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Autore: _Hedwig_    02/05/2014    13 recensioni
Dal capitolo 5:
"- Vattene, Fred.
- Che hai?
- Sono malata.
- Non ci credo.
- Fai un po' come ti pare.
- Perché sei scappata ieri sera?
Lo guardo intensamente, concentrandomi solo sul fatto che non devo assolutamente piangere.
- Perché quello che è successo non sarebbe mai dovuto accadere. Tu vuoi divertirti, bene, ma non farlo con me, Weasley."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 12
Con il volto ancora una volta solcato da lacrime amare esco dalla stanza.
Non mi ha creduto.
Mi ha rifiutata.
Se solo non l’avesse fatto, ora noi…
Che hai ora? Lo sapevi che non sarebbe servito a niente!
Il problema è che… un po’ ci speravo, sai. Che cretina.
Un singhiozzo più violento degli altri mi sconvolge. Mi brucia la gola, gli occhi ardono, ho la bocca secca.
A cosa è servito rifiutare Ian? A un bel cavolo di niente, ecco a cosa.
Mi affaccio in camera di Ginny, ma lei non mi nota. In effetti è un po’ troppo presa da Harry, al momento.
Mi tappo la bocca per non farne uscire un solo suono e chiudo la porta della loro stanza dietro di me. Hanno bisogno di un po’ di intimità.
Magari Ron può ascoltarmi… ma no, e se se la prendesse?
Non ho tempo  di ragionarci, perché sento dei passi venire verso di me.
- Herm! Che hai? Oh, Merlino, vieni, entra in stanza. - esclama la voce preoccupata di Ron. - Lavanda! Aiutami un secondo qui, falla sedere, io vado a prendere un bicchiere d’acqua in cucina!
Io cerco di mormorare che sto bene, che è tutto a posto, che è solo un attimo.
Le braccia sottili di Lavanda mi sostengono e mi fanno accomodare sul grande letto matrimoniale.
Nello stesso momento riappare Ron con un bicchiere colmo d’acqua fino all’orlo e me lo porge.
Io bevo avidamente e finalmente riesco a controllare i singhiozzi, calmandomi pian piano.
- Ho incrociato Ian, ha voluto sapere che succedeva e mi ha chiesto di vederti… - mormora Ron. Io lo guardo preoccupata: non è il momento di ricevere Ian. - …ma l’ho allegramente mandato a quel paese! - conclude il mio migliore amico, strappandomi un sorriso mio malgrado.
- Vuoi… vuoi parlarne, Hermione? - chiede Lavanda insicura, guardandomi apprensiva.
Sono indecisa.
- Herm… non voglio sapere i dettagli, ma… - comincia Ron, stranamente serio. Una luce sinistra lampeggia nei suoi occhi. - …c’entra Fred, per caso?
Io sobbalzo, guardandolo a bocca aperta. Lui non… non può sapere, vero? Vero??
- Io… tu… come fai a…
- So tutto, ne ho parlato con Fred ieri sera, in realtà. Ma l’ho capito da solo. E anche Lavanda lo sa. - spiega sbrigativo. - Ora però rispondi alla mia domanda: è colpa di Fred se stai così? - aggiunge poi ancora più serio. Fa quasi paura.
Mi guarda apprensivo ma determinato. Non so cosa gli abbia detto Fred, ma di certo sa il fatto suo.
Bè, a questo punto conviene essere sincera, no?
- Diciamo che… non del tutto, ecco.
Le orecchie di Ron diventano rosse come non mai, i pugni si stringono convulsamente. È furioso e non capisco perché… ma Lavanda non sembra molto sorpresa.
- Calmati, Ron. - dice infatti, tenendogli la mano. - So che sei arrabbiato, ti capisco, ma…
- Hai visto come piangeva? - ringhia Ron interrompendola. - Lavanda, lo sai come la penso. È mia sorella, lei, esattamente come Gin! Non deve farla soffrire, mai. Me lo aveva promesso, quel… quel…
Ringhia infuriato e fa per uscire dalla stanza, ma Lavanda lo blocca.
Io tiro su col naso, gli occhi sgranati, stupefatta a tal punto da non trovare una sola cosa intelligente da dire o da pensare.
