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Autore: _Hedwig_    21/04/2014    9 recensioni
Dal capitolo 5:
"- Vattene, Fred.
- Che hai?
- Sono malata.
- Non ci credo.
- Fai un po' come ti pare.
- Perché sei scappata ieri sera?
Lo guardo intensamente, concentrandomi solo sul fatto che non devo assolutamente piangere.
- Perché quello che è successo non sarebbe mai dovuto accadere. Tu vuoi divertirti, bene, ma non farlo con me, Weasley."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 10
 
POV FRED
Mi rigiro nel letto per non vederla, per non scorgere nemmeno la sua sagoma nella luce grigiastra dell’alba che entra dalla finestra. Guardo fisso il muro senza vederlo davvero, mentre nella mia mente scorrono le immagini di ieri, dell’arrivo di… di quello. Non riesco a fare a meno di pensare che ha interrotto il momento perfetto tra me ed Hermione, il momento in cui lei…
Mi sento tanto una ragazzina stupida e patetica alle prese con la prima cotta. Bleah.
Ok, Freddie, cerca di tornare in te.
In effetti non so cosa stava per dirmi, e va bene, ma stava comunque per chiarire i miei dubbi, no?
Quindi ho più che ragione ad incolpare quel Mister Muscolo dei miei stivali per essere arrivato nel momento sbagliato!
O forse no?
Bè, in effetti non è poi così razionale, incolpare una persona per una cosa che non poteva nemmeno immaginare.
Ma allora perché ce l’ho tanto con lui?
Immagini di Ian che guarda Hermione, che le parla, che le chiede come si chiama, che si informa sulla sua vita sentimentale mi fanno attorcigliare le budella.
La soluzione si presenta ai miei occhi tanto chiara e lampante quanto assurda: sono geloso.
Io, Frederick Weasley, il Malandrino, il seduttore, quello che non s’è mai innamorato in vita sua.
Io sono geloso di Hermione Granger, la so-tutto amica di mio fratello, la ragazzina che non mi sarei mai sognato di guardare. Peccato che ora è diventata una donna, e questi pensieri sono lontani anni luce dalla mia mente sconvolta.
Io, Fred Weasley, non solo sono innamorato perdutamente di Hermione Granger, ma ne sono anche tremendamente geloso.
Questa rivelazione mi turba, ovvio, ma mi fa sentire stranamente leggero, non come se mi fossi tolto un peso, però. È più la sensazione che gli scienziati devono provare quando trovano la risposta a un dilemma che li ha tormentati per una vita.
Sono innamorato di Hermione Jean Granger.
Se lo urlerei al mondo?
Ovvio che no. Mi prenderebbero in giro, lei per prima.
E poi, a lei piaceva Ron.
Il suo è tutto un altro genere.
E in più ora le piace Ian.
Sento uno strana sensazione alla bocca dello stomaco, come se mi avessero tolto l’ossigeno.
Non è detto che le piaccia, però. Lo conosce da un giorno solo!
E se fosse stato amore a prima vista?
Ma no, no.
Assolutamente no.
Lei non può essere cotta di Ian, per una semplice ragione: è innamorata persa di me.
Anche se non lo sa ancora.
Finalmente mi riconosco. Credo che, quando mi alzerò, sarò pronto ad affrontare di tutto, persino Ian Wood. Persino Hermione Granger, penso riaddormentandomi.
 
Siamo svegli solo da mezz’ora, ma Ian è già incollato ad Hermione. Guardala, come ride alle sue battute ebeti. Le mie sono decisamente migliori, penso guardandoli torvo e tornando a inzuppare per la decima volta lo stesso biscotto nel latte ormai imbevibile per quanto è freddo, e alla fine me ne resta in mano un pezzetto minuscolo. Sbuffo spazientito, lo butto nel latte e faccio sparire l’intruglio con un colpo di bacchetta. E pensare che fino a qualche ora fa, all’alba, mi sentivo così forte, così coraggioso da poter affrontare quei due. C’è da dire però che non avevo calcolato che lui le stesse così addosso.
