Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sihu    17/04/2014    1 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 77

FACCIA A FACCIA

 

Nonostante Ron ed Hermione avessero bollato l’idea di Harry come assurda, il suo piano come folle e gli avessero quasi tolto il saluto, Ginny aveva deciso di dare una possibilità al suo ragazzo. 

Dopo la discussione, Neville si era semplicemente rifiutato categoricamente di tornare sull’argomento. Voldemord era cattivo, loro i buoni. Punto, fine della discussione. Trattare con lui voleva dire buttare alle ortiche i sacrifici dei suoi genitori e di tutti coloro che avevano creduto nell’ordine della fenice, battendosi e morendo per esso. 

Ron era confuso, Hermione silenziosa. Entrambi conoscevano abbastanza Harry da escludere che fosse impazzito improvvisamente. Ci doveva per forza essere dell’altro che Harry non aveva detto loro. Un dettaglio insignificante che sfuggiva loro e che non permetteva di comprendere il piano di Harry.

Ginny invece voleva credere in lui. Era Harry, l’amore della sua vita ed il futuro padre dei suoi figli e lei doveva concedergli quella possibilità. Lo avrebbe aiutato ad uscire dal castello, in cambio lui avrebbe riportato a casa la pelle e non avrebbe permesso al loro nemico di fare del male ad altre persone. Tutto sarebbe finito e loro avrebbero potuto godersi il loro lieto fine e quella vita tranquilla e noiosa che agognavano tanto.

Lo scambio sembrava ragionevole ed Harry aveva accettato.

“Come farai a trovarlo, una volta fuori dal castello?”

Aveva chiesto Ginny, ansiosa. Che ne sarebbe stato di Harry una volta uscito dal castello? 

“Sarà lui a trovare me.”

Aveva ribattuto Harry, sfiorando delicatamente con la mano la guancia della ragazza per tranquillizzarla. Trovare il suo nemico era l’ultimo dei suoi problemi, da che era al mondo era sempre stato lui a cercarlo per ucciderlo. Lo avrebbe trovato anche questa volta, non avrebbe mandato uno dei suoi sottoposti a fare il lavoro sporco al suo posto.

Ginny annuì con forza cercando con quel gesto di scacciare tutte quante le sue paure. Harry stampò un delicato bacio sulle sue labbra.

“Torno presto.”

Mormorò a bassa voce, prima di sparire dalla vista della ragazza. Ginny rimase sola nella stanza buia a riflettere su quelle parole. Le ultime che aveva sentito uscire dalla bocca del ragazzo che amava se qualcosa fosse andato nel modo sbagliato. 

 

Il ragazzo che era sopravvissuto sgattaiolò veloce fuori dal castello. Voleva scappare da Ginny prima di ripensare al suo piano. 

Perchè doveva essere per forza lui a decidere le sorti di questo mondo?

Per un momento non desiderò altro che essere uno studente qualsiasi, non Harry Potter. Sospirò, poi scacciò quel desiderio e si concentrò sul suo piano. Se doveva affrontare il suo peggior nemico tanto valeva farlo bene. In fondo lui aveva un vantaggio su di lui, sapeva ogni cosa e poteva quasi prevedere ed anticipare le risposte di Tom Riddle.

Harry si concentrò ed improvvisamente si ritrovò a Godrig Hollow, dove tutto era iniziato. Guardò la casa dei suoi genitori - ancora in piedi, ben lontana dal crollare sotto in peso delle maledizioni di Voldemord - e sorrise. C’era qualcosa di rassicurante in tutto quello che stava accadendo. Le cose si sarebbero concluse là dove erano iniziate.

Qualche ora dopo la profezia di Harry si era avverata. Aveva sentito un rumore alle sue spalle e aveva avvertito chiaramente una presenza oscura nella stanza.

“Ciao Tom.”

Salutò Harry, senza nemmeno girarsi verso il nuovo arrivato. Sapeva benissimo chi era il nuovo arrivato e perchè si trovava lì.

“Scocciatore.”

Ringhiò l’altro, mascherando con la rabbia la sua sorpresa nell’essere sfidato da un ragazzino, un giovane uomo che non aveva ancora terminato gli studi e che era tanto impertinente da chiamarlo per nome. Proprio come faceva quello scocciatore del suo vecchio professore Albus Silente.

Harry si voltò lentamente e fissò a lungo il suo nemico con un ghigno divertito sulle labbra. Era diverso dal mostro che si era trovato di fronte così tante volte, eppure l’aura malvagia e quel perverso carisma che sapeva emanare era lo stesso. 

“Sei più giovane di quanto ricordavo. Ed hai ancora il naso.”

Osservò Harry, per nulla impressionato. Ancora una volta Tom Riddle ringhiò, infastidito dalla tranquillità ostentata da quel ragazzo poco più che maggiorenne.

L’uomo che si parava di fronte ad Harry era più attraente e meno spaventoso del mago che aveva conosciuto ma il ragazzo sapeva bene che non doveva farsi ingannare.

Qualcosa nel suo viso e nel tono della sua voce spingeva le persone a fidarsi di lui. Se non avesse conosciuto tanto bene il suo avversario anche lui avrebbe potuto rimanerne ammaliato. Più guardava il viso di Tom, più capiva le scelte di Piton e Regulus nel tempo dal quale proveniva. Guardando il suo nemico ora era difficile decidere se fidarsi di lui oppure combatterlo.

“Ti impunterai fino alla fine?”

