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Autore: Misaki Ayuzawa    19/04/2014    3 recensioni
Chi è Tessa Gray? Ve lo dico subito. Tessa Gray è una povera sedicenne in crisi. Perchè, non solo frequenta il terzo anno di liceo, e si sa, il liceo è un problema per tutti, ma anche perchè non riesce a trovare il libro giusto... si avete capito, è una lettrice appassionata che non riesce a trovare un libro appassionante e questo è un problema per qualunque lettore che si rispetti! Questa, signori è la storia di Tessa Gray e della sua caccia alla "trama perfetta" ma non solo la sua perchè compariranno, con la stessa importanza, gli altri personaggi che fanno di Shadowhunters il ciclo di romanzi che è!
Dal 7° cap.: Il blu si fuse col grigio per diventare tempesta.
Dal 9° cap.: "E che cosa cerchi?"
"Romanzi. Ce ne sono pochissimi. O poesie ... Ci sono soltanto enciclopedie e storici!"
Will si sentì ferito nell'orgoglio. Quella era la sua biblioteca e nessuno la poteva offendere!
Dal 13° cap.: "Ah non preoccuparti! In caso scacciamo via Will!"
"Chissà perchè non credo prenderebbe la cosa con diplomazia ..."
"Mmmm ... forse no" Rise.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Theresa Gray, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 36: Di molestie e attenzioni indesiderate

“E tu cosa ci fai qui?” Le guance di Henry Branwell divennero paonazze per la rabbia nel vedere il suo “avversario in amore” comodamente seduto sul divano della sua ragazza, che in quel momento, tra l’altro, era rientrata nella stanza.
Aveva un’aria dispiaciuta, mentre Woolsey Scott sembrava starsela godendo tutta.
“Io e chérie   dobbiamo discutere di affari privati, gradirei che tu aspettassi fuori.” Per poco dalle orecchie del fulvo non uscì del fumo …
“Henry, sul serio, puoi uscire un secondo solo?” chiese con voce tenera, rivolgendosi molto più freddamente al biondo. “E tu, Woolsey, se mi chiami un’altra volta chérie, ti faccio saltare tutti i denti.”
Henry annuì compiaciuto ma uscì lo stesso dall’appartamento.

“Tu mi stai chiedendo di trovare una donna che la polizia sta cercando da oltre tre anni? Di tentare dove Scotland Yard ha fallito?” Woolsey si grattò il mento, pensieroso.
“Esattamente, e pagherò le intere spese.” Confermò Charlotte, cercando un contatto visivo con l’interlocutore.
“Lo sai che la mia agenzia investigativa si occupa principalmente di uomini che tradiscono le mogli, vero?”
La donna annuì, sedendosi accanto a lui. “Ma so anche che i risultati sono ottimi e che non hai nemmeno un caso archiviato non risolto.”
Woolsey la guardò intensamente. “Affare fatto.”
“Davvero?” Charlotte sgranò gli occhi: non pensava sarebbe stato così facile. Strinse la mano che Woolsey le tendeva ma questo, invece di limitarsi ad un paio di strette, la attirò con forza a sé e le stampò un bacio sulle labbra, cercando, ovviamente, di renderlo più profondo. Charlotte in compenso gli assestò una gomitata nello sterno.

“Mi ha fatto chiamare, signor Lightwood?” Sophie fece capolino dalla porta di Gideon, dopo aver bussato ed essere stata invitata ad entrare.
L’uomo, per tutta risposta, annuì e si alzò dalla sedia, abbandonando la sua agenda e dirigendosi verso la cameriera. “Si. Volevo chiederle se era possibile che mi venissero portati ogni pomeriggio alle cinque, insieme al tè, degli … ehm … degli scones.
Sophie inarcò le sopracciglia. “Certo, non c’è problema. Informerò Bridget immediatamente.”
Fece per andarsene …
“Signorina Collins?”
La cameriera si voltò di nuovo verso l’insegnante, il quale si stava massacrando le pellicine intorno alle unghie della mano destra, per scaricare la tensione. Sophie, tuttavia, non prestò attenzione a quel piccolo e pericolosamente psicotico gesto, impegnata com’era a concentrarsi su come, in pochi secondi, sarebbe stata fuori dalla stanza. Questa fobia per gli uomini minacciava di diventare molto grave … non si era mai ripresa da quando il suo vecchio datore di lavoro, in seguito ad un suo rifiuto alle avance fin troppo moleste, aveva deciso che nessun altro avrebbe potuto considerarla “bella” e aveva pensato bene di sfregiarla. In genere non aveva problemi, ma non conosceva Gideon Lightwood abbastanza da poterlo giudicare, né positivamente né negativamente.
“Mi chiedevo se lei non fosse troppo impegnata con il lavoro per dedicarmi un paio d’ore, un giorno.”
Sophie si irrigidì e Gideon borbottò, accorgendosene:”Sempre che non sia un problema. Cioè … si figuri, cioè” si bloccò e assunse l’aria di chi avrebbe tanto voluto spararsi e con un gesto terminò il discorso:”Lasci perdere. No son capace de hablar, mi Dios. ”
Sophie si chiuse la porta della camera alle spalle, uscendo. Con un mezzo sorriso pensò che, tutto sommato, avrebbe dovuto costruirsi un parere su questo Gideon Lightwood.