- Depresso, Freddie? - domanda la voce del mio gemello, da qualche parte alla mia sinistra.
Non lo degno di uno sguardo, continuando a sbirciare dalla parte di Hermione, sperando di notare un gesto spazientito, qualcosa che mi suggerisca che non le fa poi tanto piacere tenersi quella cozza attaccata costantemente addosso. Un sorriso palesemente forzato mi rincuora, ma non mi soddisfa.
- Tu che dici? - mugugno sarcastico a mezza bocca.
- Dico che sei geloso, fratello. Ma guardati: continui a osservarli in cagnesco con l’unico desiderio di scagliare un Avada Kedavra su quel bellimbusto…
- Io. Non. Sono. Geloso! - esclamo a voce un po’ più alta. - E non ucciderei mai nessuno così…per sfizio. - borbotto poi, anche se non ci credo nemmeno io.
No, dai, non lo ucciderei con l’Avada Kedavra.
Soffrirebbe troppo poco… un bel Crucio invece…
Lo guardo in cagnesco e mi rendo conto di star esagerando un tantino.
Giusto poco poco.
- E invece lo sei! - interviene Ginny, immediatamente alla mia destra. - Ma tranquillo, non lo sopporta. Me l’ha detto ieri sera. - aggiunge poi, mettendo in bocca una cucchiaiata di cereali.
Sono leggermente rincuorato da queste parole, ma non voglio crederci troppo. Quando gliel’avrebbe detto, ieri?
- Sento di odiarlo. - affermo poi, guardandolo mentre poggia con nonchalance la sua mano su quella di Hermione, che la ritira prontamente, ma non abbastanza. - Perché lei non ha tolto subito la mano?! - chiedo esasperato, sbattendo il piede a terra per il nervosismo.
Ginny alza un sopracciglio, spostando lo sguardo dalla sua migliore amica a me.
- Uno, se non la smetti di fissarli la farai incavolare, e due, un millesimo di secondo ti sembra così tanto per un contatto innocente?
- Innocente?! Quello ci sta provando! E meno male che ieri gli ho detto che stiamo insieme, se no a quest’ora non oso immaginare…
Immagini di lui avvinghiato alla mia Hermione mi fanno venir voglia di non aver neanche assaggiato il mezzo biscotto che si agita solitario nel mio stomaco.
- Non è stupido - osserva George. - avrà capito che era una balla.
Mi giro di nuovo verso di loro, fingendo di concentrarmi sulla Gazzetta del Profeta accanto a me.
Ora sono vicini. Decisamente troppo vicini. Sembra che lui le stia sussurrando qualcosa all’orecchio, ma lei non dà segno di essere neanche lontanamente imbarazzata come con me: è arrossita, sì, ma solo leggermente sulle gote, e non su tutto il viso come quando mi avvicino io, e in più non rabbrividisce. Inoltre prova ad allontanarsi da lui, piegando il collo. Questo mi consola un altro po’, ma non mi dà il coraggio di avvicinarmi a loro.
- Fa qualcosa, Freddie! Lei non riesce a respingerlo… intervieni prima che le salti addosso… - sussurra George concitato, ma io non so che fare. Mi guardo nervosamente attorno, e nello stesso momento Ginny sbatte il bicchiere sul tavolo violentemente, facendolo addirittura scheggiare. Ian sobbalza e si allontana di scatto da Hermione, che ritorna visibilmente a respirare. La opprimeva… Come si permette, dico io, come! Stringo i pugni mentre Ginny mormora delle scuse e ripara il bicchiere, e le rivolgo uno sguardo colmo di gratitudine.
Sarà una lunga giornata, e non sarà certo l’ultima.
 
*****************
Sono passati due giorni d’inferno. Il tempo è stato decisamente inclemente: ha continuato a piovere quasi senza interruzione. Di conseguenza, Ian è ancora radicato in casa nostra, e diventa sempre più insopportabile. Crede di poter dare degli ordini solo perché è il più vecchio tra noi, e l’unica che riesce a stargli vicino è Hermione. La rabbia monta rapida dentro di me a questo pensiero, ma una vocina razionale suggerisce che lei non ha molta scelta, considerando come le sta appiccicato lui.
