Crossover
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Autore: eugeal    22/07/2008    2 recensioni
A volte il desiderio di ottenere qualcosa è tanto forte da annullare ogni codice morale. E' così per Renè Belloq, l'eterno rivale di Indiana Jones al quale ha sottratto l'Arca dell'Alleanza, e per Eudial, pronta a tutta pur di prendere il Grail prima di Sailor Moon.
Ma un desiderio tanto forte può portare alla distruzione o a qualcosa di peggio e Belloq ed Eudial potrebbero scoprirlo molto presto...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un'isola al largo della costa africana – 1936

Belloq si svegliò nel cuore della notte e gli sembrò che ci fosse qualcosa di diverso, poi si rese conto che il dolore che lo aveva tormentato mozzandogli il respiro era quasi sparito.
Si toccò il fianco, sorprendendosi di trovarlo scoperto e si stupì ancora di più nello scoprire che le costole erano quasi guarite, solo leggermente dolenti quando le toccava.
Solo il giorno prima era stato certo che fossero rotte e di avere lesioni ben più gravi, ma adesso si sentiva incredibilmente meglio.
Doveva essere una specie di miracolo, o forse era già morto, si disse, poi si accorse della ragazza profondamente addormentata accanto a lui.
Alla luce della luna poteva vedere il viso stanco di Eudial e l'abbandono esausto del suo corpo e per un attimo si chiese se fosse stata lei a curarlo, ma nemmeno un medico esperto avrebbe potuto guarire quelle ferite in poche ore.
In ogni caso si era data da fare, pensò notando la jeep parcheggiata poco distante e scorgendo il cumulo di rottami ammassati sulla spiaggia.
Si avvicinò all'auto e per la prima volta si concesse un barlume di speranza nel vedere le razioni di emergenza ancora intatte all'interno del veicolo militare.
Quelle provviste concedevano loro un po' di tempo e chissà, forse avrebbero davvero trovato un modo per andarsene da quel posto desolato.

Eudial aprì gli occhi, svegliata dal profumo di cibo e per un attimo pensò di stare ancora sognando, poi vide che il francese stava scaldando una scatoletta su un fuocherello stentato.
- Come hai fatto ad accenderlo? Non è rimasto molto da bruciare... -
Belloq si girò a guardarla.
- I miei appunti sull'Arca. - Disse in tono piatto, come se la cosa non lo riguardasse affatto. - Erano ancora integri, ma ormai non servono più. -
Eudial guardò tristemente la carta che si arricciava tra le fiamme e per un attimo si trovò a pensare che forse lei e il francese non erano tanto diversi: tanto impegno vano, la stessa brama di potere disillusa a un passo dal successo e poche speranze per il futuro.
Cosa avrebbe fatto ora?
Anche se fosse riuscita a tornare a Tokyo sarebbe stato inutile: aveva fallito e Mimete non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione per prendere il suo posto.
Ormai lei non serviva più, proprio come le carte che bruciavano nel fuoco, anzi di meno, visto che almeno quei fogli potevano scaldare il loro cibo.
Ma non si sarebbe arresa: non voleva morire così.
Belloq le passò il contenitore caldo perché si servisse per prima e lei fu stupita da quel gesto cortese. Mangiò la sua parte e restituì la lattina al francese.
- Grazie. Dove l'hai trovata? -
- Veramente l'hai trovata tu, era sull'auto. -
La ragazza lo guardò, leggermente stupita, non aveva notato lo scomparto che conteneva le razioni d'emergenza e lo aveva scambiato per un sedile, non era abituata a mezzi tanto antiquati.
- Ancora non conosco il tuo nome. Io sono René Belloq, archeologo. -
- Pensavo “antico sacerdote”. - Lo prese in giro Eudial indicando la tunica, poi sorrise. - Il mio nome è Eudial. -
- Eudial? Come il minerale? -
La ragazza lo guardò perplessa.
- L'eudialite è una pietra rossa, piuttosto rara. - Spiegò Belloq. - In effetti il rosso è il tuo colore. -
La ragazza arrossì appena: quel giorno Belloq sembrava stare meglio e anche il suo comportamento appariva diverso.
La febbrile smania per l'Arca era scomparsa e al suo posto era emersa una innata galanteria che non le dispiaceva del tutto anche se la imbarazzava.
- Cosa è successo ieri? - La domanda di Belloq la colse alla sprovvista. - Avevo ferite ben più gravi di queste. Sei stata tu a guarirmi? -
Eudial arrossì senza rispondere. Come avrebbe potuto spiegare i suoi poteri senza essere considerata un mostro?
Belloq colse la sua esitazione e non le fece altre domande.
- Non importa. Non so come tu abbia fatto, ma grazie. -
- Non l'ho fatto per bontà d'animo, non illuderti. - Rispose bruscamente Eudial: la gentilezza del francese la faceva sentire vulnerabile e quella sensazione non le piaceva. - Mi serve il tuo aiuto per andare via di qui, da morto non servi a nulla. -
Belloq capì al volo lo stato d'animo della ragazza e sorrise tra sé Meglio così, non ci sarebbero state complicazioni.
- Allora mettiamoci al lavoro, nemmeno io ci tengo particolarmente a morire. -
“Ieri sembrava di sì.” pensò Eudial ma non lo disse, invece guardò la jeep e il mucchio di detriti sulla spiaggia, iniziando a pensare a quello che doveva fare.
- Sai dove ci troviamo? E' molto lontano dalla costa? -
- No, non molto, vieni. - La portò nel tempio naturale che aveva ospitato l'Arca e da quella altura le indicò il mare. - Quella linea scura all'orizzonte è la costa africana. -
- Allora dovremmo farcela. Non ho molto materiale a disposizione, ma dovrebbe reggere per un po'. -
La ragazza si mise subito all'opera: portò la jeep alla spiaggia, aprì il cofano e cominciò a smontare e modificare l'auto.


   
 
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