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Autore: Carlos Olivera    25/04/2014    2 recensioni
Storia partecipante ai contest Immagini dal Castello di Marge86 e Sour Comedy di Frandra
C'è un luogo molto speciale a Kyrador.
Trovarlo è difficile, a meno che non lo si cerchi. Immersa nel verde di un parco, e adagiata sulle sponde di un laghetto, c'è una piccola bottega del caffé, dove chiunque abbia tempo e denaro a sufficienza può godere della tranquillità che solo l'angolo più appartato della più grande città del mondo può offrire.
In questo caffé non si viene solo per consumare una bevanda, ma per goderla. Non si mangiano dolci, li si degusta. Non di chiacchiera, si conversa.
Camerieri raffinati e dai modi gentili intrattengono i clienti, perdendosi con loro in piacevoli conversazioni, ed allietando in questo modo le giornate a coloro che amano ricercare il bello della vita, mentre pasticceri di alta cultura e formazione servono il miglior rinfresco che si possa desiderare.
Benvenuti al Cafè Coeur Bleu.
Non senza ragione taluni scrittori hanno chiamato il caffè una bevanda intellettuale, dato l'uso per così dire generale che ne fanno tutte le persone delle quali i lavori esigono un'attività particolare dell'organo pensante (Pierre Jean Cabanis)
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tales Of Celestis'
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V

 

 

Un buon caffè era impossibile da gustare pienamente senza una buona fetta di torta o un qualunque altro dolce a fare da accompagnamento.

Per questo c’era Pierre, la cui abilità nello sfornare dessert era pari solo a quella del suo mentore, Paulo. Entrambi erano due molte facce della bizzarria, talmente agli antipodi che Alicia spesso si domandava come facessero a condividere la stessa stanza per così tante ore al giorno.

Pierre era simpatico, gioviale, sempre allegro, dispensatore di battute a destra e a sinistra, ma con un certo fascino galante che da un momento all’altro sembrava emergere prepotentemente, tramutandolo dal bianco al nero nello spazio di un batter di ciglia. Paulo era taciturno, praticamente muto, viso rotondo e labbra piccole, oltre ad una ingombrante pancetta che lo rendeva buffo nel suo intercedere un po’ esitante.

Ma tutti e due erano accomunati da un talento che aveva quasi del prodigioso, per i piccoli capolavori dolciari che erano in grado di sfornare ininterrottamente.

Arrivavano sempre prima di tutti gli altri, di solito verso le quattro del mattino, oppure si attardavano ben oltre l’orario di chiusura, per dare vita nel silenzio e nella solitudine alle loro opere d’arte che poi riponevano in frigo o a cuocere nel forno, pronte ad essere servite ai clienti; quand’era necessario poi lavoravano sul momento, ad esempio per i semifreddi o altri dolci che richiedevano una preparazione istantanea, ma il risultato era sempre lo stesso: la perfezione.

Il fiore all’occhiello di Pierre, come tradizione suggeriva, era la torta al caffè, in assoluto la più richiesta del menù; tra una fetta e l’altra ne venivano servite almeno tre o quattro al giorno, e nella sua semplicità rilasciava un gusto ed un profumo tali da condurre al piacere più sublime.

Alicia per un po’ si era domandata quale fosse il segreto che permetteva a Pierre di dare vita a dolci così deliziosi, fino a che un giorno, arrivando molto presto, non le fu possibile assistere di persona al lavoro del giovane pasticcere, sbirciando attraverso l’oblò della porta che dava sulla sala.

Quello che vide la lasciò basita.

Paulo non era ancora arrivato, o forse se n’era già andato, e Pierre era in piedi davanti al suo bancone, da solo, intento a preparare la solita torta al caffè, ma invece che toccare l’impasto o gli utensili li faceva, talvolta, letteralmente danzare; gli bastava muovere le mani, circondato da un bagliore come ultraterreno, che le uova, la farina, lo zucchero e persino la caffettiera danzavano nell’aria, fino al momento in cui il giovane pasticcere interveniva di persona per agire in prima persona, ponendo il marchio del maestro ad ogni passaggio che rendeva la torta di qualità superiore, praticamente perfetta.