Persino ora sono insieme, proprio davanti a me.
Lei cerca di scrollarselo di dosso, lui non demorde, come sempre del resto.
L’unica scusa plausibile che mi viene in mente è che lei non ci provi abbastanza, e questo mi fa arrabbiare ancora di più.
Non sopporto che lui la tocchi, o che cerchi di abbracciarla quando si siede vicino a lei sul divano o a tavola; non sopporto che la guardi con quegli occhi bramosi e così verdi da far male alla vista; non sopporto che lui le parli, che cerchi di fare delle battute sceme per farla ridere, e non sopporto che non ci riesca, perché sono due giorni che Hermione non sorride nemmeno, e questo mi fa stare ancora peggio.
Non sopporto nemmeno che lui respiri la sua aria, come mi ha fatto notare George, ma, come gli ho risposto, questi sono dettagli insignificanti.
La cosa snervante però è questa: più mi arrabbio, più non riesco a reagire, resto semplicemente inerte a sentire il mio stomaco contorcersi ogni volta che li guardo.
In effetti li guardo un po’ troppo spesso, come dice Ginny, perché sia credibile la mia versione del “non mi importa di lei, può fare quello che vuole, tanto non stiamo insieme”.
Il problema però è un altro: non posso farne a meno.
Mi giro automaticamente verso di loro, che si sono appartati - i miei pugni si stringono convulsamente - sul divano. Hermione cerca disperatamente qualcuno che la tiri fuori da quella situazione lanciando occhiate significative intorno, ma io non voglio farlo. La mia mente provata e decisamente masochista suggerisce di stare a vedere: se lo caccerà, allora potrò stare tranquillo; ma se non lo fa, per una ragione qualsiasi, significa che non le dispiace poi troppo, quindi non devo intromettermi.
Ginny non la pensa come me, e infatti corre subito in soccorso della sua amica. Storco la bocca.
- Come mai così giù, Fred? - domanda una voce lontana, forse familiare.
Mi giro e vedo Ron, con un mezzo sorriso un po’ incerto stampato in volto, che mi guarda.
Faccio una smorfia che vorrebbe essere un sorriso.
Bè, certo, mi fa piacere che si sia preoccupato.
I problemi sono altri: uno, se si è accorto persino lui di come sto, devo sembrare proprio una pezza da piedi vecchia e consumata; due, con lui non posso sfogarmi nemmeno, perché… perché no, ecco.
- Non mi sento molto bene, sai… - provo a dire, ma lui mi interrompe.
- Non raccontarmi balle. So benissimo di non essere la persona più sveglia del mondo, soprattutto quando si parla di sentimenti, ma non sono completamente idiota!
Le sue orecchie sono leggermente colorate.
Rimango a bocca aperta: certo, mi aspettavo che Ron fosse cresciuto dopo tanti avvenimenti, ma questa cosa mi spiazza completamente.
Oppure sono troppo stanco per sforzarmi di essere convincente, quindi non ci riesco. Sì, deve essere così.
- Ehm… - inizio poi. Che faccio? Glielo dico, o no? - …bè, su una cosa hai ragione: si tratta di sentimenti.
Lui sorride, ancora titubante, e io cerco di ricambiare per alleviare il suo imbarazzo.
Cosa diamine mi succede? Una volta l’imbarazzo di Ron mi divertiva…
Ma bisogna dire che è diverso, ora. Sta cercando di confortarmi, di comportarsi da fratello!
Fatto sta che quello imbarazzato che cerca di prendere tempo adesso sono io.
- C’entra una ragazza, no?
Lo guardo ancora, sbalordito. È diventato davvero un ottimo osservatore.
- Bè… ecco… in realtà sì, ma…
- È Hermione, vero? - chiede, interrompendomi ancora, con gli occhi leggermente più accesi, forse dalla curiosità, forse dalla rabbia, non riesco a capire bene.
