le attraversò il corpo e scattò velocemente in avanti, superando così la massiccia porta di legno. Non aveva tempo per pensare che direzione prendere, se avesse indugiato ancora quegli uomini sarebbero riusciti a riprenderla in un secondo, così schizzò verso il lato opposto della sua cella, imboccando alla cieca svariate svolte.
Correva con tutta la forza che aveva nelle gambe, le facevano male e i lividi che le aveva provocato Matt la costringevano a reggersi il fianco dolorante. Non poteva permettersi di provare dolore, doveva scappare. Ma quel posto sembrava un labirinto.
Non sapeva dove diavolo si stesse dirigendo, continuava solo a svoltare di continuo per depistare chi la stesse inseguendo, sentiva l'eco dei loro passi sempre più vicini, così anche le loro voci.


§



-Allora, Magnus?-
- L’isola su cui andrete si chiama Lítla Dímun, è la più piccola isola dell'arcipelago, conterà meno di un chilometro quadrato di superficie, ed è l'unica disabitata.-
- Quindi questo sangue magico dovrebbe essere lì?- Chiese Simon. –Mi sembra di essere nello Hobbit.- Commentò senza pensarci.
Era giunto da poco nella sala da pranzo, così anche gli altri. Nonostante la riluttanza di alcuni nell’accettare la presenza di Sebastian, erano tutti riuniti intorno allo stregone, in attese di risposte.
Per quanto Jace fosse tentato di infilzare il mezzo demone con una spada, sapeva che ne avevano bisogno in quel momento. Se la creatura che dovevano affrontare era ancora più forte di Sebastian, avevano bisogno di lui. Ma promise a se stesso di ucciderlo con le sue stesse mani non appena ogni cosa fosse terminata.
- Sì, dovrebbe essere lì.- Confermò Magnus, scostando il dito dalla cartina.
-Ho pensato che potremmo dividerci in due squadre.- Propose Jocelyn. – Una si occuperà della ricerca della spada e l’altra tenterà di scovare dove possa essere la ragazza.-
-Jocelyn, te l’ho già detto, non ci sono tracce di lei, non saprei localizzarla. – Disse Magnus.
-Allora fai uno sforzo maggiore, sembri più uno dei maghi tarocchi che passano alla tv che il sommo stregone di Brooklyn.- Commentò freddamente Sebastian, poggiando con forza una mano sul tavolo di legno, facendo ribalzare i presenti per il rumore.
-Senti, non sono la fata turchina che canta la canzoncina e con la bacchetta ritrovo Cenerentola.- Scattò lo stregone.
-Fai uno sforzo maggiore, non vorrei ricordare a voi cari il rischio che state correndo nel perdere tutto questo tempo.- Rispose tranquillamente il ragazzo, mostrando un finto sorriso.
-Prova a fare un altro tentativo…- Sussurrò Alec con dolcezza allo stregone, portando una mano sulla sua.
Magnus tirò un profondo respiro, cercando di calmare i nervi, e poi sollevò una mano. – Sheldon, visto che l’ultima volta flirtavate una meraviglia, e conosci meglio di tutti la sua stanza, vai a prendermi qualche vestito di Samantha.-
Tutti si guardarono tra di loro, come per individuare a chi fosse diretto il messaggio di Magnus, solo Simon scrollò le spalle. –Mi chiamo Simon, è così difficile da memorizzare?-
-Tu memorizzeresti tutti i numeri delle pagine bianche?- Ribatté lo stregone stizzito.
-Perché mai dovrei?- Chiese stranito dalla domanda, il vampiro.
-Appunto.-  Rispose Magnus, ammiccando.
Simon tentò di replicare ma alla fine si morse la lingua, voltandosi appena e incrociando così lo sguardo di Sebastian. Rimase pietrificato, lo stava fulminando con gli occhi.
-Non ti scomodare, usa questo.- Slegò il pezzo di cotone che aveva intorno al polso e lo porse a Magnus che lo osservò per alcuni istanti.
Lo stregone si strinse con forza il pezzo di stoffa tra le mani e chiuse gli occhi. –Vedete, non succedete nient…No, oh, aspettate.-


