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Autore: Meissa Antares    22/04/2014    4 recensioni
Meno uno.
Ci doveva essere senz’altro una spiegazione ben plausibile per quell’evento. [...] Vide chiaramente la distanza tra i loro volti annullarsi e aveva già socchiuso gli occhi, quando sentì un dito sottile premuto contro le sue labbra.
« Non è ancora mezzanotte » disse lei, forse in preda ad un attacco di lucidità. Ma ciò sarebbe stato impossibile, poiché, se fosse stata cosciente, non si sarebbe mai azzardata a fare una cosa del genere. E con mai, si intende proprio mai: eppure, stava accadendo davvero.
« Al diavolo le tradizioni » sussurrò con voce roca, prendendo il viso della ragazza tra le proprie mani e poggiando finalmente le labbra sulle sue.
Mezzanotte.
Aveva voluto disperatamente assaggiare quelle labbra al sapore di ciliegia. Anzi no, ne aveva avuto un folle e ostinato bisogno. Come se ne andasse della sua stessa vita. [...] Ma Lily era fatta così: una volta che entrava a far parte della tua vita, non potevi fare a meno di amarla.
« Buon anno, Lily » mormorò, posandole un dolce bacio sulla fronte.
« Buon anno anche a te, Scorpius » sorrise, le labbra leggermente gonfie e i capelli scompigliati ma, per lui, non c’era spettacolo più bello al mondo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Racconto12 - All I want for Christmas is you.
Capitolo 10.
All I want for Christmas is you.


Christmas Prom


I just want you for my own,
More than you could ever know.
Make my wish come true,
All I want for Christmas is you...
(Mariah Carrey - All I want for Christmas is you)

Da qualche anno a quella parte, la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts organizzava un favoloso ballo di Natale. Solitamente si svolgeva due serate prima della Vigilia e tutti gli studenti - dal primo al settimo anno - erano tenuti a parteciparvi, per poi prendere il treno che li avrebbe riportati a Londra il mattino seguente. Ovviamente, non aveva niente a che vedere con il prestigioso Ballo del Ceppo del Torneo Tremaghi, ma era soltanto una semplice e piccola ricorrenza per festeggiare l’arrivo del Natale e scambiarsi gli auguri prima che ciascuno ritornasse alle proprie abitazioni.

Da che ne avesse memoria, Lily Potter aveva sempre amato il Natale. In qualsiasi corridoio andasse, si respirava un’allegra aria di festa e tutto era stato magnificamente decorato per il grande evento. Hagrid aveva portato i consueti dodici alberi in Sala Grande che - insegnanti, Prefetti e Capiscuola - si erano premurati di abbellire con strepitosi addobbi, le armature erano state incantate per eseguire cori di carole natalizie al passaggio degli studenti e il parco del castello era diventato un’enorme distesa bianca, così accecante da fare male agli occhi. La neve cadeva placida da qualche settimana, contribuendo a far sì che - appena avessero un momento libero - i giovani maghi e le giovani streghe si incontrassero per organizzare battaglie a palle di neve, molto spesso incantate, all’ultimo sangue.
Alcuni rametti di vischio potevano sorprendere i poveri malcapitati di turno che vi indugiavano sotto, mentre gli studenti più furbi utilizzavano le scorciatoie conosciute e i passaggi segreti per evitare una simile tortura. Persino Pix, il poltergeist, volteggiava sulle loro teste vestito con uno splendido completo da Babbo Natale.

La sera del lieto evento, Lily entrò trafelata all’interno del Dormitorio, sbattendo violentemente la porta e attirando - inevitabilmente - su di sè gli sguardi perplessi di Alice e Roxanne.

« Che Circe ti è successo?! » domandò la prima, strabuzzando gli occhi alla vista della sua migliore amica, completamente ricoperta di una sostanza viscida e sicuramente appiccicosa.
« Malfoy » ringhiò tra i denti, furibonda. « Ha pensato che fosse spassoso ricoprirmi accidentalmente di Puzzalinfa » con un gesto secco se ne tolse una manciata che minacciava di colarle sugli occhi. « Fortunatamente sono riuscita a lanciargli una perfetta Fattura Orcovolante »

Roxanne ridacchiò appena, coprendosi la bocca con la mano: esattamente come sua madre, la piccola Potter aveva un talento naturale nell’eseguire quell’incantesimo.

« A proposito » cominciò Alice, voltandosi verso di lei. « Un gufo ti ha portato quello, qualche minuto fa » e le indicò un enorme pacco, proprio sul suo letto a baldacchino.
« Chi lo manda? » domandò curiosa, non prima di essersi tolta la Puzzalinfa di dosso grazie ad un veloce colpo di bacchetta.
« C’era un biglietto » rispose prontamente Rox, sventolandolo allegramente.

Afferrò velocemente il piccolo quadrato di pergamena, aprendolo con un tocco delicato e notando immediatamente la calligrafia elegante ed ordinata con cui era stato scritto.

Per essere la regina di questa serata.
Per essere Lily Luna Potter, la rossa Malandrina per eccellenza.
Stasera, otto in punto, ti aspetterò fuori dalla tua Sala Comune, se vorrai concedermi l’onore di essere la mia dama per il Ballo.
Adam.


Adam.
Adam, Adam, Adam.
Leggere quel nome, scoprendo chi fosse effettivamente il mittente di quell’inaspettato dono, la rese leggermente nervosa. Da quando le faceva dei regali? Certo, non poteva negare a se stessa che ultimamente si erano avvicinati - e anche parecchio -, ma niente di quel loro “rapporto” di rispetto e sopportazione reciproca le aveva mai dato quella sensazione.

« Allora? Chi te lo manda? » chiese Alice, fingendosi indifferente, continuando a sfogliare il Settimanale delle Streghe.

Sapeva benissimo che - non appena avesse confessato - entrambe si sarebbero dilungate in un interrogatorio senza fine, mettendola a disagio e con le spalle al muro. Non le era mai piaciuto parlare dei suo sentimenti.

« Oh » pronunciò distrattamente, come se non fosse nulla di importante. « Adam Nott »
« Prego?! » balzò su Roxanne, saltando giù dal suo letto ad una velocità sorprendente.
« Adam Nott?! Quell’ Adam Nott?! » Alice strabuzzò gli occhi, non prima di aver gettato in un angolo della stanza la più famosa rivista di gossip e pettegolezzi del mondo magico.

Okay, almeno poteva dire di averci provato.

« E soprattutto: da quando in qua, Nott ti fa un regalo?! » proseguì la bruna, passeggiando per la stanza con una certa foga e una luce febbrile negli occhi color miele.
« Siamo sicuri che sia proprio lui? Voglio dire: non ce ne sono altri, in giro per il castello, giusto? » esordì Roxanne, prendendo l’amica per le spalle, bloccandola. « Piantala, Ali, mi stai facendo venire il mal di mare »
« Sì, hai ragione. Scusa » si concentrarono ambedue sulla rossa, che si sentì spacciata. « Per quale motivo ti ha spedito questo pacco, comunque? »
« A quanto pare mi ha invitata al Ballo di questa sera » rispose, cercando di sbirciare dentro la scatola per vederne il contenuto e sperando ardentemente che un fulmine la colpisse in pieno, in quel preciso istante.
« Per tutti gli slip consunti di Salazar! » tuonò Roxanne, portandosi immediatamente entrambe le mani a coprirsi la bocca. « Non fateci caso, è tutta colpa di Hugo » ne sventolò una, come a darvi poca importanza. « Be’... ma è fantastico! Oppure no? »
« Credo che vada bene, tutto sommato » scrollò le spalle. « Poteva invitarmi quella lumaca gigante di Wiggs, per esempio »

Sia Alice che Roxanne si espressero con versi disgustati, mentre un’espressione schifata si fece largo sui loro visi.

« Voi, invece, con chi ci andate? » domandò la Potter, sperando così di sviare l’attenzione dal discorso ‘Adam Nott ha invitato Lily Potter al Ballo’.
« Io ci vado con Jacob Grey, sai il nostro Battitore » snocciolò Roxanne, dirigendosi verso l’armadio dei vestiti. « Me l’ha chiesto qualche giorno fa, dopo l’allenamento »
« E tu, Paciok? »
« Me l’ha chiesto Lorcan Scamandro » mormorò, abbassando lo sguardo e facendo spallucce.
« Lorcan?! » la Weasley le diede una gomitata affabile tra le costole. « Non ce lo avevi detto! »
« Da quando, tu e Lorcan siete così... intimi? » ghignò la Potter, decidendo di punzecchiarla un po’ per vendicarsi di prima.
« Luna e mio padre sono sempre stati molto uniti e dopo la seconda guerra magica si sono spesso tenuti in contatto » spiegò frettolosamente, rovistando nel baule alla ricerca di chissà che. « Così, io e i gemelli abbiamo passato gran parte della nostra infanzia assieme, tutto qua »

Calò uno strano silenzio tra le tre, ognuna persa a svolgere una qualche importante e necessaria mansione, mentre la sera era ormai velocemente calata su Hogwarts come se qualcuno avesse gettato un’immensa quantità di Polvere Buio Pesto sul castello.

