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Autore: hoilnientedentro    02/05/2014    1 recensioni
E non sa chi è. Persa nel mondo, ma sopratutto in se stessa.
Sola immersa nelle coperte fredde.
E cerca, cerca qualcosa che non trova.
Lui. Sicuro. Pronto a proteggerla. Ad amarla.
Tutte e due cercano l'amore, quello vero. E loro, quando amano, amano forte.
***
"E’ la mia donna e non sai quanto vali
Non ha l'insonnia e non fa la mignotta nei locali
Lei non abbraccia tutti
Scaccia, tutti brutti
Tranne me
Mente a tutti
Tranne a me
All I need is you
E dimmi se ci sei anche tu
Se in questo mondo di puttane
Non hai un costo
E dimmi se ci sei anche tu
Ma adesso guardami di più.”
-Briga
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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2.

Mi sveglio sono un quarto d’ora prima che la sveglia suoni. Tardi rispetto al solito.
Torno su tumblr e ho un messaggio.
“sì. Oggi alle otto davanti a Piazza delle Erbe.”
Andrea.
Non rispondo e le mie labbra formano un sorriso di cui non mi rendo neanche conto.
Era da forse troppo tempo che sorridevo per finta. Da anni non sorridevo veramente. Ed è una sensazione che mi è mancata troppo.
Scendo dal letto e apro il mio armadio.
Jeans chiari, maglione scuro, Dr. Martens rossi.
Prendo un Lucky Strike e me la metto in bocca, la borsa e il giubbotto ed esco.
Dalla tasca interna prendo l’accendino nero e mi accendo la sigaretta.
Cammino lentamente fino alla fermata e salgo sul solito, puzzolente, vecchio autobus.
Siedo su un sedile sudicio e guardo le gocce di pioggia lente che scendono sul vetro del finestrino sporco. E come facevo da piccola scelgo una gocciolina e faccio mentalmente il tifo perché arrivi prima delle altre in fondo al finestrino. È uno dei pochi ricordi felici della mia infanzia. Non dico che sia stata un’infanzia “difficile”, piuttosto “sola”.
E mi immergo talmente tanto nei miei pensieri che non mi accorgo nemmeno che ho perso la fermata della Piazza delle Erbe.
‘pensieri di merda.’.
Scendo alla fermata successiva e inizio a camminare più veloce che posso finché il mio ginocchio non crolla.
‘fottuta operazione mal riuscita.’.
Sette e cinquantacinque.
Da via Sanmicheli a Piazza delle Erbe.
A piedi sono venti minuti. E non riesco a camminare per il mio ginocchio.
Mi siedo per terra, tanto da sembrare una barbona, e prendo il telefono dalla tasca.
Cerco Andrea tra i contatti di Facebook. Non ho nemmeno il suo numero.
Andrea De Luca.
“sono davanti alla succursale, in via Sanmicheli. Ho un problema, non riesco a venire fino a lì.”
Invio.
Prendo le cuffie e me le infilo nelle orecchie, tanto per ammazzare il tempo in attesa che risponda.
 
“Nobody said it was easy,
It’s such a shame for us to part.
Nobody said it was easy,
No-one ever said it would be this hard,
Oh take me back to the start..”