- Sì, ma calmati. Ucciderlo ora non farebbe bene né a te, né a lei. So benissimo che Hermione è come una sorella per te… ok, è tua sorella - si corregge, intimorita dallo sguardo lanciatole dal fidanzato. - ma devi stare tranquillo.
- Non posso stare tranquillo se so che mia sorella soffre per un deficiente! - esclama indicandomi.
Ron è cresciuto, mi ritrovo a pensare. E questo è l’unico pensiero coerente che riesco a formulare.
- Ron - intervengo alla fine, con voce leggermente rauca. - tu sei mio fratello, praticamente, e ti voglio un bene dell’anima, ma… lascia che ti spieghi com’è andata, poi potrai andare ad uccidere chi vuoi, se credi.
Lui sbuffa, ma si siede per terra. Anche Lavanda è curiosa, ma non lo dà molto a vedere. Mi cinge le spalle con un braccio e con l’altro mi accarezza per tranquillizzarmi. Le sorrido riconoscente.
Spiego rapidamente quello che è successo partendo da Ian, poi la scena del bacio, il fraintendimento di Fred, e infine l’ultima parte, quella del nostro litigio, omettendo il fatto che mi ha spinta contro il muro e trattata male, ovvio. Non voglio che si scannino.
- E questo è quanto. - concludo alla fine bevendo ancora un sorso d’acqua.
Guardo Ron e per poco non mi spavento: freme dalla rabbia, e le sue orecchie sono rossissime.
- Quindi non ti ha creduto? - chiede lentamente, come se facesse fatica a parlare.
- Ehm… no, però lo farà, ha solo bisogno di tempo credo - rispondo io ostentando una sicurezza che non ho. A stento mi rendo conto che sto solo dando voce alle mie più rosee speranze.
Lavanda posa una mano sulla spalla di Ron, che si rilassa istintivamente. Chiude gli occhi, inspira profondamente, poi li riapre e le sorride.
Guardali, come sono teneri.
- Quell’Ian comunque non mi è piaciuto dal primo istante… - borbotta alla fine.
- Solo perché tutte noi ragazze lo guardavamo! - aggiunge Lavanda facendolo arrossire.
- Mica solo per quello! - borbotta Ron, strappandomi una mezza risatina.
- Grazie, ragazzi. Sarei ancora in quel corridoio a piangere se non fosse stato per voi. - mormoro riconoscente abbracciando Lavanda e scompigliando i capelli a Ron, cosa che normalmente non posso fare, data la sua altezza.
In quello stesso istante arriva Ginny, leggermente rossa in viso.
- Mi sono persa qualcosa? - chiede allegramente, guadagnandosi una sintesi di tutto quello che mi è successo da parte di Lavanda. Poi Gin chiama anche Harry e aggiorna anche lui.
Vorrebbe chiamare anche George e Angelina, ma loro sono in camera da Fred.
- A me quell’Ian non piace per niente. - borbotta Harry alla fine incrociando le braccia sul petto.
- Meno male che non sono l’unica… E poi, arrivare così all’improvviso in un posto così isolato… - aggiunge Lavanda.
- …per non parlare del fatto che è riuscito a eludere tutte le nostre protezioni! - conclude Ron.
- Sì, ma questo dovrebbe significare che possiamo fidarci, no? - chiede Lavanda.
- Oppure che è un Mago Oscuro abbastanza potente da neutralizzarle… - suggerisce Harry, pensieroso.
A questo punto io, che per tutto il tempo della discussione mi sono guardata le mani dondolando i piedi, alzo la testa. A quanto pare Harry non ha ancora elaborato che non siamo più in guerra…
- Non vi pare di esagerare un tantino? - domando allora. - Non è che solo perché ci ha provato deve essere malvagio, no?
- Non stiamo parlando di questo… dicevamo solo che è strano che sia riuscito a trovare la casa così facilmente e a oltrepassare tutte le barriere protettive senza che noi ce ne accorgessimo! - ribatte Ron.
Riabbasso la testa, e il silenzio cala su di noi.
- E se fosse un seguace di Voldemort? - chiede all’improvviso Harry.
Tutti noi lo guardiamo straniti.