« Scusate un attimo » esclamò Roxanne, con fare preoccupato. « Per che ora vi hanno detto i vostri cavalieri? »
« Per le otto, perchè? »
« Non vorrei allarmarvi, ma... siamo in ritardo » annunciò afflitta, indicando l’orologio appeso alla parete. « Sono le otto adesso »

A dispetto delle sue previsioni, si scatenò il panico più completo: Alice, nell’udire la notizia, per poco non cadde inghiottita all’interno del suo immenso baule, ricomponendosi giusto in tempo per evitare che la stessa Roxanne la superasse con un balzo, sbattendo sonoramente una gamba contro il bordo di uno dei letti a baldacchino. Lily, invece, incurante del terrore dilagante, si chiuse velocemente in bagno - a doppia mandata - per cominciare a prepararsi.

« LILY! » sentì un grido acuto, provenire dall’altro lato della porta, e sorrise malandrina, tirando con un sonoro scatto le tende e aprendo l’acqua calda della doccia, facendo bellamente finta di non sentire le imprecazioni e le maledizioni che le sue due compagne le stavano lanciando contro.

Sarebbero arrivate in un terribile e tremendo ritardo, era poco ma sicuro.

Nel frattempo un elegantissimo Adam Nott, avvolto nel suo impeccabile abito da cerimonia, era appostato davanti al ritratto della Signora Grassa e ignorava con assoluta maestria le occhiate curiose degli abitanti della Casa rosso-oro, che si domandavano con crescente curiosità chi stesse aspettando il bel Serpeverde. Era in attesa della sua accompagnatrice da almeno mezz’ora buona. Sorrise leggermente, scuotendo appena il capo con fare rassegnato: d’altronde, pretendere che Lily Potter fosse puntuale, era come chiedere al defunto Lord Voldemort di distribuire caramelle ai bambini babbani e - magari - di farci anche amicizia.

Cercò di ingannare l’attesa in tutti i modi possibili e inimmaginabili, addirittura si mise a canticchiare una delle carole di solito intonate dalle armature, ma con le dovute correzioni messe in atto da Pix. Si diede mentalmente dell’idiota per non aver portato con sè un libro con cui poter passare il tempo, ma - fortunatamente - dieci minuti più tardi il ritratto si aprì cigolando lievemente e gli occhi smeraldini del ragazzo si incrociarono con un altro paio di iridi color cioccolato.
Ed eccola lì, Lily Luna Potter in tutto il suo splendore: il suo sguardo magnetico era stato messo in risalto da un delicato strato di trucco; il suo fisico slanciato e snello era fasciato da un lungo abito dorato in cui si faceva largo uno spacco piuttosto abbondante sul lato sinistro; aveva ridotto al minimo gli accessori, limitandosi ad indossare un paio di vistosi orecchini con zirconi che brillavano in modo accecante non appena venivano a contatto con una qualsiasi fonte di luce; infine, a contornare il tutto, i suoi lunghi capelli rossi erano stati acconciati in un’elaborata pettinatura, che le lasciava scoperto il viso di porcellana e la nuca.
Le sue labbra carnose si stirarono in un pigro e allegro sorriso sghembo, mentre Adam - a causa di un groppo in gola - non riusciva a pronunciare una singola parola, da tanto era stupito e sorpreso dalla sua bellezza.

« Sono in ritardo, lo so e mi dispiace » disse, sistemandosi delle inesistenti pieghe sul suo abito. « Fortunatamente devi essere una persona molto paziente: avevo già paura di non trovarti più perchè eri scappato »

Di tutta risposta, Adam scoppiò in una fragorosa risata, probabilmente dovuta alla buffa espressione dipinta sul viso della Grifondoro. Lily, inconsciamente, pensò che non l’aveva mai visto ridere così di gusto e che avrebbe dovuto farlo più spesso.

« Sei bello quando ridi » lo scrutò senza la minima traccia di imbarazzo, cogliendo tutte le sfumature della sua espressione.
« Ti ringrazio » proclamò lui, un po’ spaesato da tanta sincerità. « Stasera, però, tu sei un vero incanto »
« Sei gentile » replicò con tranquillità, sorridendo maliziosamente. « In parte direi che è dovuto a te » fece una giravolta, facendo sollevare appena la gonna.
« Sì, probabilmente hai ragione » disse in tono pomposo, facendola ridacchiare. « Andiamo? »

Le porse gentilmente il braccio sinistro, a cui lei si aggrappò con estrema convinzione, e si diressero tranquillamente verso la Sala Grande, assieme a qualche altra coppia.

Dall’interno della stanza, proveniva una soave melodia, accompagnata dall’allegro chiacchiericcio degli studenti, che scorrazzavano gioiosamente da una parte e dall’altra per salutare qualche amico o per ordinare qualcosa da bere e da mangiare. Appena riuscirono a mettervi piede, rimasero a dir poco strabiliati: tutta quanta la Sala Grande era stata addobbata con immense sculture di ghiaccio e di fontane da cui sgorgavano fiotti del più ghiotto cioccolato di Mielandia. Fatine vive e lucenti svolazzavano allegramente attorno al soffitto incantato, che rispecchiava al meglio il panorama invernale facendo cadere della neve magica addosso ai partecipanti. I dodici alberi di Natale, portati da Hagrid qualche giorno prima, troneggiavano sulla sala, da dietro il tavolo degli insegnanti, mentre qualche tavolino rotondo faceva capolino ai lati per permettere alle coppie di sedersi e riposarsi un po’, chiacchierando con i compagni. Era uno spettacolo impossibile da descrivere e pareva persino che la Sala Grande fosse diventata ancora più estesa ed immensa di quanto già non fosse in precedenza.

Quando Lily si riscosse da tanta magnificenza, si rese conto che tutti gli sguardi nei dintorni erano puntati su loro due e alcuni sussurravano i loro nomi a voce non poi così bassa.

« Ma quella è Lily Potter?! »
« Ora capisco perchè lei ha rifiutato il mio invito! »
« La Potter e Nott: questa sì che è bella! »
« Da quando quei due sono amici?! »

Se soltanto avesse avuto i poteri di Zeus, a quest’ora sarebbero stati tutti quanti fulminati.

« Non ve l’hanno detto che è maleducazione fissare la gente in quel modo? » sbottò lei, all’ennesima occhiata sorpresa.

Adam ridacchiò divertito, osservandola di sottecchi ed infischiandosene dei commenti maligni dei pettegoli di turno.

« Hai chiesto il permesso ad Albus per invitarmi, vero? » domandò improvvisamente Lily.

Si gelò sul posto, fissandola con aria sbigottita. « Perchè, dovevo chiederlo anche a lui? »
La ragazza lo guardò di rimando, semplicemente atterrita. « Non so se lo sai, ma mio fratello è molto geloso e possessivo nei miei confronti. Potrebbe fare una strage, se la cosa non gli andasse a genio »

Il Serpeverde rimase paralizzato al suo posto, indeciso sul da farsi: poteva andare a cercare Albus in quel marasma di insegnanti e studenti, spiegandogli la situazione. Oppure, poteva fare finta di niente, cercando di godersi la serata senza avere strambe allucinazioni sull’amico che sbucava da qualsiasi angolino buio e nascosto.
Peccato che le sue elucubrazioni mentali vennero riportate bruscamente alla realtà dalla risata cristallina della sua dama. Lily era letteralmente piegata in due dalle risate, beffandosi della sua ingenuità.

« Stai tranquillo, non c’è nessun bisogno di avere il permesso scritto di Al » esalò qualche secondo dopo, asciugandosi piccole lacrime che vagavano sulle sue guance.
« Giusto, dimenticavo che sei una dei Malandrini » scosse la testa, incredulo dall’essersi fatto gabbare con tanta semplicità da quella ragazzina così misteriosa e lunatica. « A volte ignoro completamente questo tuo... lato »   
« Beh, ho quindici anni e sono una Potter: so cavarmela benissimo da sola » ribattè prontamente, avvicinandosi al ragazzo con una studiata lentezza.
 

Adam deglutì, i suoi occhi persi nel contemplare quelli di Lily, che non accennava in alcun modo ad abbassare i propri. « Ti va di ballare? »

« A tuo rischio e pericolo » mormorò, sorridendo maliziosa e afferrando prontamente la sua mano, mentre si dirigevano sulla pista.

Prima che potessero prendere posizione al centro della sala, vennero bruscamente interrotti e riportati nel mondo reale da una sconcertata e sorpresa Minerva McGranitt.
« Signorina Potter e... oh, signor Nott! » li guardò con tanto d’occhi, avvicinandosi di più alla coppia di cui - senz’altro - si sarebbe parlato per settimane intere.
« Buonasera professoressa » rispose elegantemente Adam, inclinando appena il capo in un cenno di saluto.
« Preside » soffiò Lily, mettendo su la sua migliore espressione accattivante. « Qualcosa non va? » domandò, sghignazzando leggermente quando la donna - che si era incantata a fissarli, ostentando sempre un’espressione stupita - scosse lievemente il capo, come cercando di darsi un contegno.
« Nient’affatto, Potter » disse aspramente, riprendendo il suo solito cipiglio severo e autoritario. « Sono rimasta soltanto colpita dal fatto che vi siate presentati al Ballo insieme »
« Oh beh... ritengo che sia giusto ampliare la propria rete di... conoscenze, non trova? » la ragazza sorrise angelicamente, guardando il suo accompagnatore con la coda dell’occhio.
« Assolutamente » annuì con decisione, trovandosi d’accordo con quanto appena affermato da una delle sue allieve. « Bene, forse è il caso che vada a controllare i vostri compagni » fece per allontanarsi, superando qualche studente che volteggiava sulla pista da ballo con fin troppo entusiasmo.
« Sorprendente. Sembra addirittura che siano diventati ami-... beh, perlomeno che si sopportino » la sentirono borbottare tra sè e sè.