«Ma tu sei uno stregone.» esclamò Alicia entrando in cucina.

Lui, colto un po’ di sorpresa, la guardò ammiccando.

«Mi hai scoperto».

Non ce ci fosse in verità qualcosa da scoprire.

Benché non amasse far sfoggio delle sue capacità a scena aperta, che Pierre fosse uno stregone era risaputo tra i suoi colleghi, e anche tra alcuni clienti del locale.

Data l’ora, il giovane offrì un caffè alla sua gradita ospite, lasciando che l’impasto finisse di raffreddarsi prima del tocco finale.

«Ho studiato alla National Magic School di Midgral, un liceo speciale per la formazione degli stregoni, ma fin da bambino ho sempre avuto la passione per i dolci.

Così, una volta terminati gli studi superiori sono venuto qui a Kyrador per frequentare l’alta scuola di pasticceria.»

«E com’è andata? Immagino ti sarai laureato col massimo dei voti».

Pierre rispose con un sorriso ebete.

«Mi hanno buttato fuori.» disse candidamente, e per poco Alicia non innaffiò il tavolo con il caffè che stava bevendo

«Che significa!? Con questo tuo stile così particolare…»

«Infatti è stato proprio per questo. Secondo i professori lo era anche troppo, e quando ho cercato di chiarirgli il mio punto di vista non hanno fatto altro che rendermi la vita impossibile, così me ne sono andato».

Poi, il giovane si accigliò leggermente.

«In verità, trovo che la magia e la cucina non siano poi così diverse. Entrambe servono a dare vita a qualcosa di spettacolare. Io ho cercato di fonderle, ma per quanto mi sforzassi non sono riuscito a far capire che pur non toccando materialmente le mie creazioni, non vuol dire che non le percepisca».

Ed era vero.

Le torte che Pierre preparava non erano a tal punto gradite semplicemente perché erano ben fatte. Alicia stessa, nell’atto di servirle, si era avveduta di come mangiarle rappresentasse una specie di catarsi, un ulteriore strumento messo a disposizione dal Coeur Bleu per allontanare la mente dal corpo invitandola a ricercare la serenità e la pace interiore.

Impossibile riuscire ad ottenere un tale risultato senza mettere il cuore nel proprio lavoro, ma d’altronde Alicia non aveva mai pensato a Pierre come ad una persona superficiale; d’accordo, a volte poteva sembrare un po’ immaturo, ma l’amore con cui realizzava i suoi dolci superava di gran lunga la sua ingenuità solo apparente.

Il tintinnio del timer indicò che ormai la torta era pronta per il tocco finale.

Giusto il tempo di estrarla ed aggiungerci una decorazione a base di grani di cioccolato e scorza d’arancia, e il dessert era pronto per essere esposto, bello e scintillante come una scultura.

«Comunque.» disse il giovane rimettendosi subito a lavorare su di un altro dolce «Ormai ho smesso di pensarci».

Eppure, Alicia non era del tutto convinta che fosse vero.

 

 

Nota dell’Autore

Salve a tutti!^_^

Con questo nuovo raccontino si apre la seconda parte della storia, che sarà dedicata un po’ per volta a raccontare le piccole e grandi storie che coinvolgono i molti frequentatori del Cafè Coeur Bleu.

Trattandosi di una storia che partecipa ad un contest, in un primo momento saranno inserite solo un certo numero di storielle, ma anche dopo la conclusione ci sarà sempre spazio per nuovi racconti, quindi mi raccomando, restate nei paraggi.

Un grazie sentito a Capricornus, xKikka e Tear per le loro recensioni.

A presto!^_^

Carlos Olivera

  
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