- Ma… Voldemort è morto! Non… non potrebbe essergli ancora fedele! - ribatte Lavanda inorridita.
- So benissimo che è morto! - ribatte secco Harry.
- Non ti scaldare, amico. Era solo un’obiezione! - la difende Ron.
- Io penso che non sia possibile - ripete Lavanda.
- E invece sì! - interviene Ginny. - Pensateci un attimo: se fosse un Mangiamorte, si spiegherebbe perché è riuscito a vedere la casa nonostante sia schermata, e…
- Ma le protezioni lo avrebbero captato, Gin - ribatte Ron con buonsenso.
Ginny tace per un attimo, poi riprende.
- Potrebbe averle percepite in qualche modo e neutralizzate immediatamente! E poi, non so se ci avete fatto caso, ma porta sempre maglie a maniche lunghe, e se qualcuno gli tocca il braccio sinistro sobbalza! Sì, deve essere così.
- Gin… - la chiama Ron dolcemente, come se fosse una bambina che sta sragionando. - Non può essere, ok? E come fai ad essere sicura che sia un Mangiamorte? In più, come fai ad essere sicura che sobbalzi? Ti stai facendo solo suggestionare! No, dobbiamo indagare, prima di…
- E va bene, ma chi può farlo? - chiede Harry esasperato.
All’improvviso tutto mi è chiaro. Non ho mai fatto caso a quello che ha detto Gin, ma a pensarci è vero che non ha mai indossato una maglietta a mezze maniche da quando è arrivato… e dire che Fred e George gli hanno fornito di tutto e di più! Devo indagare. Tanto, cos’ho da perdere?
- Lo faccio io. - affermo, e tutti si girano verso di me all’improvviso, come se si fossero dimenticati che ci sono. Li guardo tutti, uno per uno. I miei migliori amici. I miei fratelli.
- Lo faccio io. - ripeto.
Harry e Ron vorrebbero obiettare, ma non lo fanno.
È una soluzione ragionevole, e lo sanno.
Sono quella più vicina a lui, mio malgrado.
Devo solo trovare una scusa…
Ne sei perfettamente capace. Dopotutto lui ha un debole per te, no?
Devo solo sfruttarlo a mio favore.
- Vado a sistemarmi un attimo… Gin, se non ti dispiace userò il tuo bagno. - concludo calma.
Detto questo mi alzo e esco dalla stanza, sperando solo che il mio piano funzioni come nella mia testa.
 
Mi sistemo rapidamente: sciacquo il viso, cerco di attenuare il rossore degli occhi e passo un filo di fondotinta per nascondere le chiazze sulle gote. Poi mi sistemo i capelli, legandoli in una coda alta, e mi cambio indossando una maglietta con le maniche a tre quarti e un pinocchietto di jeans, con la bacchetta infilata nella cintura come al solito. Faccio un sorriso alla mia immagine riflessa: non è male come mi aspettavo, anzi.
A questo punto non mi resta che andare a cercare Ian…
Torno dai ragazzi.
- Allora, cos’è che devo fare, esattamente? - chiedo con tono pratico.
Loro mi guardano un po’ stupiti, ma poi si decidono a rispondermi.
- Devi riuscire a far parlare Ian. - spiega Harry riluttante. - Cerca di scoprire di più sul suo passato, su cosa ha fatto durante gli ultimi due anni in particolare. Vedi se riesci a capire qualcosa di sospetto e… se succede qualcosa, Materializzati se puoi o manda un Patronus. Noi arriveremo in un attimo.
Io annuisco, poi mi guardo attorno, chiedendo con lo sguardo se hanno qualcos’altro da dire.
- Se… - aggiunge Ron un po’ titubante, come se fosse indeciso se sia il caso di parlare o meno. - …se ci prova, manda all’aria la missione e scappa, ok? Non me ne frega niente, non deve toccarti.
- E invece deve fare finta di essersi pentita! - ribatte Ginny. - Lui così sarà solo più sospettoso.
- Sì, e magari le facciamo mettere anche una camicetta scollata e una minigonna! - risponde Ron a tono, le orecchie sempre più rosse.
Lui e la sorella rischiano di cominciare una discussione senza fine, e sinceramente non la sopporterei.