I due ragazzi non poterono fare a meno di guardarsi con aria complice e di scoppiare in una mezza risata divertita, ancora meravigliati dal fatto che la McGranitt fosse rimasta turbata da questo loro improvviso “scoppio d’amicizia”.

« Sbaglio o stava per dire la parola amici? » disse Adam, le iridi color giada ancora fisse sul punto in cui era scomparsa la Preside, inarcando un sopracciglio.
« Io amica di una Serpe?! » sbottò Lily, volendo apparire oltraggiata. « Questo mai! »
« Se la metti così, nemmeno io voglio essere amico di una Grifondoro » replicò divertito. « Per giunta, una Potter » finse di rabbrividire, beccandosi un pugno sulla spalla come risposta.
« Non eri tu quello che mi aveva chiesto di ballare? » chiese, simulando un’espressione altezzosa che nulla aveva a che fare con la sua spiccata e vivace personalità.
« Giusto » fece un mezzo inchino giocoso. « Mi perdoni, signorina »

La guidò dolcemente verso il centro della pista, dove si posizionarono uno di fronte all’altra, mentre tutti i loro compagni ballerini volteggiavano intorno a loro. Lily sistemò con sicurezza una mano dietro al collo del suo cavaliere - afferrandone poi la sinistra - e si lasciò cingere la vita in un tocco delicato, mentre seguivano lo scorrere di quella musica lenta e dolce, dall’inconfondibile ritmo di un valzer.  

« Non te la cavi affatto male » si complimentò, sinceramente ammirato da tanta bravura.
« Puro talento naturale » ribattè, abbassando velocemente lo sguardo per osservare i passi compiuti dai suoi piedi e per evitare di rifilargli un pestone con quelle scarpe dai tacchi assassini.

Per un breve ed intenso istante, la mano destra di Adam - ossia quella posizionata sulla parte bassa della schiena della sua accompagnatrice - si separò e andò a posizionarsi sotto al suo mento, facendole quindi alzare gli occhi.

« Non sta bene fissarsi i piedi »

Lei inarcò elegantemente un sopracciglio, terribilmente divertita da quell’affermazione. « Educazione da Purosangue? »
« Educazione da Purosangue » confermò, sorridendo apertamente.



****



Seduta ad uno di quei tavolini rotondi che contornavano la pista da ballo, aspettava con infinita pazienza il suo cavaliere, sparito chissà dove. Ogni tanto lanciava un’occhiata disperata nei dintorni, sperando di veder ricomparire all’improvviso il ragazzo che le aveva romanticamente chiesto di presentarsi al Ballo di Natale con lui e che, invece, era misteriosamente scomparso. Il mento bellamente poggiato sulla mano destra, le lunghe gambe - fasciate dallo splendido abito color avorio - accavallate con estrema eleganza ed uno dei piedi che si muoveva leggermente, tenendo perfettamente il tempo della musica, facevano presagire che stesse attendendo da parecchio tempo. Ogni tanto le labbra rosee della ragazza si dischiudevano per cantare a bassa voce un pezzo del brano assordante su cui si stavano esibendo le Sorelle Stravagarie, accompagnate dalla cantante pop Celestina Warbeck - entrambi molto famosi ai tempi dei loro genitori -, facendo dimenare - in maniera decisamente poco elegante - tutti gli studenti, avvolti nei loro abiti da cerimonia più costosi.

« Mio fratello è stato così maleducato da lasciarti qui, tutta sola? »

Le iridi verde chiaro di Sage Spence si spostarono immediatamente - e con fin troppa velocità - sul suo interlocutore: Lorcan Scamandro, avvolto nel suo smoking color alabastro, la studiava attentamente, accomodandosi sulla sedia di fianco a lei, assieme alla sua dama.

« Lysander è soltanto andato a prendere da bere » rispose automaticamente, voltando il viso in un’altra direzione. Aveva il classico tono di una persona che ha già ripetuto quella frase miliardi di volte e di chi, alla fin fine, non ci credeva più tanto.

Essendo Lorcan una persona molto perspicace, riuscì ad intuire che qualcosa non andasse, ma decise che sarebbe stato meglio non tirarla in ballo proprio lì, davanti a tutta la Sala Grande. « Lei è Lexie, a proposito » presentò la sua nuova accompagnatrice, con un sorriso gioioso impresso sulle labbra.

L’attenzione della rossa venne catturata da questa nuova - e presunta - ragazza di Lorcan: Lexie Moore. Le pareva che appartenesse all’ultimo anno di Serpeverde, forse era un’amica di Dominique Weasley o qualcosa di simile. Tutto sommato, però, le sembrava simpatica e sicuramente piuttosto coinvolta sentimentalmente con il maggiore dei gemelli, a giudicare dai teneri sguardi che si lanciavano.

« Molto piacere » rispose, salutandola con un buffo cenno della mano.
« Piacere mio » ribattè cordialmente, sorridendo in modo gentile. « Hai un bellissimo vestito, ti sta d’incanto »
« Davvero Sage, sei splendida » annuì Lorcan, mostrandosi totalmente d’accordo.

Perfetto: tutti che le facevano dei complimenti su quanto le stesse bene il suo nuovo abito, tranne che il suo accompagnatore, sparito chissà dove senza nemmeno inventarsi una scusa decente.

« Ehilà! Possiamo sederci anche noi? »

Il cuore di Sage ebbe uno spiacevole tuffo, accelerando leggermente rispetto al suo solito e regolare battito. Il viso allegro e spensierato di Hugo Weasley fece capolino, entrando nel suo campo visivo, accomodandosi di fronte a lei, assieme ad una ragazza bionda che non aveva mai visto prima. Possibile che ad Hogwarts ci fosse qualcuno che non avesse mai notato?

« Ciao Hugie! » disse Scamandro, dandogli un’affettuosa pacca sulla spalla. « Chi è la tua signora? »

La Grifondoro, attenta a captare ogni minimo movimento o espressione, notò che la ragazza in questione arrossì visibilmente sulle guance, rendendo la sua pelle nivea di un evidente color porpora.

« Oh, lei è Aimee » le strinse un braccio attorno alle spalle. « Aimee Forson, Tassorosso del mio anno »

Aimee Forson, Tassorosso del mio anno.

Quelle parole rimbombarono nella testa di Sage in modo sgradevole, quasi come se stridessero entrando a contatto con il suo cervello. E di nuovo, il suo cuore mancò un colpo. Proprio non riusciva a spiegarsi quelle strane emozioni che si erano rovesciate in lei con tanta ferocia, avvolgendola ed impregnandola come se fossero state veleno.

« Io... » scattò in piedi, senza nemmeno accorgersi di quel suo cambiamento di posizione. « ...Scusate, vado a prendere una boccata d’aria »

Sage si avviò velocemente verso l’uscita della Sala Grande, scrollandosi di dosso - con un certo nervosismo - i candidi fiocchi di neve, prodotti dal Soffitto Incantato. Si sentiva soffocare, come se le solide pareti di pietra si chiudessero addosso a lei, negandole la regolarità del respiro. Dentro. Fuori. Dentro. Fuori. Le sembrava che l’aria le arrivasse ai polmoni in modo compresso e sentiva la testa girarle vorticosamente, impedendole di distinguere i volti che la circondavano.
Le cedettero le gambe e ringraziò mentalmente Merlino per averle fornito un muro a cui appoggiare la schiena, attraversata da rivoli di sudore freddo.

« Sage? » una voce maschile un po’ roca, riuscì ad interrompere il costante ronzio delle sue orecchie.

Conosceva perfettamente quel timbro vocale.

Avrebbe potuto riconoscerlo persino all’interno di una stanza con milioni di persone. Quella voce che aveva voluto disperatamente sentire per così tanto tempo. E allora perchè ne era così delusa?

« Lys? » mormorò in modo talmente flebile che si stupì di ottenere risposta.
« Per Morgana! » si accovacciò di fronte a lei. « Che ti succede? Stai male? Vuoi che ti porti in Infermeria? »
« No, io... » cominciò a respirare profondamente, mettendo la testa sulle ginocchia e chiudendo gli occhi stanchi, concentrandosi semplicemente sulla mano calda di Lysander che le accarezzava dolcemente le spalle.

Quando si sentì un po’ meglio, decise di risollevare lo sguardo, incontrando immediatamente le iridi verde-azzurro del ragazzo, impregnate di preoccupazione. Lysander era preoccupato per lei.

« Mi dai una mano ad alzarmi? »

Senza alcuno sforzo apparente, il biondo la sollevò - come un’inerme bambola di pezza - e la sorresse quando, a causa di un capogiro, Sage barcollò in modo quasi impercettibile.

« Ti accompagno in Sala Comune » decise, usando un tono che non ammetteva repliche di nessun tipo. Non che lei avesse intenzione di ribattere, comunque.

