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Autore: Birra fredda    13/04/2014    2 recensioni
Aziel è un angelo sfuggito al Paradiso per il suo amore, un demone di nome Belial.
Un amore malato, una passione travolgente, due corpi, un'anima pura e una maledetta che convivono in una casa immersa nel verde delle colline abruzzesi.
Cosa ne sarà dell'amore quando le cose cominceranno a farsi più difficili e sarà ripresa la lotta tra le forze del male e le forze del bene?
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aziel abbassò il volto, intimidito da quello sguardo di fuoco così maledettamente doloroso e, allo stesso tempo, colmo di un erotismo smisurato.
Belial questa volta aveva deciso di superare se stesso, come più volte aveva lasciato intendere dagli sguardi languidi che gli aveva lanciato continuamente in quell’ultima settimana.
Sebbene Aziel lo amasse in modo smisurato, in quel momento aveva anche un po’ paura di lui. Doveva ammetterlo, avevano fatto sesso in tanti di quei modi che essere legato a una sedia, nudo e al buio, non sarebbe dovuta essere una sorpresa, ma Belial aveva uno sguardo diverso, famelico, bruciante di una voglia carnale che quasi metteva paura al più piccolo dei due.
“Bel...” mormorò l’angelo con un filo di voce.
“Taci” lo zittì il maggiore in una sorta di ringhio, avvicinandosi maggiormente a lui.
A Belial piaceva da morire dominarlo a letto. Gli piaceva possederlo, godeva nel farlo soffrire stuzzicandolo continuamente e vedendolo gemere sotto di lui come una puttanella di strada.
Il demone si svestì lentamente ben sapendo quanto irritasse l’altro il fatto di non poterlo vedere. Era un onore tipico solo dei demoni, quello del vedere al buio come i gatti.
Aziel sentì il fruscio della t-shirt che veniva lentamente tolta, udì il rumore della cinta slacciata e della cerniera dei jeans che veniva abbassata, infine vide gli occhi famelici di Belial sempre più vicini e si rese conto che gli stava sedendo addosso a cavalcioni.
“Allora, angioletto, stasera ci divertiamo un po’” disse Belial in un sussurro all’orecchio di Aziel, avvolgendogli i fianchi nudi con le sue mani fredde.
L’angelo sorrise appena, un secondo prima che le labbra del demone si impossessassero delle sue senza preavviso. Belial non perse tempo, immediatamente cacciò la lingua nella bocca dell’amante e lo baciò con passionalità, accarezzando la sua pelle lattea con mani frementi e veloci.
Poi scese a torturargli il collo. Quel collo diafano e longilineo, da mordere.
Aziel si lasciò sfuggire un gemito di piacere, che si prolungò non appena Belial scese ulteriormente con la bocca fino a mordergli con dolcezza un capezzolo.
“Muoviti...” sussurrò il biondo, lottando contro le corde che gli tenevano le mani bloccate dietro lo schienale della sedia.
Belial ridacchiò e lasciò per un momento in sospeso il suo lavoro. Ciò che nel modo più assoluto riusciva a farlo eccitare senza riserve era proprio sentire Aziel supplicarlo di andare avanti, di muoversi, sentirlo dire che non ce la faceva più e doveva prenderlo immediatamente.
E il tutto era ancora meglio se l’angelo si trovava, come in quel momento, in sua completa balìa.
“Dimmi che vuoi essere scopato...” borbottò il demone cominciando a stuzzicare l’erezione dell’altro con due sole dita.
Aziel cominciò a inarcarsi, si morse il labbro.
“Dillo...” continuò Belial sorridendo beffardo, massaggiando il pene dell’angelo con la mano.
“Bel...” si lagnò l’angelo quasi allo stremo della sopportazione, arcuando ancora di più la schiena a chiudendo gli occhi con forza. “Prendimi” disse poi con un gemito, tremando in modo incontrollabile.
“Come?”
“Scopami” urlò il più piccolo fuori controllo, mentre l’altro non smetteva di stuzzicargli i genitali con un sorriso malefico stampato sul volto.
Belial rise e si staccò velocemente da lui, lasciandolo improvvisamente vuoto.
Aziel si lasciò ricadere mollemente sulla sedia con un sospiro. Sapeva che Belial sarebbe andato a slegarlo per portarlo sul letto e scoparlo. Al demone non piaceva stare scomodo quando si faceva sesso, persino farlo in piedi non era nei suoi gusti.
“Scusa” mormorò Belial prima di rompere la corda che stringeva i polsi dell’angelo con gli artigli e lasciando, per sbaglio, anche un graffio sulla mano dell’amante.
“Non potresti usare delle manette?” si irritò Aziel alzandosi in piedi una volta libero.
Belial alzò un sopracciglio, a sentire quelle parole, mentre Aziel si rese conto di ciò che aveva detto con un secondo di ritardo.
“Cioè, non che non mi vadano bene i tuoi metodi” borbottò il biondo indietreggiando di un paio di passi nel buio rischiando di inciampare in qualche indumento gettato a terra, “ma...”
Belial non gli diede il tempo di parlare ancora, in un secondo gli fu accanto, lo afferrò malamente per un braccio e lo spinse sul letto.
“Stai zitto” gli disse pianissimo facendolo rabbrividire. “Credo che ti servirà ricordare chi comanda qui.”
Aziel si raggomitolò su un fianco, capendo ciò che sarebbe successo. Sebbene Belial non gli avesse mai fatto veramente male, sapeva essere molto sadico e sapeva colpire tutti i suoi punti deboli per farlo sentire umiliato e sottomesso.
Belial lentamente gli fu addosso, lo fece allungare sul letto a pancia in giù e gli fece alzare il bacino tenendogli la testa schiacciata sul letto con una mano. La sua posizione preferita per prenderlo era proprio quella, anche se la usava molto raramente, in cui si sentiva dominatore e poteva fargli tutto ciò che voleva udendo solo lontanamente i suoi mugolii di dolore.