Chiese quella strana versione di Tom Riddle che gli si parava davanti, ritrovando la calma. 

“Che vuoi dire?”

Chiese Harry, facendo comparire dal nulla una poltrona per mettersi comodo. Qualcosa gli diceva che quella conversazione sarebbe durata a lungo.

“Ho conosciuto una versione di Bellatrix più adulta di quanto avrebbe dovuto essere. Una folle, ingestibile ed ossessionata dalla vendetta. Mi ha chiesto di potersi unire a me, voleva servirmi ma ho rifiutato. Prima di lasciarla andare via però, ho guardato nella sua mente.”

Iniziò a raccontare il signore oscuro, interrotto da una risatina di Harry.

“Tipico di te, sei noioso e prevedibile tutto sommato.”

Mormorò il mago più giovane, alzando le spalle. Aveva previsto quella mossa, dopo tutto Voldemord era sempre stato un maniaco del controllo.
“Ho visto tutto. So tutto. Non hai più nessun vantaggio su di me.”

Tuonò l’altro, cercando di spaventare quel giovane mago che rideva di lui piuttosto che tremare al suo cospetto.

“Onestamente Tom, era quello che volevo. Volevo che tu sapessi tutto quanto, così sarebbe stato tutto più semplice.”

Iniziò Harry, certo che quelle parole avrebbero attirato l’attenzione del suo interlocutore.  

“Allora perchè sei qua?”

Chiese Tom, spazientito. Per la prima volta aveva incontrato qualcuno capace di farlo sentire confuso e senza il controllo della situazione. Avrebbe potuto cercare di ucciderlo, forse ci sarebbe perfino potuto riuscire, eppure sentiva che doveva lasciare che quel fastidioso ragazzino gli spiegasse tutto quello che gli frullava per la mente. 

“Volevo proporti un accordo.”

Ribatté Harry, sicuro di sè. Voldemord aveva avuto molte occasioni per farlo fuori e non ne aveva mai sprecata nessuna. Se non lo aveva ancora colpito con una maledizione - ne aveva provato a farlo - allora voleva dire che era davvero interessato a ascoltare le sue parole e la sua proposta.

“Tu faresti un accordo con me?”

Chiese il signore oscuro, divertito. Questa volta era il suo turno di ridere del suo nemico.

“Silente ha giocato con la mente di entrambi. Nel mio tempo hai sterminato la mia famiglia, io ho messo fine al tuo impero. Direi che nessuno ci ha guadagnato, tu che dici? Lascia stare le persone a cui tengo e potremo trovare un accordo. Pensaci, ognuno potrebbe avere ciò che vuole.”

Spiegò Harry con insospettabile lucidità. Tom rimase per qualche istante in silenzio, riflettendo su quelle parole. Il ragazzo aveva ragione, il destino aveva giocato con la vita di entrambi in modo subdolo mettendo fine a quella battaglia senza vinti o vincitori. Avevano perso entrambi. Il potere, la vita oppure la famiglia. Che differenza poteva fare il resto?

“E questo quello che proponi? Che razza di accordo è?”

Chiese Tom, indispettito. Il ragazzo che aveva di fronte non aveva la minima paura di lui e certamente se si fosse impegnato seriamente nel cercare di ucciderlo sarebbe stato davvero una scocciatura. Perchè allora gli proponeva un’accordo piuttosto che combatterlo?

“Sai Tom, noi due siamo simili.”

Iniziò Harry, subito interrotto dal suo nemico.

“Questa è l’idiozia più grande che abbia mai sentito.”

Tuonò il Signore Oscuro.

“Ho detto simili, non uguali. Entrambi orfani, soli al mondo, cresciuti da persone che ci odiavano e tutto il resto. Ora, se tralasciamo il fatto che io sono rimasto orfano essenzialmente per colpa tua, la differenza sta nella reazione. Io mi sono costruito una famiglia, degli affetti, mentre tu hai scelto di essere solo, spietato e potente. E di sterminare la mia famiglia.”

Continuò Harry, certo di avere conquistato l’attenzione del suo nemico.

“Vai avanti.”

Mormorò l’altro, senza alcune inflessione o emozione nella voce.

“Tu voi il potere assoluto, io solo la mia famiglia. Nel mio mondo hai già vinto tu. Tutto quello per cui abbiamo lottato è perso, ma tu sei morto.”

Spiegò Harry, incrociando le braccia sul petto. Aveva fatto la sua proposta, adesso toccava a Voldemord fare la sua mossa. Le parole del mago oscuro avrebbero deciso il destino del mondo e di quella assurda ed insensata guerra.

“Potresti combattermi ancora, perchè vuoi un accordo con me?”

Chiese Tom. Per la prima volta incontrava un mago capace di attirare la sua attenzione. 

“In una guerra si perde sempre qualcuno, ed io sono stanco di assistere a funerali. Pensa alle mie parole.”

Rispose Harry, alzandosi dalla sedia. Con un gesto veloce fece sparire la poltrona e, date le spalle al nemico, uscì dalla porta. Fu Voldemord a trattenerlo.

“Aspetta, ragazzo. Manderesti il mondo da cui provieni nel caos solo per riavere il tuo padrino vivo?”

Chiese il mago oscuro, incredulo. Mai nemmeno nei suoi più strani sogni aveva immaginato una conversazione come quella.

“Te l’ho detto, in fondo siamo simili.”

Mormorò Harry, prima di smaterializzarsi lasciando il mago oscuro solo a riflettere su quelle strane parole.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sihu