Il ritratto della Signora Grassa non le era mai parso così lontano come in quel preciso istante. Il cervello di Sage, ancora un po’ annebbiato dopo quel momento di indisposizione, stava lavorando febbrilmente, cercando di formulare ipotesi sul perchè fosse stata così male. Qual’era la causa scatenante?  
« Sembrava che ti fosse venuto un attacco di panico » esordì Lys, guardandola con la coda dell’occhio. « Come ti senti? »

Un attacco di panico. Non le era mai successo. Lei, l’imperturbabile e coraggiosa Sage Spence, stroncata in questo modo da un attacco di panico.

« Sono soltanto un po’ stanca » biascicò stentoreamente. Ed era vero, faceva fatica a tenere gli occhi aperti, mentre il sonno bramava di rapirla e portarla con sè in un profondo e dolce oblio.

Il giovane Grifondoro l’aiutò ad arrampicarsi su per il buco del ritratto e l’accompagnò fino alla base delle scale che portavano ai dormitori femminili.
« Be’, più in là non posso andare » osservò con un sorrisetto divertito i solidi gradini pronti a trasformarsi in uno scivolo se un qualsiasi ragazzo vi avesse poggiato un piede sopra. « Buonanotte Sage, ci vediamo domani mattina » si avvicinò lentamente al suo volto, riuscendo ad osservare ogni minimo particolare del viso di porcellana della ragazza. Poggiò delicatamente le sue labbra su una delle due guance, dopodichè le portò una ciocca di capelli - sfuggita dall’impeccabile pettinatura - dietro all’orecchio,  in un gesto semplice e dolce.
« Buonanotte » replicò lei, guardandolo allontanarsi verso la sua stanza. Sentiva una strana morsa allo stomaco, anche se non riusciva proprio a capire da che cosa fosse dovuta.

Fortunatamente la camera era immersa in uno strano ed inquietante silenzio, il che stava ad indicare che le sue compagne non erano ancora rientrate. Le sarebbe piaciuto che ci fosse stata almeno Rose a tenerle un po’ di compagnia, sdraiandosi sul letto assieme a lei e coccolandola come se fosse stata una sorella maggiore, o una mamma. Sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma era troppo combattuta e distrutta quella sera per poterle ricacciare indietro orgogliosamente, come faceva di solito.

Lysander l’aveva aiutata. Ma l’aveva lasciata sola per un tempo che sembrava interminabile. Lysander si era impensierito per lei. Ma, anche se in cuor suo quei gesti le facevano immensamente piacere, avrebbe voluto che ci fosse qualcun altro al suo posto.



****



« Quindi James ha pensato bene di nascondere uno dei nuovi fuochi d’artificio di mio zio George su per il camino, così quando papà e mamma, la sera, sono rientrati a casa e hanno acceso il focolare... bum! É saltato tutto per aria » raccontò Lily, sorridendo malandrinamente nel ricordarsi la scena, mentre i suoi occhi scuri brillavano di una luce di divertimento febbrile.

Adam, che la osservava con aria rapita, non potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata, che rimbombò all’interno della protezione magica, messa sul parco del castello cosicchè gli studenti potessero godersi una passeggiata al chiaro di luna senza morire congelati.

« Mi domando cosa sarebbe successo se io e Scorps, da piccoli, avessimo fatto saltare in aria il Manor » replicò divertito, accomodandosi su una panchina. « Probabilmente, lo zio Draco sarebbe morto d’infarto »
« O sarebbe finito ad Azkaban per duplice omicidio » ribattè lei, sghignazzando apertamente.
« Potrebbe essere » le concesse, con un cenno affermativo del capo.
« Pensavo che Malfoy fosse venerato anche dalla sua famiglia »

Il ragazzo sbuffò appena, rendendo impossibile intuire se fosse seccato o se stesse trattenendo un’altra risata. « Assomiglia a zio Draco in modo impressionante, caratterialmente intendo »
« Chissà perchè, ma la cosa non mi sorprende affatto »
« Soltanto zia Asteria sa come prenderlo. Forse è l’unica in grado di capirlo veramente »
« A parte te e Sophia » gli poggiò una mano su una delle braccia muscolose, con aria comprensiva.

Adam le regalò un sorriso sghembo. « Lo pensi davvero? »
« Certo » annuì con convinzione, improvvisamente seria. « Non ho mai visto Malfoy comportarsi bene con qualcuno. Ho sempre pensato che fosse privo di qualsiasi sentimento ma poi... non lo so, ho notato come si lascia coinvolgere dalla Stonem o di come ti guarda quando tu prendi parola »
« Come mi guarda?! »
« Non nel modo in cui stai pensando, idiota » lo sentì ridacchiare. « É come se... fossi suo fratello. Non so come spiegarlo ma si vede che tiene molto a te e alla tua opinione. Neanche con Al, che è il suo migliore amico, si espone così tanto »
« Siamo maschi. Nessuno di noi, se ha dei problemi, va a piangere sulle spalle dell’altro, come fate voi femmine »

Lily roteò teatralmente gli occhi al cielo, ma era chiaramente divertita. « Oh, giusto. Dimenticavo: la vostra seduta psicologica comprende un affabile pugno sulla spalla e per voi è tutto a posto. Da veri duri, insomma »

Adam rise apertamente, contagiando anche la stessa Lily. Da quando si erano incrociati in Infermeria, quel lontano giorno di ottobre, qualcosa tra i due era radicalmente cambiata. Erano riusciti a mettere da parte gli antichi dissapori tra le loro Case di appartenenza, stringendo un solido legame e rendendo possibile un’aperta amicizia tra Serpeverde e Grifondoro, cosa che tutti gli insegnanti continuavano a consigliare vivamente.

« Sai, Nott » cominciò con tono ironico, mentre un sorriso malizioso si apriva sulle sue labbra piene. « Ci sono dei momenti, momenti come questo, in cui mi domando perchè sei stato smistato tra le Serpi »

Il ragazzo si stravaccò sulla panchina, puntando il suo sguardo color giada verso il limpido cielo stellato. « Quando il professor Paciok, quasi sette anni fa, mi mise il Cappello Parlante sulla testa, questi mi disse che avevo una grande sete di conoscenza e che ero molto ambizioso » scrollò appena le spalle, lanciandole un’occhiata di sottecchi per valutare la sua reazione « E poi, ovviamente, tutta la mia famiglia è stata smistata a Serpeverde »
« Ovviamente » assentì, inclinando appena il capo da un lato. « Ambizioso eh? »
« Non lo sai che noi Serpi otteniamo sempre tutto ciò che vogliamo? » il suo sguardo si posò candidamente sulla sua figura, in un modo talmente intenso che - se Lily fosse stata un’altra ragazza qualunque - sarebbe certamente arrossita. 
 
Invece continuò a restare rapita da quella sottospecie di gioco, sostenendo fermamente le sue occhiate penetranti, che le lasciarono marchi infuocati sulla pelle.

« Quello che mi domando è... » con studiata lentezza, si fece più vicina al ragazzo, lasciandolo quasi impietrito sul posto. « ...Proprio tutto? » sorrise in modo accattivante, alzandosi e cominciando a correre gioiosamente verso il castello, per come glielo consentivano i tacchi e il lungo abito da sera.



****



Il giorno seguente, uno Scorpius Malfoy con due pesanti occhiaie violacee sotto i magnetici occhi plumbei, i capelli spettinati, la giacca su una spalla, la cravatta semi-slacciata e la camicia in parte sbottonata, fece il suo ingresso in Sala Comune, salendo fino alla sua stanza al dormitorio.

Nonostante fosse decisamente presto e nonostante fosse esausto per la nottata passata in bianco, si accorse immediatamente che c’era qualcosa che non andava. La camera era completamente deserta, fatta eccezione per una figura snella dai capelli rosso scuro e dall’abito dorato, che dormiva placidamente. Figura che - ad un’occhiata più attenta - altri non era che Lily Potter. Un momento: che diamine ci faceva la Potter, lì?

Stava già per urlare con quanto più fiato avesse in gola, ma qualcosa nell’espressione dolce presente sul viso della ragazza, lo trattenne dal farlo. E scoprì di non avere minimamente voglia di svegliarla. Avrebbe potuto guardarla per ore intere mentre sonnecchiava con quell’espressione un po’ imbronciata e così teneramente buffa.
Scorpius rimase piacevolmente spiazzato, immobile sulla soglia della stanza e senza muovere nemmeno un muscolo. Continuava a fissarla con uno strano sorriso da ebete stampato sul viso.

Era splendida persino quando dormiva.   

Scosse la testa, semplicemente inorridito: non poteva aver appena pensato quelle cose sulla sua nemica giurata! Questa era senz’altro la stanchezza che gli stava giocando un brutto tiro. Nient’altro. Sì, avrebbe dormito una manciata d’ore e sicuramente quei bizzarri pensieri sarebbero svaniti completamente.
Era già pronto a buttarsi a peso morto sul letto, quando si accorse che la Potter era proprio adagiata sul suo baldacchino. Con strane teorie che gli ronzavano in testa, Scorpius Malfoy uscì, dirigendosi in Sala Comune per poi sdraiarsi su uno dei confortevoli divanetti di pelle nera, utilizzando un braccio per coprirsi gli occhi dalla fastidiosa luce verdognola del lago Nero e delle torce appese alle pareti.

Lily aprì le grandi iridi color cioccolato al latte, anche se con una certa fatica. Il primo pensiero che le balenò in mente fu che quella non era assolutamente la sua stanza. Dove diamine erano finiti i poster e le foto appese alle pareti? E perchè i colori rosso-oro del suo dormitorio erano stati bellamente sostituiti dal verde e dall’argento?

