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Autore: Bianca987    11/04/2014    8 recensioni
Dopo due anni dalla seconda guerra magica/ pace.
Draco e Hermione sono costretti a recitare in un film d'amore nella Londra Babbana. Dovranno far finta di amarsi, ma... Se il sentimento si espandesse anche nella vita reale?
Le cose sarebbero molto semplici se Malfoy fosse l'unico contendente, ma purtroppo non è così, e la testardaggine di lui non aiuta per niente.
Mille intrecci e complicazioni. Come andrà a finire?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
Cap. 7

A Francesca 







-E dai, Mezzosangue.. Tanto prima o poi dovremo farlo.-
-No!-
Draco le si avvicinò e la immobilizzò al muro prendendole i polsi.
-No! Non voglio!-
-Tanto prima o poi accadrà! Tanto vale che proviamo adesso.. No? No eh? Dici di no, e invece io dico di si..-
-No! Lasciami! Lasciami!-
Hermione gridava e tentava di divincolarsi dalla stretta ferrea di Malfoy, invano però.
Lui le fece scivolare sulla spalla una manica della canottiera, e le morse un orecchio.
-No! Qualcuno mi aiuti!-
L'altro le stappò da dosso la camicia.
Hermione è disperata. Piange e grida, ma intorno a lei c'è solo vuoto e buio.


-


Si tirò su di scatto urlando, madida di sudore e bagnata come le lenzuola in cui era avvolta.
Quando finalmente era riuscita a chiudere occhio, era stata svegliata bruscamente da un incubo.
Terribile, tra l'altro.
Ron si svegliò di soprassalto e si voltò spaventato verso Hermione.
-Che succede?-
-Ho avuto un un incubo.-
Senza fornire altre informazioni sul sogno, si alzò scalza e si diresse vero la cucina. 

Aprì il frigo ed estrasse una bottiglia di latte. 
Erano le tre di notte, e l'appartamento era immerso in un buio spettrale e in un silenzio surreale e assordante. Ad Hermione non dispiaceva pero, si godette quel momento fissando l'oscurità. 
Buttò giù l'ultimo sorso del liquido bianco nel bicchiere, e si sdraiò sul divano di pelle. 
Il fresco che quel materiale le trasmetteva le dava sollievo. 
Tirò un lungo respiro. Chiuse gli occhi. 
Forse adesso sarebbe stato possibile dormire. 


                       ***

~

Nel corso della settimana Jess cercò di svagarsi il più possibile, e ci riuscì.
Aspettava con ansia il venerdì prossimo, e non vedeva l'ora di rivedere Charlie.
Era il giovedì mattina e Jess fu svegliata dal suono del telefono che squillava. Sua madre non era in casa, facendo l'infermiera aveva  dei turni, e due volte a settimana le toccava la notte. 
Barcollò verso il fisso per rispondere e quando alzò la cornetta nessuno fiatò.
-Pronto?- azzardò lei, ma ancora dall'altra parte regnava il silenzio.
-Chi è?- ancora niente.
Pensò che si trattasse solo di uno scherzo. 

Riattaccò, e si diresse verso cucina per preparasi un caffè.
Ma non aveva nemmeno fatto cinque passi quando sentì il telefono squillare nuovamente.
Tornò indietro scocciata, e rispose brutamente.
-Pronto?!-
Silenzio. 
-Smettetela di chiamare o stacco il telefono.- minacciò. 
Stava per mettere giù quando una voce flebile le fece riattaccare la cornetta all'orecchio. 
-Jessica..- 

Quella voce.. L'avrebbe riconosciuta tra mille, eppure non ci credeva.
Il suo cuore ebbe un sussulto. Come aveva fatto a rintracciarla? Perché la stava chiamando?
Lui era l'ultima persona che avesse bisogno di sentire, l'unica con cui non volesse parlare. E invece eccola lì, che la chiamava dall'altra parte del telefono.