§



Stava correndo con così tanta forza che iniziava a sentire le gambe molli e la vista appannarsi, non ce la faceva più, era sfinita. Ogni livido le faceva male il doppio, la testa le pulsava e i suoi piedi reclamavano riposo… Non poteva arrendersi, non dopo tutto lo sforzo che aveva fatto per uscire da quel posto così sudicio. Si sentì invadere da un senso di sconforto, la voglia di cedere iniziava ad aumentare, mentre le lacrime prendevano il sopravvento rendendo ancora più offuscata la sua visuale.
Perché. Ecco, era questa la sua domanda. Perché Matt le aveva fatto quello.
Pensava che lui fosse suo amico, il suo unico amico, e invece ora si trovava a scappare via da lui.
-Non così in fretta, cara.-
Matt le era difronte. Era comparso dal nulla, aveva uno sguardo sadico e il suo ciuffo indomabile era tirato indietro.
Sam fu costretta a rallentare trovandosi davanti ad un volto amico che però ora non riconosceva. Le sembrava di vederlo per la prima volta.
Con orrore di lei, Matt estrasse dalla sua cintura una spada affilata, posizionandola davanti alla sua figura. –Perché devi complicare così tanto le cose? Volevo darti altri giorni di vita e tu li bruci così? Cattiva ragazza.-
Sam sollevò lo sguardo, puntandolo direttamente negli occhi di lui. Era tentata di girare e riprendere a correre nella direzione opposta, ma si sarebbe imbattuta negli uomini che la seguivano da prima.
-Tu sei fuori di testa.- Disse a denti stretti, tentando di mascherare ogni sorta di debolezza nella sua voce.
Matt inclinò la testa, sollevando le labbra in una smorfia. –Un pochettino. – Disse strabuzzando gli occhi. –Ma almeno so divertirmi, non trovi?-.
-Tu questo lo chiami divertirsi?-. Commentò lei disgustata.
-Infatti, hai ragione… - Ribatté lui e con uno scatto veloce annullò del tutto la distanza tra i loro corpi, puntando la punta della spada sul collo di Sam, sfiorandone la pelle. –Questo lo chiamo divertirsi.-
Sam deglutì lentamente, abbassando lo sguardo sulla lama che graffiava leggermente la sua gola. –Dai fallo, cosa ti trattiene?-
Lui rise. –Voglio gustarmi appieno questo momento, sono anni che aspetto di conficcartela nel cuore. Di farti versare ogni singola goccia di sangue tanto da poter farmi il bagno con esso.-
Lei strinse le mani a pugno. –Perché? Visto che devi sgozzarmi, tanto vale dirmi il perché. –

Devo guadagnare tempo.

Un sorriso gelido si formò sul viso di Matt. –Perché… - Abbassò lentamente la punta della spada verso il petto di Sam, puntandola così contro il suo petto. -..Tu muori e io divento invulnerabile. –
-Non ha nessun senso. – Rispose lei.

Pensa.

-Per questo devo ucciderti ora, perché se diventerai consapevole del tuo potenziale, dovrò faticare di più…e, non avercela con me, ma proprio non ne ho voglia.- Disse lui tranquillamente.

Pensa a una soluzione.

-Allora fallo, uccidimi. – Ribatté Sam con la voce ferma e lo sguardo puntato negli occhi di lui.

Pensa, dannazione, pensa.

Sul viso di Matt si allargò un sorriso. –Ma con molto piacere.-
Quando la pressione della punta della spada aumentò contro il suo petto, Sam chiuse gli occhi, stringendoli più che potesse.
E poi accadde qualcosa di straordinario.
Quando Sam li riaprì per guardare negli occhi colui che le stesse strappando via la vita, lo vide impallidire.  
Negli occhi di Matt sembrava esserci il terrore. Ma poco le importava.
Era come se una forza superiore stesse muovendo i fili e facendo compiere quelle mosse a Sam come se fosse una marionetta. La ragazza sollevò una mano e la strinse intorno al polso di Matt, allontanandolo dal proprio corpo come se ogni sforzo che lui stesse compendiando per respingere il suo movimento fosse nullo.
Lo allontanò con una spinta, facendolo indietreggiare e mosse alcuni passi verso di lui assestandogli un pugno nello stomaco. Quando l’uomo si accasciò su se stesso la ragazza ne approfittò per tirargli una gomitata sulla testa, facendolo ricadere al suolo.
Sollevò una gamba che portò alla gola dell’uomo e con tutto il peso fece pressione su quel punto.
 -Non ti azzardare a toccare mia figlia.- La voce era uscita dal corpo di Sam, ma non era la sua. Gli occhi della ragazza non erano più del colore delle nocciole, ma bianchi come il ghiaccio.
Poi ci fu come un lampo di luce e quando gli uomini raggiunsero il loro padrone, ritrovarono solo un uomo svenuto. Nessuna traccia della ragazza.