Come se qualcuno avesse premuto il tasto dell’avanzamento veloce, i ricordi cominciarono a venire a galla: dopo le chiacchiere nel parco del castello, Adam l’aveva giocosamente rincorsa per mezzo castello, fino a quando - entrambi sfiniti  e insonnoliti - si erano rifugiati nella Sala Comune dei Serpeverde, decisamente più vicina rispetto a quella dei Grifondoro.

« Adam? » chiamò, puntellandosi su un gomito e soffocando a stento uno sbadiglio, guardandosi intorno con aria incuriosita.

Nessuna risposta. Si ributtò a capofitto sul cuscino ed inspirò un odore piuttosto pungente e completamente diverso da quello che aveva sentito addosso al suo accompagnatore la sera precedente. Sembrava un miscuglio tra tabacco e muschio bianco.

Malfoy. Quello era il letto di Malfoy.

Si alzò di scatto, provocandosi un bel capogiro, e scese velocemente i solidi gradini di pietra che portavano alla Sala Comune, sperando ardentemente che nessuno la vedesse sgattaiolare via con fare circospetto. Fortunatamente, qualcuno lassù doveva volerle veramente bene, perchè - forse a causa delle ore piccole fatte la sera prima - la maggior parte degli studenti era ancora a letto, o già scesa in Sala Grande a fare colazione, visto che la stanza era completamente vuota, fatta eccezione per una testa platinata che sbucava dal bracciolo di uno dei divani.
Era Scorpius Malfoy che dormicchiava con un braccio sul torace e uno sugli occhi, e un’aria così serena e beata che nessuno avrebbe mai avuto il cuore di svegliarlo. Lily non potè proprio fare a meno di osservarlo: effettivamente, era proprio un bel ragazzo. I suoi occhi si sbarrarono per l’idiozia appena concepita. Non poteva pensare quelle cose sul suo nemico giurato! Era tutta colpa della stanchezza, senza dubbio.

Cercò di allontanarsi furtivamente, togliendosi persino quelle dannate scarpe col tacco che le avevano procurato un bel male ai piedi. Ci mancava soltanto che la sua nemesi si svegliasse proprio in quel preciso istante, beccandola lì - nella Sala Comune dei Serpeverde, dove non avrebbe mai e poi mai dovuto essere - e soprattutto, cosa ancora peggiore, col vestito della sera prima.

« Potter? »

Ecco, troppo tardi.

Si voltò leggermente, facendo sì che i suoi occhi scuri si scontrassero con quel mare plumbeo che erano quelli di lui, che la studiava con aria palesemente confusa e sorpresa al tempo stesso, coi capelli scompigliati più del solito. Quasi con rassegnazione, aspettava la prima frecciatina o il primo commento malevolo della giornata, perchè un Malfoy non può essere gentile con un Potter. É contro natura.

« Dove stai andando, di grazia? » chiese con insolita benevolenza.

Strano. Era tutto infinitamente tranquillo. E sospetto.

« Nella mia Sala Comune » rispose, concentrandosi apparentemente sulla figura solitaria della piovra gigante, al di là delle vetrate. « Ho approfittato troppo della vostra ehm... ospitalità »

Un sopracciglio biondo di Scorpius svettò verso l’alto, rendendo ancora più palese l’espressione perplessa del ragazzo.

« Oh, Merlino! » sbottò spazientita, sollevando gli occhi al cielo con fare scocciato. « Grazie per avermi fatto dormire sul tuo letto, contento adesso? » le sue guance si imporporarono lievemente - cosa che la sconcertò alquanto -, rendendo ciò una delle situazioni più imbarazzanti a cui avesse preso parte, ed era più che sicura che Malfoy ne avrebbe approfittato per stuzzicarla a vita.

Scorpius pensò che avrebbe potuto prenderla in giro almeno da lì fino alla fine dell’anno scolastico, ma non lo fece e si rese conto di non avere alcuna voglia di farlo. Che diavolo gli stava succedendo? Senza dubbio, il suo passatempo preferito era quello di provocare ed irritare proprio la Potter. E allora perchè tutto d’un tratto non gliene importava più niente? La prima cosa che gli balenò in testa fu che la trovava magnificamente adorabile anche se le sue guance avevano assunto una sfumatura molto simile al colore dei suoi capelli.

« Stai bene, Malfoy? » gli domandò, avvicinandosi leggermente e mostrando una strana espressione in viso.
« Che cosa? » scosse appena il capo, come per riprendersi. « Certo che sto bene, Potter, che razza di domande! » ribattè seccato, cercando di darsi un contegno e sperando ardentemente che lei non si fosse accorta che la stava fissando con un’aria imbambolata. In seguito, si passò le mani sul viso, sfregandosi gli occhi come faceva quando era bambino.
« Se lo dici tu... » mormorò lei, seccata da quei suoi continui sbalzi d’umore. « Potresti ringraziare Adam da parte mia, quando lo vedi? E dirgli che dovevo assolutamente tornare al mio Dormitorio per finire il baule? »

Malfoy fissò il suo sguardo allibito sulla parete incantata della stanza - che stava lentamente scivolando di lato - e sulla ragazza, che si stava velocemente incamminando verso la Sala Comune dei Grifondoro tenendo un lembo del vestito con la mano sinistra e con l’altra le scarpe. Non seppe di preciso che cosa gli prese in quel momento ma, in futuro, avrebbe sempre ringraziato la sua prontezza di spirito e il suo inaspettato coraggio, che - per una volta - aveva spinto da un lato l’orgoglio e si era fatto valere. Semplicemente, agì d’istinto e la seguì, rincorrendola e percorrendo inconsciamente i suoi stessi passi.

« Ehi, Potter! » la chiamò, vedendola in lontananza, facendo sì che si bloccasse a metà di una rampa di scale.

Lei si voltò, non riuscendo proprio a mascherare un’espressione di pura sorpresa, e aspettò che il ragazzo la raggiungesse, ancora più sbalordita dal fatto che Malfoy - Scorpius Malfoy - la stesse inseguendo.

« Che cosa c’è, Malfoy? » domandò stancamente, desiderando soltanto che la lasciasse in pace.
« Hai baciato Adam? »

Lily inarcò elegantemente un sopracciglio vermiglio, chiedendosi se - per caso - Malfoy non fosse impazzito tutto d’un colpo o se una strana forza misteriosa l’avesse rapito, scambiandolo con questo che di Malfoy non aveva proprio nulla, se non l’aspetto fisico.

« Credo proprio che la cosa non ti riguardi affatto » replicò duramente, dandogli le spalle e proseguendo il suo percorso, cercando inutilmente di allontanarsi il più possibile da lui.
« Potter! » il ragazzo, però, al contrario delle sue aspettative, non si diede per vinto e la sorpassò con un paio di falcate, bloccandole poi il passaggio con estrema facilità grazie a quei venti centimetri di altezza in più e al suo fisico, scolpito dai numerosi allenamenti di Quidditch. « Allora? » la intimò, guardandola con quei suoi occhi plumbei, così dannatamente belli.

Lei sbuffò, a metà tra il seccato e l’arrendevole. « Non è successo niente tra me ed Adam, contento? » gli tirò una spallata, cercando di essere il meno delicata possibile, e tentò per l’ennesima volta di arrivare al ritratto della Signora Grassa.

La mano del ragazzo scattò da sola, in un gesto fulmineo, prendendola per il polso e facendola voltare, cosicchè Lily Potter si ritrovasse a pochi centimetri dalle labbra di Scorpius Malfoy, con le mani poggiate sul suo petto, cosa che le fece andare nuovamente il viso in fiamme.

« Malfoy ma che diavolo... » tentò inutilmente di schiarirsi la voce, ma la gola era completamente secca. « ...Che diavolo stai facendo? »

Si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra per attimi che parvero interminabili, i nasi che si sfioravano e i respiri diventati leggermente irregolari, così come il battito cardiaco di entrambi, accelerato in maniera allarmante.

« Ehi, Scorps! » Shane Harper, accompagnato da un Blake Zabini stranamente tranquillo in sua compagnia, si stava sbracciando nella loro direzione, mentre l’altro si tirò una pacca sulla fronte, scuotendo la testa esasperato.
« Ciao Zabs, ciao Shane » salutò allegramente il biondo, guardando i suoi due amici come se non l’avessero affatto beccato in atteggiamenti piuttosto equivoci con la ragazza che, in teoria, avrebbe dovuto odiare.
« Oh, ma c’è anche Lentiggini! » trillò euforico Harper, trattenendosi a stento dal soffocarla in un abbraccio entusiastico.
« Ciao Rossa » rincarò la dose Blake, guardandola con un ghigno di scherno stampato sul viso.

Lei li cruciò entrambi con una semplice occhiata, che li fece arretrare leggermente. « Sono proprio curiosa: questi nomignoli idioti, sono una caratteristica facente parte del vostro dna oppure, appena mettete piede ad Hogwarts e venite smistati tra le Serpi, vi danno in dotazione un libro? » volle sapere, usando un tono completamente intriso di sarcasmo pungente.
« Te l’ha mai detto nessuno che saresti stata proprio bene a Serpeverde? » disse Zabini, scrutandola con i suoi occhi blu scuro.
« Non sei certamente il primo, Zabini, puoi stare tranquillo » esordì, incrociando le braccia al petto e fissandolo. « E di sicuro non sono così permalosa da offendermi »
« Strano, se avessi detto questa cosa a qualsiasi altro Grifondoro, penso che - come minimo - sarebbe scoppiato un duello » ribadì, mostrandosi piuttosto sorpreso al riguardo.