- Basta! - grido alla fine. - Vi fidate o no?
I due litiganti si arrendono e annuiscono borbottando qualcosa.
- E allora state tranquilli. Io… me la sono cavata in situazioni peggiori, no?
Anche stavolta sono costretti a darmi ragione, ma Ron non si arrende del tutto.
- Sì, ma… non è necessario, se non te la senti. - dice, con un chiaro riferimento al fatto che fino a poco fa ero in lacrime nel corridoio e sembrava che niente potesse calmarmi.
Io sorrido, cercando di sembrare sicura di me.
- Tranquilli. Tornerò con le informazioni! - aggiungo ostentando una sicurezza che sono ben lungi dal provare.
Esco dalla stanza e comincio a salire i gradini che portano in mansarda.
Arrivo davanti alla porta e prendo un bel respiro profondo, poi busso.
- Avanti - dice la voce profonda di Ian.
Entro un po’ titubante, consapevole che se sembrerò davvero pentita avrò una possibilità.
Il suo sguardo si indurisce al vedermi, ma non fa niente di sospetto.
- Ah, sei tu. - dice soltanto.
Io sorrido timidamente e mi guardo attorno, come se stessi cercando il coraggio o uno spunto per dire qualcosa.
La stanza non è molto grande: ci stanno a malapena il letto, un comodino e l’armadio, ma lui è stato capace di rendere confortevole l’ambiente. Una luce soffusa proviene da un abat-jour sul comodino in legno.
Vedendo che non accenno a parlare, Ian si schiarisce la voce, e io mi esibisco in un sussulto sufficientemente realistico.
- Ehm… - comincio, come se stessi cercando le parole giuste. - Mi piace, come hai sistemato qui.
Sorrido timidamente, ancora una volta.
- Sì, è abbastanza carino.
Un altro silenzio imbarazzante cala, e lui comincia ad abbassare la guardia. Mi osserva, disarmato dai miei modi dimessi. È il momento. O adesso, o mai più. Devo solo sperare di essere un’attrice abbastanza brava da convincerlo…
- Io… - pausa ad effetto. Abbasso lo sguardo, pregando di essere arrossita almeno un poco.
- Tu…? - incalza lui con voce dolce.
Ora.
- Ecco… volevo dirti che… mi dispiace per quello che è successo ieri sera. Non… a ripensarci, dico, non avrei voluto che le cose andassero così.
Ho praticamente borbottato le ultime frasi, ma ora è fondamentale che arrossisca.
Pensa a Fred. Voi due vicini. Il suo respiro caldo sul tuo collo…
Un brivido mi percorre la schiena, e sento immediatamente caldo. Perfetto.
Alzo lo sguardo e trovo il suo sbigottito. Poi sorride malizioso.
- Sapevo che avresti cambiato idea… - sussurra con voce roca mentre si avvicina. Io abbasso di nuovo la testa, reprimendo un moto istintivo di disgusto. - E… dimmi… - mi alza il viso con due dita, e sento prepotente la voglia di prenderlo a cazzotti.
- Hai finalmente capito che Fred ti prende solo in giro? - chiede poi guardandomi negli occhi, e io annuisco evitando il suo sguardo.
- Quindi… non vuoi più che io ti stia lontano…?
Io scuoto la testa in un segno di diniego e lui sorride soddisfatto, convinto della mia sincerità.
Perfetto: la prima parte del piano è riuscita.
Mi svincolo dalla sua stretta e mi siedo sul letto accavallando le gambe.
- Stavo pensando… - dico dopo un’altra pausa ad effetto. - …non sarebbe bello conoscersi meglio?
Un lampo di sospetto passa nei suoi occhi e io temo di aver fatto un errore fatale, così abbasso lo sguardo. Questo evidentemente lo tranquillizza, perché rilassa le spalle, come noto con la coda dell’occhio.
- Io… ecco… - aggiungo poi. - Volevo sapere… diciamo… qualcosa in più sulla tua vita dei due anni passati. Hai detto che sei stato in Francia da tua madre…- dico cercando di ricordare quel poco che ho realmente ascoltato di ciò che mi ha raccontato.