Sgrano gli occhi. Merlino, ma allora è così evidente??
E come la prenderà se gli dirò che è così?
- Tranquillo, non se n’è accorto nessuno. Bè, nessuno che non lo sappia, comunque. Ci ho messo un po’ ad arrivarci, ma poi ho capito che non ci poteva essere altra spiegazione, fratello. - aggiunge con espressione più distesa.
Non so che dire. Dalla mia gola non uscirebbe un suono neanche sotto tortura.
Le orecchie di Ron diventano ancora più rosse.
- Ehm… cioè, scusa se sono stato così diretto… io… credevo che… fa niente, lascia stare, me ne vado…
Detto questo fa per alzarsi, ma io lo trattengo per un braccio e mi schiarisco la gola.
- Bè… - lo guardo negli occhi. Sta aspettando una risposta… - …ok, hai vinto, parliamone. - dico poi, e il suo viso si illumina. - Ma non qui! - aggiungo poi scoccando un’occhiata eloquente verso il divano, sperando che Ginny tenga d’occhio quei due anche per me.
Porto Ron in camera mia, chiudo la porta a chiave e silenzio l’ambiente.
- Come l’hai capito? - chiedo senza troppi preamboli, incrociando le braccia sul petto mentre lui si siede sul letto di Hermione, leggermente a disagio.
- Oh, bè… non è stato difficile. - fa una risatina nervosa. Non è abituato a parlare di sentimenti, non dei suoi quanto di quelli degli altri, e comunque non l’ha mai fatto con me. - L’ho capito in questi tre o quattro giorni, da come la guardi ogni volta che Ian le si avvicina… e non è come la guardiamo io o Harry.
- E come la guardereste, voi due? - quasi ringhio io, senza potermi controllare.
Le sue orecchie diventano scarlatte.
- Ma… io… cioè, noi la guardiamo esattamente come… come io guarderei Ginny, se stesse con uno che non mi piace. È come se Ian desse fastidio a nostra sorella, capisci?
Ma certo che è così. Sono amici da otto anni, hanno passato le peggiori avventure insieme, è ovvio che lui ed Harry siano affezionati in questo modo a Hermione. Sorrido leggermente. Che idiota che sono.
- Tu invece… - continua lui dopo un po’, forse prendendo il mio silenzio per un invito a proseguire. - …bè, tu guardi Ian come se stesse toccando qualcosa di tua esclusiva proprietà, mi spiego? Come se… - si guarda intorno, in cerca di un paragone appropriato. Evidentemente non ne trova, perché tace.
- Come se…? - incalzo io.
- Oh, Fred, so che hai capito. È chiaro che non la guarderesti così se la considerassi solo un’amica, o la tua migliore amica, o persino tua sorella. Sembra quasi… - aggiunge sorridendo. - …sembra quasi che tu sia suo marito, Freddie!
Lo guardo in cagnesco.
- Bè… - comincio allora. - …sai che ci hai preso, no? Cosa vuoi che ti dica?
- Da quanto?  - domanda lui diretto.
Sorrido al pensiero che è lo stesso interrogatorio che farei io se scoprissi che a un mio amico piace Gin.
- Da dopo la battaglia di Hogwarts. Mi ha salvato la vita… - aggiungo alzando le spalle e sperando che si accontenti.
- E solo allora ti sei accorto di lei? - incalza Ron, quasi minaccioso.
A quanto pare non è la mia giornata.
- Sì, cioè, no, ovvio che no. Solo che…
- Ok. Capisco che non siamo esattamente in confidenza, io e te, quindi ti dirò solo una cosa: provaci, falla felice, fai quello che vuoi. Se hai bisogno di qualcosa, sia io che Harry siamo qui. Ma, Fred - aggiunge poi, improvvisamente serio dopo essersi concesso un sorriso per aver offerto aiuto in amore a me. - prova a farla soffrire, e giuro che potrei dimenticare per cinque minuti che sei mio fratello, e credimi se ti dico che quei cinque minuti sarebbero gli ultimi della tua vita.
