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Autore: sfiorisci    21/04/2014    1 recensioni
Sakura è una ragazza timida che vive da sola in un piccolo villaggio.
Un giorno, dopo averci pensato a lungo, lei, il suo migliore amico Red e un altro ragazzo di nome Shin partono per conoscere meglio il mondo.
Viaggiando di villaggio in villaggio verranno a conoscenza di fatti strani, di terribili avventi, che sembrano operano di una maga cattiva: una profezia e l'incontro di altri ragazzi li porterà a svelare un grande mistero.
Più andranno avanti nel viaggio, più i ragazzi si renderanno conto che non è solo il caso che li ha fatti incontrare e che qualcosa, nell'ombra di un vecchio castello, trama proprio contro di loro.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14 − Spiacevoli sorprese

 
 
Ci avevano messo tre giorni per arrivare al suo castello. Tre giorni estenuanti, pieni di allenamenti per fortificare i loro poteri, allenamenti spesso andati male. Erano tutti un po’ spaesati, non sapevano a cosa sarebbero andati incontro. Avrebbero sconfitto demoni? Avrebbero combattuto da soli? In gruppo? Avrebbero semplicemente ucciso la donna? Domande su domande sembravano affollare la loro mente, ma nessuna risposta veniva data loro.
L’unica che sembrava avere tutte le risposte era Mae, che appariva calma e tranquilla anche se una domanda, che si portava dietro da anni, tormentava anche lei: come aveva fatto una semplice donna umana a scoprire la Strega Bianca e a fare una magia tanto potente da derubarla di tutti i suoi poteri?
Era passato molto tempo da quand’era successo, eppure non aveva ancora avuto una risposta. Sperò che prima di sconfiggerla potesse farselo dire, in modo tale da eliminare la minaccia e non permettere che una cosa del genere accadesse di nuovo, in futuro.
Il castello in cui viveva la donna era davvero grande. Anche questo era in mezzo ad un bosco ma, al contrario di quello di Mae, non sembrava cadere a pezzi, anzi, era splendente e ben tenuto. Sarebbero entrati la notte, sperando che le tenebre li nascondessero abbastanza da non farli scoprire immediatamente dalle guardie, la servitù o qualsiasi altra cosa vivesse in quel castello.
Koin, che ora sapeva diventare invisibile per alcuni minuti, fu il primo ad entrare. Rika lo portò in volo sul davanzale di una finestra, lui diventò invisibile, forzò la serratura ed entrò controllando che non ci fosse nessuno. Quando ne fu sicuro fece un cenno agli amici e Rika portò su ciascuno di loro, facendo attenzione a non fare rumore.
Si incamminarono lungo uno stretto corridoio guidati da Mae, che sentiva la fonte del suo potere e sapeva esattamente dove andare.
« Si trova qui dietro » sussurrò indicando agli altri un grosso portone di legno.
« Che facciamo, entriamo? » chiese Reijiro.
« Certo, così ci prendiamo un the con i pasticcini » rispose sarcastico Suzaku. Reijiro stava per ribattere quando le pesanti porte di legno si aprirono; tutti tacquero e si nascosero dietro di esse.
Un’orda di vari demoni, che comprendevano quelli che avevano affrontato all’inizio Sakura, Shin e Red, le statue e altri dalle forme e i colori più disparati bloccò loro la strada. Sembrava che potessero vederli, perché erano tutti lì, immobili, rivolti verso le porte.
« Entrate, vi stavo aspettando, Guardiani delle Nove Gemme » disse una voce femminile dall’interno della stanza. Mae imprecò sottovoce e, lentamente, lei e tutti gli altri vennero spinti dentro da tutti i demoni, che li osservavano famelici.
La donna che aveva parlato era molto bella, aveva in testa una ghirlanda di rose e un lungo abito bianco, in contrasto con i capelli marroni che le arrivavano fin sotto le spalle. Era seduta su un trono e guardava le sue prede con aria compiaciuta.
Dall’altra parte i ragazzi ebbero reazioni disparate: Emi si voltava in continuazione perché aveva più paura dei demoni che di lei, Koin e Fusae si tenevano stretti fra loro, Reijiro studiava curioso la sua avversaria, Suzaku era tremendamente in ansia per Mae e continuava a fissarla, quest’ultima guardando la donna carica di astio; ma le reazioni più strane furono quelle di Red, Shin e di Sakura, che fissavano la donna con gli occhi sgranati.
Sembrava impossibile, eppure la conoscevano, era straordinariamente identica a come l’avevano vista l’ultima volta e non riuscivano davvero a capire cosa ci facesse lì.
« Mamma? » chiese Sakura quasi senza fiato.
« Figlia mia, quanto tempo » rispose la donna, falsamente commossa. Non c’erano più dubbi era proprio lei: Sayuri, la madre di Sakura, deceduta anni prima.
« Ma cosa… Ma tu sei morta! » esclamò Red. Tutti sembravano essere piuttosto sorpresi dal venire a conoscenza che quella era sua madre, ma i tre che la conoscevano erano davvero sconvolti; mai si sarebbero aspettati che la madre di Sakura, dolce, solare e protettiva con sua figlia fosse in realtà colei che progettava di ucciderli tutti, sembrava troppo surreale.
« A quanto pare no » rispose lei divertita. La cosa che fece più male a Sakura fu vedere quanto era felice sua madre del loro stupore. La madre che aveva così pianto il giorno della sua morte, la madre a cui ogni giorno mandava un pensiero buono, la madre che l’aveva cresciuta, la madre per cui aveva intrapreso la carriera di medico, la madre che amava. Forse fu proprio la crudeltà di Sayuri che diede a Sakura la forza di reagire.