- Sì, ho vissuto lì per due anni. Poi mia madre è morta e… - abbassa la testa. Esibizionista. - …e sono tornato qui.
Ogni passo falso potrebbe essere fatale. Non è che in questi due giorni me ne ha già parlato? Il terrore mi pervade. Capirebbe tutto se sbagliassi ora…
- Mi piacerebbe sapere di più, su tua madre. - ribatto fingendomi interessata.
Lui sorride della mia curiosità come si fa con un bambino e acconsente, cominciando a raccontarmi di sua madre mentre io lo ascolto sul serio per la prima volta. Era una strega Purosangue, erede di una delle più importanti famiglie della Francia. In realtà i suoi trisavoli erano francesi, poi un antenato si era trasferito in Inghilterra. Si diceva che fossero addirittura imparentati in qualche modo con Salazar Serpeverde, ma nessuno poteva dirlo con certezza.
Inutile dire che avevano tutti studiato ad Hogwarts, e che erano stati tutti in Serpeverde. Ovviamente tranne lui, che era stato Smistato in Corvonero. Era l’unica macchia all’interno della famiglia.
Classica storia del figlio innocente in una famiglia di Mangiamorte… Puah, io non mi fiderei troppo.
Quando si era cominciato a parlare del ritorno di Voldemort suo padre aveva lasciato sua madre per unirsi a lui come ogni buon Purosangue, tanto più perché vantava una parentela con Serpeverde, e lei era tornata in Francia portando Ian con sé.
- E questo è quanto. - conclude con un sorriso. - Ora tocca a te…
Rapidamente racconto di essere una Nata Babbana, che i miei erano dentisti e che ho dovuto cancellare la loro memoria per difenderli. Ora vivono in Australia.
Racconto questa cosa evitando ogni coinvolgimento, proprio come se stessi recitando il mio copione. Mettermi a piangere ora sarebbe una mossa astuta, certo, ma solo se lo facessi apposta. Se cominciassi a piangere sul serio non riuscirei più a capire niente… un nodo mi chiude la gola.
- Ma ora basta tristezza! - esclamo, dopo qualche tentativo di estrapolargli un dettaglio che mi permetta di dire con certezza se sia un Mangiamorte o meno. - Che ne dici di uscire a fare una passeggiata? Finalmente abbiamo una bella giornata, sarebbe un peccato sprecarla, no?
Sorrido, e lui ricambia. Mi porge il braccio ed io lo accetto reprimendo un moto di repulsione, sperando solo che Fred non ci veda proprio ora.
Ancora ti preoccupi di lui?
Non posso farne a meno…
Ah, l’amour…
Zitta, tu! Esageri sempre!
Usciamo in giardino continuando a chiacchierare. Mi sforzo di attenermi al mio copione, ma lui deve aver intuito qualcosa perché evita accuratamente gli argomenti “passato” e “guerra”.
- Cosa vorresti fare, adesso? - mi chiede guardandomi fissa.
Io reprimo il mio disappunto e mi sforzo di sorridere.
- Non ho ancora deciso… magari tornerò a Hogwarts, chissà. O forse diventerò un Auror come Ron e Harry. Tu invece di cosa ti occupi?
- Niente, al momento. Diciamo che la mia fissazione principale in questo momento è chiudere un conto in sospeso.
Il suo sguardo si fa strano, sembra quasi che dica “Esci allo scoperto, tanto so che tu sai”.
Io sorrido, tesa, e sarei quasi tentata di cambiare argomento.
Proprio ora che stai per scoprire qualcosa? Puoi sempre Materializzarti se la cosa si fa preoccupante.
E va bene.
- E con chi, se posso chiedere? - domando con un sorriso più rilassato.
- Con alcune persone che… diciamo… hanno fatto un grosso torto a qualcuno a cui tenevo particolarmente.
Io deglutisco. Non so se uscire ora allo scoperto sarebbe una buona mossa.
- E questa… questa persona, era… un tuo familiare? - chiedo cercando di sembrare disinvolta mentre la mia mano si porta più vicina alla bacchetta.
Lui si avvicina di qualche passo sorridendo.
- No, non proprio… era più… un maestro, una guida. Un signore.
Il mio cuore fa un salto.