§



Magnus continuò a tenere gli occhi chiusi, sollevando appena un sopracciglio. – Riesco a percepirla.-
-Davvero?- Chiese ansiosa Jocelyn.
-No per finta, mi piace dar false speranze alle persone.- Rispose lo stregone, aprendo gli occhi infastidito.
-Allora?- Replicò la donna.
-So esattamente dove si trova.-  Affermò soddisfatto Magnus, passando il pezzo di stoffa nuovamente a Sebastian.
-Bene, dimmi dov’è, vado a prenderla. – Rispose lui, stringendo tra le dita lo straccio.
-Vengo con te.-
Gli occhi dei presenti si voltarono in direzione di una testa rossa.
-Come prego?-  Domandò Sebastian, sollevandolo lo sguardo verso il viso della sorella.
- Vengo con te, noi abbiamo onorato la parte del patto trovando lei e io verrò con te per accertarmi che tornerai indietro per onorare il tuo di patto.- disse Clary stringendo le braccia al petto.
-Non ti lascerò andare con lui.- La richiamò Jace, stringendo le dita in maniera protettiva, contro la spalla della ragazza.
- Se lo lasciamo andare lui non ci aiuterà a sconfiggere l’ibrido e noi da soli non ce la faremo, lo sai perfettamente Jace.- Disse lei, puntando gli occhi in quelli dorati di lui.
-Clary…- Sussurrò Jace sollevando una mano e passandola lungo la guancia di lei.
-No, Clary, non andrai da nessuna parte.- Questa volta fu Jocelyn a parlare. – Non mi fido di lui.-
Sebastian sollevò l’angolo delle labbra in un mezzo sorriso. –Non che io sia molto felice di portarmi un peso morto dietro.-
-Come puoi parlare di lei così, è tua sorella!- Scattò Simon.
-E lei è mia madre, eppure, mi ucciderebbe con le sue stesse mani.- Commentò Sebastian senza scomporsi. –Siamo una famiglia molto amorevole.-
-Bene, io vado con lei.- Disse ad un tratto Jace.
-Non se ne parla.- Risposero all’unisono sia Clary che Sebastian, scambiandosi poi un’occhiata fugace.
-Allora vengo io.- Esordì Simon. –Conosco Sam e sono sicuro che le farà piacere, lo so, abbiamo parlato mezza volta. – borbottò sottolineando con la voce  le ultime parole,  mentre sollevava lo sguardo verso il mezzo demone. – Ma penso che una persona un po’ più normale potrebbe aiutarla.-
- Che tenero.- Commentò sarcastico Sebastian.