Un messaggio.
“non ti preoccupare, sto arrivando.”.
“aspetto”
Blocco il telefono e lo rimetto nella tasca.
Dio, di nuovo le fitte al ginocchio.
E mentre mi “massaggio” il ginocchio, una signora anziana mi lancia una monetina da cinque centesimi.
‘scusi, ma per caso ha mai visto una barbona con i Dr. Martens e il Woolrich? Credo di no. E poi che cazzo ci faccio con cinque fottuti centesimi?’.
Penso mentre la guardo sconcertata mentre si allontana.
Mi metto a giocare con la monetina arrugginita finché non sento una voce maschile chiamare il mio nome.
-Sorrentino?-
Mi giro.
-preferirei Beatrice, grazie Andrea.- dico mentre mi aiuta ad alzarmi.
-haha ok, Beatrice.- risponde sorridendo. Fa sorridere anche me.
-ma sei a piedi? Perché ci hai messo presto da Pizza delle Erbe..- chiedo mettendo la monetina in tasca e ripulendomi il dietro del giubbotto.
-no no, sono in motorino. E comunque cosa ti è successo?-
-al ginocchio? Quando ero piccola ho dovuto fare un’operazione che è andata male, e il mio ginocchio non si è mai più stabilizzato. Ormai mi ci sono abituata.-
Rispondo sorridendo. Con un sorriso amaro.
Camminiamo, o meglio io zoppico e lui mi regge, fino alla sua Vespa nera.
-non hai due caschi, vero?- chiedo salendo.
-no, ma tieni il mio. Sei più importante tu.-
‘ero più importante io? Io importante? Più di lui? Spero stia scherzando.’.
-allora, dove ti porto?- chiede.
-al mare.- rispondo io, quasi in automatico.
-bhe, ora mi sembra un po’ esagerato, ma prometto che ti ci porto. Sullo Yorkshire. Durante una tempesta. So che è il tuo sogno.-
Dice lui girando la chiave nel motorino di avviamento.
-e come lo sai?- chiedo avvicinandomi al suo orecchio.
-tumblr, ricordi?- risponde partendo.
Ci sto capendo molto poco.
Poco o niente.
Perché Andrea? Perché io? Io non sono nessuno, da sempre. E lui, bhe lui è lui. Era destinato a essere un “puttaniere”, anche se odio usare questa parola.
E poi lui ha Debora, cosa gli potrei dare io che non ha già? Una persona da salvare. E nessuno vuole salvarmi.
-ti va bene il Pedrocchi, vero?- chiede accostando.
Annuisco e scendo, o almeno ci provo.
Mi sfilo il casco e glielo ridò.
-come va il ginocchio?- chiede.
‘si preoccupa per me?’.
-meglio, grazie.- dico piegando gli angoli della bocca, cercando di sorridere.
Entriamo nel bar e ci sediamo su un piccolo tavolo rotondo vicino alla finestra dove ci sono ancora le gocce di pioggia di ‘sta mattina.
Dopo due minuti passati in silenzio più che imbarazzante, mi faccio coraggio.
-ma.. non vabbè, niente.-
‘che ti costa chiederglielo? Sei una cazzona Beatrice.’.
-no, dimmi.-
-non era importante.- sussurro.
-tutto quello che dici è importante.-
‘cosa?’.
-e poi continuerò a chiedertelo finché non me lo dirai.- aggiunge, credo per sdrammatizzare.
-perché mi scrivevi su tumbrl?- chiedo, cercando di restare calma.
-eh..- dice lui accarezzandosi il mento.
-perché siamo in classe insieme dall’asilo. Eppure non ci siamo mai conosciuti veramente. E quando ti ho trovati lì.. non ti volevo più lasciar andare. Volevo che smettessi di tagliarti, di drogarti, di ubriacarti per dimenticare.. perché tu sei di più di tutto questo. Sei troppo per tutti. E non volevo che ti rovinassi. E poi ti ho sempre voluto come amica, anche se me ne sono reso conto tardi.-
‘amica.’
-wow.. grazie Andrea..-
Sorrido. Non posso mostrarmi triste. Non dopo tutto questo.
Sorride pure lui.
-allora, che cosa ordini?-
-un caffè macchiato con tanta schiuma, grazie.-
-ok, aspettami che vado ad ordinare.-
Prendo la tazza del caffè e bevo un sorso.
‘cazzo, la lingua.’.
-merda.- bofonchio mettendomi la mano davanti alla bocca.
-hahaha non dirmi che ti sei ustionata con il caffè?!- chiede continuando a ridacchiare.
-non c’è un cazzo da ridere Andrea.- rispondo, senza accorgermi che ho iniziato a ridere anche io.
Ridiamo, parliamo e beviamo caffè caldo.
Dio, è tutto così bello. Perché la felicità dura così poco?
Paghiamo e andiamo via.
-ti riaccompagno a casa?- chiede porgendomi il casco.
-se non disturbo..-
-tu non disturbi mai.-
‘ma.. così.. mi.. sciolgo..’.
Sorridendo come un’ebete prendo il casco dalle sue mani e salgo sul motorino.
 
-grazie del passaggio. Dovrò pagarti da benzina hahaha.- dico scendendo e cercando nella borsa le chiavi di casa.
-haha, ma figurati.-
-ci si vede in giro, Beatrice.- dice dandomi un bacio sulla guancia.
‘cosa.ha.fatto? un bacio sulla guancia? A me? Ok si fa tra amici, non iniziare a farti film mentali del cazzo.’.
Annuisco sorridendo e entro in casa.
Sento il motorino accendersi e Andrea andare via.
‘non te ne andare.. resta qui e salvami da me stessa.’.
 

#autrice
Eccomi di nuovo a fracassarvi le ovaie (?) con un nuovo merdoso capitolo!
ditemi che mi amate.
RECENSITE E NON AVRETE MAI PROBLEMI IN AMORE
ok mi sento leggermente patetica hahaha
 
A.
  
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