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Autore: Larathia    16/04/2014    1 recensioni
Una versione più cupa di FF8, abbastanza vicina al canon, anche se non esattamente canon. Raccolta di oneshot leggibili comunque in ordine cronologico. Tensione sessuale irrisolta tra Squall e Zell.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Squall Leonheart, Un po' tutti, Zell Dincht
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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BETWEEN ONE AND PERDITION
scritta da Larathia, tradotta da Alessia Heartilly
II. In fuga

Il potere luccicò nella cella, e poi si spense. Era come il sollevarsi di una nebbia - il campo anti-magia era disattivato.

Squall, picchiato e incatenato, richiamò nella sua mente e invocò. Quetzal, vieni. Distruggi. L'obiettivo era lui stesso, le sue catene. E, fluttuando non appena venne formulato il pensiero, l'uccello del tuono venne. In Junction, i potenti colpi di tuono erano una fonte curativa di energia che spezzò le catene e lo lasciò cadere, boccheggiando, al suolo.

Tempo. Non ce n'era. L'invocazione avrebbe dovuto portare guardie, ma Squall non sentì nulla fuori dalla porta. Quasi niente. Selphie e Quistis stavano litigando nella cella accanto su quale fuga fosse possibile: "senti, congela il metallo e basta e si romperà, possiamo scappare -" "e ci spareranno subito. Aspetta e fammi vedere cosa c'è là fuori, prima che tu ci faccia ammazzare."

Magie, sì. Il ghiaccio era più silenzioso, ma non c'era - non poteva esserci - molto tempo. Meglio morire fuggendo che aspettare che lui tornasse, ma ancora meglio andarsene puliti. Chiavi. Il bastardo le aveva lasciate - proprio alla portata di Zell, sapendo che lui non poteva arrivare fino lì. "Aspettate," sbottò rivolto alla sua porta, sperando che le ragazze lo sentissero perché di sicuro non si sarebbe messo a urlare, e barcollò per raggiungere le chiavi. Il suono fece trasalire Zell, e Squall non aveva tempo per rassicurarlo. Afferrò le chiavi e le provò nella porta della sua cella, una ad una fino a quando la serratura scattò. Grazie a Hyne non stava giocando con noi - lei lo sta facendo diventare stupido -

E letale. Chiuse la mente a quel sentiero di pensieri prima di sentirsi male. Non c'era tempo. Corse meglio che poteva all'altra cella. "Chiavi. Liberala, Quistis." Aveva fatto quello che aveva fatto lui, lo sapeva - la junction, così che l'invocazione su di sé la guarisse. Aveva preso Shiva - nonadesso - e quando lui aprì la cella Selphie era libera e Quistis, come lui, aveva catene che pendevano dai polsi e dalle caviglie - le sue erano chiaramente ghiacciate, e quelle di lui mezze sciolte.

"Quanto abbiamo prima che ci notino?" chiese Quistis mentre correvano fuori.

"Non so," disse Squall, tornando alla cella. "Andremo il più lontano che possiamo."

"Armi?" chiese Selphie, speranzosa, seguendoli. "Zell è l'unico - oh mio dio -"

Gli occhi di Squall quasi bruciavano quando sollevò attentamente Zell. "Non oggi, non lo sarà," ringhiò. "Se le troviamo, grandioso. Se no, prendete quello che potete da chiunque sia sulla nostra strada. Dirigiamoci al tetto."

Selphie sembrò confusa nel mezzo secondo che servì a Quistis per annuire e prenderle la mano, strattonandola in una corsa. Squall, più lento, corse dietro di loro. Si chiese se potevano fallire. A Galbadia non piaceva pubblicizzare le sue prigioni - la maggior parte delle strutture era nel profondo sottosuolo, per nascondere le loro dimensioni. La via d'uscita doveva essere in alto. Le junction erano una scommessa; finché il campo anti-magia rimaneva disattivo, avevano un vantaggio tremendo. Se veniva riattivato in qualsiasi momento, significava che tutti loro sarebbero scivolati in uno stato passivo e semi-sonnolento e non sarebbero stati in grado di resistere alla ricattura. Dovevano andare il più lontano possibile, il più veloce possibile. I piedi nudi di Squall non scivolavano sul pavimento di metallo a grate, ma sentiva i passi degli stivali delle guardie che si facevano più forti, più vicini.

Quistis rallentò accanto a lui. "Dobbiamo lasciarlo," disse il più forte che osava. "Dobbiamo -"

"Tutti o nessuno," sbottò Squall, e le allungò Zell. Iniziarono a correre di nuovo. "Portarlo tu per adesso. Quando sei stanca, dallo a Selphie. Quando lei è stanca, ancora a me. Usciremo tutti."