Forse dovrei mandare all’aria ogni copertura. Scappare, andarmene.
Se solo avessi delle prove…
- Non… non capisco. - balbetto.
- Oh, sono sicuro che capisci, invece… tu hai capito tutto.
Il mio respiro accelera, come il battito cardiaco.
Devo andarmene di qui, subito.  
Prima che sia troppo tardi.
Comincio a indietreggiare cautamente, ma non voglio ancora mollare. Forse posso spingermi ancora un po’ più in là…
- Mi… mi stai spaventando, Ian.
- No, non è vero. Butta giù quella maschera da povera ragazzina indifesa! - ruggisce lui.
Io sobbalzo e indietreggio ancora, ma lui resta fermo.
Sa che non me ne andrò, che combatterò, morirò se necessario.
- Hermione… - mormora. Il mio nome suona malissimo pronunciato da lui… - Basterà che tu lo dica. Liberati di questo peso! - mi incoraggia poi.
Prendo la bacchetta e, muovendola con un gesto fulmineo del polso, faccio cadere a terra la manica sinistra della sua maglia.
Davanti a me, il Marchio Nero, l’orrendo simbolo di Lord Voldemort.
Sgrano gli occhi per l’orrore che questa vista mi suscita e comincio a tremare.
Alzo lo sguardo e mi rivolgo a Ian.
Lui guarda il Marchio con uno sguardo strano, quasi affettuoso, malinconico.
Poi sorride, ma il suo non è un sorriso, è un ghigno.
Un ghigno mostruoso, come quello del teschio tatuato sul suo avambraccio.
Alza lo sguardo su di me.
Nei suoi occhi brilla una luce folle.
Ora capisco tutto.
L’ultima cosa che vedo sono i suoi occhi arsi dalla sete di vendetta, poi un lampo rosso.
Un unico suono, una formula magica, uno Schiantesimo.
Cado a terra supina, svenuta.
“Ti amo, Fred.”
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice (più Jimmy c:)
DA-DA-DA-DAAAAAAAAAAAN!
Alzi la bacchetta chi se lo aspettava!
Personalmente sono molto soddisfatta di questo capitolo, per vari motivi.
Il primo è che… non era in programma, per niente.
Questa doveva essere una romantica storia d’amore, senza inghippi né Mangiamorte di sorta, ma… mi sono accorta che non mi sarebbe piaciuta. Eh, già. Io amo l’azione, anzi, io e Jimmy l’amiamo, vero Jimmy? *accarezza teneramente lo scolapasta*
Possiamo solo sperare che piaccia anche a voi!
Il secondo motivo è che… Ron è troppo figo! Lo amo in questo capitolo, davvero, perché rende perfettamente quello che secondo me doveva provare nei confronti di Hermione.
Il terzo motivo è che… manca poco all’addio di Ian! Ce ne siamo quasi liberate, ragazze xD
Persino Jimmy lo odia, lui che è così buono :c
Bè, ora a voi la parola.
Voglio tante tante tante recensioni per questo capitolo! Cosa succederà secondo voi?
Detto questo, ringrazio chi segue/preferisce/ricorda, chi recensisce e chi legge soltanto <3<3
Bene. Ora un annuncio pratico.
In una recensione mi è stato chiesto di inserire un momento un po’ più… ehm… intimo tra Fred e Hermione. Quindi volevo chiedere a voi, visto che il rating è giallo, se va bene. Naturalmente non sarà una cosa esagerata, però comunque non voglio fare niente che vi urti in alcun modo c: ed è anche per questo che ho bisogno delle vostre recensioni, soprattutto ora.
Come vedete ho aggiornato molto prima del previsto (adoratemi u.u) anche per questo, oltre che far marcire il capitolo pronto nel pc mi sembrava un crimine :c
Bè, ora io e Jimmy vi salutiamo.
Al prossimo aggiornamento!
Un bacio
Cris
 
PS: per quanti di voi si stiano chiedendo che fine ha fatto la padella Jenna, abbiamo litigato. Vuole troppa autonomia, quella padella cattiva u.u
E dopo questo sclero finale (so benissimo di aver bisogno di un buon medico) vi saluto!
  
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