Will sbuffò. Non aveva fatto altro, quella mattina. Jem non si era fatto sentire, il che era strano, e Tessa, non poco preoccupata, temette che stesse male. Il fatto che Will fosse di pessimo umore, poi, non aiutava. Non avevano toccato l’argomento “Lilith Damon”, da quando Magnus aveva raccontato l’intera vicenda, e Tessa si era costretta a non porre alcuna domanda a riguardo, per rispetto: non doveva essere stato e non doveva essere facile per Will, tutto questo.
La ragazza tornò a concentrarsi su Grandi Speranze, senza però riuscire a capire veramente il significato delle parole. Dopo qualche secondo chiuse il volume con un sonoro tonfo, ciò, però, riuscì a far spiccicare parola a Will.
“Improvvisamente il tuo amore per Dickens si è dissolto nell’aria come la neve in estate?”
“Non c’è bisogno di essere sempre così acido.” Borbottò Tessa. “Perché invece non mi diletti con una dose del tuo rinomato humour? O con una poesia?”
Il ragazzo incrociò le braccia nude al petto, nudo anch’esso. A quanto pareva, gli si erano incrinate anche un paio di costole, nell’incidente, e l’infermiera dieci minuti prima era venuta a spalmargli la crema e a rifargli la fasciatura (un’attività che non sembrava dispiacerle affatto, con grande disappunto di Tessa) e non si era preoccupata di procurargli una maglietta nuova, in sostituzione di quella che aveva messo a lavare.
“Non sono esattamente dell’umore, per essere il diletto di qualcuno … Anche se” e le lanciò un’occhiata eloquente “mi sembra che non serva che parli, per compiacerti.”
Tessa divenne più rossa dei capelli di Clary e distolse all’istante lo sguardo dai pettorali dell’Herondale, fingendosi molto interessata dal piccolo graffio sul proprio indice sinistro.
“No, ti prego, continua pure … solo che non trovo giusto questa imparità. Sai, gli uomini possono essere timidi quanto le donne riguardo al proprio corpo, non vedo perché io debba stare qui a far mostra del mio charme a chiunque lo voglia e tu no.”
Urlò quando Grandi speranze gli colpì il ginocchio.

“Sei un mostro, Gray!” Will ora era distratto dal brutto livido verdognolo sul proprio ginocchio, anche se non poteva analizzarlo bene a causa del collo bloccato e delle luci spente.
“Così la prossima volta ci penserai meglio, prima di chiedermi di spogliarmi. Zitto e dormi.”
Un Will, ormai provvisto di maglietta e anche di svariate coperte, parve acquietarsi.

Mentre i respiri di Will si erano fatti regolari, Tessa non aveva per niente sonno e il ticchettio dell’angelo meccanico, solitamente tanto rassicurante come la ninna nanna di una madre, non faceva alcun effetto. Quando si alzò in piedi, nell’oscurità mitigata dai flebili raggi lunari, la stanza le girò intorno. Ci vollero alcuni momenti prima che quella fastidiosa sensazione di instabilità avesse fine ma ad un certo punto riuscì a muovere i piedi, uno davanti all’altro. Si avvicinò alla finestra e prese ad osservare il parco che circondava l’ospedale, con le foglie che venivano mosse dalle spire del vento e il verso dei grilli a rompere il silenzio. Stava per voltarsi e tornare a letto, per cercare di dormire un po’, quando con la coda dell’occhio notò un’ombra muoversi furtivamente tra le lunghe ombre degli alberi.

Angolino dell'autrice:Siete contenti, siete soddisfatti? Vi siete divertiti? Io molto, personalmente, a scrivere questo capitolo. Ultimamente questa storia, che era partita come commedia, si era fatta troppo seria e ho deciso di spezzare un pò, prima di riprendere il filo della trama. Vi erano mancati Charlotte e Woolsey, ammettetelo u.u A me si, e continuo a pensare che li adoro insieme ... ma la Fairchild è di Henry, la cosa è stata decisa anni prima della mia nascita ... Ok, mi ritiro.
A presto!

P.S. Colgo l'occasione per sponsorizzare la mia raccolta di missing moments (e non solo) su Will. Ecco qui il link: 
Shadowhunters, 'L'Angelo' di Misaki Ayuzawa (Cap 1) su EFP Fanfiction Spero passerete, giusto per dare un'occhiata!

  
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