« Perché mi hai ingannato? Perché hai finto la tua morte? Perché mi hai lasciata sola? » chiese arrabbiata e l’ultima domanda risuonò come un grido. Aveva provato una sensazione di solitudine tremenda dopo che se n’era andata, però non l’aveva mai incolpata sapendo che contro la morte non poteva fare nulla. Ma ora che conosceva la verità, ora che sapeva l’aveva lasciata per acquisire il potere non si sentiva più sola, si sentiva abbandonata. Nessuno l’aveva mai vista in quello stato, nemmeno lei stessa si sarebbe mai immaginata di poter provare certe sensazioni.
« Sakura, bambina mia, credevi davvero di essere importante per me? L’unica cosa che conta è il potere » allargò le braccia e scese dal trono « Il potere di tenere tutti voi miei ostaggi! » gridò ridendo.
« Tu non sei mia madre! » le urlò contro Sakura, piangendo. Red, che capì che l’amica non era in grado di ragionare, la tenne stretta a sé, mentre lei cercava di liberarsi e colpire quella che per tutti quegli anni aveva creduto una buona persona.
« Mi fai pena, Sakura. Mi fate pena tutti voi, sciocchi dal cuore nobile che vi battete tanto in nome della pace. La pace non può esistere, perché gli uomini sono cattivi e c’è sempre bisogno di qualcuno che li governi per farli stare buoni » dichiarò Sayuri, guardando tutti i presenti che avevano facce schifate.
« E tu sapresti assumerti per bene questo compito, non è vero? » chiese Mae. Anche la sua di voce era carica di disprezzo.
« Ah, Mae, tu mi fai più pena di tutti » disse guardandola con odio.
« La cosa è reciproca » rispose Mae a tono, sostenendo il suo sguardo. C’era qualcosa fra di loro, qualcosa che andava oltre il semplice fatto che fossero in lotta per il titolo di Strega Bianca.
« Scommetto lei vi ha raccontato la sua storia » disse Sayuri « Di quanto fu magnanina e buona a voler scappare e adottare un povero orfanello, ma in realtà è un diavolo. Ora sentirete la mia di storia.
Lei pensava di essere così buona a prendere un bambino che sarebbe dovuto morire insieme alla feccia dei suoi genitori, tanto buona da proteggere chiunque cercasse di farlo fuori uccidendolo, senza pensare che anche quegli uomini potessero avere dei figli, e che magari una di loro li stava osservando anche in quel momento. Hai ucciso mio padre e io ho giurato vendetta. Non sapevo chi fossi o come facessi ad avere quei poteri, ti ho vista salire su una nave e ti ho seguita.
Venire qui è stato un po’ come tradirti, no? Da subito ho sentito le varie leggende sulla Strega Bianca e ho capito che eri tu. Ho studiato tutta la tradizione di questa sciocca isola e le sue stupide credenze, scoprendo che non erano tanto infondate: mi sono messa in contatto con i demoni, demoni che mi hanno dato poteri che non pensavo che un essere umano potesse avere e poi ho provato a sfidarti, ma tu hai riso di me, dicendomi che non avrei potuto batterti.
Così, umiliata e sconfitta, mi sono ritirata in un piccolo villaggio, in cui ho trovato uno sciocco uomo e ho accettato di avere una figlia da lui. Morì poco dopo che Sakura nacque, così ripresi i miei studi. Mi ci vollero anni per capire come fare per prendere i tuoi poteri e quando lo scoprii volevo disintegrarti. Una parte del rituale prevedeva la mia morte, per poi tornare nel mondo dei vivi con questi nuovi poteri, così misi in scena il mio decesso: presi il veleno di un demone raro e, dopo settimane di febbre finalmente me ne andai.
Quando tornai ero in mezzo a questa radura, completamente nuda, con i poteri che mi scorrevano nelle vene come se fossero fuoco. Evocai tutti i demoni che mi giurarono fedeltà, costruii questo posto e mi spacciai per te. Il resto della storia lo sai ».
Tutti, all’interno della stanza, erano troppo sconvolti per parlare: Sakura era ancora arrabbiata, e conoscere la storia di sua madre non cancellava ciò che provava, specialmente il fatto che l’avesse lasciata da sola.
« E adesso ci farai uccidere dai demoni perché sei troppo debole per batterti tu stessa? » la provocò Mae.
« No, adesso i miei demoni uccideranno i Guardiani; io invece ti sconfiggerò e ti getterò in una prigione, in modo da continuare a usare i poteri che voglio facendo soffrire te, come ho fatto per tutti questi anni, con la differenza che ora potrò godere delle tue urla e del tuo dolore » rispose Sayuri sorridendo crudelmente.
« Allora combatti! » gridò Mae scagliandosi contro di lei. Il suo gesto fece scoppiare il caos: i demoni si riversarono contro i Guardiani che, grazie ai nuovi poteri, riuscivano ad essere al pari con loro mentre combattevano; nel frattempo Mae e Sayuri portavano avanti la loro battaglia.
Era tutto nato per via dell’astio che c’era tra di loro e fra di loro sarebbe finito, mentre i Guardiani non avrebbero permesso che qualcuno si intromettesse nel loro scontro.
« Sono curiosa di vedere i tuoi poteri » disse Mae.
« Pensavo che fossi curiosa di sapere come li avessi avuti » le rispose Sayuri e, per darle una piccola dimostrazione di cosa sapeva fare gettò la testa all’indietro, mentre una luce accecante le si sprigionava dalle mani. Quando la luce sparì, Sayuri aveva in mano una spada di ottima fattura e affilata.
« Tutto qui? » le disse Mae in tono provocatorio. Una spada comparì anche nelle sue di mani, ma a velocità molto maggiore rispetto a Sayuri.
« Voglio ucciderti e questa volta sul serio. Hai già fatto soffrire troppe persone » disse Mae osservando attentamente la lama.
« Spero che tu non ti riferisca a mia figlia »