Dopo questo discorso Ron mi ispira un rispetto tutto nuovo, un qualcosa che non ho mai provato nei suoi confronti. Mi ha appena minacciato, ma non ne sono offeso né divertito.
- Ti giuro che con lei sono serio. Non è come tutte le altre, lei è…- mi giustifico io, ma lui mi interrompe.
- Basta. - mi sorride, incoraggiante. - Quello che era mio dovere di dirti, l’ho detto, e vale anche per Harry, credo. E, in ogni caso… - si avvicina a me per bisbigliare qualcosa. - …sappi che, tra te e quello lì, preferisco te, per conquistare Hermione. Fatti sotto!
Sgrano gli occhi e gli sorrido, ancora una volta stupefatto, e lo guardo impotente uscire dalla stanza. Diamine. Cos’è successo al mio fratellino imbranato? Non solo non ha dato di matto come mi aspettavo, ma mi ha addirittura consolato e… incoraggiato?
Dopo qualche minuto di smarrimento totale torno giù in salotto.
Mi accorgo di aver sperato che qualcosa fosse cambiato quando resto deluso vedendo Ian ancora appiccicato a Hermione e Ginny sul punto di arrendersi. Le faccio un cenno, come a dire che ora ci sono io a controllarli, e lei si alza di corsa e sale in camera sua. Siamo rimasti solo noi tre, quaggiù. Faccio un respiro profondo e mi avvicino a quei due per la prima volta dopo due giorni.
Il profumo di Hermione mi inebria, e mi rendo conto che mi è mancato un sacco…
Scuoto velocemente la testa: non è il momento dei romanticismi da ragazzina in piena tempesta ormonale.
- Ehilà! - saluto con tutto l’entusiasmo che riesco a racimolare, e mi stupisco che non sia poi troppo poco.
Hermione mi guarda come se le stessi portando dell’acqua dopo una camminata - ma che dico - un viaggio di tre mesi a piedi nel deserto.
Dire che Ian è contrariato, invece, è un eufemismo.
- Fred! - esclama Hermione, con un tono misto di rimprovero e sollievo, per la serie “meglio tardi che mai”. - Dove siete andati, tu e Ron, prima? - chiede poi curiosa.
- Ehm… - comincio io, un po’ imbarazzato. Trova una scusa, cervello, trovala! - Ehm… bè, saranno pure segreti tra fratelli, no?
Si vede molto che sono stato tre giorni in uno stato comatoso, vero?
- Un segreto? - domanda lei, incredula. - Tra te e Ron?
- Perché ti stupisce tanto? - chiedo io con tutta la disinvoltura che riesco a simulare.
Lei mi scocca un’occhiata perplessa, ma poi tace.
- Io e Mione stavamo giusto parlando di te! - interviene Ian.
Un’espressione di puro disgusto minaccia di comparire sul mio volto. Da quando in qua la chiama Mione?!
Lei arrossisce e abbassa lo sguardo.
- Oh, bene! - esclamo ironico. - E che cosa stavate dicendo, Mione? - chiedo poi marcando moltissimo l’ultima parola.
Ian se ne accorge, perché si sente quasi in dovere di giustificarsi. O forse lo fa solo per infastidirmi.
- Non ti piace questo nomignolo, Fred? - mi chiede. - Ho sentito Ginevra chiamarla così, e mi è sembrato così carino che ho deciso di adoperarlo!
Ginevra?!? Ok, lo fa decisamente per innervosirmi, ma non gli darò questa soddisfazione. Sorrido ad Hermione.
- Bè, se a lei non da fastidio… - dico poi, e lei diventa ancora più rossa. Sorrido trionfante. - Se non sbaglio, ti ho fatto una domanda, Granger! - esclamo poi.
- Bè, noi… noi stavamo giusto dicendo che… - comincia lei, ma lui la interrompe.
- Stavamo giusto parlando della vostra recente rottura… - dice con tono falsamente dispiaciuto.