-Jess, sono Alex.-
Lei non rispose. Un nodo le legava la lingua e dalla bocca non era emesso alcun suono. 
-Jessica-
Adesso era lei a non dire niente.
-Rispondimi..-
-Che c'è.- il suo tono era duro e non lasciava trasparire nessuna emozione.
-Devo parlarti, e non per telefono, Jess..-
-Nom abbiamo niente su cii parlare. Quando ti ho detto addio, era inteso per sempre.-
-Jessica, ascoltami io..- 
-Chi ti ha dato questo numero. Chi ti ha detto di me.-
-Non ha importanza, non ti ruberò molto tempo. Se mi hai mai amato allora..-
Lei non lo fece finire.
-Io ti ho amato Alex, ma mi hai distrutto il cuore. Addio, non cercarmi più.- 
E con queste parole riattaccò in faccia all'ex fidanzato. Staccò la spina che alimentava il telefono e si buttò sul letto.
Si mise a piangere, tanto valeva che lo facesse quando nessuno la potesse vedere.


~


•Londra Babbana, Appartamento affittato per le riprese, Ore 7:36

-Stop! Ottima!-
Hermione venne circondata da assistenti che a parer suo potevano anche farsi da parte. 
-No, no grazie.- rifiutava i fazzoletti che le venivano porsi per asciugarsi le finte lacrime, che invece tirò via con il dorso della mano. 
Si doveva fare i complimenti da sola: era davvero brava. Dentro di se sorrise, forse era davvero l'inizio della sua carriera come attrice. 
In lontananza scorse Daniel farle pollice in sù con la mano, lei contraccambiò con un largo sorriso. 
Matthew le venne vicino e le battè una pacca sulla spalla. -Bravissima- disse solo prima di precederla e salire su un tavolo e battere le mani per attirare l'attenzione. Si schiarì la voce e tutti si zittirono, poi parlò.

-Come saprete credo, siamo arrivati ad un buon punto a girare il film. Mi congratulo con tutti, sia attori che assistenti che registi, davvero un ottimo lavoro.- il suo sguardo vagò per tutti i dipendenti presenti nel salotto luminoso.
-Chiedo uno sforzo particolare per girare quella che sarà la scena un po' più difficoltosa.. Dovremo affittare un elicottero per riprendere dall'altro, quando la nostra Jess e Charlie,- quando li chiamò all'appello lanciò un occhiata a Draco che stava in dipartite facendo finta di non ascoltare, guardandosi le unghie.
-Dicevo.. Quando i protagonisti dovranno salire sulla Tour Eiffel. Andiamo alla grande adesso, continuano così.- 

Hermione rimase basita. Tour Eiffel? 
Quale Tour Eiffel a Londra?
-Scusa Matt, ma.. Come faremo a girare la scena sulla Tour Eiffel?-
-Semplice, si va a Parigi.- rispose, come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ah.. Non avevo letto quella parte-
Lui scese dal tavolo. -C'è qualcosa che ti turba? Non te la senti di prendere l'aereo?-
-No no, tutto apposto è che mi hai presa un po' alla sprovvista.-
-Allora tutto ok?-
-Figurati. Ma quando partiremo?- disse più rilassata. 
Matt si guardò il polso dove portava un massiccio orologio. Poi tornò a rivolgersi alla giovane. -Tra più o meno quattro ore.- 
-Quattro ore?!- Hermione aveva quasi urlato.
-Scusa ma non ti è arrivato il mio gufo?-
-Nient'affatto, ma abbiamo finito qui le riprese?- disse agitata mentre afferrava al volo la borsa poggiata su una sedia.
-Si- le confermò Matthew.
-Bhe io andrei a fare le valige! A che ora ci troviamo all'aeroporto? Quello di Londra, dico bene?-
-Alle 12:00. Si quello di Londra, non fare tardi!- finì urlando mentre l'altra stava già scappando via come un fulmine giù per le scale.
-Non lo farò!- rispose freddolosamente, girando appena la testa dietro, di se dove vi era Matt che sorrideva.