Lei strinse le labbra ma obbedì, correndo meglio che poteva. Per rifiutare l'ordine avrebbe dovuto lasciar cadere a terra Zell lei stessa, e per quanto fosse dura non poteva farlo.

Non con la sua vista ancora fresca in mente. Le mani e le braccia di Zell erano rotte - schiacciate - fino ai gomiti, e penzolavano prive di energia. E quello era solo l'inizio di - non pensarci Squall saltò su una guardia, atterrando dritto sul collo dell'uomo, e ci volle un solo secondo per prendergli la pistola. Corse avanti mentre Quistis, stanca, passava Zell a Selphie. Silenzio, e velocità - alzò la testa di botto quando sentì dei colpi d'arma da fuoco da sopra. E un alleato? "Dobbiamo avere delle armi prima di arrivare su." E guardie dietro di loro.

Gli occhi di Quistis erano luminosi, quasi luccicanti, e Squall distolse velocemente lo sguardo. Evidente era vicina al limite; infuriata, Quistis aveva troppi trucchi magici nella manica.

"Non posso..." ansimò Selphie quando fecero una curva e si avvicinarono a una scala. "Squall... non di sopra..."

"Mio," disse Squall, passandole la sua arma trafugata e riprendendo in braccio Zell. Non c'era tempo per una cura. Non c'era tempo di sistemare le ossa e lui non aveva intenzione di fare un pasticcio. "Coprimi," ordinò, e Selphie, ancora boccheggiando, sollevò la pistola e corse su per le scale. Non sparando - non potevano permettersi di perdere alcun proiettile o attirare attenzione su di sé con il suono. I piedi dolevano per la corsa senza scarpe sulle grate, ma era un vantaggio nascosto - non facevano rumore sui pavimenti di metallo, ma gli stivali delle guardie risuonavano ed echeggiavano nei corridoi.

Selphie era brava; un colpo, e quando Quistis salì le scale Selphie le gettò una pistola. Ora due erano armate. Squall spostò l'attenzione dal peso di Zell sulle braccia, i sobbalzi e i piccoli suoni ad ogni movimento brusco - e ce n'erano molti. Parte di lui li mise via per gli incubi del futuro, ma ora non c'era tempo.

"Beh, salutate la pattuglia di salvataggio!" gridò una voce felice, e Squall quasi gli urlò di fare silenzio prima di mordersi la lingua. Irvine! e Rinoa - e senza catene o abiti da prigionieri.

"Non così forte!" sibilò, e allungò velocemente Zell a Rinoa. "Fallo cadere e te ne pentirai." Voltandosi verso Irvine, trascinando di nuovo tutti nella corsa, disse, "due pistole e Zell è incosciente, ma abbiamo le junction. Dimmi che qualsiasi cosa avete fatto al generatore durerà."

"Almeno un'ora," annuì Irvine. "Ci ho lanciato sopra una granata. Oh, e tieni." Estrasse una custodia dal cappotto e gliela allungò. "Un gunblade di scorta, il tuo vecchio modello. Non avevo idea di dove fosse quello nuovo."

"Come se mi interessasse." Squall si permise un momento di gratitudine per il fatto di aver comprato un nuovo gunblade prima di partire per quella dannata missione. Tolse il suo Revolver dalla custodia e lo fece roteare - controllò il tamburo e si scoprì del tutto armato. "Grandioso." Un'altra curva, un'altra scala. "Copritemi."

La corsa si fece sfocata, dopo - sembrava che Irvine si fosse trascinato dietro metà della guardie della prigione, e Squall si trovò ad aprirsi la strada tra molte mentre risuonava un colpo dopo l'altro. Non sprecò i suoi proiettili, li usava solo quando aveva una traiettoria pulita verso molti obiettivi allineati a prendere le esplosioni. Uccidere. Ucciderne il più possibile, aumentare le possibilità di uscire per gli altri. Tutto si sfocò, lo spruzzo di sangue e lo scatto delle ossa e le urla sotto il fuoco infinito. Le ragazze dovevano aver raccolto più pistole, ormai.

Quando vide la luce del giorno attraverso le finestre si voltò indietro, aprendosi la strada all'indietro fino a quando furono tutti insieme. Rinoa era chiaramente esausta; ordinò a Selphie di riprendere Zell e di dare la pistola a Rinoa, sperando che lei ricordasse come usarla. Tutti. Tutti fuori. Doveva sperare, e quella era una cosa amara. "Quistis - invoca."