« Certo che parlo di lei. Sei stata stupida, l’hai cresciuta con amore e poi l’hai ingannata, ora ti odierà in misura maggiore di quanto ti abbia mai amato »
« Menti! » urlò Sayuri, carica di rabbia, scagliandosi contro di lei. Mae fu abbastanza veloce da intuire cosa avrebbe fatto e tirò in alto la spada, per proteggersi. Ora le due donne erano faccia a faccia e si guardavano negli occhi. Entrambe volevano vivere, entrambe volevano vendetta e i loro sguardi erano assetati di sangue in pari misura.
« Davvero? Guardala, ammira il capolavoro che hai creato. Vedi la foga con cui uccide i demoni? Tu le hai dato un pretesto per combattere e ora ti odia! »
Sayuri si voltò a guardare la figlia: che provasse del rimorso per come si era comportata con lei?Ma quell’azione, quell’attimo di distrazione, fu fatale poiché Mae non ci penso due volte, la sua avversaria aveva abbassato la guardia, aveva l’occasione per mettere fine a tutto e lo fece. Prese la sua spada e gliela conficcò nel petto, all’altezza del cuore.
« Ricordati che ti odia, mente muori. Ricordatelo mentre vai all’inferno » le sussurrò in un orecchio.
Non era pentita di quello che aveva fatto. Aveva sofferto, continuava a soffrire e probabilmente l’avrebbe fatto ancora, per questo era così importante che fosse proprio lei ad uccidere Sayuri: gli altri erano innocenti, per quanto avessero provato dolore, per quanto avessero vissuto situazioni tragiche, non conoscevano il rimorso e l’orrenda sensazione che si provava quando si uccideva qualcuno, e innocenti sarebbero dovuti rimanere, non c’era motivo per metterli in contatto con tali orrori.
Sayuri si accasciò per terra, mentre si formava una pozza col sangue che le usciva dal petto. Sembrò voler dire qualcosa, ma la morte fu più veloce di lei e la rapì prima che potesse parlare. Appena spirò, tutti i demoni scomparvero e i Guardiani, sudati e stanchi, si voltarono verso il trono, vedendo Sayuri a terra con gli occhi spalancati girati all’indietro e Mae con la spada con cui l’aveva colpita in mano, che continuava a guardarla con odio.
« È finita » annunciò alzando lo sguardo e puntandolo sui ragazzi. Aveva il viso macchiato e la veste solitamente immacolata macchiata da alcuni schizzi di sangue, ma c’era qualcosa di diverso nei suoi occhi. Ora sembrava ardere un fuoco che prima non c’era, che non la faceva sembrare per nulla una dodicenne, ma che anzi incuteva terrore. Era la potenza della Strega Bianca.
Sakura si avvicinò al corpo di sua madre, le chiuse gli occhi e pianse. Non era triste perché era morta, ma perché le aveva sempre fatto credere di essere un’altra persona e tutto l’amore che le aveva mostrato era falso. Era cresciuta senza un padre perché era morto quand’era piccola, ma si accorse di essere cresciuta anche senza una madre, perché aveva preferito la vendetta e il potere alla famiglia.
Red le posò una mano sulla spalla, ma non parlò, nessuno si azzardava a farlo. L’amico capì che questa per lei sarebbe stata una dura prova e che ci sarebbe voluto molto tempo prima che si potesse riprendere, sempre ammesso che sarebbe riuscita a farlo. Non che fosse debole, ma quello che era successo minava alle fondamenta della sua personalità e l’aveva cambiata, avrebbe sorriso di meno e sarebbe stata meno propense ad avere fiducia negli altri.
Red comunque doveva stare attento che il dolore per l’abbandono appena scoperto non si tramutasse in un mostro che avrebbe cambiato per sempre la sua migliore amica, o forse qualcosa di più. Non era sicuro di volerle bene e basta e c’erano stati dei momenti in precedenza, quando lei aveva mostrato tutta la sua rabbia e la sua voglia di reagire, che aveva sentito di amarla e di volerla proteggere, per farla restare per sempre felice.
Il castello, prima tanto minaccioso, ora sembrava vuoto, l’unica cosa che lo riempiva erano i singhiozzi di Sakura. Era impressionante quanto il suo pianto sembrava udibile, come tutto il resto si fosse ammutolito per dare alla ragazza che tanto aveva sofferto la possibilità di sfogare il suo dolore. Sakura odiava piangere, specialmente davanti agli altri, ma le veniva inevitabile farlo. Non riusciva a controllarsi e continuava ad essere scossa dai singhiozzi, che le facevano arrossare il naso e tremare il corpo.
Ci mise molto tempo a calmarsi, venne aiutata anche dai suoi amici e quando fu pronta, i ragazzi presero il corpo di Sayuri e lo bruciarono all’esterno, e Sakura pianse di nuovo. Era la seconda volta che dava l’addio a sua madre, ma questo era più duro, perché ora aveva molte domande da porle, molti interrogativi che erano rimasti in sospeso e che lo sarebbero rimasti per sempre perché non c’era più nessuno che potesse risponderle. Lentamente, quando quella della Strega Bianca non fu più una minaccia, sentirono i loro poteri scivolare via da loro come la polvere viene tolta dai mobili.
« E ora che faremo? » chiesero alla Strega Bianca.
« I vostri poteri non vi rendevano speciali, ognuno di voi dentro è speciale. Reijiro, non ti serve essere un Guardiano per prevedere il futuro, nemmeno a te Sakura servono i poteri per diventare una brava dottoressa: ognuno di voi è speciale per quello che ha vissuto e per le decisioni che ha preso, non per i propri poteri » rispose.
« Ma non potrò più volare » si lamentò Rika.
« Potrai tornare al tuo villaggio, nessuno dirà più che sei strana e potrai vivere la vita che hai sempre sognato» disse, poi aggiunse: « Non temete che questa sia la fine, non è che l’inizio. L’inizio delle vostre vite ».


