Ventotto aprile: bromazepam.
Le gocce amare picchiettano contro il vetro
sottile del bicchiere; l’acqua aggiunta poi le gonfia e le distorce,
diluendole: bevo il contenuto tutto d’un sorso;
socchiudo gli occhi al sapore acre e disgustoso;
inghiotto tutto, risciacquo il bicchiere e sospiro appena.
Il fatto è che mi capita di vacillare
nei momenti meno opportuni, ma trattengo le lacrime
e vado avanti, come se nulla fosse;
sono stanca nonostante non stia facendo nulla;
rimanere ferma mi distrugge; ho bisogno di vivere.
Ho bisogno di dormire, di chiudere gli occhi
e di dimenticare te, questo e quello per una notte,
anche una sola; l’insonnia mi sfibra.
Voglio solo chiudere gli occhi sulla carcassa
contorta e purulenta della giornata appena trascorsa.
*