Assottiglio lo sguardo. Non credo di aver mai provato tanto odio per una sola persona… a parte la Umbridge, ovvio. E forse Voldemort e qualche Mangiamorte. Probabilmente sono a pari merito.
- Ian caro… - inizio allora con tono altrettanto falsamente cordiale. - …ti ritenevo più sveglio!
Lui sembra quasi offeso, così io continuo.
- Bè, sì, pensavo che avresti capito che la storia tra me e Hermione…
Lei mi guarda terrorizzata, ma non capisco da cosa. Ha paura che io dica che stiamo ancora insieme, mettendola in ridicolo, o che non lo siamo mai stati?
- …non è mai esistita! - concludo trionfante, senza poter fare a meno di sentire una stretta al cuore.
- Come no?? E… e quello che mi hai detto l’altro giorno?
Ian mi guarda con tanto d’occhi, stupito. Anche Hermione lo fa, ma è evidente che finge. Se lo aspettava, come minimo.
- Ah, quello? - chiedo con tono indifferente. - Era solo una scommessa tra me e George… - concludo con leggerezza.
Ian sembra essersi rassicurato, perché si appoggia comodamente allo schienale della poltrona con un sorriso enorme stampato in volto, ma Hermione no. Anzi, mi guarda come mai prima. Vorrei poterle dire che è una scusa per Ian, che non è vero, ma è ovvio che non posso. Ed è altrettanto ovvio che lei mi ha creduto, quindi ora ce l’ha con me. Ho rovinato in un attimo quel po’ di fiducia che ero riuscito a costruire con tanta fatica.
Ecco a voi un esempio magistrale di triplo salto mortale con avvitamento dalla padella nella brace.
Le faccio un rapido segno di diniego col capo, sperando che capisca, ma non posso esserne sicuro finché non ci parlo. Una luce rassicurante nei suoi occhi mi tranquillizza almeno un pochino.
Un silenzio imbarazzato cala su di noi.
- Fred… - mi chiama Ian. - …potrei parlare un secondo con te in privato? Se a Mione non dispiace, ovvio…
- Fate pure… - concede Hermione con un filo di voce.
Mi alzo a malincuore e lo seguo fino alla base delle scale.
- Fred - ripete lui. Alzo le sopracciglia. - non fingerò che tu mi stia simpatico, ok? È evidente che Hermione prova qualcosa per te, ma è altrettanto evidente che non è ricambiata. O sbaglio?
Mi guarda, in attesa di una risposta.
Se fossi coraggioso anche solo la metà di quanto lo è stato Ron con me poco fa lo sfiderei.
Peccato che non lo sono.
- Perché ti interessa? - chiedo stupidamente.
- Mi sembra ovvio. - risponde lui alzando un sopracciglio. - Voglio provarci, ma prima devo essere sicuro di avere campo libero. E se proprio dovessi avere un rivale… - mi squadra da capo a piedi. - …lo vorrei quantomeno alla mia altezza. - conclude con un sorriso degno di Piton.
Trattengo a stento un ringhio, mentre immagino di saltargli al collo come nei miei sogni migliori.
Sarebbe una lotta equilibrata, mi ritrovo a pensare. Io lo supero di quasi tutta la testa, in altezza, ma lui è più muscoloso di me. Gli faccio un mezzo sorriso.
- Puoi pensare quello che vuoi, ma per Hermione io valgo cento volte più di te, ma che dico, mille volte!
Mi ascolto dire queste parole senza rendermi conto di pronunciarle.
- Vuoi una dimostrazione? - chiede lui sorridendo sarcastico.
- Che tipo di dimostrazione? - domando sospettoso.
- Oh, bè, niente di che. Proverò a baciarla, e se si ritrarrà avrai vinto. - risponde incrociando le braccia sul petto.
- Spiacente, ma hai già perso. - ribatto sorridendo. - Io l’ho baciata meno di due settimane fa, e lei non ha posto la minima resistenza…
- Tutto questo, però, prima di conoscere me! - risponde lui con ovvietà. - Ma comunque, se hai paura…
Il Grifondoro che è in me si risveglia prepotentemente. Io, fifone? Non sia mai detto!