Lily scrollò le spalle, con noncuranza. « Evidentemente non sono... diciamo che non sono poi così tanto Grifondoro »
« E questo cosa vorrebbe dire? » intervenne Malfoy, scrutandola con tanto d’occhi e attendendo una sua risposta. E, conoscendolo, avrebbe anche dovuto essere una risposta esauriente e sensata.
« Di nuovo, non credo siano affari che ti riguardino, Malfoy » lo liquidò con un gesto secco della mano.
« E adesso, se volete scusarmi, c’è un baule che mi attende al Dormitorio di Grifondoro » cominciò a spostarli a spintoni, finalmente allontanandosi da quello strambo gruppetto.
« Shane, va’ con lei » disse Scorpius, con un tono fin troppo tranquillo e pacato.

Okay, quello non era affatto Malfoy. Aveva chiesto (chiesto! Quando mai un Malfoy chiede qualcosa?!) ad Harper di accompagnarla, come se fosse preoccupato di un suo possibile incontro con qualcosa, o qualcuno, di estremamente pericoloso.

« Vieni Lentiggini, andiamo » disse allegramente il ragazzo, poggiandole un braccio sulle spalle.

Lily lo scrollò via con ben poca delicatezza, facendo sghignazzare sia Scorpius che Blake.

« Ti conviene non provarci mai più, Harper » sibilò con voce tagliente, regalandogli un mezzo sorriso particolarmente inquietante.
« D’accordo, d’accordo, vostra maestà » le mostrò i palmi della mani, in un improbabile gesto di pace.

Quando, finalmente, riuscì a raggiungere il ritratto della Signora Grassa - continuando abilmente ad ignorare il logorroico chiacchiericcio del suo compagno d’avventura -, la ragazza voleva semplicemente buttarsi sul suo letto e diventare un tutt’uno col comodo materasso.

« Lumos Solem » recitò correttamente la parola d’ordine, ben evitando di farla sentire al Serpeverde, e si arrampicò su per il buco del quadro, sbucando nella sua Sala Comune e non ricambiando il caloroso saluto lanciatole dallo stravagante ragazzo.



****



Alle undici in punto, tutti gli studenti di Hogwarts che sarebbero ritornati a casa per le vacanze natalizie, erano stipati nei numerosi scompartimenti dell’Espresso, aspettando il fatidico momento in cui sarebbero scesi al binario 9 e ¾, a Londra, in attesa di riabbracciare le loro famiglie.

Rose Weasley sollevò per l’ennesima volta gli occhi nocciola, nel sentir scorrere la porta dello scompartimento in cui si era rifugiata con i numerosi amici e parenti. Nel vedere che la persona appena entrata, altri non era che sua cugina Lucy, per poco non lanciò un grido esasperato.

Dove Merlino era finita Sage?  

La sua migliore amica che, quella mattina, aveva a malapena incrociato in Dormitorio, tutte prese com’erano a finire di preparare i bagagli per la partenza, si era separata da lei a partire dalla colazione in Sala Grande e quando era tornata in stanza, semplicemente, non c’era più. Una persona non poteva sparire in quel modo. A meno che non si considerasse la Smaterializzazione ma, come ricordava dai costanti suggerimenti di sua madre e suo padre prima che entrasse ad Hogwarts, non ci si poteva Materializzare o Smaterializzare all’interno dei confini del castello. Quindi, doveva per forza essere su quel treno.
Con uno scatto repentino, si alzò in piedi - ignorando palesemente le occhiate sconcertate di suo fratello Hugo - e uscì fuori in corridoio, nella vana speranza di ritrovare la sua migliore amica. Molto probabilmente le stava nascondendo qualcosa. Scansò qualche primino troppo euforico e chiuse un occhio su alcuni scherzi dei Tiri Vispi che - essendo Caposcuola - avrebbe dovuto confiscare. In fondo, era quasi Natale e si sa che - teoricamente - in questo periodo dell’anno, si è tutti più propensi alla bontà. Scrutò in ogni scompartimento chiassoso e in ogni anfratto del treno, ma della sua spensierata amica dai capelli rosso rame non c’era alcuna traccia.

Avrebbe dovuto chiamare gli Auror?

Sentiva un senso crescente di preoccupazione farsi largo all’interno del suo petto, espandendosi come una macchia di inchiostro su una pergamena perfettamente immacolata. No. Lei era Rose Weasley, non poteva - e non doveva - far sì che il panico le offuscasse la mente, impedendole di ragionare in modo lucido. Si mordicchiò il labbro, con fare assorto, continuando ad arrovellarsi il cervello nella vana speranza che qualche indizio - anche il più futile - saltasse fuori.

All’improvviso, un crescente bussare spazientito la interruppe dalle sue elucubrazioni mentali. Voltandosi, scoprì una ragazza del terzo o quarto anno di Corvonero, intenta a premere ripetutamente - e con una certa foga - le nocche contro la piccola porta del bagno delle ragazze.

« Si può sapere che cosa stai facendo lì dentro?! » sbraitò impaziente, continuando a menare colpi all’uscio. « C’è gente che ha un impellente bisogno fisiologico! »
« Anche io non vorrei avere un impellente bisogno fisiologico nel toglierti dei punti » recitò pacatamente Rose, avvicinandosi di soppiatto e facendola sobbalzare per lo spavento.

I suoi grandi occhi di un banale e spento color marrone, ingranditi dalle due spesse lenti degli occhiali, si sgranarono per la paura. Il sorriso falsamente bonario che si era stampata sul viso, poi, non doveva aiutare di certo. Quella era la classica calma riconducibile alla ‘quiete prima della tempesta’. Tutti sapevano che non bisognava scherzare con una Rose Weasley arrabbiata. Tutti.

« I-Io... » balbettò impacciata, torcendosi le mani ed evitando di fissarla.
« Sei fortunata che oggi io abbia la testa altrove » replicò scocciata, mandandola via con un gesto deciso della mano. « Sparisci prima che cambi idea e decida di metterti in punizione da qui fino alla fine dell’anno »

La ragazzina non se lo fece ripetere due volte e si volatilizzò in fretta, richiudendosi la porta dello scompartimento dietro alle spalle. Rose, ridacchiando, gongolò apertamente per la sua bravura innata nell’incutere terrore in quel modo.

« Prima o poi, qualcuno deciderà di fartela pagare »
« Frank! » si portò una mano al cuore, sentendolo martellare furiosamente all’interno della gabbia toracica. « Accidenti a te, mi hai fatto prendere un colpo! »
« Scusa » replicò il ragazzo, a dir poco divertito. « Non ho potuto fare a meno di notare il tuo sfruttamento di potere »  

Rose diventò leggermente rossa, abbassando lo sguardo. « Be’, è stato per una buona causa. Stava facendo troppo baccano e... »
« Ma andiamo, Rosie! » incrociò le braccia al petto. « Ci sono dei ragazzi in quello scompartimento laggiù che stanno provando a dar fuoco a non so quali razzi dei Tiri Vispi Weasley e ti lamenti di una povera ragazzina che stava bussando ad un bagno? »

Di tutta risposta, le guance di Rose si imporporarono maggiormente. « E tu, invece? Perchè sei qui fuori? Mi stavi seguendo, per caso? »
« In realtà ero semplicemente andato a trovare Irina, che sta in quello scompartimento laggiù per tua informazione, dopodichè passando di qua per tornare indietro, mi sono imbattuto nella tua furia » sorrise leggermente, guardandola.
« Irina? »
« Irina Tate, Grifondoro, quarto anno » snocciolò bellamente, quasi con indifferenza. « Era la mia dama per il ballo di ieri sera »
« Oh » replicò, mentre la sua voce ebbe un leggero tremolio, appena udibile. « Giusto »
« Tu con chi sei andata ieri sera? » chiese interessato.
« Con Duncan McLaggen » rispose, quasi sfidandolo. « Perchè? »
« Pura e semplice curiosità » anche se una strana contrazione della mascella, faceva pensare all’esatto opposto.
« Bene » replicò gelidamente, fulminandolo con lo sguardo. « Ora, se non ti dispiace, avrei da fare »
« Che cosa, se posso chiedere? » riuscì a beccarsi un’altra occhiataccia. « Ehi, non essere così scontrosa, potrei esserti d’aiuto »

Rose sospirò, passando una mano a ravvivarsi i capelli riccioluti. « Sage. É sparita da questa mattina e non riesco a trovarla da nessuna parte »
« Non pensi che... » indicò il bagno con un cenno del capo.
« . Sì, è l’unica opzione rimasta »

Rose si schiarì un poco la voce, bussando delicatamente alla porta. Peccato che non ottenne alcuna risposta.

