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Autore: Firnen bjartskular    25/04/2014    6 recensioni
Avevano paura di me, erano tutti invidiosi: ero perfetta, fisico delineato, alta e slanciata, aggraziata, oggettivamente bella e, soprattutto priva di qualsiasi tipo di foruncolo ( hihihi, ne andavo troppo fiera ). Potevo considerarmi più veloce di Bolt, e possedevo una forza disumana; un solo dettaglio stonava, le mie orecchie irrimediabilmente a punta, lunghe più o meno dieci centimetri.
* seguito di LOVE ONLY LOVE *
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Breoal'
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Otto anni dopo

Pov. Niernen
Tutto intorno a me aleggiava una strana atmosfera, il bosco era avvolto in una calda luce che gli conferiva un che di misterioso, mi sentivo accolta, quel luogo mi era familiare. Una splendida donna se ne stava seduta sul ramo di un pino, occhi verdissimi e capelli corvini, indossava una spece di casacca celeste. 
" Niernen, bambina mia, come sei cresciuta "
La sua voce risuonò nella mia mente, limpida  e melodiosa, in un profondo vibrato, come se la sua bella proprietaria stesse per intonare una canzone, ma la donna non aveva aperto bocca.

Un rumore mi fece sobbalzare, mi svegliai di soprassalto, scacciando via quello strano sogno. La mia cameretta era immersa nella penombra, ero riluttante ad alzarmi, ma non riuscivo neanche a chiudere gli occhi, perchè le note di Kiss You degli One Direction erano sparate a tutto volume nel mio orecchio destro; cercai a tentoni il cellulare e mi affrettai a rifiutare la sveglia.
Guardai la data sullo schermo: lunedì ventuno aprile.
Uff, che pizza, già lunedì, il week end era passato in un lampo! Arrancai verso il bagno, tra le pile di vestiti sporchi di mio padre, o meglio, mio zio, i miei veri genitori erano morti in un incidente, purtroppo avevo solo lui; l'unico ricordo che avevo della mia famiglia era un ciondolo a forma di drago, appartenuto a mia mamma, era l'unico oggetto al quale tenevo davvero.
Dopo che mi fui lavata velocemente la faccia, mi diressi in cucina.
Lifaen era seduto come sempre a capotavola, davanti a lui una tazza di latte con cereali.
- Buon giorno 
Fece stancamente appena mi vide
- Giorno pa
Risposi io
- Ti dovresti sbrigare, arriveremo tardi a scuola
Aggiunsi poi, vedendolo nel solito stato di trance mattutino, e soffermandomi sull'orripilante pijama con i gattini blu.
- Sì, hai ragione
Disse alzandosi e correndo a cambiarsi.
Aprii la dispensa ed agguantai il pane in cassetta, mi affrettai a sparlmarci sopra tre cucchiaini di crema al cioccolato.
Finita la colazione moooolto abbondante, indossai la squallida uniforme: pantaloni blu tendenti al nero e la polo bianca a maniche corte con sopra ricamata la scritta " Madonna del  Carmelo ", che era il nome della scuola, tra l'altro di suore.
Odiavo quelle suore, insomma, io non ero neanche credente, ero costretta ad andare lì prechè papà era il professore di scienze! Poi tutte, ma dico tutte le sorelle ce l'avevano con me.

Misi il mio zaino verde fluo in spalla ed uscii in giardino, pochi secondi dopo, papà aprì la porta e corse verso di me, mettendosi sgraziatamente la felpa e saltellando ad un piede solo nel tentativo di allacciarsi le scarpe.
Sorrisi a quella vista.
Per arrivare a scuola non c'era neanche bisogno di prendere la macchina, abitavamo nella via, ci volevano solo cinque minuti a piedi.
Appena arrivammo davanti ai cancelli cremisi, baciai mio padre che mi augurò buona giornata, e mi avviai all'inizio di una nuova, noiosissima settimana.
Appena varcai la porticina dell'ingresso pedonale, come da copione, Matteo, un ragazzo tarchiato con dei capelli neri, irti come gli aculei di un porcospino, mi si parò davanti
- Hei ragazzi, guardate chi c'è, l'elfa!
Disse in tono di scherno, sbuffai e passai avanti, il peggio doveva ancora arrivare, infatti, pochi secondi dopo, uscirono dalla portiera di una Ferrari, le snob della scuola: Virginia e Ginevra, soprannominate anche Virgevra.
- Hei elfa, anche oggi hai quei vestiti da stracciona?
Risi piano, provocazione senza senso
- Ma guarda un po', tu indossi gli stessi!
Ribattei in tono assolutamente neutro, Ginevra aveva aperto bocca, come per dire qualcosa, ma proprio in quel momento, Andrea Deangelis di terza A, passò alla mia destra; guardai divertita i volti delle mie compagne di classe assumere un colore cremisi.
Schioccai le dita davanti alla faccia di Virginia, lei parve svegliarsi
- Hei, Deangelis é diverso...
Dissi
- Sì lo sò, quel taglio di capelli gli sta in modo Divino!!!!!
Urlarono con voce stridula
- Hem, no, non mi rifereivo a quello, intendevo dire che gli é cresciuto il neo!
Feci, alludendo all'enorme neo che si ritrovava sulla guancia.
Me ne andai trionfante, lasciando le due a dir poco invelenite, sapevo che avevo colpito nel segno!
Alle provocazioni non davo troppo peso, perchè sapevo che avevano paura di me, erano tutti invidiosi: ero perfetta, fisico delineato, alta e slanciata, aggraziata, oggettivamente bella e, soprattutto priva di qualsiasi tipo di foruncolo ( hihihi, ne andavo troppo fiera ). Potevo considerarmi più veloce di Bolt, e possedevo una forza disumana; un solo dettaglio stonava, le mie orecchie irrimediabilmente a punta, lunghe più o meno dieci centimetri, sì, beh, non era proprio un piccolo dettaglio, e loro lo usavano contro di me, ma non mi importava, mi piacevo così com'ero.

Appena mi sedetti al primo banco, la prof. di storia entrò in classe.
Era vecchia, mooolto vecchia, un leggenda metropolitana narrava che fosse la sorella di Marco Polo.
Si sedette sulla cattedra e prese a guardarci truce, da sotto gli occhialetti.
All'improvviso, fece scattare il braccio, che sibilò nell'aria ed urlò
- Tu! Virginia, all'interrogazione!
Mi girai di novanta gradi e vidi il suo volto pallido, quasi mi fece tenerezza; un mormorio di " prega per noi " si levò nell'aula
- Ecco.... Prof..... Cioè... Io non lo sò mica Napoleone
Riuscì a biascicare, un coro di " nooo " si levò dagli studenti
- Benissimo, allora ti becchi un due sul registro, Rocchi, vieni tu!
Sbottò la Maro, indicando Matteo.
Mentre il mio compagno iniziava a spiegare la vita di Napoleone, la mia mente volò via, oltreoceano, navigando nel mare della fantasia.

In terza ora la Brilli, la prof di ginnastica entrò in classe con delle richieste di autorizzazione in mano. Appena me la diede, lessi il titolo: lezione di Orienteering a villa panphili, data mercoledì ventitre aprile, si richiede la firma entro il ventidue aprile.
Orienteering? Ma che era? Bah, l'unica cosa positiva era che avremmo saltato mezza giornata di scuola!

Angolo dell'autrice
Beh, lo sò, sono già in ritardo, e con un capitolo abbastanza statico, che però serve a dare un assaggio della vita di Niernen. Nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle!!
A presto.
  
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