Mentre scendeva in fretta e in furia le scale non aveva fatto nemmeno attenzione a dove metteva i piedi.
Sentì qualcosa intralciarle la strada e perse l'equilibrio. 
Cascò a terra su qualcosa di morbido e con un profumo intenso e forte. Per fortuna non si era fatta male, ma l'uomo sotto di lei se l'aveva provato per lei.
-E guarda dove vai, Granger!-
Era la voce scortese di Draco, e quando alzò la testa riconobbe subito i capelli chiarissimi del ragazzo e gli occhi di ghiaccio. 

I loro volti erano vicinissimi, e i loro corpi attaccati. Si fissarono negli occhi per pochi secondi come ipnotizzati, poi Hermione colta dal ricordo del ritardo pazzesco si alzò di scatto.
-Scusa Malfoy! Sono in ritardo!-
Si spolverò i vestiti e ricomponendosi volò verso l'uscita.

*Quella Granger...* pensò Draco fissando la porta da dove era appena uscita. 


                        ***

•Londra Babbana, appartamento di Ron ed Hermione, Ore 8:20


Merda merda merda!  A quante persone avrebbe averlo dovuto dirlo? Forse a poche: solo a Ron e a Ginny. Ma chi si sarebbe preso cura di Ron nei giorni che sarebbe stata via? 
A proposito.. Quanti sarebbero stati i giorni? Mentre frugava nell'armadio in cerca degli abiti giusti da stipare in valigia. Si rese conto che forse era scappata via troppo in fretta senza chiedere le giuste informazioni a Matt.

Gonne o pantaloni? Leggero o pensante? Camice e magliette? Mise dentro il bagaglio un po' di tutto, e finito i preparativi sembrava che dovesse partire per un mese per chissà dove. La valigia stava per scoppiare, ma la chiuse a forza. 

-E quindi parti..-
Lei si voltò e vide Ron sulla soglia della porta.
-Ti sembrerà strano Ron che te lo di a adesso, e in questo modo, ma tra meno di tre ore parto per Parigi-
Lui rimase allibito.
-Parigi?-
-Si, dobbiamo girare una scena sulla Tour Eiffel.-
-Quanto tempo starai via?-
-Pochi giorni vedrai..- disse, e cercò di sorridere.

Prese la valigia e la borsa. Controllò che ci fosse tutto: documenti e compagnia bella, poi aggiunse -Faccio un salto da Ginny, voglio salutarla.- ma le ragioni erano ben altre, lo sapeva.
Ma prima che si smaterializzasse Ron le si fece vicino e la baciò a fior di labbra. 

-Ti amo-

Ad Hermione si chiuse le stomaco, e le parole uscirono dalla sua bocca forzate e troppo false perfino ai suoi orecchi.

-Anche io-

Poi fu un attimo, e lei scomparve. 


                        ***

•Londra, Casa di Ginny e Harry, Ore 9:45


-Hermione Cara!-
-Ginny!-
Le due si abbracciarono con affetto, dopo essersi staccate Ginny notò le valige ai piedi dell'amica.
-Parti?-
-Si- disse sorridente Hermione.
-E per dove?-
-Posso entrare intanto?- 
-Scusa, accomodati- risero entrambi. 

Harry abitava con Ginny in una abitazione davvero molto carina, l'interno era molto accogliente e ben tenuto. Quando mise piede dentro un profumo di vaniglia e biscotti appena sfornati le invase le narici.

-Hei Herm!-
Era Harry, che le veniva incontro a braccia aperte.
-Harry!- si salutarono caldamente, prima che iniziasse l'interrogatorio riguardante la sua imminente partenza. 
Lei gli raccontò tutto per filo e per segno, e le sembrò che il tempo non fosse passato, che fossero ancora ad Hogwarts, a chiacchierare nella sala comune del Grifondoro. 
Le mancavano quei tempi.

-Ci fa piacere che tu vada a Parigi, è una città stupenda! Io e Harry ci siamo stati appena l'estate scorsa. Tu ci sei mai andata?-
Hermione scosse la testa.
-Vedrai, è stupenda- aggiunge Harry.
-Ma come vanno le riprese? Ti piace il lavoro dell'attrice? So che è impegnativo come impego...-
Hermione scostò la tazzina di thea dalle labbra prima di rispondere.
-Oh, è stupendo. Mi piace davvero molto, mi piacerebbe di più se non ci fosse Malfoy, come vi ho detto prima, ma non si può avere tutto dalla vita- ridacchiò.