« Sage? Sage, lo so che sei lì dentro » si appoggiò all’uscio con una spalla. « Mi apri, per favore? »
« Vattene via, Rose » le giunse una voce ovattata e dal timbro piuttosto strano, come se stesse... piangendo? Era possibile?
« Sage se non mi apri, la faccio saltare in aria »
« Non lo faresti »
« D’accordo, come credi » si rimboccò le maniche del maglioncino di lana color avorio, tirando poi fuori la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans. « Ti conviene spostarti, potrebbe essere pericoloso. Conterò fino a tre: uno... due... »

La serratura scattò, mentre la testolina rossa di Sage fece capolino dallo stipite. « Sei davvero impossibile, Rose Weasley. Testarda come pochi »
La ragazza in questione sorrise divertita, lanciando poi uno sguardo a Frank, rimasto in disparte fino a quel momento. « Adesso posso cavarmela da sola, grazie »

Il ragazzo fece un leggero cenno d’assenso col capo e le salutò con una mano, dando poi un leggero buffetto su una guancia a Rose e facendo un occhiolino a Sage.
La Weasley si richiuse la porta del bagno alle spalle, accasciandosi poi contro di essa e sedendosi con le gambe strette al petto. Sage, poco più in là, continuò a mantenere la faccia rivolta verso il pavimento, abbracciandosi come se stesse per crollare.

« Proprio non vuoi dirmi che cosa è successo? » cominciò Rose, osservandone ogni minimo movimento, come una mamma che guarda con attenzione i propri cuccioli.
« Niente » sussurrò con voce flebile. « Non è successo niente »

Inarcò scetticamente un sopracciglio, ma decise di tenere a freno la sua linguaccia inopportuna, per lasciarle un po’ di spazio. Pensò di prendere spunto dal comportamento che metteva in atto sua cugina Lily, quando si approcciava con un musone e taciturno Hugo.

« Strano, non insisti come tuo solito? »

Rose scrollò le spalle, spostandosi un ciuffo dagli occhi. « Sto cercando di darti del tempo. Anche se tra poco arriveremo a King’s Cross, probabilmente »
« Quindi mi conviene parlare subito, giusto? » azzardò a lanciarle un’occhiata. « Altrimenti, scommetto che mi tormenterai con la tua presenza per tutte le vacanze »

Ridacchiò leggermente, annuendo. « Mi conosci troppo bene. Così come io conosco te. So che qualcosa ti ha turbata: ieri sera sei scappata via dal ballo, torno in camera e tu sei a letto, con le tende completamente serrate. Stamattina, dopo aver occupato il bagno per quasi un’ora, appena esco io, sei sparita. Sul treno sono riuscita a trovarti per miracolo, spaventando anche la ragazzina di Corvonero che bussava qui »
Sage spalancò i grandi occhi verdi, leggermente arrossati dalle troppe lacrime. « Davvero? »
Scoppiò in un’altra risata. « Sì e devo dire che non mi dispiace per niente »

« E, in tutto questo, quando è arrivato Frank? » le lanciò uno sguardo malizioso.
« Subito dopo che ho terrorizzato la molestatrice. Non penso di aver fatto una bella figura »
« Sei umana, Rosie. Come tutti noi » Sage le si avvicinò, sedendosi accanto a lei. « Onestamente, per me, sei sempre stata descritta come troppo intelligente, troppo brava, troppo perfetta. Questa è soltanto una qualità in più, che non fa altro che renderti... normale »
« Forse hai ragione » fece spallucce. « Ma al momento non mi importa. Mi importa di te, la mia migliore amica » la osservò con grande intensità, attendendo una risposta.

L’altra sospirò, forse prendendo coraggio o forse studiando per bene che cosa dire. « Ieri sera sono andata al ballo con Lysander »

Rose annuì comprensiva, evitando di pronunciare una singola parola per non spezzare il momento confidenziale che si era venuto a creare.

« Mi ha abbandonata ad un tavolino esattamente mezz’oretta dopo che siamo entrati in Sala Grande » sospirò di nuovo, probabilmente aspettandosi un commento scioccato, da parte dell’amica, che però non venne. « Poi è arrivato Lorcan, con una ragazza di Serpeverde »

La Weasley proprio non riuscì più a trattenersi e strabuzzò gli occhi. « Ma non doveva andare al ballo con Alice? »
« Credo abbiano fatto uno scambio coppie o qualcosa di simile. Lorcan sembrava molto più... coinvolto da questa Lexie Moore o come si chiama »
« Vai avanti » la esortò, annuendo.
« Beh, fatto sta che mi hanno tenuto compagnia per un po’, almeno fino a quando non è arrivato tuo fratello Hugo, con una ragazza sconosciuta »
« E chi sarebbe? »
« Aimee Forson, Tassorosso del suo anno » sputò fuori malevola, non potendo fare a meno di ostentare un’espressione disgustata, recitando le stesse identiche parole che il ragazzo aveva detto qualche manciata di ore prima, presentando la sua dama.
« Mai sentita » concordò Rose, incrociando le braccia al petto e assumendo un’espressione pensierosa. « É possibile non conoscere ancora qualcuno, dopo ben sette anni passati al castello? »

Sage sbuffò dal naso, con fare seccato. « A quanto pare sì »
« Perchè sento che non mi hai raccontato tutta la verità? Cos’è successo dopo? »
« Io... io non lo so, Rosie » ammise, guardandola negli occhi con sincerità. « Un attimo prima stavo bene e un attimo dopo... è come se mi fosse mancata la terra sotto ai piedi. Era tutto confuso e mi sentivo soffocare, così sono uscita ma... non ho fatto in tempo ad allontanarmi di qualche metro che mi sono accasciata contro ad un muro. Credevo che il cuore mi sarebbe scoppiato nel petto, Rosie. Stavo malissimo »
« Attacco di panico? »
« Così mi ha detto Lysander, quando è rispuntato e mi ha aiutato a calmarmi »
« Mh »
La riccia si chiuse in uno strano mutismo, a dir poco scioccante per una ragazza sempre così curiosa come lei. Sage continuò a far scorrere i suoi occhi verdi sull’amica, nella vana speranza che le dicesse qualsiasi cosa o che la rendesse partecipe di ciò che le frullava per la testa. Effettivamente, aveva un sospetto - riguardo a quanto accaduto -, ma sperava che Rose non glielo confermasse.

« Rosie? » la chiamò con fare incerto, stufa di quell’ostinato silenzio.
« Ti piace mio fratello? » buttò lì, all’improvviso, come se ne avessero discusso fino a qualche secondo prima.
« Cos-... ? Io... » si morse il labbro inferiore con forza, sentendo in bocca il sapore metallico del sangue. « ...Non lo so, Rosie »

Annuì lentamente, un’altra volta, e le prese una mano tra le proprie. « É normale, Sage. In fondo, hai passato tante estati a casa mia e Hugo ti ha sempre gironzolato attorno... Può darsi che vederlo con un’altra ragazza al suo fianco, ti abbia mandato in confusione »
« Ma a me piace Lys... A me è sempre piaciuto, Lys... » mormorò con voce supplichevole, mentre calde lacrime le colavano sulle guance rosee. « Perchè proprio adesso, Rosie? »
« Non lo so » ammise, stringendola a sè e sentendo una morsa di dispiacere farsi largo all’interno del suo cuore. « Non lo so, Sage, ma ti prometto che l’affronteremo insieme, qualsiasi cosa sia o qualsiasi cosa succeda. Mi hai capita? »

Fece un cenno d’assenso con il capo, continuando a piangere e a sfogarsi, tra le braccia della sua migliore amica.






Angolo dell'autrice:
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni
.

*Vergognandosi terribilmente* Salve! *Rotolano balle di fieno* Ehm... C'è ancora qualcuno che si ricorda della sottoscritta? T.T Lo so, è a dir poco scandaloso. Dopo ben un mese (UN FOTTUTISSIMO MESE, DICO IO!), sono tornata (posso sperare che qualcuno di voi lanci coriandoli e suoni delle trombette?). Sono imperdonabile, so perfettamente anche questo. T.T Come sono a conoscenza del fatto che non ci siano scusanti, ma proverò ad elencarvele comunque. E-ehm: 1) Liberi di crederci o meno, ho cominciato a leggere quella splendida saga che è Divergent (se non l'avete fatto, leggetela subito!) e in tre giorni di totale nullafacenza ho concluso tutti e tre i libri. Praticamente vagavo con il mio fedele Ipad per tutta casa e leggevo in ogni momento libero; 2) Subito dopo aver finito Divergent (ed è stato un colpo al cuore), ho cominciato a leggere Shadowhunters. Che - come chi li ha letti ben sa - è un'altra meravigliosa saga, composta da sei libri (di nuovo, se non l'avete letta, fatelo). Per quanto abbia continuato a leggere ovunque andassi, sempre col mio fedelissimo Ipad a portata di mano, ci ho messo un mesetto più o meno a concluderla; 3) I miei esami universitari (santo Merlino e chi per lui, non fatemici pensare) incombono. E sono più che certa che morirò di una morte lenta e dolorosissima. Ergo, impiegavo la maggior parte delle mie giornate non-universitarie (ossia senza lezioni) in biblioteca, cercando di studiare qualcosa; 4) Quando mi mettevo al pc (quelle rare volte in cui mi separavo dal mio Ipad), stavo davanti al foglio di Word (su cui avevo già cominciato a scrivere il primo pezzo) senza che mi venisse in mente qualcosa di buono (e ancora adesso non sono convinta del risultato finale); 5) Subito dopo Shadowhunters, ho comprato sul Kindle (praticamente sostituendolo all'Ipad) i primi due libri di The Maze Runner che - per la cronaca - sto ancora finendo. Dio mio, ho letto tre saghe differenti e mi piacciono una più dell'altra. Bene, credo sia tutto qui.
 
