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Autore: laurapalmer_    28/04/2014    6 recensioni
Olivia ha sempre le collant strappate.
Luke continua a giocare con quel maledetto piercing al labbro.
Leah ha un paio di Dr Martens verdi che sono ormai da buttare.
Calum scrive canzoni per il gruppo nel quale è bassista.
Freya continua a tingere i capelli di verde, nonostante sua mamma non voglia.
Michael dovrebbe essere la mente dei 5 Seconds of Summer. Dovrebbe.
Agatha è perfetta, non ci sono altri aggettivi che possano descriverla.
Ashton ha l'aria da bravo ragazzo e le apparenze non potrebbero ingannare più di così.
Bec vive sola con il padre, ma la sua vita le piace.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Things have gotten closer to the sun'
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due

lunedì








Bec non è il genere di ragazza melodrammatica che l'universo maschile tanto odia.
Lei è più per il "vivi e lascia vivere", per le sbronze epocali del sabato sera e per le bestemmie - la maggior parte delle volte solamente pensate - del lunedì mattina.
E' solita raggiungere la scuola a piedi, in compagnia di Olivia, la quale è l'unica in grado di far uscire dalle grazie di dio la sua migliore amica.
Nemmeno a dirlo, l'argomento principale della mattina è la fantastica festa di Ashton Irwin.
Olivia se l'era aspettato, comunque: Bec raramente lascia correre gli avvenimenti, anche quelli di dubbia importanza.
Farsi Calum Hood non è di dubbia importanza.
- Cazzo, Olly - esclama con enfasi la mora, dando un calcio a una lattina - Do per sbaglio un'occhiata in salotto e ti trovo impegnata a esplorare la gola di Hood. Ho perso un paio di anni di vita!
La bionda ride, mordendosi un labbro al ricordo del sabato sera appena passato.
- Ne parlerà tutta la scuola.
- Adesso stai esagerando! E' stata una pomiciatina, nulla più.
- Quindi non ti piace? Nemmeno un pochino?
Bec ci spera, che la sua migliore amica si invaghisca di qualcuno che non abbia la fedina penale sporca ancora prima della maggiore età, ma lei scuote subito la testa in segno di diniego.
- Almeno bacia bene?
- Secondo te? - è la laconica risposta di Olivia, accompagnata da un sorrisetto malizioso, un secondo prima di entrare nell'atrio della scuola.


Agatha Marvin è la ragazza più bella dell'intero Norwest Christian College, Ashton non è l'unico a pensarlo.
E' alta e slanciata, ha le gambe perfettamente dritte e il ventre piatto, gli occhi azzurrissimi e le labbra carnose al punto giusto.
I suoi capelli sono castani e, per quanto possano essere comunissimi, su di lei appaiono semplicemente perfetti: lisci e, addirittura, nelle giornate di sole, lucenti.
Non ha mai un dettaglio fuori posto, non è mai imbronciata.
Non nega mai a nessuno un sorriso, il che potrebbe essere snervante per chiunque, tranne che per Ashton.
Lui trova che Agatha abbia un sorriso meraviglioso, quindi perchè non sfoggiarlo in qualunque occasione?
Di solito i loro sguardi si incrociano quando lui fa la sua entrata nell'aula di Chimica, al lunedì mattina.
Anche questa mattina, infatti, per pochi (e senza dubbio fantastici) secondi, Agatha ha sostenuto lo sguardo da bravo ragazzo di Ashton, regalandogli uno dei suoi classici sorrisi.
Lei indossa un semplice maglioncino grigio e dei jeans stretti che, oggettivamente, non potrebbero essere più anonimi, eppure brilla come una stella, in mezzo a tutte le ragazze di dubbia bellezza della loro classe.
A vederla così, sembrerebbe la perfezione incarnata in una giovane diciottenne di Sydney.
Ma perfino Agatha Marvin ha un difetto: da quando si conoscono, non ha ancora messo piede ad una delle feste di Ashton.
Nemmeno per sbaglio o per noia, Agatha non ha mai degnato casa Irwin della sua presenza.


Tutto quello che c'è di bello al mondo non ha senso, se viene comparato ad un pomeriggio passato nel garage di casa Hood, a provare, giocare a Fifa e bere birra fredda.
Questo, almeno, secondo Michael.
Nemmeno il mare, la sensazione della prima canna, le grigliate in estate e le luci di Natale possono reggere il confronto.
Sono circa le sette di sera, il cielo ha assunto una sfumatura un po' più calda e i 5 Seconds of Summer hanno appena finito di suonare le ultime note.
Sono una band senza pretese, loro.
Non si aspettano di suonare in America, o in Europa, non vogliono migliaia di fans urlanti.
La musica che fanno è forte e, onestamente, questa è l'unica cosa che conta davvero.
Ashton si alza in piedi per sgranchire un po' le gambe e appoggia le bacchette sul seggiolino della batteria.
- Idee per stasera?
- Parchetto, birra e paglie - elenca Luke, riponendo con cura maniacale la chitarra nella sua custodia.
Calum annuisce con un sorriso malizioso e, nel giro di dieci minuti, sono tutti e quattro fuori dalla staccionata della casa di quest'ultimo, intenti a cercare un accendino che almeno funzioni.
Il parchetto dista giusto qualche centinaio di metri e quando ci arrivano, ci sono pochissimi ragazzi.
In settimana è sempre così, ma al sabato sera si trasforma nel ritrovo preferito di un sacco di idioti.
Luke corre a sedersi su una panchina e, afferrato il suo accendino - scarico -, stappa la Tuborg che tiene tra le mani con poche semplici mosse.
Ashton si siede affianco a lui e ha l'espressione soddisfatta di chi si sente a posto con se stesso, con gli altri e, perchè no, con il mondo. Esce con dei diciassettenni del cazzo, passa le serate a gonfiarsi la pancia di birra, ma, tutto sommato, non è così male.
- Voglio farmi un tatuaggio - esclama all'improvviso Calum, sbuffando fuori un po' di fumo.
Michael si volta di scatto nella sua direzione e: - Ancora? - chiede.
Calum ne ha già due, di tatuaggi, che seguono il verso delle clavicole.
- Cosa vuoi? - chiede Luke, la Tuborg ancora stretta tra le mani.
Il moro scuote la testa: - Non lo so. Tra quattro mesi avrò diciotto anni. E poi sai quando senti di stare cambiando?
- Tu stai cambiando? - e stavolta è Ashton a parlare.
- Non lo so, vaffanculo - ridacchia lui in risposta - Però è proprio un periodo del cazzo.
Ashton alza le spalle, scambiandosi un'occhiata un po' incredula con Michael, che però torna subito a frugare nella tasca della sua felpa nera per cercare le cartine lunghe.
Mentre Luke passa un po' d'erba all'amico, il più grande del gruppo si sporge in avanti e appoggia i gomiti sulle ginocchia magre.
A volte si rende conto di quanto stiano crescendo ed è sempre qualcosa di inaspettamente forte.