Prese un altro sorso di thea. 
-Ma sono venuta qui da voi per salutarvi, e chiedervi un grande favore...-
-Dicci cara...- la incoraggiò a proseguire Ginny. 
-Si tratta di Ron- sospirò. -Potrete controllare cosa combina in questi giorni che sarò via? Anche solo una volta, andrete a trovarlo?- 
-Puoi stare tranquilla Herm, ci penseremo noi.. Tu vai serena.-
Le sorrise, un sorriso pieno di gratitudine.
-Grazie mille.-


                           ***

•Londra Babbana, Aeroporto, Ore 12:00


Hermione contava le carte per l'imbarco sull'aereo. C'erano tutte. 
Ripetutamente le avevano rivisto la carta di identità, e aveva anche superato il controllo del bagaglio a mano.
Stava per salire sull'aereo, e la cosa la metteva in agitazione.
Non poteva negare di non avere paura. Era la prima volta per lei che volava.

-Agitata?- 
-Un po'..-
-Andrà tutto bene, tranquilla.-
Daniel la superò e salì le scalette che conducevano al tubo di gomma bianco che univa l'edifico all'entrata dell'aereo. Stava per mettere un piede anche lei sopra un gradino quando un ometto tutto in viola ,che riconobbe essere Giò,  la superò malamente.
-Oh, scusa cara.. Non ti avevo vista-
-Fa niente.-

Dietro di lui seguirono tutti gli assisti che trasportavano bagagli e borse enormi. Quando toccò a lei, le si rivoltò lo stomaco, ma si fece forza.
Entrò nell'aereo titubante, e si fece strappare il biglietto da una Hostess.
-Prego, posto 23.- 
Notò che non erano tanto grande, in effetti si trattava di un aereo privato.
Cercò il suo posto tra le file e infine lo trovò. Il sedile accanto a lei era ancora vuoto.
Sistemò la borsa sopra le ginocchia, si tolse il giubbotto e si mise comoda. Sbirciò poi fuori dal finestrino, dal quale si scorgeva solo un pezzo di asfalto sul quale poggiava l'aeroplano, e in lontananza la pista di atterraggio e di decollo. 

-Allacciarsi le cinture di sicurezza!-
Disse una voce al microfono dopo alcuni minuti.
-Tra poco partiremo.-
Il sedile accanto a lei non era ancora occupato, quindi si alzò per vedere le postazioni di ciascuno. 
Matthew era poco distante da lei.
Scorse un Hostess chiedere lo sportello di entrata, quando una mano pallida si frappose tra questa. 
Lei fece entrare l'uomo, e quando Hermione notò che si si trattava di Draco si ributtò giù di sasso, consapevole che non vi erano più posti vuoti a parte quello accanto al suo. 
Sospirò profondamente scocciata. 
Poco dopo lo sentì sedersi accanto a lei.
-Oh, Granger.-
-Malfoy, che gioia.-
Disse sarcastica quanto lui.
Poi per evitare il suo sguardo si rivoltò nuovamente verso il finestrino e finse di fissare qualcosa fuori.

Quel viaggio sarebbe stato più lungo del previsto. 

-

La partenza era stata dura, ad Hermione venne un vuoto terribile allo stomaco nel momento in cui l'aereo si era staccato dal suolo. 
Non osava più affacciarsi al finestrino, la vista della città che si faceva piccola man mano che salivano d'altezza la metteva in subbuglio. 
-E alza quel dannato finestrino Granger! Fa entrare un po' di luce.-
Lei aveva scosso energicamente la testa alla richiesta di Draco.