Anyway, torniamo a noi e passiamo a parlare di questo decimo capitolo. PRIMA DECINA, OH YEAH!
Spero di essermi fatta minimamente perdonare con questo capitolo di ben 17 pagine. Senza dubbio è uno dei più lunghi che abbia mai scritto. Che ne pensate? Onestamente, l'unica parte che mi entusiasma tantissimo è la prima e basta. AHAHAHAH okay, la smetto subito.

Parte uno: come avevo già accennato in precedenza, in questo capitolo abbiamo il ballo natalizio.
Non è propriamente elegante o formale quanto il Ballo del Ceppo del Torneo Tremaghi, ma ho preso spunto. Le protagoniste indiscusse sono Lily, Alice e Roxanne. Queste tre ragazze sono l'ammmmore. Ora, il fulcro della vicenda è che Adam Nott (sì, proprio lui) ha invitato al ballo la nostra carissima Lils. Penso di non aver esagerato con le reazioni e i commenti da parte delle altre due, quando sono venute a saperlo (alcune mie amiche quando racconto loro di essere uscita con un ragazzo, mi torchiano nello stesso modo ahahah). Piccola premessuccia: Lily è confusa da questo inaspettato invito, perchè lei e Adam si sono sì avvicinati parecchio ma non pensava così tanto (chi vuole intendere, intenda). Vogliamo parlare della reazione della McGranitt? AHAHAHAH, per tutto il tempo mi immaginavo la sua faccia sbalordita e la sua incredulità (insomma, Lily non è mai stata una fan delle Serpi - soprattutto se amiche di Malfoy -). Reazioni di puro stupore giungono anche dal resto della popolazione hogwartsiana (?), insomma sono Potter e Nott! I nostri Aily, però, sono un vero spettacolo: sanno ridere, scherzare, prendersi in giro come pochi sanno fare e (perchè no) hanno anche una gran bella alchimia.

Parte due: in questa seconda parte, la protagonista è Sage. Ho deciso di darle un po' più di spazio, in questo capitolo, e spero che non me ne vogliate. Ritenevo - e ritengo - che sia giusto così, per farla conoscere un po' meglio al grande pubblico (?). La poveretta è stata abbandonata dal suo cavaliere (che scopriamo essere il nostro caro e vecchio Lys) e diciamo che non si sta propriamente divertendo. Per fortuna appare Lorcan (
) con una misteriosa dama: Lexie Moore (nuovo personaggio, gente! Non so ancora se sarà proprio una ricorrenza, lo vedremo), con cui sembrerebbe avere un solido legame. E poi, ta-dan!, appare il nostro piccolo e adorabile Hugie! _E sorpresa, sorpresa: HA PORTATO UN'ALTRA RAGAZZA AL BALLO! (Zan-zaaaan *parte una musichina inquietante*). Aimee Forson. Ve l'avevo detto che questo nome sarebbe rispuntato! :D (Continuo ad essere troppo sadica?). Sage non ha avuto una bella reazione, come avrete tutti notato (e spero letto). Un attacco di panico. Fortunatamente io non ne ho mai avuto uno, ma spero di averlo descritto al meglio. Comunque, tenete a mente anche questa storia degli attacchi di panico, tornerà "utile" più avanti. Rispunta magicamente Lys che - per una volta - si comporterà da vero cavaliere e aiuterà Sage.

Parte tre: Nuovamente momento Aily. Questa volta li ritroviamo a parlare come se fossero due vecchi amici e love is in the air? MAH! Lo scopriremo... :D Mi è piaciuto molto descrivere questa parte, soprattutto il pezzo in cui Lily "rassicura" Adam. La frase: «[...] la vostra seduta psicologica comprende un affabile pugno sulla spalla e per voi è tutto a posto. [...]», sono sicurissima di averla sentita da qualche altra parte (telefilm/film) ma proprio non riesco a ricordare dove (ovviamente l'ho rivisitata a modo mio). Se qualcuno avesse una memoria migliore della mia, me lo faccia sapere! :D Nell'ultimo paragrafo, Adam e Lily stanno spudoratamente flirtando e la nostra Potter è a dir poco divertita dalla situazione.

Parte quattro: Trullallero, è ricomparso Scorpius, ladies!
Non si sa dove abbia trascorso la notte e non chiedete: la sottoscritta non vuole neanche saperlo, ahahahah. Comunque, *si schiarisce la voce*, iniziamo a notare come il caro Malfoy provi dei sentimenti contrastanti nei confronti della sua nemica giurata. Sentimenti che si sono leggermente evoluti rispetto al Luma-party di Halloween. Da tenere in considerazione anche la parte successiva, dove Lily va nel Dormitorio di Serpeverde con Adam ma giace sul letto di Scorpius *fischietta innocentemente*. E poi, bum! Big-bang babies! Sembra che anche la rossa di casa Potter non sia del tutto immune al fascino del biondissimo Serpeverde (ma d'altronde, parliamoci chiaro: chi di noi lo è?). Un'altra ondata di feels arriva quando Scorpius la rincorre per chiederle quell'innocentissima e casualissima domandina, ahahah. E momento, momento, momento: vogliamo parlare di quando la afferra per un polso e si ritrovano a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra? Quante di voi ho fatto morire, con questa scena? E quante mi odiano per non averli fatti baciare? Ahahahah, è ancora troppo, troppo presto mie care! Shane e Zabs. Oh, questi due sono un'accoppiata vincente di amici, ve lo assicuro. Mi fanno morire, ogni benedettisima volta. Soprattutto perchè Harper è un bel po' stravagante e spigliato, cosa che Blake non sopporta minimamente. Ma gli vogliamo (e gli vogliono) bene lo stesso. 

Parte cinque: Ordunque, siamo all'ultima parte (e magari direte anche un bel: "FINALMENTE!"). Questo pezzo ho deciso di dedicarlo all'amicizia tra Rose e Sage. Visto che non le avevo dato molto spazio in precedenza, con tutto quello che era successo al ballo, mi sembrava il minimo. Ci tengo a precisare che Rose si comporta un po' come una mamma: vuole molto bene a Sage e si preoccupa immensamente quando non riesce più a trovarla da nessuna parte. Potrà sembrare un po' soffocante, alle volte, ma per me - questo suo lato - è di fondamentale importanza: tutti, prima o poi nella vita, hanno bisogno di un amico che faccia "crollare" le nostre barriere emotive, permettendo di sfogarci. Le ho anche regalato un lato più "perfido", diciamo così (muahahah), nel momento in cui decide di spaventare la Corvonero rompipluffe. E puff, spunta poi magicamente Frank Paciok. Ora, per chi non lo sapesse, Frank e Rose inzomma, come dire... si piacciono, ecco (l'ho ammesso e magari l'avrete anche capito), ma il caro Paciok preferisce passare il suo tempo in compagnia di ragazze senza cervello mentre Rose... beh, è Rose. Finalmente ritrovano una Sage sul limite di una crisi di nervi, che si sfoga - non senza qualche riluttanza - con la Weasley che - probabilmente più della sua amica - capisce ed intuisce qual è realmente il problema. Zan-zaaaan *di nuovo parte la musichina inquietante*: Sage è confusa dalle emozioni contrastanti e dal mezzo colpo apoplettico che le è capitato al ballo. Le piace Lys ma... che le piaccia anche Hugo? Non vi anticipo nulla. u.u Spero che anche questo momento di friendship vi sia piaciuto (magari dedicherò un capitolo intero alle varie amicizie del racconto).

Se avete sempre domande/dubbi/richieste di chiarimenti, sarò sempre ben lieta di rispondere. :) Un ringraziamento speciale a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o le ricordate, a coloro che lasciano recensioni e anche soltanto a chi la legge. :)
Vi lascio con gli abiti della serata (anche se alcune delle nostre girls non sono comparse, beh eccole qua lo stesso):

Lily Potter
Rose Weasley

Sophia Stonem
Sage Spence
Roxanne Weasley
Alice Augusta Paciok
Naya Quensfort
Lexie Moore
Aimee Forson

Per chi non si ricordasse più (o non li avesse mai visti) i volti dei personaggi, vi consiglio di rifare un salto nell'angolo autrice del capitolo 3. ;) Bene, adesso arriviamo al punto dolente della situazione. Come vi ho già detto, purtroppo, a breve ricominceranno i miei esami e non ho la più pallida idea di quando potrò riaggiornare (ormai niente più domeniche, quando riuscirò pubblicherò T.T). Spero che abbiate una pazienza davvero, davvero infinita e se non mi ammazzerete e/o non mi verrete a cercare, ve ne sarò eternamente grata. Grazie mille, di cuore, dico davvero. Non riesco neanche ad esprimere quanta gioia mi avete regalato in questi mesi, fino ad oggi. Sono felicissima che la storia sia tanto apprezzata e vi posso assicurare che - nonostante i continui e costanti ritardi che ci saranno - non smetterò mai di aggiornarla. Ci tengo tantissimo a questo racconto e non intendo mollarlo così, a metà (anzi a meno della metà, diciamo che siamo più all'inizio). Quindi niente, la smetto coi discorsi lacrimevoli e alla prossima!
Un bacione, 


Fatto il misfatto.

Giorgia.
 



   
 
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