 


Beh, eccomi qui, la storia è finita.  Mi sono molto impegnata per lavorarci, è stata la prima che, in un certo senso, ha fatto da passaggio dal mio stile precedente a questo nuovo che sto adottando. 
Era partita in maniera differente, doveva essere molto più lunga all'inzio e non era proprio questo il finale che avevo in mente (pensavo a qualcosa tipo Red scopriva che la madre di Sakura era anche la sua e si creava un mezzo incesto), ma ho preferito optare per la conclusione più semplice.
Come ho detto, questa storia per me ha significato un passaggio e, guardandola ora, non credo sarei riuscita a farla finire in maniera differente.
Spero che vi sia piaciuta e che io non vi abbia deluso troppo. 
Pubblicherò un'altra long, sempre fantasy, ma non prima della fine delle vacanze, comunque.

Questa storia è finita, ma non sarei riuscita a concluderla senza il contributo della mia Beta e di tutte le persone che mi hanno recensito (ben 41 finora, wow, tantissime!) e di tutti i lettori silenziosi. Grazie anche a coloro che hanno inserito la mia storia fra le seguite/ricordate/preferite, forse per voi non è stato uno sforzo cliccare un pulsantino, ma per me è stato davvero bellissimo.

Grazie di nuovo a tutti, ci vediamo alla mia prossima storia!

_WhiteRose_
   
 
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