“Bel io non... non intendevo...” borbottò l’angelo mentre Belial, inginocchiato dietro di lui, si preparava a prenderlo.
“Ssh” disse il demone lasciando correre un dito lungo la schiena nuda dell’amante. “Taci un po’ Aziel”.
Il biondo percepì chiaramente il sadismo nella voce dell’altro, ma tentò di non darci troppo peso. Dopotutto ormai sarebbe dovuto essere abituato alle provocazioni di Belial.
Senza perdere tempo, il demone cercò l’apertura dell’altro. Solitamente si premurava di prepararlo almeno un minimo, oppure gli concedeva di stare a pancia in su come preferiva. Ma non quella notte. No.
Aziel doveva ricordare chi comandava tra loro due.
Gli erano state date troppe concessioni ultimamente, rifletté Belial. Era ora di tornare a essere quelli più carnali ch’erano prima, non più una coppietta gay che passa il sabato sera a bere birra e mangiare pop-corn davanti uno stupido film.
“Bel...” gemette Aziel quando capì che voleva entrare dentro di lui con durezza, senza curarsi del suo dolore, come faceva molti anni addietro.
“Taci” ripeté Belial togliendo la mano dalla testa bionda dell’altro per posargliele entrambe sul bacino, questa volta con un tono di voce assai più inflessibile, come se sotto di sé non ci fosse quello ch’era il suo amante da secoli ma il gigolò di turno.
L’angelo fece appena in tempo a mordere un lembo del lenzuolo del letto e, nonostante ciò, l’urlo che uscì dalle sue labbra si sentì per tutta la casa.
Belial era entrato completamente con una spinta sola.
Non lo faceva da anni.
Aziel si risentì come si era sentito le prime volte che aveva fatto l’amore con lui: sporco.
Come se quello che stesse facendo fosse impuro, come se l’attrazione stessa che provava per il demone fosse impura.
Come se il loro amore fosse sbagliato. Come se l’amore, proprio l’amore, il sentimento sommo, potesse essere sbagliato.
Senza neanche rendersene conto, liberò qualche lacrima e strinse convulsamente i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne.
Erano secoli che Belial non gli faceva così male. Secoli che a letto, nonostante l’erotismo e la lussuria, stava attento a non fargli provare troppo dolore.
“Bel ti... ti prego” biasciò con un filo di voce l’angelo, mentre l’altro cominciava a muoversi dentro di lui.
“Rilassati” fu la risposta secca del demone. “Se resti così teso ti farà più male, lo sai. Quindi cerca di rilassarti.”
“Per favore...” supplicò nuovamente Aziel affondando il viso nel materasso.
Belial lo ignorò e diede una spinta più forte. Da quanto tempo non possedeva Aziel così? Da quanto tempo gli accordava preliminari, carezze e sdolcinerie varie? Da quanto tempo non faceva sesso puro, come quello di un demone degno del suo nome?
Stava godendo da matti dentro l’angelo. Lo sentiva fremere sotto di sé, gemere, sottostare alla sua volontà.
Il demone non andò avanti per molto, decidendo che gli bastava aver soddisfatto il suo piacere velocemente. Si liberò dentro Aziel, poi uscì da lui e si stese sul letto a pancia in su sorridendo soddisfatto.
Osservò l’angelo che, incapace di vedere, si stendeva lentamente al suo fianco tastando il letto con le mani e gli dava le spalle.
Dopo il sesso, di solito, Aziel gli si raggomitolava addosso e si addormentava con la testa sul suo petto.
Belial capì che il biondo doveva esserci rimasto male per qualcosa, altrimenti non gli avrebbe mai e poi mai voltato le spalle.
“Azi...” lo chiamò piano, alzandosi appena sul materasso puntellandosi sui gomiti. “Azi rispondimi” disse nuovamente dopo qualche istante, allungando una mano verso la sua spalla per scuoterlo.
Aziel si voltò a guardarlo e a quel punto Belial capì. Stava piangendo. Aveva pensato che le lacrime che l’angelo aveva fatto uscire mentre facevano l’amore fossero per il dolore fisico, non per qualche stupido sentimento che quel biondino provava per lui.
Belial aprì bocca ma non gli venne in mente niente di intelligente da dire, così la richiuse in fretta.
“Non sforzarti di dire nulla” disse Aziel piano. “Tanto non hai capito. Non puoi capire.”
Il demone aprì la bocca per la seconda volta, e per la seconda volta la richiuse in fretta rendendosi conto che non trovava le parole.
Cosa avrebbe dovuto dirgli, dopotutto?
Mi dispiace? Non gli dispiaceva affatto, si era sentito benissimo a dominarlo in quel modo animalesco e istintivo, senza passionalità né sentimentalismi. Perché mai avrebbe dovuto dispiacersi di un qualcosa cosa che l’aveva appagato?
Scusa? Era un demone, non si scusava, non tornava sui suoi passi, non provava pietà, non aveva la stessa sensibilità dell’angelo.
Era vero, non poteva capire ciò che Aziel stava provando in quel momento. Suppose che si sentisse ferito, violato, come gli aveva detto anni e anni addietro.
Non poteva capire, l’angelo aveva ragione. Ma nessuno dei due poteva farci nulla.














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Ecco a voi il primo capitolo, che mostra un po' il rapporto tra l'angelo e il demone, che comunque sarà sempre più chiaro man mano che la storia andrà avanti.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
Echelon_Sun

 
PS. Pensate che il rating arancione vada bene o dovrei metterlo rosso? LOL
 
  
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