CAPITOLO 6. Dubbi
La notte passa senza che io abbia incubi. Va detto che sarebbe impossibile anche per me sognare, dato che proprio non riesco a chiudere occhio. Sento al mio fianco il respiro regolare di Peeta, ma non mi calma per niente. Lui si è addormentato quasi subito e di certo non posso svegliarlo per dirgli che sono inquieta. E soprattutto non posso dirgli che è a causa sua che mi sento così. Forse è perché per la prima volta mi rendo conto dei miei sentimenti. Prima era tutto confuso. Non sapevo mai fino a che punto arrivava l'amicizia. Per non parlare del rapporto con Gale, che ha decisamente complicato le cose. Diciamo pure che fino a questo momento ho fatto di tutto per non pensare all'amore. Perché non mi voglio sposare. Non permetterò a nessuno di portarmi via qualcuno un'altra volta, e avere figli non farebbe che rendermi più vulnerabile. Ma se dicessi di sì a Peeta adesso chissà cosa potrebbe portare il futuro. La verità è che sono egoista e non posso rinunciare a lui. E se per averlo al mio fianco devo cedere all'amore, quasiasi cosa questa parola voglia dire, non so se avrò la forza di resistergli. Al momento non riesco ancora a capire fino a che punto si siano spinte le mie emozioni. Certo, questi baci sono stati incredibilmente piacevoli e io voglio molto bene a Peeta. È grazie a lui se ho ricominciato a sperare nel futuro e ho iniziato a riprendere in mano la mia vita. Che sia amore? Non lo so. Devo solo provare a lasciarmi andare, solo così riuscirò a capirci qualcosa sul serio. Questi sono i pensieri che mi accompagnano per tutta la notte. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto di un'imminente visita a Capitol City con tanto di intervista, è facile capire come prendere sonno mi sia oramai impossibile. È appena spuntata l'alba quando non ce la faccio più e mi alzo per fare una doccia, sperando che almeno l'acqua bollente riesca a sciogliere magicamente i miei nervi tesi. Inutile dire che non ho successo. Esco dal bagno con i capelli che mi bagnano la schiena provocandomi la pelle d'oca lungo le braccia e con indosso una leggera vestglia di seta sopra alla biancheria. Stravolta da questa notte insonne, con la mente offuscata e tutt'altro che lucida, scendo al piano di terra e mi piazzo davanti alla stufa sedendomi su un morbido cuscino. Pian piano cedo alla stanchezza e mi sdraio a terra sul tappeto. Sento le palpepre farsi pesanti e mi addormento. Quando riapro gli occhi è primo pomeriggio. La mia testa è appoggiata sul braccio di Peeta. Mi muovo piano per non svegliarlo, ma i miei movimenti sono impediti da una pesante coperta di lana che mi avvolge completamente e che mi sta facendo sudare. È assurdo che io non mi sia svegliata mentre lui mi riportava al piano di sopra e mi metteva a letto. Ovviamente Peeta è già sveglio e quando sente che mi muovo cerca di aiutarmi a liberarmi dal mio bozzolo. Quando più nulla impedisce i miei arti, mi riposiziono più comodamente appoggiando il capo sul suo petto. -Potresti spiegarmi come ho fatto a finire di nuovo a letto senza svegliarmi? Mi sembra impossibile- gli dico sinceramente. Lui ride piano e si limita ad alzare le spalle. Mi sollevo per guardarlo negli occhi. Non devo avere un bell'aspetto perché lui si incupisce un po'. Velocemente mi sottraggo alla sua vista e riacquisto la mia posizione iniziale. -La vera domanda è perché tu sei finita in salotto.- dal tono sento che sta sorridendo. -Non riuscivo a dormire.-. -Beh, certo, adesso è tutto molto più chiaro!- dice lui enfatizzando l'avverbio. Prima di riuscire a trattenermi gli lancio un cuscino sul viso. Lui lo afferra e scherzosamente ricambia il gesto. Ridendo iniziamo una lotta che finisce con me vincitrice, seduta comodamente sul suo bacino. - Hai vinto, hai vinto! Pietà!- grida per gioco lui. Haymitch entra due secondi dopo, con il fiato corto. -Che cosa diamine sta succedendo qui?- mi sposto velocemente e scendo dal letto, rossa in faccia. La situazione potrebbe anche sembrare equivoca. Anche Peeta si alza, ma più lentamente rispetto a me. -Buongiorno anche a te, Haymitch! Non sta succedendo niente comunque, stavamo solo giocando un po'-. -Lo vedo, ragazzo. Ma alla vostra età dovreste iniziare ad occuparvi di giochi un po' diversi, non so se si capisce...-. Alzo gli occhi al soffitto. -Certo, come dici tu. Comunque se sei venuto qui per riproporci il favoloso invito della presidente sappi che non abbiamo ancora deciso. O almeno, io non l'ho fatto.-. -Calma, dolcezza. Ero passato solo per vedere se andava tutto bene. Ieri eri particolarmente scossa e quando stamattina non vi ho visti pensavo ci fossero problemi.-. -Grazie, Haymitch. È tutto apposto.- anche questa volta è Peeta a prendere le redini della conversazione e a dare voce alle parole che restano mute nella mia gola. -Lo vedo. Comunque, Katniss, non è che voi abbiate molta scelta. Come dire, lei è pur sempre la Presidente. Giovedì arriverà Effie per accompagnarci tutti a Capitol.- esce dalla stanza prima che io possa ribattere. Grazie a chi segue la mia storia, spero continui a piacervi! Mi dispiace che questo capitolo sia più breve del solito, mi farò perdonare con il prossimo (spero)... Ciao, a presto :)