La luce del giorno, ma non la salvezza. Rinoa invocò Carbuncle per avere la sua protezione, mentre Irvine sparava rapidamente alle guardie sulle mura. Squall invocò Quetzal e sentì la tempesta aprirsi in lui mentre una raffica di aria glaciale arrivò da Quistis; congelare i cancelli, poi distruggerli.

E liberi. Squall riuscì a malapena a non cadere semplicemente dall'altra parte - inutile, stupido. Tutti fuori - fuori - stare coperti, Irvine ha una macchina -

Più tardi, Squall non riuscì a credere che avesse davvero funzionato. Una serie, una serie lunga, di fare l'unica cosa che andava fatta in quel momento - ed erano fuori. Vivi, liberi, con Irvine al volante e il piede sul metallo, a gridare attraverso il deserto.

Ora era il momento. Intorpidito, esausto, Squall fece cenno a Quistis di avvicinarsi e iniziò a sistemare ossa.

"Cosa è successo?" chiese Quistis - altrettanto intorpidita, altrettanto stanca, sistemando attentamente le dita di Zell e usando magie per rimarginare le fratture.

Squall aprì la bocca. La chiuse di nuovo. Sentì le spalle stringersi contro la rabbia e il senso di colpa e cose familiari e senza nome. "Seifer," disse a denti stretti, e inghiottì bile quando Zell fece una smorfia a quel nome, solo semi cosciente di ciò che lo circondava. Squall si chinò sulla sua mano, la sistemò e guarì un altro dito. Il solo guarire Zell li avrebbe svuotati delle magie, ma tutti gli altri potevano camminare, almeno.

"Dobbiamo riportarlo al Garden," disse Quistis. "Questo è - è troppo."

"Non c'è tempo," disse Squall. "Seifer è diventato un chiacchierone. Dobbiamo prima evitare che i Garden vengano rasi al suolo."

Selphie, ubriaca di adrenalina ed esausta, iniziò a ridacchiare. "Seifer... chiacchierone..."

"Comunque non è - una stanza d'albergo, allora," disse Quistis. "Qualcosa."

Sistemare. Invocare la magia. Sistemare. Invocare la magia. Squall si risparmiò una magia per il viso, pieno di lividi e tagli e sanguinante e gonfio. "Chiedilo a lui."

"Starai scherzando," disse Quistis atterrita. "Non può muoversi!"

"Ci sto lavorando," disse in tono piatto Squall.

"...Squall..." arido, ansimato, mise tutti a tacere.

"Stai fermo," rispose Squall. "Il danno -"

"...Vero?" Dita appena guarite strinsero il sottile tessuto da prigione.

Squall si sentì come se fosse stato trasformato in pietra. Vero? Seifer aveva detto molte cose, alcune vere, alcune no. Ma non era la ragione per cui Squall scelse di rispondere con, "ci conosci, Zell." Annuì bruscamente a Quistis - continuare a guarire - e lei, riluttante, obbedì. Poteva non essere d'accordo con lui, ma era troppo ben addestrata per non ubbidire ad un ordine.

Ci conosci. Non era proprio vero. Zell non aveva idea di quanto fossero vere alcune delle accuse, quanto Squall fosse stato vicino, sotto la nebbia del campo anti-magia, a gridare, ma non in quel modo. Era felice di non averlo fatto. Era un desiderio - di stringere, proteggere, amare - ma era un vecchio desiderio familiare e che poteva contenere. Le mani di Squall toccarono solo per sistemare ossa, invocare magie. Non mostrarono nulla di aver mai voluto qualcos'altro. Nient'altro. Seifer era stato un chiacchierone, ma il prezzo delle informazioni era stato davvero alto.

Guarda bene, Squall. Non è grandioso l'amore?

Non amore. No. Squall lo aveva chiuso a chiave. Lo aveva inghiottito, rinchiuso lontano. Tastò, con attenzione, le ossa rotte, cercando di non sobbalzare mentre la jeep correva lungo le piane del deserto. Sistemare, e guarire. Sistemare, e guarire.

"Squall... è mio."

"Sì."

L'amore stava dando ciò che l'amato voleva ricevere. Squall si aggrappò a questo, e sistemò un altro osso.

*****
Nota della traduttrice: come sempre, ogni commento sarà tradotto e inviato all'autrice, così come ogni sua eventuale risposta sarà riportata come risposta alla recensione (nei siti che lo permettono) o comunque sul mio blog.
Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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