I Carrols sono la classica famiglia perfetta, forse un po' noiosa, ma pur sempre perfetta.
I suoi genitori sono sempre cortesi ed eleganti, vanno in chiesa la domenica mattina e non alzano mai il gomito, nemmeno per Capodanno o, che so, per l'anniversario di matrimonio.
Hanno una villetta carinissima, un ciliegio che, quando è in fiore, tutto il quartiere invidia e anche un cagnolino che per la maggior parte delle persone è "bellissimo, un amore!".
Leah, però, è cresciuta un po' come ne aveva voglia.
Ama la sua famiglia, certo, ma da quando ha quattordici anni si è resa conto che, lei, come i suoi genitori non ci vuole diventare.
Lei cerca quella felicità che ti prende e ti scombussola tutta.
Non vuole la calma, la tranquillità, ha un cervello perennemente in fermento e, cazzo, veramente non ci riesce, a spegnerlo. Nemmeno se si impegna, nemmeno se fuma e se beve.
Forse è sempre un po' esagerata, nelle sue reazioni, nelle sue stesse emozioni, ma Leah ama le cose grandi, enormi, sublimi.
Ha una migliore amica anche lei, comunque.
Si chiama Freya e ha i capelli verdi, frequenta il decimo anno, perchè l'hanno bocciata al settimo ed esistono talmente tanti aggettivi che le calzerebbero a pennello che Leah non ha proprio voglia di stare lì a scervellarsi per trovare i migliori.
Essenzialmente, Freya è silenziosa e rilassata.
Tutto in lei, a partire dalle corone di margherite che spesso si posa sul capo, fa trapelare un certo senso di calma.
Sorride spesso, non alza quasi mai la voce e, anche se non si direbbe, fuma come una dannata.
Quest'ultimo, forse, è l'unico punto in comune che ha con Leah.
E, infatti, sono le undici di sera passate, ma loro sono ancora sedute su una panchina qualsiasi del parchetto più vicino a casa della rossa.
Leah indossa le sue solite Dr Martens verdi, anche se ormai sarebbero da buttare; Freya ha delle semplici infradito.
Prima hanno riso, perchè davanti al loro essere così dannatamente opposte non sanno fare altro.
Freya sta raccontando di quanto tutto sia uno schifo.
La scuola è noiosa e, per quanto si sforzi di studiare, non riesce a concentrarsi; sua madre è impazzita, dicendole che non le sta più bene che lei si tinga i capelli di verde; suo fratello - di dieci anni - l'ha vista fumare e "vaffanculo, giusto la settimana scorsa, a scuola, gli hanno spiegato che fa morire le persone".
Leah ascolta in silenzio, perchè percepisce la preoccupazione dell'amica dal suo modo di pronunciare le parole: c'è asprezza, nella sua voce, e c'è anche delusione.
- Non mi hai detto tutto, vero? - chiede, a un certo punto.
Freya scuote la testa.
Per un paio di minuti, poi, sta zitta.
Le fa schifo quello che sta per dire, non trova le parole, ma è maledettamente necessario vuotare il sacco una volta per tutte.
- Quella puttana di Olivia Simmons si è fatta Hood, alla festa dove sei andata tu, vero?
Leah si sente mancare, perchè - oddio - a Freya piace ancora Hood!
Annuisce lentamente, studiando l'espressione arrabbiata dell'amica.
Non è sicura che la Simmons sia una puttana, ma, sì, si è fatta Hood. L'ha vista.
- La odio! - inveisce Freya, il che è strano.
E Leah non è sicura di odiare la Simmons, ma è questo quello che fanno le migliori amiche, no?











NdA: Buon pomeriggio!
Sono tornata a tempo record con un nuovo capitolo, sono o non sono bravissima? Ok, no.
Innanzitutto, diciamo un bel ciao a Freya e ad Agatha!
Beh, sì. Immagino che ora tutte odiate la mia piccolina dai capelli verdi, ma vi assicuro che non è un personaggio totalmente negativo! Non più di altri, perlomeno ;)
E invece, questi 5 Seconds of Summer che passano la serata a bere e fumare? Che bad boys oh.
Niente, ho finito di prendere per il culo i miei stessi personaggi, dai.
Mi dileguo e vado a studiare il buon vecchio Dante per la verifica di domani.
Ci sentiamo presto :*

Eleonora


  
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