- Certo che no! - ribatto. - Ovvio che accetto.
- E va bene… ma tieni per te le tue lacrime, salva quel po’ di dignità che ti resta.
- Che ne sai tu della mia dignità? - chiedo piccato.
Lui ride.
- Guarda che ti ho visto, in questi due giorni. Ridotto in quel modo per una donna… - scuote la testa.
Poi mi fa un cenno col capo, in segno di saluto, e torna in salotto, mentre io mi apposto dietro al muro per spiarli.
Si siede sul divano, troppo vicino a lei. Mi ricordo della “sfida” e mi trattengo dal prenderlo a pugni.
Le prende le mani, guardandola negli occhi, e sussurrandole qualcosa che non capisco. Suppongo che non sia importante.
Lo rifiuterà, me lo sento. Lo farà. Non può farmi questo…
Comincia ad avvicinarsi a lei, che all’inizio non capisce cosa succede. Sorrido: è sempre un po’ lenta, quando si tratta di queste cose.
La vedo spalancare gli occhi, sbalordita di trovarsi ad un soffio da lui. Ma non si tira indietro. Sembra quasi che stia socchiudendo gli occhi, le mani ancora in quelle di Ian…
Ho visto abbastanza.
In men che non si dica, faccio dietrofront e salgo di corsa in camera, sbattendo la porta alle mie spalle.
Niente ha più senso, ormai. La mia vita non ne ha.
L’ho persa.
È l’unico pensiero che riesco a formulare.
Ho aspettato troppo a farmi avanti.
Ho avuto paura.
Sono un idiota.
Ed ora lei… lei mi ha dimenticato.
Non oso immaginare cosa stia succedendo di sotto, e mi ritrovo a chiedermi se tornerà a dormire, stanotte, o preferirà stare abbracciata al suo Ian.
Abbracciata a lui come a me qualche notte fa.
Forse avrà di nuovo gli incubi.
Solo che stavolta non sarò io a consolarla.
Mi metto a letto, con l’unico desiderio di non alzarmi mai più.
 
Angolo Autrice
*si schiarisce la voce**esce allo scoperto nascondendosi dietro una padella e con uno scolapasta in testa*
Innanzitutto, buona Pasqua fatta! Passato delle belle giornate? Mangiato molto? Io sì…
*si schiarisce di nuovo la voce**si aggiusta meglio lo scolapasta*
Se volete uccidermi vi capisco, ma lasciate almeno che vi spieghi qualcosina…
Allora… come promesso, ecco a voi un lungo POV Fred! Eh, già…
Prima capiamo un po’ che ne pensa il nostro bel rosso del nuovo arrivato, poi il capitolo scivola nello sconforto più totale (?) fino al momento clou.
Per quanto riguarda Ron, la scena non era assolutamente in programma, però ho pensato: non è per niente giusto che Ron faccia sempre la figura del povero cretino a cui non si può dire niente e che non si accorge di niente! E così… bè, vedete anche voi.
Ed ora veniamo all’ultima parte… *si ripara meglio dietro la padella*
Bè, insomma, che vi aspettavate, che Ian se ne stesse con le mani in mano? U.u
Che cosa sarà successo su quel divano? E Fred si riprenderà?
Lo scopriremo solo vivendo!
Ora, a voi la parola c:
Che ne pensate di Fred e del suo comportamento? E di Ron? E di Ginny? E, cosa più importante, di Ian? Secondo voi cosa succederà?
Unica cosa: tenete a freno le bacchette ancora per qualche capitolo, poi potrete uccidermi se volete xD
Grazie mille a chi segue/preferisce/ricorda e a chi recensisce: non mi abbandonate! <3
Il prossimo capitolo arriverà… tra lunedì e martedì, come al solito, credo.
Ooookay, ho detto tutto mi pare.
Un bacione
Cris
  
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