Il viaggio sarebbe durato poco meno di un ora e mezza, e Hermione si annoiava. Aveva letto tutte le riviste che c'erano da leggere nei sedili, e non aveva neanche un libro nel bagaglio. 
Draco era nella sua stessa situazione o quasi. Tamburellava con le dita sul bracciolo del sedile in comune con l'altra , che un paio di volte prima si erano contesi.
-Puoi smetterla?- chiese sgarbata Hermione.
Lui scosse la testa come aveva fatto lei alla sua richiesta di aprire il finestrino.
Lei sbuffò e tolse la tendina all'oblò.
Vide nuvole nere e grigie. La cosa non le piaceva affatto. 

-

Era passata forse mezz'ora da quando era caduta nel sonno Hermione, quando qualcosa la svegliò.
Solo in quel momento si rese conto di essersi addormentata con la testa poggiata sulla spalla di Draco.
Si riscosse tirandosi su, poi analizzò l'espressione del biondo.
-'Giorno.- disse solo.

*Che pessima figura...* pensò Hermione, eppure Draco l'aveva lasciata riposare sulla sua spalla. Le sembrava strana quella scena vista esternamente, ma fece finta di nulla. 

Ed eccolo di nuovo, la cosa che l'aveva svegliata poco prima: uno scossone, e poi un altro ancora, stavolta più violento.
Dai sedili si alzò un borbottio allarmato. 
-Si pregano i passeggeri di rimanere calmi e assicurarsi che le proprie cinture di sicurezza siano allacciate correttamente.-
La solita voce che in tono calmo tentava di rassicurare gli imbarcati, invano. 
-Che succede?- chiese preoccupato Matt alzandosi in piedi.
Una Hostess gli venne vicino.
-Solo una piccola e passeggera turbolenza, adesso si sieda e stia tranquillo.-
Lui cercò di ribattere quando un altro scossone colse tutti alla sprovvista.

Hermione non era agitata, di più. Il suo peggior incubo si era fatto realtà e adesso era inchiodata dal terrore.
-È solo una turbolenza! Calmi!- 
Ma nessuno badava alle Hostess.
Stavolta l'aereo fece una semi capovolta, e una scossa più forte delle altre fece urlare i passeggeri.
-Moriremo tutti! Moriremo tutti!- strillò Giò euforico come sempre o di più. 

L'aereo fece un giro completo di se stesso, e per qualche motivo la cintura di Hermione si slacciò.
Le prese il panico allora, e pensò che sarebbe morta di paura, prima dell'ipotetico schianto dell'aereo.
Questo si inclinò tutto vero destra e lei per non scivolare verso quella direzione si aggrappò alla prima cosa che le capitò, in quel caso, fu Draco. 
Lui era sconvolto quanto lei, e non si oppose quando Hermione gli si incollò letteralmente addosso abbracciandolo.

Dal soffitto, appena sopra ogni sedile, un paio di mascherine per l'ossigeno uscirono con un effetto molla. 

I bagagli sopra le loro teste, uscirono dagli appositi scoparti schiantandosi ed alcuni aprendosi per lo stretto corridoio.
Una scossa lieve, poi un altra, un altra più violenta, e un'altra ancora che manca poco fece schiantare Hermione contro il sedile davanti. 
Lei si strinse con tutte le sue forze a Draco, affondò il viso nell'incavo del suo collo e sbarrò gli occhi inspirando il suo profumo che sembrò magicamente calmarla.

C'era stato un attimo in cui Hermione avrebbe giurato aver sentito Draco abbracciarla e tenerla a stretta se per non farla scivolare all'ennesima capriola. 

Nessuno face caso a loro, erano troppo occupati a pregare di non morire schiantati. 

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Ciao a tutte! 
Ecco a voi il capitolo 7 
È stato particolarmente difficile da scrivere per me... Ma spero che vi piaccia, ne sono abbastanza soddisfatta. :) 

Vi ringrazio sempre tanto per le recensioni ho deciso che dedicherò il capitolo 8 ad una di voi , alla prossima! 

Piccolo spoiler..


"  -Per Merlino, no! Ditemi che non è vero!-
-Signorina, siamo mortificati.. Ma avevamo preso male l'ordine delle camere. Ne rimane solo una che dispone di un solo letto matrimoniale.. Per entrambi.-    " 



Bhe, ciaoo ;)


La vostra B.



  
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