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Autore: Obsessed    28/04/2014    4 recensioni
Buona Thadastian Appreciation Week a tutti.
Sette giorni per sette prompt. Due personaggi, gli amici di sempre, avventure e vicissitudini di una vita insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Trent Nixon | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Day 2: Differenza d’età

 

 

 

 

 

-Tua madre arriverà mai? –

 

-Perché? Hai paura che ci becchi mentre scopiamo?-

 

-Modera i termini, ragazzino-

 

Thad sbuffò.
–Pensavo di piacerti quando parlo così-

 

-Mi piaci di più quando stai zitto e arrossisci, possibilmente sotto di me-

 

Thad abbassò lo sguardo, arrossendo mentre Sebastian ghignava spudoratamente.

Faceva tanto il gradasso ma alla fine si imbarazzava con niente.

 

-Perché vuoi mia madre?- chiese servendogli un bicchiere d’acqua.

-Gli ho portato le carte del divorzio che mi ha portato ieri l’avvocato di tuo padre-

 

Thad sembrò intristirsi, come sempre quando si parlava dei suoi genitori. –Quindi sta per finire?-

 

Sebastian annuì. –Mancano soltanto poche firme e saranno ufficialmente divorziati-

 

Thad si afflosciò sulla sedia. –Mi fa ancora strano non avere papà per casa-

 

-Ti ci abituerai. L’amore non dura per sempre-

 

-Questo non puoi dirlo. Io voglio stare con te, per sempre-

 

Sebastian sorrise sfilandosi gli occhiali.
–Vedremo-

 

Sebastian era cinico ma Thad era un ragazzino a cui era meglio non tarpare le ali se non si voleva incappare in un litigio capriccioso di dimensioni abnormi. Thad si mosse per sedersi sulle sue ginocchia, le braccia di Sebastian gli circondarono immediatamente la vita.

A volte Thad sentiva la differenza d’età in maniera eccessiva. Come quando Sebastian gli rispondeva in modo pragmatico e non sapeva se lo diceva davvero o solo per dargli un contentino.  Quando lo sentiva così lontano  aveva persino preso l’abitudine di toccarlo in modo da rassicurare se stesso che lui fosse lì.

Si erano conosciuti due anni fa, quando tra i suoi genitori avevano iniziato ad esserci screzi. Durante il primo anno, non si erano visti molto. Thad spesso rimaneva in camera sua a studiare o era a lezione di danza. Dal secondo anno, una volta che i genitori avevano informato il figlio della loro decisione di divorziare, Thad aveva iniziato a passare più tempo solo con l’avvocato- soprattutto perché i suoi genitori avevano il brutto vizio di arrivare in ritardo a qualunque cosa. All’inizio Sebastian lo infastidiva. Un po’ come succede sempre tra adulti e ragazzi. Poi era subentrato l’interesse. A Thad piaceva come Sebastian gli teneva testa con l’ironia sottile e gli sfottò. Gli piaceva il modo in cui lo faceva arrossire mettendolo in imbarazzo, ma, la cosa che di certo gli piaceva di più era l’aura di sicurezza che emanava. Tra le sue braccia sembrava che nulla avesse potuto nuocerlo. Non c’era stato un vero e proprio inizio di relazione. Non ne avevano mai davvero parlato. Thad aveva capito che c’erano delle cose di cui gli adulti non parlavano, che non osavano chiarire. L’aveva semplicemente baciato. Si era alzato sulle punte, aveva chiuso gli occhi, trattenuto il fiato e poggiato le labbra sulle sue. Ancora adesso non sapeva cosa fosse passato nella mente di Sebastian. Fatto sta che prima l’aveva allontanato con uno spintone e l’aveva guardato come se stesse calcolando i pro ed i contro e poi l’aveva afferrato per il colletto della camicia a quadri che indossava e l’aveva baciato di nuovo. 
A Sebastian piaceva Thad perché non faceva mai domande. Non gli aveva mai chiesto – come si sarebbe aspettato da un ragazzino di sedici anni – se stavano insieme o meno. Si era semplicemente lasciato andare ai baci e alle carezze e se li era presi. Li aveva vissuti. Perché Sebastian si fosse preso Thad era facile da capire. La sua schiettezza, la sua timidezza, la sua innocenza e la suo forza d’animo lo rendevano un bocconcino troppo dolce e unico da lasciarsi scappare. Certo, Thad era capriccioso e petulante come tutti i teenager ma nulla che un appuntamento e qualche regalo non potessero risolvere.

 

-Domani mi porti a cena fuori?- pigolò Thad, baciandogli la guancia.

 

-Potrei portarti nel mio letto, stasera stessa –

 

-No. Voglio andare a cena fuori, domani.-

 

Sebastian tornò serio, facendo sparire il ghigno dalle sue labbra. Odiava quando pretendeva le cose. Non tutto gli era dovuto. –Non hai tenuto conto che domani potrei essere impegnato. Con qualcun altro-

 

Thad boccheggiò, alzandosi di scatto dalle sue ginocchia. –Stai mentendo-  sillabò con gli occhi lucidi.

 

Sebastian alzò gli occhi al cielo. Era stato giovane anche lui, -non che adesso fosse vecchio, ma di certo non era più così giovane – ma non si ricordava di aver mai avuto queste reazioni da checca isterica.

 

-Ti prego! Disperati pure rotolandoti sul pavimento, ragazzino – rise Sebastian, assottigliando gli occhi.

 

-Smettila di fare così o…-

 

-O cosa Harwood? Cosa fai? Mi picchi, mi lasci? Cosa ti fa pensare che quello che fai influenzi in qualche modo la mia vita?-

 

Thad tornò a boccheggiare ma tacque. Si sedette sulla sedia incrociando le braccia al petto e tirando su col naso. Iniziò a giocherellare con le sue dita distraendosi. Sebastian faceva così ogni tanto. A volte diceva delle cose per ferirlo. A volte qualcosa lo infastidiva e lui attaccava.

Ma gli adulti non parlavano mai?

 

Se lo facessero, i miei non starebbero divorziando, pensò Thad.

 

-Non piangere, adesso. – sbottò Sebastian passandogli un fazzolettino di carta che aveva estratto dalla tasca dei pantaloni. –Asciugati la faccia e torna sulle mie gambe-

 

Thad fece come gli era stato detto. Si asciugò gli occhi, riponendo il fazzolettino ormai stropicciato nella tasca dei suoi jeans e tornò a sedersi, riluttante, sulle sue ginocchia, portando le mani in grembo.

 

-Domani fatti trovare pronto alle otto. Non mi piacciono i ritardatari, ragazzino-

 

Thad annuì sospirando di sollievo. Il brutto momento era passato. Lo baciò piano sulle labbra. Un semplice bacio a stampo a cui Sebastian rispose ma che non approfondì. Poggiò il capo sulla sua spalla e si rilassò mentre le mani esperte di Sebastian gli accarezzavano i capelli.

L’orologio scoccò le sette.

 

-Io odio tua madre, ragazzino-

 

 

 

 

   
 
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