§



Per riaprire gli occhi Sam dovette usare tutta la sua forza di volontà, le palpebre sembrano pesare un macigno.
Era forse morta?
Un leggero vento le scostò i capelli, mentre la sua guancia era completamente schiacciata contro dell’erba che sembrava  essere stata tagliata da poco. Si alzò di scatto, mettendosi a sedere, no, non era morta. Ma dove si trovava?
Era nel bel mezzo del nulla, intorno a lei si estendevano delle colline e delle balle di fieno erano sistemate lungo il terreno totalmente ricoperto di grano ancora verde, che ondulato dal vento, sembrava riprodurre il movimento del mare.
Il suo ultimo ricordo era il viso di Matt e la sua spada contro il proprio torace. Abbassò automaticamente lo sguardo, portandosi una mano al petto, ritrovando la maglia strappata in alcuni punti e del sangue secco incrostato in prossimità di una ferita superficiale. Era stata la spada di Matt a procurargliela.
Ma come aveva fatto a salvarsi? Come era arrivata lì? Non ne aveva nessun ricordo.
Si rimise in piedi a fatica e un gemito di dolore le fuoriuscì involontariamente dalla gola quando tentò di raddrizzarsi. Non si era mai sentita così malconcia in vita sua, ogni singolo muscolo le faceva male, faticava anche solo a stare in piedi e in più ora non aveva idea di dove andare. Oltre al campo di grano curato e alle balle di fieno sistemate a forma di ruote sul terreno, non era presente nessuna traccia di umanità, per quanto tentava di sporgersi all’orizzonte non riusciva ad intravedere nessuna casa.
Mosse così alcuni passi discendendo lentamente quella ripida collina, tentando di non inciampare da nessuna parte, rischiando così di ruzzolare su se stessa quando un sorriso le si formò sulle labbra non appena notò una piccola strada in lontananza. Probabilmente se l'avesse seguita avrebbe trovato sicuramente qualcuno e questo pensiero la fece avanzare più velocemente, mossa da una nuova forza: la speranza.
Dopo una faticosa camminata, giunse in prossimità della strada, l'asfalto era consumato e in alcuni punti erano presenti delle buche, nessun palo della luce costeggiava il percorso, questo significava che durante la notte la strada era immersa nel buio.
Sam capì di dover approfittare di quelle ore di luce, così lentamente iniziò ad incamminarsi lungo quella strada dove sembrava non passare nessuno da anni.
Era ormai l'ora del crepuscolo, il cielo aveva perso il suo azzurro cedendo ad un rosso sempre più intenso che terminava in uno strato di blu scuro oltre le montagne. Presto sarebbe stato troppo buio per proseguire, quindi senza allontanarsi troppo dalla strada, Sam avvistò alcune delle ruote di fieno, sistemate laboriosamente in alcuni punti di quei campi, e decise di usarla come letto per riposare alcune ore.
Si appoggiò stancamente contro una delle balle, reggendosi con un braccio ad essa e proprio nel momento in cui nella sua mente si accendeva la speranza di essere al sicuro, uno strano luccichio si formò in un punto oltre la ruota di fieno.
Qualcuno stava arrivando in quel punto con un portale, ormai Sam sapeva riconoscerli a occhi chiusi, così si chinò velocemente tentando di nascondersi dietro la balla.
-Sicuro che sia qui?- Disse una voce femminile. –Non c’è niente.-
Sam sentì il cuore andare a mille, non poteva respirare per due secondi che subito ogni cosa le si ripiombava addosso.
- Forse ha sbagliato di qualche chilometro.- Disse incerta un'altra voce. Simon?
Sam si sporse appena, ma riusciva a vedere solo un profilo di una donna minuta con dei lunghi capelli rossi, eppure, quella voce le era sembrata così familiare.
-Allora il tuo stregone è incapace quanto sembra.- Rispose una voce maschile.
Una voce maschile che lei avrebbe riconosciuto ovunque.
Sam si sforzò di sollevarsi in piedi ma il dolore dei muscoli le facevano impiegare il doppio del tempo.
-Sebastian.- Tentò di richiamarlo.- Sebastian, sono qui.- Disse alzando il tono della voce.
-Hai sentito qualcosa?-  Chiese la voce femminile.
-Clary, fai silenzio.- Sentì Sebastian ordinarle.
Sam si mosse lentamente da dietro la balla usando tutta la forza che le restava per fare alcuni passi, indugiando alcuni istanti, osservando chi c'era con lui. Da una parte c'era una ragazza, aveva i capelli ricci e rossi, la carnagione lattea e il viso lentigginoso in alcuni punti, doveva essere qualche anno più piccola di lei. Dall'alta invece c'era.. Simon. Sam sentì di poter tornare a respirare.
- E menomale che sei il potente dei cacciatori, l’udito non potevano dartelo più sviluppato?- Commentò facendo girare di scatto i tre nella sua direzione.
Non appena i suoi occhi incrociarono quelli neri di Sebastian, notò sul viso di lui formarsi un’espressione che Sam non gli aveva mai visto. Sollievo?
Il ragazzo scattò nella sua direzione e senza dare nemmeno il tempo a lei di pensare, le avvolse i fianchi,  attirandola con forza a se.
Sam si abbandonò tra le sue braccia lasciandosi andare con il viso contro la sua spalla, rilassando ogni muscolo del corpo mentre le dita di Sebastian percorrevano i suoi capelli.
-Tu… Tu sei qui. – Sussurrò allontanando appena il viso, in modo da poter guardare il ragazzo negli occhi.
-Sono qui. – Ripeté lui scostandole alcuni capelli dal viso. –E ucciderò con le mie mani chi ti ha ridotto in questo stato.-
Sam sollevò lo sguardo sorpresa da quelle parole, per poi chinare nuovamente la testa, nascondendola nell’incavo del suo collo.
Si sentiva finalmente al sicuro.







NOTE D’AUTRICE 
Dovete sapere che davanti a voi avete la persona più femminista della storia. All'inizio ero pro missione di salvataggio...MA POI mi sono sono detta, "aoh, ma perchè non si può salvare da sola!!! Sam non ha bisogno di nessuno." E quindi SBAM.
No dai, a parte il deliro, come state? Spero bene, si avvicina Pasqua sdfg, anche se fa freddino per essere primavera. 
Alloooora, cosa ne pensate? Fatemi sapere perché mi sto seriamente mangiando le unghie, inizio a pensare di essere un po' una pazza che mette per iscritto i suoi deliri.. Quindi, niente, non voglio annoiarvi ulteriormente! Fatemi sapere perchè ogni volta che leggo una recensione ho un sorrisone enorme, adoro vedervi coinvolte quanto me dfgh. 
Un bacio enorme, <3.


p.s. 
Sono anche su : 
Twitter
Facebook
Tumblr







Credits
: Per la barra prima delle note a : yingsu

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Farawayx